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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 09 Giugno 2011 |
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L´UE LANCIA I TEST DI RESISTENZA SUGLI IMPIANTI NUCLEARI |
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Bruxelles, 9 giugno 2011 - A partire dal 1 giugno, tutte le 143 centrali nucleare dell´Unione europea saranno sottoposte a nuovi stress test, come deciso dai leader europei lo scorso marzo dopo la tragedia di Fukushima. Gli impianti saranno testati per resistere a potenziali minacce quali terremoti, inondazioni, errori umani e incidenti aerei, mentre il pericolo di attacchi terroristici sarà affrontato come una questione separata. La Commissione presenterà i criteri definitivi al Parlamento giovedì. Nel frattempo abbiamo chiesto agli eurodeputati di diversi gruppi politici cosa si aspettano dalle valutazioni. I test saranno abbastanza rigorosi? Sì per il presidente della commissione Industria, ricerca e energia, il tedesco di centro destra Herbert Reul. "Le prove prevedono persino la possibilità di incidenti aerei, mentre per le minacce terroristiche verrà creato un gruppo di lavoro separato, che discuta misure di sicurezza adeguate" ha spiegato. "Ciò che conta di più adesso è vedere come i test verranno effettuati nella pratica" ha aggiunto. Maggiore preoccupazione per il tedesco socialista Jo Leinen, a capo della commissione Ambiente: "lasciare fuori problemi cruciali come il pericolo di attacchi terroristici e cibernetici svilisce di molto il significato dei test" ha lamentato, nonostante l´apprezzamento per gli altri criteri inseriti. Le prove proposte sono "troppo deboli" anche secondo la liberale svedese Lena Ek. "Non offrono sufficiente chiarezza sull´indipendenza e la trasparenza delle prove" ha spiegato la deputata. Ma il problema più grave, secondo la verde tedesca Rebecca Harms, "resta il carattere volontario di tutto il sistema". Spetta infatti agli Stati membri decidere se prendere parte alle prove e quali reattori sottoporre ai controlli. La Harms ritiene inoltre che anche gli impianti di stoccaggio del combustibile nucleare esaurito debbano essere controllati. Ancora più drastica la conservatrice greca Niki Tzavela: "se i criteri di valutazione siano abbastanza rigorosi o no non è la riflessione più importante da fare. Dopo Fukushima sappiamo tutti che le tecnologie nucleari sono pericolose e imprevedibili...Dovremmo iniziare il graduale spegnimento degli impianti in tutta Europa". Simile la posizione della tedesca Sabine Wils della Sinistra Unitaria: "solo le centrali nucleari chiuse sono sicure". Mentre il conservatore inglese Giles Chichester oppone la considerazione che "la straordinarietà degli eventi giapponesi molto difficilmente potrà verificarsi in Europa per la profonda differenza delle condizioni geografiche". Cosa fare se un impianto non supera i test? La decisione della Commissione è lasciare libertà agli Stati di decidere, nonostante sia consigliato chiudere gli impianti che non superano le prove. Quasi tutti i deputati intervistati si sono dichiarati, invece, favorevoli alla chiusura obbligatoria. Per il tedesco del Ppe Herbert Reul però deve essere contemplata solo come seconda opzione: "La priorità deve essere l´aggiornamento dell´impianto e, solo se ciò non è possibile o economicamente conveniente per la società che lo gestisce, si deve prevedere la chiusura definitiva". Jo Leinen si è detto favorevole alla chiusura degli impianti non giudicati all´altezza o almeno al loro rinnovamento. Lena Ek ha messo in guardia dal pericoli che i test di resistenza nucleari diventino "tigri di carta" come quelli bancari dopo la crisi finanziaria. Per Giles Chichester "spetta all´autorità di regolamentazione nucleare di ciascuno Stato decidere". E gli impianti nucleari dei paesi vicini all´Ue? La Commissione europea sta lavorando per estendere i test anche a Russia, Svizzera, Ucraina e Armenia. I deputati riconoscono l´importanza di allargare i controlli anche fuori dell´Unione perché, come insegna Chernobyl, le radiazioni nucleari non hanno confini. |
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IL 21 E 22 GIUGNO PARTONO I CORSI SUL FOTOVOLTAICO ENERPOINT |
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Nova Milanese, 9 giugno 2011 - Impegnata dal 2001 nella divulgazione del fotovoltaico, Enerpoint lancia un nuovo ciclo di corsi di formazione destinati agli operatori del settore che manifestano sempre di più il desiderio di specializzarsi e di avvicinarsi al settore delle energie rinnovabili e in particolare al solare. La nuova sessione di corsi Enerpoint sui sistemi fotovoltaici, organizzata per il 21 e 22 giugno presso l’Eurotaverna di Desio, offrirà ai partecipanti la possibilità di approfondire gli aspetti legati alla tecnologia solare, all’installazione dei pannelli e alla soluzione di eventuali problematiche installative. Oltre alle fondamentali nozioni tecniche, grande attenzione sarà rivolta anche al 4° Conto Energia, spiegandone i principali aspetti e rispondendo alle domande dei partecipanti per dare loro un quadro quanto più completo ed esaustivo della nuova normativa. I corsi Enerpoint sono aperti a installatori elettrici, progettisti, liberi professionisti, privati e studenti. Per coloro che si iscriveranno entro il 13 giugno Enerpoint riserverà uno sconto del 10% sulla quota di partecipazione. Programma delle giornate: 21 giugno 2011 - Corso Intensivo Enerpoint “Fotovoltaico: Tecnologia E Applicazioni” Rivolto a professionisti e installatori che vogliono iniziare a lavorare in questo settore. Grazie alla competenza degli esperti Enerpoint il corso affronta e analizza le basi del fotovoltaico (la radiazione solare, i sistemi connessi a rete e isolati, il sopralluogo, ecc..) dando poi modo ai partecipanti, attraverso un’esercitazione in aula, di cimentarsi nella simulazione di un sopralluogo. 22 giugno 2011 – Corso Specialistico Enerpoint “Fotovoltaico: Impiantistica Elettrica” Rivolto a impiantisti elettrici che hanno già maturato una buona esperienza nel settore e desiderano affinare le proprie competenze. Durante il corso verranno sviluppati temi quali l’impiantistica esecutiva, le connessioni alla rete Bt e Mt fino ad arrivare alla manutenzione, il monitoraggio e l’ottimizzazione delle prestazioni di un impianto fotovoltaico anche attraverso una dimostrazione in aula di due sistemi innovativi distribuiti da Enerpoint (e-solar, Tigo Energy). |
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PERMESSI DI RICERCA DI IDROCARBURI IN REGIONE EMILIA ROMAGNA: RISPOSTA AL MOVIMENTO 5 STELLE |
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Bologna, 9 giugno 2011- «La delibera regionale è in regola. E nel merito i Grillini, come al solito, fanno tempeste in un bicchiere d’acqua e gridano al lupo per spaventare i cittadini». Inizia così la risposta dell’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli ad Andrea Defranceschi a proposito dei permessi di ricerca di idrocarburi in regione. «A parte il fatto che i riferimenti alle norme del 1927 e 1939 sono inesatti, perché non riguardano gli idrocarburi, Defranceschi ha letto solo quel che gli è parso e ha dimenticato – ha aggiunto Muzzarelli - che nella delibera della Giunta c’è scritto a chiare lettere che “la realizzazione del pozzo esplorativo dovrà essere sottoposta a una nuova procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, una volta localizzato precisamente il sito della postazione”, che mi pare un vincolo non da poco». Inoltre, ha aggiunto l’assessore regionale Muzzarelli, «comprendo che parlare a chi strumentalizza ogni cosa non serva a molto. Pertanto mi rivolgo direttamente ai cittadini per ricordare che la procedura per la ricerca e la coltivazione degli idrocarburi è lunga e complessa e nella nostra Regione molto garantista. Per quanto riguarda la richiesta di permesso di ricerca della Hunt Oil nell’area vasta del fiume Secchia, la fase attuale è quella relativa ai rilievi sismici. Per procedere alle perforazioni di uno o più pozzi di esplorazione, dopo il rilascio del permesso di ricerca da parte del Ministero, occorre un’altra procedura di Via. Per la coltivazione occorre, infine, una ulteriore procedura di Via. In conclusione, confermo ai cittadini che in Emilia-romagna non consentiremo metodi non convenzionali di coltivazione di giacimenti di idrocarburi e voglio rassicurarli che procederemo sempre con la massima trasparenza e garantendo la più ampia e corretta informazione, collaborando con le istituzioni locali che partecipano alle conferenze di servizio». |
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LA CALABRIA PARTECIPA A ROMA AL CONVEGNO SU “QUALITÀ ITALIA, PROGETTI PER LA QUALITÀ DELL’ARCHITETTURA” |
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Catanzaro, 9 giugno 2011 - L’assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri, anche nella sua veste di coordinatore della Commissione Cultura delle Regioni, partecipa al convegno su “Qualità Italia, progetti per la qualità dell’architettura”, che si tiene oggi a Roma, presso l’Auditorium del Maxxi. Durante l’incontro saranno presentati gli esiti di un programma sperimentale promosso dal Ministero dei Beni Culturali e dello Sviluppo Economico. Nello specifico, saranno illustrati i risultati dei 13 progetti vincitori, che vedranno la realizzazione di centri culturali, biblioteche, mediateche, complessi scolastici, piazze e spazi aperti, ma anche interventi di riqualificazione urbana e sistemi integrati per la mobilità. La Calabria sarà presente con i progetti vincitori del Centro culturale del Comune di Olivadi e della riqualificazione urbanistica di un’area verde di San Giorgio Morgeto, due piccoli centri calabresi di indubbia vitalità. Nel commentare l’iniziativa l’assessore Caligiuri ha dichiarato che “attraverso il bello possiamo promuovere legalità e lotta alla criminalità organizzata. È necessario – ha aggiunto - dare nuova vita ai centri urbani, avviare processi di riqualificazione del paesaggio, e rivitalizzare il tessuto economico e sociale calabrese”. I lavori del convegno saranno introdotti dai direttori generali dei Ministeri promotori Antonia Pasqua Recchia e Alberto Versace e dal presidente del Museo Maxxi Pio Baldi. Oltre all’assessore Caligiuri saranno presenti anche i rappresentanti delle regioni coinvolte: Abruzzo, Basilicata, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. |
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HOUSING SOCIALE, LOMBARDIA: QUALI CASE E PER CHI? NON MANCANO ALLOGGI, MA UN CERTO TIPO DI ALLOGGI A SETTEMBRE SARA´ LANCIATO FONDO IMMOBILIARE DA 400 MILIONI |
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Milano, 9 giugno 2011 - Il ´social house´ e le prospettive del settore sono stati i temi al centro del dibattito che si è svolto a Fieramilano in occasione di Eire (Expo Italia real estate), l´esposizione dedicata al settore immobiliare, al quale ha partecipato l´assessore alla Casa della Regione Lombardia Domenico Zambetti. L´housing Sociale - Quali Case E Per Chi -´Parlare di housing sociale - ha detto l´assessore Zambetti - vuol dire approfondire il concetto di edilizia popolare, perché solo così è possibile rispondere sia ai bisogni delle persone sia a quella necessità di progressivo mutamento e rinnovamento delle nostre città. Sono queste le ragioni fondamentali che spingono Regione Lombardia ad occuparsi di housing sociale con un´attenzione sempre maggiore, in considerazione delle crescenti complessità che attengono al mercato abitativo, e tenuto conto dei diversi e rinnovati bisogni delle famiglie nell´attuale contesto sociale. E innovazione è la parola chiave che conduce la nostra azione di governo. La nostra scommessa è quella di dare un nuovo aspetto a questo settore´. Da recenti indagini emerge infatti che il costo dell´abitare attualmente assorbe, in media, quasi un terzo dei redditi familiari e tale dato è aumentato decisamente nel tempo, specie se rapportato alla capacità reddituale delle famiglie. Di conseguenza diventa necessario riformulare gli interventi, partendo proprio dalla consapevolezza delle nuove caratteristiche, che descrivono l´attuale disagio abitativo. ´La stabilità familiare, abitativa ed economica - ha continuato Zambetti - ha lasciato il posto alla mobilità territoriale e lavorativa. Assistiamo al passaggio da una richiesta abitativa definitiva, ad una temporanea. Non è che manchino le case, ma manca un certo tipo di casa, l´offerta non trova corrispondenza con le caratteristiche della domanda. Occorre quindi chiedersi non quante case servano, ma quali e per chi´. La Scarsita´ Delle Risorse - ´Il tema delle risorse - ha detto ancora Zambetti - non può essere tralasciato e costituisce un punto dolente, che impone scelte innovative e un pizzico di fantasia. Dobbiamo ripensare il nostro ruolo rispetto alle nuove politiche da attuare ed ai nuovi servizi da erogare´. Il punto di partenza ricordato dall´assessore è il lavoro che si sta portando avanti per rinnovare il quadro legislativo nell´ambito del testo unico sull´edilizia residenziale pubblica: in primis approfondimenti mirati allo sviluppo di proposte di aggiornamento della legislazione di settore, anche per introdurre nuove regole per la partecipazione dei privati nell´ambito dell´housing sociale. Il Patto Per La Casa - In questa direzione è stata condivisa la formulazione di un ´Patto regionale per la Casa´, che veda il coinvolgimento di tutti gli operatori del settore abitativo e del sistema economico-finanziario nell´attuazione di nuove politiche abitative. Il percorso ha visto il coinvolgimento dei territori. ´Regione Lombardia - ha proseguito Zambetti - ha programmato interventi di riqualificazione che incidono su un patrimonio complessivo di edilizia residenziale pubblica di circa 170 mila alloggi, consentono un miglioramento complessivo dei quartieri dal punto di vista qualitativo (efficienza energetica, contesto ambientale, sicurezza), fornendo, nello stesso tempo, una grande opportunità per il mercato degli operatori, in una fase congiunturale ancora difficoltosa. Molti di questi interventi, oltre a offrire uno spazio all´housing sociale, hanno spesso lo scopo di risolvere problemi sociali rilevanti´. L´individuazione di nuove aree, l´innalzamento del livello qualitativo degli alloggi popolari, mediante creatività e innovazione, la costituzione e lo sviluppo di strumenti finanziari quali i Fondi immobiliari sono solo alcune delle linee di azione che Regione Lombardia sta sviluppando in modo sinergico e che andranno a costituire gli assi del nuovo ´Patto per la Casa´ in Lombardia. Un Fondo Da 400 Milioni - ´Stiamo lavorando - ha concluso Zambetti - per far partire, nel prossimo mese di settembre, un fondo immobiliare che coinvolga la Cassa depositi e prestiti, gli istituti di credito ma anche i privati. Il nostro obiettivo è raggiungere i 400 milioni di euro. Un altro aiuto per i cittadini lombardi´. |
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SOCIAL HOUSING EXIBITION A MILANO, LA CAMPANIA FARÀ COMUNICAZIONE ITINERANTE NELLE PROVINCE |
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Napoli, 9 giugno 2011 - "Per coinvolgere le popolazioni della Campania sulle politiche di housing sociale organizzeremo un viaggio in tutte le province in modo da divulgare, attraverso alcuni progetti pilota, questo nuovo modo di costruire". Lo ha annunciato l´assessore all´Urbanistica e al Governo del Territorio Marcello Taglialatela a margine del convegno, "il Social Housing, a che punto siamo", tenutosi questa mattina alla Fiera di Milano nell´ambito della seconda edizione di Social Housing Exibition. L´assessorato ha partecipato con uno stand su cui sono riprodotti il nuovo logo dell´housing sociale (una casetta color albicocca dentro cui sbocciano fiori stilizzati) ed il claim "Housing: sociale e natura per Abitare il futuro". Ai visitatori è stato distribuita copia del dvd con i video che raccontano la nuova strategia di governo del territorio, i progetti più significativi approvati e le due esperienze di autocostruzione (a Villaricca, Napoli; a Piedimonte Matese, Caserta). "L´obiettivo - ha detto Taglialatela - è di sollecitare l’interesse degli amministratori locali, delle imprese e dei cittadini proseguendo con attività di concertazione come quelle che stiamo svolgendo per l´elaborazione dei Piani Paesaggistici. Lavoriamo per ridisegnare la Campania del futuro con un´architettura amica dell´uomo e della natura, rispettosa della memoria storica dei luoghi, capace di favorire l´aggregazione e l´integrazione sociale. Una Campania che sappia dare risposte concrete agli effettivi bisogni abitativi dei suoi abitanti", ha concluso Taglialatela. |
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IMMOBILI: OK A PATTO VERDE PER LE CITTÀ LOMBARDE |
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Milano, 9 giugno 2011 - Ripensare le aree urbane avendo come priorità l´ambiente e l´energia. E´ questa, secondo l´assessore regionale all´Ambiente, Energia e Reti Marcello Raimondi, la chiave per un nuovo sviluppo che sia davvero sostenibile e che permetta rilancio dell´edilizia e dell´occupazione. Lo ha detto commentando la proposta di un patto istituzionale con il comparto dell´edilizia, lanciata dal presidente dell´Ance Paolo Buzzetti e dal presidente di Gefi Antonio Intiglietta, nel corso dell´inaugurazione dell´Expo italian Real Estate (Eire). ´Raccogliamo la sfida - ha spiegato Raimondi -, come Regione siamo assolutamente aperti a una seria interlocuzione con il mondo dell´edilizia. Penso ad esempio alla certificazione energetica: sul nostro territorio il 44% del consumo di energia primaria è destinato al settore civile e di questi il 68% è destinato al riscaldamento. I nostri costruttori però sono già pronti ad una edilizia energeticamente efficiente (già viaggiamo su una media di oltre 11000 certificazioni al mese dal 2007 ad oggi) e una riqualificazione dei nostri edifici e delle città aiuterà non solo la ripresa economica lombarda del settore, ma anche un vero e proprio ripensamento delle città in cui viviamo´. ´La strada - ha detto - è quella di non considerare edilizia e questione energetica e ambientale come separate, ma anzi di puntare alla riqualificazione di edifici e città quale vero volano della ripresa del settore´. Da qui anche l´auspicio di arrivare quanto prima a ´smart cities´, le città intelligenti, in cui il consumo dell´energia è razionale, gli sprechi azzerati e le fonti rinnovabili messe in rete. Il Patto Con Costruttori E Immobiliaristi - ´Ecco perché - ha aggiunto Raimondi - sono particolarmente interessato al ´patto´, a condizione che sia riconosciuta le centralità degli aspetti ambientali ed energetici nella nuova edilizia e nella nuova urbanistica in Italia e in Lombardia´. |
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SICILIA: SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI, FIRMATO PROTOCOLLO CON I CPT |
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Palermo, 9 giugno 2011 - L´assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, ed il presidente del coordinamento regionale dei Comitati Paritetici Territoriali (Cpt) della Sicilia, Giuseppe Pettinato, hanno sottoscritto ieri un protocollo d´intesa che ha come principale obiettivo quello di mettere in azione tutte le sinergie possibili per ridurre il numero di infortuni nei cantieri edili siciliani. Il protocollo consentira´ di realizzare, tra le nove Asp provinciali e i Cpt, uno scambio di informazioni sui cantieri visitati in modo da intervenire con azioni mirate - ognuno per le proprie competenze - per scongiurare i rischi di infortuni piu´ o meno gravi che si verificano nei cantieri edili. Previste anche azioni congiunte di informazione e formazione rivolte a tutti i soggetti della prevenzione; la promozione di azioni di studio e di ricerca sui fattori di rischio anche con la collaborazione di Universita´ e centri di ricerca; la raccolta e la diffusione di informazioni, banche dati, buone prassi, norme tecniche ed in generale conoscenze in materia di rischi e danni peculiari del settore edile; collaborazioni a livello regionale e provinciale per l´attuazione di campagne di comunicazione e informazione per la sicurezza sul lavoro in edilizia, incentivazione alla realizzazione di buone prassi nei cantieri edili, azioni per favorire l´applicazione da parte delle imprese dei sistemi di gestione della sicurezza (Sgsl) previste all´art. 30 del decreto legislativo 81/08 sulla sicurezza del lavoro che assegna un ruolo di estrema importanza agli organismi paritetici per la promozione della sicurezza nei luoghi di lavoro e in particolare per l´adozione e l´efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione aziendale della sicurezza. Sara´ costituito un tavolo tecnico di coordinamento finalizzato a dare piena attuazione alla convenzione, coordinato dal responsabile del servizio "Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro" dell´assessorato, Antonio Leonardi e composto da 3 rappresentanti delle Asp e da 3 rappresentanti dei Cpt. La tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e´ una specifica competenza del Servizio Sanitario Regionale e l´assessorato della Salute, lo scorso anno, ha varato il "Piano Regionale straordinario per la tutela della salute e sicurezza dei luoghi di lavoro" che contiene fra l´altro il "Piano Regionale di prevenzione in edilizia 2010/2012". |
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BASILICATA: BENI ECCLESIASTICI, FIRMATA INTESA CON LA CEI |
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Potenza, 9 giugno 2011 - I beni ecclesiastici sono una parte fondamentale del patrimonio culturale, artistico e storico della Basilicata. Nasce da questa considerazione il protocollo d’intesa sottoscritto oggi a Potenza tra la Regione Basilicata e la Conferenza episcopale lucana, rappresentate dai rispettivi presidenti Vito De Filippo e mons. Agostino Superbo, presenti l’assessore alle Infrastrutture Rosa Gentile, l’assessore alla Formazione, Lavoro, Cultura e Sport, Rosa Mastrosimone, il vescovo di Tricarico e delegato per i beni culturali e l’edilizia di culto, mons. Vincenzo Orofino, e don Michele Leone, delegato diocesano e regionale per l’edilizia di culto e per i beni culturali e architettonici. L’intesa segue gli accordi del 2000 e del 2005 tra la Conferenza episcopale italiana e il ministero dei Beni culturali. Nel documento sono definiti i termini di una collaborazione tra Regione e Cei che punta alla valorizzazione dei beni di proprietà di istituti ed enti ecclesiastici con l’obiettivo di renderli fruibili oltre la loro specifica funzione religiosa. Così ad essere oggetto di intervento non sono solo le chiese e gli arredi, ma anche gli archivi, le biblioteche e i musei. La Regione Basilicata, però, ha dimostrato in questi anni una grande attenzione alla valorizzazione del patrimonio ecclesiastico. Nella legge di assestamento del bilancio per il triennio 2009/2011 (art. 35 L.r. N. 27/2009) ha previsto un sostegno per il recupero e la costruzione del patrimonio architettonico, artistico e culturale degli edifici di culto e degli edifici destinati alle attività pastorali, attraverso un fondo di 500 mila euro erogato per quindici anni. Si tratta di contributi concessi all’Ordinario diocesano per l’accensione di mutui nella misura massima del 50 per cento dei rimborsi per quota capitale e interessi delle rate di ammortamento. I fondi, però, non cadranno a pioggia. Grazie a un attento lavoro di interlocuzione tra la Regione e la Conferenza episcopale lucana, è stato predisposto un elenco di opere in ciascuna diocesi, comprendente ampliamenti, completamenti e nuove realizzazioni di edifici. “Si tratta di uno straordinario patrimonio – ha sottolineato De Filippo – che appartiene non soltanto alla Chiesa ma a tutta la collettività lucana, che può trarre dalla sua valorizzazione un’occasione di crescita economica, sociale e culturale. Molti beni sono una parte fondamentale dell’arte e della storia della Basilicata caratterizzate da un forte elemento religioso e spirituale". Il valore culturale dei beni ecclesiastici è stato rimarcato dall’assessore Rosa Mastrosimone. “Nella storia dei beni culturali, e non solo della Basilicata, la Chiesa ha avuto un ruolo di primo piano, senza dimenticare che gli archivi ecclesiastici sono fonti inesauribili per ricostruire gli avvenimenti storici della regione”. L’assessore Gentile, invece, ha parlato degli interventi strutturali sugli edifici di culto finora possibili solo se danneggiati dal terremoto. “Il proficuo lavoro condotto dagli uffici regionali e dalla Cei consente adesso di cogliere l’opportunità della legge del 2009 per ristrutturare e completare il patrimonio edilizio della Chiesa”. Il documento sancisce un impegno comune della Regione e della Conferenza episcopale diretto alla valorizzazione e alla tutela dei beni culturali ecclesiastici della Basilicata. Una collaborazione più stretta e coordinata per individuare e programmare interventi sul patrimonio monumentale di valore artistico, storico e archeologico di proprietà degli istituti e degli enti ecclesiastici, per l’inventariazione, la catalogazione e la conservazione e la fruizione degli archivi, delle biblioteche e per la realizzazione di musei e di raccolte di arte sacra. La Regione, soprattutto, si impegna a partecipare al finanziamento dei piani di intervento e a promuovere la partecipazione finanziaria di altri soggetti. La Conferenza episcopale, invece, favorisce la fruizione del patrimonio culturale ecclesiastico per finalità culturali e didattiche, nel rispetto delle esigenze di culto e pastorali e collabora alla realizzazioni di iniziative istituzionali a fini culturali ecclesiastici per iniziative a fini culturali della Regione. Per dare piena attuazione ai contenuti del Protocollo, è istituita una Commissione paritetica tra Regione e Cei. |
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AUSTRIA, CALO DEI LOCALI VUOTI NEI CENTRI COMMERCIALI |
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Vienna, 9 giugno 2011 - Cala il tasso dei locali vuoti nei centri commerciali austriaci. Secondo uno studio fatto, i 100 maggiori centri commerciali in Austria hanno raggiunto gli 1,9 milioni di metri quadri con solo il 3 p.C. Di locali vuoti, mentre l´anno scorso la superficie complessiva era di 1,6 milioni di metri quadri e il tasso di locali vuoti era del 6 p.C. Tuttavia dieci centri presentano ancora più del 10 p.C. Di spazi commerciali vuoti. La media del fatturato per metro quadro è attualmente di circa 4500 euro anche se i 15 centri commerciali maggiori ne fatturano più di 5500 annui. |
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CANTIERE A ORTISEI CHIUSO PER LA 2A VOLTA DAGLI ISPETTORI DELL´UFFICIO TECNICO SICUREZZA DEL LAVORO |
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Bolzano, 9 giugno 2011 - Gli ispettori dell´Ufficio tecnico della sicurezza del lavoro nel pomeriggio di mercoledì 8 giugno 2011, hanno nuovamente posto sotto sequestro nel centro abitato di Ortisei in Val Gardena un cantiere per la costruzione di un edificio. La misura cautelare è conseguenza dell´assoluta mancaza del rispetto delle prescritte misure di sicurezza e protezione. Come sottolinea arrabbiato e preoccupato il direttore della Ripartizione lavoro della Provincia, Helmuth Sinn, è assolutamente inconsueto che si debba nuovamente chiudere un cantiere per motivi di sicurezza nell´arco di soli 14 giorni. La prima chiusura del cantiere e sospensva dei lavori era stata ordinata dagli ispettori dell´Ufficio tecnico sicurezza sul lavoro il 24 maggio scorso. La settimana successiva il cantiere era stato dissequestrato in considerazione che nel frattempo erano state osservate le prescritte norme di sicurezza. Nel pomeriggio di oggi, mercoledì 8 giugno 2011, nell´ambito di una verifica la constatazione da parte degli ispettori della mancata osservanza da parte delle ditte impegnate nei lavori di costruzione di tutte le norme di sicurezza con grave rischio per l´incolumità degli addetti ai lavori. Alcuni operai, infatti, rischiavano di cadere all´interno del costrutto da un´altezza di circa sette metri. Come fà presente preoccupato l´assessore provinciale al lavoro Roberto Bizzo "Ancora la tutela del lavoro viene sottovalutata e come la carenza di sicurezza sul lavoro possa avere conseguenze drammatiche, come dimostra il caso di due giorni fà che ha provocato du vittime". Come prosegue il direttore di Ripartizione Sinn, "si sottovaluta il fatto che in tali situazioni di pericolo si può giungere in un attimo a casi mortali. È nostro preciso compito, pertanto, salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori". Il cantiere è stato nuovamente chiuso e più imprese edili sono state denunciate alla Procura della Repubblica. |
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LA LIBERTA´ D’IMPRESA E LE POSSIBILI CONTRADDIZIONI DELL’ARTICOLO 41 |
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Trento, 9 giugno 2011 - Libertà d´impresa: cosa non va nell´Articolo 41 della Costituzione? Questo l’interrogativo che ha fatto da filo conduttore, il 3 giugno, alla discussione moderata dal vicedirettore de "Il Sole 24 Ore", Alberto Orioli e che ha visto Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, esprimere la sua contrarietà ad ogni cambiamento dell’Articolo 41. Opposte le considerazioni di Alessandro De Nicola, presidente dell’Adam Smith Society, pronto ad evidenziare i limiti di questo Articolo. Una posizione intermedia quella espressa invece da Salvatore Rebecchini, consigliere dell´Antitrust, che ha sottolineato come le possibili modifiche, evocate da molti, dovrebbero essere fatte ma evitando qualsiasi ideologia ed "enforcement" artificioso della concorrenza. Nell’ultimo anno si è molto discusso dell’Articolo 41 della nostra Costituzione, che esprime nel suo primo comma la libertà dell’iniziativa economica privata. Come ha sottolineato il vicedirettore de "Il Sole 24 Ore" Alberto Orioli : “Da parte del Governo sono arrivate diverse proposte di modifica, ipotizzate per dare una possibile scossa alla nostra economia”. C’è chi imputa infatti a questo Articolo molti dei problemi legati ad esempio alla libera concorrenza o ai tanti problemi relativi alla libertà d’impresa. Non è certo questa la posizione di Valerio Onida, che ha subito spiegato come il 41 sia uno degli articoli della Costituzione meno ideologici: “Non c’è nulla che non va secondo me in questo Articolo. Sia per quello che esprime, sia per gli ottanta pronunciamenti della Corte Costituzionale espressi in sua relazione”. Onida ha posto l’accento sia sul comma due dell’Articolo in cui si precisa come proprio la libertà economica enunciata non possa svolgersi in contrasto con l´utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana ma ha toccato anche il comma tre: la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l´attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali. Questo ha sottolineato il presidente Emerito della Corte Costituzionale, è il punto più discusso, perché molti vedono in esso un’ ingerenza dalla politica proprio nella libertà stessa di iniziativa economica privata. “Libertà ed eguaglianza – per Valerio Onida - non possono essere disgiunte, e la recente volontà di cambiamento è solo il messaggio ideologico dettato dall’incapacità politica di prendere decisioni proficue in economia”. Secondo Alessandro De Nicola, cardine di ogni Costituzione, in una possibile conciliazione fra liberalismo e democrazia, dovrebbe essere la tutela della creatività individuale in ogni ambito e quindi anche in quello legato all’iniziativa economica. Al contrario proprio l’Art. 41 farebbe per De Nicola “della libertà economica privata, il figlio di un Dio Minore”. In realtà per il presidente dell’Adam Smith Society la più limpida formulazione di un’idea di libertà economica la si trova proprio in molti articoli dei trattati europei, come quelli di Roma e Maastricht. Articoli che ovviamente sono stati recepiti o dovrebbero esserlo anche dal nostro Paese. Quindi non è sbagliato secondo De Nicola affermare che “un articolo 41 diverso avrebbe effettivamente risolto molte delle strozzature interne che hanno frenato negli anni il nostro sistema economico”. Salvatore Rebecchini, consigliere dell´Antitrust, ha infine affermato la sua contrarietà ad una modifica “ideologica” dell’Articolo 41 in quanto “ne potrebbe uscire qualcosa di assai peggiore rispetto alla situazione attuale; un mercato in cui la concorrenza diverrebbe di fatto un qualcosa di artificioso e non il frutto di un processo dinamico e naturale, proprio ciò ci cui avrebbe bisogno oggi il nostro Paese”. |
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COMMERCIO: BERGAMO RILANCIA E INVESTE IN BRASILE |
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Bergamo, 9 giugno 2011 - ´Bergamo in prima fila negli investimenti lombardi in Brasile´. Così l´assessore al Commercio, Turismo e Servizi della Regione Lombardia Stefano Maullu ha esordito, chiudendo i lavori del seminario economico sul Brasile, organizzato ieri mattina a Bergamo in collaborazione con la locale Camera di Commercio e con l´Istituto nazionale per il Commercio Estero. ´I legami tra la Lombardia e il Brasile - ha spiegato Maullu - sono avviati da tempo e sono una straordinaria opportunità per le nostre Pmi, che trovano terreno fertile per gli investimenti in un grande Paese con 190 milioni di abitanti, un´età media inferiore ai 30 anni e una crescita economica vertiginosa´. ´Regione Lombardia - ha proseguito l´assessore - collabora con il sistema camerale, con l´associazionismo economico, con le agenzie nazionali di internazionalizzazione e con tutti gli attori interessati a costruire una rete di opportunità e servizi che possa accompagnare i singoli imprenditori a cogliere le sfide del mercato brasiliano. In quest´ottica abbiamo realizzato anche la recente missione a Rio e a San Paolo per promuovere il nostro sistema fieristico´. L´italia è il secondo partner commerciale europeo del Brasile, dopo la Germania, con un interscambio complessivo nel semestre di 4,093 miliardi di dollari. Quanto alla provincia di Bergamo, il Brasile figura al ventesimo posto tra i mercati di esportazioni ed è, dopo Usa, Cina, India e Turchia, al primo posto tra i Paesi extra Ue. ´Sono già diciassette - ha concluso Maullu - le imprese di Bergamo con sede in Brasile e il trend positivo delle esportazioni della filiera produttiva bergamasca all´inizio del 2011 (+3.6 per cento) è un´ulteriore conferma della straordinaria importanza del commercio internazionale´. |
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SLOVENIA, DIPENDENTI ASSICURAZIONI I MEGLIO RETRIBUITI |
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Lubiana, 9 giugno 2011 - Secondo i dati dell´Ufficio di statistica sloveno il salario medio lordo a marzo ammontava a 1524 euro, il salario medio netto invece era pari a 987 euro. Lo stipendio lordo è aumentato dallo scorso anno del 1,7 p.C., quello netto invece del 2, prendendo in considerazione il valore nominale, l´incremento reale era invece un po´ più basso. I meglio remunerati sono stati i dipendenti del settore delle informazioni e comunicazioni e quelli del settore assicurativo, dove lo stipendio lordo ammontava a 2161 euro, quelli del settore della ristorazione invece sono stati i peggio retribuiti, l´importo lordo del loro salario ammontava a 1096 euro, quello netto a 745 euro. |
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TRA ESIGENZE DI MERCATO E DIRITTI DEI LAVORATORI |
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Trento, 9 giugno 2011 - Fiat. Produttività. Diritti dei lavoratori. Precariato. Etica. Queste alcune delle parole chiave che, il 5 giugno, hanno dominato l´incontro tra il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso e il professore di economia politica a Torino, consigliere di sorveglianza e membro del Comitato di controllo di Intesa Sanpaolo, Pietro Garibaldi. A moderare l´incontro davanti ad un numeroso pubblico accorso al Castello del Buonconsiglio, il giornalista de" La Repubblica" Marco Panara. “E´ contenta che Fiat sia diventata azionista maggioritaria di Crhysler?” “Sì perché ha bisogno di internazionalizzarsi”. “Considera un successo che Fiat sia tornata ad investire in Italia?” “Quando lo vedrò - finora siamo ancora alla fase agli annunci - sarò contenta”. “Ritiene che i lavoratori di Fiat abbiano pagato un prezzo troppo alto per questo?” Sì Sono tre domande secche e relative risposte, che il moderatore Marco Panara rivolge a Susanna Camusso. Inizia così, davanti ad un pubblico delle grandi occasioni al Castello del Buonconsiglio, l´incontro tra il segretario generale della Cgil e Pietro Garibaldi. E comincia con uno sguardo critico alla vicenda economico-industriale più in vista in questo momento nel nostro Paese. Fiat. L´azienda ha sempre sostenuto le proprie richieste adducendo un bisogno di maggiore produttività e quindi proponendo soluzioni quali un´organizzazione diversa dell´orario di lavoro e dei turni. “Questo va benissimo, è materia di contrattazione ordinaria, ma su tale base si è preteso il blocco di diritti fondamentali come la libera scelta dei lavoratori sulla rappresentanza sindacale e lo sciopero” interviene Susanna Camusso che prosegue: “Fiat pretende di farsi le proprie regole e di non rispettare quelle del Paese, altrimenti se ne va, e in tutto ciò ha avuto un ruolo fondamentale l´ingerenza del Governo - anche se si afferma il contrario - che ha pesato per la divisione sindacale”. In questo modo, Fiat avrebbe costruito un modello a suo uso e consumo: un contratto nazionale e una serie di contratti aziendali, entrambi ad hoc. Una qualche forma di “strategia della tensione” nell´atteggiamento dell´azienda torinese viene descritto anche da Pietro Garibaldi: “Dal punto di vista di un osservatore esterno un modello di relazioni industriali che finisce in tribunale o che culmina in un referendum con la pistola puntata alla tempia dei lavoratori è un sistema caotico in una fase di empasse”. Dal caso specifico si passa quindi a quello generale. Da Fiat al sistema della contrattazione diffuso nel Paese. Pietro Garibaldi descrive un sistema ingessato, frammentato, vecchio di vent´anni, lento, inesistente nelle piccole imprese e, infine, praticamente incapace di legare produttività e salario. Come migliorarlo? “Io sono favorevole ad un decentramento della contrattazione - afferma Garibaldi - perché le decisioni prese a livello aziendale sono più consone alle necessità delle imprese e dei lavoratori”. Cosa ne pensa Susanna Camusso? “Credo sia interessante ragionare su quali sono oggi i problemi della contrattazione e quale potrebbe essere una proposta di miglioramento – dice – abbiamo bisogno di un progetto collettivo che tenga conto di due punti: il primo è ricostruire la produttività del Paese nel suo complesso e non solo di poche aziende, il secondo si chiama giovani”. Un altro tema molto specifico affrontato viene proposto da Garibaldi: “E´ giusto allargare le tutele anche nelle piccole imprese, dove spesso i sindacati non arrivano, ma in ogni caso non si raggiungerà mai la totalità dei lavoratori e quindi perché non prevedere almeno la garanzia di un salario minimo?” “Perché – ribatte Camusso - credo che il salario minimo in Italia avrebbe un effetto generale di abbassamento della retribuzione; del resto nei contratti esistono minimi tabellari ma questi non sempre vengono applicati in quanto in ogni azienda ci sono una miriade di trattamenti, co.Co.co, co.Co.pro, e chi più ne ha più ne metta”. La discussione si sposta quindi su temi meno tecnici e più di sistema. Precariato. Costi sociali. Discriminazioni. Assenza di un progetto collettivo condiviso. Fino ad ricercare nel campo dell´economia un tema spesso considerato scomodo o volutamente ignorato: l´etica. “Io credo che sia giusto parlare un po´ di etica come tema di riferimento per esempio considerando la questione dell´equità - dice il segretario generale della Cgil - una volta le retribuzioni stavano su una scala di 1 sta a 200, ora si parla di 1 sta a 1500: ma davvero il lavoro di un manager vale 1500 volte più di quello di un operaio?” A questa domanda risponde l´applauso. |
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SICUREZZA SUL LAVORO. APPROVATO IL NUOVO PIANO DELLAFORMAZIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA. QUASI 3 MILIONI DI EURO A DISPOSIZIONE PER REALIZZARE GLI INTERVENTI. |
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Bologna, 9 giugno 2011 – La Giunta regionale dell’Emilia-romagna ha approvato il nuovo Piano della formazione per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. Il Piano, approvato anche dal Comitato regionale di coordinamento sulla sicurezza sul lavoro, l’organo che garantisce la programmazione coordinata a livello regionale degli interventi, mette a disposizione quasi 3 milioni di euro tra risorse nazionali e regionali. Con questo secondo Piano la Regione intende procedere in continuità con il Piano straordinario della formazione per la sicurezza 2009, sia per quanto riguarda gli obiettivi da perseguire che le modalità di progettazione degli interventi formativi apportando i necessari elementi di miglioramento emersi dal confronto su quanto realizzato. La formazione dovrà riguardare i diversi aspetti che concorrono a sensibilizzare lavoratori e datori di lavoro rispetto al tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, inteso in una accezione ampia che ricomprenda anche la promozione del benessere psico-fisico dei lavoratori e il miglioramento della qualità della vita lavorativa, in particolare nelle situazioni organizzative complesse. “La sicurezza è un risultato di consapevolezza – ha detto l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro Patrizio Bianchi – dobbiamo dare ai lavoratori tutti gli strumenti necessari per comprendere in quali ambiti del processo produttivo si possono generare i rischi e metterli così in condizione di prevenirli”. Le risorse a disposizione finanzieranno per il 70% gli interventi formativi da attuarsi a livello provinciale tramite appositi bandi emanati dalle Province, mentre il restante 30% finanzierà, attraverso un bando della Regione, gli interventi che per specializzazione e bacino d´utenza e carattere sperimentale, possono essere adeguatamente svolti a livello regionale. La progettazione di interventi formativi dovrà favorire la contestualizzazione delle conoscenze e delle competenze, anche per le realtà organizzative complesse e per i diversi ruoli svolti dai lavoratori all’interno dello stesso contesto produttivo, in cui si generano rischi interferenziali. L’emilia-romagna è l’unica Regione in Italia che in attesa di una normativa nazionale in materia ha creato un proprio standard per la formazione sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. L’esperienza maturata negli anni passati ha evidenziato che questo tipo di formazione è in grado di attivare processi di apprendimento se vengono resi riconoscibili i rischi legati al lavoro e all’utilizzo di specifiche attrezzature, e se si coinvolgono i partecipanti nella riflessione sui propri comportamenti, favorendo lo scambio di esperienze e la riflessione all’interno del gruppo di apprendimento. Il Piano 2011 prevede che gli interventi formativi dedichino particolare attenzione alla formazione degli stranieri, dei giovani, degli imprenditori delle piccole e medie imprese, dei lavoratori autonomi e dei soggetti più vulnerabili e maggiormente esposti a rischi. |
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