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Notiziario Marketpress di Giovedì 16 Giugno 2011
RIFLETTORI PUNTATI SUL FUNZIONAMENTO DINAMICO DEGLI ENZIMI  
 
Bruxelles, 16 giugno 2011- Il nostro mondo è unico in quanto gli organismi viventi possono subire reazioni chimiche complesse in modo rapido e preciso, e sequenziarle insieme. Ma come possono le proteine integranti della vita accelerare queste reazioni? Ricercatori provenienti dalla Francia forniscono nuovi indizi su come realmente funzionano gli enzimi. Lo studio viene presentato sulla rivista Plos Biology. Gli scienziati dell´Institut des sciences du végétal (Ivs) presso il Centre national de la recherche scientifique (Cnrs), in Francia, in collaborazione con i colleghi del Laboratoire de chimie et biochimie pharmacologiques et toxicologiques (Lcbpt), dell´Institut de biochimie et biophysique moléculaire et cellulaire (Ibbmc) e il Laboratoire de cristallographie et Rmn biologique, hanno studiato il legame di un composto con proprietà terapeutiche per il suo bersaglio biologico. Gli esperti dicono che determinate macromolecole catalizzano reazioni biochimiche e possono essere riutilizzate più volte. La questione è, tuttavia, se queste proteine sono in grado di accelerare le reazioni. Quello che i ricercatori sanno è che l´enzima deve prima riconoscere il substrato, che viene poi in contatto con alcuni gruppi chimici per lui specifici ed è infine trasformato. In seguito il substrato è favorito dall´ambiente chimico che si instaura, ed è legato alle deformazioni di gruppi molecolari fisicamente vicini tra loro nello spazio, stando ai ricercatori. L´assemblaggio macromolecolare raggiunge quindi uno stato effimero che è altamente reattivo e che gli esperti chiamano "stato di transizione". Il risultato è che la reazione biochimica viene accelerata da un fattore di diverse centinaia di miliardi. La ricerca degli anni cinquanta ha rivelato il modello di "aggiustamento indotto", che vede il coinvolgimento del substrato nel cambiamento della forma dell´enzima. Qui, il piccolo composto inizialmente interagisce con l´enzima, e questa interazione provoca il cambiamento della forma della macromolecola, che a sua volta consente la trasformazione del substrato. In questo ultimo studio, i ricercatori hanno usato un enzima bersaglio terapeutico, indagando su un piccolo composto simile al substrato che potrebbe legarsi fortemente con l´enzima, bloccando la sua attività e rivelando le sue proprietà antibiotiche, antineoplastici e diserbanti. Il team afferma che è necessaria una fase di "aggiustamento indotto" per garantire un legame efficace del composto con l´enzima bersaglio. In poche parole, è il composto minuscolo che determina la modificazione conformazionale, una volta collegato all´enzima. Derivando la risoluzione della struttura fine di questo enzima dalla pianta Arabidopsis thaliana, i ricercatori hanno illustrato in modo efficace le interazioni e le conformazioni di ogni enzima e substrato, in ogni fase della reazione. Si forma un legame idrogeno, stabilizzando il complesso enzima-substrato nello stato di transizione. In questo modo la reazione di idrolisi enzimatica può avvenire in modo efficiente. Grazie ai loro risultati, i ricercatori ritengono che questo modello possa essere utilizzato su tutte le forme di enzima, in particolare quelle che si trovano nei batteri, che sono bersagli degli antibiotici. Essi dicono che i dati mostrano anche il meccanismo di come una molecola terapeutica può legarsi al suo bersaglio, "separandola" da esso, e quindi estendendo l´effetto del farmaco oltre il trattamento vero e proprio. I risultati di questo studio possono contribuire agli sforzi dei ricercatori di sviluppare o migliorare le proprietà farmacologiche di candidati farmaci. Per maggiori informazioni, visitare: Plos Biology: http://www.Plosbiology.org/home.action  Institut des sciences du végétal (Ivs): http://www.Isv.cnrs-gif.fr/    
   
   
SANITA´ IN LOMBARDIA: ACCORDO CON I SINDACATI PER EMERGENZA SI AUMENTANO EFFICIENZA ED EFFICACIA  
 
 Milano, 16 giugno 2011 - Il processo di riorganizzazione del sistema emergenza urgenza, avviato sulla base dell´aggiornamento e revisione della normativa di riferimento e in concomitanza con la realizzazione del progetto Nue 112 attivato in fase sperimentale nella provincia di Varese, ha visto nella giornata di ieri un momento di condivisione importante tra Regione Lombardia, nella persona dell´assessore alla sanità Luciano Bresciani, Areu, e Cgil Cisl e Uil regionali, che hanno firmato un documento programmatico basato sulla condivisione di obiettivi e ipotesi organizzative. Il documento rappresenta il primo passo dell´iter di approvazione del progetto nel suo complesso e sarà presentato a breve in Commissione Terza. Il progetto elaborato da Areu e Regione Lombardia si pone l´obiettivo di migliorare la programmazione dell´attività di soccorso nel territorio regionale al fine di rendere più omogenea l´erogazione del servizio, e perseguire un ulteriore qualificazione del sistema. Incremento e ridistribuzione dei mezzi di soccorso, revisione dell´attività e dell´organizzazione delle Coeu, revisione delle procedure di accreditamento e assegnazione delle postazioni dei mezzi di soccorso di base, ridefinizione dei percorsi formativi per il personale, potenziamento della infrastruttura tecnologica e sviluppo della telemedicina sono i contenuti del progetto in via di approvazione. Assessorato, Areu e Forze sindacali hanno convenuto di proseguire il percorso di condivisione in ambito regionale in riferimento ai temi individuati e di attivare specifici momenti di confronto in ambito territoriale. "Continua il percorso per l´innovazione del sistema emergenza urgenza - spiega l´assessore Luciano Bresciani - che ha già dato significativi risultati con un incremento di efficienza ed efficacia. Alla snellezza operativa del sistema creato in sussidiarietà orizzontale si aggiunge un incremento dei mezzi operativi sul territorio, rafforzando la sicurezza e la formazione qualificata di tutti gli operatori, ed esprimendo economie di scala".  
   
   
AL LAVORO PER LA “SALUTE” DELL’AMBIENTE CITTADINO L’A. O. FATEBENEFRATELLI E OFTALMICO E ACTL PRESENTANO IL PROGETTO PER FAVORIRE LA MOBILITÀ SOSTENIBILE DELLA STRUTTURA OSPEDALIERA  
 
Milano, 16 giugno 2011 - Sostenere la realizzazione e l’implementazione di un Piano di Mobilità Sostenibile per l’A. O. Fatebenefratelli e Oftalmico che consenta di diffondere forme di mobilità alternativa all’uso individuale dell’auto privata e che renda disponibili soluzioni innovative all’esigenza di mobilità di tutti coloro che si recano presso la struttura (dipendenti, utenti, fornitori). E’ l’obiettivo del progetto Fatebenemobilità la prima esperienza a Milano in cui una realtà ospedaliera si confronta con l’importante tema della mobilità sostenibile. L’iniziativa, realizzata da A. O. Fatebenefratelli e Oftalmico e Actl (Associazione per la Cultura e il Tempo Libero), con la collaborazione tecnica di Muoversi, il contributo di Fondazione Cariplo e con il sostegno di Ancma, Click Utility, E-gazette, Euromobility, Mobility Lab, è stata presentata oggi nel corso di una conferenza stampa presso la struttura ospedaliera. Il progetto si articola in tre azioni e prevede: I Azione - studio delle abitudini ed esigenze di spostamento dei dipendenti della struttura e dell’utenza e stesura di un Piano di Mobilità Sostenibile. Ii Azione - messa in atto delle soluzioni individuate nel Piano della Mobilità Sostenibile per il miglioramento dell’accessibilità interna ed esterna di pazienti e famiglie, dipendenti, fornitori. Iii Azione - Un’intensa azione di comunicazione e valutazione accompagnerà l’intera vita del progetto, sostenendolo e contribuendo ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi. Attualmente è in fase di realizzazione l’azione di studio e analisi attraverso la quale è possibile rilevare dati importanti circa l’accessibilità della sede dell’Ospedale. Geolocalizzazione - è stata analizzata la collocazione geografica del domicilio di 1342 dipendenti dell’Ospedale. Di questi oltre il 47% risiede nel comune di Milano, il 28% proviene dalla provincia di Milano e il 24% proviene da fuori provincia. Accessibilita’ Alla Sede - Ogni giorno l’ospedale Fatebenefratelli ospita 1.537 dipendenti e circa 900 utenti dei servizi offerti. L’analisi di accessibilità alla struttura ospedaliera è il risultato di un attento studio, preceduto da un sopralluogo durante il quale è stata verificata l’accessibilità alla sede di Corso Porta Nuova con i diversi mezzi di trasporto. Mezzi di trasporto privati - L’accessibilità alla sede con il mezzo privato è stata analizzata valutando le varie modalità di trasporto (automobile, moto, motorino o la bicicletta). Per questa analisi è stato verificato lo stato dei parcheggi della sede, sia interni sia esterni, relativamente alla modalità di accesso, le segnaletiche verticali e orizzontali presenti all’interno e all’esterno, lo stato dell’illuminazione e il tasso di riempimento. L’analisi di accessibilità è utile per valutare se il sistema di offerta di trasporti disponibili soddisfa la domanda di mobilità dei dipendenti e se le condizioni dei parcheggi possono influenzare la modalità di spostamento dei dipendenti e degli utenti. Il tasso di riempimento dei parcheggi auto durante il sopralluogo risulta del 174%; Il tasso di riempimento dei posti riservati alle bici risulta del 62% (sopralluogo effettuato in mesi invernali); L’offerta dei parcheggi interni non riesce a soddisfare la domanda potenziale, con una pressione di circa 400% nelle prime ore del mattino. Mezzi di trasporto pubblici - L’analisi degli utenti serviti dal trasporto pubblico serve a capire quante persone sono potenzialmente servite dalle linee di trasporto pubblico che portano i dipendenti dall’abitazione alla sede di lavoro. L’ospedale Fatebenefratelli è situato in una zona centrale, ben servita dai mezzi pubblici. Infatti l’Ospedale dista 400 m dalla stazione della Metro 3 “Repubblica” e dal Passante Ferroviario. Inoltre nelle immediate vicinanze, sono presenti 11 linee urbane ed extraurbane che servono direttamente la sede nella fermata di Piazza Repubblica (raggio di 400m). I dipendenti potenzialmente serviti dai mezzi di trasporto pubblico sono il 57%. Il prossimo intervento consisterà nel coinvolgimento diretto dei destinatari del progetto (dipendenti, utenti) attraverso la compilazione di un questionario che consentirà di analizzare le abitudini di spostamento e di studiare soluzioni che rispondano alle esigenze individuali di mobilità nel pieno rispetto dell’ambiente. Il Progetto - Una metropoli come Milano raccoglie sul suo territorio un elevato numero di poli attrattori di traffico, tra i quali le università, le grandi aziende, gli aeroporti, le stazioni, le fiere e gli ospedali. Tali realtà vedono, al loro interno ed esterno, una grande movimentazione di personale, visitatori, fornitori e utenti dei servizi offerti che, se non efficacemente gestita, può avere grandi ripercussioni sia per loro stessi che per il contesto urbano in cui sono inseriti. L’azienda Ospedaliera Fatebenefratelli, alla pari di altre realtà, è un grande attrattore di traffico e per tale motivo necessita di una strategia di interventi sul piano della mobilità, finalizzata non solo a regolare gli accessi – azione già intrapresa dalla Direzione dell’ospedale– ma anche a offrire modalità e servizi alternativi all’automobile per produrre risultati sia in termini di diminuzione del traffico di area, sia per fornire un’offerta sempre più efficiente a tutti gli utenti in termini di interconnessione con i servizi presenti in zona. Il progetto Fatebenemobilità nasce con la finalità di promuovere la realizzazione e l’implementazione di un piano di mobilità sostenibile per l’Ospedale Fatebenefratelli, struttura ospedaliera presente nel cuore di Milano, che consenta di ripensare la mobilità territoriale interna alla struttura in un’ottica di efficienza e di sostenibilità. Il progetto si propone quindi di contribuire alla diffusione di forme di mobilità alternativa all’uso individuale dell’auto privata, attuando interventi che rendano disponibili soluzioni innovative all’esigenza individuale di mobilità e in grado di modificare abitudini consolidate, riducendo significativamente la propensione all’uso dell’auto privata. I destinatari di tale azione sono i dipendenti, i pazienti e le loro famiglie, i fornitori e quanti a titolo diverso si recano alla struttura ospedaliera. Il progetto si articola in 3 azioni: Azione 1 – Definizione del Piano della Mobilità Sostenibile ( gennaio 2011 – dicembre 2011) Prevede l’analisi delle abitudini e delle esigenze di spostamento dei dipendenti della struttura e dell’utenza e l’analisi del sistema delle forme di trasporto sostenibili collettive (mezzi pubblici) e individuali (carsharing, bikesharing) a disposizione. Attraverso l’elaborazione delle informazioni e dei dati raccolti sono individuate le criticità e le aree prioritarie di intervento. Nell’ambito di tale azione sarà individuata una figura che, all’interno dell’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico, curerà gli aspetti relativi alla mobilità della struttura, seguendo lo sviluppo del progetto e conseguentemente degli obiettivi del Piano di Mobilità. Tale figura, in veste di Referente della Mobilità, sarà affiancata per tutta la durata del progetto da esperti per l’implementazione degli obiettivi individuati dal Piano. In fase progettuale l’iniziativa prevede lo sviluppo di aree specifiche di analisi riguardanti innovazioni, implementazione dei servizi e di ottimizzazione degli spazi dell’azienda ospedaliera. Nell’ambito del Piano della Mobilità Sostenibile, è prevista una progettazione ad hoc per l’adeguamento/ampliamento dell’attuale “spazio mobilità bambini” realizzato dal reparto Pediatria con pista ciclabile per degenti. Azione 2 – Implementazione del Piano della Mobilità Sostenibile (novembre 2011 – luglio 2012) Durante la seconda fase del progetto vengono messi in atto gli interventi individuati nel Piano della Mobilità Sostenibile coinvolgendo, attraverso azioni di comunicazione ed informazione, i diversi utenti dell’Ospedale (pazienti e famiglie, dipendenti, fornitori e consulenti). Azione 3 – Comunicazione e valutazione del progetto (gennaio 2011 – luglio 2012) Un’intensa azione di comunicazione e valutazione accompagna l’intera vita del progetto, sostenendolo e contribuendo ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi fissati.  
   
   
IL PRIMO IMPIANTO DELLA VALVOLA CARDIACA TRANSCATETERE PORTICO  
 
 Milano, 16 giugno 2011 – St. Jude Medical, ha effettuato il primo impianto della valvola cardiaca aortica transcatetere Portico. La procedura è stata eseguita dal dottor John Webb, direttore del reparto di cateterismo cardiaco e cardiologia interventistica dell´Ospedale St. Paul´s a Vancouver, British Columbia. "Il primo impianto della valvola transcatetere Portico costituisce un importante risultato del nostro impegno trentennale nel campo delle valvole cardiache a uso chirurgico", ha affermato Frank J. Callaghan, presidente della divisione cardiovascolare di St. Jude Medical. "La valvola è progettata per risolvere molte delle limitazioni associate alla prima generazione di valvole transcatetere ed ha dimostrato diversi vantaggi, in quanto è stata riposizionata durante la sua prima procedura di impianto". La valvola, costituita da tessuto pericardico bovino, è stata progettata per aumentare il controllo e la precisione dei medici durante il suo posizionamento. La valvola transcatetere Portico può essere completamente ritirata e riposizionata in sito (il processo che porta la valvola di nuovo nel catetere) e recuperata prima che venga collocata definitivamente, permettendo ai medici di riposizionare la valvola nel sito di impianto. Nessun’altra valvola transcatetere attualmente sul mercato ha la capacità di essere riposizionata o recuperata. Sono circa 400.000 i pazienti affetti da grave stenosi aortica, considerati ad alto rischio o inoperabili attraverso la convenzionale terapia di sostituzione della valvola a cuore aperto, che potrebbero essere trattati con la valvola transcatetere St. Jude Medical. Due modalità di posizionamento saranno disponibili per la valvola Portico, transfemorale (posizionamento attraverso l´arteria femorale) e transapicale (posizionamento tramite una piccola incisione nell´apice del ventricolo sinistro). "In Italia, solo nell’ultimo anno, sono state effettuate 1.600 procedure di Tavi (Transcatheter Aortic Valve Implantation; impianto di valvola aortica transcatetere)" afferma Giulio Guagliumi, Presidente della Società Italiana di Cardiologia Invasiva, Dipartimento Cardiovascolare Ospedale Riuniti di Bergamo. "Si tratta di una procedura molto innovativa, in continua evoluzione tecnologica per rispondere ad una maggiore precisione di impianto e facilità d´uso in pazienti molto delicati. Le valvole percutanee di prima generazione hanno già risultati stabili di follow up a 5 anni dall´impianto. Poter disporre di valvole di seconda generazione che sfruttano l´esperienza accumulata in questi anni ci permetterà di ottenere risultati ancora migliori nei pazienti". Delle ultime novità tecniche e dei risultati di durata della Tavi si parlerà in modo esteso al 32° Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia Invasiva (Genova, 11-14 ottobre 2011). La sperimentazione clinica della valvola transcatetere aortica in Europa è prevista per la fine del 2011.  
   
   
LA COLONSCOPIA SI TINGE DI BLU DAL 16 AL 18 GIUGNO CONVEGNO INTERNAZIONALE IN HUMANITAS  
 
 Rozzano, 16 giugno 2011 - Si terrà presso l’Istituto Clinico Humanitas, dal 16 al 18 giugno, il convegno Image - International Meeting Advanced Gastroenterology Endoscopy, che riunisce la comunità dei gastroenterologi ed endoscopisti italiani per tre giorni di dibattito e confronto con alcuni massimi esperti internazionali del settore. “L’evento scientifico - spiega il dott. Alessandro Repici, responsabile del Servizio di Endoscopia Digestiva di Humanitas - è caratterizzato dalla possibilità di assistere ad interventi endoscopici eseguiti in diretta dagli esperti stranieri e di discutere con loro delle più importanti innovazioni tecnologiche e delle nuove strategie di cura mini-invasiva delle malattie digestive. Si tratta della seconda edizione del meeting, che quest’anno vedrà la partecipazione di circa 500 specialisti e delle più grandi aziende del settore dell’endoscopia e della cura mini-invasiva delle patologie digestive”. Il corso avanzato, diretto dal prof. Alberto Malesci e dal dott. Alessandro Repici, è organizzato in collaborazione con Janssen. Ecco alcune delle novità presentate nel corso dell’appuntamento scientifico: Dalla ricerca la “blu-colonscopy” - E’ una tecnica innovativa messa a punto dai medici-ricercatori di Humanitas, che insieme ad un’azienda italiana (Cosmo Pharma) hanno sviluppato una pillola blu da assumere poche ore prima della colonscopia. Questa pillolina, una volta raggiunto l’intestino, libera un colorante (il blu di metilene) normalmente utilizzato per la cromoendoscopia, una metodica utile per evidenziare le alterazioni della mucosa. La colorazione blu della mucosa, evidenziando in maniera chiara i polipi del colon, migliora la capacità del medico di identificare le lesioni più piccole e più precoci. “La Blu-colonoscopy - spiega il dott. Repici - consente dunque, con un approccio molto semplice e di facile attuazione per il paziente, di migliorare la capacità diagnostica soprattutto nell’ambito dei programmi di screening del tumore del colon, che rappresenta la seconda causa di morte per cancro nel mondo. Si tratta di un prodotto unico, in questo momento oggetto di uno studio sperimentale condotto dai medici di Humanitas, i cui risultati saranno presto disponibili e pubblicati su un’importante rivista scientifica”. Palloni intragastrici gestibili dal paziente - Il pallone intragastrico è una soluzione sempre più frequentemente adottata contro l’obesità per ottenere una perdita di peso di circa il 20% in un periodo variabile tra sei mesi ed un anno. La novità dei palloni intragastrici presentati nel corso di Image è la loro caratteristica di poter essere gonfiati e sgonfiati dal paziente, sulla base dei sintomi e della tollerabilità. Un protocollo di sicurezza contro le interazioni di farmaci - Consentirà al paziente di assumere contemporaneamente farmaci antireflusso e farmaci cardiologici, senza interazioni. Un problema, questo, particolarmente importante perché sono milioni gli italiani affetti da patologie sia gastro-esofagee sia cardiologiche, che necessitano per tutta la vita una doppia terapia. Il prof. Sharara da Beirut presenterà dati scientifici molto robusti a supporto dell’uso contemporaneo di farmaci antireflusso e cardiologici. Il decalogo anti-reflusso - Dal dibattito tra esperti emergerà quello che è stato definito “il decalogo del reflusso”: un elenco di norme e comportamenti semplici ma importanti per controllare i sintomi da reflusso gastroesofageo, seguire uno stile di vita salutare e prevenire il rischio di sviluppare l’esofago di Barrett ed il tumore dell’esofago, che rimane la sesta causa di morte per cancro nel mondo. 1. Non fumare; 2. Ridurre il peso corporeo; 3. Limitare l’uso delle bevande alcooliche; 4. Preferire il vino rosso a quello bianco; 5. Evitare pasti troppo abbondanti; 6. Limitare i cibi che peggiorano il reflusso (agrumi, pomodoro, cioccolato, soffritti); 7. Dopo i pasti, attendere tre ore prima di andare a dormire; 8. Assumere eventuali terapie sotto controllo medico, anche per un lungo periodo; 9. Sottoporsi a gastroscopia ogni 5 anni, per evidenziare l’eventuale insorgenza dell’Esofago di Barret; 10. In caso di Barrett, non sospendere mai la terapia medica ed effettuare la gastroscopia.  
   
   
FARMACI BIOSIMILARI, IL CONSIGLIO DI STATO DÀ RAGIONE ALLA TOSCANA  
 
Firenze, 16 giugno 2011 – Sentenza del Consiglio di Stato a favore della Regione Toscana sulla questione dei farmaci biosimilari. Il Consiglio di Stato ha respinto due appelli (uno contro la Regione, l’altro contro l’Estav Centro) fatti da un’azienda farmaceutica, la Janssen Cilag spa, che aveva impugnato una delibera della Regione che dettava i criteri per l’approvvigionamento di farmaci biosimili, e una gara bandita dall’Estav per l’acquisto di epoetina alfa (un farmaco usato per il trattamento di anemia indotta da trattamenti chemioterapici). La ditta aveva già fatto ricorso al Tar, che lo aveva respinto. Ora, anche il Consiglio di Stato dà ragione alla Regione. “Sono compiaciuta di questa sentenza del Consiglio di Stato – commenta l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – che dà atto alla Regione Toscana di aver raggiunto il miglior equilibrio possibile tra l’esigenza del servizio pubblico di fornire, a parità di efficacia, il farmaco meno costoso, e quella di garantire la libertà di scelta del farmaco più appropriato. Una sentenza che, comunque, non mette minimamente in discussione il proficuo rapporto di collaborazione tra Regione Toscana e industria farmaceutica”. La sentenza del Consiglio di Stato, nel respingere il ricorso, recita testualmente, a proposito della scelta della Regione: “Non si vede come si potesse raggiungere un miglior equilibrio fra le esigenze contrapposte: da un lato quella di fornire al servizio pubblico il materiale meno costoso, a parità di efficacia; e dall’altro quella di garantire la libertà di scelta del farmaco più appropriato, in quei casi particolari nei quali vi sia una seria e motivata indicazione in tal senso”. La Regione, con la delibera 592 del 7 giugno 2010, aveva emanato disposizioni per l’approvvigionamento dei farmaci biotecnologici (fra questi, le epoetine), disponendo che le gare per la fornitura debbano essere bandite facendo riferimento ai principi attivi con le rispettive denominazioni scientifiche, e non a singoli prodotti commerciali. Questo implica che le case produttrici concorrono in condizioni di parità, e che non c’è nessun vantaggio precostituito per la ditta produttrice del farmaco cosiddetto “originator” (rispetto agli altri cosiddetti similari). Ma la stessa direttiva stabilisce anche che i pazienti in trattamento con un determinato prodotto debbano proseguirlo con lo stesso prodotto (anche se diverso da quello che ha vinto la gara). Allo stesso modo, anche per i pazienti che iniziano il trattamento per la prima volta il medico può prescrivere un prodotto diverso da quello che avrà vinto la gara, inviando una motivata relazione alla direzione sanitaria. Al di fuori di queste eccezioni, dovrà essere sempre somministrato il prodotto che avrà vinto la gara. Contro la delibera aveva fatto ricorso, prima al Tar, poi al Consiglio di Stato, la Janssen Cilag, produttrice del prodotto “originator” epoetina alfa.  
   
   
AL CENTRO SOCIALE ANZIANI OTTAVIA ROMA UN INCONTRO SULLA PREVENZIONE E CURA DELL’INCONTINENZA URINARIA  
 
Roma, 16 giugno 2011- “L´incontinenza urinaria da sforzo , spiega il Dottor Quirico Maglioni ,Dirigente I° Livello del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia e Responsabile della Chirurgia Ricostruttiva del Pavimento Pelvico Ospedale San Pietro Fatebenefratelli, Roma “colpisce in Italia oltre 3 milioni di donne per le conseguenze di gravidanze e parti - il 50% riporta un danno pelvico già al primo parto- e per le trasformazioni fisiologiche della menopausa. Le fughe involontarie di urina si manifestano a seguito di piccoli sforzi come un colpo di tosse, una risata o il sollevamento di una borsa. Malgrado l’elevata incidenza che, con ansia, depressione e isolamento legati al timore di non riuscire a controllare la vescica, incide pesantemente sulla qualità della vita, i rapporti sociali e l´intesa di coppia, L’incontinenza urinaria continua a rimanere una patologia nascosta. Solo una minoranza di donne affronta il problema con lo specialista mentre le altre si rassegnano ai pannoloni. “ A fare chiarezza e a indicare le terapie per la prevenzione e la cura della patologia è l’iniziativa promossa dalla Ginecologia e Chirurgia Ricostruttiva del Pavimento Pelvico dell’ Ospedale San Pietro Fatebenefratelli che organizza, venerdì 17 aprile alle ore 17,30 presso il Centro Sociale Anziani Ottavia, Via Trionfale 11556, Roma, un incontro con la popolazione femminile romana dedicato all’incontinenza urinaria. “Moltissime donne affette da questa patologia” precisa la dottoressa Arabella Biaggi dell’ambulatorio di ginecologia dell’ospedale San Pietro Fatebenefratelli , “non sanno infatti che esistono oggi cure efficaci e risolutive a carico del Sistema Sanitario Italiano e cioè gratis per la paziente basate sulla rieducazione perineale, l’ elettrostimolazione, i farmaci e nuove tecniche di chirurgia mininvasiva che si chiamano Monarc e Miniarc basate sull´applicazione di sling - retine in polipropilene che posizionate sotto all´uretra per via vaginale risolvono definitivamente . “Rispetto agli interventi invasivi del passato” precisa il dottor Maglioni, “che si effettuavano attraverso un’incisione sull’addome in anestesia generale, ricovero e convalescenza prolungati, i nuovi trattamenti,si effettuano in anestesia locale o locoregionale in regime di day hospital, con un ritorno alle normali attività entro una settimana.” “E’ importante”, concludono gli esperti , “informare le donne per risolvere il problema già alla prime manifestazioni, senza sottovalutarlo e subirlo per anni con un atteggiamento di rassegnazione legata all’errata convinzione che a una certa età perdere urina è quasi normale”. La divione di ostrecia e ginecologia dell’ospedale Fatebenetratelli dispone di n… posti letto con circa … visite e … interventi all´anno.  
   
   
SANITA’: OK A PROGETTO ULLSS VERONESI PER BIMBI DOWN UN MODELLO CHE POTREBBE ESSERE ESTENDERE A TUTTO IL VENETO”  
 
 Venezia, 16 giugno 2011 - Via libera dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla sanità Luca Coletto, ad un nuovo progetto sperimentale delle tre Ullss veronesi (la 20 di Verona, la 21 di Legnago e la 22 di Bussolengo) per dare una risposta integrata ai bisogni sanitari, educativi e sociali dei bambini portatori della sindrome di Down della provincia di Verona. “La sanità veronese – sottolinea Coletto – ha una lunga e prestigiosa esperienza nell’assistere questi bimbi colpiti da una sindrome così impattante e le loro famiglie, iniziata sin dal 2000 e poi affinatasi con il coinvolgimento di tutte e tre le Ullss. Il nuovo progetto che abbiamo approvato – aggiunge Coletto – fa tesoro delle esperienze precedenti e sviluppa nuovi percorsi assistenziali, profondamente innovativi e forieri di altri successi nel difficile cammino di cura e assistenza ai bambini down. Un lavoro importante, per il quale sono grato ai direttori generali Bonavina, Carraro e Dall’ora”. L’innovatività del progetto, attraverso una presa in carico precoce e con il diretto coinvolgimento dei genitori dei piccoli pazienti, è rappresentata dalla risposta integrata ed allargata alle diverse aree dei bisogni sociali ed educativi, che comprende quindi non solo interventi di tipo sanitario, ma anche assistenza psicologica e psicopedagogica, interventi sui genitori e sugli insegnanti, e azioni di rinforzo verso tutte quelle funzioni (cognitive, motorie, comportamentali) che, a seconda dell’età, possono essere richieste in ambito scolastico per la socializzazione, per la formazione professionale e per sviluppare in ognuno dei ragazzi autonomie primarie e secondarie. Al termine della sperimentazione della durata di un anno, i direttori generali delle Ullss veronesi redigeranno una dettagliata relazione alla Giunta regionale sull’attività svolta e sui risultati ottenuti, “sulla base della quale – annuncia Coletto – valuteremo anche la possibilità di estendere in tutto il Veneto questo nuovo modello assistenziale”.  
   
   
SALUTE, DA VENERDÌ 17 A SABATO 18 GIUGNO AL TEATRO DELLA GIOVENTÙ CONVEGNO SULLA PRESENTAZIONE RETE REGIONALE LIGURE TERAPIA DEL DOLORE  
 
 Genova, 16 Giugno 2011 - Una rete regionale della terapia del dolore per affrontare il dolore in tutte le sue forme. Verrà presentata sabato in occasione del convegno che prenderà il via venerdì 17 giugno e si concluderà sabato 18 presso il Teatro della Gioventù di Genova. All´iniziativa, patrocinata dalla Regione Liguria ed dal Comune di Genova, prenderanno parte, tra gli altri, l´assessore regionale alle politiche sociali, Lorena Rambaudi, l´assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo e il direttore del dipartimento salute e servizi sociali della Regione Liguria, Franco Bonanni. Il convegno sarà dedicato alla formazione dei professionisti che operano nel settore: dal medico di famiglia, agli specialisti che si occupano di patologie con componenti dolorose, all´esperto in terapia del dolore. I temi trattati saranno lo stato di attuazione della legge 38 del 2010 che riconosce istituzionalmente il dolore malattia, gli scenari che si aprono alla luce delle nuove conoscenze biomolecolari, il ruolo svolto dai farmaci nella pratica clinica e l´aspetto organizzativo e la collaborazione con i medici del pronto soccorso.  
   
   
TOSCANA PREMIATA A ROMA PER LE POLITICHE PER GLI ANZIANI  
 
Firenze, 16 giugno 2011 ¨C Un premio alla Regione Toscana per le politiche e l¡¯attenzione dedicata agli anziani. E¡¯ stato assegnato oggi all¡¯assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia nel corso della convention di Federanziani, nell¡¯ambito del Sanit, l¡¯8¡ã Forum internazionale della salute che si tiene in questi giorni a Roma. Il premio, un quadro realizzato da un giovane artista, Simone Miccich¨¨, che rappresenta il volto di un anziano, ¨¨ stato attribuito alla Toscana ¡°per l¡¯impegno che ogni giorno svolge a favore dei cittadini, in particolare gli anziani¡±. Con la Regione Toscana, sono state premiate altre 7 istituzioni che si sono distinte per l¡¯attenzione alla terza et¨¤; tra questi, il ministro della salute Ferruccio Fazio. ¡°Sono davvero orgogliosa di ricevere questo premio ¨C ha detto l¡¯assessore Daniela Scaramuccia ¨C E¡¯ importante che ad attribuirlo sia proprio una giuria di anziani, che sono i principali fruitori dei nostri servizi. E ringrazio tutti i professionisti che in questi anni hanno contribuito a rendere migliori questi servizi. La Toscana ¨¨ una delle regioni pi¨´ ¡°vecchie¡±, tra qualche anno gli over65 saranno un quarto della popolazione. E nella nostra regione l¡¯aspettativa di vita ¨¨ cresciuta molto negli ultimi 15 anni, passando dal 75.7 del 1995 all¡¯attuale 79.6 per gli uomini, e dall¡¯81.8 del ¡¯95 all¡¯attuale 84.7 per le donne. In parte si deve senz¡¯altro al clima e alla buona qualit¨¤ di vita che c¡¯¨¨ in Toscana, ma senza dubbio una parte del merito ¨¨ da riconoscere ai servizi sanitari e sociali e a tutte le istituzioni ¨C Comuni, Societ¨¤ della Salute, Asl ¨C e associazioni che insieme operano ogni giorno per migliorare la qualit¨¤ dell vita degli over 60¡å. Davanti alla platea di Federanziani, l¡¯assessore ha ricordato le Societ¨¤ della Salute e l¡¯esperienza toscana dell¡¯Afa, l¡¯Attivit¨¤ fisica adattata. ¡°La strada perseguita dalla Regione Toscana ¨¨ quella dell¡¯integrazione: tra medici di famiglia e professionisti, tra realt¨¤ diverse, tra le istituzioni. Attraverso la strumento delle Societ¨¤ della Salute, consorzi di funzioni tra Comuni e Asl, portiamo avanti l¡¯integrazione delle politiche socio-sanitarie. Un¡¯iniziativa che si sta progressivamente diffondendo in tutta la regione ¨¨ l¡¯Afa, l¡¯Attivit¨¤ fisica adattata, in cui coinvolgiamo un numero sempre maggiore di over 65. Un¡¯attivit¨¤ guidata, che riduce i dolori, migliora la postura, la mobilit¨¤ e contrasta l¡¯isolamento sociale. Secondo noi, la strada da seguire per mantenere in salute una popolazione che ¨¨ una grande ricchezza per la nostra regione¡±. Il premio, dal titolo ¡°60 e pi¨´¡±, ¨¨ stato ideato da Federanziani, un¡¯associazione nata per tutelare i diritti e promuovere la qualit¨¤ della vita degli anziani, per valorizzare le eccellenze del servizio sanitario nazionale che dimostrano una particolare sensibilit¨¤ verso il mondo dei pazienti ¡°over 60¡å: un riconoscimento che viene attribuito non solo per l¡¯eccellenza medico-scientifica delle strutture sanitarie, ma per la qualit¨¤ del servizio intesa in senso pi¨´ ampio, quindi anche l¡¯umanit¨¤ dei professionisti, la capacit¨¤ di ascolto e di accoglienza del paziente. A decidere istituzioni e strutture da premiare, in un elenco di oltre 60, ¨¨ una giuria interamente composta da ultrasessantenni. In Toscana, al 1¡ã gennaio 2010, secondo gli ultimi dati Istat, risiedono 3 milioni e 730 mila persone. Gli ultra65enni sono 867.000, circa il 23% del totale. Le donne over 65 superano il mezzo milione di unit¨¤ in termini assoluti. Secondo proiezioni Istat, nel 2023 gli over 65 toscani sfioreranno il milione di unit¨¤, un quarto del totale della popolazione. La speranza di vita alla nascita ¨¨ cresciuta in maniera costante dal 1991 ad oggi: dai 74,9 anni per i maschi e 81,2 anni per le femmine, si ¨¨ passati rispettivamente a 79.9 e 84.7 anni. L¡¯indice di vecchiaia al 1¡ã gennaio 2011 (rapporto tra la popolazione di 65 anni e pi¨´ e la popolazione di et¨¤ 0-14 anni) ¨¨ 183, contro il 144 nazionale. Pi¨´ in alto della Toscana, soltanto Liguria (233) e Friuli Venezia Giulia (186).  
   
   
I BATTAGLISTI LA PITTURA DI BATTAGLIA DAL XVI AL XVIII SECOLO 16 GIUGNO - 30 OTTOBRE 2011 VILLA D’ESTE – TIVOLI  
 
Tivoli, 16 giugno 2011- Apre oggi a Villa d’Este a Tivoli la mostra “I battaglisti – la pittura di battaglia dal Xvi al Xviii secolo”, che resterà aperta al pubblico fino al 30 ottobre 2011. Promossa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, la mostra con il relativo catalogo, organizzata dalla De Luca Editori d’Arte, è curata da Giancarlo Sestieri, studioso che da anni si dedica alla ricerca sulla tematica dei pittori di battaglia. L’esposizione si propone di ripercorrere, attraverso circa 50 opere realizzate dai maggiori artisti del genere, la tematica dei soggetti “bellici”, che si andò affermando in Italia a partire dagli anni ’30 del Xvii secolo. La pittura di battaglia fu un genere amato e richiesto soprattutto dai committenti privati, dalle grandi famiglie aristocratiche, come i Medici a Firenze e gli Estensi a Parma. Uno dei punti di riferimento per i pittori che si cimentarono in questo tipo di rappresentazione fu l’affresco commissionato al Cavalier d’Arpino nel 1600 per il Palazzo dei Conservatori a Roma e terminato l’anno seguente, raffigurante la “Battaglia dei Romani sotto il Re Tullio Ostilio, contro Veienti e Fidenati”. Ma anche lo stesso Raffaello Sanzio, con i suoi allievi, fu di esempio ai tanti artisti che si dedicarono alla rappresentazione di battaglie; i suoi cartoni della “Battaglia di Ponte Milvio” (realizzata poi da Giulio Romano) furono ripresi e copiati da molti artisti. Tanti i grandi maestri del passato che si cimentarono disegnando e realizzando dipinti e affreschi raffiguranti scene belliche, tra questi citiamo: Leonardo, Piero della Francesca, Paolo Uccello, Tiziano e Antonio Tempesta, del quale è in mostra un’opera su rame “Goffredo di Buglione medicato da un angelo” tratta da un episodio della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso. Nelle splendide stanze di Villa d’Este si potranno ammirare le opere realizzate da alcuni dei maggiori protagonisti di questa particolare “corrente” tematica: Vincent Adriaenssen, detto il Manciola in quanto aveva perso la mano destra, che decorò alcuni dei palazzi più prestigiosi della nobiltà romana, tra i quali Borghese, Altemps, Doria Pamphilj e Colonna. E ancora sarà esposta una “Battaglia dinanzi a un paese su un colle” un’opera di Michelangelo Cerquozzi, considerato uno dei massimi esponenti di questa corrente, soprannominato il Michelangelo delle Battaglie ; Aniello Falcone, indiscusso caposcuola dei battaglisti napoletani e particolarmente attivo nel Seicento, è presente in mostra con due opere, una “Battaglia fra Cristiano e Turchi” e “San Michele interviene all’assedio di Siponti da parte degli Eruli di Odoacre”, scena di un accampamento tratta da un episodio storico; Jacques Courtois, detto il Borgognone, uno dei massimi protagonisti del filone, è presente in mostra con quattro dipinti, nel suo “Scontro di cavallerie con torrione sulla sinistra”, emerge tutta la sua capacità di coinvolgere lo spettatore. Francesco Monti, conosciuto con l’appellativo di Brescianino e maestro di Ilario Spolverini, che a Villa d’Este è rappresentato da una vivace “Battaglia fra Cristiani e Turchi”, noto artista di battaglie nell’Italia Centro settentrionale, in particolare per i Farnese, e attivo per ben oltre un trentennio, è presente in mostra con tre dipinti. A Venezia si distinse Francesco Antonio Simonini che, dopo aver lavorato a Parma, Roma, Firenze e Bologna, realizzò a Venezia la maggior parte dei suoi lavori. In mostra una particolare “Battaglia con Arlecchino” che si distingue da tutte le altre opere per la singolare presenza di un arlecchino intento ad osservare dall’alto la scena di “battaglia”. La mostra rappresenta un excursus completo sulla storia di questa tematica; uno sguardo che, attraverso le opere dei suoi maggiori interpreti, ci offre una panoramica su un filone ancora poco conosciuto, dalla sua nascita al momento di massima diffusione.  
   
   
VIA A BANDO DA 5,5 MILIONI PER IMPIANTI SPORTIVI DA IERI FINO A 20 OTTOBRE SI POTREANNNO PRESENTARE LE DOMANDE FORMIGONI E RIZZI: RISORSE FONDAMENTALI PER IL SETTORE  
 
Milano, 16 giugno 2011 - E’ stato aperto ufficialmente ieri il nuovo bando di Regione Lombardia dedicato al sostegno dell´impiantistica sportiva. Fino al 20 ottobre sarà possibile presentare le domande per ottenere i contributi in conto interessi per la realizzazione di impianti sportivi di uso pubblico. Il bando era stato approvato dalla Giunta regionale nelle scorse settimane, su proposta dell´assessore allo Sport e Giovani Monica Rizzi, con una dotazione finanziaria di 5.500.000 euro. La presentazione alla stampa è avvenuta oggi alla presenza del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, dell´assessore Monica Rizzi, oltre che del direttore generale dell´Istituto per il Credito Sportivo, Maria Lucia Candida e del presidente della Fipav Adriano Pucci Mossotti. Il presidente Formigoni ha elogiato il "lavoro complesso dell´assessore Rizzi dedicato alla ricerca delle risorse pubbliche per la realizzazione di questo bando". "Questo straordinario risultato - ha detto Monica Rizzi - è il frutto di un lavoro di squadra e le risorse che saranno destinate sono fondamentali per tutta l´impiantistica sportiva lombarda. In Lombardia ci sono più di 16.000 impianti distribuiti in oltre 6.000 centri sportivi. Molti di essi hanno bisogno di interventi di ristrutturazione. In particolare, verranno destinati più fondi ai soggetti che decideranno di ammodernare i loro impianti per renderli accessibili ai diversamente abili". Potranno accedere al bando gli Enti pubblici, le Federazioni sportive, le società e Associazioni praticanti attività sportiva dilettantistica senza fini di lucro e gli Enti di Promozione sportiva. Tra i soggetti titolati a richiedere il contributo anche Centri di aggregazione giovanile, Enti morali (Parrocchie, Enti religiosi), Cooperative Sociali, gestori di impianti sportivi di uso pubblico di proprietà pubblica e associazioni pro loco. "Con questo provvedimento - ricorda Monica Rizzi - viene posta particolare attenzione all´abbattimento delle barriere architettoniche, alla valorizzazione e riscoperta dei parchi lombardi dove poter praticare sport gratuitamente e all´aria aperta, all´utilizzo di fonti di energia rinnovabile e agli interventi di adeguamento degli impianti in modo da consentire il contenimento dei consumi energetici e l´abbattimento dei costi di gestione. In Regione Lombardia abbiamo una missione: promuovere lo ´Sport per Tutti´ e questo bando è certamente un passo importante per conseguirla". Le informazioni relative al bando sono disponibili sul sito www.Sport.regione.lombardia.it