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Notiziario Marketpress di
Venerdì 01 Aprile 2011 |
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COMO (SAN PIETRO IN ATRIO): LA MOSTRA DI WALTER TRECCHI NUOVI ORIZZONTI 2001-2011 - DAL 9 AL 30 APRILE 2011 |
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L’esposizione presenta 25 opere dell’artista comasco che ripercorrono gli ultimi dieci anni della sua evoluzione creativa. Dal 9 al 30 aprile 2010, nello spazio di San Pietro in Atrio di Como, si tiene la personale di Walter Trecchi (Como, 1964) dal titolo Nuovi Orizzonti che ripercorre l’ultimo decennio di produzione (2001-2011) di uno degli artisti della nuova generazione più apprezzati dalla critica e dal mercato italiano. Curata da Sergio Gaddi e Carlo Ghielmetti, col patrocinio del Comune di Como – Assessorato alla Cultura, in collaborazione con mc2gallery di Milano e il contributo di Ance Como, l’esposizione presenta 25 opere, molte delle quali di grandi dimensioni, in grado di ripercorrere l’evoluzione del linguaggio espressivo di Trecchi e di presentare per la prima volta il nuovo ciclo di lavori, Antropico-naturale, nel quale, oltre all’analisi delle geometrie architettoniche, introduce una riflessione sul tema della natura. La cifra espressiva di Trecchi, almeno per questi ultimi dieci anni, si è caratterizzata come pittura di architetture. Con una tecnica che sfiora l’iperrealismo, Trecchi delinea gli aspetti reconditi delle metropoli, siano esse New York o Milano, riuscendo a cogliere l’anima del paesaggio urbano, con tutto quel suo reticolo di palazzi, di fili, di gru, di rotaie che generano una sorta di disagio nell’uomo contemporaneo che vi è costretto a vivere. L’ambito figurativo di Trecchi si muove per il tramite di una matericità intensa, e giunge a un risultato che l’ha portato a precisare sempre più la struttura della figura, verso un realismo di grande definizione. La scelta di San Pietro in Atrio, come luogo prescelto per ospitare i lavori di Walter Trecchi, risponde all’esigenza di presentare questo suo percorso artistico nella città che l’ha visto nascere e affermarsi come nuovo maestro della figurazione lariana, in un luogo che, posto in un contesto urbano e culturale di grande vivacità, ben si presta ad accogliere opere legate a tecniche espressive classiche, come quelle di Trecchi. All’interno del percorso espositivo, sarà presente il video di Francesco Fei, con suoni di Steve Piccolo dal titolo 21_06_09, già presentato lo scorso anno alla Fondazione Corrente di Milano, le cui immagini fanno da contraltare alle opere di Walter Trecchi, risultando un ideale completamento all’analisi architettonica e antropologica dell’artista comasco. Catalogo in mostra. Walter Trecchi (Como, 1964), vive e lavora a Torno (Co). Mostre personali: 2010, Equilibri, Galerie "Noordeinde", Den Haag, Olanda; 2009, La città e il cielo, Spazio Santamarta, Milano; Metropolis, Galleria Gagliardi, San Gimignano (Si); 2008, Linee di fuga, a cura di Chiara Canali, Galleria del Tasso, Bergamo; Città sospesa, Artemisia Art Gallery, Monaco; 2007, Variazioni su Metropolis, a cura di Jessica Anais Savoia, Atrespazio, Milano; Walter Trecchi, a cura di Maurizio Sciaccaluga, Galleria Santamarta, Milano; 2006, Walter Trecchi - Mikhail Dronov, Galerie Noordeinde, Den Haag, Olanda; Walter Trecchi, a cura di Alessandro Riva, Palazzo del Broletto, Como; Walter Trecchi, Edilshow, Piacenza; Walter Trecchi, a cura di Aldo Benedetti, Galleria Nuovospazio, Piacenza. Principali mostre collettive: 2010, Italiaans Realisme, Galerie "Noordeinde", Den Haag, Olanda; Expossible? Cantiere Milano. Expo al bivio, a cura di Jacopo Muzio, Fondazione Corrente, Milano; Acquisizioni 2010, a cura di Claudio Rizzi, Civico Museo Parisi-valle, Maccagno (Va); 2009, Expossible? Un´altra Expo è possibile?, a cura di Jacopo Muzio, Fondazione Corrente, Milano; 2008, Masters of Brera, Liu Hai Su Museum of Modern Art, Shanghai – Cina; 2007, Serrone, Biennale giovani, Monza, 07, a cura di Carlo Ghielmetti, Serrone della Villa Reale, Monza; La nuova figurazione italiana - to be continued..., a cura di Chiara Canali, Fabbrica Borroni, Bollate (Mi), L´ombra del dubbio, a cura di Maurizio Sciaccaluga, Galleria Novato, Fano (Pu); 2006, Pittura Italiana Oggi "Nuovo Romanticismo", a cura di Chiara Vivolo, Fondazione Città di Cremona, Cremona; Cuore di pietra, a cura di Maurizio Sciaccaluga, Mole Vanvitelliana, Ancona; La città che sale, a cura di Maurizio Sciaccaluga, Galleria Santamarta, Milano. Info: Walter Trecchi. Nuovi Orizzonti (2001-2011) - Como, San Pietro in Atrio (via Odescalchi 1) - tel. 02.87280910 - mc2gallery@gmail.Com |
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MILANO (LE BICICLETTE ART BAR & ROSASPINTO , GIAN BATTISTA TORTI 1): “MAPPE DEL DESIDERIO”, MOSTRA PITTORICA DI MAURO LACQUA - VENERDÌ 1 APRILE 2011, ORE 20.00 - FINO A LUNEDÌ 11 APRILE 2011
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Uno stile carnale ed essenziale. Dodici opere che graffiano nel profondo, scavando nella pelle per raggiungere l´anima. Mauro Lacqua, nato a Milano nel 1966, non ama definirsi un pittore o un artista ma più semplicemente un uomo capace di trasporre le proprie emozioni in forme e colore. Le opere sono realizzate su retro di vetro per dare l’effetto dell’immagine congelata in una lastra di ghiaccio. In questa personale 12 ritratti lunari di donne seducenti, 12 mappe del desiderio. Il bellissimo viso di Francesca, il dito puntato, la schiena che sembra diventare un arco teso, il profilo di Ilenia, la sensualità de La Cocca, la luce sulla mano che regge un drappo, le ombre che danno forma a Valentina e alla donna raccolta a terra, a Elena dal viso dolcissimo e a quel meraviglioso fondoschiena a cui risulterà impossibile resistere dal guardare scoprendosi poi voyeur riflessi nel gioco di specchio. E di certo non si può rimanere indifferenti di fronte alla grandezza espressiva e catartica che anima queste dodici figure di donna. Figure che coinvolgono e smuovono profonde emozioni, lasciandoci in balia di una ridda di sensazioni allo stesso tempo lenitive e cocenti. Live violin performance by Elsa Martignoni. Colonna sonora della serata curata da Deejay Dave (Davide Monteverdi) dj, consulente e giornalista musicale, ideatore della One Night Razzputin |
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MILANO (FONDAZIONE MARCONI): FRANCO VACCARI. META-CRITIC ART -
INAUGURAZIONE MOSTRA: 4 MAGGIO 2011 ORE 18 - DURATA MOSTRA: 5 MAGGIO/4 GIUGNO 2011 |
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La Fondazione Marconi mercoledì 4 maggio presenta la mostra Meta-critic art di Franco Vaccari. “Franco Vaccari, riconosciuto ideatore dal 1969 della formula estetica “Esposizione in tempo reale”, con la sua pubblicazione Duchamp messo a nudo. Dai ready-made alla finanza creativa, si pone fra gli anticipatori, chiarendola in modo illuminante, della fatale corrispondenza tra il mondo dell’arte, divenuto cinicamente stoccaggio di beni rifugio, e quello della finanza fuori controllo, che vede il mercato come unico, indiscusso, garante del valore. In questo modo Vaccari entra a far parte a pieno titolo, della rada schiera dei pensatori dello smascheramento dell’estetica come mito, facendosi portatore nell’arte di un realismo concettuale innestato sulla fenomenologia della socialità metropolitana, facendosi altresì sostenitore della meta-artisticità e meta-critica dell’estetica postmoderna. Dedito all’ascolto, all’osservazione, Vaccari è quella figura dell’arte contemporanea che, puntando semplicemente l’indice, apre scenari che lasciano attoniti, rivelando nessi, sintomi identitari, ritenuti inesistenti fino a quando il suo sguardo non li svela.” (Viana Conti: Franco Vaccari-arte e profezia. Dalla forza lavoro al bagliore dell’oro). In mostra, al primo piano della Fondazione Marconi, sono esposte alcune opere, realizzate nel 2009: seguendo una metodologia ideativo-cognitiva che gli appartiene, dopo aver dimostrato l’analogia concettuale tra la produzione di un valore di carattere segnico, nell’opera duchampiana, e la così detta Finanza creativa odierna, Franco Vaccari ce ne presenta l’analogia sensibile, con la sua sequenza di dittici, la cui rivelazione diventa un secondo scoop, con tanto di prove documentate, di connessioni sconosciute, sia al grande pubblico che agli addetti ai lavori. Al secondo piano dello spazio espositivo invece l’artista presenta nuovi lavori, realizzati appositamente per la mostra, dove indaga alcuni legami formali tra Joseph Beuys e il leader della Corea del Nord Kim Ii Sung. Nel lontano 1977 (mostra “Maestri e amici cercando” Galleria Lorenzelli, Milano), Vaccari, applicando un metodo di indagine simile, era pervenuto a cogliere impensate analogie fra l’aura che circondava l’artista Beuys e il culto della personalità che veniva tributato a Kim Il Sung. Entrambi erano oggetto di mitizzazioni dalle quali ancora oggi facciamo fatica a liberarci come dimostrano, da un lato, i paradossi economici del mercato dell’arte e, dall’altro, il maniacale fanatismo delle celebrazioni di regime della Corea del Nord. Per fortuna, come dimostrano le photostrip qui esposte, raccolte da Vaccari alla Biennale di Gwanju dello scorso anno in Corea, l’affetto dei genitori per i propri figli continua a manifestarsi irresistibilmente a tutte le latitudini. Per l’occasione sarà pubblicato il Quaderno della Fondazione n. 6, una raccolta di appunti dell’artista, testi critici e immagini delle opere esposte. Franco Vaccari nasce a Modena nel 1936; compie studi ad indirizzo scientifico laureandosi in Fisica. Ha esordito in campo artistico come poeta visivo. Particolarmente significativi della sua successiva evoluzione sono il titolo di un suo libro del 1966 Le tracce e l’uso che in esso fa della fotografia per presentare i graffiti come poesia anonima, poesia trovata. Il tema della traccia e il fotografico sono due costanti che attraversano tutto il suo lavoro. Sin dall’inizio Vaccari non usa la fotografia per produrre immagini mimetiche, analogiche, ma come impronta di una presenza, come segnale, come sintomo, come traccia fisica, appunto, di un esserci: un’impronta che ricava il proprio senso dal rapporto esistenziale, spesso opaco, che l’unisce a ciò che l’ha provocata. Emblematica rimane, a questo proposito, la sua partecipazione alla Biennale di Venezia del 1972. Ecco la descrizione che ne ha dato Renato Barilli nel libro documento seguito a questa azione: “Ricordiamo la scena iniziale della ‘sala’ di Vaccari nel padiglione centrale dei ‘Giardini’ veneziani: era tanto semplice e nuda da sfiorare la delusione; appena una cabina photomaton nell’albore impersonale delle pareti... Solo una scritta plurilingue (Lasciate Una Traccia Fotografica Del Vostro Passaggio) permetteva di intravedere una regia, ma tenuta come sospesa a mezz’aria. Certo, la diversità era palese e clamorosa, rispetto alle sale consuete dell’opera, giacchè qui venivano offerti soltanto gli attrezzi per ‘operare’, e l’artista si ritraeva discretamente lasciando l’iniziativa al pubblico”. Questa era la quarta di quelle che Vaccari aveva chiamato “esposizioni in tempo reale”; a tutt’oggi quelle realizzate sono 40. La collocazione del suo lavoro artistico risulta tangente a diverse aree, ma quella che, forse, ne esprime meglio il senso potrebbe essere definita “realismo concettuale”. Gli viene riconosciuta la paternità del concetto di “Esposizione in tempo reale” da lui esplorato sia da un punto di vista teorico che operativo. Vaccari ha sempre accompagnato l’attività artistica con la riflessione teorica pubblicando, fra l’altro, Duchamp e l’occultamento del lavoro (1978) e Fotografia e inconscio tecnologico (1979): quest’ultimo è stato considerato “il più importante contributo italiano all’attuale dibattito sulla fotografia” (A. Colombo, Panorama, 24 ottobre 1983); nel 1980 è stato pubblicato anche in Francia dove ha suscitato larga eco. Nel 2010 ha pubblicato Duchamp messo a nudo. Ha tenuto corsi all’Ecole Supérieure des Arts Décoratifs di Strasburgo e, dal 2004, alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Nel 1972, nel 1980 e nel 1993 partecipa alla Biennale di Venezia con sale personali. Nel 1977 inizia la collaborazione con lo Studio Marconi, dove espone poi nel 1979 e nel 1984. Nel 1984, il Museum Moderner Kunst di Vienna gli dedica una mostra antologica. Nel 1999 ha partecipato alla mostra Minimalia al Ps1 di New York. Nel 2003 viene invitato per i suoi video al Festival del Cinema di Locarno. Nel 2007 lo Spazio Oberdan di Milano gli dedica la retrospettiva Franco Vaccari, Col Tempo. Nel 2010 partecipa con sala personale alla Biennale di Gwanju (Corea) e ha una personale alla galleria Emilio Mazzoli di Modena. Info: Fondazione Marconi Arte Moderna e Contemporanea - Via Tadino 15, 20124 Milano - Tel. 02 29 41 92 32 fax 02 29 41 72 78 - info@fondazionemarconi.Org - www.Fondazionemarconi.org |
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DAL MENHIR DEL PASTORE AI LUOGHI DELLE FATTUCCHIERE SULLE TRACCE DEI CELTI E DELLE STREGHE PERCORSI A PIEDI FRA NATURA, STORIA E MISTERO NELL´ENTROTERRA DELLA RIVIERA DEI FIORI
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La Valle Argentina forma con la vicina Valle Armea il territorio delle Alpi Mistiche della Liguria. In queste valli della Liguria occidentale le leggende, molte delle quali suffragate da fatti realmente accaduti, conducono attraverso boschi e sentieri un tempo percorsi da contadini, pastori, bardi e fattucchiere. L´alta valle è la terra dei misteri, delle leggende e delle inquietudini. La storia di Triora, il paese delle streghe, è legata a doppio filo con il famoso processo alla stregoneria del 1587, ed è ormai conosciuta ben oltre i confini locali. Meno conosciuta è invece la frequentazione, in tempi più remoti, di queste stesse zone da parte di popolazioni celtiche, di ceppo gallico, che ebbero scambi intensi con i liguri del luogo – gli Intemeli – e ne condizionarono lingua, cultura e tradizioni fino a lasciare tracce visibili anche in tempi moderni. I celti e le “streghe” non si conobbero mai. I primi si stabilirono in alta valle quando ancora l´aquila di Roma non governava su queste terre. Le seconde invece furono interpreti, e vittime, di una cultura non dominante, fatta di saperi empirici legati a tradizioni ancestrali. Il sospetto dalle autorità religiose nel periodo della Controriforma fece il resto. I Sentieri dei celti: la pietrafitta del Passo della Mezzaluna Ritrovamenti preistorici in tutta la Valle Argentina testimoniano la presenza stanziale di civiltà preistoriche, la cui principale fonte di sussistenza era la pastorizia. Qui le popolazioni locali ebbero scambi e contatti con altre provenienti dalla Gallia celtica. I maggiori ritrovamenti si trovano in corrispondenza di piccole grotte, adibite ad uso abitativo e sepolcrale nelle zone di Realdo (Triora) e Badalucco. Nella vicina Bajardo, l´antica chiesa fu costruita sulle vestigia di un tempio pagano sacro al dio Abelio. Ma la testimonianza più suggestiva, e per certi versi più misteriosa, è la pietrafitta, o menhir, dei prati di San Lorenzo, o del Passo della Mezzaluna. Si tratta di una roccia imponente, lunga circa due metri, saldamente piantata nel terreno sulle alture di Molini di Triora, sul sentiero che porta al Passo della Mezzaluna. Il menhir, a cui è difficile attribuire un´età precisa, appare come un masso uniforme e ben levigato, collegabile per queste caratteristiche all´opera dell´uomo. L´estremità del menhir indica, seppur con notevole approssimazione, l´azimut del sole al tramonto nel periodo del solstizio d´inverno. Non lontano dal menhir, si trovano altri reperti. Pietre disposte a perimetro, come a delimitare un recinto, e poi un masso liscio, secondo molti un masso-altare ad uso sacrificale. La zona si raggiunge in auto dalla strada che, da Molini di Triora, dopo 15 km porta verso il Passo della Teglia, a quota 1387 m e lungo lo spartiacque che separa la Valle Argentina dalla Valle della Giara, affluente dell´Arroscia. Qui si lascia l´auto e si intraprende il sentiero segnato dal C.a.i. Verso il Passo o Colle della Mezzaluna. Dopo meno di un´ora di cammino pianeggiante e ombreggiato da noccioli e faggi si raggiunge la dolina, o sotta, di San Lorenzo che si trova a sinistra del sentiero. In questa zona, non segnalati, si trovano il menhir, il masso-altare, il recinto (o gias) e i ruderi della cappella medievale di San Lorenzo. L´escursione può proseguire fino al Passo della Mezzaluna (1454 m), luogo citato da Italo Calvino ne “Il sentiero dei nidi di Ragno”, e poi (circa 5 ore dalla partenza a passo di marcia) fino alla vetta del Monte Monega (1882 m), da cui si può ammirare un panorama che abbraccia a occidente le vette più alt e delle Alpi Liguri e Marittime e verso sud spazia fino al mare. I luoghi delle streghe: Triora e il Lago Degno A Triora, un tempo granaio della Repubblica di Genova e bastione in difesa del confine coi territori dei Savoia, fu scritta una delle pagine più fosche nella storia della caccia alle streghe. A partire dal 1587, complice una grave carestia e un clima di insicurezza generale, diverse donne del paese e, in un secondo momento, di tutta la valle, furono torturate e processate con l´accusa infamante di praticare la stregoneria. Diversi libri e documenti storici raccontano i dettagli del processo, durato alcuni anni, e le conseguenze che le donne del posto dovettero subire. Molte di esse, come la nobile Isotta Stella, morirono durante il processo. Altre scapparono, furono deportate e di loro non si seppe più nulla, o quasi. Più complessi i motivi che scatenarono l´accusa. Sembra infatti che alcune donne del luogo avessero nozioni empiriche di medicina alternativa. Sapevano usare erbe e piante dalle proprietà curative. Inoltre alcune tradizioni di lontana origine pagana erano ancora praticate da ampie fasce di popolazione. Secondo i racconti popolari e le cronache del processo, le “streghe” si riunivano in luoghi precisi, dove praticavano riti satanici, si accoppiavano col maligno e lanciavano maledizioni. Nei pressi di uno splendido laghetto nascosto in mezzo al bosco, le streghe si riunivano di notte per ballare con il diavolo. Il mito vuole che esse raggiungessero la zona, a valle del paese, a piedi, a cavallo, a bordo di una scopa o cavalcando diavoli dalle fattezze di caproni. Qui aveva luogo il sabba tra danze sfrenate, accoppiamenti animaleschi, grandi abbuffate. Al momento culminante il diavolo si gettava nel fuoco, e le sue ceneri venivano raccolte dalle streghe che le spargevano sui campi, procurando così le carestie. Il Lago Degno è un piccolo capolavoro della natura. Si trova di poco più a valle del famoso ponte di Loreto, alla confluenza del rio Grognardo e del torrente Argentina, tra cascatelle, salti di roccia strapiombante e altri piccoli laghi naturali. Ancora oggi alcuni anziani del luogo usano farsi il segno della croce di fronte alle sue acque scintillanti. Ma il laghetto è ormai frequentato, in estate, da turisti e giovani del luogo, che qui passano giornate indimenticabili a contatto con la natura. Il Lago Degno si raggiunge dal sentiero che costeggia il torrente sul fianco destro della vallata, dalla frazione di Loreto fino alla strada che conduce a Monte Ceppo e la Melosa, poco oltre l´abitato di Molini di Triora. Da Molini di Triora si imbocca il bivio per Carmo Langan e si lascia l´auto nei pressi del primo tornante. Qui comincia un sentiero pianeggiante all´ombra di una faggeta. Dopo un quarto d´ora di cammino si raggiunge la discesa, sulla destra, che porta fino a una piccola radura e poi al lago. Il sentiero è molto semplice ma la discesa che precede l´arrivo alle cascate non è agevole, per cui è consigliabile disporre di un´attrezzatura corretta (scarponcini o scarpe da ginnastica con buona suola). Ospitalità Nella sezione ospitalità del sito www.Alpimistichedellaliguria.it si trova l´elenco completo delle strutture ricettive presenti sul territorio, con alberghi, bed & breakfast, affitacamere e ristoranti. Alpi Mistiche della Liguria è il filo conduttore della promozione turistica delle Valli Argentina e Armea, entroterra di Sanremo e Taggia – Riviera dei Fiori (Im). Una storia comune, fatta di tradizioni e simboli condivisi tramandati nel tempo, diviene il punto di contatto naturale tra i nove Comuni del territorio. La sintesi del comune sentire, suffragata da numerose testimonianze archeologiche, storiche, linguistiche e culturali, è stata individuata nel concetto chiave di Alpi Mistiche della Liguria: un territorio complesso ma unito da un forte radicamento mistico-religioso, le cui radici affondano negli albori della civiltà umana. Alpimistichedellaliguria.it è il portale internet delle Valli: qui si trovano i punti di interesse suddivisi in percorsi tematici (vie del sacro, profano, mente, anima, forza, guerra, sapore) oppure catalogati secondo i Comuni di riferimento (Badalucco, Carpasio, Castellaro, Ceriana, Molini di Triora, Montalto Ligure, Pompeiana, Terzorio, Triora). Oltre ai punti di interesse turistico, nel sito si trovano sezioni dedicate alla ricettività, documenti scaricabili e gli eventi dei Comuni |
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TORINO (SALOTTO DELL’ARTE): MOSTRA PERSONALE DI ACHILLE DE TOMMASO - DAL 2 AL 30 APRILE 2011 |
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Achille De Tommaso, da sabato 2 aprile fino a sabato 30 aprile 2011 presenterà presso il "Salotto dell´Arte" di via Argonne 1/c a Torino la sua Personale dal titolo "Comunic´arte". L´artista presenterà attraverso 12 opere in tecnica mista: olio, acrilico, smalto, su molteplici supporti: legno, faesite, tela e carta, la sua costante e sapiente ricerca di esprimere a livello "Base" il concetto della comunicazione della società contemporanea. Egli mescola, come un moderno alchimista, toni e masse diverse su supporti anche non convenzionali, per arrivare ad un prodotto artistico completo di ogni significato. Incastona poi le sue opere con preziose e ricercate cornici con le quali sottolinea e evidenzia in modo puntuale ogni tipo di messaggio espresso dalla tela vera e propria. Colori primari, materia e figure, svuotate da inutili orpelli campeggiano in aree metafisiche; senza interposizione il fruitore è colpito dalla profonda conoscenza dell´animo umano dell´Artista, il messaggio arriva immediatamente al cuore e al cervello passando dall´esterno (cornice) all´interno: particolareggiata composizione di colori e forme. Il messaggio chiaro interpella direttamente lo spettatore attraverso un´ironia disinvolta, caratteristica intelligente che ricorda le parole di Paul Klee:"l´arte non riproduce ciò che è visibile; ma rende visibile ciò che non sempre lo è". La serata inaugurale verrà ripresa dalla troupe di Sky Tv 869 e andranno in onda nella settimana successiva, su Sky Tv 869 nei seguenti orari: Lun ore 11,00 - Mart ore 19,00 - Merc ore 10,00 - Giov ore 23,30 - Ven ore 07,00 - Sab ore 17,30 - Dom ore 19,00 La Mostra sarà visitabile da sabato 2 aprile 2011 alle 18,30 fino a sabato 30 aprile 2011 con i seguenti orari: dal martedì al sabato dalle 16,30 alle 19,30 domenica e lunedì : chiuso apertura fuori orario su appuntamento Info: "Salotto dell´Arte" - via Argonne 1/C, Torino - Info: Tel. 011 0743717 - www.Achilledetommaso.it |
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LA COLLEZIONE DEL MUSEO NAZIONALE DELLA MONTAGNA DI TORINO - “DAL GARDA ALLE DOLOMITI” OLTRE 16 MILA IMMAGINI
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Il soggetto al quale è dedicata la straordinaria raccolta - che a Palazzo Roccabruna vede l’esposizione di una selezione di 160 immagini di grande impatto - è il Trentino Alto Adige con i confinanti territori montani di Lombardia (Adamello ed Ortles) e Veneto (Cadore, Ampezzano, Livinallongo). La collezione si può suddividere in quattro nuclei fondamentali: fotografie di montagna, raccolte ed album di viaggio, fotografie ed album di guerra, testimonianze del lavoro. Il primo nucleo è costituito, nella parte più ampia, da scatti di professionisti ed è quello più antico, raccogliendo un panorama iconografico che copre un arco di tempo compreso tra gli anni ’60 dell’Ottocento e lo scoppio del primo conflitto mondiale. Qui figurano i nomi più importanti del panorama europeo del tempo, come la Photoglob di Zurigo, la Stengel & Markert di Dresda, la Würthle & Spinnhirn di Salisburgo e il noto fotografo di Klagenfurt, Alois Beer. Non mancano anche professionisti locali come: Giovanni Battista Unterveger, Franz Dantone Pascalin, Gugler di Bolzano, Johannes di Merano, March di Cavalese. Unterveger, originario di Trento, considerò una missione documentare la montagna e i paesi delle valli trentine. Il Dantone, nato a Gries (Canazei), è considerato il primo fotografo delle Dolomiti. Il fondo annovera anche preziosi materiali di loro proprietà: le casse da viaggio con le relative macchine fotografiche, alcune centinaia di lastre, sia al collodio che alla gelatina di sali d’argento, ed un numero maggiore di stampe di piccolo, medio e grande formato. Oltre agli oggetti di questi fotografi-pionieri, i primi ad operare in regione e a documentare anche soggetti di minor interesse - spesso estranei ai grandi nomi della fotografia - sono presenti nella raccolta anche altri tre nuclei di materiali, databili all’ultimo decennio dell’Ottocento: il primo riguarda una serie di fotografie e di lastre di Giuseppe Garbari, che fu contemporaneo del grande Vittorio Sella e che utilizzò lastre di formato 30x40 cm, come il fotografo piemontese, per raffigurare il Brenta e le cime dell’Adamello-presanella. Molte di queste foto sono inedite e di grande interesse per la loro qualità, tutte realizzate in alta quota; il secondo gruppo è costituito dalle opere dei fotografi dilettanti della S.a.t. (Società degli Alpinisti Tridentini), che in seguito alla diffusione della fotografia tra un pubblico sempre più ampio sul finire dell’Ottocento, documentarono momenti di vita alpinistica ed escursionistica in luoghi spesso ignorati dai professionisti. Il terzo insieme raccoglie una serie di fotografie di Giuseppe d’Anna, nome del tutto ignorato nella storia della fotografia trentina, originario della Valsugana, tra i primi soci della S.a.t. E frequentatore assiduo del Primiero. Nel nucleo sono presenti anche immagini del primo dopoguerra, dei fotografi Leo Bährendt di Merano, lo studio Gugler di Bolzano e Luciano Morpurgo di Roma. Il secondo nucleo comprende alcune raccolte di notevole estensione. Si ricordano, in ordine di importanza, la raccolta del naturalista trentino Domenico Uldarico Gerola, del fotografo Ludwig Graf di Merano, dei soci fondatori della sezione S.a.t. Di Rovereto Giovanni e Valerio Gerosa e del medico bolzanino, ed appassionato escursionista, Mario Martinelli. A fianco di queste testimonianze è presente una notevole quantità di album di viaggio italiani e stranieri. Sul finire dell’Ottocento crebbe la possibilità per il vasto pubblico di interessarsi alla fotografia e ciò fu all’origine della realizzazione di molte raccolte a tema. Ve ne sono di diverse epoche: dai primi ottocenteschi di grande e piccolo formato, agli ultimi degli anni’60 del Novecento, in cui la fotografia a colori sostituisce il bianco e nero. Gli album sono spesso una preziosa miniera di informazioni per le didascalie e le annotazioni che li corredano. La terza sezione del fondo è quella composta da raccolte di importanti testimonianze sulla guerra in alta montagna. Sono presenti alcune immagini panoramiche dell’esercito scattate dal dirigibile e composte a formare fogli di notevole estensione. A fianco di tali documenti si annoverano due album di grande formato: uno con centinaia di scatti che raccontano la prima guerra mondiale sul fronte alpino, e l’altro dell’aviatore Ten. Cattoi, che presenta spettacolari vedute aeree del fronte dolomitico. L’ultimo nucleo contiene una ricca testimonianza sul lavoro. Parte preponderante è dedicata al tema dell’acqua. Una sezione degna di attenzione è quella delle vedute dei bacini montani degli anni ’20-’30 dell’ing. Cipriano Bresadola, del quale si conservano tuttora alcune mirabili opere. Non mancano infine numerose immagini- fra cui quelle dei fratelli Pedrotti aventi come soggetto la costruzione della centrale di Santa Massenza - che narrano del lavoro in malga, in campagna, dell’artigianato trentino e della costruzione delle prime infrastrutture come la ferrovia, le funivie e la rete stradale. Info: Palazzo Roccabruna - C.c.i.a.a. Di Trento - Via Ss. Trinità, 24 - 38100 Trento, Italy Tel. +39 0461/887105, mob. +39 335/7426952 - - www.Palazzoroccabruna.it |
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MILANO: (LIBRERIA RIZZOLI SALA ENZO BIAGI) - MOSTRA CARLO POZZONI. RUBENS DA VICINO - DAL 2 AL 16 APRILE 2011
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L’esposizione presenta un’inedita rilettura delle opere del grande maestro fiammingo, attraverso 20 fotografie dell’artista comasco. Dal 2 al 16 aprile 2011, alla Libreria Rizzoli di Milano (galleria Vittorio Emanuele Ii) si tiene la mostra “Carlo Pozzoni. Rubens da vicino”. Curata da Ilona Biondi, l’esposizione presenta una serie di 20 fotografie dell’artista comasco, stampate su un supporto insolito come la seta, che reinterpretano in modo inedito le opere del grande maestro del Barocco. La campagna fotografica è nata nel 2010, a seguito della mostra ‘Rubens e i fiamminghi’ tenutasi la scorsa primavera nelle sale della settecentesca Villa Olmo di Como. Pozzoni ha riletto analiticamente i capolavori di Rubens, cogliendo alcuni particolari nascosti tra le pieghe delle tele di Rubens e li ha ingranditi e ha dato loro una nuova vita, autonoma ma allo stesso tempo intimamente legati all’espressione artistica del genio universale dai quali derivano. Attraverso questi frammenti, Pozzoni ricerca l’anima di Rubens e le sue fotografie viaggiano nell’energia creativa di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, che ha rivoluzionato la storia dell’arte. Accompagna la mostra, una catalogo con testi di Sergio Gaddi e Carlo Ghielmetti. Nato a Lecco nel 1952, Carlo Pozzoni vive a Como dagli anni ‘80 dove ha intrapreso la carriera di fotoreport pubblicando i suoi servizi sulle più importanti testate locali, nazionali e su periodici come l’Espresso, Bell’italia, We ekend Viaggi, Sipario, Dove, Ville Giardini e Interni. Nel 2004 una sua immagine è stata pubblicata sul New York Times. Ha realizzato numerose mostre fotografiche, tra le tante: Teatri (1985), Politici (2000), People (2003), Politici 2. La vendetta (2007), Ritratti di Parole (2007 - 2008 - 2009) e Le stanze di Carla (2009), successivamente è diventata un libro. Ha pubblicato numerosi volumi, dal 2007 è anche editore. Info: Carlo Pozzoni. Rubens da vicino - Libreria Rizzoli – Sala Biagi (galleria Vittorio Emanuele Ii, 79), Milano – 2/16 aprile 2011 - www.Carlopozzoni.it |
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DAVERIO (GALLERIA VILLA MOROTTI, PIAZZA MONTEGRAPPA 9): MARTA SFORNI - BERLIN EMBASSY, A CURA DI VITTORIA BROGGINI – FINO AL 1° MAGGIO 2011
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Marta Sforni è interessata al concetto di decorazione, concetto alla base di tutta la cultura, soprattutto occidentale. Senza alcun timore e superando la diffidenza che la parola “decoro” suscita nel mondo dell’arte contemporanea, Marta ne rintraccia e rivela la radice dell’etimo, qualcosa che dà forma e regolarità, cercando nella sintesi tra natura e artificio l’unione di bellezza, forza e simbolicità. La Sforni vuole ripristinare, con un’ operazione di stretta analisi, il senso della decorazione barocca e rococò per farla diventare una riflessione sul mondo attuale. E’ in particolare al settecento che l’artista guarda, secolo in cui l’idea di forma ha sfiorato la sontuosità e la voluttà sontuosa, in una sorta di spiritualità giunta al termine delle sue forze. Marta Sforni ha lavorato sul vetro, sui lampadari di Murano e dell’ambasciata italiana a Berlino, da qui il ciclo berlin embassy presentato a Galleria Villa Morotti, la sua visione analitica e incantata si è concentrata su questa straordinaria materia che la luce smaterializza e attraversa, ma che resta comunque compatta presente, leggera. La sinuosità delle curve, il decoro che diventa struttura stessa dell’oggetto, l’eccesso rigoglioso dei contorcimenti delle linee, fanno sì che la pittura spesso si faccia traccia, segno, e alcune volte disegno. In mostra, nella personale che Galleria Villa Morotti dedica all’artista, oltre agli straordinari dipinti, alcune chine di grande formato in cui i motivi fitomorfi che emergono dalle velature dell’olio divengono ora segno e scrittura automatica, la decorazione è esplosa in frammenti. I quadri dell’artista milanese sono pause di pensiero, momenti in cui la meditazione si protende al non visibile, accade così, con le opere di Marta Sforni, di trovarsi in uno stato di sospensione. Info: Galleria Villa Morotti - Piazza Montegrappa 9, 21020 Daverio (Varese) - Tel-fax 0039 (0) 332 947123 - www.Galleriavillamorotti.it - info@galleriavillamorotti.It |
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MILANO (MUSEO POLDI PEZZOLI): MOSTRA DI VASO IN FIORE. INVENTARIO TRA NATURA E DESIGN – DAL 7 APRILE AL 9 MAGGIO 2011
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Il Museo Poldi Pezzoli apre nuovamente le sue porte al design, in occasione della 50esima edizione del Salone Internazionale del Mobile, con la mostra Di vaso in fiore. Inventario tra natura e design, dal 7 aprile al 9 maggio 2011. Dopo il successo della prima mostra del Circuito delle Case Museo di Milano, Ospiti inaspettati. Case di ieri, design di oggi (11 marzo – 2 maggio 2010), dove il design contemporaneo ha dialogato e si è confrontato con gli ambienti, i quadri e le opere d’arte decorativa della casa – museo di Via Manzoni, si rafforza il legame tra il mondo del design e questo luogo unico, modello di un modo di abitare del passato. La mostra, a cura di Beppe Finessi, è una riflessione su quell’oggetto, il vaso da fiori, col quale ogni designer ha provato a confrontarsi; proprio per questo, attraverso una selezione di vasi accortamente costruita, è possibile ordinare un elenco, un inventario appunto, di quelli che possono essere considerati i protagonisti della progettazione del Terzo Millennio. In questi ultimi anni, infatti, il vaso da fiori è diventato sempre più un oggetto straordinariamente indagato da designer, architetti e artisti, tutti interessati a riscoprire, rileggere e riattualizzare una tipologia che riguarda la vita di ognuno di noi, nella nostra quotidianità, e il nostro privilegio e piacere di convivere con alcuni dei “prodotti” della natura più emozionanti: i fiori, con la loro eccezionale bellezza, fatta di colori, profumi e materia. In mostra circa cinquanta vasi: tra gli altri, opere di Lorenzo Damiani, Florence Doleac, Marco Ferreri, Freshwest, Alexis Georgacopoulos, Martí Guixé, Massimo Lunardon, Fabio Novembre, Donata Paruccini, Cédric Ragot, Tina Roeder, Adrien Rovero, Denis Santachiara, Robert Stadler, Paolo Ulian, Vedovamazzei, Guido Venturini, oltre ad alcune creazioni “storiche” di Bruno Munari, Ettore Sottsass, Angelo Mangiarotti, Alessandro Mendini ed Enzo Mari. I vasi esposti conterranno degli esemplari di fiori, frutto della ricerca di Tearose. L’obiettivo di Alessandra Rovati Vitali, direttrice artistica di Tearose, è quello di far vivere l’arte del fiore, che a sua volta dialoga con il design. Catalogo a cura di Edizioni Corraini |
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STRA (MUSEO NAZIONALE DI VILLA PISANI): IL MEDITERRANEO DI PUGLISI A VILLA PISANI - DAL 7 AL 25 APRILE 2011
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Giuseppe Puglisi e la luce del Mediterraneo sono protagonisti al Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra, lunga la Riviera del Brenta che conduce a Venezia, dal 7 al 25 aprile. "Il Mediterraneo. Coste e costellazioni" giunge a Villa Pisani da un´altra grande storica residenza, il Palazzo Ducale di Genova dove la mostra è stata proposta nello scorso gennaio, accolta con un vero interesse dalla critica e dal pubblico. "Puglisi. Il Mediterraneo. Coste e costellazioni" è curata da Marco Goldin ed è realizzata con la determinante collaborazione del Gruppo Euromobil dei fratelli Lucchetta. Artista tra i più interessanti nel più giovane panorama italiano contemporaneo, cresciuto in quella Sicilia feconda di talenti e di maestri, Giuseppe Puglisi (Catania, 1965) ha realizzato quadri di delicata bellezza sul paesaggio urbano e naturale, come testimoniano i 40 lavori presenti in questa antologica, dedicati in particolare alla vastità dello spazio e alla duttilità morbida della luce. La ricerca pittorica di Puglisi si focalizza inizialmente sul tema della città e di figure sospese nell´acqua, dove il colore è frammentato, le immagini quasi impronte sindoniche, eco di una certa pittura di Tornabuoni, Forgioli, Ferroni e Sarnari. Nel tempo la sua ricerca si volge al recupero di una luce più atmosferica e morbida, ed emergono nuovi gruppi tematici: le terrazze, le città di notte, i paesaggi urbani. C´è il tentativo di recuperare la figura e il colore, come raccontano i quadri raccolti attorno al tema delle piscine, nei quali il colore si fa più corposo e viene steso con pennellate più fluide. Puglisi ha dipinto giardini, aiuole, rose, quadri nei quali si conferma questa sua aderenza-immersione nel mondo delle cose. Lo spiega bene l´artista stesso, descrivendo in modo significativo il proprio procedimento pittorico: «Quando dipingo un paesaggio, anche urbano, temo molto che possa diventare tutto troppo onirico, che le luci in lontananza possano sembrare dei coriandoli. Allora sento di dover strutturare in modo molto forte l´immagine che porto sulla tela, sento il bisogno di oggetti, anche vicini, da percorrere in modo plastico con il colore. Anche i giardini di alcuni miei lavori rientrano nella città. Mi lascio incantare da piccoli spunti, ma per portarli poi sulla tela devo creare un distacco, devo leggerli attraverso uno sguardo severo. Solo così riesco a ricreare lo stupore originario.» Con gli anni 2000 i suoi lavori sono dominati da una maggiore morbidezza di toni, forse per la ripresa in questo stesso periodo del disegno e la sua ricerca si volge più specificamente verso i valori plastici del colore; protagonista è ora il farsi e il disfarsi dello spazio dove la presenza umana viene ridotta a un brulichio di luci, luminescenze. La sua attenzione si concentra su immagini particolari, oggetti dimenticati, relitti, figure spiate nella loro immobilità, quasi a cogliere il senso segreto della luce e del colore. Negli ultimi due anni Puglisi ha approfondito ulteriormente l´indagine sul paesaggio naturale, dedicandosi al paesaggio vulcanico dell´Etna e ai cieli notturni carichi di stelle, dei quali questa antologica reca suggestiva testimonianza. I lavori più recenti sono spesso città viste con un´osservazione a volo d´uccello o parti di costa terrestre osservata sempre da un punto di vista alto, e anche per i quadri di questa mostra l´indagine pittorica si è focalizzata sull´osservazione dello spazio - porzione di cielo - che sta sopra i soggetti affrontati in precedenza, e, in questo caso, sul fascino del paesaggio mediterraneo. Lo sguardo si trasforma in un occhio particolare, quasi fotografico, che osserva il rapporto tra le due visioni: da un lato il paesaggio, o costa terrestre, con il mare e con le sue geometrie e prospettive, e dall´altro le architetture celesti che lo sovrasta. In questa dialettica continua Puglisi cerca di rappresentare l´imprendibile densità dello spazio che si frappone tra queste due realtà immaginando poeticamente un atlante del cielo, del mare e della terra con i suoi paesaggi. Info: www.Lineadombra.it Organizzazione: Linea d´ombra srl, Strada di Sant´artemio 6/8 - 31100 Treviso Tel. +39 0422 3095; Fax +39 0422 309777 info@lineadombra.It; www.Lineadombra.it |
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MILANO: WORKSHOP E INSTALLAZIONI A MISURA DI BAMBINO AL MUSEO DEL NOVECENTO
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In occasione del Fuorisalone 2011, il bookshop Electa del Museo del Novecento di Milano ospita unduetrestella per un progetto d’arte contemporanea dedicato ai più piccoli. Mercoledì 13 aprile alle ore 16.30 presso il bookshop del Museo, nell’area dedicata ai bambini, l’artista francese Martine Camillieri, invitata da unduetrestella, condurrà un workshop (su prenotazione) sul cibo, l’arte e la creatività dedicato a bambini di età compresa tra i 4 e 9 anni. L’incontro è realizzato con il sostegno dell´associazione Acacia, Amici Arte Contemporanea Italiana, che promuove la diffusione dell´arte contemporanea con un ricco programma di attività culturali per il pubblico. Images comestibles de Doudous è un laboratorio in cui Martine Camillieri guida i piccoli a disegnare e decorare i dolci come se fossero opere d’arte. Ispirandosi ai capolavori del Museo, come ad esempio la Rosa nera di Jannis Kounellis, i piccoli artisti ricreeranno sulle loro ‘tele commestibili’ - i biscotti - i capolavori del Novecento secondo colori e forme suggerite dalla loro fantasia. Da mercoledì 13 aprile inoltre, sempre al primo piano del bookshop, sarà esposta la carta da parati Prima del volo, ideata e disegnata dall’artista Chiara Camoni per il progetto Apriti Sesamo! di unduetrestella. Un’iniziativa rivolta a artisti e illustratori italiani e internazionali per la creazione di motivi che rivelino, come per magia, il mondo dell’arte contemporanea ai piccoli. Il wallpaper di Chiara Camoni riproduce una serie di “uccellini”, tanti e diversi, disegnati a matita e realizzati, negli anni, dall’artista in collaborazione con la nonna lnes Bassanetti. L’installazione all’interno del bookshop, su una porzione di parete bianca di 2x1,5 metri, diventa idealmente una finestra, un’apertura di fantasia capace di svelare una parte di cielo e di natura rappresentata dal volo degli uccelli. Martine Camilieri da tempo si confronta nella sua ricerca con i bambini, cercando di portare avanti con loro un discorso ludico ed ecologico che ha sempre alla base la fantasia. Fondamentale è il suo lavoro legato al cibo e la sua capacità di proporre ricettari per i piccoli esteticamente perfetti e affascinanti. Chiara Camoni nasce a Piacenza nel 1974, vive e lavora a Giustagnana (Lu). Dal 2001 al 2007 ha avuto un’assistente speciale, la nonna Ines Bassanetti: con lei ha realizzato diverse opere tra cui ricordiamo La Grande Madre, Capolavori e (di)segnare il tempo. Nel lavoro di Chiara Camoni la collaborazione con altre persone e l’appropriazione di processi naturali e temporali, allargano il concetto di autorialità e lo rendono permeabile |
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MILANO (STUDIO MARCONI ’65):GIANFRANCO PARDI. OGGETTI E PROGETTI - 29 MARZO 2011
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La Fondazione Marconi dedica una personale all’artista milanese, che per l’occasione espone per la prima volta alcune opere inedite del ciclo Diagonali della fine degli anni Settanta e lavori piu’ recenti del 2010-2011. Allo Studio Marconi ’65 saranno esposti invece multipli, oggetti e disegni degli anni ’70 e anche Obelisco (1980) multiplo in acciaio e ottone, Sistema (1976) multiplo in acciaio, Body Building (1985) e Danza (2006) in ferro verniciato. Emerge così come il lavoro di Gianfranco Pardi, sia una riflessione sull’architettura, concentrato soprattutto sulle possibilità costruttive della forma, su il “pensiero costruttivo” (G. M. Accame). Del costruire, del comporre, del definire una forma, un luogo, gli interessa l’atto iniziale, non i procedimenti dell’edificazione. I movimenti inquieti della ragione, non i progetti esecutivi della realtà”. (G. M. Accame) Ma il lavoro di Gianfranco Pardi, caratterizzato da un’estrema essenzialità di linguaggio, si colloca sempre nel contesto dell’arte. Gli elementi che ricorrono nel suo lavoro richiamano l’ordine costruttivista, i colori da lui utilizzati infatti sono quelli della tradizione neoplastica, Pardi raccoglie e rielabora l’eredità dell’avanguardia. Gianfranco Pardi nasce nel 1933 a Milano. Esordisce nel 1959 con una personale alla Galleria Alberti di Brescia e l’anno seguente espone alla Galleria La Colonna di Milano. Dopo le prime prove all’insegna di una figurazione oggettualizzata dalle tonalità neometafisiche imposta una ricerca sullo spazio e sulla progettualità costruttiva che dà vita ad opere di grande rigore formale, caratterizzate dall’integrazione di disegno, pittura e scultura in una dimensione spaziale di respiro architettonico. Nel 1967 inizia il rapporto di collaborazione con lo Studio Marconi, e negli anni seguenti si dedica allo sviluppo di opere rigorosamente geometriche come i Terrazzi, le Architetture, le Diagonali e le Absidi, che scaturiscono da una personale rielaborazione del neoplasticismo, del suprematismo e del costruttivismo storico. Dopo numerose personali in gallerie italiane ed europee, nel 1984 tiene una grande antologica organizzata dall’Università di Parma e nell’86 partecipa alla Triennale di Milano, alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia, dove ha una sala personale. Nella seconda metà degli anni ottanta la conquista dell’equilibrio fomale si arricchisce di una nuova tensione e le sue composizioni acquistano una dimensione più lirica. Nei primi anni novanta nasce la serie della Montaga Sainte-victoire, ispirata al noto ciclo di Cézanne e accompagnata da un testo dell’artista. Seguono i Confini, i Ferri, e le serie intitolate Nagima, Box e Homeless. L’artista vive e lavora a Milano. Info: Studio Marconi ’65 - Via Tadino 17, 20124 Milano - Tel & Fax 02 29511297 - info@studiomarconi.Info - www.Studiomarconi.info |
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UNA SETTIMANA TRA LE GROANE - DAL 9 AL 17 APRILE 2011 |
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Il nuovo appuntamento alla scoperta di tesori nascosti e delle ricchezze artistiche e culturali del territorio a nord di Milano, propone itinerari d’eccezione con visite guidate ed eventi dentro prestigiose ville gentilizie, palazzi storici, chiese e musei, con accesso gratuito. L’edizione 2011 si arricchisce della partecipazione di 11 comuni della Provincia di Monza e Brianza. Più di 100.000 visitatori in sole 3 edizioni hanno decretato il successo di Una Settimana fra le Groane, l’iniziativa promossa dal Polo Culturale Insieme Groane in collaborazione con Provincia di Monza e Brianza e i Comuni di Rho, Cornaredo, Settimo Milanese e Vanzago con la partecipazione di Fondazione Fiera Milano, e con il patrocinio di Provincia di Milano e Regione Lombardia. Per un’intera settimana, da sabato 9 a domenica 17 aprile, sarà possibile immergersi gratuitamente nella magia di oltre 60 luoghi di interesse - tra ville, chiese, cappelle, palazzi e musei – eccezionalmente aperti, accompagnati da oltre 350 guide volontarie appositamente formate. Per l’occasione, i comuni di Arese, Baranzate, Bollate, Cesate, Garbagnate Milanese, Lainate, Novate Milanese, Senago, Solaro, Rho, Cornaredo, Settimo Milanese, Vanzago e il Consorzio Parco delle Groane aprono le porte dei loro più importanti luoghi storici e artistici per far conoscere al pubblico la bellezza e la suggestione di una zona ricca di storia e di cultura. La grande novità di quest’anno è l’ampliamento del circuito in Brianza: la Provincia di Monza e Brianza, infatti, propone per la prima volta “Aspettando Ville Aperte”, un’ inedita anteprima dello storico appuntamento in calendario a settembre, che prevede visite guidate al ricco patrimonio della Provincia, oltre al calendario di tutta la programmazione di aperture dei Beni Culturali targati Mb. Sono undici i comuni che aderiscono all’evento: Monza, Arcore, Briosco, Cesano Maderno, Desio, Lentate sul Seveso, Limbiate, Meda, Triuggio, Varedo, Vimercate. I visitatori potranno così ammirare l’affascinante Villa Reale di Monza, Villa Borromeo d’Adda ad Arcore, oltre che l’elegante Villa Cusani Traversi Tittoni a Desio, Villa Bagatti Valsecchi a Varedo, Villa Pusterla Arconati Crivelli a Limbiate, Villa Antona Traversi a Meda, Villa Taverna a Triuggio, Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno, l’Oratorio di Santo Stefano a Lentate sul Seveso, con i suoi affreschi trecenteschi e lo splendido Parco di Arte Contemporanea della Fondazione Rossini a Briosco. Da segnalare poi, Villa Sottocasa a Vimercate, che ospita in una sua ala, il Must – Museo del territorio Vimercatese – un viaggio nelle testimonianze e nelle identità di un territorio da riscoprire. Protagonisti della manifestazione saranno anche quest’anno i tanti giovani che grazie alla partecipazione di associazioni culturali, organizzazioni locali e scuole superiori del territorio, interverranno come volontari alle attività in calendario, nonché come guide turistiche delle diverse visite organizzate ai monumenti. Una settimana tra le Groane proporrà inoltre una serie di eventi come spettacoli, teatro, concerti, aperitivi, mostre, laboratori per bambini. Il tutto in una “maratona culturale” di eventi e proposte adatte a ogni gusto ed esigenza. Un progetto che in questi anni è cresciuto in partecipazione di pubblico e in coinvolgimento territoriale, assumendo una sua precisa identità e che costituisce un tassello del percorso di sviluppo del territorio e delle comunità locali verso il grande evento dell’Expo 2015. Lo spirito della manifestazione, inserita nel circuito nazionale della Settimana della Cultura 2011 promossa dal Ministero per i Beni e delle Attività culturali, è quello di costruire un sistema di valorizzazione e promozione del patrimonio artistico, culturale e ambientale del territorio attraverso il coinvolgimento dei giovani, del tessuto istituzionale e delle tante realtà locali, pubbliche e private. Un’operazione che vuole riappropriarsi della memoria collettiva e rafforzare la consapevolezza di appartenere ad una comunità Numerosi sono gli itinerari e le proposte che coinvolgono i 24 Comuni interessati. - Sistema Ville Nord Milano Saranno aperte per l’occasione le “Ville di Delizia”, sorte nel Xviii secolo fuori città, come luoghi dove rievocare il mito del Giardino dell´Eden e del Paradiso perduto, di voluttà e piacere, dove potersi distaccare dalla corruzione urbana ed entrare in contatto con la natura. In particolare cinque delle ville che aderiscono all’apertura fanno parte del circuito Sistema Ville Nord Milano, recentemente costituito, che raccoglie altrettante eccellenze del territorio: Villa Arconati al Castellazzo di Bollate, Villa Borromeo Visconti Litta a Lainate, Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno, Vilal Cusani Tittoni Traversi a Desio e Villa Crivelli Pusterla a Limbiate. Le ville di delizia lombarde erano il modo in cui il patriziato milanese nel Xvii e Xviii secolo scelse di rappresentare, con cura e con leggerezza allo stesso tempo, il proprio essere classe dirigente, fortemente radicata sul territorio. Gli ospiti, oggi come allora, erano invitati a lasciarsi coinvolgere e meravigliare dalle “delizie” di queste dimore, con i loro saloni ricchi di stucchi, gli affreschi e le opere d’arte, i parchi sontuosi e gli spettacolari giochi d’acqua. - Una settimana fra le... Cascine Alcune cascine del territorio aprono le loro porte e le loro cucine per offrire alle famiglie una giornata all’insegna della natura, a contatto con gli animali. - Lo chef Davide Oldani A livello di ristorazione lo chef di fama internazionale Davide Oldani partecipa con il suo ristorante D’o di Cornaredo. Dal 12 al 14 aprile sarà possibile pranzare da lui con una proposta low cost studiata appositamente per l’evento, con uno speciale Menù Groane con tre piatti della tradizione locale. - E per restare in città… Milano Non mancano anche alcuni appuntamenti gratuiti nella città di Milano, come i due giorni di visita allo storico edificio sede del Touring Club in Corso Italia con la possibilità di ammirare eccezionalmente “La Decollazione del Battista” del pittore cremonese Luca Cattapane; inoltre, sarà possibile visitare (su appuntamento) anche la Cascina Bollate, una cooperativa sociale posta all´interno della Ii Casa di Reclusione di Milano, in cui giardinieri e detenuti lavorano insieme nel vivaio; infine partecipare all’open day con iniziative per grandi e bambini in occasione dell’apertura del nuovo Centro Congressi di Fiera Milano. - Casa di Giovanni Testori a Novate Milanese A Novate Milanese si trova la casa dello scrittore Giovanni Testori. Oggi è un polo culturale di eccellenza; al suo interno sarà inaugurata una nuova stagione espositiva con la mostra Easy come easy go di Andrea Mastrovito. Un’occasione per visitare l’edificio e per conoscere uno degli artisti più promettenti della scena artistica contemporanea. - Edifici sacri La variegata proposta comprende anche molti edifici religiosi del territorio che, nonostante siano poco conosciuti racchiudono, in realtà, molte opere d’arte interessanti. Tra questi, il Santuario della Madonna del Latte a Cesate, con affreschi del Xv secolo di scuola lombardo, la Cappella Madonna della Neve a Bollate, un raffinato studiolo affrescato, o l’Oratorio dei Santi Ambrogio e Caterina di Solaro, costruito nel Xiv secolo con un ciclo pittorico di influenza viscontea di altissimo valore. Info e programma completo: www.Settimana.insiemegroane.it - numero verde 800 47 47 47 - www.Villeaperte.info – www.Provincia.mb.it – telefono 039.9752243 - cultura@comune.Bollate.mi.it |
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SAN SECONDO DI PINEROLO (CASTELLO DI MIRADOLO): “PROTAGONISTE DIMENTICATE. LE DONNE NEL RISORGIMENTO PIEMONTESE” - DAL 2 APRILE AL 26 GIUGNO 2011
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In occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, la Fondazione Cosso propone al pubblico una mostra dedicata alle donne che hanno fatto la storia del Risorgimento piemontese. Il nuovo percorso espositivo della Fondazione Cosso, al Castello di Miradolo - a San Secondo di Pinerolo (To), apre al pubblico sabato 2 aprile alle 15, e vuole, attraverso oggetti e documenti originali, fotografie e ritratti, fare luce su quelle “eroine invisibili” che, a pari diritto di personaggi maschili ben in evidenza, sono state protagoniste della storia risorgimentale del nostro paese. La mostra resterà aperta al pubblico fino a domenica 26 giugno 2011. I visitatori potranno, tra le varie sale del Castello, ripercorrere il ruolo privato e pubblico delle donne nell’Ottocento, dagli interni domestici alla vita di relazione pubblica; “accomodarsi” nei salotti patriottici, che fiorirono a Torino a partire dalle riforme carloalbertine dell’autunno del 1847 e nel clima di maggiore libertà garantito dallo Statuto; scoprire il ruolo delle donne nelle guerre d’indipendenza così come nella filantropia, nell’assistenza, nella sanità. Entrare in contatto con le figure femminili nell’educazione, nel suo evolversi dal mutuo insegnamento all´istruzione obbligatoria, e terminare il percorso con il lavoro per le donne come emancipazione e autonomia, dall´agricoltura alla fabbrica, il loro ruolo culturale e nelle libere professioni. La mostra pone un’attenzione specifica al peso e all´influenza derivati da alcune figure femminili nei momenti cruciali della realizzazione dello Stato unitario. Storie di protagoniste come la poetessa ed educatrice Giulia Molino Colombini, torinese di nascita ma vissuta a Miradolo. Celebre il suo impegno civile con i suoi scritti patriottici e il suo saggio “Sull’educazione della donna”, del 1851. Colombini fondò nel 1865 l’Istituto per le figlie dei militari a Villa della Regina, a Torino, e nel 1871 inaugurò la sezione femminile del Circolo Filologico di Torino, promuovendo così l’apertura alle donne dello studio delle lingue straniere. L’attrice Adelaide Ristori, friulana ma che visse e lavorò a Torino per la compagnia teatrale del Regno di Sardegna e portò le opere di Pellico e di Alfieri in giro per il mondo. Recitò in 334 città, 33 stati, 5 continenti senza mai smettere di perorare la causa italiana. Tra il 1874 il 1875 compì quello che venne definito “il giro del mondo” in venti mesi e dodici giorni, dando 312 rappresentazioni e percorrendo complessivamente 69.947 km. La giurista Lidia Poët, di Traverse, in val S. Martino (attuale val Germanasca), che nel 1881 si laureò in legge all’Università degli Studi di Torino, prima donna in Italia, ma le fu precluso l’accesso alla professione di avvocato. Il suo impegno civile e sociale, in difesa non solo dei diritti delle donne, ma anche degli emarginati, dei minori, dei carcerati, la rese celebre in tutta Europa. La garibaldina Rosalie Montmasson, seconda moglie di Francesco Crispi e sua fedele e devota compagna fino al 1875 e unica donna nella spedizione dei Mille di Garibaldi. Queste sono solo quattro delle tante “Protagoniste dimenticate”, che vengono riscoperte al Castello di Miradolo nella mostra sulle donne nel Risorgimento piemontese assieme a Olimpia Rossi Savio, Costanza d´Azeglio, Giulia Colbert Falletti di Barolo e tante altre. La mostra della Fondazione Cosso, è curata da Silvia Cavicchioli e Daniela Magnetti, il catalogo è a cura di Daniela Piazza Editore. Maurizio Fedele e Roberto Galimberti curano l´allestimento multimediale che accompagna il visitatore nelle diverse sale e che intende cogliere le passioni, i dubbi, il coraggio e le speranze di una tra le tante donne protagoniste della mostra, le cui vicende sembrano essersi smarrite tra le pieghe della storia. Giulia Molino Colombini, personaggio eclettico che spazia dalla letteratura alla poesia, dall´impegno civile all´educazione, legata a doppio filo con Miradolo e con la provincia torinese e dotata di forza e capacità che l´hanno portata agli onori della ribalta nazionale, diviene l´ideale protagonista di un racconto che segue le tappe più significative della sua vita. I luoghi, gli incontri, le parole, soprattutto, seguono i temi presentati nel percorso espositivo, e tracciano una via soggettiva all´interno delle possibili letture che la mostra intende offrire. La Provincia di Torino metterà a disposizione una navetta gratuita, prevista tutti i sabati a partire dal 9 aprile, con partenza da piazza Cln alle 14.30 e rientro dal Castello di Miradolo previsto entro le 18.30. I visitatori che arrivano con la navetta hanno a disposizione una visita guidata della mostra al costo di 3 €. La prenotazione è obbligatoria telefonando al numero 0121-502761. L’esposizione sarà aperta al pubblico dalle ore 15 di sabato 2 aprile, con orario: martedì, mercoledì e giovedì dalle 14 alle 18 (mattino aperto su prenotazione per gruppi e scolaresche) e venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 19. Lunedì chiuso Durante le festività la mostra avrà i seguenti orari: domenica di Pasqua dalle 10 alle 19, Lunedì di Pasquetta dalle 10 alle 19, 1° maggio dalle 10 alle 19 e 2 giugno dalle 10 alle 19. Per informazioni: Castello di Miradolo, tel. 0121 502761 |
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MILANO (FOYER DELL´AUDITORIUM DI MILANO FONDAZIONE CARIPLO, LARGO G. MAHLER): IL GRANDE INATTUALE- DOPPIA PERSONALE DI EMMA VITTI E LUCIO PERNA
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Progetto, cura e coordinamento: Cristina Rossi, Chiara Mori in collaborazione con la Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi. Catalogo: a colori, 32 pagine con testo critico di Cristina Trivellin, presentazione di Cristina Rossi. Inaugurazione: giovedì 5 maggio 2011, ore 18.00, data dell´ultimo concerto di Mahler, Sinfonia n. 10 a conclusione l´anno dedicato a Mahler dall´Auditorium in occasione del I centenario della morte (Vienna, 1911). Finissage: domenica 22 maggio 2011. Il grande Inattuale: per generazioni, nell´ambito della civiltà musicale austro-tedesca Gustav Mahler (Kalisvtev, 7 luglio 1860 – Vienna, 18 maggio 1911) è stato “il grande inattuale”, come egli stesso si definì. Emblema del destino dell´intellettuale mitteleuropeo, sospeso tra la coscienza della propria “missione” e l´impossibilità di compierla, Mahler confrontò l´essenza della cultura romantica con la progressiva erosione dei suoi valori. I due artisti in mostra hanno accolto una suggestione che la musica di Mahler, nella sua straordinaria innovazione per la novità delle sonorità, la singolarità della timbrica, l´eterogeneità dei temi, suscita nei loro rispettivi linguaggi visivi contemporanei. Le opere in mostra (l´istallazione fotografica di Emma Vitti e i sei quadri di Lucio Perna ) sono uno stimolo a intravvedere nell´ascolto un legame con la visione, proponendo come chiave di lettura “le atmosfere poetiche, la bellezza con le sue esaltazioni, oppure il tragico, il senso di precarietà, le minacce del nulla, l´amore per la Natura”. Arrivato a Milano alla fine degli anni 60, Lucio Perna entra in contatto con Remo Brindisi, Ernesto Treccani e Aligi Sassu. Concorre a rifondare l´associazione culturale e artistica "Proposte d´Arte" alla quale partecipa attivamente e presso la quale organizza e tiene seminari di ricerca e sperimentazione. Nel marzo del 1998 fonda il movimento "Symbolicum" con Federico Honegger, Fabio Massimo Ulivieri e col poeta e critico d´arte Pedro Fiori. Il manifesto del movimento viene ufficialmente presentato alla mostra del 20 ottobre dello stesso anno presso la galleria milanese Antonio Battaglia Arte Contemporanea e alla V edizione di Miart. Con i più recenti lavori, (oli e tecniche miste) Perna supera l´etichetta dell´astrazione o il richiamo informale e giunge a un registro più personale, sul quale si muove come un “geologo” declinando sulle superfici le emozioni attraverso aggiustamenti tonali e spostamenti prospettici. Perna è vicino al movimento artistico- culturale "Geografia Emozionale", nato negli Stati Uniti nei primi anni 2000, del quale è teorica Giuliana Bruno, docente ad Harvard, e che in Italia è sostenuto e divulgato dalla rivista "Aria". Fra le numerose esposizioni si ricordano: 2002 Nuovi Miraggi, Spazio Santini, Milano; 2003 Attraversamenti, Galleria Quintocortile, Milano; 2004 Finestre, Spazio D´ars; 2005 Pensieri d´Arte, Galleria Scoglio di Quarto, Milano; 2006 Miraggi e Deserti, Blue Design, Milano; 2007 In tandem, Galleria Arte fuori Porta, Roma; 2008 Valori aggiunti, Isad-mostra Fuori Salone del Mobile, Milano; Tornare a Itaca, sedi varie; 2009 Energia a tutto tondo, Casa dell´Energia, Milano; 2010 Geografia emozionale, Spazio Tadini, Milano Emma Vitti si forma a Torino presso l’Accademia Albertina di Belle Arti. Allieva di Francesco Menzio e Sergio Saroni, si diploma in Pittura, rafforzando un talento naturale per il disegno attraverso l’acquisizione di rigorose competenze visivo - linguistiche. Docente di educazione artistica, è autrice di numerosi testi nell’ambito della sperimentazione didattica e della formazione artistica. La sua sensibilità verso le qualità emozionali della comunicazione la porta ad abbandonare l’insegnamento e, dopo aver frequentato un corso quadriennale di formazione, inizia ad indagare sugli aspetti terapeutici dell’arte nella cura del disagio psichico e sociale e a svolgere quindi l’attività di arte terapeuta. Questo particolare approccio segna tutta la sua attività artistica, da sempre inserita nel gioco dialettico di due differenti istanze: da un lato la ricerca di una bellezza intesa come forma estetica appagante, dall’altro la necessità di esprimere e dare testimonianza del dolore esistenziale, dell’ineluttabilità. Dopo essersi espressa in passato attraverso il segno grafico, dagli anni Novanta l’artista sviluppa una ricerca personale nell’area della fotografia, intesa come mezzo per dare voce a quelle che ella stessa definisce metafore visive. Le fotografie di Emma Vitti, nella loro ambiguità e bellezza, vivono perché coinvolgono l’osservatore, non solo in quanto semplice fruitore, ma come soggetto creatore di senso. Vive e lavora a Milano, le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private. Mostre personali: 2010 Memento vitae, Galleria Dietro le Quinte, Catania; 2009 Animamundi, Galleria Alba d´Arte, Brescia; 2008 Trasmutazioni, Galleria Gli Eroici Furori, Milano; 2007 Terrapadre, Palazzo Giannozzi, Certaldo, Firenze, 2005 Sopravvivenze, Galleria Cortina, Milano; Chrysallis, Galerie Bertin-toublanc, Paris; 2004 ;Sfavillio, Galleria Cortina Milano 2002;Corpo Galleria La Subbia Pietrasanta Lucca Mostre collettive: 2009 Una finestra sul mondo, Museo Diocesano, Catania; Il credente e il mutante, Galleria Mya Lurgo, Lugano; 2008 I due mari, Ava Gallery, Helsinki; 2007 Genesi, parole della creazione,; 2006 Barbie Show, Cvbspace, New York; Genesi,parole della creazione,Chapelle de la Salpetriere Paris; 2005 Who am I, Cvbspace, New York. Info: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo - Largo G. Mahler, 1, Milano - tel. 02.83.389.401/402/403 - info@auditoriumdimilano.Org - www.Laverdi.org |
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E´ PRIMAVERA: TANTE ATTIVITA´ ALL´ARIA APERTA NEI PARCHI
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Il primo aprile - alla scoperta del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano (Campania) Le Gole Del Fiume Calore A Felitto Visita guidata con la guida Rossella Cavallo. Punto di partenza: ponte medievale sotto Felitto (Sa). Tappe: loc. Remolino, ponte naturale di Preta tetta, loc. Cascate. Area di sosta: loc. Remolino. La prenotazione è obbligatoria almeno 4 giorni prima telefonando direttamente alla guida di riferimento. Per informazioni e prenotazioni: 339/3845628. Altre info sul Parco Nazionale del Cilento http://www.Parks.it/parco.nazionale.cilento Il 2 aprile - notte di streghe e folletti al Parco Nazionale Appennino Tosco-emiliano (Toscana, Emilia-romagna) Ciaspolata: Luna Nera Il ritrovo è presso il Rifugio dei Briganti. Le ciaspole e i bastoncini saranno forniti da noi. E´ indispensabile un abbigliamento adatto alle escursioni invernali (scarponi impermeabili, giacca, cappello, guanti e ghette). I percorsi possono essere modificati in relazione alle condizioni meteo e neve. E´ obbligatoria la prenotazione. Informazioni: Società Cooperativa I Briganti di Cerreto - Via Circonvallazione - 42037 Cerreto Alpi - Collagna (Re) - Tel. E Fax 0522/897659 - www.Ibrigantidicerreto.com - E-mail: info@ibrigantidicerreto.Com Altre info sul Parco Nazionale Appennino Tosco-emiliano http://www.Parks.it/parco.nazionale.app.tosco.emil Il 2 e 3 aprile - alla scoperta del Parco del Mincio (Lombardia) Il Forte Piu´ Grande D´europa Visita al Forte di Pietole, affacciato sulla Riserva Naturale della Vallazza, con visite guidate da speleologi attraverso i cunicoli dell´opera di difesa napoleonica. Sono previste due tipologie di escursione: una breve per una visita parziale (ore 2 circa) e una intera giornata di percorso tra aree esterne e reticolo sotterraneo (ore 7 circa, pranzo al sacco a cura dei partecipanti). Ore 9.00 - 11.00 visita guidata parziale (Euro 5,00) Ore 8.30 - 16.00 visita guidata completa (Euro 10,00) Camper Solidale Mantova ed Exploring Academy Per ulteriori informazioni: 333/2954698. Coordinamento e organizzazione: Parco del Mincio - Piazza Porta Giulia, 10 - 46100 Mantova - Tel. 0376/228320 - www.Parcodelmincio.it Altre info sul Parco del Mincio http://www.Parks.it/parco.mincio Il 2 e 3 aprile - osservazione e riconoscimento del camoscio al Parco Nazionale d´Abruzzo, Lazio e Molise (Abruzzo, Lazio e Molise) Escursione Naturalistica Nel Regno Del Camoscio D´abruzzo Un week-end all´insegna della Natura incotaminata, alloggiando nel bellissimo borgo di Civitella Alfedena. Andremo in angoli selvaggi del Parco alla ricerca della grande fauna, in particolar modo all´osservazione e riconoscimento del camoscio d´Abruzzo, specie endemica appenninica. Ammireremo il suo bellissimo mantello invernale che, assieme al suo imponente trofeo, lo caratterizza da tutte le altre specie di camosci e lo fanno giustamente definire il "camoscio più bello del Mondo"! Percorreremo quindi selvaggi sentieri camminando a pochi passi da interi branchi di camosci, con panorami straordinari su tutto il Parco. Difficoltà: media. Costo: Euro 90. La quota comprende 1 pernotto in 1/2 pensione, assistenza di Gudia Ambientale Escursionistica (associato ad Aigae). Si consiglia un abbigliamento idoneo ad escursioni su neve, con ghette al seguito. Si consiglia un binocolo e la macchina fotografica per immortalare la bellissima fauna del Parco. Programma: Sabato 2 aprile: ritrovo a Civitella per le ore 16.00. Sistemazione in albergo, visita del borgo e delle aree faunistiche di lupo e lince. Rientro in hotel per cena e pernottamento. Domenica 3 aprile: dopo la colazione, escursione naturalistica mirata all´osservazione del camoscio d´Abruzzo. Pranzo al sacco a carico dei partecipanti. Rientro a Civitella per le ore 17.00 e ripartenza per i luoghi di provenienza. Per info e prenotazioni: dott. Eugenio Di Zenobio - info@camosciodabruzo.It - www.Camosciodabruzzo.it Altre info sul Parco Nazionale d´Abruzzo, Lazio e Molise http://www.Parks.it/parco.nazionale.abruzzo Il 3 aprile - ultimi giorni sulla neve al Parco dell´Adamello (Lombardia) Passeggiata Con Le Racchette Da Neve In Val Salarno Ultima passeggiata con le racchette da neve in Val Salarno. Ritrovo alle ore 9.30 presso la Casa del Parco dell´Adamello di Saviore (Bs). Per informazioni ed iscrizioni: Casa del Parco Sede di Vezza d´Oglio - Alternativa Ambiente Via Nazionale, 132 - 25059 Vezza d´Oglio (Bs) - Tel/fax 0364/76165 - E-mail: sedevezza@parcoadamello.It - Sito web: www.Alternativaambiente.com ; Parco Regionale dell´Adamello Piazza Tassara, 3 - 25043 Breno (Bs) - E-mail: info@parcoadamello.It - Sito web: www.Parcoadamello.it Altre info sul Parco dell´Adamello http://www.Parks.it/parco.adamello Il 3 aprile - visita guidata naturalistica al Parco Regionale Veneto del Delta del Po (Veneto) 4� Giornata Dell´avifauna Alla Golena Di Ca´ Pisani Nell´oasi di Cà Pisani a Porto Viro (Ro), nell´Anno Internazionale delle Foreste, si rinnova l´appuntamento con la giornata per conoscere l´avifauna del Delta del Po (anatidi: germani reali, fischioni, moriglioni, alzavole, ardeidi: aironi, garzette e anche rapaci gheppi e poiane) e gli ambienti della golena di Cà Pisani e del Po di Maistra accompagnati da personale esperto del Servizio Forestale di Padova e Rovigo e dalle guide naturalistiche del Parco (orari delle visite ore 10.00-13.00 e 15.00-18.00, ingresso gratuito. Info: 0426 372202 - 049 8778227). Per ulteriori informazioni: Tel. 0426372261 - Email: forestalepd@regione.Veneto.it Altre info sul Parco Veneto del Delta del Po http://www.Parks.it/parco.delta.po.ve Il 3 aprile - il territorio e le risorse del Parco Naturale Regionale di Portofino (Liguria) La Valle Dei Mulini Il percorso della Valle dei Mulini permette di scoprire un angolo del Parco ancora poco conosciuto e di apprezzare, in una valletta dove un tempo erano presenti e attivi decine di mulini e frantoi, uno dei migliori esempi liguri di utilizzo razionale del territorio e delle sue risorse. Appuntamento alle ore 9.30 presso la fermata bus di Paraggi (raggiungibile con bus n� 882 in partenza dalla stazione ferroviaria di Santa Margherita Ligure alle ore 9.20). Possibilità di pranzo presso il punto ristoro del Mulino del Gassetta. L´escursione è garantita con un min. Di 5 persone. Quota di partecipazione: 10,00 Euro. Prenotazione obbligatoria entro le ore 17.00 del venerdì allo 0102345636 oppure entro le 12.00 del sabato al 3420025745. Altre info sul Parco di Portofino http://www.Parks.it/parco.portofino Il 3 aprile - escursione ornitologica guidata al Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate (Lombardia) Una Giornata Con I Migratori Escursione ornitologica guidata in compagnia di esperti. Ritrovo: c\o Sede Parco Pineta, Via Manzoni - Castelnuovo Bozzente (Co), ore 9.00 - 13.00. Per ulteriori informazioni: Tel. 031988430 - Email: info@parcopineta.Org Altre info sul Parco Pineta di Appiano http://www.Parks.it/parco.pineta.appiano.gentile Il 3 aprile - carsismo e ambienti fluviali al Parco Naturale Regionale Monti Simbruini (Lazio) Escursione Naturalistica Santa Maria Maggiore - Ponte Sosiglio Il percorso ha inizio dalla piazza centrale del centro storico di Trevi nel Lazio e snodandosi per un breve tratto tra vicoli e viuzze si allunga verso una zona pianeggiante dove sono presenti le doline, segni evidenti del carsismo superficiale. Poco più a valle il tempo è scandito dallo scorrere lento del fiume Aniene, dove vegetano e prosperano i salici bianchi. Ritrovo alle ore 9.00 in Piazza Santa Maria Maggiore. Abbigliamento: scarpe e abbigliamento comodo. Grado di difficoltà: medio-basso. Quota a persona: Euro 2,00 da consegnare in loco all´operatore. Info e prenotazioni: Tel. 0774/827221 - e-mail: promozione.Sviluppo@simbruini.it Altre info sul Parco Monti Simbruini http://www.Parks.it/parco.monti.simbruini Il 3 aprile - in battello al Parco Naturale del Fiume Sile (Veneto) Escursione Torcello - Burano - Murano Partenza da Portegrandi alle ore 8.30, visita alle isole di Torcello, Burano e Murano, arrivo alle ore 18.30. Possibilità di pranzo a Burano al ristorante Raspo de Ua oppure pranzo al sacco. Il pranzo al ristorante costa 28 Euro per gli adulti, mentre i ragazzi pagano soltanto le singole pietanze scelte. Per info, costi e prenotazioni, contattare i seguenti numeri: 335/5245599 - 335/6296606, oppure potete inviarci una mail dal nostro sito www.Navigazionestefanato.it oppure direttamente all´indirizzo info@navigazionestefanato.It Altre info sul Parco del Fiume Sile http://www.Parks.it/parco.fiume.sile |
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MODENA (PALAZZINA DEI GIARDINI, CORSO CANALGRANDE 103): ANNA MALAGRIDA - 3 APRILE/19 GIUGNO 2011
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La Galleria Civica di Modena inaugurerà sabato 2 aprile 2011 alle 18.00 alla Palazzina dei Giardini (corso Canalgrande 103) la prima retrospettiva italiana dell’artista spagnola Anna Malagrida, coprodotta con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, in collaborazione con la Fundación Mapfre di Madrid, a cura di Isabel Tejeda. Protagonista della scena contemporanea spagnola, presente in numerose personali e collettive in tutta Europa e negli Stati Uniti, Anna Malagrida (Barcellona, 1970) è un’artista che si esprime attraverso la fotografia, il video e l´installazione. Per la mostra che sarà allestita alla Palazzina dei Giardini, prima assoluta dell’artista spagnola nel nostro Paese, Anna Malagrida realizzerà tre opere nuove, una delle quali verrà donata alla Raccolta della Fotografia contemporanea della Galleria Civica. Nel percorso espositivo varie serie di istantanee e alcuni video, oltre a un’installazione dal titolo "La sala de baile" che occuperà l´intera area di ingresso della Palazzina: una forma realizzata in tessuto che allude a un abito di foggia ottocentesca volerà sospesa sotto la cupola, riflessa da alcuni specchi, come a muovere passi di danza. L´installazione riprenderà in chiave contemporanea l´antica destinazione della Palazzina, in origine Casino delle Feste della corte Estense. Non mancheranno alcune serie di immagini fra le sue più conosciute, fra cui "Interiores" (2000-2001), sedici fotografie centrate sui ritratti di persone vicine all’artista e sulla riproduzione di strade e case del villaggio di Mouchotte, o "Vistas Veladas" (2007), con immagini colte durante un viaggio in Giordania di cui è protagonista la città di Amman ritratta dall’alto, dalle finestre di alcuni hotel di lusso. Lavoro complementare a questa serie, anch´esso visibile in mostra, il video "Danza de Mujer", girato nel deserto giordano nel 2007, che riprodurrà l´interno di un rifugio e mostrerà un velo scuro che copre una piccola finestra con il vento che lo muove di tanto in tanto, come una danza. Il "ballo" del velo è una metafora visuale che si riferisce alla condizione della donna nel mondo arabo. Il catalogo, Tf.editores, è in lingua inglese e francese (con testi in italiano in brochure allegata). Nel volume saggi di Rachida Triki, storica dell´arte all´Università di Tunisi, Martin Peran, critico d´arte e professore di storia dell´arte all´Università di Barcellona, testi di Isabel Tejeda, curatrice della mostra, e un´intervista ad Anna Malagrida. Nata a Barcellona nel 1970 Anna Malagrida vive a Parigi dal 2004. Debutta come fotografa nel 1988, anno in cui si iscrive all´Universitat Autònoma de Barcelona, dove in seguito ottiene una laurea in Scienze dell´informazione. Prosegue la sua formazione all´École Nationale Supérieure de la Photographie di Arles (1993). A partire dal 1998 sviluppa una personale poetica in equilibrio fra opacità e trasparenza, intimità ed esteriorità, vita quotidiana e rappresentazione, indagando all´interno delle immagini i limiti fisici e concettuali del visibile. Le sue opere invitano lo spettatore a sperimentare un´esperienza bivalente, al contempo fisica e intuitiva. Una dualità proposta attraverso scenari ricorrenti – la finestra, la frontiera – utilizzati per far dialogare fra loro i diversi spazi e suggerire un´idea sottesa di instabilità o ambiguità. Anna Malagrida sonda il rapporto tra la fotografia e il mondo contemporaneo; emergono nel suo lavoro tracce evidenti di una riflessione costante sull´immagine nell´attualità, i limiti della fotografia e la dualità dello sguardo. La finestra è un motivo chiave della sua poetica, cui l´artista affida un ruolo strategico: è il limite fra interno ed esterno, soglia attraverso la quale invita lo spettatore a entrare in relazione con l´immagine fotografica. Elemento di separazione o frammento capace di unire lembi diversi della realtà, qualche volta è rappresentata anche come semplice vetro trasparente che non interferisce con la nostra percezione, ma prende in altre occasioni un carattere deliberatamente pittorico. Tuttavia non tutto è sempre visibile nel lavoro della Malagrida. Il quadro della finestra implica sempre un fuori campo che invita lo spettatore, durante la contemplazione, a dispiegare la propria immaginazione. Informazioni: Galleria Civica di Modena - corso Canalgrande 103, 41121 Modena - tel. +39 059 2032911/2032940 - fax +390592032932 - www.Galleriacivicadimodena.it |
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CALTAGIRONE PRESENTE ALLA MOSTRA “REGIONI E TESTIMONIANZE D’ITALIA”
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Tre capolavori dell’arte ceramica calatina saranno esposti a Roma, sino al 3 luglio, nella mostra “Regioni e Testimonianze d’Italia” ospitata nel monumentale complesso di Castel Sant’angelo organizzata in occasione delle manifestazioni per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, che si svolgono nella città capitolina organizzate dalla Presidenza del Consiglio italiano. La mostra, che sarà inaugurata domani dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sarà una vetrina delle bellezze d’Italia in cui ogni regione avrà un proprio spazio espositivo, per la Sicilia questo sarà curato dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, e dove saranno proposti dei saggi della miglioe produzione artistica nazionale dal risorgimento ad oggi. Dal Museo di Caltagirone sono partiti alla volta di Castel Santa’angelo, a Roma, oltre quelli già inviati dai Musei regionali siciliani , tre manufatti in ceramica ed in particolare la raffinatissima “Dama” di Caltagirone , lucerna antropomorfa del Xvii°, “l’Odalisca”, un vaso da giardino antropomorfo del Xviii sec., ben noto in quanto raffigurato in un francobollo del poligrafico dello Stato, ed infine una lucerna, sempre antropomorfa, raffigurante una donna popolare in ambiti tipici dell’800, realizzata dal maestro Mario Iudici. Un progetto importante ed impegnativo che non mancherà di rafforzare il valore dell’unità in un momento così travagliato per l’intera nazione. Intanto sempre al Museo della Ceramica di Caltagirone, sul tema, continua con successo di visitatori la mostra “correva l’anno ... Dal Tricolore all’Unità d’Italia” dove sono esposti delle pregiatissime maioliche calatine del 1861. L’esposizione è visitabile tutti i giorni, festivi compresi, dalle ore 9.00 alle ore 18.00 , con ingresso alla mostra gratuito. Info: Museo della Ceramica Via Giardino Pubblico 95041 – Caltagirone Tel. 0933 58423 Fax 0933 26972 mailto: museo.Ceramica@regione.Sicilia.it www.Regione.sicilia.it/beniculturali |
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CATANIA (EX MONASTERO DEI BENEDETTINI, SALA “VACCARINI” ED EX CUCINE): L’ARTE C’È QUANDO, MALGRADO, SI RIDE - LA COLLEZIONE DI FILIPPO E ANNA PIA PAPPALARDO (OPERE DAL 1950 AL 2011), A CURA DI DANIELA VASTA – INAUGURAZIONE SABATO 2 APRILE 2011, ORE 17.30 – DAL 4 AL 30 APRILE 2011
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È la collezione di Filippo Pappalardo, una delle più prestigiose ed ampie in Sicilia, la protagonista assoluta della mostra intitolata “L’arte c’è quando, malgrado, si ride. La collezione di Filippo e Anna Pia Pappalardo (opere dal 1950 al 2011)” ospitata presso la straordinaria cornice settecentesca dell’ex Monastero dei Benedettini a Catania. Le oltre ottanta opere – realizzate nelle tecniche più diverse dall’olio su tela all’acquerello su carta, dalla fotografia all’installazione – rimangono esposte dal 4 al 30 aprile 2011 e sono frutto di un’accurata selezione, operata dalla curatrice Daniela Vasta, delle oltre 800 opere di cui la collezione Pappalardo si compone. Per la prima volta, una parte sinteticamente rappresentativa della collezione può essere fruita dalla città. L’iniziativa è promossa dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania, in collaborazione con le Biblioteche Riunite “Civica e U. Recupero” e Omphalos Eventi, che si occupa dell’organizzazione logistica della mostra, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Catania, del Comune di Mascalucia e della Fondazione Puglisi Cosentino. Il titolo della mostra, apparentemente bizzarro, trae spunto da un’opera di Joseph Beuys che, in una sorta di ironico metadiscorso sull’arte, prova a riflettere sulla funzione e sui compiti dell’artista nel mondo contemporaneo, lavoro che pure fa parte della raccolta del collezionista siciliano. Le opere esposte illustrano alcune tra le principali correnti artistiche del Xx secolo per arrivare alle tendenze più contemporanee. Molti gli artisti in mostra: Abramovic, Alviani, Baj, Beecroft, Burri, Capogrossi, César, Chia, Christo, Cucchi, De Chirico, Fautrier, Fontana, Guttuso, Kounellis, Lewitt, Manzù, Mathieu, Paladino, Rotella, Schnabel, Vasarely, Vedova, solo per citarne una piccola parte. Tra i lavori di particolare rilevanza e interesse si ricordano: Superficie Cp/200 di Giuseppe Capogrossi del 1953, uno dei capisaldi della collezione, Cellotex di Burri del 1980 su cui esplode il cromatismo del nero e del rosso, un Senza titolo di Mimmo Paladino del 1992 che esprime mirabilmente il mistero dell’uomo nel passato e nel presente, e il rarissimo Archimede a Broadway di Jannis Kounellis. Tra i contemporanei, altre presenze importanti: Vanessa Beecroft, presente con Vb36.267.vb, Marina Abramovic con una fotografia della performance Balcan Baroc Ii della Biennale di Venezia 1997, e un bellissimo lavoro di George Baselitz del 2005 intitolato Cavaliere. L’incontro di Filippo Pappalardo con l’arte risale all’infanzia e diventa, con il tempo, fattore di condizionamento imprescindibile: “Il rapporto con le mie opere è continuo e irrinunciabile – afferma il collezionista – mi accompagnano e me ne sento il custode più che il proprietario”. Dall’ammirazione giovanile per Sironi, Campigli, De Chirico, Accardi, Guttuso, il suo gusto si evolve in modo naturale verso il contemporaneo, evoluzione che ha per tappa fondamentale la performance di Marina Abramovic “Balcan Baroc” alla Biennale di Venezia del 1997. Filippo e Anna Pia Pappalardo appartengono a quel gruppo ristretto di collezionisti che non si lascia influenzare dalle mode e hanno così dato vita ad una collezione di notevole apertura, al di fuori di dinamiche puramente speculative o di mera affermazione sociale. Il farmacista catanese ha collezionato arte seguendo una logica storica – la raccolta racconta compiutamente il percorso che l’arte, e la pittura in particolare, ha seguito negli ultimi sessant’anni – e autobiografica, poiché ogni pezzo si lega indissolubilmente alla sua vita – e alla sua terra – e sono, come lui stesso afferma, “pagine dello stesso libro, versi di un’unica poesia”. È un collezionismo “emotivo” quello di Filippo Pappalardo che concepisce l’arte non per essere chiusa in caveau ma per farla vivere intorno a sé. Tutti i pezzi della collezione sono infatti esposti, raggruppati per movimenti o temi, in tre spazi quotidianamente vissuti dalla famiglia Pappalardo. È in questo spirito di godimento dell’arte per sé e per gli altri che s’inserisce l’esposizione catanese che è la risposta generosa ad un invito avanzato dall’Università di Catania. A corredo della mostra, viene proposta una pubblicazione, edita da Giuseppe Maimone Editore con testi di Enrico Iachello, Preside della Facoltà di Lettere dell’Università di Catania, Daniela Vasta, docente di Storia dell´arte contemporanea dell´Università di Catania, e Valentina Lucia Barbagallo, curatrice del volume “Vivere con (l’)arte. Dalla collezione di Filippo e Anna Pia Pappalardo 60 opere per 60 anni (1950 - 2010)”. Info: L’arte C’è Quando, Malgrado, Si Ride - La collezione di Filippo e Anna Pia Pappalardo (opere dal 1950 al 2011), a cura di Daniela Vasta - Ex Monastero dei Benedettini, Sala “Vaccarini” ed ex cucine, Piazza Dante, 32 – Catania – fino al 30 aprile 2011 - www.Lartecequandomalgradosiride.com |
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CATANZARO ( MARCA): MOSTRA “BERLIN OTTANTA” A CURA DI ALBERTO FIZ - 30 APRILE / 9 OTTOBRE 2011
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Dopo l´incursione nel mondo del video e della fotografia proposto da Community. La ritualità collettiva prima e dopo il web, il Marca di Catanzaro prosegue la sua attività con un´importante rassegna dal taglio curatoriale inedito che restituisce l´atmosfera, la forza e l´originalità creativa di una grande metropoli ferita, Berlino, dall´inizio degli anni ottanta sino a quel 9 novembre del 1989, quando la caduta del Muro ha decretato la fine di un´epoca e la nascita della nuova Germania. Gli ottanta non furono anni qualunque per Belino. Se non il centro del mondo, la città al di qua del Muro fu il centro dell´Europa. A Kreuzberg e nei quartieri popolari, giovani di tutto il continente venivano calamitati qui da un profondo senso d´inquietudine e di cambiamento. Erano i nuovi Punk, ma anche giovani borghesi che si davano appuntamento in una città dove gli eccessi e la creatività non si ponevano limiti. Il "Kreuzberg Mishung", ovvero il "Miscuglio di Kreuzberg" è il crogiolo delle arti, in particolare musica e pittura. Ed è su questa irrepetibile fase vissuta dall´arte a Berlino che si concentra l´esposizione proposta dal Marca. Berlinottanta. Pittura irruenta, a cura di Alberto Fiz, s´inaugura il 30 aprile per rimanere aperta sino al 9 ottobre ed è promossa dalla Provincia di Catanzaro - Assessorato alla Cultura con il patrocinio della Regione Calabria, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria. "Il Marca presenta un progetto di grande impegno internazionale che pone l´attenzione sulle vicende storiche che hanno coinvolto Berlino durante un decennio cruciale come quello degli anni Ottanta", ha affermato Wanda Ferro Presidente della Provincia di Catanzaro. "Si tratta di una mostra originale e coraggiosa che ci consente di riflettere sull´arte, così come sulla nostra storia recente ampliando e approfondendo il dibattito culturale." Sono state selezionate 70 opere, tra grandi dipinti, disegni e tecniche miste rigorosamente degli ottanta. Tutti di artisti che in quegli anni e in quel singolarissimo contesto culturale ed esistenziale hanno scelto di riconoscersi nella pittura riproponendola come linguaggio d´elezione per raccontare e raccontarsi. Sono artisti come Rainer Fetting, Helmut Middendorf, Salomé, Bernd Zimmer messi in relazione con i loro predecessori Georg Baselitz, Karl Horst Hödicke, Bernd Koberling e Markus Lüpertz. "Berlinottanta rilegge una vicenda che ha profondamente influenzato gli esiti dell´arte contemporanea ponendo al centro una città dagli infiniti risvolti storici, politici, ideologici ed esistenziali", afferma Alberto Fiz. "Berlino dilaniata e divisa in due, non è solo il luogo dove avviene la trasformazione dell´arte, ma diventa, spesso, il soggetto dell´indagine pittorica contribuendo a riproporre l´attualità della pittura intesa come progetto intorno alla quale si sviluppa l´identità." L´esposizione propone il ritorno della pittura attraverso il dialogo tra gli artisti che, sin dagli anni sessanta, hanno posto le basi per un cambiamento profondo del linguaggio estetico e il gruppo dei più giovani che si è imposto all´inizio degli anni ottanta attraverso un´indagine pittorica dai tratti fortemente provocatori, caratterizzata da toni spesso violenti e provocatori, in netta opposizione rispetto al linguaggio allora dominante. Proprio il 1980 è l´anno in cui si presenta al pubblico il gruppo di pittori berlinesi Rainer Fetting, Helmut Middendorf, Salomé, Bernd Zimmer che nel 1977 aveva istituito la Galerie am Mortizplatz, una galleria autogestita. La loro mostra proposta alla Haus am Waldsee di Berlino aveva come titolo Heftige Malerei (da qui prende spunto il titolo della rassegna al Marca) e sintetizza la ribellione nei confronti dei canoni dominanti attraverso una figuratività sensibilmente percepibile che s´ispira ai temi della storia dell´arte ponendola in parallelo con l´attualità quotidiana dei media, della musica, della cultura punk, così come ai temi di carattere politico o sessuale. High and low si mescolano in un unico contesto dove Vincent Van Gogh e Paul Gauguin sono calati nella metropoli accentuando il clima esotico e allucinato (Van Gogh in metropolitana è una monumentale composizione di Fetting di oltre tre metri esposta in mostra). A prevalere è una visione soggettiva che passa attraverso l´esperienza personale dell´artista in diretta relazione con il contesto sociale. Sullo sfondo c´è sempre Berlino (di Middendorf, per esempio, viene esposto un emblematico dipinto del 1989 dedicato alla caduta del Muro, mentre Hödicke rappresenta lo spazio che divide Berlino Ovest da Berlino Est con una tigre in gabbia). Ma non mancano nemmeno le riflessioni sul paesaggio condotte da Bernd Zimmer che ne impone una visione stilisticamente postmoderna. I Moritz Boys, così venivano chiamati gli artisti di Moritzplatz, avevano uno spiccato senso del ritmo, del tempo e della velocità. "Non eravamo pittori punk ma la musica risuonava ovunque nelle nostre opere", hanno affermato. Si tratta di un vero e proprio sconvolgimento rispetto ad una ricerca algida e minimalista che coinvolgeva l´osservatore sul piano intellettuale ma non su quello emotivo. "Ero sempre nel luogo dove accadevano eventi eccitanti", ha affermato Fetting. Il ritorno alla pittura è un fenomeno che investe tutta la Germania (accanto a Berlino si diffonde soprattutto a Colonia e a Dusseldorf) ma anche Francia, Spagna, Stati Uniti e soprattutto l´Italia dove nel 1980 gli artisti della Transavanguardia, guidati da Achille Bonito Oliva, vengono proposti alla Biennale di Venezia. Sono molte le mostre che affrontano le nuove problematiche poste dalla pittura e tra queste è sufficiente ricordare A New Spirit in Painting curata nel 1981 da Chrstos Joachimides alla Royal Academy di Londra a cui segue, l´anno successivo, al Martin-gropius-bau di Berlino Zeitgeist curata sempre da Joachimides insieme a Norman Rosenthal. Una vicenda che si concluderà simbolicamente nel 1989 con la caduta del Muro di Berlino. Accanto ai dipinti e alle opere su carta degli anni ottanta, la mostra si completa con una serie di testimonianze multimediali su Berlino che comprende la fotografia, il cinema e la musica underground. La metropoli tedesca, infatti, è stato il luogo dove maggiormente si è sviluppata la produzione di film alternativi all´industria con la diffusione, in particolare, del super-8. In mostra vengono proiettate rare sperimentazioni cinematografiche realizzate da Fetting e Middendorf accanto ad una serie di opere prodotte da gruppi molto noti a Berlino come gli Oyko o filmaker come Michael Brynntrup. Non manca nemmeno una serie di fotografie originali di Ann Jud, Manfred Hamm e Rolf Von Bergmann, oltre alle proiezioni di Ulrike Ottinger e di Helga Reidemeister a cui si aggiunge il celebre film di Wim Wenders Il cielo sopra Berlino del 1987. La mostra sarà accompagnata da un´ampia monografia in italiano e inglese curata da Alberto Fiz. Berlinottanta Pittura irruenta. Catanzaro, Marca (via Alessandro Turco 63), 30 aprile-9 ottobre 2011. Orario: da martedì a domenica 9,30-13; 16-20,30; chiuso lunedì Ingresso: 3 euro; tel. 0961.746797. Info: Info@museomarca.com - www.Museomarca.com |
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NAPOLI: LA MOSTRA DEL TESORO DI SAN GENNARO DAL 9 APRILE AL 12 GIUGNO
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Presentata nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani del Senato della Repubblica, la Mostra “Le Meraviglie del Tesoro di San Gennaro, i gioielli”, avrà luogo a Napoli, in sei differenti strutture museali nel centro storico della città, dal 9 aprile al 12 giugno. Per la prima volta nella storia, infatti, le opere più prestigiose del leggendario Tesoro di San Gennaro verranno esposte al pubblico contemporaneamente nella splendida cornice di sei differenti siti museali di Napoli. Nel corso della presentazione sono stati resi noti anche i risultati di una minuziosa indagine compiuta da un’équipe di gemmologi e storici sui gioielli più preziosi fra tutti quelli donati al Patrono di Napoli nell’arco di sette secoli: il Tesoro di San Gennaro, è stata la clamorosa certificazione dei sette ricercatori che hanno indagato per quasi tre anni sulle opere e le singole pietre (oltre duemila fra diamanti, rubini, smeraldi, zaffiri, perle), è tra i più importanti al mondo per valore artistico ed economico, superiore al Tesoro della Corona d’Inghilterra e a quello dello Zar di Russia. La Mostra, organizzata dal Museo del Tesoro di San Gennaro con la collaborazione della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli e con l’alto Patronato del Presidente della Repubblica e della Presidenza del Senato, vuol essere anche un’occasione di riscatto per la città di Napoli, promuovendo e valorizzando il più importante patrimonio artistico e culturale del mondo e allo stesso tempo “facendo sistema” sul territorio. La Mostra si svilupperà infatti - caso unico nelle esposizioni urbane - in sei siti museali diversi compresi nell’area del centro storico cittadino. Con un biglietto unico integrato, quindi, il visitatore potrà ammirare non solo le oltre 150 opere delle 21.610 appartenenti al Tesoro (tra cui i dieci favolosi gioielli, esposti nelle sale del Museo del Tesoro di San Gennaro) o le preziose tele di Luca Giordano (Museo Diocesano) e luoghi dall’immenso valore artistico che riapriranno per l’occasione, come il Complesso Monumentale dei Girolamini o l’antica Porta del Duomo. Per lo spostamento delle opere verranno adottate straordinarie misure di sicurezza: mezzi blindati, guardie armate, sistemi d’allarme sofisticati. Il Centro di Napoli sarà protetto da elicotteri dei Carabinieri. Il Museo del Tesoro di San Gennaro: 25.000.000 di devoti nel mondo (stima Vaticano anno 2007), 21.720 capolavori in argento, legno, oro, madreperla tessuti preziosi e quadri. La collana del seicento più ricca e preziosa del mondo: 13 maglie in oro massiccio, 700 diamanti, 276 rubini, 92 smeraldi. L’oggetto più prezioso 3964 pietre preziose (diamanti, rubini e smeraldi) 54 statue d’argento massiccio La più importante e intatta collezione d’argento al mondo dal 1305 ad oggi Un milione di visitatori dall’apertura del museo del tesoro di San Gennaro. Questo è il tesoro di San Gennaro.il tesoro più importante al mondo, e di gran lunga superiore per valore e per numero di capolavori a quello della Corona e a quello dello Zar, è da oltre 7 secoli, a Napoli. San Gennaro: venticinquemilioni di devoti sparsi in tutto il mondo, una lunghissima storia punteggiata di avvenimenti e vicende spesso in bilico tra devozione e pregiudizio, fede e incredulità, passione e scetticismo. In ogni momento, però, legata a filo doppio alla storia di Napoli fino a una fortissima identificazione tra il Santo protettore e le pulsioni psicologiche di un popolo periodicamente minacciato da catastrofi naturali ed eventi storici. Oggi, come si evince da una ricerca del 2006, San Gennaro è il santo della Chiesa cattolica più famoso e conosciuto nel mondo e non solo per il miracolo della liquefazione del sangue, ma anche e soprattutto perché milioni e milioni di persone dalla fine dell’800 sino agli anni ’60, si sono imbarcate nel porto di Napoli per “terre assaie luntane” in cerca di fortuna nella tragedia della grande emigrazione italiana. E l’ultima immagine, che questa povera gente aveva negli occhi prima di affrontare il mare aperto, era la statua di San Gennaro alla punta del molo che con la mano si rivolge al Vesuvio per fermare la lava e che invece sembrava benedicesse quella moltitudine di disperati. La stragrande maggioranza di loro non è mai più tornata in patria, tanti hanno sognato da lontano la propria terra, ma ovunque questa gente si sia stabilita nel mondo ha invocato la protezione di quella benedizione, consolidando il culto del Santo protettore di Napoli e trasferendo quella devozione anche ai propri figli, di generazione in generazione. Ancora oggi come allora a New York, Toronto, Rosario, Melbourne, San Paolo, e in altre città del mondo dove si sia stabilita e consolidata una comunità di origine italiana meridionale, ogni anno il 19 settembre, giorno di San Gennaro, si celebra e si festeggia il miracolo che avviene nel Duomo di Napoli con l’antica processione e le strade illuminate a festa. Resta ancora oggi una tenace scia di religiosità popolare a tener vivo il discorso sull´antico patrono, tra fede e religione. Quella scia che lungo un cammino sotterraneo e impalpabile nel lento giro d´un millennio e mezzo ha collocato San Gennaro al centro di un grandioso fenomeno di religiosità popolare e di un radicatissimo culto, tali da non avere uguali al mondo. Sette secoli di donazioni di papi, imperatori, re, sovrani, uomini illustri e persone comuni, ecco uno dei più importanti e ricchi tesori universali dell’arte: il leggendario tesoro di San Gennaro. Per merito dell’antichissima istituzione della Deputazione della Real Cappella di San Gennaro, nata per un voto della città nel 1527, il tesoro è intatto non avendo mai subito spoliazioni, né finanziato guerre, né subito furti e quindi le collezioni sono uniche al mondo. Lo stesso Napoleone, che ovunque sia andato ha depredato, quando approdò a Napoli non solo non prelevò nulla, ma dovette regalare a San Gennaro un ostensorio in oro, argento e pietre preziose di superba bellezza e raffinatezza. Tutte le opere donate, per avere il privilegio di essere considerate meritevoli di far parte del Tesoro di San Gennaro dovevano, però, corrispondere a elevatissime qualità di valore artistico e culturale e dunque essere realizzate dai grandi artigiani del tempo. Il risultato è stato che si è così costituito un tesoro composto da straordinari e autentici capolavori firmati dai più noti e importanti artisti della storia universale dell’arte, superiore per vastità e importanza a quello della corona d’Inghilterra. Info: Museo - Via Duomo, 149 – 80132 Napoli – Tel. 081 294980 e-mail: info@museosangennaro.It |
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QUANDO LA GASTRONOMIA È ARTE - SIETE BUONGUSTAI? ADORATE MANGIARE? OVUNQUE ANDIATE, VI INTERESSATE DELLE ABITUDINI CULINARIE DEL POSTO? SIETE APPASSIONATI DI FORNELLI OPPURE DATE MOLTA IMPORTANZA AGLI ASPETTI NUTRIZIONISTICI? HOLIDAYCHECK.IT VI FA CONOSCERE ALCUNI TRA I PIÙ IMPORTANTI MUSEI GASTRONOMICI.
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Museo delle patate fritte - Si trova a Bruges (Belgio) il primo Museo della patata fritta, dove si ritrova l’intera storia di questo tubero, dalle origini alle prime patate fritte, nonché la collezione di macchinari utilizzati per la coltivazione, la raccolta, la pulizia e la frittura delle patate. È inoltre messa in evidenza l’importanza avuta dalle patate nell’arte, nella musica e nei film. Prezzo: 6 € per adulti, 4 € per i bambini tra 6-12 anni. È aperto tutti i giorni dalle 10h alle 17h. Sul posto é possibile degustare e servirsi al ristorante.. Per visitare questo museo vi consigliamo l’Hotel Golden Tulip De´ Medici ****. Museo della pasta - Il museo, ubicato a Roma, ripercorre gli otto secoli di storia del “primo piatto nazionale”. Si possono vedere i macchinari usati nella filiera produttiva dall’antichità ai giorni nostri, ma anche ricevere preziose informazioni nutrizionali. Prezzo: 10 € per adulti, 7 € per i minorenni. Il prezzo comprende una visita guidata nelle seguenti lingue: italiano, inglese, spagnolo, francese, tedesco, giapponese. È aperto tutti i gironi dall 9h30 alle 17h30 (anche la domenica), escluse le feste nazionali italiane. Per visitare questo museo vi consigliamo l’Hotel Astoria Garden *** Museo dello stoccafisso - Situato sulle isole Lofoten (Norvegia), il museo mostra come viene effettuata la lavorazione del pesce, dalla cattura fino all’esportazione, dall’800 fino a oggi. Consente di scoprire cosa avviene durante l’eviscerazione dello stoccafisso, come viene trattato il pesce fresco, salato ed essicato che ritroviamo sulle nostre tavole, come é concepita la procedura di ordinamento, raggruppamento e confezionamento di stoccafisso e infine viene spiegato come si eseguono i controlli di qualità durante l’esportazione. Prezzo: 40 Nok (5.15 €) per adulti, gratuito per bambini fino a 12 anni. È aperto solo da giugno ad agosto. Sono possibili visite guidate in inglese, tedesco, francese e italiano. Sul posto é possibile una degustazione. Per visitare questo museo vi consigliamo l’Hotel Nyvagar Rorbu *** Museo del currywurst - Questo museo é dedicato ad uno dei piatti tipici della cucina berlinese: il currywurstel, la tradizionale salsiccia ricoperta di salsa di curry, che solitamente é accompagnata da patate fritte e ketchup. Il museo comprende un negozio di souvenirs, una lounge di circa 110 metri², una serie di installazioni interattive, documenti audio, video, fotografie e pannelli informativi che permettono di ripercorrere la storia del currywurstel. Prezzo: 11 € per adulti, gratuito fino a 6 anni. È aperto ogni giorno dalle 10h alle 20h, con la possiblità di degustare il currywurst. Per recarvi a Berlino vi consigliamo l’Hotel Melia Berlin **** Museo del prosciutto di Parma - Il Museo del Prosciutto e dei Salumi di Parma ha sede a Langhirano e propone un percorso per immagini che permette di ricostruire il processo, dal suino ai salumi, dei prodotti della salumeria parmense. Prezzo: 4 € per la visita più 3 € per l’assaggio. La visita guidata costa 20 € supplementari. È aperto dall’1 marzo all’8 dicembre. É inoltre possibile una degustazione di prodotti tipici di Parma da affiancare ad una selezione di Vini dei Colli di Parma. Per visitare questo museo vi consigliamo l’Hotel Palace Maria Luigia **** La fabbrica di cioccolato Zotter - Anche chiamato “Il Teatro del Cioccolato”, questo museo (situato a Riegersburg, Austria) offre a tutti i golosi un viaggio degustativo nel mondo del cioccolato Zotter. Si possono così scoprire i segreti della produzione di cioccolato passando per le varie e creative stazioni d’assaggio, spostandosi lungo percorsi che spiegano il ciclo di trasformazione, dal chicco di cacao al cioccolato. Prezzo: 9.90 € per adulti e adolescenti, 6 € per i bambini tra i 6 e i 10 anni. È aperto dal lunedi al sabato, dalle 9h alle 19h. Sono disponibili delle guide acustiche in inglese e in italiano. Per visitare questo museo vi consigliamo il Genusshotel Riegersburg **** Museo delle caramelle - Si trova a Uzès (Francia) il museo dei “bonbon” che, grazie a video, schermi tattili ed appositi pannelli d’informazione, consente di capire tutto ciò che la produzione di dolciumi implica. La visita del museo prevede anche giochi per i più piccoli, permettendogli così di imparare...Divertendosi! Prezzo: 6 € per adulti, 4 € per coloro tra i 5-15 anni. È aperto i mesi di luglio (dalle 10h alle 19h) e di agosto (dalle 10h alle 20h), tutti i giorni tranne il lunedì. Per visitare questo museo vi consigliamo l’Hotel Le Clos de Pradines *** Museo del pane - Il Museo del pane, situato a Ulm (Germania), illustra la storia del grano, della macinazione e della cottura al forno. Rapresenta inoltre un importante centro di ricerca per lo sviluppo di nuove ricerche sul grano. Prezzo: 3.50 € per adulti. È aperto ogni giorno dalle 10h alle 17h. Per visitare questo museo vi consigliamo il Maritim Hotel Ulm **** Museo delle spezie - Il viaggio esplorativo di questo museo di Amburgo si sviluppa su 350 m² e comprende 900 pezzi esposti degli ultimi cinque secoli per illustrarvi il mondo delle spezie, dalla coltivazione fino al prodotto finito, compreso il processo completo di lavorazione con antichi strumenti e macchinari. Vi si trovano esposte circa 50 spezie provenienti da tutto il mondo, dall’anice alla cannella essiccata. Si illustra anche dove e come le varie piante e spezie vengono coltivate e, per concludere, delle fotografie mostrano come sono raccolte, lavate e asciugate le bacche di pepe nelle isole in cui crescono queste piante. Prezzi: 3.50 € per adulti (compresi gli assaggi ed una bustina di pepe offerta). Aperto dalle 10h alle 17h. Per visitare questo museo vi consigliamo il Lindner Park-hotel Hagenbeck **** |
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NOTIZIE, AVVENIMENTI E CURIOSITÀ DA NON PERDERE DALLE FIANDRE: MIRó, MACCHI, PUBLIART, EURANTICA
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Joan Miró - Una grande mostra ripercorre le fasi principali dell’evoluzione del celebre artista catalano a partire dalla serie Costellazioni, prodotta all’inizio della Ii Guerra Mondiale. Legato al mondo dell’immagine letteraria e formatosi sull’esperienza surrealista, sensibile al fascino del primitivo e del bambinesco, Miró ha sviluppato nel corso di tutta la propria vita artistica un’opera fatta di figure e di colori simbolici, rappresentando il mondo secondo la propria poetica e personalissima visione. La mostra allo spazio Ing di Bruxelles indaga in particolare sulla costruzione di un repertorio personale che il pittore utilizzerà poi in numerose opere: sculture nate dall’incontro accidentale con l’oggetto, paesaggi radicati nell’identità catalana, figure immaginarie, cavallo tra ansie e sogno. 24 marzo – 19 giugno 2011 Brussels, spazio Ing www.Ing.be/art. Jorge Macchi - La produzione del celebre argentino contemporaneo Jorge Macchi (1963) comprende, tra le altre, una nutrita raccolta di disegni, oggetti e installazioni. I suoi lavori rivelano un mondo misterioso nel quale finzione e realtà sono inestricabilmente legati e ruotano attorno al rapporto tra oggetto ed emozione. Al motto “Thinking is an act, feeling is a fact”, Macchi esplora temi come la malinconia, la stravaganza, la quiete. La prima retrospettiva di metà carriera è presentata a Gent da parte dello Smak. 30 aprile – 21 agosto 2011 Ghent, S.m.a.k. Www.smak.be. La pubblicità alla scoperta del fumetto - Anche se carta stampata e pubblicità hanno cominciato a camminare assieme fin dalla prima metà del diciannovesimo secolo, bisognerà aspettare il 1950 perché un’agenzia pubblicitaria si occupasse professionalmente e specificamente di utilizzare i fumettisti (e talvolta le loro creature di carta) per le proprie campagne. L’agenzia è la Publiart, fondata a Bruxelles nel 1950 da Raymond Leblanc, noto anche per aver poi dato le origini alla Lombard publishing, a Tintin magazine e, più tardi agli studi Belvision (che proprio la prima serie animata di Tintin portarono sugli schermi). Guy Dessicy, rimasto alla guida di Publiart fino agli anni ’80, ha salvato e raccolto una gran parte delle testimonianze che raccontano l’avvicinarsi di questi due mondi, L’avventura di Publiart. La pubblicità scopre i fumettisti 22 marzo 2011– 2 ottobre 2012 Brussels, Belgian Comic Strip Center http://www.Comicscenter.net/. Eurantica - Dall’antico al contemporaneo, semplicemente una delle migliori fiere dell’antiquariato d’Europa. Non solo per collezionisti, Eurantica si rivolge a tutti gli amanti degli oggetti d’epoca. Eurantica 25 marzo – 3 aprile 2011 Brussels, Brussels Expo www.Eurantica.be |
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