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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 20 Marzo 2012 |
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UNA STRATEGIA EUROPEA CONTRO IL DIABETE
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Strasburgo, 20 marzo 2012 - 32 milioni di cittadini europei, tra i 20 e i 79 anni, soffrono di diabete. E considerando l´invecchiamento della popolazione negli anni a venire, il rischio di un forte aumento è molto probabile. Prevenzione, screening, trattamento e ricerca: il Parlamento chiede di sviluppare una strategia europea per la lotta contro questa malattia. Una semplice goccia di sangue prelevata sulla punta del dito indice è sufficiente. Nonostante ciò molti diabetici non sanno ancora di esserlo. Non trattato, il diabete, una malattia caratterizzata da un alto tasso di zuccheri nel sangue, può provocare dei problemi oculari e cardiovascolari molto seri. Il 10% della popolazione europea soffre di diabete e si prevede per il 2030 un aumento fino al 16,6%. In Europa, 325.000 decessi sono collegati a questa malattia, ovvero uno ogni due minuti. Nella maggior parte degli Stati membri, il diabete rappresenta circa il 10% della spesa per la sanità pubblica. Prevenire… per guarire - Esistono diversi tipi di diabete. Il diabete primario è provocato da una reazione autoimmune: il sistema immunitario attacca certe cellule del pancreas, impedendo all´organismo di produrre insulina, un ormone molto importante. Questa è la cause più frequente del diabete nei bambini, ma che può presentarsi a tutte le età. Nel caso del diabete secondario, l´organismo produce insulina ma in maniera insufficiente. Questa forma di diabete rappresenta l´80% dei casi ed è sempre in aumento a causa della sedentarietà, l´obesità e il consumo di alcool. Obiettivi e strategie - Oltre all´importanza di sottoporsi a un test, che permetterebbe di individuare la malattia precocemente e un conseguente trattamento, è importante svolgere una regolare attività fisica e un programma educativo di sensibilizzazione. Mercoledì 14 marzo, i deputati europei hanno votato una relazione per sviluppare una strategia europea che va in questo senso. Il Parlamento intende lanciare dei programmi nazionali di lotta al diabete, ma anche coordinare e finanziare la ricerca in Europa. |
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RICERCATORI EUROPEI STUDIANO IL PESO DEI NEONATI |
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Bruxelles, 20 marzo 2012 - Quando una donna incinta ha livelli alti di bifenili policlorurati (Pcb) nell´organismo, il bambino nascerà probabilmente sottopeso. È questo il risultato di un nuovo studio finanziato dall´Ue e pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives. Ricercatori provenienti da Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Isole Faroe, Norvegia, Paesi Bassi, Slovacchia e Spagna hanno ricevuto finanziamenti da due progetti sostenuti dal Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. Il team ha condotto uno studio su 8000 donne incinte che hanno dato alla luce tra il 1990 e il 2008 in tutta Europa testando le concentrazioni di Pcb nel loro sangue. I ricercatori hanno studiato campioni di latte materno e sangue delle madri e/o del cordone ombelicale e li hanno testati per scoprire la presenza del cogenere Pcb 153 e del diclorodifenildicloroetilene (Dde), un prodotto rilasciato durante la scomposizione del pesticida diclorodifeniltricloroetano (Ddt). Hanno poi confrontato questi risultati con il peso dei neonati. La ricerca è sostenuta con quasi 1 milione di euro dal progetto Enrieco ("Environmental health risks in European birth cohorts") e quasi 3 milioni dal progetto Obelix ("Obesogenic endocrine disrupting chemicals: linking prenatal exposure to the development of obesity later in life"). Questi progetti erano sostenuti nell´ambito dei Temi "Ambiente" e "Alimentazione, agricoltura e pesca e biotecnologia" del 7° Pq rispettivamente. I Pcb, che sono proibiti nella maggior parte dei paesi già da diversi decenni a causa della tossicità e della classificazione come inquinante organico permanente, erano usati prima come fluidi dielettrici e refrigeranti per esempio in trasformatori, condensatori e motori elettrici. Poiché però sono molto stabili e possono accumularsi nel tessuto grasso di persone e animali, rimangono presenti. La fonte principale di Pcb nelle persone proviene dal consumo di pesce grasso, ma nell´ambiente ci sono anche altre fonti. Cè ancora incertezza sugli effetti di piccole dosi sulle donne incinte. I risultati rivelano un chiaro legame tra la concentrazione di Pcb e il peso del neonato. Le madri con una concentrazione di Pcb nel sangue del cordone ombelicale di 1 microgrammo per litro hanno dato alla luce a bambini il cui peso era 150gr inferiore a quello dei bambini le cui madri avevano una concentrazione di questa sostanza nel sangue trascurabile. Il fumo può servire da termine di paragone: le madri che hanno fumato durante la gravidanza hanno avuto bambini con un simile calo di peso. Per quanto riguarda l´altra sostanza testata, il Dde, non sono stati determinati effetti sul peso alla nascita. I ricercatori continuano ad analizzare il modo in cui le più alte concentrazioni di Pcb hanno come risultato un peso alla nascita più basso, è possibile infatti che i Pcb disturbino l´equilibrio ormonale e quindi anche la crescita del feto. Questo studio mostra quindi che limitare l´uso di Pcb è stata una misura prudente e che monitorare continuamente le sostanze estranee nel corpo umano è essenziale. Lo scopo generale di Enrieco è conoscere meglio il rapporto causale ambiente-salute in coorti di gravidanza e nascita. Il progetto sostiene lo sfruttamento della grande quantità di dati generati da studi passati o in corso finanziati dalla Commissione europea e dai programmi nazionali. Gli obiettivi specifici sono fare inventari di coorti di nascita, assicurare la qualità e l´interoperabilità dei dati sull´esposizione, la salute e gli effetti dell´esposizione, ottenere accesso ai dati, costruire database, condurre analisi, stilare raccomandazioni per la raccolta dei dati in futuro per migliorare le informazioni sui collegamenti ambiente-salute e divulgare le informazioni. Il progetto Obelix si occupa in particolare della ricerca sull´obesità infantile, che ha raggiunto proporzioni epidemiche in tutto il mondo, si occupa dell´urgente bisogno di capire meglio l´impatto dei contaminanti nei cibi sullo sviluppo dell´obesità. Per maggiori informazioni, visitare: Vito: http://www.Vito.be/vito/en/homepageadmin/home/home/ |
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SUL NEW ENGLAND JOURNAL OF MEDICINE SONO STATI PUBBLICATI I RISULTATI DELLO STUDIO DI FASE III DI LAQUINIMOD, NUOVO FARMACO ORALE PER I PAZIENTI AFFETTI DA SCLEROSI MULTIPLA RECIDIVANTE REMITTENTE |
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Gerusalemme & Lund, Svezia – 20 marzo 2012 - Teva Pharmaceutical Industries Ltd. E Active Biotech hanno annunciato la pubblicazione, sul numero del 15 marzo di “The New England Journal of Medicine”, dei risultati di laquinimod nello studio di Fase Iii “Allegro” . I dati dello studio, durato due anni, hanno dimostrato che laquinimod, somministrato per via orale una volta al giorno in pazienti con Sm recidivante-remittente (Rrms), sembra essere in grado di ridurre l’attività infiammatoria della malattia, rallentare la progressione della disabilità e diminuire, a livello delle immagini di Risonanza Magnetica, la perdita di volume cerebrale, mantenendo un profilo di sicurezza e tollerabilità positivo. "I risultati di Allegro dimostrano che laquinimod rappresenta un approccio unico al trattamento della Sclerosi Multipla: il farmaco, infatti, sembra associare alla diminuzione delle ricadute una riduzione dei danni irreversibili del tessuto nervoso," ha affermato il Principal Investigator dello studio, Professor Giancarlo Comi, Direttore del Dipartimento di Neurologia dell´Istituto di Neurologia Sperimentale, Università Vita-salute San Raffaele, Italia, che si dice anche " Molto soddisfatto della pubblicazione di questi risultati sul New England Journal of Medicine". I risultati dello studio Allegro, insieme ai risultati di Bravo, secondo studio di Fase Iii con laquinimod, saranno inclusi nella documentazione necessaria per l’avvio, nella seconda metà di quest´anno, delle procedure per l’ottenimento dell’autorizzazione alla commercializzazione da parte della Agenzia Europea dei Medicinali (Ema). "La pubblicazione dei risultati dello studio Allegro in questa prestigiosa rivista scientifica è un importante punto di partenza, per gli ulteriori nostri impegni nella ricerca e nello sviluppo di laquinimod", ha affermato Lesley Russell, Senior Vice President R & D, Teva Global Branded Products. "Speriamo di poter continuare a collaborare con le autorità regolatorie, sia dell´Unione Europea, sia degli Stati Uniti, per portare questa nuova terapia a chi soffre di Sclerosi Multipla." Studio Allegro Lo studio Allegro è stato condotto in 139 Centri di 24 Nazioni, in cui sono sati arruolati 1.106 pazienti affetti da Sm. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere una dose giornaliera orale di laquinimod 0,6 mg o placebo. Nello studio laquinimod ha dimostrato di indurre una riduzione statisticamente significativa del 23 % nel numero di recidive anno (P = 0,002 - l´endpoint primario), associata a una riduzione del 36 % nel rischio di progressione della disabilità, misurata attraverso il punteggio dell’ Expanded Disability Status Scale (Edss). Ulteriori analisi hanno evidenziato che la percentuale dei pazienti con progressione della disabilità, confermata nell’ultima valutazione, è risultata inferiore nel gruppo trattato con laquinimod rispetto al gruppo placebo (9,8 % versus 14,0 %, p = 0,04). Il trattamento con laquinimod, inoltre, è risultato associato a una riduzione statisticamente significativa del 33 % (P <0,001) nella perdita di tessuto cerebrale, misurata alla Risonanza Magnetica attraverso i parametri di atrofia cerebrale. Le frequenze globali di eventi avversi, tra cui l´incidenza delle infezioni, sono risultate paragonabili a quelle osservate nel gruppo trattato con placebo. Gli eventi avversi più comunemente riportati sono stati: cefalea, nasofaringite e mal di schiena. Nei pazienti trattati con laquinimod si è osservata una maggior incidenza dell’aumento degli enzimi epatici, tuttavia, questi aumenti sono risultati transitori, asintomatici e reversibili. Nei pazienti trattati con laquinimod non sono stati riportati decessi. L´ottanta per cento dei pazienti in trattamento con laquinimod e il 77 % dei pazienti in placebo ha terminato i due anni di studio. Ai pazienti che hanno completato lo studio Allegro è stato offerta la possibilità di partecipare a una fase di estensione dello studio. In aperto, dove avrebbero potuto assumere laquinimod 0,6 mg al giorno. Laquinimod Laquinimod è un immunomodulante sviluppato per il trattamento della Sclerosi Multipla, da assumere per via orale una volta al giorno. Il farmaco sembra essere in grado di agire, con un meccanismo d’azione innovativo, a livello del sistema nervoso centrale. Laquinimod supera la barriera emato-encefalica con un conseguente potenziale effetto diretto sull’infiammazione e sulla neurodegenerazione del sistema nervoso centrale. Lo sviluppo clinico per la valutazione dell’effetto di laquinimod per via orale nella Sm comprende due studi di fase Iii denominati Allegro e Bravo. Oltre agli studi clinici nella Sclerosi Multipla, laquinimod è attualmente in studio nel morbo di Crohn e nel Lupus, con due protocolli di fase Ii, e in fase di valutazione nel trattamento di altre malattie autoimmuni. La Sclerosi Multipla La Sclerosi Multipla è la principale causa di disabilità neurologica nei giovani adulti. Si stima che oltre 400mila persone negli Stati Uniti e 2 milioni a livello mondiale siano affette dalla malattia. La sclerosi multipla è una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale nel quale, l´infiammazione, la perdita e il danno assonale hanno come risultato una progressiva disabilità. |
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SANITÀ, PRESIDENTE MARINI INAUGURA CENTRO SALUTE TODI
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Todi, 20 marzo 2012 - "Se oggi inauguriamo questa struttura sanitaria lo dobbiamo prima di tutto alla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini che con grande e costante impegno ha consentito che Todi abbia ora un Centro salute di grande qualità ed eccellenza". Con queste parole il sindaco di Todi, Antonino Ruggiano, il 17 marzo ha aperto la cerimonia per l´inaugurazione del nuovo presidio sanitario tuderte, realizzato nell´immobile del vecchio Ospedale cittadino. Nel suo intervento il sindaco ha, tra l´altro, voluto sottolineare la necessità di procedere nel completamento di lavori di riutilizzo del patrimonio immobiliare resosi disponibile dopo l´apertura del nuovo Ospedale comprensoriale di Pantalla: "Sono due - ha affermato Ruggiano - le ipotesi sulle quali stiamo lavorando: o trasferire qui la sede della caserma dei Carabinieri, oppure una scuola cittadina. In ogni caso, siamo impegnati a far presto". Con l´inaugurazione del Centro salute, ha aggiunto il sindaco "praticamente a Todi per ciò che riguarda i servizi sanitari manca poco o nulla. E con il trasferimento nella struttura della farmacia davvero tutto sarà definito". "Con l´apertura al pubblico di questa nuova struttura - ha detto il direttore generale della Asl 2, Giuseppe Legato - abbiamo completato la riorganizzazione complessiva dei servizi sanitari in tutto il comprensorio della Media Valle del Tevere. Mentre in altre regioni si è costretti a fare i conti con tagli e chiusure di strutture sanitarie ed ospedaliere, qui apriamo un moderno presidio. Ciò grazie ad una buona programmazione e ad una gestione oculata e virtuosa delle risorse in sanità". Il direttore Legato ha quindi annunciato che presto sarà operativa anche la risonanza magnetica all´ospedale di Pantalla e si è, nel frattempo, avviata una importantissima esperienza relativa alla chirurgia della mano. Per l´assessore regionale alla sanità, Franco Tomassoni, "stiamo portando avanti una sfida molto difficile ed impegnativa: riorganizzare la sanità in Umbria in presenza di una politica di tagli e riduzioni dei trasferimenti dal Fondo sanitario che tra il 2013 ed il 2014 comporterà per la sola Umbria circa 250 milioni di risorse in meno. Noi però - ha aggiunto - vogliamo mantenere la qualità del nostro sistema sanitario e aumentare casomai l´appropriatezza delle prestazioni e dei servizi". Alla cerimonia di questa mattina è intervenuta tra gli altri anche Laura Dalla Ragione, direttrice del Centro per la cura dei disturbi nell´alimentazione: "dieci anni fa - ha detto - abbiamo iniziato da qui con la nostra esperienza. Oggi il nostro è divenuto un modello che viene apprezzato in Italia ed all´estero. Nei prossimi giorni - ha annunciato - riceveremo la prestigiosa vista del Capo dello Stato di Malta che vorrebbe realizzare nel suo Paese un istituto sul modello del nostro Centro". Concludendo la cerimonia, la presidente della Regione Marini ha ricordato che "è in atto nella nostra regione un processo di riorganizzazione della sanità complesso e difficile, e lo vogliamo fare salvaguardando il modello pubblico del servizio sanitario ed il suo carattere universalistico. Saremmo stati una pessima classe dirigente - ha proseguito - se avessimo seguito quanti, qui, non voleva cambiare nulla. Abbiamo fatto bene, invece, ad avere una visione strategica del futuro ed una capacità di programmare le trasformazioni. Dunque, anche una politica coraggiosa che ha voluto e saputo guardare avanti". "In questo nuovo Centro salute - ha detto - si realizza un nuovo modello organizzativo che vede unificati in un unico luogo fisico tutti i servizi sanitari territoriali. Così si recupera efficienza e si offre un servizio di maggior qualità. Oltre alla continuità assistenziale tra prestazioni di medicina di base, specialistica e di emergenza con la guardia medica. Una impostazione che caratterizzerà il nuovo Patto della salute che invece noi qui già attuiamo". La presidente ha voluto infine rivolgere un "grazie di cuore" a tutti quelli che hanno lavorato per realizzare in un tempo davvero record "una straordinaria struttura al servizio dei cittadini". Alla cerimonia erano presenti anche la direttrice amministrativa della Asl 2, Nadia Antonini, ed il direttore regionale alla sanità, Emilio Duca. |
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CONTINUA LA SFIDA ALLA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA: AL VIA IL NUOVO BANDO ARISLA PER LA RICERCA |
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. Milano, 20 marzo 2012 - Per sostenere la ricerca sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica, che solo in Italia interessa 5.000 persone, Arisla, la Fondazione Italiana di Ricerca per la Sla, rinnova il suo impegno lanciando il 4° Concorso per progetti di ricerca 2012. Dal 16 marzo al 17 aprile 2012 sarà possibile presentare le proposte di progetto. Il bando Arisla rappresenta un’occasione per i ricercatori che operano nei centri di ricerca italiani pubblici e privati che non perseguano finalità di lucro. Una chance importante per la ricerca italiana sulla Sla se si considera che per risultati scientifici raggiunti i nostri ricercatori sono secondi solo ai colleghi statunitensi, che possono tuttavia beneficiare di risorse quasi dieci volte più ingenti. Il bando Arisla è un’opportunità concreta inoltre non solo per i ricercatori già affermati e con un solido curriculum alle spalle, ma anche per i più giovani e per chi intende sviluppare filoni di ricerca innovativi. Due sono infatti le tipologie di progetti ammessi alle selezioni: lavori che affrontano filoni di studio promettenti e sono dotati di un significativo background scientifico (“full grant”) e progetti che nascono da brillanti intuizioni pur non essendo supportati da importanti dati preliminari (“pilot grant”). I ricercatori sono invitati a sottomettere progetti di ricerca di base, clinica e traslazionale. La prima fase di presentazione della proposta è prevista in forma di lettera di intenti. La chiusura del bando è fissata alle ore 13.00 del 17 aprile. Seguirà il processo di revisione con il coinvolgimento di un panel di oltre 40 esperti internazionali che valuteranno i progetti, garantendo la massima trasparenza e oggettività. Nella seconda metà di giugno i responsabili dei progetti che avranno superato la prima fase di valutazione saranno invitati a presentare la proposta integrale. Il processo di revisione si chiuderà a novembre ed entro la fine dell’anno saranno resi noti i vincitori e assegnati i fondi. Arisla ha 20 sperimentazioni in corso che si propongono di fare luce sulle cause della Sla e di individuare possibili terapie di cura. Con quasi 4 milioni di finanziamenti erogati in meno di tre anni e circa 100 ricercatori italiani coinvolti, Arisla si pone come punto di riferimento per la ricerca su questa patologia. Il testo integrale del 4° bando Arisla è disponibile sul sito www.Arisla.org |
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FVG, INFERMIERE DI COMUNITÀ: TONDO, FILTRO AD ACCESSI AL PRONTO SOCCORSO |
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Trieste, 20 marzo 2012 - Nell´ottica del riassetto della sanità in Friuli Venezia Giulia e dell´obiettivo di rafforzare i servizi sul territorio, va progressivamente ampliato il modello dell´infermiere di comunità, per la dimostrata capacità di questa figura di ridurre gli accessi al pronto soccorso, nonché quale filtro efficace ai ricoveri ospedalieri. Lo afferma il presidente della Regione, Renzo Tondo, nella sua veste di assessore alla salute, commentando i positivi risultati di 10 anni di sperimentazione di questa modalità di assistenza infermieristica territoriale, avviata sperimentalmente a partire dal 2001 nell´ambito dei Distretti dell´Azienda per i servizi sanitari n. 5 "Bassa Friulana", che gestisce anche gli ospedali di Palmanova e Latisana. Nel triennio 2009-2011 nei due nosocomi si sono infatti registrati 79.397 accessi ai pronto soccorso con codice bianco (nessuna urgenza), a fronte delle 97.282 richieste del triennio 2005-2007, con una riduzione di 17.885 accessi (pari ad un meno 18,3 per cento). E nel 2011 le persone che si sono recate al pronto soccorso dei due ospedali, sempre per codice bianco, sono state 4.742 in meno rispetto al 2009. Pur sottolineando che una maggiore appropriatezza del ricorso al pronto soccorso deriva dalla somma di diversi fattori e di specifiche strategie messe in campo dalle Aziende sanitarie, e che proprio per questa ragione il trend è ormai generalmente in calo in tutto il Friuli Venezia Giulia, il presiedente Tondo rileva come in effetti la presenza dell´infermiere di comunità, quale punto di riferimento preciso e costante per i cittadini, sia ambulatorialmente che a domicilio, riduce il ricorso all´ospedale. Le persone più fragili, perché malate croniche o semplicemente anziane, sono tenute sotto controllo nel lungo termine. In questo modo anche l´infermiere può rilevare precocemente eventuali segni di aggravamento di una patologia e allertare il medico di famiglia. "E´ un brillante esempio di medicina e assistenza di iniziativa - spiega Tondo - centrata non più sull´ospedale mai su servizi territoriali più vicini alle esigenze e ai bisogni sociosanitari della popolazione". Ecco che in questo modo Latisana e Palmanova fanno registrare il più basso tasso di ospedalizzazione regionale, cui si accompagna il più alto indice di copertura assistenziale degli anziani (over 65 e over 75). Infermiere di comunità, dunque, come promotore della continuità assistenziale e dell´integrazione sociosanitaria, in collaborazione con tutti i professionisti e gli operatori del territorio. Ma anche come elemento chiave nella presa in carico dei pazienti dimessi dall´ospedale, in stretto rapporto con i medici di famiglia e con gli assistenti sociali dei Comuni, secondo una logica di lavoro di squadra multiprofessionale. Insomma un professionista che, conclude il presidente Tondo, può dare risposte efficaci ad alcuni degli obiettivi che la Regione si è data per modernizzare e rendere più omogenei i servizi sanitari e sociali: rafforzamento dei servizi territoriali, presa in carico integrata delle persone con malattie croniche e disabilità, potenziamento degli interventi domiciliari, ricorso all´ospedale solo per vere emergenze e patologie acute. Quello dell´infermiere di comunità è un progetto proposto con impegno e passione dalla dirigente infermieristica dell´Ass 5 Mara Pellizzari e dai suoi collaboratori. Consiste nell´attivazione di servizi di assistenza infermieristica decentrati, per mantenere più stretti i contatti con i cittadini e i loro bisogni di salute. Nell´arco degli anni sono state progressivamente attivate 21 "stazioni" di infermiere di comunità, a fronte delle 23 previste, con una copertura di 29 comuni su 31 (mancano ancora Latisana e San Giorgio di Nogaro). Nel 2011 l´iniziativa è stata premiata dal Ministero della Salute come uno dei 10 migliori progetti d´Italia, nell´ambito di una ricerca promossa dalla Bocconi sul tema "I driver di sviluppo dei servizi territoriali". Da qualche mese una figura simile è stata introdotta sperimentalmente anche a Romans d´Isonzo e Panzano, nei pressi di Monfalcone. Come ricorda il responsabile della direzione centrale salute e politiche sociali della Regione, Gianni Cortiula, già Dg dell´Azienda sanitaria Isontina, in questo caso si parla di "infermiere di equipe territoriale" in quanto parte integrante di uno staff di cui fanno parte, in un´unica struttura ambulatoriale, diversi professionisti. Non cambia l´obiettivo: integrare i servizi sanitari, socio-assistenziali e territoriali già esistenti, fungere da ´barriera´ prima dell´ospedale anche grazie ad attività domiciliari. |
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ZAIA VISITA OSPEDALE CITTADELLA, INAUGURA NUOVO INGRESSO E VISITA CANTIERE NUOVA PIASTRA. |
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Cittadella (Pd), 20 marzo 2012 - Il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha compiuto ieri una visita all’ospedale di Cittadella, nel corso della quale ha inaugurato il nuovo ingresso di via Pilastroni ed il moderno corridoio di collegamento con il corpo centrale della struttura e compiuto un sopralluogo al cantiere della nuova “Piastra” che, una volta ultimata (a fine 2013) ospiterà il tanto atteso nuovo pronto soccorso, le radiologie, le terapie intensive, le sale operatorie, i locali tecnologici e, sulla sommità, l’elisuperficie per l’atterraggio degli elicotteri del Suem 118. Nel corso della sua visita, Zaia, affiancato dal direttore generale dell’Ulss 15 Francesco Benazzi, si è rivolto ad una vasta platea di ospiti, composta, tra gli altri, dal sindaco di Cittadella Massimo Bitonci, dal vicepresidente della Provincia di Padova Roberto Marcato, dal presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 15 Lorenzo Zanon, da amministratori locali e regionali e da parlamentari dell’area. Il progetto complessivo ha un costo di 28 milioni 413 mila euro interamente finanziati e, una volta ultimato, consentirà al nosocomio di compiere un importante salto di qualità nei servizi offerti ai cittadini. “E proprio sul cittadino e sulle sue esigenze – ha detto Zaia – si concentra la filosofia del nuovo Piano Sociosanitario di cui stiamo per dotare il Veneto dopo 16 anni di attesa. Sarà un vero e proprio business plan della sanità futura – ha precisato – grazie al quale sarà chiaro chi fa cosa e perché, dove è utile rafforzare, dove riconvertire, dove eventualmente chiudere. Il tutto con il cittadino al centro dell’attenzione, fornendo il più vicino possibile a casa i servizi basilari come i pronto soccorso, la diagnostica, la specialistica, la medicina di base H24 e dotando gli ospedali di tutte le tecnologie e le professionalità necessarie per affrontare e risolvere le vere acuzie. In un parola, una sanità profondamente rinnovata, più efficiente, dove ogni euro speso dovrà essere ben speso come è stato fatto qui a Cittadella e dove il cittadino possa trovare le risposte di cui ha bisogno”. Zaia ha tenuto a ricordare che “quest’anno per la prima volta la sanità veneta è risultata la più virtuosa d’Italia, superando la Lombardia, ed è un primato che vogliamo conservare a lungo”. Il presidente ha poi rivolto un ringraziamento “non formale” a tutto il personale che a vario titolo lavora nel sistema sanitario veneto e che contribuisce con il proprio sacrificio ai successi che stiamo ottenendo”. Sottolineando che “nelle cure siamo i migliori in assoluto”, Zaia ha chiesto impegno per progredire anche sul piano dell’umanizzazione, soprattutto all’interno dei pronto soccorso “dove un’informazione, una parola, un sorriso in più possono far meglio anche di una medicina”. Il presidente ha però anche esortato la gente a ringraziare medici e infermieri per il lavoro che fanno. “A me – ha detto – arrivano solo le segnalazioni quando qualcosa non sembra aver funzionato ma, come dice un vecchio adagio, fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce e quest’ultima sono le migliaia di cure e prestazioni che aiutano, risolvono i problemi e spesso salvano le vite”. |
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SANITA’: ZAIA, “IMMINENTE DECISIONE SU NUOVO OSPEDALE DI PADOVA” |
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Cittadella (Pd), 20 marzo 2012 - “La decisione sull’area dove realizzare il nuovo ospedale di Padova con il conseguente avvio delle procedure per il finanziamento e la realizzazione sono imminenti”. Lo ha annunciato ieri il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia nel corso di una visita all’ospedale di Cittadella. “Attendo a brevissimo le conclusioni della commissione tecnica che abbiamo incaricato di istruire l’intera questione – ha aggiunto Zaia. La nostra sarà una decisione a fortissimo contenuto tecnico perché, come ho detto sin dall’inizio, la scelta deve essere prima di tutto la migliore su questo piano, quella che offrirà più vantaggi e meno costi. Poi faremo fino in fondo la nostra parte”. “Si tratta – ha aggiunto Zaia – di un Policlinico universitario da 650 milioni di euro, che si aggiungerà alle tante eccellenze della sanità veneta, grazie alle quali affronteremo con fiducia la sfida della libera mobilità dei pazienti in Europa a partire dal 2014. Da allora un cittadino veneto potrà decidere di andare a curarsi a Francoforte e noi dovremo pagare il conto – ha aggiunto Zaia – ma uno di Berlino potrà venirsi a curare in Veneto e sarà Berlino a doverci pagare. Noi - ha detto – ci stiamo attrezzando perché i nostri cittadini scelgano di farsi curare a casa loro e tanti Europei scelgano il Veneto per farlo. Con opere come quella di Padova questa sfida la possiamo vincere”. Zaia ha fatto riferimento anche ai finanziamenti necessari: “una base di partenza c’è già – ha detto – e sono i 35 milioni disponibili dai fondi Cipe nazionali ex articolo 20. La Regione farà la sua parte e per il resto valuteremo quale sarà lo soluzione migliore, senza escludere in partenza nessuna opzione, nemmeno la finanza di progetto, a condizioni però diverse dal passato, quando gli interessi hanno raggiunto anche l’11 o 12%, creando non poche difficoltà”. |
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SANITA’: ZAIA, “IN VISTA ALTRI TAGLI NAZIONALI, DICIAMO NO A NUOVI TICKET E ALLA DEPRIVAZIONE” |
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Cittadella (Pd), 20 marzo 2012 - “A livello nazionale si stanno prospettando ulteriori tagli ai fondi per la sanità di 8 miliardi per il prossimo anno. Se così fosse noi abbiamo il diritto di pretendere che ciò accada senza penalizzare le Regioni, come il Veneto, che hanno i conti in ordine e stanno facendo i salti mortali per coniugare qualità dei servizi e razionalizzazione della spesa”. Lo ha detto il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, visitando ieri l’ospedale di Cittadella (Pd), dove ha inaugurato il nuovo ingresso e compiuto un sopralluogo al cantiere della nuova Piastra. “Tanto per cominciare – ha aggiunto Zaia - diciamo no a qualsiasi ipotesi di nuovi ticket, tanto meno sui ricoveri, e alla riesumazione del criterio della deprivazione, secondo il quale i bisogni di salute andrebbero definiti e finanziati usando il Pil e la dichiarazione dei redditi e non sulla base della popolazione assistita e della realtà epidemiologica, senza contare che Bankitalia ci dice che al nord il costo della vita è superiore del 15% rispetto al resto del Paese”. “Noi – ha aggiunto Zaia – siamo pronti a fare la nostra parte sul piano della solidarietà e del senso di responsabilità, ma non potremo accettare che, una volta per tutte, la razionalizzazione della spesa non parta da quelle aree d’Italia dove costosità e sprechi sono evidenti. Non siamo disponibili – ha concluso Zaia – a chiedere nuovi sacrifici ai nostri cittadini per coprire i buchi altrui”. |
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MILANO, SALUTE MENTALE. GIUNTA STANZIA OLTRE 350MILA EURO PER IL 2012
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Milano, 20 marzo 2012 - Approvata dalla Giunta la delibera con gli indirizzi e le risorse per la realizzazione degli interventi continuativi, realizzati in collaborazione con le aziende ospedaliere Fatebenefratelli, Niguarda Ca´ Granda, Sacco, San Carlo e San Paolo finalizzati allo sviluppo della vita autonoma, all’inclusione sociale e all’inserimento lavorativo dei cittadini con disagio psichico. Le risorse, pari a 358.323 euro, copriranno gli interventi e le convenzioni con le aziende ospedaliere fino alla fine dell’anno. L’amministrazione comunale ha ritenuto questa spesa necessaria e non differibile al fine di dare continuità ai servizi già in essere nel 2011, di cui hanno beneficiato 800 persone con disagio psichico per un totale di 15.780 interventi. Alle risorse stanziate oggi si uniscono i 71.677 euro già messi a disposizione a inizio anno per i mesi di gennaio e febbraio 2012, sempre nell´ottica di garantire la continuità del servizio. “Nonostante la crisi economica e i tagli alle risorse – spiega l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino – la nostra Amministrazione conferma gli interventi in favore delle fasce più deboli. Con la delibera di oggi abbiamo assicurato lo stanziamento di oltre 350mila euro per interventi nell’area della salute mentale per il 2012. Continuerà così la collaborazione con le aziende ospedaliere con cui da dieci anni il Comune opera per fornire supporto alla quotidianità e all´integrazione sociale e lavorativa delle persone con disagio psichico”. |
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SANITA’: MANTOAN (VENETO) ENTRA NEL CDA DELL’AGENAS. |
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Venezia, 20 marzo 2012 - Il segretario regionale per la sanità ed il sociale del Veneto Domenico Mantoan è stato designato a far parte del consiglio d’amministrazione dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali – Agenas, in rappresentanza delle Regioni italiane. L’indicazione è stata definita dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e ratificata, come da procedura, dalla Conferenza Stato-regioni. “La nomina di Mantoan all’Agenas – sottolinea l’assessore alla sanità Luca Coletto - è un riconoscimento delle qualità professionali della persona, ma anche di quelle dell’intera struttura tecnica della sanità regionale del Veneto. La sua designazione è stata accolta con un larghissimo favore da parte dei rappresentanti delle altre Regioni italiane. Li ringrazio e considero questo passaggio una chiara dimostrazione del positivo clima di collaborazione con il quale si lavora in Commissione Salute, da me coordinata”. “Tramite Mantoan – aggiunge Coletto - porteremo all’Agenas tutta la nostra esperienza e la ferma volontà di contribuire alla crescita del sistema sanitario nazionale, stante che questa importante Agenzia è chiamata ad occuparsi di questioni focali per il presente e per il futuro, come la valutazione di efficacia dei livelli essenziali di assistenza, la rilevazione e l’analisi dei costi per formulare proposte per l’organizzazione dei servizi sanitari, l’analisi delle innovazioni di sistema, il monitoraggio delle liste d’attesa |
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LA CARTA SANITARIA SI ATTIVA ANCHE IN FARMACIA. DAL 16 MARZO A LUCCA, ENTRO FINE MARZO IN TUTTA LA TOSCANA |
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Lucca, 20 marzo 2012 – Pronti, via. Dal 16 marzo la carta sanitaria elettronica si può attivare anche in farmacia. Lo prevedeva un accordo siglato in Regione a fine dicembre 2011 dall’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia e dai rappresentanti di Cispel (Confederazione italiana servizi pubblici enti locali) - per le farmacie pubbliche, e di Urtofar (Unione regionale toscana titolari di farmacia) - per quella private. La prima attivazione dimostrativa è avvenuta oggi a Lucca, alla presenza dell’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, in due farmacie: la privata Melosi, in via Roma, nel centro storico di Lucca, e la comunale di piazza Curtatone, vicino alla stazione ferroviaria di Lucca. Erano con l’assessore, il direttore generale della Asl 2 di Lucca, Antonio D’urso, il presidente Urtofar, Marco Nocentini Mungai, e Vincenzo Placido, presidente di Cispel Lucca. Entro fine marzo sarà possibile attivare la Cse in tutte le farmcie della Toscana che hanno aderito al progetto. Da giovedì 22 marzo l’attivazione partirà a Firenze. “La farmacia rappresenta un luogo importante nella vita di una comunità, e dobbiamo considerarla un punto di contatto strategico fra cittadini e bisogni di salute – ha detto Daniela Scaramuccia – E’ in farmacia che i cittadini abitualmente fanno uso della tessera sanitaria, ed è per questo che abbiamo voluto lanciare un grande programma per l’attivazione della carta sanitaria e del fascicolo sanitario nelle farmacie. Naturalmente, i punti di attivazione nelle farmacie non sostituiscono, ma si aggiungono a quelli già in funzione nelle aziende sanitarie”. “E’ importante – ha aggiunto il dg della Asl 2 Antonio D’urso – che tutti i cittadini attivino la carta sanitaria elettronica, perché così possono avere accesso, o far accedere il medico di famiglia, a tutti i propri dati sanitari: ricoveri, esami, vaccinazioni, farmaci assunti, patologie, allergie, esenzioni. E’ una carta strettamente personale, che deve essere conservata con cura ed esibita per tutte le operazioni richieste dal Servizio sanitario regionale: in farmacia, presso gli sportelli dell’Azienda Sanitaria e nel caso ci si debba recare all’estero”. L’adesione al progetto da parte delle farmacie è libera e volontaria. Le farmacie che hanno aderito (774, circa il 70% delle 1.109 farmacie toscane) - dovranno esporre ben visibile un adesivo, con l’immagine della tessera sanitaria e la scritta “Attiva la carta sanitaria elettronica qui”. I punti di attivazione saranno pubblicati sui siti istituzionali della Regione Toscana e delle aziende sanitarie. Per i cittadini non ci sarà alcuna differenza: il processo di attivazione sarà identico, sia che venga fatto in uno degli sportelli delle Asl, che nelle farmacie. Il cittadino dovrà presentarsi in farmacia con la carta sanitaria e un documento di identità. L’operatore, dopo aver eseguito tutte le procedure necessarie, consegnerà al cittadino la busta oscurata con il Pin e il codice utente. L’attivazione della Cse renderà possibile ai cittadini anche l’accesso ai servizi on-line che verranno progressivamente resi disponibili entro l’estate: per esempio il ritiro dei referti, a partire dalle analisi del sangue, e la stampa dell’attestazione della propria posizione/fascia economica ai fini del pagamento del ticket. I dati sulle farmacie toscane e sull’attivazione della Cse Le farmacie toscane sono in tutto 1.109, di cui 889 private e 220 pubbliche. Quelle aderenti al progetto “Attiva la carta sanitaria elettronica qui” sono 774, circa il 70% del totale, così ripartite: Asl 1 Massa Carrara: 59 (di cui 11 comunali e 48 private) - Asl 2 Lucca: 44 (7 comunali, 37 private) - Asl 3 Pistoia: 78 (7 e 71) - Asl 4 Prato: 55 (20 e 35) - Asl 5 Pisa: 90 (19 e 71) - Asl 6 Livorno: 74 (14 e 60) - Asl 7 Siena: 55 (9 e 46) - Asl 8 Arezzo: 56 (19 e 37) - Asl 9 Grosseto: 10 (10 e 0) - Asl 10 Firenze: 174 (24 e 150) - Asl 11 Empoli: 48 (9 e 39) - Asl 12 Viareggio: 31 (14 e 17). Ad oggi, le Cse attivate dagli sportelli delle aziende sanitarie sono 1.039.962, corrispondenti a circa il 29% dei cittadini toscani. Questa la ripartizione: Aou Careggi: 14.595; Aou Meyer: 2.556; Aou Pisana: 5.651; Aou Senese: 20.565; Asl 1 Massa Carrara: 45.001; Asl 2 Lucca: 59.341; Asl 3 Pistoia: 63.898; Asl 4 Prato: 86.543; Asl 5 Pisa: 84.018; Asl 6 Livorno: 83.969; Asl 7 Siena: 57.142; Asl 8 Arezzo: 101.409; Asl 9 Grosseto: 87.579; Asl 10 Firenze: 221.182; Asl 11 Empoli: 64.666: Asl 12 Viareggio: 41.847. La Regione ha destinato a questo progetto un importo massimo di un milione di euro. Si stima che nel primo anno di attivazioni potranno essere attivate nelle farmacie toscane un milione di tessere sanitarie. A fine giugno, a conclusione della prima fase, sarà effettuata una ricognizione del numero di tessere attivate da ogni singola farmacia e sarà fatta una prima valutazione dell’andamento del progetto. |
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LIGURIA: SERVIZI DI EMERGENZA E URGENZA FONDAMENTALI PER L’ASSISTENZA SANITARIA” IN OCCASIONE DELLA SETTIMANA NAZIONALE SUL CORRETTO UTILIZZO DEI SERVIZI DI EMERGENZA URGENZA. MARTEDÌ 27 MARZO OPEN DAY NELLE CENTRALI OPERATIVE DEL 118 |
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Genova, 20 Marzo 2012 - Ammontano a 960.000 le chiamate ricevute in un anno dal 118 ligure per un totale di 195.000 interventi effettuati di cui 24.361 codici rossi e 32.437 con auto medica. In pratica un cittadino ligure su due ha chiamato almeno una volta in un anno il 118 e nove minuti è il tempo medio di arrivo delle ambulanze su pazienti in codice rosso. Sono questi alcune cifre relative all’attività del 118 ligure presentante ieri mattina dal direttore generale del dipartimento salute della Regione Liguria Franco Bonanni insieme a Francesco Bermano direttore del 118 Liguria, Paolo Moscatelli direttore pronto soccorso Irccs San Martino-ist e presidente Simeu, società italiana medici emergenza–urgenza, Paolo Cremonesi direttore pronto soccorso ospedale Galliera, Pasquale Di Pietro direttore pronto soccorso Istituto Gaslini di Genova, Luca Berlingheli direttore del pronto soccorso di Villa Scassi e Edoardo Belcastro vicedirettore del dipartimento di emergenza urgenza di Lavagna, in occasione della campagna informativa nazionale per la corretta utilizzazione dei servizi dell’emergenza urgenza. Dai dati risulta che la maggior parte degli interventi effettuati dal 118 in Liguria, pari al 50,2%, riguardano codici gialli per un totale annuo di 97.964, seguono i codici verdi col 36,7% per un totale di 71.670 interventi e i codici rossi col 12,5% e 24.361 interventi, più uno 0,6% di codici bianchi. Il luogo dove si effettuano più interventi è la casa col 61,3% sul totale e a seguire la strada col 18,24%, gli uffici e gli esercizi pubblici con l’11,62%, gli impianti lavorativi con l’1,11%, gli impianti sportivi con lo 0,84% e la scuola con lo 0,73%. Solo il 13% dei pazienti tra 0 e 14 anni che si recano al pronto soccorso utilizza il 118, gli altri arrivano per lo più accompagnati dai genitori. Mentre più si alza l’età più aumenta il ricorso ai servizi di emergenza: circa il 53% dei pazienti over 65 utilizza il 118 e tra i 15 e i 65 anni l’utilizzo riguarda il 41% dei pazienti. Per quanto riguarda gli accessi ai pronto soccorso liguri dal 2009 al 2011 si è registrato un calo. Sono passati infatti da 713.747 nel 2009 a 673.300 nel 2011. Parallelamente si è registrato un aumento degli accessi in codice rosso che sono passati da 8.729 nel 2009 a 10.119 nel 2011 e in codice giallo passati da 116.350 a 125.320 contestualmente ad una diminuzione degli accessi in codice bianco che da circa 100.000 nel 2009 sono passati a 85.743 nel 2011. Il 70% dei pazienti che hanno avuto accesso al pronto soccorso nel 2011 sono stati dimessi, il 14,6% ricoverati, e il 5,2% passati all’Obi, l’osservazione breve intensiva. A dimostrazione che effettivamente i pronto soccorso liguri funzionano come filtro. “Nonostante la sua giovane età – ha spiegato l’assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo – il 118 in Liguria ha una posizione dominante nell’assistenza sanitaria. I dati parlano chiaro, sia nei pronto soccorsi sia nei servizi di emergenza si lavora tanto e bene, ma i risultati possono ancora migliorare grazie anche ad una maggiore conoscenza e consapevolezza da parte della popolazione. Come Regione abbiamo aderito alla campagna nazionale attraverso un sito internet dedicato al 118 (www.118liguria.It) per diffondere il più possibile i contenuti, l’offerta di assistenza, ma anche i comportamenti più corretti per la popolazione. In questa settimana diverse sono inoltre le iniziative promosse dalle aziende sanitarie liguri per mostrare e spiegare il funzionamento operativo del servizio e il buon uso delle strutture di emergenza”. |
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SICILIA: ACCORDO PER INTEGRAZIONE PUBBLICO-PRIVATO IN OSPEDALE NOTO |
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Palermo, 20 marzo 2012 - I rappresentanti di tre case di cura della provincia di Siracusa - Villa Rizzo, Villa Azzurra e Casa di Cura Santa Lucia - hanno siglato un´intesa con l´assessorato regionale della Salute e la direzione dell´Asp di Siracusa con la quale si prevede una integrazione pubblico - privato all´interno dell´ospedale di Noto per la gestione delle attivita´ condivise: non solo riabilitazione e lungodegenza, dunque, ma anche il ricovero degli acuti in una logica di integrazione e non di duplicazione con l´ospedale di Avola. ´E´ un accordo importante - assicura l´assessore regionale per la Salute Massimo Russo - perche´ viene ampliata e riqualificata l´offerta sanitaria in un distretto sanitario di grande importanza come quello di Avola - Noto. Ancora una volta il governo regionale guidato dal presidente Lombardo risponde con i fatti agli impegni assunti". |
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LIGURIA: REVOCATI FINANZIAMENTI PER INVESTIMENTI IN EDILIZIA SANITARIA PER 1,7 MILIONI DI EURO |
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Genova, 20 Marzo 2012 - Un milione e 700mila euro di finanziamenti destinati ad investimenti in edilizia e impiantistica sanitaria sono stati revocati dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore alla salute Claudio Montaldo. Si tratta di risorse derivanti dagli accordi dell´ex art.20 sull´edilizia sanitaria che, a partire dal 2000, non sono stati più utilizzati, perché le opere previste sono state realizzate con nuovi programmi o non eseguite e che potranno essere recuperati per altre priorità. "I finanziamenti in questione – ha spiegato l´assessore alla salute, Montaldo – potranno essere recuperati per interventi più importanti che discuteremo con le aziende sanitarie. Tenendo presente che abbiamo la necessità di intervenire al più presto sull´ospedale San Martino di Genova, dove a breve saranno necessari dai 10 ai 20 milioni di euro per interventi nelle sale operatorie e per la riorganizzazione dei pronto soccorso". |
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CAPOCASA NUOVA DG AZIENDA USL DI FORLÌ |
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Bologna, 20 marzo 2012 - Sarà l’attuale direttrice amministrativa, Giulietta Capocasa, la nuova direttrice generale dell’Azienda Usl di Forlì. Prenderà il posto di Licia Petropulacos, passata a dirigere l’Azienda Ospedaliero-universitaria di Modena. La designazione è stata fatta con delibera dalla Giunta regionale, a seguito del positivo confronto con l’Ufficio di presidenza della Conferenza territoriale sociale e sanitaria di Forlì; il decreto di nomina sarà firmato dal presidente della Regione Vasco Errani, dopo l’espressione da parte della stessa Conferenza del formale parere positivo. Capocasa, 53 anni, è laureata in giurisprudenza, ha una specifica formazione in programmazione, organizzazione e gestione delle Aziende sanitarie. Ha maturato una consolidata esperienza di direzione nell’ambito di Aziende sanitarie, in Emilia-romagna dal novembre 2009 con l’incarico di direttore amministrativo a Forlì. “Sono certo che Capocasa saprà mettere a frutto la conoscenza dell’Azienda Usl maturata nella sua funzione di direttore amministrativo – ha commentato Carlo Lusenti, assessore alle politiche per la salute della Regione Emilia-romagna – e, in una logica di piena continuità con la direzione generale precedente, sono altrettanto certo che saprà dar seguito e sviluppare il positivo percorso intrapreso sia per il miglioramento dei servizi, sia per la buona gestione degli assetti economico-finanziari, in collaborazione con le altre Aziende Usl dell’Area vasta Romagna”. Gli obiettivi di mandato sono stati delineati in attuazione delle politiche per la salute definite dalla Regione e dalla Conferenza territoriale sociale e sanitaria e dovranno essere perseguiti sviluppando “percorsi di cura fondati sulla valorizzazione delle competenze e sui contributi delle diverse figure professionali” e sviluppando “modalità di relazione con i cittadini idonee a promuovere la loro partecipazione”. Tra gli obiettivi: lo sviluppo di progetti di prevenzione che, alla luce della crisi economica che stiamo attraversando, dovranno tener conto del prevedibile aumento delle disuguaglianze e di una altrettanto prevedibile minore attenzione verso i temi della prevenzione; il consolidamento di una organizzazione ospedaliera “per intensità di cura” (vale a dire aeree di degenza integrate tra diverse specialità, organizzate secondo l’intensità del bisogno di cura dell’ammalato ricoverato); lo sviluppo di azioni di accompagnamento nel processo di costituzione in Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) dell’Istituto scientifico romagnolo per la cura dei tumori di Meldola. A livello di Area vasta Romagna la direzione generale dell’Azienda Usl di Forlì dovrà garantire strategie ed azioni per accrescere e consolidare l’integrazione e le sinergie di sistema con le altre 3 Aziende Usl (Cesena, Rimini, Ravenna) parte dell’Area vasta, sia a livello di reti cliniche sia a livello di funzioni tecnico-amministrative. La direzione dovrà poi assicurare l’equilibrio di bilancio che, a partire dal 2012, secondo le disposizioni nazionali, dovrà ricomprendere interamente gli ammortamenti netti di competenza dell’anno. Dovrà inoltre proseguire nell’attuazione del Piano di rientro 2010-2013 al fine di perseguire assetti economicamente più sostenibili, indispensabili per un riposizionamento dell’Azienda Usl in ambito regionale e per il riallineamento del livello di fabbisogno di risorse economiche espresso a livello aziendale alle risorse disponibili. |
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ALL’OSPEDALE DI LAGONEGRO LA TECNICA DI ABLAZIONE ENDOMETRIALE
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Potenza, 20 marzo 2012 - Da anni ormai all’Ospedale di Lagonegro, Asp di Potenza, si pratica la tecnica della ablazione termica endometriale in sostituzione, quando è possibile, dell’intervento tradizionale di isterectomia. Circa 50 gli interventi di ablazione endometriale eseguiti dal dott. Francesco Curzio, Responsabile Percorsi Integrati della U.o. Di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Lagonegro . “Ancora troppo spesso l’eccessivo sanguinamento dall’utero, uno dei disturbi ginecologici più frequenti – spiega il dott. Francesco Curzio – si conclude con una isterectomia, cioè l’asportazione dell’organo stesso mediante un intervento chirurgico che in questi casi ha un effetto demolitore. Oggi, invece si deve, dopo accurata e attenta analisi, optare per un intervento chirurgico a bassa invasività denominato ablazione endometriale che consiste nell’asportazione del solo strato di tessuto interno della cavità uterina, appunto l’endometrio, responsabile normalmente del flusso mestruale”. La rimozione chirurgica o ablazione di tale tessuto può essere attuata con varie tecniche, tutte con una elevata percentuale di risoluzione della patologia ed una bassissima incidenza di recidive. L’ablazione termica dell’endometrio, tecnica in uso nell´Ospedale di Lagonegro, consiste nell’introduzione all’interno della cavità uterina di una sonda del diametro di non più di 4-5 millimetri da cui fuoriesce un palloncino in materiale anallergico che viene disteso da soluzione fisiologica o glucosata ed assume la forma della cavità dell’utero come un calco. Tale soluzione, tramite un catetere collegato ad una unità esterna, viene riscaldata ad una temperatura che varia dagli 80 ai 120 gradi centigradi per un tempo della durata dai due agli otto minuti, a seconda delle apparecchiature, e realizza una coagulazione delle proteine dell’endometrio, allo stesso modo in cui, con un paragone pedestre ma efficace, la padella calda coagula la chiara dell’uovo, il tutto ovviamente con la paziente in anestesia. “ Già nel periodo della fertilità le donne possono soffrire di mestruazioni abbondanti – continua il dott. Curzio – che necessitano di terapia, ma nel periodo della premenopausa ossia prima della definitiva cessazione dei flussi mestruali, tali sanguinamenti anziché affievolirsi possono addirittura intensificarsi, costituendo un vero problema a causa sia di disturbi fisici come anemia, stanchezza, sia di difficoltà psicologiche e relazionali da non sottovalutare”.La tecnica di ablazione endometriale si pratica in day-surgery, garantisce un ritorno alla vita normale ed immediato, ed i costi per il Ssn (Sistema Sanitario Nazionale) sono circa un quarto rispetto all’intervento di isterectomia. Le donne che desiderano avere maggiori informazioni possono contattare l’Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale di Lagonegro Asp al numero telefonico 0973 48374. |
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GIORNATA NAZIONALE DELLA MUTUALITÀ: FONDAZIONE WELFARE LABORATORIO DI MUTUALISMO STRUMENTO ATTUALE PER UN NUOVO WELFARE INCLUSIVO |
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Milano, 20 marzo 2012 - Si è tenuta a Milano, lo scorso 16 marzo, presso la storica Mutua Cesare Pozzo, la “Giornata nazionale della mutualità”. L’iniziativa, al termine delle celebrazioni per il 150° dell´Unità d´Italia, è stata organizzata dalla Fimiv, Federazione italiana della mutualità integrativa volontaria. Sono intervenuti i principali operatori del settore che hanno fornito un panorama delle esperienze diffuse a livello sia internazionale sia europeo. La Federazione ha sostenuto l’attualità della proposta mutualistica, proponendo un “grande patto di sussidiarietà per lo sviluppo delle politiche sociali”. L’assessore alle Politiche del Lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca Cristina Tajani, delegata dal Sindaco alla Presidenza della Fondazione Welfare Ambrosiano, ha commentato molto positivamente il valore dell’iniziativa e l’esito dei lavori. “L’evoluzione storica dei sistemi di welfare e la crisi economica – ha detto l’assessore – sfidano gli Enti locali a immaginare strumenti nuovi per favorire l’inclusione sociale e la coesione della comunità. Milano può diventare un laboratorio avanzato di queste riflessioni e di queste opere, valorizzando le storiche esperienze di mutualismo, cooperazione e terzo settore sviluppate insieme al movimento dei lavoratori. La Fondazione Welfare ambrosiano può essere un luogo di riflessione e sperimentazione di queste esperienze”. |
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LOMBARDIA: ISTITUTO CIECHI, CONTRIBUTI SPESI BENE
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Milano, 20 marzo 2012 - "Una struttura di eccellenza in grado di valorizzare al massimo chi ha disabilità e difficoltà percettive, un centro educativo in cui le persone sono aiutate a sentirsi realizzate, istruite e competenti". E´ il commento dell´assessore regionale all´Istruzione, Formazione e Cultura Valentina Aprea al termine della visita all´Istituto dei Ciechi di Milano, nato nel 1840 e, dal 1892, ospitato nella centralissima via Vivaio. La Visita - Accompagnata da Rodolfo Masto, commissario straordinario dell´Istituto dei Ciechi di Milano, l´assessore regionale ha visitato gli spazi in cui vengono accolti gli ipovedenti, la casa di riposo interna alla struttura, alcune classi scolastiche, i laboratori, il centro di informatica e il Museo Louis Braille, unico in Italia nel suo genere. Vedendo e constatando il livello dei servizi offerti l´assessore Aprea ha sottolineato come, in questo caso, i contributi destinati da Regione Lombardia alle attività dell´Istituto siano "Risorse spese davvero bene". Il Progetto Lombardia Eccellente - L´istituto Ciechi rientra tra i partecipanti al Progetto Lombardia Eccellente, finanziato con 400.000 euro da Regione Lombardia: di questi, 100.000 sono stati utilizzati per la struttura, i restanti 300.000 per realizzare corsi specifici per operatori telefonici di call center. Pur essendo ipovedenti, i soggetti formati riescono perfettamente ad assistere da postazione remota chi chiama il call center: in questi giorni il personale che ha seguito corsi specifici all´Istituto dei Ciechi sta lavorando per conto di una compagnia assicurativa e, utilizzando al meglio le tecnologie informatiche e apposite interfaccia studiate per persone disabili, è in grado di fornire indicazioni e suggerimenti ad automobilisti rimasti in panne in qualunque parte d´Italia o protagonisti di un sinistro. L´impegno Della Regione Per La Formazione - "Intendiamo confermare l´impegno di Regione Lombardia a sostegno di questa attività - ha assicurato l´assessore Aprea - anzi ci schiereremo a fianco dell´Istituto, favorendone la capacità di aprirsi a nuove prospettive formative e professionali". "Con i contributi di Regione Lombardia - ha sottolineato il commissario Masto - abbiamo formato ragazzi che hanno subito trovato lavoro. Il nostro obiettivo è e resta quello di offrire servizi di prossimità a Milano per chi non vede e può rimanere vicino alla sua famiglia". |
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POLITICHE SOCIALI: G.R. UMBRIA APPROVA REGOLAMENTO STRUTTURE E RESIDENZE PER ANZIANI AUTOSUFFICIENTI
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Perugia, 20 marzo 2012 - Ha come obiettivo la definizione degli standard, della procedura e delle modalità per l´autorizzazione al funzionamento dei servizi e delle strutture semiresidenziali e residenziali, a carattere socio-assistenziale per le persone anziane autosufficienti, il regolamento approvato dalla Giunta regionale dell´Umbria e presentato dalla vicepresidente con delega al Welfare, Carla Casciari. "L´orientamento di normare e riqualificare l´offerta dei servizi territoriali diretti ad anziani autosufficienti e con fragilità sociali connesse all´età, nasce dalla consapevolezza che l´innalzarsi dell´età coinvolge l´intera comunità regionale e non solo una parte di essa - ha precisato la vicepresidente Carla Casciari - Affrontare quindi il problema di un ´invecchiamento attivo´ rappresenta un nodo decisivo di ogni possibile strategia di sviluppo sostenibile ed è un indicatore del grado di effettiva civiltà di una comunità". "Gli obiettivi strategici che hanno promosso tale processo - ha detto - muovono dalla necessità primaria di sostenere il lavoro di cura e di rendere esigibile il diritto di scelta tra diverse opportunità e servizi. Favorire questi servizi di tipo comunitario ha anche l´obiettivo di potenziare le risorse e le abilità persistenti della persona anziana e superare così il crescente isolamento sociale ed emozionale che caratterizza la quotidianità di molti di loro. Contemporaneamente - ha aggiunto -, si è voluto favorire l´indipendenza dell´anziano, sostenendo la scelta di continuare a vivere nella propria casa e nel proprio tessuto sociale, favorendo la fruibilità degli spazi urbani magari inutilizzati. Tutto ciò passa necessariamente attraverso il sostegno e la promozione dei servizi innovativi di prossimità e mutualità, l´incoraggiamento dell´invecchiamento attivo attraverso la partecipazione sociale, il coinvolgimento delle famiglie nei processi di aiuto sociale". Entrando nel merito della proposta di regolamento, la vicepresidente ha ricordato: "La legge regionale n.´26/2009´ stabilisce che i servizi socioassistenziali a carattere residenziale e semiresidenziale pubblici e privati sono soggetti ad autorizzazione subordinata alla verifica del possesso da parte delle strutture dei requisiti stabiliti dalla Giunta regionale. Con una delibera dell´agosto 2010 la Giunta regionale ha stabilito gli standard strutturali definendo le tipologie di accoglienza: familiare o comunitario e con bassa intensità assistenziale; individuando poi nella casa di quartiere, nella residenza servita e nel gruppo appartamento le unità di offerta del servizio. Successivamente è iniziata una fase di verifica e di confronto allargato per poi poter definire una regolamentazione regionale rispondente ai bisogni, alla realtà esistente e alla programmazione sociale territoriale". Il regolamento approvato dalla Giunta regionale nei giorni scorsi ha definito gli standard di idoneità e di qualità che queste strutture devono possedere per essere autorizzate al funzionamento, nonché tutta la procedura e le modalità per il rilascio dell´autorizzazione stessa che, oltre a prevedere il rispetto delle norme vigenti in materia di urbanistica, edilizia, antisismica, prevenzione incendi, igiene e sicurezza, indica i requisiti funzionali, la capacità ricettiva, le prestazioni e servizi da erogare, la dotazione minima di personale. E non solo: "La stesura del regolamento è stata preceduta da una fase partecipata e, proprio durante questi momenti di ascolto, è emersa l´esigenza di trovare una soluzione rispetto a quei frequenti casi in cui l´anziano autosufficiente inserito nelle strutture socio assistenziali inizi un percorso di riduzione dell´autonomia. Per tale ragione - ha precisato Casciari - la proposta di regolamento prevede in primo luogo che l´Unità di Valutazione Multidisciplinare (Umv) effettui il costante monitoraggio dell´andamento di questo percorso e che l´Umv, a seguito della richiesta della struttura, provveda ad indirizzare la persona anziana verso il percorso assistenziale più appropriato". Relativamente ai requisiti organizzativi, il regolamento stabilisce che la struttura deve definire l´obiettivo generale del servizio, i percorsi e le attività per il suo raggiungimento, dotarsi di un regolamento interno, con un registro degli ospiti costantemente aggiornato. Ogni struttura deve avere un coordinatore-responsabile che, tra i vari compiti, ha anche quello di relazionare l´attività della struttura al Comune, alla Regione, all´Ambito Territoriale Integrato (Ati) e altra autorità. Tra gli aspetti segnalati dalla vicepresidente c´è anche quello relativo al ruolo del volontariato nell´ambito delle strutture, il cui apporto "deve essere favorito, così come quello del servizio civile presente sul territorio. Comunque - ha precisato - l´utilizzo di volontari ha carattere integrativo e non sostitutivo al personale e deve essere preceduto ed accompagnato dalle attività formative ed informative necessarie ad un proficuo inserimento nel contesto in cui andrà ad operare". Per quanto riguarda la domanda per richiedere il rilascio dell´autorizzazione al funzionamento, la Giunta regionale ha stabilito che d´ora in avanti la procedura di autorizzare della struttura non sarà più di iniziativa del singolo Comune ma, anche per dare maggior efficacia alla programmazione delle rete dei servizi della zona sociale, sarà una valutazione di Ambito. La Giunta regionale ha ritenuto anche di potenziare gli strumenti di controllo e verifica sulle strutture e nel regolamento è previsto l´obbligo a carico dei titolari di presentare entro il 31 dicembre di ogni anno, al soggetto che ha rilasciato l´autorizzazione un´apposita dichiarazione che attesti la permanenza dei requisiti. Il controllo ha quindi cadenza annuale, ma può essere esercitato anche in altri momenti su iniziativa dei Comuni e della Regione alla quale, inoltre, è data possibilità di effettuare verifiche direttamente al presentarsi di particolare circostanze. Se a seguito di controlli risultano situazione di pericolo per gli ospiti, o al verificarsi anche di altre eventuali circostanze che mettono in pericolo gli ospiti stessi, è disposta la sospensione dell´autorizzazione e viene stabilito un termine per la regolarizzazione. Infine, nella proposta di regolamento è prevista anche l´anagrafe regionale delle strutture e dei servizi contenente i dati necessari all´identificazione degli autorizzati. |
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SCOPELLITI:”SEDICI DEI TRENTASEI DIALIZZATI CHE SI RECANO IN SICILIA PER LE CURE POTRANNO FARLO A REGGIO CALABRIA “ |
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Catanzaro, 20 marzo 2012 - E’ stato presentato il 17 marzo nel corso di una conferenza stampa il progetto che consentirà a sedici emodializzati residenti a Reggio Calabria che si sottopongono a dialisi in ambulatori di Messina di potersi curare a Reggio. All’incontro con i giornalisti hanno preso parte il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Reggio “Bianchi Melacrino Morelli” Carmelo Bellinvia ed il direttore dell’U.o. Di Nefrologia Carmine Zoccali. “Ho invitato più volte i nostri manager ad occuparsi di questo delicato problema ricevendo grande attenzione ed altrettanta sensibilità dal direttore generale dell’azienda ospedaliera di Reggio Calabria Carmelo Bellinvia e dal primario Carmine Zoccali – ha detto il Presidente Scopelliti. Sedici dei trentasei dializzati che si recano in Sicilia per le cure potranno farlo a Reggio Calabria. Ovviamente si tratta di un primo punto di partenza, l’obiettivo è quello di far curare il maggior numero possibile nella propria città. Siamo ben lieti di offrire questo servizio che ci consente di ottenere molteplici risultati. Oltre quello di migliorare la qualità di vita a sedici malati che rappresentano il 44% della lista d’attesa, anche quello di ridurre la mobilità passiva verso la Regione Sicilia. A ciò si aggiunge un risparmio per le casse della Regione Calabria di oltre 508.000 euro l’anno” |
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SU NERO NERO OVER BLACK BLACK ROMA DAL 23 MARZO – 22 APRILE 2012, |
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Roma, 20 marzo 2012 - Cinque artiste e una rassegna video di dieci artisti chiudono il progetto Su Nero Nero a Roma. Galleria franzpaludettoroma Inaugurazione - giovedì 22 marzo 2012 - ore 19.00. Dal gioco di rimandi tra le due sedi della galleria e il Castello Di Rivara – Centro D’arte Contemporanea, nasce l’ultimo momento di riflessione sul potenziale estetico e semantico del Nero e sulla sua inesauribile capacità di fascinazione. Franz Paludetto chiama a confronto una generazione femminile, tra Italia e Germania: Maura Banfo (Torino, 1969); Jessica Carroll (Roma, 1961); Daniela Perego (Firenze, 1961); Wiebke Siem (Kiel, 1954); Pia Stadtbäumer (Münster, 1959). La sezione video, a cura di Giovanni Viceconte, alterna invece i lavori di dieci giovani video artisti italiani: Annamaria Di Giacomo; Claudia Gambadoro; Jacopo Jenna; Marco Lamanna; Dario Lazzaretto; Fred Ernesto Maida; Luca Christian Mander; Luca Matti; Marina Paris; Devis Venturelli. I lavori che presenteranno gli artisti selezionati da Viceconte sono accomunati dall’utilizzo delle tonalità del nero, sia come colore, sia come corpo di espressione di un sentimento interiore, che ogni artista esprime sulla base alle proprie esperienze e input personali. Nero come tratto di una generazione - Nero come un distintivo sociale - Nero come un pezzo di storia, storia nostra - Nero come il buco di Ground Zero - Nero come attraversamento di un passaggio in trasformazione - Nero come una forma di narrazione – Nero come precipitare nel fondo per poi risalire. Il Nero è l’idea di una ricognizione di una storia vissuta e percorsa. |
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MONDIALI CICLISMO: INTESA SULL’ACCORDO DI PROGRAMMA. PRESTO GLI APPALTI. A ROMA CONFERENZA STAMPA PER SOLLECITARE IL GOVERNO |
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Firenze, 20 marzo 2012 – Un altro passo avanti in vista dei campionati mondiali di ciclismo in programma in Toscana nel settembre 2013. Il comitato istituzionale, presieduto dall’assessore regionale Riccardo Nencini e dal vicesindaco e assessore allo sport del Comune di Firenze Dario Nardella, ha raggiunto l’intesa per l’accordo di programma da definire e sottoscrivere entro la fine di marzo. Si tratta dell’atto propedeutico per avviare l’iter dei bandi di gara e le procedure per gli appalti sugli interventi infrastrutturali indispensabili in vista dell’appuntamento iridato. Il comitato istituzionale ha preso atto della soppressione – da parte del Parlamento e del Governo – della norma relativa all’intervento della Protezione Civile sui grandi eventi e pertanto per i mondiali di ciclismo verrà seguita la procedura ordinaria. “La Regione Toscana e gli Enti Locali interessati – hanno sottolineato l’assessore Nencini e il vicesindaco Nardella a nome del comitato istituzionale – stanno facendo al meglio la loro parte assumendosi gli impegni presi e, ad oggi, stanno svolgendo un ruolo di supplenza rispetto al Governo centrale. Per questo la prossima settimana convocheremo a Roma una conferenza stampa per sollecitare il Governo a fare altrettanto. Nel caso dei mondiali di ciclismo infatti non ci troviamo di fronte a una candidatura da sostenere, come nel caso delle Olimpiadi a Roma, ma di un evento già aggiudicato con impegni già assunti. Per questo vogliamo che questi impegni non vengano disattesi”. |
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PORTO FIORITO SPA PARTNER DEL CONSORZIO DELL’AMERICA’S CUP. |
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Napoli 20 Marzo 2012 - Un importante protocollo d’intesa è stato siglato tra il Presidente di Porto Fiorito Claudio Fogliano e i rappresentanti del Consorzio dell’America’s Cup nella sede dell’Unione Industriali di Napoli. La partnership siglata con gli organizzatori della Coppa America prevede la fornitura di un supporto logistico e tecnico di alto livello provvedendo inoltre a installare 450 metri lineari di pontili galleggianti che saranno utilizzati per la manifestazione e verranno rimossi subito dopo la regata per essere sistemati nel nascente porto di Marina di Napoli, restando a disposizione dei clienti sottoscrittori del contratto d’acquisto di un posto barca nel futuro porto turistico della città. I lavori sono già iniziati da alcuni giorni nei due specchi d’acqua che saranno teatro delle regate, e si è già passati alla fase di installazione in mare di decine di corpi morti utili al posizionamento delle strutture destinate alla manifestazione. Nel nascente esclusivo villaggio della regata, Porto Fiorito sarà presente con un proprio stand all’interno del quale sarà installato un plastico del nuovo Marina di Napoli, e una mostra fotografica, un vero e proprio work in progress per testimoniare che Porto Fiorito, la società a cui fa capo Marina di Napoli, ha già realizzato oltre 400 metri di banchina a mare verso il largo, ed in poco tempo si appresta a “girare” limitando l’intero specchio d’acqua. I lavori diretti dal project manager, l’ ingegnere Gianluca Salvia, procedono a pieno ritmo grazie anche alle ottime condizioni atmosferiche che hanno favorito la realizzazione delle strutture. L’esposizione del plastico durante le regate sarà la testimonianza diretta di come la zona cambierà fisionomia, ed il Marina di Napoli diventerà un vero e proprio volano di sviluppo dell’economia turistica napoletana e campana. Porto Fiorito, infatti, ha stipulato un’altra importante partnership con Unicredit Leasing che gli consente di proporre l’acquisto dei posti barca all’interno del Marina a condizioni particolarmente vantaggiose: pagando una somma quasi pari a quella di ormeggio, il cliente diportista potrà acquistare il suo posto barca attraverso un semplice investimento invece di un oneroso costo. Le partnership con il Consorzio Coppa America, un occasione che porterà Napoli al centro del mondo della grande vela e con l’Unicredit Leasing, un importante opportunità di rilancio e sviluppo della nautica da diporto, rappresentano un motivo di soddisfazione ed un concreto obiettivo raggiunto da Porto Fiorito Spa e dal suo Presidente Claudio Fogliano. |
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