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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 17 Ottobre 2011 |
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RICERCA IN SANITA´, LA REGIONE TOSCANA FINANZIA PROGETTI PER OLTRE 2 MILIONI DI EURO |
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Firenze, 17 ottobre 2011 ¨ Oltre due milioni di euro per finanziare progetti di ricerca in sanità, che avranno ricadute dirette sul piano clinico-assistenziale. Li ha stanziati la Regione Toscana, con una delibera approvata nel corso dell’ ultima giunta. La cifra ‘2,3 milioni di euro ‘ permetterà l’ avvio di 14 progetti di altissima qualità nelle 4 Aziende ospedaliero-universitarie toscane (Careggi, Meyer, Pisa e Siena) e nella Asl 10 di Firenze. I progetti saranno condotti in collaborazione con le Università toscane e altri centri di ricerca pubblici. Il cofinanziamento della Regione va ad aggiungersi ai 4,5 milioni di finanziamento assegnati dal Ministero della salute nell’ ambito del Bando Ricerca Finalizzata 2009 a 19 progetti toscani: 14 dell’ area clinico-assistenziale e 5 dell’ area biomedica. Per i 5 dell’ area biomedica era previsto il solo finanziamento ministeriale, mentre per i 14 dell’ area clinico-assistenziale era necessario anche un cofinanziamento da parte della Regione, pena il decadimento dei progetti. La Regione Toscana ha scelto di finanziare tutti e 14 i progetti, considerato l’ interesse e la loro alta qualità, certificata dalla valutazione positiva dei valutatori del National Institutes of Health (685 scienziati). ‘Nonostante i tagli sui fondi per la ricerca ‘sottolinea l’ assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia ¨C la Regione ha voluto fare uno sforzo per cofinanziare tutti e 14 i progetti clinico-assistenziali, che altrimenti non avrebbero avuto diritto neppure al finanziamento ministeriale. La capacità attrattiva di fondi da parte della Toscana ¨¨ dovuta all’ alto valore dei ricercatori e dei gruppi di ricerca, assistiti dagli uffici regionali in occasione della presentazione dei progetti. Infine, voglio sottolineare il fatto che 10 dei 19 progetti sono condotti da giovani ricercatori, con età inferiore ai 40 anni¡±. Tra i progetti di ricerca finanziati, uno studio sulla chirurgia laparoscopica, uno sull’ identificazione precoce dei neonati ad alto rischio di danno cerebrale, e studi su varie patologie: mieloma, epilessia, psoriasi, sindrome di Sjogren. Da segnalare in particolare il progetto sul ruolo clinico della risonanza magnetica ad ultra-alto campo nella diagnosi delle malattie neurodegenerative, della Aou Pisana, in quanto utilizza la prima Risonanza magnetica 7 Tesla a campo ultra alto in Italia. Si tratta di un’ apparecchiatura tecnologica ad altissima risoluzione, installata presso l’ Irccs Stella Maris, che renderà possibili ricerche innovative sul cervello umano in modo non invasivo, consentendo di effettuare analisi altrimenti inaccessibili. Ne esistono solo 17 in Europa e 27 nel resto del mondo. La Risonanza magnetica 7 Tesla sarà attiva dall’ inizio del 2012, e sarà collegata in rete ai più autorevoli centri di ricerca internazionali e darà impulso a studi scientifici innovativi, come lo studio sulle malformazioni cerebrali, dell’ epilessia e delle malattie neurodegenerative. Dal 1995 al 2009 sono stati finanziati alla Regione Toscana 88 progetti per circa 27 milioni di euro. Attualmente i ricercatori toscani sono impegnati nella presentazione di proposte di progetti nell’ ambito del nuovo Bando 2010. Queste le scadenze: 13 ottobre per la presentazione della lettera d’ intenti, 28 ottobre per il progetto completo. Tutte le informazioni sul sito del Ministero della salute. |
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SANITA´ IN ABRUZZO: CHIODI SCRIVE AD EROGATORI DELLA SPEDALITA´ PRIVATA
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Pescara, 17 ottobre 2011 - Il presidente della Regione e Commissario ad acta per la sanità, Gianni Chiodi, il 13 ottobre ha inviato una nota agli erogatori della spedalità privata. Ecco il testo integrale. "Nonostante due anni di commissariamento e l´applicazione coerente e rigorosa di norme e procedure scaturenti dalla partnership ministeriale, - scrive Chiodi - è stato necessario proseguire ancora sulla strada commissariale per portare a compimento quelle riforme strutturali ineludibili per uscire da una crisi economica e finanziaria oltre che politica e sociale. Il prolungamento del presidio governativo sul settore sanitario non è, quindi, una colpa da espiare, quanto un estremo atto di responsabilità, di compimento di un ciclo riformista, che, infatti, ha dato i suoi frutti: da una parte ha consentito il raggiungimento del pareggio di bilancio; dall´altro ha permesso lo start up di indispensabili forme di riorganizzazione di attività e strutture, attraverso la definizione dei fabbisogni sanitari. Tra questi fatti nuovi occorre citare la riconversione dei piccoli ospedali (obsoleti e non più sicuri) in presidi territoriali; la rimodulazione delle unità operative e dei dipartimenti che ammoderna gli ospedali per acuti e li rende più efficaci nella medicina attuale e futura; le reti ospedaliera e territoriale. Per quanto attiene, invece, alle misure di controllo della spesa pubblica per la sanità, una misura indispensabile al raggiungimento dell´equilibrio di bilancio è stata la definizione dei tetti totali della spedalità privata, per pazienti residenti e di fuori regione. I tetti di spesa sono il modo con cui la Regione stabilisce quanto può spendere per acquistare dai privati quelle prestazioni che non produce direttamente. Nel 2008 e 2009, tali tetti ammontavano ad oltre 160 milioni, e nella maggior parte dei casi sono risultati non sottoscritti dagli erogatori perché ritenuti insufficienti. La mancata firma dei contratti, per rivendicare il diritto ad un maggior finanziamento, aveva come conseguenza diretta quella di alterare i meccanismi di governo della spesa pubblica, riducendo la Regione a mero ente erogatore di prestazioni pagate a piè di lista, con l´aggravante di non poter contestare il fatturato se non in sede di controllo ispettivo. D´altro canto, la mancata firma del contratto permetteva ai privati di fatturare oltre i tetti stabiliti, adducendo le giustificazioni più disparate: dal soddisfacimento delle richieste dei cittadini, a presunti ritardi nella predisposizione dei contratti a vari ostacoli amministrativi e procedurali, tutti alla Regione imputabili. Il mancato governo della spesa sui tetti è stata una delle cause all´origine dell´enorme debito pubblico che ha portato l´Abruzzo a conquistare la disdicevole vetta delle regioni italiane in rosso. Nel 2010 i tetti sono stati fissati a quota 140 milioni di euro non per punitiva volontà di tagliare ma solo nell´intento di garantire qualità delle prestazioni e risposte ai fabbisogni dei cittadini. Il nuovo plafond è stato determinato sulla base del fatturato 2008 (il 2009 per effetto del terremoto, rappresentava una anomalia dal punto di vista di tutti i parametri), sul quale si è agito attraverso la rimodulazione delle prestazioni appropriate e trasferendo le prestazioni da regime ordinario al regime diurno e ambulatoriale, così come auspicato dai Patti della Salute tra Stato e Regioni. Il punto è anche di natura contabile atteso che la Regione Abruzzo, per l´assistenza dei pazienti che provengono da altre Regioni, deve remunerare immediatamente le proprie case di cura, a fronte di un rimborso da parte della Regione di residenza degli assistiti prossimo ai due anni, rischiando quindi un deficit finanziario nell´anno in corso. Va, infine, aggiunto che i tetti 2010 conservavano comunque i vincoli imposti dal Ministero dell´Economia in ordine alla conformità del tetto sulle prestazioni ai pazienti extraregionali alla spesa sostenibile da una Regione in grave difficoltà economica. Comunque sia, le Regioni, a maggior ragione quelle in Piano di Rientro, hanno manifestato l´interesse a muoversi sulla strada dell´autosufficienza per diminuire la mobilità passiva e ridurre, in qualche modo, la fuga dei pazienti verso la cura extraregionale. Anche l´Abruzzo non è immune da questa problematica, peggiorata nel 2009, anno del terremoto, e perdurata costante nel 2010, tanto da ammontare ad oggi a circa 60 milioni di euro. Le cause della mobilità non sono solo e sempre legate alla inefficienza delle nostre strutture, alle liste d´attesa o alla qualità degli ospedali del nord: è un dato di fatto che i primi consigli sul cosa fare arrivano sovente dai medici di famiglia, che indirizzano i pazienti fuori regione. Qualche volta è accertato che alcuni di costoro, pur operanti nelle nostre strutture private, hanno contratti anche con case di cura nelle Marche verso le quali inducono alla mobilità. C´è un altro aspetto che crea un effetto di evidente disparità, ed è il seguente. La Regione Marche, non essendo in deficit, né in Piano di rientro, non è obbligata a porre un tetto all´assistenza dei cittadini che provengono dall´Abruzzo, sicché inevitabilmente finiscono con il favorirla. Perciò, nei tavoli competenti, le Regioni in Piano di Rientro si sono mobilitate verso le Regioni dove avviene la migrazione, e non solo, affinché governino i processi di mobilità, per esempio abbassando le tariffe dei ricoveri inappropriati, che rappresentano la voce più significativa. Al tempo stesso è ovvio è necessario che si debba lavorare tenacemente per dare prestazioni di qualità e per abbattere le liste d´attesa. Il Programma nazionale sugli esiti del Ministero della Salute, che misura la efficacia degli ospedali pubblici e privati italiani, ha dimostrato che le Cardiochirurgie di Chieti e Teramo sono tra le migliori d´Italia per qualità, tanto da attestarsi tra le primi dieci in Italia. Ciononostante, - ha concluso Chiodi - nel 2010 più di 200 cittadini abruzzesi sono andati a farsi curare presso strutture di Modena, Bologna e Roma, dove hanno creduto in buona fede di essere curati meglio ed invece, forse, non avevano informazioni complete sulle eccellenze della loro stessa regione" Per arrivare ai nostri giorni, il Tavolo di Monitoraggio dei Ministeri della Salute ed Economia, ha verbalizzato per la Regione Abruzzo il pareggio di bilancio nel 2010 ed una tendenziale invarianza dei valori per il 2011. Questo obiettivo, ottenuto - ripeto - grazie al nostro rigore ed osservanza delle norme, ci consente oggi, in un contesto in cui tutto il Paese è in estrema difficoltà e compie manovre di riordino, di non ritoccare al ribasso i tetti di spesa per gli erogatori privati, per tutte le tipologie di prestazioni, almeno fino al 2013. In sostanza, siamo entrati nella fase che prevede di ottimizzare le risorse, anche attraverso l? integrazione e la cooperazione tra pubblico e privato. In primo luogo, come richiede il Ministero, di formulare i tetti di prestazioni stabilendo, anzitutto, di quali prestazioni il sistema regionale ha bisogno per rispondere alle esigenze dei cittadini. Si tratta, in definitiva, di capire cosa devono fare gli ospedali pubblici e cosa i privati, per spendere al meglio le risorse a disposizione e ridurre le duplicazioni, le ripetizioni, gli sprechi. I tetti di spesa, come già annunciato, sono confermati anche nel 2012 perché la Regione ha raggiunto più sicurezza e credibilità. Questi fattori essenziali di affidabilità introducono un ulteriore aspetto che voglio con forza sottolineare: l´assioma tra la credibilità della politica di bilancio regionale e la sostenibilità economica di imprese che, a loro volta, garantiscono occupazione e posti di lavoro. Tale sostenibilità, inoltre, è garanzia anche per affrontare i processi di accreditamento e di qualità e la contemporanea riduzione dei costi che queste strutture come, peraltro, quelle pubbliche devono implementare per lavorare nella competizione di sistema. Il pensiero va alla recente vicenda legata alla crisi del Gruppo Villa Pini. Allora tutto l´Abruzzo si strinse intorno ai dipendenti per garantire loro i posti di lavoro e la Regione, pur nella difficoltà estrema, successiva al sisma, correttamente stanziò il finanziamento del tetto di spesa alla Curatela, per agevolare ed assicurare la sopravvivenza delle aziende e della occupazione. Dal nostro punto di vista, non vorremmo più vedere la sanità "in fallimento" o "in svendita" come è purtroppo accaduto per la spregiudicatezza di certe operazioni avvenute in assenza di regole e di governo. Per questo è incomprensibile che sulla definizione dei tetti di spesa si facciano ancora barricate, pur avendo tutti preso atto che è stata la loro assenza una delle cause qualificanti i guai finanziari di questa Regione, con implicazioni per il sistema sociale ed economico. Tutti dobbiamo farci una ragione del fatto che l´Abruzzo deve scontare un ritardo di regole significativo, il cui rovesciamento, per il bene e la crescita di tutti, ingloba ancora un serio e duro lavoro perché non basta il pareggio di bilancio per diventare una Regione "normale". Essere una Regione normale vuol dire uscire dalla logica dell´emergenza continua, che fa piani triennali e non agisce giorno per giorno, che indirizza e verifica la qualità delle prestazioni e non si limita a fare controlli ispettivi per evitare il superamento dei budget. Di buono c´è che l´Abruzzo è andato meglio delle altre Regioni e sta cercando con tutto l´impegno possibile di crescere, di sviluppare, di garantire a chi vuole fare impresa di essere messo nelle condizioni di competere, di fare qualità, di investire, ma sempre di rispettare le regole e di rispettare il tetto di spesa che la Regione è in grado di finanziare. Dal 2010, faticosamente e con difficoltà, è iniziata comunque una nuova fase: le imprese private sono complementari alle pubbliche per garantire la risposta ai fabbisogni dei cittadini e si deve lavorare in modo integrato e sinergico per rispondere alla complessità della medicina e sanità attuale. Le nostre case di cura lavorano e si impegnano con mezzi costosi, personale preparato, passione, competenza e flessibilità e la Regione riconosce questi come valori e li finanzia e sostiene con un budget giusto fino al 2013. Di contro, - conclude - sarebbe un traguardo di vera maturità e reciprocità di intenti per il bene dell´Abruzzo, che le imprese avvertano la nobile responsabilità di accettare le regole senza le quali si rischia il fallimento del sistema pubblico e privato. Cordialmente, Il Presidente Giovanni Chiodi". |
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TUMORE DEL SENO, LA MAMMOGRAFIA RIDUCE DEL 45% LA MORTALITÀ 520.000 ITALIANE VIVONO GRAZIE A DIAGNOSI PRECOCE E NUOVI FARMACI |
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Roma, 17 ottobre 2011 – Vincere il cancro del seno è una questione di tempo: al Sud Italia, dove viene diagnosticato mediamente più tardi, il rischio di morire per questa neoplasia è del 50% più alto rispetto al Centro-nord. La differenza fondamentale è l’accesso o meno alla mammografia che, da sola, può ridurre del 45% la mortalità. Nel settentrione, nelle zone in cui esiste un programma di screening, circa il 50% dei tumori viene scoperto in fase precoce rispetto al 30% del meridione. “Non possiamo più permettere che la malattia ci colga di sorpresa – afferma il prof. Francesco Cognetti, direttore dell’Oncologia Medica del Regina Elena di Roma e presidente del Convegno International Meeting on new drugs in breast cancer svoltosi il 13 e 14 ottobre nella Capitale –. Grazie alla diagnosi precoce e alle terapie target in Italia vivono oltre 520.000 persone che hanno avuto un tumore del seno. Un enorme successo che deve indurci ad incentivare ancor più la prevenzione primaria e secondaria, su cui esistono ampi margini di miglioramento. È necessario, ad esempio, rinnovare i criteri finora utilizzati per lo screening che dovrà essere ‘su misura’: familiarità o condizioni genetico-ereditarie, mammella densa, terapia ormonale sostitutiva, precedenti condizioni patologiche del seno predisponenti al cancro e presenza di impianti protesici sono elementi da considerare per dividere le donne in tre categorie di rischio (normale, medio e alto). Le stesse condizioni potranno orientare per una diversa modulazione sia dello strumento diagnostico da utilizzare (mammografia, ecografia, risonanza magnetica) che per un diverso timing degli esami. Quindi non più la mammografia ogni 2 anni a tutte le donne ma una personalizzazione dei controlli sulla base del rischio individuale di ciascuna”. Secondo i risultati del progetto Impatto, promosso dall’Osservatorio Nazionale Screening, a partire dal 2007 tutte le regioni hanno attivato un programma di screening mammografico ma, attualmente, l’estensione effettiva è solo del 69,2%, con grandi differenze tra le aree geografiche. Inoltre, il tasso di partecipazione alla mammografia è in media del 55% (solo una donna su 2 accetta l’invito a sottoporsi all’esame), con un divario tra Centro-nord e Sud dove i livelli di adesione sono al 40%. “È necessario agire su due fronti: aumentare l’offerta attiva e soprattutto migliorare l’informazione – afferma Cognetti -. Dobbiamo intervenire prima e in maniera più mirata: non esiste un solo tumore del seno ma molte diverse neoplasie differenti tra di loro per assetto molecolare e genetico, tipologia istologica, comportamento clinico e prognosi nonché per la risposta ai singoli trattamenti. Conoscerne le caratteristiche è quindi fondamentale per poter utilizzare i farmaci più appropriati”. Questi i temi al centro del Congresso che vede riuniti oltre 200 fra i maggiori esperti al mondo. Il tumore della mammella è la neoplasia di gran lunga più frequente nella donna, rappresenta circa il 29% di tutte le diagnosi oncologiche. Nel 2010 in Italia si stimano 38.286 nuovi casi, una donna ogni 11 è a rischio di ammalarsi nel corso della vita. “Ma, come emerge dal progetto Impatto, oggi l’85% delle pazienti ha ottime possibilità di guarire perché è libero da malattia a 5 anni dall’intervento chirurgico – aggiunge il prof. Cognetti - e questi risultati sono confermati anche nella malattia avanzata perché circa un terzo delle donne con metastasi in atto vive in buone condizioni per più di 5 anni. Sicuramente questi successi sono frutto del miglioramento dei trattamenti medici”. La ricerca negli ultimi anni si è concentrata sulla messa a punto di molecole biologiche in grado di agire selettivamente sulle cellule malate. Farmaci “intelligenti” che si legano a determinati recettori: “Una volta individuati, tramite appositi test, è possibile stabilire a priori quali pazienti beneficeranno dei trattamenti, con un notevole guadagno in termini di qualità di vita ed utilizzo appropriato delle risorse - continua il prof. Cognetti -. Proprio a queste molecole innovative è dedicato il Meeting di Roma, che vede il Regina Elena protagonista. Un importante riconoscimento alla nostra oncologia che si è distinta nel panorama scientifico internazionale per il livello delle pubblicazioni e la qualità delle sperimentazioni cliniche”. In questi due giorni di lavoro si confronteranno i maggiori esperti internazionali fra cui il prof. Massimo Cristofanilli, del Fox Chase Cancer Centre di Philadelphia, la prof.Ssa Edith Perez, della Mayo Clinic di Jacksonville e il prof. Hernan Cortés Funes, dell’Ospedale Universitario “Xii ottobre”di Madrid, past president della Società Europea di Oncologia (Esmo). Durante il Meeting – un appuntamento biennale giunto alla seconda edizione – verranno presentate e discusse le più recenti evidenze scientifiche delle nuove molecole. Di queste, alcune hanno già mostrato la loro efficacia su altre neoplasie, altre sono invece state messe a punto nello specifico per la mammella. Il convegno rappresenta infine l’occasione per stringere importanti collaborazioni fra il Regina Elena e i migliori Centri oncologici internazionali. |
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CAMPANIA: SANITÀ, TRE INIZIATIVE AL CTO SU RIABILITAZIONE, BIOMECCANICA E SOSTEGNO AI PAZIENTI |
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Napoli, 17 ottobre 2011 - Questa settimana si tengono tre iniziative di riflessione sulla sanità presso l´aula magna del Cto. Si comincia lunedì 17 alle ore 8,30 con un convegno su "Percorsi di rieducazione funzionale in azienda ospedaliera: dalla malattia acuta al recupero della salute", a cui interverranno, tra gli altri, il consigliere del presidente Caldoro per la Sanità Raffaele Calabrò, il sub commissario ad acta Mario Morlacco e il direttore generale dell´Azienda dei Colli Antonio Giordano. Il secondo appuntamento è in programma giovedì 20. Si discuterà di biomeccanica e di protesi totale al ginocchio. Verranno messe a confronto le diverse esperienze internazionali maturate nel settore. Venerdì 21, infine, la chiusura con un dibattito promosso d´intesa con l´Associazione di volontariato ospedaliero Koinè sul tema "Quale futuro per la sanità in Campania". Interverranno ai convegni gli specialisti, i medici di medicina generale, i fisioterapisti, i dirigenti regionali. "Continua a tutto campo - sottolinea Calabrò - il lavoro per far crescere la qualità dei servizi sanitari ai cittadini. I dibattiti a più voci in programma la settimana prossima si muovono in questa direzione. L´obiettivo è pervenire a modelli organizzativi capaci di coinvolgere più professionisti nelle diverse tipologie di assistenza, per migliorarla ed offrire prestazioni sempre più avanzate ai pazienti." "L´azienda dei Colli - aggiunge Giordano - punta in modo deciso a privilegiare i bisogni di salute. Presso i tre ospedali della struttura, cioè Monaldi, Cotugno e Cto, puntiamo a realizzare percorsi di assistenza riabilitativa completi integrando l’esperienza delle diverse professionalità con la medicina del territorio. La collaborazione e la partecipazione sono la nuova risposta alla domanda dei pazienti." |
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SANITÀ, ACCORDO REGIONE TOSCANA -POSTE PER PRENOTAZIONE VISITE NEGLI UFFICI POSTALI E INVIO REFERTI VIA EMAIL |
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Roma, 17 ottobre 2011 – In Toscana sarà possibile prenotare le visite mediche e pagare i ticket sanitari direttamente all’ufficio postale. Sono queste alcune tra le novità principali previste dal protocollo d’intesa firmato il 13 ottobre a Roma tra Poste Italiane e Regione Toscana, nel quadro dei servizi di e-Government in materia di salute e in linea con il programma “Reti Amiche”. I cittadini toscani potranno così servirsi dei 434 uffici postali regionali provvisti di “Sportello Amico” per prenotare la visita e versare il relativo ticket sanitario senza doversi necessariamente recare negli uffici della Asl. I referti saranno poi ricevuti comodamente a casa, nel formato cartaceo o via email, ovvero essere chiesti direttamente all’Ufficio Postale. L’intesa prevede inoltre la realizzazione di una rete logistica per la consegna dei farmaci a domicilio. “L’accordo con Poste Italiane conferma l’impegno della Toscana a mettere a disposizione dei cittadini un sistema sanitario sempre più efficiente, avvalendosi dell’evoluzione delle tecniche e delle conoscenze”, ha sottolineato il presidente Enrico Rossi. “I bisogni di salute sono sempre più complessi e le informazioni devono essere condivise sempre più rapidamente. Con questo sistema – ha concluso Rossi – sono le immagini a ‘viaggiare’ e non i pazienti, i quali, inoltre, potranno prenotare all’ufficio postale le proprie visite mediche ed attivare la Carta sanitaria elettronica”. “L’accordo con la Regione Toscana per servizi di e-Government in campo sanitario – ha detto l’ad di Poste italiane, Massimo Sarmi, dopo la firma dell’accordo – consolida e rappresenta l’evoluzione delle attività e dei rapporti tra Regione Toscana e Poste Italiane nella direzione della semplificazione della vita del cittadino. Con la nostra tecnologia avanzata e la rete logistica – ha aggiunto Sarmi – mettiamo a disposizione degli enti locali e delle persone servizi che agevolano il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione, semplificando le procedure e assicurando effettivi benefici alle persone che, in questo modo, ricevono la documentazione sanitaria a domicilio o sul proprio pc”. L’intesa siglata prevede anche l’avvio di servizi studiati su misura per la Regione Toscana, come l’utilizzazione della Posta elettronica certificata per la trasmissione di referti diagnostici, l’ideazione di sistemi innovativi di comunicazione istituzionale nel settore sanitario e lo sviluppo di sistemi di incasso e rendicontazione delle prestazioni sanitarie. |
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TONDO, FVG REGIONE DELL´ECCELLENZA NELLA SALUTE |
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Martignacco, 17 ottobre 2011 - Il Friuli Venezia Giulia è una Regione che presenta eccellenze sotto l´aspetto della salute; ed è una realtà virtuosa, essendosi accollata dal 1996 l´intera spesa sanitaria. Dimostrando poi, anche a fronte dell´attuale situazione congiunturale, di saper gestire in proprio la sanità. Con questi concetti, il Presidente della Regione, Renzo Tondo, ha accolto il 14 ottobre i partecipanti all´11/mo Congresso nazionale Ame-associazione medici endocrinologi, in corso al quartiere di Udinefiere a Torreano di Martignacco. Tondo, rivolgendosi ai presenti, un migliaio di medici specialisti e 250 relatori che si sono dati convegno fino a lunedì, dopo avere introdotto il suo intervento presentando brevemente la realtà regionale attraverso le eccellenze del territorio e delle tipicità, e le sue attrattive principali, ha ricordato che il Friuli Venezia Giulia è l´unica Regione a essere uscita dal sistema sanitario nazionale nel 1996. "Fu un atto di grande coraggio e responsabilità"- ha detto Tondo. Atto che consente, ora all´Amministrazione, di non dover più "bussare alle casse dello Stato" per rispondere alle crescenti necessità di salute dei propri cittadini. Ma di utilizzare i 2 decimi delle proprie entrate fiscali per la spesa sanitaria. Un´opzione, quella dell´autonomia sanitaria, che, secondo il Presidente, nonostante l´attuale riduzione del gettito fiscale causata dalla contrazione delle produzioni, ha consentito al Friuli Venezia Giulia di mantenere elevato il livello dei servizi per la salute. La Regione sta altresì producendo riforme per garantire la qualità dei servizi e la razionalizzazione dei costi. Perché si calcola che nei prossimi due anni la spesa sanitaria crescerà ulteriormente. Servono, dunque, per Tondo, riforme nell´economia di scala anche nella sanità regionale. Una delle quali potrà essere rappresentata dalla creazione di un´unica Azienda sanitaria per l´intero Friuli Venezia Giulia. Mentre, la salute dovrà tenere sempre conto dell´importanza della ricerca anche nel comparto sanitario, che nella nostra realtà è tuttora di alto livello. Lo confermano i frequenti congressi specialistici della sanità che, come quello degli endocrinologi, si svolgono nella regione. Tra le eccellenze sanitarie locali, Tondo ha infine ricordato quella della cardiologia friulana, da anni ai vertici in Italia tra le specialità: è uno degli strumenti per poter garantire ai cittadini dell´intero Friuli Venezia Giulia un elevato sistema della salute. |
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SCREENING NEONATALE, I TANTI VOLTI D’ITALIA IL PUNTO DELLA SITUAZIONE FATTO INSIEME AD AISMME |
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Padova, 17 ottobre 2011 - “Fare un quadro della situazione esatto al cento per cento non è facile, ci teniamo sempre aggiornati ma questo è un ambito in cui a decidere sono le singole regioni che possono avere una politica chiara, o affidarsi a progetti che si interrompono, magari qualche piccola novità degli ultimi giorni può essere sfuggita ma nel quadro globale cambia ben poco. In sostanza c’è la Toscana che è l’unica Regione ad aver fatto un legge in materia di screening e ad eseguire su tutti i nuovi nati l’esame per ben 47 malattie metaboliche rare, e gli stessi esami li esegue anche per l’Umbria. Poi un ottimo programma c’è anche in Liguria, anche lì con una copertura di tutti i nuovi nati. Per il resto c’è la disomogeneità più ampia". A dirlo è Manuela Pedron, vicepresidente di Aismme – Associazione Italiana Sostegno Malattie Metaboliche Ereditarie, insieme alla quale abbiamo ricostruito la situazione Regione per Regione. Questa ricostruzione è aggiornata al giugno scorso e nel frattempo potrebbero essere intercorse delle piccole variazioni ‘ma di certo – dice la vicepresidente - nessuna grande novità, ne saremmo altrimenti informati” Toscana E Umbria Rappresentano L’eccellenza - La Toscana è l’unica regione italiana ad aver introdotto lo screening metabolico allargato ad un panel di ben 47 malattie attraverso una legge regionale. Questo ha anche facilitato un accordo con la vicina Umbria che per le sue nascite si affida alla screening effettuato in Toscana Ottima La Liguria che pur non avendo la legge regionale ha un programma di screening che garantisce una copertura del 100 per 100 dei nuovi nati Piemonte - Dopo un avvio incoraggiante è ora tutto fermo in Piemonte. Situazione aggravata anche dal commissariamento dell’Azienda ospedaliera Regina Margherita - S.anna di Torino fino a dicembre 2012 con l’obiettivo di rientrare nel deficit della Sanità. Difficile ipotizzare una data di inizio dell’applicazione dello screening allargato. Lombardia - In Lombardia si stia avviando un processo che dovrebbe portare allo screening allargato. A febbraio l’Assessore regionale alla Sanità Bresciani aveva annunciato parere favorevole all’estensione del programma di screening regionale con inclusione anche del pannello relativo agli errori congeniti del metabolismo. Si attendono adesso l’attivazione delle procedure ufficiali da parte della Direzione Generale Sanità ed in particolare la definizione di un piano operativo regionale che includa anche le azioni di follow up clinico oltre alla definizione del pannello ufficiale di patologie sottoposte a screening. Il laboratorio regionale di riferimento dovrebbe essere quello dell’Ospedale dei bambini ‘V.buzzi’ di Milano. Nel frattempo il Lombardia ci sono centri che eseguono lo screening metabolico allargato su richiesta e previo pagamento. Veneto - Tutto fermo in Veneto. Dopo l’incoraggiante passo di una legge regionale che stabiliva l’avvio dello screening allargato per tutta la regione, la situazione si è arenata a causa del mancato accordo tra le due aziende ospedaliere, quelle di Verona e di Padova che dovrebbero spartirsi il territorio per effettuare lo screening. In passato erano stati effettuati dei progetti pilota. Emilia Romagna - In Emilia Romagna sin dal 1978 viene applicato lo screening metabolico che comprende oltre alle tre analisi previste a livello nazionale anche la sindrome adrenogenitale congenita e la galattosemia. Nel febbraio scorso è stato annunciato l’allargamento del pannel delle malattie screenabili a 19 patologie metaboliche ereditarie per le quali l’evidenza scientifica dimostra la validità dello screening neonatale: malattie congenite che rientrano nelle famiglie delle aminoacidopatie, delle acidurie organiche, nei difetti di ossidazione degli acidi grassi. Si arriverebbe così allo screening di 24 patologie. L’unità operativa di pediatria del Sant’orsola di Bologna è il Centro di riferimento regionale, in stretto contatto con il Laboratorio centralizzato del policlinico. La Regione nel 2010 per l’ampliamento del programma di screening neonatale ha destinato 2,7 milioni di euro. Attualmente (prima dell’ampliamento) la copertura dello screening sui bambini nati nelle strutture pubbliche e private accreditate dell’Emilia-romagna è del 100 per cento. Dall’avvio dello screening al 2008 sono state 393 le persone che, grazie alla diagnosi precoce, hanno visto cambiata la storia naturale della loro malattia, con un miglioramento della qualità della vita. Campania - A quattro anni dall’avvio del progetto pilota non giunge nessun cenno dagli organismi regionali preposti a concretizzare la messa a regime dello screening allargato in Campania né si parla di una legge regionale. Attualmente nel laboratorio che esegue le analisi, interpreta i dati e li referta lavorano tre persone pagate con fondi di ricerca che cominciano a scarseggiare. Puglia - La Puglia ha recentemente manifestato la volontà di introdurre lo screening allargato ma questo non è ancora partito. Sicilia - In Sicilia ci sono dei progetti pilota. Il laboratorio del P.o.”g. Di Cristina” Arnas di Palermo ha in dotazione la Tandem Mass ma di fatto non esiste nell’isola un programma di screening in grado di assicurare copertura uniforme Sardegna - Segnali incoraggianti in Sardegna per lo screening allargato. Alcuni laboratori del Cagliaritano attualmente si appoggiano per gli screening al Gaslini di Genova ma manca comunque nella Regione una politica in grado di assicurare uno screening allargato uniforme a tutti i nuovi nati. Ad Marche - La novità delle Marche è la più recente, hanno infatti appena annunciato che il centro per lo screening metabolico allargato sarà a Fano e coprirà anche l’Abruzzo, bisognerà poi vedere quale sarà il panel di applicazione e i tempi per l’attivazione Basilicata - Attualmente la Regione manda a Roma gli esami per gli screening obbligatori. E’ probabile che, qualora il Lazio decida di effettuare lo screening allargato questo sarebbe esteso anche alla Basilicata Friuli Venezia Giulia – Provincia Di Trento - Attualmente la Regione si appoggia sul Veneto, la copertura dei bimbi friulani con lo screening dipende da ciò che verrà fatto in Veneto. Provincia Di Bolzano - La Provincia autonoma di Bolzano attualmente si appoggia per gli screening fuori dall’Italia e per l’esattezza a Vienna. Se dovesse partire in Veneto lo screening allargato è possibile che questa provincia stringa accordi per aderirvi. Screening neonatale, Pedron (Aismme): “Italia a macchia di leopardo” L’aismme chiede screening metabolico allargato uniforme su tutto il territorio - “In Italia, per quanto riguarda l’applicazione dello screening neonatale, quello che domina è la difformità. Nascere in una regione piuttosto che in un’altra, o a volte semplicemente in una città o in un’altra, può fare la stessa differenza che passa tra la vita e la morte, o comunque quella che passa tra una vita con un salute abbastanza buona e una vita con una disabilità grave. Non è un modo di dire, mentre parlo mi vengono in mente dei casi concreti di bambini e famiglie che a causa di uno screening non effettuato stanno passando un inferno. Un inferno ora perché la diagnosi è arrivata troppo tardi, quando già i danni c’erano stati, un inferno prima per le difficoltà di arrivare a dare un nome a quel continuo star male dei propri figli, tempo speso a girare da un ospedale all’altro. E chi glie lo va a spiegare a quei genitori che tutto questo si sarebbe potuto evitare con un esame fatto entro i primi tre giorni di vita, che richiede solo una goccia di sangue e che costa circa 55 euro? Chi gli dice a quei genitori siciliani che se erano liguri o toscani il bimbo oggi starebbe bene e avrebbe solo bisogno di una dieta un po’ particolare?”. Mentre racconta queste cose e spiega com’è oggi la situazione in Italia Manuela Pedron, vicepresidente di Aismme – Associazione Italiana Sostegno Malattie Metaboliche Ereditarie, si anima, si indigna, si interrompe e le vengono in mente altri casi che potrebbe raccontare. “Ma come si fa ad avere tutti i mezzi per evitare certe tragedie e non farlo?!. Io credo che se anche si può salvare un solo bambino ci sia il dovere di fare tutto quello che è possibile”. Un esempio sui tanti che Manuela ricorda è quello di Giovanni, un bimbo a cui nessuno potrà dare più una vita normale, che gli poteva essere garantita alla nascita se gli avessero fatto lo screening. “Ma a Caserta, in Campania, dove è nato lui, non lo facevano - racconta - se fosse nato in Toscana oggi sarebbe un bambino come tutti gli altri”. Il bambino fu dimesso dopo soli 3 giorni dal parto e i suoi problemi cominciarono poco dopo. Edemi, crisi epilettiche, problemi cardiaci, per la diagnosi ci vollero 4 mesi. Aveva ‘semplicemente’ una malattia metabolica rara, la metilmalonico aciduria con omocistinuria. È una malattia del metabolismo della cobalamina, che comporta l’accumulo di metaboliti derivati dalla mancata attività di due enzimi, metionina sintasi e metilmalonicCoa mutasi, di cui la cobalamina è cofattore. La mancata diagnosi tempestiva ha provocato il seguente quadro clinico: anemia, neutropenia, encefalopatia epilettica, atrofia ottica e cardiomiopatia. “Sarebbe bastato uno screening metabolico allargato alla nascita di Giovanni per evitare tanti danni e un calvario prima di trovare una causa. Oppure sarebbe bastato che il pediatra, opportunamente informato sulle malattie metaboliche, di fronte ai sintomi avesse lui stesso raccolto una goccia di sangue inviandola ad un centro in grado di fare lo screening. Nulla di tutto questo è accaduto e per la diagnosi si sono persi 4 mesi. Ora Giovanni segue una cura appropriata, ma a causa del ritardo nella formulazione della diagnosi esatta è cardiopatico, ipotonico, soffre di un deficit visivo, di ritardi psicomotori e deve assumere degli antiepilettici per tenere sotto controllo le crisi. Nulla di tutto ciò sarebbe accaduto con una diagnosi tempestiva e con la somministrazione immediata di qualche puntura di vitamina B12". Lla storia di Giovanni è solo una delle tante che Aismme raccoglie grazie al suo centro si ascolto. L’associazione infatti risponde ad un numero verde gratuito 800910206 raggiungibile tutti i giorni dalle ore 8 alle 24. |
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RIUNIONE SULLA SANITÀ CALABRESE CON I SINDACATI CONFEDERALI, SCOPELLITI: “INCONTRO POSITIVO PER UN PERCORSO CONDIVISO”. |
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Catanzaro, 17 ottobre 2011 - Continua il confronto con i Sindacati Confederali sulle misure organizzative connesse al Decreto 18. Questo l’oggetto della riunione tenutasi il 13 ottobre a Catanzaro, presso la sede della Presidenza della Regione, a cui hanno preso parte il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, il Dirigente Generale del Dipartimento Presidenza Francesco Zoccali, i Subcommissari per l’attuazione del Piano di Rientro Luciano Pezzi e Luigi D’elia, il Dirigente Generale del Dipartimento Tutela della Salute Antonino Orlando, il Dirigente dello stesso Dipartimento Gianluigi Scaffidi, i Direttori Generali delle Asp e delle Ao calabresi e i Sindacati Confederali. L’incontro è stato fortemente voluto dal Presidente Scopelliti su richiesta delle organizzazioni sindacali, al fine di continuare nell’azione di riforma della sanità calabrese all’insegna del dialogo e del confronto con tutte le parti, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo. I soggetti intervenuti hanno tracciato il quadro generale della sanità calabrese, dialogando sugli ultimi provvedimenti adottati e sulle strategie per il futuro, al fine di elaborare linee d’intervento condivise da tutte le componenti. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto un maggiore coinvolgimento nel confronto con le singole aziende sanitarie, anche in relazione alla futura organizzazione che verrà adottata. “E’ stata una riunione molto positiva – ha affermato il Presidente Scopelliti – caratterizzata da una discussione e un confronto su svariate tematiche riguardanti la sanità calabrese. Si tratta di un settore molto delicato per il quale serve un percorso condiviso, ed è importante fare rete affinché si creino le sinergie necessarie per risolvere le criticità e programmare il futuro. Il confronto con le organizzazioni sindacali, che operano sul territorio e sono portatrici di interessi sociali, per noi è un percorso obbligato in virtù della riforma epocale che stiamo portando avanti, per dare ai calabresi servizi sanitari efficienti e di qualità. Alcune osservazioni formulate oggi delle organizzazioni sindacali, ad esempio, saranno oggetto di apposita direttiva commissariale per i Direttori Generali delle Aziende. Siamo aperti al confronto costruttivo, alle indicazioni e ai rilievi dei Sindacati – ha concluso il Presidente Scopelliti – fermo restando che ognuno si assumerà la responsabilità delle proprie decisioni, sempre nel rispetto dei ruoli". |
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INDAGINE EPIDEMIOLOGICA IN AREE MILITARI SARDE, VIA LIBERA BIPARTISAN DA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA |
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Cagliari, 17 Ottobre 2011 - Via libera da parte della Commissione parlamentare di inchiesta sull’uranio impoverito all’indagine epidemiologica che la Regione porterà avanti nelle aree militari della Sardegna. L’organismo parlamentare, presieduto dal senatore Rosario Giorgio Costa, il 12 ottobre ha sentito in audizione a Palazzo Madama l’assessore della Sanità, Simona De Francisci, insieme al coordinatore dell’Osservatorio epidemiologico regionale Antonello Antonelli che hanno fatto il punto sul lavoro che la Regione intende portare avanti per fare chiarezza sulla presenza e sull’incidenza di patologie nella popolazione che risiede vicino a installazioni militari come ad esempio il Salto di Quirra, Capo Frasca e Capo Teulada. A questo proposito l’assessore ha ricordato come già nel maggio scorso il suo predecessore Liori abbia firmato un decreto per l’istituzione della Commissione apposita, i cui lavori partiranno a brevissimo alla luce dell´atto di indirizzo approvato dal Senato e secondo gli orientamenti espressi dall’organismo parlamentare. "L’audizione di ieri - commenta l’assessore De Francisci - è stato un passaggio fondamentale e che dà nuova forza all’esigenza di dare risposte tempestive agli interrogativi sorti in un territorio la cui popolazione ha già pagato costi molto elevati in termini ambientali, economici e sociali. Ecco perché plaudo alla sensibilità “bipartisan” dimostrata dai senatori componenti della Commissione di inchiesta, che hanno convenuto sull’avvio immediato dell’indagine epidemiologica e hanno annunciato di aver già programmato a breve sopralluoghi nelle aree militari di Capo Frasca e Capo Teulada". |
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CONSEGNATI A CATANZARO GLI ATTESTATI AI GIOVANI NEOLAUREATI DEL CORSO DI FORMAZIONE SPECIALISTICA IN AMMINISTRAZIONE E CONTROLLO DELLE AZIENDE SANITARIE. |
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Catanzaro, 17 ottobre 2011 - Nella sede della Presidenza della Regione a Palazzo Alemanni, il 13 ottobre sono stati consegnati gli attestati ai neolaureati delle Università calabresi che hanno partecipato al corso di formazione specialistica in amministrazione e controllo delle aziende sanitarie. A consegnare gli attestati il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, il Dirigente Generale del Dipartimento Presidenza Avv. Francesco Zoccali e i Subcommissari per l’attuazione del Piano di Rientro Luciano Pezzi e Luigi D’elia. Il corso di formazione, organizzato dalla Regione in collaborazione con Confor e Kpmg si è svolto presso gli uffici del Dipartimento Tutela della Salute e delle Aziende Sanitarie e ha coinvolto 17 giovani calabresi. Dopo i tre mesi dedicati alla formazione d’aula e sul campo, il corso continuerà fino alla fine dell’anno con uno stage presso le Asp e le Ao e permetterà ai giovani il perfezionamento sulle tematiche amministrative e contabili inerenti il settore sanitario. “E’ un primo passo per formare adeguate professionalità per la sanità calabrese – ha affermato il Presidente Scopelliti – in grado di affrontare il comparto con nozioni e strumenti al passo coi tempi e in armonia con l’evoluzione del sistema sanitario regionale. Sono iniziative importanti per la formazione della classe dirigente calabrese del futuro – ha concluso Scopelliti – sia per le pubbliche amministrazioni che per le aziende private.” |
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COOPERAZIONE: CRISI ECONOMICA NON FRENI SVILUPPO SETTORE " |
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Fiumicello, 17 ottobre 2011 - Il tema della disponibilità di risorse per il futuro del settore della cooperazione sociale è reale, e deve essere affrontato considerando le dinamiche con le quali evolve la nostra società e soprattutto l´economia, ma non deve fermare la crescita del settore. Questa la riflessione conclusiva dell´assessore regionale all´Istruzione, Università, Ricerca, Famiglia, Cooperazione, Roberto Molinaro, al convegno Cooperative sociali: luoghi di responsabilità e innovazione", svoltosi il 13 ottobre nell´ambito dell´assemblea regionale di Federsolidarietà Friuli Venezia Giulia, a Fiumicello, nel Teatro Bison. Si è trattato di un´occasione di ampia riflessione sul presente, ma in particolare sul futuro delle cooperative sociali, per gran parte legato ai programmi della pubblica amministrazione. Ma vi sono state altresì enunciate le esperienze positive vissute in una Regione che per quanto attiene alle politiche del welfare è precorritrice e vanta una lunga esperienza. Per Molinaro, a fronte della situazione attuale non bisogna tralasciare le possibilità di sviluppo della cooperazione sociale, plausibili soprattutto attraverso il recupero della dimensione della partecipazione, che assieme alla solidarietà rappresenta l´essenza del movimento cooperativistico. Secondo Molinaro "in una società nella quale non è presente il sentimento della solidarietà, non vi può esistere la coesione sociale. La quale, a sua volta rappresenta un requisito essenziale dello sviluppo di una comunità". L´assessore ha poi ricordato che la Regione, in quanto autonoma, ha competenza primaria nel settore del welfare, nel quale ha già speso misure adeguate a fronte della crisi, per esempio con i Piani di zona. Mentre la possibilità di accedere anche in futuro agli aiuti del Fondo sociale europeo consentirà al Friuli Venezia Giulia di operare progettualità nel settore. Un settore che ha tenuto nella crisi, se si considera che nel suo ambito sono aumentati i posti di lavoro. E ciò anche grazie, per esempio, alle politiche della Regione per l´infanzia. Ma per Molinaro vi sono altri contesti nei quali la cooperazione può puntare ad acquisire nuovi spazi di redditività. Come quello della famiglia: tra breve, ha anticipato l´assessore, sarà presentata una serie di interventi a favore dei progetti di coesione sociale che saranno proposti da almeno cinque famiglie, riunite in forma associata o cooperativa. Anche nella fascia sociale dei giovani le cooperative del settore considerato possono, per Molinaro, trovare nuovi spazi operativi. È infatti un contesto, quello dei giovani, che può essere maggiormente considerato dalle progettualità delle cooperative sociali. Così come si possono progettare iniziative rivolte al mondo migratorio; o agire nell´ambito della progettazione sociale e condivisa, che può rispondere alla necessità di stimolare la partecipazione della comunità e la coesione sociale, offrendo nel contempo vantaggi al territorio. Il convegno, moderato da Luca Fontana, della cooperativa Thiel, introdotto dai saluti del sindaco di Fiumicello, Enrico Scridel, della presidente regionale di Federsolidarietà, Giuliana Colussi, di Franco Bosio, presidente di Confcooperative Fvg, e di Silvana Romano, dell´Anci-federsanità, si è articolato tra l´analisi del ruolo delle cooperative sociali sullo scenario europeo, svolta dal presidente nazionale di Federsolidarietà, Giuseppe Guerrini; l´esame del processo innovativo delle cooperative tra il territorio e la comunità, analizzato da Luca Fazzi, dell´Università di Trento; e la specificazione di quattro cosiddette ´best practices´, esperienze virtuose, nelle relazioni tra la cooperazione sociale e la pubblica amministrazione. In particolare vissute nel centro ippico Preval, nella rete integrata di funzione pubblica del Comune di Casarsa, dalla Fabbricotta di Udine, e tra la amministrazione pubblica e la cooperazione sociale triestina. |
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STANZA DELLE COCCOLE PER LE NEOMAMME ALL’OSPEDALE DI VERCELLI |
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Vercelli, 17 ottobre 2011 - E’ stata inaugurata il 7 ottobre all’ospedale Sant’andrea di Vercelli la “Stanza delle coccole”, uno spazio strutturato con giochi e fasciatoio per le neomamme che vogliono allattare il proprio bambino lontano dal passaggio delle visite o desiderano lasciarlo alle cure del personale. Un servizio aperto 24 ore al giorno e tutti i giorni e pensato anche per le mamme già dimesse che incontrano delle difficoltà e possono rivolgersi al personale in qualsiasi momento. Possono inoltre usufruire del servizio le mamme che devono sottoporsi a visite di controllo in reparto Ostetricia e Ginecologia e non hanno nessuno a cui lasciare il figlio. Www.asl11.piemonte.it/vercelli/reparti/ostetricia.htm |
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L’ASL DI NOVARA APRE UN NUOVO GRUPPO APPARTAMENTO A BORGOMANERO
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Novara, 17 ottobre 2011 - Lunedì 10 ottobre è stato inaugurato a Borgomanero un nuovo Gruppo appartamento del Dipartimento di Salute Mentale dell´Asl No, per favorire l´integrazione sociale di soggetti con disagio psichico. I gruppi appartamento nascono come risposta ai bisogni specifici di residenzialità nell´ambito della psichiatria. Sono alloggi che ospitano persone che possono rivivere il gusto di una casa, i ritmi di una vita familiare, la possibilità di disporre di una camera tutta per sé, una cucina dove preparare e consumare un pasto, un luogo dove ricevere amici e familiari. Www.aslno.it |
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CIPE, 55 MILIONI DI EURO AL MOLISE PER IL SETTORE SANITARIO
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Campobasso, 17 ottobre 2011 - La Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per gli Affari Regionali, ha diffuso un comunicato stampa riguardante il Molise il cui testo integrale è il seguente: "Il Cipe nella seduta odierna ha assegnato 55 milioni di euro di Fondi Fas alla Regione Molise per coprire i disavanzi nel settore sanitario". Ne dà notizia il Ministro per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione territoriale, Raffaele Fitto. "Con la delibera assunta oggi si completa il percorso avviato il 3 agosto scorso che ha visto il finanziamento pari a 586,5 milioni di euro per importanti infrastrutture e l´approvazione del Par Fas 2007-2013 che assegna alla Regione complessivamente 407 milioni di euro". |
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TOSCANA: ASL1, BILANCIO 2011: CIFRE GIÀ NOTE, PAREGGIO NEL 2013
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Firenze, 17 ottobre 2011 – “Quelle relative al bilancio di previsione 2011 della Asl 1 di Massa sono cifre già note. Ne avevo informato la Iv Commissione, e quindi anche il suo vicepresidente Mugnai, con la mia comunicazione del 30 dicembre 2010?. L’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia risponde così ai consiglieri pdl Magnolfi e Mugnai, che in un comunicato affermano che la giunta regionale avrebbe incrementato la dotazione finanziaria della Asl1 di altri 30 milioni rispetto al previsto. “Non è una sorpresa il fatto che la Asl 1 di Massa-carrara abbia adottato un bilancio di previsione 2011 con un risultato d’esercizio negativo per circa 36 milioni – prosegue l’assessore – E’ la logica conseguenza del fatto che l’insediamento commissariale è avvenuto ad ottobre 2010. La data dell’insediamento e la consistenza delle manovre ha richiesto tempi fisiologici che vanno al di là dell’esercizio 2010, e i loro effetti si fanno sentire anche per gli esercizi successivi. Il pareggio di bilancio sarà raggiunto nel 2013?. Il bilancio di previsione della Asl 1 non può essere portato in pareggio in un solo anno, vale a dire il 2011, quindi, ma il ripristino della fisiologia del sistema richiede un tempo più lungo. Assieme al bilancio preventivo 2011 è stato approvato anche il bilancio di previsione pluriennale che, passando per un risultato negativo pari a circa 18 milioni per il 2012, porterà al pareggio aziendale nel 2013. “Il piano di rientro triennale – chiarisce Daniela Scaramuccia – rappresenta il percorso razionale, studiato e di minimo impatto sociale che permette all’Asl 1 di tornare a funzionare come le altre aziende del sistema sanitario regionale”. Dagli uffici dell’assessorato sottolineano infine che la perdita del 2011 risulta del tutto compatibile con l’equilibrio richiesto dal Tavolo degli adempimenti ministeriali al sistema sanitario toscano, che conferma tutta la sua solidità. |
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POLITICHE SOCIALI FVG: IMPORTANTE RUOLO DELLA COOPERAZIONE SOCIALE |
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Fiumicello, 17 ottobre 2011 - L´assessore regionale alla Salute e Politiche Sociali, Vladimir Kosic, ha colto l´occasione del convegno su "Cooperative sociali: luoghi di responsabilità e innovazione", svoltosi il 13 ottobre a Fiumicello nel Teatro Bison, per anticipare i temi che in qualità di vicepresidente dell´Aer sottoporrà l´8 novembre, a Bruxelles, all´attenzione delle Regioni d´Europa, nell´ambito del convegno della rete Elisan che si articolerà sull´argomento "Territori, laboratori dell´Europa sociale". Nel contesto della cooperazione di carattere sociale, settore che deve puntare all´innovazione per adeguarsi alla situazione economica contingente, che di fatto comporterà modifiche anche nei rapporti di carattere economico tra la pubblica amministrazione e il terzo settore, la Regione - come ha specificato Kosic - intende sostenere la creazione di Fondazioni di partecipazione, nonché il parternariato tra le Aziende Sanitarie e le cooperative sociali. A tale proposito ha citato le sperimentazioni in atto nell´ambito dell´agricoltura sociale, in tre aziende rurali, a cura di tre differenti Ass. La Regione punta altresì a costruire nuovi modelli di relazione fra gli enti, per adeguare al cambiamento in atto nella società il modello di interazione tra la pubblica amministrazione e il movimento cooperativistico. Infatti, com´è emerso anche nel corso dei lavori, le cooperative di carattere sociale debbono investire nello sviluppo del terzo settore, anche attraverso lo valorizzazione di reti civiche e di reti sociali. Kosic aveva esordito ricordando che una cospicua porzione delle cooperative di carattere sociale, quelle definite di tipo A, dipende dal mercato pubblico dei servizi alla persona, che è in evoluzione anche in conseguenza della crisi. Mentre, anche le cooperative di tipo B, che invece si confrontano con il mercato privato, risentono della contrazione delle risorse disponibili. Per esempio, nel settore della salute mentale, già nel 2008 è emerso un calo della produzione delle cooperative di tale ambito del 30 per cento. Anche per agevolare le società cooperative in questa fase di cambiamento, la Regione ha emanato l´Atto di indirizzo, che riguarda le modalità di affidamento dei servizi del sistema integrato di interventi e di servizi sociali: ha lo scopo di offrire alle stazioni appaltanti un documento tecnico di supporto. Ed è stato previsto uno specifico percorso dell´Atto di indirizzo, affidato all´area welfare dell´Ass n.5 "Bassa Friulana". Nel contempo, come ha soggiunto l´assessore, è stato avviato un sistema di monitoraggio dell´impatto dell´Atto di indirizzo, per favorire la qualità dei servizi alla persona. La Regione, sempre secondo Kosic mira a valorizzare il ruolo del terzo settore nell´ambito della realizzazione del sistema integrato dei servizi sociali. E prevede di fornire assistenza tecnica e l´accompagnamento a favore degli enti appaltanti, con l´attivazione, a partire dall´1 novembre, di un "help desk". Ovvero di un forum di esperti messo a disposizione dall´Amministrazione, che agevolerà la elaborazione di documenti tecnici quali i bandi di gara d´appalto, dei capitolati e delle convenzioni. Dal 2012, sempre per Kosic, saranno operativi i Piani di zona: essi diverranno lo strumento indispensabile per l´integrazione dei servizi alla persona. Contesto nel quale le cooperative sociali e il terzo settore assumeranno un ruolo importante per il consolidamento del sistema del welfare. Infine, la Regione ha altresì previsto la valorizzazione del capitale umano delle cooperative sociali: ha programmato corsi di formazione per operatori socio sanitari ai quali hanno già richiesto di accedere 3000 persone. Già quest´anno sarà data possibilità a 700 di esse di parteciparvi. Il convegno era organizzato da Federsolidarietà di Confocooperative, nell´ambito della propria assemblea regionale. |
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IL RINASCIMENTO A ROMA NEL SEGNO DI MICHELANGELO E RAFFAELLO 25 OTTOBRE 2011 – 12 FEBBRAIO 2012 ROMA, FONDAZIONE ROMA MUSEO, PALAZZO SCIARRA |
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Roma 17 ottobre 2011 - Dopo il successo della grande mostra dedicata al Quattrocento romano, la Fondazione Roma offre al pubblico un’affascinante retrospettiva sulla Roma del Cinquecento. La mostra Il Rinascimento a Roma. Nel segno di Michelangelo e Raffaello indaga e approfondisce, per la prima volta, tutti gli aspetti artistici, architettonici e urbanistici del Cinquecento nell’Urbe. Promossa dalla Fondazione Roma l’esposizione è organizzata dalla Fondazione Roma Arte Musei con Arthemisia Group e sarà ospitata nelle sale del Museo Fondazione Roma, Palazzo Sciarra dal 25 ottobre al 12 febbraio 2012. La mostra Il Rinascimento a Roma. Nel segno di Michelangelo e Raffaello deve considerarsi il continuum di quella dedicata al risveglio quattrocentesco della città, intitolata Il ’400 a Roma. La rinascita delle arti da Donatello a Perugino voluta dal Presidente della Fondazione Roma Emmanuele F.m. Emanuele nel 2008, curata da Marco Bussagli e Claudio Strinati, con il coordinamento di Maria Grazia Bernardini. Questa volta l’esposizione, a cura di Maria Grazia Bernardini e Marco Bussagli, illustra l’arte nel Cinquecento della Città eterna, dall’alto Rinascimento della Roma di papa Giulio Ii e Leone X - e dei due massimi artisti, Michelangelo e Raffaello - fino all’arte dei decenni successivi che, sostanziata di cultura umanistica, declina verso una astrazione della forma più elegante e decorativa per arrivare all’epoca della morte di Michelangelo (1564) profondamente condizionata da una nuova e coinvolgente religiosità. La mostra si avvale di un prestigioso comitato scientifico presieduto da Vittorio Sgarbi e formato da Cristina Acidini, Maria Grazia Bernardini, Marco Bussagli, Nicole Dacos, Marzia Faietti, Marcello Fagiolo, Kristina Herrmann Fiore, Sylvia Ferino Pagden, Christoph L. Frommel, Anna Lo Bianco, Maria Luisa Madonna, Lorenza Mochi Onori, Antonio Paolucci, Silvia Danesi Squarzina, Rossella Vodret, Alessandro Zuccari. L’esposizione si articola in sette sezioni in cui saranno esposti capolavori di Raffaello, come l’Autoritratto (Galleria degli Uffizi, Firenze) e il Ritratto di Fedra Inghirami (Palazzo Pitti, Firenze), e di Michelangelo come il David-apollo (Museo Nazionale del Bargello, Firenze) e la copia del Giudizio Universale di Marcello Venusti (Museo di Capodimonte, Napoli), oltre a numerose opere di artisti come Francesco Salviati (Adamo ed Eva della Galleria Colonna, Roma), Perin del Vaga (Madonna con Bambino di Melbourne, Australia), Sebastiano del Piombo (Ritratto del cardinale Reginal Pole, Ermitage) e Guglielmo della Porta (Spinario, Ermitage). Per l’occasione la Fondazione Roma ha provveduto a restaurare alcune importantissime opere, tra cui la Pietà di Buffalo (Stati Uniti) di ambito michelangiolesco (con attribuzione a Michelangelo stesso da parte di alcuni studiosi), che verrà esposta in mostra dopo il restauro realizzato sotto la direzione dell’Istituto Centrale del Restauro di Roma. Novità assoluta è la suggestiva ricostruzione virtuale in 3D della meravigliosa Loggia di Amore e Psiche della Farnesina, l´antica Villa voluta da Agostino Chigi a Porta Settimiana e affrescata dalla scuola di Raffaello, nonché della volta della Cappella Sistina e del "Giudizio" di Michelangelo riprodotte in mostra grazie alla tecnologia Enea, ovvero alla tecnica laser dell´Itr100 inventato da Giorgio Fornetti e dal suo staff. Il pubblico della mostra potrà così immergersi in uno scenario virtuale di affreschi affascinanti che raccontano mirabili storie e miti antichi nella seducente atmosfera del Cinquecento romano. Www.fondazioneromamuseo.it |
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SPORT PARALIMPICO. IN 2000 INVADONO PIAZZA CITTÀ LOMBARDIA FORMIGONI:ATTIVITÀ IN GRADO DI ABBATTERE DAVVERO LE BARRIERE ESEMPIO CONCRETO DI COME, OGGI, LO SPORT SIA PER TUTTI |
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Milano, 17 ottobre 2011 - Hanno trasformato piazza Città di Lombardia in un´enorme città del gioco, un´area multisport con attrezzature sportive, spalti e gradinate per gli spettatori. Protagonisti oltre 2000 bambini e ragazzi delle scuole lombarde che il 13 ottobre, a partire dalle ore 10, hanno pacificamente invaso l´esterno della sede della Regione Lombardia per partecipare alla sesta edizione della Giornata Nazionale dello Sport Paralimpico, che si è tenuta contemporaneamente in altre 10 città italiane. Alla manifestazione, indetta dal Comitato Italiano Paralimpico (Cip) in collaborazione con Enel Cuore Onlus e organizzata, a Milano, dal Cip Lombardia, sono intervenuti anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e l´assessore regionale allo Sport e Giovani Monica Rizzi. Tutti Uguali, Diamo Il Massimo - "Questa è la piazza coperta più grande d´Europa - ha ricordato Formigoni - vedervi oggi qui mi riempie il cuore di gioia. Voi siete venuti per gareggiare e per osservare come lo sport riesca concretamente a far superare le barriere e questa è una cosa fondamentale. Un esempio straordinario di come lo sport renda tutti uguali, così come siamo uguali davanti alla vita, poiché la dignità della persona è nel cuore e quel che conta è che ognuno dia il massimo di quel che può dare". Proprio Per Tutti - L´assessore allo Sport e Giovani Monica Rizzi ha voluto sottolineare la vicinanza della Regione al mondo dello sport, in particolar modo a quello dei ragazzi diversamente abili. "E´ la prima volta che questa piazza - ha ricordato - viene usata per un evento così importante, credo che sia la testimonianza più concreta del nostro interesse verso lo sport, che oggi è davvero per tutti. E´ bellissimo vedere come lo sport unisca anche nel concreto; vedere ragazzi diversamente abili che si confrontano con ragazzi normodotati, e a volte riescono anche a batterli, è un importante veicolo di integrazione per il superamento delle barriere". "La funzione degli amministratori pubblici - ha ribadito Monica Rizzi - è capire quali sono le strade dell´integrazione vera e devo dire che, ultimamente, sono moltissime le federazioni che accettano al loro interno gli atleti del Cip, a dimostrazione che, quando gli amministratori collaborano con le federazioni per fare questo percorso, ci si riesce, raggiungendo risultati importanti". Passione Del Cuore - Il presidente Formigoni ha poi girato i diversi stand, incontrando alcuni atleti paralimpici e soffermandosi con i ragazzi delle scuole. Formigoni ha mostrato apprezzamento per i valori positivi che ogni sportivo, con la sua attività, riesce a trasmettere. "E´ un bellissimo spettacolo - ha detto - vedere la nostra piazza animata da tutti questi ragazzi, che hanno una disabilità ma hanno tantissima passione dentro il cuore e moltissima voglia di competere e gareggiare nello sport così come nella vita. Noi abbiamo aperto questo luogo perché, portando avanti delle politiche integrate nello sport, vogliamo celebrarle e oggi, in questa piazza, ci riusciamo concretamente. I nostri ragazzi vogliono essere protagonisti nella vita al pari degli altri, manifestazioni come queste aiutano a far capire che si può essere disabili e fare sport ed essere come gli altri. Abbiamo dei programmi specifici all´interno delle scuole e in collaborazione con gli oratori per ampliare la partecipazione dei disabili di tutte le età: dai giovanissimi agli anziani". Grandi Atleti - Alla manifestazione di oggi sono intervenuti anche diversi atleti paralimpici come: Daniele Cassioli (sci nautico), Santino Stillitano (ice sledge hockey), Giusy Versace (atletica), Silvia Parente (sci, vela e arrampicata) e Fabio Cassanelli (calcio balilla). Erano presenti anche il presidente del Cip Lombardia Pierangelo Santelli e il presidente del Coni Lombardia Pierluigi Marzorati. Due Dei Protagonisti - Daniele Cassioli (Roma, 15 agosto 1986) - Non vedente, vive a Gallarate (Va), è laureato in fisioterapia ed esercita nel suo studio di Castellanza (Va); studia osteopatia e, nel tempo libero, fa il dj in discoteca, scia sulla neve, usa il computer ed esce con gli amici. Nel 2011 è campione mondiale in salto, figura e combinata e argento nella gara a squadre; nel 2010 atleta mondiale dell´anno Federazione internazionale sci nautico e wakeboard (Iwwf); sempre nel 2010 è campione europeo in salto, combinata e nella gara a squadre. Inoltre, è primatista mondiale in salto e figure ed europeo in slalom. - Silvia Parente (Milano, 29 settembre 1969) - Non vedente, sciatrice, vive tra Milano e Bologna, studia medicina ayurvedica e aprirà un centro per massaggi e terapie ayurvediche, nel tempo libero pratica lo sport. Nel 2011 conquista un oro e un argento ai Mondiali di arrampicata sportiva di Arco (Tn). Nella vela, nel 2010, è oro, in coppia con Luigi Bertanza, ai Mondiali di vela di Salò (Bs). Nello sci alpino, nel 2006, è oro nel gigante, bronzo in discesa, superG e slalom alle Paralimpiadi di Torino mentre nel 1994 è bronzo in slalom alle Paralimpiadi di Lillehammer. I Giochi - Gli studenti che hanno partecipato hanno potuto osservare e cimentarsi in diverse attività con dimostrazioni pratiche e vere e proprie sfide con gli atleti disabili: arrampicata sportiva, basket in carrozzina, calcio balilla, canottaggio, distensione su panca, scherma in carrozzina, tennis in carrozzina, calcetto, danza sportiva, showdown e torball (calcio per non vedenti). Le Scuole - Nel dettaglio l´elenco delle scuole che hanno partecipato alla giornata e le società e le associazioni intervenute: Istituto Cardinal Ferrari, Cantù (Co) - Isis Ripamonti, Como (Co) - Ic A. Schiantarelli, Asola (Mn) - Compr. G. Cardano-p. Lega, Gallarate (Va) - Ic Dante, Gallarate (Va) - Ic Mornago, Mornago (Va) - Ic Campo dei fiori, Casciago (Va) - Ic Varese6 Sm Dante, Varese (Va) - Ic Varese S. Pellico, Varese (Va) - Comprensivo Salvemini, Varese (Va) - Istituto Comprensivo Don Rimoldi, Varese (Va) - Ic De Amicis, Castronno (Va) - Sm Viggiù, Viggiù (Va) - Ic Pellico, Vedano Olona (Va) - Compr. Stat. Gp Clerici- E. Fermi, Gerenzano (Va) - Ic Darfo 1, Darfo Boario (Bs) - Ic Darfo 2, Darfo Boario (Bs) - Rosselli, Artogne (Bs) - Ic Toscanini, Chiari (Bs) - Isis L. Einaudi, Dalmine (Bg) - Sm Galmozzi, Crema (Cr) - Sm Vida, Cremona (Cr) - Sm Diotti, Casalmaggiore (Cr) - Sm Allende, Paderno Dugnano (Mi) - Ipc L. Milani, Meda (Mi) - Ipssct Falck, Cinisello Balsamo (Mi) - scuola primaria Creppi, San Donato Milanese (Mi) - Sm Fermi, Villasanta (Mb) Le Società Sportive - Polisportiva Milanese, Polha Varese, Habilita, Roll Star, Briantea 84, Basket Seregno, Special Bergamo Sport, Non Vedenti Milano Onlus, Aus Niguarda, I Giovani per i giovani, Circolo della Spada Lodetti, Rancilio, Team Bee and Bike, Polisportiva Varese, Polisportiva Disabili Valcamonica. Le Associazioni - Sfa Morbegno coop sociale, Cse La Bottega Cdd Milano, Anfass Onlus Fond. Piatti (Va). L´orchestra Giovanile - Nata da un progetto dell´Ufficio Scolastico Provinciale di Varese, ideata nel 2000 dalla professoressa De Giorgi, che ne cura la direzione artistica e musicale, l´orchestra giovanile studentesca della provincia di Varese ha accompagnato la manifestazione. A suonare allievi iscritti a scuole elementari, medie inferiori e superiori e giovani universitari. L´orchestra si è distinta in questi anni per il suo impegno umanitario e per le sue finalità educative. |
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