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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 13 Marzo 2012 |
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UE, IL CRIMINE NON PAGA: CACCIA AI PROVENTI DI REATO |
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Bruxelles, 13 marzo 2012 – Ogni anno in Europa, centinaia di miliardi di euro finiscono direttamente nelle tasche di bande criminali e della mafia. Malgrado gli sforzi compiuti dalle autorità di polizia e giudiziarie in tutta Europa, molti dei profitti illeciti rimangono nelle mani dei criminali, rendendo questi gruppi più forti e sottraendo ai contribuenti europei introiti fiscali che potrebbero essere investiti in scuole o servizi sanitari. Ieri la Commissione ha proposto nuove norme per una più efficace e diffusa confisca di fondi e altri beni acquisiti mediante attività criminali. Tali norme rafforzeranno i poteri degli Stati membri di confiscare beni trasferiti a terzi, faciliteranno la confisca di proventi di reato anche quando l’indagato si sia dato alla fuga e garantiranno che le autorità competenti possano sottoporre a congelamento temporaneo i beni che rischiano altrimenti di scomparire. “Dobbiamo colpire la criminalità là dove sono i suoi maggiori interessi, dando la caccia al denaro, e dobbiamo riportare i suoi profitti nel circuito dell’economia lecita, soprattutto stante la crisi attuale. Le autorità di polizia e giudiziarie devono avere a disposizione strumenti migliori per seguire le tracce del denaro e maggiori mezzi con cui poter recuperare una parte più consistente dei proventi di reato”, ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni. Attualmente, gli importi recuperati dalla criminalità organizzata sono modesti rispetto agli enormi profitti generati da attività illecite come il traffico di stupefacenti, la contraffazione, la tratta degli esseri umani e il contrabbando di armi leggere. Stando alle stime delle Nazioni Unite, il valore totale dei proventi di reato generati nel 2009 dovrebbe essere stato di circa 2 100 miliardi di dollari Usa, pari al 3,6% del prodotto interno lordo mondiale dello stesso anno. Mentre la maggior parte di questo denaro sporco è riciclato e reinvestito nell’economia lecita, attualmente meno dell’1% dei proventi di reato sono sottoposti a congelamento e confiscati. Nell’unione europea i profitti tratti dal crimine organizzato sono ingenti. Ad esempio, il traffico illecito di stupefacenti nell’Ue genera importi stimati a 100 miliardi di euro all’anno. In Italia i proventi della criminalità organizzata sono stimati a 150 miliardi di euro all’anno. Nel 2009 le autorità italiane hanno sottoposto a congelamento temporaneo beni per un valore di circa 800 milioni di euro. Nel Regno Unito gli introiti della criminalità organizzata sono stati stimati nel 2006 a 15 miliardi di sterline. Nello stesso anno, ne sono stati recuperati 125 milioni di sterline da parte dello Stato. In Germania nel 2009, sono stati sequestrati alla criminalità organizzata 113 milioni di euro. Queste cifre possono impressionare, ma fanno meno effetto quando si considera che i profitti che sono stati ottenuti dai criminali in questi casi sono stimati a un valore di circa 903 milioni di euro. Rafforzare la confisca – proteggere l’economia Sempre più i proventi dei gruppi di criminalità organizzata sono investiti al di fuori del loro paese d’origine, non di rado in più di uno Stato membro, o trasferiti a terzi (spesso parenti o prestanome) per evitarne la confisca. Case, automobili, ristoranti, piccole imprese e azioni societarie sono solo alcuni esempi di come i profitti illeciti possano essere reinvestiti in attività o beni leciti. Agevolare la confisca dei beni ostacolerà le attività criminali e avrà un effetto deterrente sulla criminalità mostrando che il crimine non paga. Proteggerà altresì la nostra economia dalle infiltrazioni criminali e dalla corruzione. Il recupero di un numero maggiore di beni a beneficio dello Stato avrà un impatto notevole sulle vittime dei reati, sui contribuenti e sull’intera società. Una volta confiscati, i proventi di reato possono essere altresì riutilizzati a scopi sociali o fornire fondi da reinvestire in iniziative di contrasto o prevenzione del crimine. La proposta odierna semplificherà le norme vigenti e colmerà delle importanti lacune sfruttate dalla criminalità organizzata. In particolare: introdurrà norme più chiare ed efficienti per la confisca dei beni non direttamente legati ad un determinato reato ma che derivano chiaramente da attività criminali analoghe del condannato (confisca estesa); rafforzerà le norme sulla confisca di beni che sono stati trasferiti dall’indagato a terzi che avrebbero dovuto rendersi conto della loro origine illecita (confisca nei confronti di terzi); consentirà la confisca di beni nei casi in cui non si possa ottenere una condanna penale a motivo della morte, della malattia permanente o della fuga dell’indagato (confisca limitata non basata sulla condanna); garantirà che i pubblici ministeri possano sottoporre a congelamento temporaneo i beni che rischiano altrimenti di scomparire, fatta salva la conferma da parte dell’autorità giudiziaria (congelamento precauzionale); affiderà agli Stati membri la gestione dei beni sottoposti a congelamento così da non permetterne la svalutazione in attesa di una loro successiva confisca (gestione dei beni); farà sì che i provvedimenti adottati per il congelamento e la confisca dei beni siano bilanciati da forti misure a tutela dei diritti fondamentali, in particolare garantendo il rispetto del diritto alla presunzione d’innocenza e del diritto di proprietà dei singoli. Contesto Il 22 novembre 2010 la Commissione ha adottato la “Strategia per la sicurezza interna dell’Ue in azione” (Ip/10/1535 e Memo/10/598). La confisca è stata considerata una priorità strategica per l’Unione europea, in quanto mezzo per la lotta contro la criminalità organizzata. L’odierna proposta sulla confisca fa parte di una serie di misure volte a tutelare l’economia lecita dalle infiltrazioni criminali e connesse all’agenda della strategia Europa 2020 per la crescita. Tali iniziative comprendono il pacchetto Ue anti-corruzione (Ip/11/678 e Memo/11/376) e la strategia della Commissione per la lotta contro la frode. Per ulteriori informazioni Memo/12/179 Homepage di Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni www.Ec.europa.eu/malmstrom Homepage Dg Affari interni: http://ec.Europa.eu/dgs/home-affairs/index_en.htm Materiale audiovisivo può essere scaricato all’indirizzo: http://tinyurl.Com/confiscatedassets |
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LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE DI MIGLIORARE LE NORME COMUNI DI CONTABILIZZAZIONE DEI GAS A EFFETTO SERRA PER I SETTORI FORESTALE E AGRICOLO |
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Bruxelles, 13 marzo 2012 — Nell´adottare una nuova proposta sulla contabilizzazione delle emissioni dei gas a effetto serra, la Commissione europea ha compiuto un primo passo per integrare gli assorbimenti e le emissioni delle foreste e dell´agricoltura nella politica climatica dell´Ue. La proposta di decisione stabilisce norme per contabilizzare le emissioni e gli assorbimenti di gas a effetto serra nel settore forestale e in quello agricolo, gli ultimi grandi settori privi di una normativa comune Ue. Le foreste e i terreni agricoli coprono più di tre quarti del territorio dell´Ue e contengono naturalmente ingenti quantitativi di carbonio, prevenendone la fuga nell´atmosfera, e di conseguenza sono importanti per la politica climatica. Aumentare tale carbonio "intrappolato" di soli 0,1 punti di percentuale, ad esempio mediante una migliore gestione forestale o dei pascoli, permetterebbe di eliminare l´equivalente delle emissioni annue nell´atmosfera di 100 milioni di automobili. Tuttavia fino ad oggi, gli sforzi degli agricoltori e dei proprietari di foreste e le loro buone prassi volte a trattenere il carbonio presente nelle foreste e nei suoli, non sono stati riconosciuti o lo sono stati solo parzialmente. Ciò è dovuto alle difficoltà di ottenere dati affidabili sul carbonio presente nelle foreste e nei suoli e alla mancanza di norme comuni sulla contabilizzazione delle emissioni e degli assorbimenti. In seguito alla decisione della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici relativa alle nuove norme di contabilizzazione del carbonio nei suoli e nelle foreste adottata nel dicembre 2011, l´Ue è determinata a stabilire una contabilizzazione comune nella propria politica climatica, fornendo nuove opportunità, ad esempio per ricompensare gli agricoltori per il loro contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici nel contesto della politica agricola comune. Connie Hedegaard, Commissaria per l´Azione per il clima, ha dichiarato: "Ciò che proponiamo oggi sono norme armonizzate per contabilizzare le emissioni delle foreste e dell´agricoltura. Si tratta del primo passo verso l´integrazione di questi settori nell´impegno di riduzione delle emissioni nell´Ue. A Durban tutti i paesi si sono accordati sulle nuove norme relative alla contabilizzazione delle emissioni in questi settori. La Ue sta attualmente elaborando la proposta che contribuirà, tra l´altro, a tutelare la biodiversità e le risorse idriche, a sostenere lo sviluppo rurale e ad avere un´agricoltura rispettosa del clima.". Le prossime tappe La proposta di decisione relativa a norme armonizzate di contabilizzazione delle emissioni di gas a effetto serra e gli assorbimenti nelle foreste e nei suoli sarà presentata al Parlamento europeo e al Consiglio nell´ambito della procedura legislativa ordinaria. La proposta in parola impone inoltre agli Stati membri l´obbligo di adottare piani d´azione per aumentare l´assorbimento del carbonio e la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra nelle foreste e nei suoli in tutta l´Ue. La proposta non contiene obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni per questi settori, ma essi potrebbero essere definiti in una fase successiva una volta che le norme di contabilizzazione si saranno dimostrate affidabili. Per ulteriori informazioni: Negoziati delle Nazioni Unite in materia di cambiamenti climatici: http://ec.Europa.eu/clima/policies/international/negotiations/durban/index_en.htm Cambiamenti climatici e delle foreste: http://ec.Europa.eu/clima/policies/forests/index_en.htm |
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GESTIONE DELL´ACQUA: UNA SFIDA MONDIALE |
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Strasburgo, 13 marzo 2012 - L´acqua è una risorsa preziosa: solamente il 60% della popolazione mondiale ha accesso all´acqua potabile. In Europa, la protezione dell´acqua è un tema centrale. Il Forum mondiale dell´acqua si apre a Marsiglia questa settimana mentre i deputati europei si confronteranno sul tema giovedì 15 marzo. "L´acqua è il motore centrale della nostra vita e del nostro sviluppo economico nel mondo" sottolinea il deputato austriaco di centro destra Richard Seeber e relatore di questo tema che verrà dibattuto in plenaria questa settimana. La Terra conta 2 miliardi di chilometri cubi d´acqua. Nonostante ciò, solamente 2,5% dell´acqua può essere utilizzata. I problemi legati alla gestione di questa risorsa, particolarmente sensibili nei paesi in caldi e in via di sviluppo, non sono sconosciuti alla realtà europea. A causa del cambiamento climatico, le attività del settore energetico e agricolo in Europa sono spesso colpite dalla siccità. Bruxelles-marsiglia - "L´unione europea ha adottato un quadro normativo efficace ma resta molto da fare" secondo la deputata portoghese Edite Estrela, che coordina la posizione dei socialisti sul tema. Ogni anno infatti l´Unione europea si aggiorna, in particolare per studiare i nuovi agenti inquinanti come i farmaci. La commissione parlamentare all´Ambiente si è già confrontata sul tema l´8 marzo. Questa settimana, in sessione plenaria i deputati europei dovranno dire la loro sul Sesto Forum mondiale sull´acqua. L´evento triennale conta 25.000 partecipanti provenienti da 180 paesi. L´obiettivo? Inserire il tema dell´acqua all´interno dell´agenda politica a livello mondiale. |
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COOPERAZIONE ITALIA-GRECIA: INFODAY PER PROGETTI IL 14.3
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Bari, 13 marzo 2012 - Rafforzare la competitività e l’innovazione; migliorare l’accessibilità ai servizi e sviluppare reti sostenibili; migliorare la qualità della vita, sostenere la protezione dell’ambiente ed accrescere la coesione sociale e culturale dei territori coinvolti: sono tre le priorità di sviluppo secondo le quali dovranno essere formulate, entro il 4 giugno 2012, le proposte progettuali da candidare alla Terza Call per Progetti Ordinari, nell’ambito del Programma di Cooperazione Territoriale Europea Cbc Grecia – Italia 2007 – 2013. A disposizione dei partner eleggibili (Autorità nazionali, regionali o locali, Organismi di diritto pubblico e Organizzazioni private senza fini di lucro), un budget di ben 20.000.000,00 euro. Occasione di approfondimento e confronto aperto sulle tematiche del Programma, con particolare attenzione al bando appena pubblicato ed alle procedure di implementazione dei progetti approvati nell´ambito della I Call, sarà l’Info Day organizzato mercoledì 14 marzo 2012 a Bari, presso Villa Romanazzi Carducci, dal Servizio Mediterraneo della Regione Puglia. Ad aprire i lavori della giornata (ore 9.15) saranno Silvia Godelli, Assessore al Mediterraneo della Regione Puglia, George Emmanuel, Autorità di Gestione del Programma Grecia – Italia ed Ivana Sacco del Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica. Modera il Dirigente del Servizio Mediterraneo della Regione Puglia, Bernardo Notarangelo. La prima sessione dell’Info Day (ore 9.45 - 13.00) sarà dedicata allo stato dell’arte ed ai risultati del I Bando del Programma Grecia-italia 2007-2013 – interviene Simonetta Trivelli del Servizio Mediterraneo della Regione Puglia – per poi passare alla presentazione del nuovo Bando, la Iii Call per Progetti Ordinari, a cura di Dionysia Tamvaki, Louise Stimpson e Dimitris Karavatos del Segretariato Tecnico Congiunto Grecia-italia. Seguirà un approfondimento sugli orientamenti per la costituzione dei Partenariati insieme a Claudio Polignano, Task Force Cooperazione Territoriale del Servizio Mediterraneo - Regione Puglia ed un sessione “Domande & Risposte” aperta al pubblico. Nel pomeriggio, invece, si terrà un seminario riservato ai beneficiari della I Call per Progetti Ordinari (ore 14.00-16.15) per discutere, in particolare, delle procedure di implementazione dei progetti e delle modalità operative di attuazione dei controlli di I° Livello. Intervengono di nuovo Karavatos e Tamvaki (Jts), insieme a Grazia Corigliano e Giuseppe Gargano (Info-point Grecia-italia). A Giuseppe Aprile del Servizio Mediterraneo – Regione Puglia, infine, il compito di illustrare i dettagli del Cofinanziamento Nazionale e dei Controlli di 1° Livello. |
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MILANO: IL SINDACO PISAPIA INCONTRA IL CONSOLE GENERALE DELL’INDIA SANJAY KUMAR VERMA |
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Milano, 13 marzo 2012 - Il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha incontrato ieri pomeriggio a Palazzo Marino il Console generale dell’India Sanjay Kumar Verma. Il Console generale ha voluto rassicurare sul buon trattamento riservato a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone e sulla disponibilità delle autorità indiane a collaborare con le autorità del nostro Paese, per garantire il diritto di difesa in tutte le sedi nella presunzione di non colpevolezza come dimostra l’autorizzazione concessa ai consulenti italiani a partecipare, in qualità di osservatori, alle perizie balistiche. Da parte del Sindaco Pisapia e del Console Verma è stato espresso l’auspicio che i rispettivi Governi mettano in campo tutti gli sforzi possibili perché si possa arrivare a un’equa composizione del problema, a partire dalla risoluzione dei delicati risvolti giuridici legati alla questione della giurisdizione su cui deve ancora decidere l’Alta Corte del Kerala su richiesta delle autorità italiane. Si è trattato di un incontro cordiale in cui entrambe le parti hanno assicurato il massimo impegno per mantenere saldi i legami di amicizia tra i popoli italiano e indiano. Il tutto nella reciproca convinzione che la vicenda possa concludersi molto rapidamente. Il Sindaco Pisapia ha chiesto di incontrare il Console generale dell’India anche per ribadire l’attenzione e la vicinanza dell’Amministrazione ai due militari italiani. |
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TONDO-TADIC A BELGRADO, INTEGRAZIONE SERBIA PASSA PER FVG |
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Trieste, 13 marzo 2012 - Il Friuli Venezia Giulia intende continuare a svolgere un ruolo fondamentale nel processo di integrazione della Repubblica di Serbia nell´Unione europea. Lo ha ribadito il presidente della Regione Renzo Tondo, incontrando ieri pomeriggio nella capitale Belgrado il presidente della Repubblica Boris Tadic, nel contesto di una intensa missione ufficiale di due giorni iniziata questa mattina a Kragujevac e che si concluderà oggi a Novi Sad, capoluogo della Provincia autonoma della Vojvodina. L´incontro di Tondo con Tadic arriva a tre mesi dalla visita del presidente della Repubblica di Serbia in regione, il 12 dicembre dello scorso anno, che si era conclusa con la firma di importanti accordi industriali e commerciali con imprese del Friuli Venezia Giulia. E arriva a pochi giorni dalla visita a Belgrado del presidente del Consiglio Mario Monti, che ha permesso di consolidare il partenariato italo-serbo nel momento in cui la Repubblica di Serbia ha ottenuto lo status di Paese candidato all´ingresso nell´Ue. All´incontro con il presidente Tadic era presente, oggi a Belgrado, anche l´Ambasciatore d´Italia in Serbia Armando Varicchio. Prima del vertice nella capitale, la delegazione del Friuli Venezia Giulia guidata da Tondo ha fatto tappa a Kragujevac, città della Serbia meridionale diventata un importante punto di attrazione per gli investimenti italiani in Serbia, attorno al rilancio dell´impianto di produzione di automobili della Fiat. Dopo un incontro di Tondo con il sindaco Veroljub Stevanovic, si sono svolte a Kragujevac alcune riunioni di carattere economico, in modo da verificare e approfondire le opportunità di internazionalizzazione per il sistema imprenditoriale del Friuli Venezia Giulia nella Serbia meridionale, non solo nel settore della componentistica auto, ma anche in numerosi altri campi. Domani a Novi Sad verrà inoltre rinnovato il Protocollo d´intesa tra la Regione Friuli Venezia Giulia e la Provincia Autonoma della Vojvodina, firmato nel 2003 e successivamente consolidato nel 2009. La nuova intesa crea un ampio quadro di collaborazione per consolidare il preesistente partenariato nei settori industriale e commerciale, delle infrastrutture e dello sviluppo territoriale, nonché del turismo, della cultura, della ricerca scientifica e dell´innovazione, dell´ambiente e della formazione, assegnando particolare importanza allo sviluppo delle Piccole e medie imprese. A margine della firma ufficiale del Protocollo, è prevista sempre domani mattina l´inaugurazione di "Casa Fvg in Vojvodina", ufficio di collegamento gestito da Informest e ospitato dallo stesso Governo della Provincia Autonoma di Vojvodina. "Casa Fvg" si propone di diventare un importante punto di riferimento per l´assistenza del sistema regionale in modo da facilitare le relazioni economiche con la Vojvodina. |
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EXPO. CON FORMIGONI GRANDI FIRME PER 183 GIORNI DI EVENTI ESPERTI DI ARTE, TEATRO, DESIGN, CIBO PREPARANO IL PALINSESTO TRA LORO: ESCOBAR, LISSNER, BRANCIAROLI, BOJARDI, DI CENTA |
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Milano, 13 marzo 2012 - "Parte il lavoro del team delle grandi firme dell´Expo 2015: il loro compito sarà quello di aiutare a coinvolgere il meglio dell´Italia e costruire un palinsesto unico, capace di coinvolgere i visitatori che arriveranno in Italia durante i 183 giorni dell´evento". Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia e commissario generale di Expo 2015, ha presentato a Palazzo Pirelli il nuovo comitato. Le Prime 10 Firme Del Comitato - Fanno parte del comitato le seguenti personalità: Gilda Bojardi per il design, Franco Branciaroli per il teatro, Manuela Di Centa per lo sport, Sergio Escobar per il teatro, Stéphane Lissner per la lirica, Paolo Massobrio e Davide Paolini per l´enogastronomia, Pietro Petraroia per le grandi mostre, Davide Rondoni per la poesia e Patrizia Sandretto Re Rebaudengo per l´arte moderna. Alla prima riunione era presente l´amministratore delegato di Expo 2015, Giuseppe Sala. "Il comitato - ha precisato Formigoni - costituisce un team dinamico e aperto, che potrà crescere progressivamente nel tempo". Alla squadra, dunque, potranno aggiungersi altri personaggi di primissimo piano. Il Palinsesto Per I Visitatori - Compito delle grandi firme sarà - ha spiegato Formigoni - quello di "costruire l´offerta culturale più ampia che il nostro Paese possa immaginare, integrando le innumerevoli proposte che verranno da tutti i territori". Obiettivo è quello di definire quanto prima un palinsesto di progetti e proposte che veda coinvolti i creativi, gli artisti, le istituzioni come teatri, musei, orchestre e federazioni sportive. L´expo, in programma dall´1 maggio al 31 ottobre 2015, vedrà infatti la partecipazione di milioni di visitatori: all´interno dell´Expo e fuori dall´Expo troveranno spazio le iniziative che il comitato contribuirà a definire, lavorando a pieno ritmo per arrivare a formulare una serie di proposte già entro la fine del 2012. L´esposizione Del ´Dopo Crisi´ - "Il comitato - ha detto Formigoni - contribuirà a dare risalto ai fattori di eccellenza del nostro Paese, così da costruire un cartellone di manifestazioni straordinario. L´expo del 2015 sarà l´Esposizione del ´dopo crisi´, in cui dimostreremo al mondo i tanti fattori di crescita che caratterizzano il nostro Paese". L´entusiasmo Del Team - Parte nel segno dell´entusiasmo e delle idee il lavoro del team di grandi firme. Parlano di "grande onore" la campionessa olimpica Di Centa e l´esperta di design Bojardi: pronta a lavorare anche Sandretto Re Rebaudengo "per dare spazio all´arte contemporanea e ai giovani" nell´anno della concomitanza di Expo e della Biennale di Venezia. "Siamo pronti a mettere le didascalie a un mito qual è il cibo italiano": questa la dichiarazione di Massobrio, giornalista enogastronomico. Anche la Scala e il Piccolo teatro sono pronti a studiare un palinsesto d´eccellenza per il 2015 nel segno - ha precisato Escobar - "di quei rapporti internazionali profondissimi che Milano ha saputo creare nel tempo". Anche i musei, attraverso un circuito d´iniziative, si preparano - ha dichiarato lo storico d´arte e dirigente pubblico Petraroia - a fare dell´Expo un´esibizione speciale. Occhi Puntati Sui Turisti Cinesi - Attenzione particolare è rivolta - nota Sala - ai visitatori cinesi, non solo in virtù della crescita economica del loro Paese, ma perché "sono freschi del successo e dell´entusiasmo dell´Expo di Shanghai". Massimi esperti, dunque, al lavoro, "per far sì che l´Expo possa essere un evento di grande richiamo per il turismo internazionale". |
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VENETO, CONTI PUBBLICI TERRITORIALI: PUBBLICATA LA MONOGRAFIA REGIONALE 2011 |
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Venezia, 13 marzo 2012 - È stata pubblicata la terza Monografia regionale sui Conti Pubblici Territoriali dal titolo “L’italia secondo i Conti Pubblici Territoriali (Cpt) – Il decentramento delle funzioni sul territorio: Servizio Idrico Integrato e Gestione dei Rifiuti Urbani nella Regione Veneto”. La pubblicazione è il contributo del Veneto al progetto “Conti Pubblici Territoriali” (Cpt) del Ministero dello Sviluppo Economico, progetto che è nato per rispondere all’esigenza di costruire un sistema informativo per la misurazione dei flussi finanziari pubblici a livello regionale e per essere di supporto al miglioramento dei processi decisionali ai vari livelli di governo. Nell’ambito di un lavoro collettivo dell’intera Rete Cpt, l’anno 2011 ha visto la partecipazione di 19 Nuclei Regionali quali autori di rispettive Monografie utili ai fini di studi e comparazioni tra le diverse realtà regionali italiane. Il volume curato dal Nucleo Cpt Veneto presenta, come per le precedenti edizioni, un’analisi dei flussi finanziari pubblici di entrata e di spesa del Settore Pubblico Allargato Veneto integrata con dati di fonte Istat e Ispra. In quest’edizione è stato posta particolare attenzione a due settori di grande interesse nel dibattito sui servizi pubblici: Acqua e Rifiuti. Per questi due ambiti sono state effettuate inizialmente delle brevi panoramiche sulla storia e sulla principale normativa di riferimento. Successivamente sono stati approfonditi gli aspetti strutturali e congiunturali delle spese e delle entrate, seguiti dall’analisi dei dati fisici dei settori con contestuale confronto con le altre realtà regionali. Il volume si sofferma anche sulle peculiarità dei principali gestori dei servizi, per concludere infine con la valutazione dei principali obiettivi raggiunti e da raggiungere. La Regione, grazie al proprio Nucleo Cpt istituito nell’ambito delle strutture tecniche dell’assessorato al bilancio e agli Enti locali, è impegnata stabilmente nel progetto attraverso la rilevazione annuale dei dati contabili relativi agli enti regionali e sub-regionali. Oltre all’Amministrazione regionale vengono censiti gli Enti dipendenti, i Consorzi e le Forme associative, le Aziende e le Istituzioni, le Società e le Fondazioni, le Camere di commercio, le Autorità portuali e i Parchi nazionali, per un totale di 510 enti. La monografia si può scaricare dal sito Internet della Regione: www.Regione.veneto.it/temi+istituzionali/bilancio/monografie+cpt.htm Ulteriori informazioni sul progetto Conti Pubblici Territoriali sono disponibili nel sito www.Dps.tesoro.it/cpt/cpt.asp |
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ROMA. VENDOLA INCONTRA IL MINISTRO BALDUZZI. "OCCORRE UN ADDENDUM TARANTO" |
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Bari, 13 marzo 2012 - “Il Ministro Balduzzi ha ascoltato con grande attenzione e rispetto quello che oggi gli abbiamo rappresentato e si è dimostrato disponibile ad approfondire e a collaborare insieme per costruire un addendum per Taranto da condividere anche con altri Ministri”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola al termine dell’incontro svoltosi il 9 marzo a Roma con il ministro della Salute Renato Balduzzi. “Noi stiamo assediando il palazzo del Governo per la questione Taranto – ha aggiunto Vendola - Ministro dopo Ministro perchè lo Stato nella sua interezza si possa assumere la responsabilità di Taranto e di una storia di inquinamento che è anche una la storia di un’industria pubblica che ha segnato la vita e la carne della città”. Sull’incontro di oggi con Balduzzi, Vendola, accompagnato dall’assessore alla sanità della Regione Puglia Ettore Attolini, ha precisato di “aver rappresentato al Ministro la storica inadeguatezza degli organici del sistema sanitario di Taranto e contemporaneamente di aver rappresentato anche i risultati che riguardano il consuntivo del piano di rientro”. Risultati che – ha aggiunto Vendola – “ci consentono di collocare risorse importanti sugli organici e in particolare su quelli di Taranto. Abbiamo chiesto insomma un addendum Taranto perché quello che ci dicono le perizie merita di essere approfondito anche sul piano della prevenzione e della ricerca”. Per Vendola occorre “fare del ciclo della salute, insieme al ciclo delle bonifiche, un grande ciclo della vita della città”. Taranto dunque per Vendola è una questione nazionale che ha trovato disponibilità e ascolto da parte di ministri come Corrado Clini, Fabrizio Barca e oggi anche Renato Balduzzi. “Questi Ministri – ha concluso Vendola - rappresentano i volti dello Stato che insieme devono convergere verso uno sguardo di ristoro nei confronti della città di Taranto. Sono soddisfatto perché da questa esperienza può nascere una buona pratica”. |
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CALABRIA: IL PRESIDENTE SCOPELLITI, LA VICEPRESIDENTE STASI E L’ASSESSORE PUGLIANO HANNO INCONTRATO IL MINISTRO DELL’AMBIENTE CLINI. |
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Catanzaro, 13 marzo 2012 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti insieme alla Vice Presidente Antonella Stasi e all’Assessore all’Ambiente Franco Pugliano hanno incontrato a Roma il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, con il quale hanno discusso dei problemi legati alla bonifica di Crotone. Le criticità sottoposte dal Presidente Scopelliti sono state varie, dai ritardi per il ripristino delle aree circoscritte al Sin nazionale alla bonifica in tempi brevi dei siti inquinati. I rappresentanti della regione hanno inoltre evidenziato al Ministro Clini che a Crotone sono presenti importanti giacimenti di gas metano utilizzati dall’Eni senza una contropartita a favore del territorio. Infine, per un ulteriore rilancio e sviluppo della zona, è stata sottolineata l’esigenza di un reale e concreto intervento di recupero delle aree dove sorgevano importanti realtà industriali ad oggi dismesse. Il Ministro Clini, preso atto del quadro illustrato, ha fornito ampia disponibilità per iniziare un percorso di bonifica dell’area Sin all´interno di un accordo di programma quadro, con la possibilità di vincolare le risorse per la bonifica ma anche altre risorse aggiuntive da parte del Ministero, o quelle provenienti da contenziosi e ha espresso la volontà di impostare con l’Eni un rapporto più sinergico sia per una accelerazione dei lavori di bonifica sia sui temi dello sviluppo che gli enti locali hanno proposto. |
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REGIONE SICILIA: BOLLETTINO STATISTICO STRUMENTO A SERVIZIO CITTADINI |
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Palermo, 13 marzo 2012 - "L´annuario Statistico della Regione Siciliana presentato il 9 marzo e´ uno altro tra gli strumenti di conoscenza e di analisi che l´assessorato dell´Economia mette a disposizione per far conoscere i dati piu´ importanti della realta´ economica e sociale della regione. Si affianca a quelli sul versante del credito che abbiamo gia´ presentato nei mesi scorsi e tutti insieme possono contribuire a dare una immagine e una visione piu´ esatta delle risorse e delle pontenzialita´ su cui la Sicilia puo´ contare". Lo ha detto l´assessore regionale per l´Economia, Gaetano Armao, in occasione della presentazione dell´anteprima della decima edizione dell´Annuario statistico della Regione siciliana, avvenuta oggi al polo didattico di viale delle Scienze, alla presenza di Enrico Giovannini, Presidente dell´Istat, di Fabio Mazzola, preside della facolta´ di Economia, Pietro Busetta, ordinario di statistica economica e Biagio Bossone, Ragioniere generale della Regione siciliana. "Il volume, frutto di sette anni di collaborazione tra la Regione e l´ufficio regionale dell´Istat, rappresenta - ha detto Francesca Abate nella sua illustrazione, dirigente dell´Istat della Sicilia - e´ utile per far conoscere meglio una realta´ regionale, che e´ fra le piu´ complesse d´Italia. Cosi´ come le precedenti edizioni, il volume consta di 17 capitoli tematici di interesse "generale" (ambiente, demografia, lavoro, etc.) e di due capitoli monografici dedicati in questa edizione, rispettivamente, alla descrizione dei primi risultati regionali del 6° Censimento generale dell´agricoltura ed alla gestione finanziaria dei Comuni della Sicilia sulla base di indicatori resi disponibili dalla banca dati del Ministero dell´Interno. Dal capitolo sulla finanza comunale, emerge il dato della scarsa autonomia finanziaria dei comuni siciliani: le entrate proprie totalizzano mediamente il 40% delle entrate correnti, contro il 60% nazionale. "Proprio i dati sui Comuni - ha detto l´assessore Armao - evidenziano un elemento molto importante: la continua diminuzione dei trasferimenti dallo Stato agli Enti locali. Cio´ e´ motivo di preoccupazione perche´ incide innanzitutto sui servizi ai cittadini che le amministrazioni non sono piu´ in grado di garantire. A partire da quanto accade a Palermo" "Fra le risultanze piu´ significative che si possono ricavare dal volume, - ha detto Giuseppe Nobile dirigente responsabile del servizio Statistica della Regione siciliana. - e´ da rilevarsi una lenta ma costante crescita del numero degli abitanti dell´Isola. La popolazione residente in Sicilia risulta pari a 5.051.075 abitanti (8,3% del totale nazionale), superiore di 8.073 unita´ a quella rilevata l´anno precedente. Il saldo migratorio si mantiene positivo ed in crescita rispetto al 2009 (109.182 iscrizioni anagrafiche nell´Isola contro 101.207 cancellazioni). L´invecchiamento della popolazione non risparmia la Sicilia e fa si´ che le classi d´eta´ piu´ giovani (15-39) perdano peso sul totale della popolazione in eta´ di lavoro (15-64)". Il tasso di occupazione della regione (47.9%), mantiene nel 2010 un forte scarto negativo rispetto alla media nazionale (56,9%). Nello stesso anno, il 47,6% delle famiglie siciliane ha dichiarato che la propria situazione economica e´ peggiorata rispetto al 2009 (la quota dell´anno precedente era pari al 56,3%), registrando un valore superiore rispetto al corrispondente dato a livello Italia (43,3%).Per quanto riguarda il capitolo sul censimento dell´agricoltura 2010, si possono avere dalla sua lettura le misure di una forte crescita, rispetto al 2000, della dimensione media delle aziende (da 3,67 ettari a 5,49) e delle superfici agricole riferibili alle aziende con piu´ di 50 ettari (dal 24% al 33% del totale Il volume e´ disponibile nella versione elettronica nella home del sito della Regione ( www.regione.sicilia.it ). La versione cartacea sara´ distribuita nel mese di aprile. |
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MILANO: CONSIGLI DI ZONA DEI RAGAZZI. AL VIA LA FASE OPERATIVA, ECCO LA ROAD MAP SU RICHIESTA DEGLI STUDENTI GIÀ INSTALLATO LE RASTRELLIERE NELLE SCUOLE DI ZONA 9 |
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Milano, 13 marzo 2012 - È il primo passo operativo per arrivare alla creazione dei Consigli di Zona dei ragazzi e delle ragazze: lo ha compiuto l’Amministrazione comunale incontrando, nella sede del liceo linguistico paritario Manzoni di via Deledda, gli insegnanti delle scuole coinvolte nel progetto. Si è trattato di un primo momento di informazione dove la vicesindaco e assessore all’Educazione e Istruzione Maria Grazia Guida ha illustrato il significato dell’iniziativa e le prossime tappe del lavoro. Sono intervenuti anche la Presidente della Commissione consiliare Educazione e Istruzione Elisabetta Strada, la Presidente della Commissione Educazione e Istruzione del Consiglio di Zona 9 Antonella Loconsolo e il Presidente del Pidida (Coordinamento Lombardia per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza) Nicola Iannacone. “Crediamo fortemente in questo progetto – ha dichiarato Maria Grazia Guida – perché vogliamo motivare i bambini e i ragazzi a interessarsi della vita pubblica, a occuparsi delle questioni che riguardano una comunità e a prendersi cura della propria città. Però, per raggiungere questi obiettivi, dobbiamo essere noi per primi seri e credibili. Per questo ci presentiamo all’avvio di questa iniziativa con la richiesta esaudita di installare le rastrelliere nelle scuole, come ci aveva domandato il Consiglio dei ragazzi e delle ragazze di Zona 9, l’unico finora costituito in città”. Lo scorso 17 novembre, in occasione del Xxii anniversario della firma della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, i ragazzi presenti al Consiglio di Zona 9 avevano ricordato al Sindaco Giuliano Pisapia una richiesta già avanzata alla precedente Amministrazione, e cioè l’installazione delle rastrelliere nelle scuole. L’operazione è stata completata con il collocamento di 13 rastrelliere in 6 scuole, così suddivise: 2 in via Maffucci 60, 2 in via Del Volga 3, 2 in viale Sarca 24, 3 in via Crespi 40, 2 in via Scialoja 19, 2 in via Scialoja 21. “È stata un’operazione a costo zero per il Comune – ha spiegato la vicesindaco – perché le rastrelliere giacevano inutilizzate in alcuni magazzini comunali sparsi per la città. E nessuno sembrava essere a conoscenza della loro esistenza. Sono state scovate grazie alla caparbietà di alcuni nostri funzionari. Racconto questo piccolo episodio perché voglio dire ai ragazzi e alle ragazze dei futuri Consigli di zona che ascolteremo e prenderemo in considerazione le loro richieste”. Il prossimo appuntamento è fissato per il 7 maggio, quando ci sarà un incontro di presentazione del progetto allargato agli studenti. Prima della chiusura dell’anno scolastico tutte le scuole interessate dovranno deliberare nel proprio Piano di offerta formativa l’adesione all’iniziativa. A settembre 2012 cominceranno gli incontri di formazione per gli insegnanti referenti. Questa attività di tutoring sarà gestita dalle associazioni che fanno parte del coordinamento Pidida. Saranno poi gli insegnanti referenti a preparare gli studenti nelle scuole, accompagnandoli fino alle votazioni che si terranno nella primavera del 2013. Verranno eletti un bambino e una bambina per tutte le quarte e quinte elementari di ogni scuola che avrà aderito all’iniziativa, così come un ragazzo e una ragazza per tutte le prime, seconde e terze medie. Le elezioni si ripeteranno ogni anno. Tutto l’iter sarà realizzato in collaborazione con i Consigli di Zona. “Si tratta di un percorso complesso, lungo e articolato – ha concluso Maria Grazia Guida – ma questo per noi è garanzia di serietà e di vero spessore per tutto il progetto. Non vogliamo un’iniziativa simbolica, ma crediamo veramente di poter promuovere una partecipazione democratica attiva e diretta sviluppando il senso delle istituzioni nelle nuove generazioni. E poi mi piace sottolineare anche il coinvolgimento di un elevato numero di soggetti, dai Consigli di Zona alle scuole, fino a tutte le associazioni del Pidida. È anche con questo tipo di iniziative che speriamo di migliorare la vita nei quartieri della nostra città”. |
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TRENTO: BOTTEGA SCUOLA PER GLI ARTIGIANI: VIA LIBERA AL REGOLAMENTO |
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Trento, 13 marzo 2012 - Approvato il 9 marzo dalla Giunta provinciale il regolamento cornice relativo all’importante istituto della Bottega Scuola. Dopo molti anni di incubazione, la decisione si è concretizzata in seguito alla recente riforma della legge sull’artigianato, approvata nel dicembre 2011 su proposta della Giunta provinciale e in particolare dell’assessore Alessandro Olivi. La Bottega Scuola costituisce il naturale approdo del Maestro artigiano, altro istituto promosso dall’Assessorato competente attraverso specifici corsi, aventi il fine di favorire il raggiungimento di livelli di eccellenza nelle imprese del settore. La Bottega Scuola consentirà l´incontro fra Maestri artigiani e tirocinanti, mettendo i primi nella condizione di trasmettere il proprio sapere nella maniera migliore, e i secondi di arricchire il proprio bagaglio di conoscenze e competenze. La figura del Maestro artigiano costituisce, infatti, il fiore all’occhiello di ormai numerose categorie artigiane. Recentemente la Provincia ha riconosciuto il titolo a 16 maestri artigiani lattonieri, a 16 maestri artigiani carpentieri in ferro e a 19 maestri artigiani termoidraulici, dopo un lungo percorso di formazione. Questi tre nuovi gruppi hanno incrementato le fila dei quasi cento maestri artigiani acconciatori, estetisti, sarti, nonché falegnami, sia arredatori che serramentisti, a cui era stato riconosciuto il titolo dopo i primi corsi di apprendimento conclusisi in due tornate nel 2006 e nel 2009. Con il regolamento approvato oggi, viene così a crearsi quel connubio inscindibile fra Maestri e tirocinanti costituito proprio dalla Bottega scuola, strumento atto a mettere in sintonia la galassia dell’impresa e quella della formazione professionale. Nel momento in cui l’artigiano titolato vorrà, infatti, acquisire dei praticanti e degli studenti cui trasmettere il proprio sapere, potrà operare secondo i dettami del regolamento provinciale, ottenendo benefici concreti e contribuendo alla diffusione del proprio sapere. Nei prossimi mesi dovranno essere licenziate le delibere attuative, "tarate" per ogni specifico mestiere artigiano. L’auspicio è dunque che si possa fare rete e condividere le competenze acquisite, diffondendo l’esempio virtuoso in tutto il territorio trentino, mantenendo viva l’esperienza e rafforzandola nel tempo. "Ciò che confidiamo si realizzi - ha detto l´assessore Olivi - è la costituzione di una ´base´ di eccellenza sulla quale costituire le fondamenta per una crescita e una diffusione delle competenze specialistiche sul territorio. D’ora in avanti Maestro artigiano e Bottega scuola diventeranno punto di riferimento per le istituzioni scolastiche e formative e per l’Agenzia del lavoro, già coinvolte attivamente nella strutturazione del nuovo istituto." Scheda: Regolamento "Cornice" Bottega Scuola Lavoro - Il percorso di gemmazione della bottega scuola, dopo molti anni di incubazione, è stato reso possibile dalla recente riforma della legge sull’artigianato, approvata nel dicembre 2011 su proposta della Giunta Provinciale. La legge provinciale n. 16 del 12 dicembre 2011 ha infatti permesso, all’articolo 10, di modificare l’articolo riferito alla bottega scuola, come suggerito dal Servizio Semplificazione in risposta alla richiesta di parere del Dipartimento Industria e Artigianato, creando due distinti piano regolamentativi. Il regolamento che viene oggi proposto alla Giunta Provinciale è il regolamento cornice che stabilisce l’ambito di applicazione dell’istituto che si va a regolamentare, le caratteristiche generali delle botteghe scuola, il processo di accreditamento delle imprese, nonché la promozione ed attuazione dell’offerta formativa. L’altro livello regolamentare previsto ora dalla legge è la definizione delle specifiche botteghe scuola con riferimento ai singoli settori, nonché dei criteri per la determinazione dei compensi da corrispondere per l’utilizzo delle botteghe scuola: tali caratteristiche sono demandate alla Giunta Provinciale rendendo più snello il meccanismo. Il regolamento è frutto di un’ampio confronto con tutti i settori che saranno coinvolti poi nell’attuazione del nuovo strumento operativo: dall’Agenzia del Lavoro, per l’individuazione dei tirocinanti, alla formazione professionale, per l’alternanza scuola-lavoro. Normativamente il regolamento ha visto gli apporti dei servizi di staff che ne hanno migliorato la struttura normativa. La bottega scuola costituisce il naturale approdo del maestro artigiano, nel momento in cui egli intenda acquisire dei praticanti e degli studenti cui trasmettere il proprio sapere. Tale maestro artigiano rappresenta la figura di eccellenza delle numerosissime professioni artigianali trentine ed è frutto di un percorso di specializzazione di artigiani esperti della durata di due anni e quasi 400 ore di lezione. Il maestro artigiano impara prima di diplomarsi tale a trasmettere efficacemente il proprio mestiere ai propri allievi presenti e futuri, è quindi la naturale figura di riferimento individuata nel regolamento per incardinare la bottega scuola. Il regolamento è costituito da quattro articoli. Il primo articolo specifica l’ambito di applicazione, ovvero l’attuazione dell’articolo 15 della legge sull’artigianato riguardante la bottega scuola. Il secondo articolo specifica le caratteristiche generali della bottega scuola: il comma 1 specifica che l’istituto è rivolto al maestro artigiano; il comma 2 specifica le caratteristiche fisiche generali dei laboratori, uno degli elementi necessari del nuovo istituto; il comma 3 rinvia alla delibera della Giunta Provinciale per quanto riguarda le caratteristiche specifiche della bottega scuola settoriale il comma 4 specifica la possibilità per i maestri artigiani di associarsi per avere la necessaria disponibilità di aule didattiche. Il terzo articolo spiega come avverrà il processo di accreditamento delle imprese artigiane, incentrato su una serie di dichiarazioni che comprovino il possesso dei requisiti necessari per le imprese con presenti dei maestri artigiani per essere riconosciute come bottega scuola. Il quarto articolo riguarda la Promozione e attuazione dell’offerta formativa, specificando i tre possibili partner delle nuove botteghe scuola: l’agenzia del lavoro, il sistema formativo provinciale e la struttura competente in materia di artigianato. L’articolo specifica inoltre le varie normative di settore, rispettivamente dell’Agenzia del Lavoro e delle Istituzioni scolastiche e formative che saranno applicate nelle convenzioni con le singole botteghe scuola. Il comma 4 di detto articolo specifica i contenuti di dette convenzioni, mentre il comma 5 specifica le coperture assicurative. Infine il comma 6 specifica che le competenze professionali acquisite nelle botteghe-scuola costituiscono crediti formativi per la formazione professionale. |
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FVG: MAESTRI DEL LAVORO, GRANDE ESEMPIO PER I GIOVANI |
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Trieste, 13 marzo 2012 - Continua e si rafforza la collaborazione tra la Regione ed i Maestri del lavoro del Friuli Venezia Giulia, con la realizzazione di un´indagine tra gli associati che mette in luce l´importanza del loro ruolo sociale. L´iniziativa è stata avviata nel quadro di una convenzione con l´amministrazione regionale e l´associazione, sottoscritta nel 2009 e che prevede la promozione di interventi specifici finalizzati al miglioramento della cultura del lavoro. In tale ambito l´Agenzia regionale del Lavoro ha realizzato uno studio tra gli oltre 400 "Maestri": studio finalizzato a rafforzare nella realtà delle professioni i concetti di legalità e di sicurezza, all´interno della scuola, dell´Università e tra i lavoratori impegnati nelle attività di formazione continua e permanente. Gli esiti dell´indagine hanno fornito un risultato finale che presenta diversi spunti d´interesse. I soggetti intervistati, infatti, oltre a risultare di essere in un buon stato di salute e autonomi nei movimenti, hanno dimostrato di aver raggiunto un livello di integrazione sociale superiore alla media. Tanto è vero che si registra una significativa presenza dei Maestri del lavoro all´interno del mondo del volontariato e in quelle attività che riguardano la formazione e l´educazione dei giovani, nonché del disagio sociale. Nessuna condizione di isolamento quindi, nonostante ciò rappresenti un rischio soprattutto per le persone appartenenti a questa specifica fascia d´età. "Non a caso - ha sottolineato l´assessore regionale al Lavoro, Angela Brandi - la Stella al merito che viene conferita ai Maestri del lavoro può essere considerata come una sorta di buona pratica vivente che si confronta con le giovani generazioni: un testimone che racconta le proprie esperienze nei percorsi di formazione o un amico che consiglia i giovani lavoratori nella non semplice fase di ingresso nel mondo del lavoro". "Infatti - prosegue l´assessore Brandi - la maggioranza degli intervistati ha dichiarato di essere disponibile per future collaborazioni di testimonianza e questo è un dato molto significativo, che ben evidenzia lo spirito costruttivo e solidale di chi intende condividere conoscenze e valori di cui è portatore". Tra gli insegnamenti che i Maestri del lavoro rivolgono alle giovani generazioni che si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro, figurano in primo luogo quello della ricerca della soddisfazione nella propria attività professionale, l´importanza di una solida preparazione scolastica e la consapevolezza del senso di appartenenza all´azienda presso cui si lavora. L´indagine ha coinvolto i 462 Maestri del lavoro presenti in regione, in grande prevalenza uomini. Il 41,1 per cento del totale ha un´età compresa tra i 66 e i 75 anni di età ed è presente altresì una quota significativa di over 75 (il 23,4 p.C.). Per quanto concerne l´area di provenienza dei Maestri del lavoro intervistati, il peso maggiore è quello della provincia di Udine con il 31,8 per cento, seguita da Trieste e Pordenone con il 18,7 per cento, per finire con il 10 per cento di quella di Gorizia. La collaborazione proseguirà nei prossimi mesi attraverso la promozione di incontri e riunioni con le Agenzie formative accreditate con il sistema di istruzione secondario, al fine di valorizzare ulteriormente il ruolo attivo dei Maestri del lavoro nel campo della cultura, della pratica del lavoro, della legalità e della sicurezza. |
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LAVORO: DA GIUNTA LAZIO OK A RISORSE WELFARE E FORMAZIONE LAVORATRICI |
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Roma, 13 marzo 2012 - La Giunta Polverini ha approvato la delibera che prevede la programmazione delle risorse assegnate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per la formazione delle lavoratrici e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. “Con questo provvedimento – dichiara la presidente Renata Polverini – mettiamo a disposizione oltre 5 milioni e mezzo di euro per sostenere la qualità del lavoro nelle imprese della nostra Regione e favorire percorsi di formazione mirati alle esigenze delle lavoratrici. Tra gli interventi finanziabili abbiamo previsto l’accrescimento formativo delle neo-mamme, il sostegno all’attivazione di contratti part-time, la riqualificazione del personale, progetti specifici per i lavoratori con particolari esigenze familiari, flessibilità interna delle imprese, voucher formativi per prolungare i congedi parentali”. “A breve – aggiunge l’assessore regionale al Lavoro e Formazione, Mariella Zezza – sarà pubblicato l’avviso con il quale daremo alle imprese e ai singoli lavoratori la possibilità di presentare questi progetti. Prosegue il nostro impegno a sostegno delle donne della nostra Regione, con misure concrete a favore della qualità della vita delle lavoratrici e dei loro familiari”. |
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LAVORO, LIGURIA: ATTIVATI I CANTIERI SCUOLA LAVORO NEI COMUNI DELLO SPEZZINO ALLUVIONATI |
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Genova, 13 Marzo 2012 - Attivati i cantieri scuola lavoro nei Comuni dello spezzino colpiti dall’alluvione del 25 ottobre scorso. Lo ha deciso il 9 marzo la Giunta regionale su proposta dell’assessore al lavoro Enrico Vesco. La delibera recepisce il protocollo sottoscritto lo scorso 23 febbraio tra la Regione Liguria, la Provincia della Spezia, le organizzazioni sindacali e i comuni colpiti dall’alluvione per l’utilizzo nei cantieri di persone disoccupate o in cassa integrazione residenti nei Comuni interessati. “Lo strumento dei cantieri scuola-lavoro introdotto nella scorsa legislatura – spiega l’assessore Vesco - consente agli enti locali l’utilizzo temporaneo e straordinario di persone prive di occupazione e di lavoratori sospesi dal lavoro a causa di processi di crisi o ristrutturazione aziendale. Questo provvedimento prosegue gli altri atti della Giunta per sostenere la ripresa economica e occupazionale nei territori colpiti dalla calamità naturale”. L’operazione riguarderà circa 110 persone prive di occupazione e 40 lavoratori in cassa integrazione per una durata di sei mesi con decorrenza dal 1 aprile 2012, rinnovabili per altri sei. “Le indennità giornaliere da corrispondere alle persone avviate ai cantieri – conclude Vesco - ammonteranno a 40 euro per le persone prive di occupazione e a 25 euro per i lavoratori che già percepiscono altre forme di sostegno al reddito. L’importo complessivo per l’operazione è di 725.000 euro messi a disposizione della Provincia della Spezia, derivanti da fondi previsti per altre misure occupazionali e non ancora utilizzati. |
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TRENTO: SOLIDARIETA´ INTERNAZIONALE: APPROVATA L´INTEGRAZIONE AL PROGRAMMA 2012 |
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Trento, 13 marzo 2012 - Su proposta dell´assessore Lia Beltrami Giovanazzi, la Giunta provinciale ha approvato il 9 marzo l´integrazione della programmazione annuale 2012 riferita alle iniziative di solidarietà internazionale programmate dalla Giunta provinciale. Si tratta di progetti particolarmente rilevanti per la gravità delle situazioni e l´importanza dei bisogni che affrontano. Si tratta nella generalità dei casi di programmi e progetti di educazione e formazione delle competenze locali che abbiano come scopo il sostegno, la valorizzazione e il rafforzamento di queste competenze e risorse in un´ottica di autosviluppo sostenibile. Inoltre rispondono a un diretto interesse istituzionale, e sono innovative sia per quel che riguarda la metodologia, privilegiando le forme di coordinamento e di sinergia tra i differenti attori coinvolti, sia per le tematiche e i gruppi di destinatari a cui si rivolgono. Tutte queste iniziative rientrano nell´ambito degli otto obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite, delle Linee guida e di indirizzo di programmazione stabiliti dalla cooperazione italiana e dei criteri internazionalmente adottati in materia di efficacia degli aiuti, rispettando quanto è previsto dall´accordo tra Stato e Regioni del 18 dicembre 2008. Le integrazioni alla programmazione annuale 2012 delle iniziative di solidarietà internazionale oggi approvate riguardano nello specifico questi progetti. 1. Mozambico: rafforzamento della società civile, coinvolgendo le giovani generazioni, rafforzando la loro capacità di partecipazione e promuovendo una cultura di rispetto dell´etica sociale. La provincia sosterrà quindi interventi che mirino alla formazione di giovani e adolescenti anche attraverso il dialogo tra generazioni e su temi quali il rispetto e la lotta per i diritti delle fasce più deboli della popolazione (minori, anziani, ammalati ecc.), il valore del volontariato, l´educazione alla pace. Verranno privilegiate metodologie formative innovative, aperte e basate sulla partecipazione e sulla promozione concreta di iniziative pubbliche di advocacy indirizzate alle autorità locali. Potranno presentare progetti organizzazioni che abbiano competenza in progetti di rafforzamento della società civile, una profonda conoscenza del contesto politico-sociale mozambicano e che abbiano maturato esperienze di lavoro con giovani e con adolescenti in questo contesto. 2. Diritto alla salute per le popolazioni tibetane in esilio in India, Nepal e Buthan. L´ospedale di Kernataka, nell´India meridionale, è dotato di un impianto di telemedicina che può far dialogare a distanza paziente e medico, inviare risultati di analisi, visualizzare lastre e referti a distanza. Per favorire l´accesso alle cure mediche e alle visite specialistiche negli insediamenti tibetani si vuole implementare una semplice tecnologia che possa consentire almeno ai principali centri sanitari del Dipartimento della salute che offre assistenza sanitaria ai tibetani in esilio in India, Nepal e Buthan, di mettersi in rete con l´ospedale di Kernataka e attraverso quest´ultimo con numerosi altri centri medici nel mondo. Potranno presentare progetti organizzazioni che conoscano profondamente le realtà dei tibetani in esilio, che abbiano contatti consolidati con le autorità del governo tibetano in esilio, con l´ospedale di Kernataka e con il Dipartimento della salute. 3. Diritto dell´infanzia in Brasile. Qui si ritiene prioritario lavorare ancora a Salvador de Bahia, rafforzando e sostenendo strutture che garantiscano l´accoglienza, l´alimentazione, lo studio e l´assistenza sanitaria a bambini e giovani che vivono nelle aree più disagiate e povere della città. Possono presentare progetti organizzazioni anche brasiliane che abbiano una profonda conoscenza del contesto e che abbiano un´esperienza almeno triennale nelle favelas brasiliane con progetti di carattere educativo e sociale. 4. Rafforzamento delle infrastrutture e formazione professionale in Tanzania. Si ritiene prioritario intervenire nella ristrutturazione e nella sistemazione delle vie di collegamento tra Lumama e Mbuga, un´area in cui la Provincia autonoma di Trento ha già realizzato numerosi interventi. Accanto alle opere di manutenzione stradale e di ripristino delle vecchie vie di collegamento, sarà necessario favorire la formazione di alcuni giovani in meccanica e carpenteria, in modo che possano poi partecipare ai lavori di ripristino e prendersi quindi cura in futuro della mantenzione delle opere realizzate, il tutto puntando naturalmente al coinvolgimento della manodopera locale e del mondo del volontariato trentino. Potranno presentare progetti quelle organizzazioni che abbiano una conoscenza approfondita del contesto, che abbiano i mezzi e le conoscenze tecniche per effettuare i lavori di ripristino e che abbiano radicati contatti con organizzazioni della società civile e con enti locali della Tanzania. 5. Formazione di una nuova classe dirigente in Tunisia, Libia ed Egitto. Dopo la primavera araba i giovani e i movimenti che hanno guidato la prima fase di "liberazione" dei popoli della sponda Sud del Mediterraneo necessitano ora di avviare percorsi di costruzione democratica di una nuova società civile: la Tunisia, la Libia e l´Egitto hanno davanti a loro la grande sfida di costruire una nuova classe dirigente. Si vuole quindi coinvolgere le giovani generazioni di questi Paesi in un percorso di formazione che affronti tematiche come la gestione dei conflitti, la gestione delle amministrazioni locali, la gestione d´impresa, il dialogo interreligioso ecc. La Provincia vuole mettersi in gioco in termini di ricerca e sviluppo, formazione, gestione del territorio, cooperazione in aree di conflitto, avviando un processo di scambio di competenze e di dialogo con l´altra sponda del Mediterraneo. Un progetto di queste dimensioni presuppone la costruzione di una rete di attori internazionali, di enti di cultura europei e internazionali, di enti locali, di centri di formazione, coinvolgendo diversi attori del mondo istituzionale, della ricerca, dell´economia e della formazione in Trentino. Potranno presentare progetti quelle organizzazioni che siano in grado di creare questa rete internazionale e trentina, per elaborare un progetto di formazione e sostegno della nuova classe dirigente tunisina, libica ed egiziana. Bisognerà dimostrare di conoscere bene il contesto di riferimento, di avere esperienza in progetti di formazione in ambito internazionale e contatti strutturati con enti pubblici e privati sulla sponda sud del mar Mediterraneo. |
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USURA, GIUNTA POLVERINI APPROVA PROPOSTA DI LEGGE: RICONOSCIMENTO DANNO SOCIALE |
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Roma, 13 marzo 2012 - Via libera dalla Giunta Polverini alla proposta di legge per prevenire e combattere il fenomeno dell’usura. Il provvedimento prevede l’istituzione di un “fondo economico” per il finanziamento di diverse misure: sostegno per il sovra indebitamento, attraverso facilitazioni finanziarie a persone fisiche e famiglie nonché la concessione di garanzie per prestiti personali finalizzati al riequilibrio finanziario della gestione economica dei soggetti beneficiari; indennizzi per le famiglie e per le piccole e medie imprese; interventi per favorire la competitività e l’inclusione con il reinserimento nei circuiti finanziari legali dei soggetti vittime d’usura, incluse le imprese costituite da cittadini stranieri, che intendono riavviare l’attività aziendale con progetti qualificati; azioni di assistenza e tutela alle vittime e potenziali vittime dell’usura. “Questa Giunta da subito ha posto grande attenzione al problema dell’usura – dichiara la presidente Renata Polverini – ricordo che attraverso il numero verde regionale siamo stati in grado, con la collaborazione delle associazioni, di dare risposte e sostegno concreto a tante famiglie e piccole imprese. Questa legge vuole ulteriormente rafforzare questo impegno e interviene in diversi ambiti per assicurare una ancora più incisiva attività di prevenzione e di contrasto al fenomeno dell’usura. In particolare per la prima volta si riconosce il danno sociale subito dalle vittime dell’usura, attribuendo un indennizzo alle persone fisiche, alle famiglie e alle piccole e medie imprese vittime di usura”. “La proposta di legge – aggiunge l’assessore agli Enti locali e Sicurezza, Pino Cangemi - intende uniformare l’attuale sistema di sostegno e di aiuto ai soggetti vittime di usura o che versino in situazioni di sovra indebitamento e rendere la normativa maggiormente efficace e in linea con i tempi, nonché con le nuove esigenze socio-territoriali”. La proposta di legge stabilisce anche ulteriori linee guida di intervento, che riguardano in particolare la promozione e il sostegno dell’associazionismo, attività di comunicazione e pubblicizzazione sui servizi offerti alle famiglie e alle piccole aziende in condizioni di sovra indebitamento, sostegno alle province ed ai comuni per progetti di prevenzione; servizi di accompagnamento alle famiglie e persone fisiche impossibilitate ad accedere al credito legale o soggette al rischio usura; attività d’informazione e formazione nelle scuole sul tema dell’usura e dell’educazione al consumo nonché all’uso responsabile del denaro; studi e ricerche attraverso la concessione di borse di studio; seminari e indagini conoscitive anche mediante accordi con le Università del Lazio o enti e istituti di ricerca. Il provvedimento prevede infine la costituzione di un Tavolo regionale sul sovraindebitamento e sull’antiusura quale sede di confronto con gli enti che operano il settore e funzioni di coordinamento delle attività dell’amministrazione regionale. |
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SUCCESSO PER IL GAZEBO DI “HELP DONNA” A TORINO |
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Torino, 13 marzo 2012 - Ha riscontrato molto interesse ed ha raccolto decine di iscrizioni il gazebo di “Help Donna”, che la Regione ha allestito in piazza Castello angolo via Garibaldi a Torino per tutta la giornata dell’8 marzo. E’ stata l’occasione per ricordare la possibilità di usufruire di un servizio gratuito di teleassistenza adatto a qualsiasi modello di cellulare e gestore, che la Regione mette a disposizione di tutte le donne sopra i diciotto anni. In caso di necessità basta premere il tasto 5 per pochi secondi per effettuare una chiamata rapida in automatico ad un centro servizi dedicato, mentre contemporaneamente vengono inviati gli sms alle persone di fiducia precedentemente indicate. C’è anche la possibilità, per chi ha un cellulare predisposto, di localizzare la propria posizione al momento della richiesta di soccorso tramite gps. Tutte le informazioni sono anche reperibili su www.Regione.piemonte.it/helpdonna L’assessore regionale alle Pari opportunità, Giovanna Quaglia, nel portare il saluto dell’amministrazione alle operatrici del gazebo, ha messo in evidenza che “ad oggi le donne piemontesi iscritte sono oltre 5.600, ed il loro numero è in continuo aumento” ed ha annunciato che “nelle prossime settimane inizierà una nuova campagna di presentazione del servizio sul territorio, che questa volta toccherà numerose città non capoluogo di provincia”. “Vogliamo intensificare la diffusione di questo servizio - conclude Quaglia - perché rappresenta un modo concreto per le istituzioni per essere vicino alle donne. Sono ancora troppe le donne che ancora oggi pagano il prezzo della loro indipendenza, e le cronache di questi giorni lo dimostrano. Sono tante, troppe quelle che subiscono violenza, anche all’interno del nucleo familiare. Questo fenomeno va contrastato con tutti i mezzi possibili. Non solo dunque con il pronto intervento, ma anche offrendo un sostegno concreto per il reinserimento lavorativo, aiutandole così a rifarsi una vita”. |
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PARI OPPORTUNITÀ: OGGI A TRIESTE ASSEMBLEA ASSOCIAZIONI |
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Trieste, 13 marzo 2012 - Si tiene oggi l´assemblea regionale delle associazioni e dei movimenti delle donne, a partire dalle 15.00 nell´Aula del Consiglio regionale, in piazza Oberdan 6 a Trieste. L´assise chiama a raccolta le associazioni e i movimenti delle donne, le rappresentanti delle organizzazioni degli imprenditori e imprenditrici, dei lavoratori e lavoratrici e dei movimenti femminili, delle formazioni politiche rappresentate in Consiglio regionale, come previsto dalla legge regionale 23 del 1990 che ha istituito la Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna. Dopo l´introduzione affidata alla vicepresidente del Consiglio regionale Annamaria Menosso e dell´assessore regionale al lavoro, formazione, commercio e pari opportunità Angela Brandi, la presidente Santina Zannier illustrerà le principali attività e istanze della Commissione. Per la Crpo questo appuntamento rappresenta il più importante momento di contatto con le molteplici realtà femminili della regione, alle quali illustrare l´attività e invitarle a presentare contributi e suggerimenti, anche depositandoli in forma scritta prima dei lavori. Quest´anno, la Commissione intende segnalare in particolare due argomenti a cui dare priorità: l´insufficiente presenza delle donne nelle istituzioni e l´incidenza dell´attuale crisi economica sul mondo femminile. Riguardo al primo tema è stata avviata una raccolta di firme, alla quale la Crpo invita tutti ad aderire, per la presentazione al Consiglio regionale di una petizione a favore dell´introduzione della doppia preferenza di genere nel sistema elettorale della Regione Friuli Venezia Giulia. |
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IMPRESE "IN ROSA" A FERRARA: SONO 8.031 |
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Ferrara, 13 marzo 2012 - Ha un´età media di 45 anni ed ha forti aspettative professionali. E´ scesa in campo da pochi anni e sempre più spesso si mette in gioco per scelta e non per necessità. Resiste più della media alle ‘intemperie’ del mercato mentre la sua dimensione ideale si conferma preferibilmente quella ‘micro’. E’ questo l’identikit della donna imprenditrice a capo di una delle 8.031 aziende ´in rosa´ presenti in provincia di Ferrara (più di un terzo delle quali aventi sede nel comune capoluogo) che emerge dall´Osservatorio dell´economia della Camera di Commercio. A Ferrara, dunque, le imprese “in rosa” confermano di avere una marcia in più di quelle dei colleghi uomini e, nonostante i colpi della crisi, continuano a crescere ad un ritmo superiore a quello medio dell’imprenditoria provinciale. Alla fine di giugno di quest´anno infatti, le imprese femminili fotografate dall’Osservatorio dell´Ente di Largo Castello risultano essere 8.031, pari al 21,3% (a fronte del 20,6% dell´Emilia-romagna) di tutte le imprese della provincia. “La partecipazione delle donne alla vita produttiva, attraverso l’impresa, è una risorsa importante per contribuire a rilanciare la crescita”. Questo il commento della presidente Fiorenza Bignozzi, ai dati dell’Osservatorio. “Purtroppo - ha proseguito la presidente - sono ancora molti gli ostacoli che limitano le donne nell’esprimere appieno la propria creatività e professionalità nel mondo del lavoro. Credo che nelle iniziative che si stanno discutendo per sostenere la crescita, una grande attenzione vada posta a tutti quegli strumenti, innanzitutto di welfare ma anche di tipo finanziario, che possono facilitare l’impegno delle donne nelle attività economiche. La Camera di Commercio di Ferrara ha investito in questa direzione e continuerà a farlo, sia mantenendo accesi i fari sul fenomeno, sia sostenendo il lavoro del Comitato per l’imprenditoria femminile che ho l´onore di presiedere”. Le attività economiche che mostrano una forte percentuale di imprese femminili sono soprattutto legate ai servizi, in particolare alla persona, nelle quali oltre il 55% delle aziende è gestito da donne: delle 1.673 imprese del settore, 929 sono femminili e in un anno hanno registrato un incremento pari all’1,1%. A queste, vanno aggiunte le attività in ambito sanitario e di assistenza sociale, nelle quali la componente femminile, cresciuta dal 2010 al 2011 del 3,9%, rappresenta più di un terzo del totale. Quanto alle vocazioni delle imprenditrici ferraresi - fa sapere la Camera di Commercio - ad attrarre maggiormente l’universo femminile negli ultimi tre anni sono stati i settori tradizionali quali, ad esempio, quello il commercio, nel quale si concentra oltre un quarto del totale (2.157 unità), seguito dall’agricoltura (2 imprese femminili su 10 si collocano in questo comparto) e dalle attività turistiche, con 845 imprese, che assorbono il 10,5% delle imprese “rosa”. Nonostante la forma giuridica maggiormente utilizzata dalle imprenditrici sia, nel 68,2% dei casi, ancora l´impresa individuale (alla quale fa seguito la “società di persone” con il 20% del totale), la tenuta registrata appare tutta nel segno della modernità nel modo di fare impresa. Le capitane d’impresa, infatti, dimostrano di preferire forme giuridiche più solide e capaci di affrontare il mercato rispetto al passato. Lo testimonia la crescita che si registra per le società di capitale che, con un +1,5% in un anno, passano da 844 a 857. Tra i “Comuni più femminili” della provincia è certamente quello di Massa Fiscaglia, dove la percentuale di imprese femminili sul totale è del 27% (contro la media provinciale dl 21,3%); in fondo alla classifica troviamo invece Goro che conta meno di 10 aziende femminili su 100, ma insieme a Lagosanto e Voghiera ha fatto registrare gli incrementi più alti negli ultimi dodici mesi. |
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BIELLA, IMPRESE FEMMINILI IN CRESCITA PER IL 2° ANNO CONSECUTIVO |
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Biella, 13 marzo 2012 - Nel 2011 il numero delle imprese femminili registrate presso il Registro Imprese della Camera di Commercio di Biella ammonta a 4.518, in aumento di 33 unità rispetto al 2010, per un incremento su base annua dello 0,7%. Le imprese femminili biellesi rappresentano il 23% del totale delle imprese registrate, quota inferiore rispetto a quella regionale (24%). Delle 4.518 imprese femminili 469 sono “under 35” e 208 sono straniere. Dall’analisi per forma giuridica emerge che le imprese femminili si costituiscono prevalentemente sotto forma di imprese individuali (51%) e di società di persone (39%), mentre soltanto l’8% è rappresentato da società di capitale ed il restante 2% dalle altre forme. Valutando le variazioni annuali di stock per forma giuridica, si rileva come le società di capitale registrino l’aumento più consistente (+4,4%), seguite dalle altre forme (+1,2%) e dalle imprese individuali (+1,1%). Risulta, invece, negativa la dinamica delle società di persone (-0,5%). Per quanto concerne la distribuzione per settore di attività economica, si osserva una maggiore concentrazione delle imprese femminili biellesi negli Altri Servizi (38% del totale) e nel Commercio (26%). La presenza delle imprese femminili negli altri comparti risulta, invece, più limitata e pari all’11% nell’Industria in senso stretto, al 9% nel Turismo, all’8% nell’Agricoltura e al 3% nelle Costruzioni. Dall’analisi delle variazioni annuali di stock per settore, emerge come siano i comparti con la maggiore quota di imprese femminili a registrare gli incrementi più significativi, vale a dire il Commercio (+2,1%) e gli Altri Servizi (+1,2%), mentre la perfomance sperimentata dal Turismo risulta meno brillante (+0,8%). Sono, invece, negative le variazioni rilevate nei settori delle Costruzioni (-2,9%), dell’Agricoltura (-1,7%) e dell’Industria in senso stretto (-1,0%). |
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LE IMPRESE FEMMINILI MANTOVANE – ANNO 2011 |
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Mantova, 13 marzo 2012 - Secondo i dati elaborati dal Servizio Informazione e Promozione Economica della Camera di Commercio di Mantova, le imprese femminili, nonostante l’attuale situazione economica, sembrano reagire con più dinamismo e positività alla crisi, continuando a crescere a un ritmo superiore a quello medio dell’imprenditoria provinciale. Per una migliore lettura dei dati si precisa che per imprese femminili si intendono quelle imprese la cui partecipazione di donne risulta complessivamente superiore al 50%, mediando le composizioni di quote di partecipazione e di cariche amministrative detenute da donne, per tipologia di impresa. A fine 2011 l’universo al femminile delle imprese mantovane è aumentato di 112 unità, con un incremento del +1,3% rispetto al 2010, superiore sia al dato nazionale (+0,5%) sia a quello regionale (0,9%). Le imprese femminili hanno, quindi, raggiunto una consistenza di 9.025 unità, pari al 21,1% del totale delle imprese (Fig. 1). A livello regionale, Mantova risulta tra le province con maggiore presenza di imprese femminili sul totale imprese, dopo Pavia e Varese. Per quanto riguarda la forma giuridica, le imprese individuali costituiscono il 64% del totale, seguite dalle società di persone (23%), dalle società di capitale (11,6%) e dalle altre forme (1,4%) (Fig. 2). Rispetto al 2010, le società di capitali sono cresciute del +4,4%, mentre le altre forme del +9,7%, segno che, tra le donne che avviano una nuova attività emerge, progressivamente, la preferenza per forme giuridiche collettive rispetto all’azienda individuale. La quasi totalità delle imprese registra una presenza esclusiva di donne (89,7%), il 7,3% una forte partecipazione e solo il 3% un intervento maggioritario. Il maggior numero di imprese femminili opera nel settore del commercio (25,8%), seguito dall’agricoltura (18,6%), dalle attività manifatturiere (12%) e dai servizi di alloggio e ristorazione (8,9%). L’analisi della dinamica dei settori tra 2010 e 2011 mostra un costante aumento di aziende guidate da donne in settori tradizionalmente maschili, come le costruzioni (+8,8%) e il trasporto e magazzinaggio (+8,5%). Si rafforzano, rispetto al 2010, anche molti ambiti in cui la componente femminile sembra tradizionalmente trovarsi di più a proprio agio, come le attività professionali, scientifiche e tecniche (+7,6%), i servizi di informazione e comunicazione (+3,9%), i servizi di alloggio e ristorazione (+3,5%) e le attività artistiche e di intrattenimento (+2,5%). Al contrario, si registrano variazioni negative nei servizi di supporto alle imprese (-1,8%), nella sanità e assistenza sociale (-1,5%), nelle attività finanziarie e assicurative (-1,1%) e nelle imprese legate all’agricoltura (-0,9%). Si segnala, infine, un modesto incremento percentuale del commercio, settore chiave tra le imprese femminili, il cui aumento del +0,8% si può comunque forse legare alla congiuntura negativa che comprime i consumi delle famiglie. Analizzando il comparto manifatturiero, è l’abbigliamento il settore a maggiore connotazione femminile (48,8%), seguito da alimentare (8,7%) e tessile (8,6%). Secondo il Presidente della Camera di Commercio di Mantova, Carlo Zanetti, “bisogna incoraggiare e sostenere la nascita di imprese femminili, promuovendo l’utilizzo di strumenti, anche finanziari, che possano facilitare la partecipazione delle donne nelle attività economiche. Si tratta di una risorsa importante che può contribuire a rilanciare la nostra provincia, ma anche l’intero Paese, in un momento di così grande difficoltà”. |
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PERUGIA: CRESCE L’ IMPRENDITORIA FEMMINILE |
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Perugia, 13 marzo 2012 - Crescono sia in termini assoluti che come peso sull’intera base imprenditoriale provinciale di Perugia. Nel 2011 le Imprese condotte da donne raggiunge quota 18.957, 187 in più rispetto al 2010, con una crescita dello 0,9%. “Ormai più di una impresa su quattro è femminile: in provincia di Perugia siamo al 25,6% in crescita nel 2011 dello 0,2% e ciò nonostante la pesantissima congiuntura che stiamo vivendo” ha dichiarato il presidente della camera di Commercio di Perugioa Giorgio Mencaroni commentando i dati forniti oggi dall’Osservatorio nazionale sull’Imprenditoria Femminile. “La nostra è una terra in cui le donne dimostrano di avere una particolare inclinazione verso l’imprenditorialità – ha proseguito il presidente Mencaroni – e difatti la percentuale delle imprese donna sul totale delle imprese è di oltre due punti superiore rispetto alla media nazionale (25,6 contro 23,5%)”. Nel 2011, anche in termini assoluti, si è riscontrato un incremento: al 31 dicembre 2011 sono risultate iscritte alla Camera di Commercio di Perugia 18.957 imprese condotte da donne, 187 in più in 12 mesi, con un progresso dello 0,9%. Su base nazionale, dal punto di vista dell’organizzazione dell’impresa, l’imprenditoria femminile continua la rincorsa a quella maschile nell’adozione di forme giuridiche meglio strutturate. La crescita del 2011, infatti, è dovuta totalmente alle società di capitale (+7.756 unità) che, pur essendo il 14,8% del totale (tra gli uomini la quota è del 25,1) crescono ad un ritmo del 3,8% ovvero una volta e mezzo quello delle società di capitale maschili (+2,3). In aumento anche le forme cooperative ei consorzi (497 unità in più, pari all’1,4%), stabile l’universo delle ditte individuali, in calo sensibile le società di persone (quasi 2mila unità in meno, lo 0,6%). La Camera di Commercio di Perugia ha sempre sostenuto e stimolato la propensione e fare impresa delle donne “perché siamo convinti – ha detto Giorgio Mencaroni - che nel pianeta donna si trovino in abbondanza capacità, volontà, determinazione e competenza. Per questo sia direttamente, che attraverso il nostro Comitato per l’Imprenditoria Femminle, cerchiamo di stare vicino alle imprese femminili, realtà che hanno raggiunto un peso notevole nel sistema economico, nazionale e locale, ma che soffrono ancora di un notevole deficit di visibilità e di comunicazione rispetto all’imprenditoria maschile”. |
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CRESCONO LE IMPRESE FEMMINILI NEL VERBANO CUSIO OSSOLA |
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Verbania, 13 marzo 2012 - Oltre 3.300 sono le imprese femminili nel Verbano Cusio Ossola, che rappresentano il 23,7% del totale delle imprese provinciali, in linea con la media regionale (24%) e nazionale (23,5%). Dato del Verbano Cusio Ossola in crescita rispetto al 2010 (+1,7%). Delle 3.313 imprese femminili, 175 sono straniere e 386 “under 35”. Prevalgono le imprese individuali. Le donne governano maggiormente il settore del commercio e quello dei servizi di alloggio e ristorazione. Sono invece oltre 6.400 le donne che hanno almeno una carica all’interno delle imprese, pari al 29% delle persone con carica della provincia. A livello strutturale, prevalgono le imprese individuali (62% delle imprese femminili, in v.A.2.041 unità) seguite dalle società di persona (25%) e di capitali (11%) con oltre 374 imprese. Dall’analisi della variazione di stock per forma giuridica, emerge la tendenza verso l’aumento delle forme più strutturate: sono infatti, le società di capitali a concretizzare l’aumento più consistente (+7,8%, in v.A. 27 unità) rispetto al 2010. Bene anche società di persona (+1,3%) e le imprese individuali (+0,9%). La distribuzione per settore di attività evidenzia come le imprese femminili si concentrino soprattutto nei settori del commercio (960 imprese in v.A., pari al 29% del totale) e del turismo, inteso come alloggio e ristorazione (15% delle imprese governate da donne) con oltre 500 attività. Seguono le attività legate ai servizi alla persona (12%) e le attività manifatturiere (circa 9%). Valutando le variazioni annuali di stock, si osserva la crescita delle imprese governate da donne nel turismo (+3,6%) e negli altri servizi alla persona (+4,5%). In leggera flessione il commercio (-1,1%) in linea con l’andamento regionale (-0,4%). Il rapporto con l’analisi completa dei dati e un approfondimento sulle caratteristiche degli imprenditori in provincia sarà disponibile nei prossimi giorni sul sito internet della Camera di commercio del Verbano Cusio Ossola, all’indirizzo www.Vb.camcom.it/vcoeconomia/caratteristichedegliimprenditori. |
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ANCONA, NEL 2011 TRA LE NUOVE IMPRESE UNA SU TRE E’ DONNA |
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Ancona, 13 marzo 2012 - Le imprese femminili iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Ancona alla fine del 2011 risultano pari a 11.912, di cui attive 10.880. Nel corso dei dodici mesi dell’anno appena concluso le imprese femminili della provincia di Ancona sono cresciute dello 0,70%, mostrando una vitalità maggiore rispetto alla generalità delle imprese, aumentate nello stesso periodo dello 0,47%. Le nuove iscrizioni del 2011 sono state pari a 929, mentre le cessazioni sono state 855, con un saldo attivo di 74 nuove unità. Sulle oltre 3 mila nuove imprese iscritte alla Camera di Commercio di Ancona il 30% circa è femminile. L’imprenditoria femminile della provincia di Ancona è cresciuta più della media nazionale che ha registrato una variazioni percentuale di crescita dello 0,48% e sostanzialmente in linea con quella regionale pari allo 0,72%. La provincia di Ancona si rivela più rosa della media regionale che nazionale: l’incidenza percentuale delle imprese femminili sul totale delle imprese è pari al 25,1% nella nostra provincia – vale a dire che una impresa su 4 è donna – nella regione Marche tale percentuale scende al 24,1% e nell’intero Paese al 23,5%. L’analisi delle imprese femminili provinciali svolta con riferimento alla loro natura giuridica evidenzia la grande presenza di imprese individuali, pari a 7.541 corrispondenti al 63,3% del totale. Le società di capitale rappresentano il 13,4% mentre quelle di persona il 21,6%. Più marginale appare la consistenza delle cooperative e dei consorzi che rappresentano insieme appena l’ 1,8% del totale. Le imprese femminili a fine 2011 sono concentrate in alcuni settori tradizionalmente appannaggio di tale tipologia di impresa: altre attività di servizi, come i servizi associativi e alle persone (dove l’incidenza delle imprese femminili sul totale supera il 55%), la sanità e assistenza sociale (47%), ma anche l’agricoltura (32%), il commercio (27%) e la ristorazione (33%). Degna di nota tuttavia è anche il progressivo spazio che le imprese femminili si stanno ritagliando in alcune attività più innovative quali i servizi di supporto alle imprese, il noleggio e le agenzie di viaggio (34%). “Le iscrizioni al Registro Imprese evidenziano che tra le nuove imprese 1 su 3 è donna. Continua quindi il trend degli ultimi anni con le imprese femminili divenute sempre più una componente essenziale della struttura imprenditoriale provinciale. Le donne non solo fanno impresa, ma si stanno rivelando un’importante risorsa innovativa in questo lungo periodo di crisi”. Ha dichiarato Rodolfo Giampieri, Presidente della Camera di Commercio di Ancona. “L’8 marzo è un giorno che va ricordato non solo per l’impegno che donne dimostrano nei luoghi di lavoro, ma anche per la necessità di tutelarle e permettere loro di lavorare in condizioni sicure, nonché di qualità. Come donna imprenditrice, credo sia ancora necessario richiedere maggiori tutele in tema di welfare in particolare per le donne imprenditrici che hanno sempre maggiore bisogno di conciliare i tempi di lavoro con quelli di una vita familiare. Le politiche di conciliazione sono fondamentali per rendere più attrattivo il fare impresa per le nuove generazioni (che sempre meno potranno fare conto su una rete parentale di supporto, visto l´allungamento dell´età pensionabile per le donne), per la creazione di nuovi posti di lavoro e per favorire la partecipazione della donna alla vita politica e sociale, per favorire il mainstreaming e l´attuazione di politiche di genere, con la capacità e la sensibilità che la donna ha nei confronti dell´ambiente e della persona. Tra l´altro va detto che i progetti di conciliazione attivati nelle 5 provincie marchigiane da parte della Regione Marche oltre all´aver portato servizi innovativi sul territorio, hanno avuto il merito di aver creato nuova occupazione. L´elevata scolarizzazione delle donne, l´approccio creativo ed innovativo nel fare impresa, la maggiore solidità e tenuta delle imprese al femminile, nonostante la grave crisi economica epocale che stiamo vivendo, possono rappresentare il valore aggiunto per tentare nuove strade e nuovi modelli, ma non può prescindere dal supporto in termini di welfare, dal riconoscimento nei fatti del valore della donna inserendola nei luoghi decisionali a tutti i livelli, offrendo credito a prescindere dal genere e più in generale attribuendo al lavoro femminile e alla partecipazione della donna non un valore accessorio, ma valutandolo per il contributo positivo che oggettivamente è e che, soprattutto in momenti di crisi, può fare la differenza”. Ha dichiarato Adriana Brandoni, Presidente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Ancona. |
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NIDI D´INFANZIA, LIGURIA: AL VIA CHECK UP PER VALUTARE EFFICIENZA. AI MIGLIORI LA MARGHERITA DELLA QUALITÀ |
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Genova, 13 Marzo 2012 - Un vero e proprio check up per valutare qualità, efficacia ed efficienza dei nidi per l´infanzia. È quello che metterà in atto nelle prossime settimane la Regione Liguria su proposta dell´assessore alle politiche sociali, Lorena Rambaudi, per garantire un sistema di qualità per i servizi pubblici e privati della regione. Si tratta di un´attività sperimentale per i nidi di infanzia pubblici della Liguria a cui potranno aderire anche le strutture private e successivamente si potrà estendere anche agli altri servizi della prima infanzia. Sono in tutto 234 i nidi d´infanzia presenti in Liguria per 7472 posti a cui si aggiungono 102 servizi primavera, 41 servizi domiciliari e 48 servizi integrativi per un totale di 425 servizi per l’infanzia e 10.239 posti bambino. "Abbiamo deciso di mettere in atto per la prima volta il servizio di accreditamento – spiega l´assessore Rambaudi – per fornire ulteriori garanzie alle famiglie e certificare una qualità che è già molto buona, ma che deve sempre tendere al miglioramento". Sarà una commissione regionale a cui prenderanno parte anche esperti dei territori e coordinatori pedagogici dei distretti a effettuare l´audit del nido che verrà reso pubblico da uno speciale bollino a forma di fiore, una sorta di margherita della qualità. La check list comprenderà aspetti che vanno dal progetto pedagogico, all´interazione tra il nido, la famiglia del bambino e il territorio, all´organizzazione della giornata, fino alle attività ludiche e a come si svolge il pranzo, oltre alla formazione del personale, alla suddivisione degli spazi e alla presenza di un coordinatore pedagogico. "Quello che i nidi dovranno dimostrare – continua l´assessore Rambaudi – è l´apertura verso esperienze innovative, anche attraverso scambi tra educatori e una particolare disponibilità nei confronti dei bambini svantaggiati o disabili". Il percorso dell´accreditamento non sarà facoltativo, ma obbligatorio per poter accedere ai contributi pubblici o a qualsiasi altra forma di beneficio. Di accreditamento e qualità dei nidi si parlerà lunedì 12 marzo dalle 9 alle 16 in un convegno organizzato dalla Regione Liguria presso la Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale a cui prenderanno parte, tra gli altri il presidente della Regione, Claudio Burlando, il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, l´assessore regionale alle politiche sociali, Lorena Rambaudi e Aldo Fortunati dell’Istituto degli Innocenti di Firenze. |
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