|
|
|
VENERDI
|
 |
 |
Notiziario Marketpress di
Venerdì 11 Maggio 2012 |
 |
|
 |
MILANO: TRE GIORNI DI EVENTI A VILLA LONATI, RIVIVAIO E PARCO FORMENTANO LE INIZIATIVE IN OCCASIONE DI ORTICOLA 2012
|
|
|
 |
|
|
Comincia venerdì 11 Orticola, la mostra-mercato di fiori e piante, arrivata alla sua ventisettesima edizione che, per tre giorni, animerà i giardini pubblici Indro Montanelli di via Palestro. Per l’occasione anche Villa Lonati resterà aperta al pubblico nei giorni 11, 12 e 13 maggio, dalle 9.30 alle 19, con il progetto “Comunemente Verde – Percorsi nella biovarietà”. Durante questi tre giorni, si potranno visitare liberamente o attraverso percorsi didattici guidati da esperti gli spazi esterni e la serra di Villa Lonati. In particolare, il 12 e il 13 maggio, alle 15.30, la visita guidata riguarderà lo spazio ombraio, attraverso un percorso sensoriale tra piante officinali, aromatiche e medicinali, tintorie e alimentari. Nella stessa area, inoltre, sono presenti specchi d’acqua dolce con specie vegetali tipiche degli ambienti umidi. Nella serra si potranno scoprire poi le caratteristiche più interessanti e curiose di alcune delle specie botaniche provenienti da luoghi lontani, come Africa, America, Asia e Oceania. Negli stessi giorni, i bambini tra i 6 e i 10 anni potranno partecipare, alle 9.30, alla caccia al tesoro “Alla scoperta della foresta”: attraverso piccole prove da superare e indovinelli da risolvere, i più piccoli impareranno a riconoscere le piante presenti nella serra. Villa Lonati si trova in via Zubiani 1 (vicino all’Ospedale Niguarda Ca’ Granda) ed è raggiungibile con i mezzi pubblici 4, 5, 51, 83, 86 e con la linea M3 della metropolitana, fermata Maciachini. Tutte le attività sono gratuite e non richiedono la prenotazione. “È una splendida occasione per passare una giornata nel verde, scoprendo le ricchezze custodite a Villa Lonati e permettendo ai bambini di passare qualche ora a contatto con la natura”, ha dichiarato l’assessore all’Arredo urbano e Verde Pierfrancesco Maran. E per chi è in cerca di piante per il proprio terrazzo, sabato ci sono due appuntamenti da non perdere. Durante la mattina, sempre a Villa Lonati, A.di.p.a. (Associazione per la Diffusione di Piante tra Amatori) organizza una “mostra-scambio” di piante e semi, oltre a dispensare preziosi consigli su come coltivare e prendersi cura delle piante. Mentre nella sede delle Guardie ecologiche volontarie del Parco di Trenno (via Giorgi 31), dalle 9 alle 12, nell’ambito dell’iniziativa “Rivivaio”, sarà possibile scegliere e portarsi a casa gratuitamente una o più delle 60 piante provenienti dal vivaio comunale oppure lasciare le proprie di cui non ci si può più prender cura, perché vengano poi “adottate” da un altro cittadino. “Rivivaio è una delle prime iniziative che siamo riusciti a mettere in pratica partendo dai suggerimenti arrivati tramite ‘Copia e Incolla’”, ha commentato l’assessora al Benessere e Tempo libero Chiara Bisconti. “Spero che tanti milanesi sabato raggiungeranno il Parco di Trenno per scegliere una delle piante o per portarne di nuove. Voglio infine ricordare a tutti i milanesi che possono continuare a mandarci le loro idee, visitando la pagina Facebook di ‘Copia e Incolla’”. Sempre sabato, alle 10.30 e alle 11.30, le Guardie ecologiche volontarie saranno inoltre le guide d’eccezione per visitare il Parco Formentano (Zona 4), per scoprirne storia, architettura e origine degli alberi. L’accesso sarà libero e per partecipare basterà presentarsi all’appuntamento, in uno dei due orari, al gazebo presso la Palazzina Liberty. Il parco è raggiungibile con i tram 12 o 27, gli autobus 45, 60, 62, 66, 73 e 92 e tramite il passante ferroviario, fermata Porta Vittoria |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
MILANO (VILLA CLERICI): IMMAGINE DELLA LUCE. ARTISTI DELLA CONTEMPORANEITÀ INTERNAZIONALE - A CURA DI PAOLO BOLPAGNI E FRANCESCA POLA - 12 MAGGIO / 4 LUGLIO 2012 |
|
|
 |
|
|
Immagine della Luce è una mostra di artisti contemporanei internazionali che indaga il tema dell’interpretazione della dimensione luminosa da parte della creatività visiva, attraverso la presentazione di circa cinquanta opere (dipinti, sculture, installazioni) di ventitré tra i più importanti protagonisti europei attivi dagli anni Sessanta a oggi. Le opere sono selezionate e in alcuni casi ideate in relazione agli spazi stessi di Villa Clerici: in circa mille metri quadrati di superficie espositiva, suddivisi in quindici sale, l´allestimento ricrea al piano nobile della Villa un percorso specificatamente pensato per questa sede e teso alla sua valorizzazione culturale. La mostra, curata da Paolo Bolpagni e Francesca Pola e realizzata in collaborazione con A arte Studio Invernizzi, è occasione di definizione di una rinnovata immagine degli spazi espositivi di Villa Clerici, nell’ottica di sviluppo e diffusione di questa realtà museale sia in ambito internazionale sia in relazione alla città di Milano: un´identità attiva e propositiva, che intende farne il fulcro di un interesse durevole da parte di un pubblico il più possibile esteso. Il filo conduttore dell’immagine luminosa è stato individuato quale linea d’interesse privilegiata, in considerazione della sua attinenza diretta all’identità stessa del Museo, nato nel 1955, grazie al lavoro di Dandolo Bellini, come Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei. Villa Clerici e i valori che essa esprime trovano in questa mostra una possibilità di espressione in diretta relazione con la creatività contemporanea: la luce come metafora della spiritualità, come possibilità stessa del vedere e del comunicare tra uomini, come modalità di dar vita a immagini che facciano della creatività artistica un vero e proprio spazio di condivisione di ideali ed esperienze esistenziali, di incontro tra l’identità umana e le sue aspirazioni alla trascendenza, tra individuale e universale. Villa Clerici acquisisce così la propria valenza propositiva e attiva nella relazione con il presente e la sua arte, di cui diviene laboratorio vitale. Sono presenti in mostra opere di Rodolfo Aricò, Francesco Candeloro, Nicola Carrino, Alan Charlton, Carlo Ciussi, Gianni Colombo, Dadamaino, Riccardo De Marchi, Lesley Foxcroft, Igino Legnaghi, Mario Nigro, François Morellet, Pino Pinelli, Bruno Querci, Nelio Sonego, Mauro Staccioli, Niele Toroni, David Tremlett, Günter Umberg, Grazia Varisco, Elisabeth Vary, Michel Verjux, Rudi Wach. L’esposizione è accompagnata da un catalogo bilingue (italiano e inglese) contenente i testi introduttivi dei curatori e le immagini a colori di tutte le opere installate negli spazi della mostra: il catalogo non è pensato come semplice raccolta di testi e immagini, ma come un vero e proprio documento permanente, che esprime e promuove l’azione propositiva di Villa Clerici e dei suoi spazi nel presente e per il futuro. Sono inoltre previsti appuntamenti di approfondimento e eventi collaterali negli spazi di Villa Clerici, ideati specificamente in relazione ai contenuti della mostra e all’identità del Museo. Il calendario è in via di definizione. Villa Clerici è uno dei dieci siti che a Milano fanno parte del progetto Aperti per Voi del Touring Club Italiano. Da martedì a venerdì dalle 10 alle 18, i Volontari Touring per il Patrimonio Culturale si impegnano ad aprire le sale di Villa Clerici permettendo così a cittadini e turisti di godere di uno dei luoghi d’eccellenza della cultura milanese. Catalogo: bilingue, edito da Casa di Redenzione Sociale Onlus, Milano - Villa Clerici, Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei. Info: Immagine della luce. Artisti della contemporaneità internazionale per Villa Clerici a cura di Paolo Bolpagni e Francesca Pola - Inaugurazione: 12 maggio 2012, ore 19 - dal 12 maggio al 4 luglio 2012 - via Terruggia 14 (secondo ingresso al civico n. 8), 20162 Milano - Tel 02 6470066 / 339 4085755 - galleria@villaclerici.It |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
DOMENICA LA MADONNA DI FATIMA VISITA L’ITALIA VARESE, LICATA (AG) E ROSSETO VALFORTORE (FG) LE DESTINAZIONI DELLE TRE STATUE PELLEGRINE |
|
|
 |
|
|
Domenica 13 maggio, giorno in cui la liturgia ricorda l’apparizione della Vergine a Fatima, l’Associazione Luci sull’Est, porterà tre copie di una statua internazionale pellegrina della Madonna, in visita in altrettante località dell’Italia: Varese in Lombardia, Licata in Sicilia e Rosseto Valfortore in Puglia. «A Varese – spiega Roberto Bertogna, volontario di Luci sull’Est e coordinatore dei pellegrinaggi nell’Italia del Nord – la nostra statua pellegrina della Madonna di Fatima visiterà l’Ospedale pediatrico Filippo Del Ponte. Insieme alle mamme dei bambini ricoverati percorreremo in pellegrinaggio la Salita del Sacro Monte di Varese». «A Licata – anticipa Umberto Braccesi, responsabile dei pellegrinaggi di Luci sull’Est nella regione Sicilia – la statua pellegrina sarà ospitata da due parrocchie: dal 9 al 13 maggio da Maria Ss.ma delle Sette Spade, guidata da don Davide Trizzino. Dal 13 al 17 maggio, su richiesta del parroco don Maurizio Mangione, dalla Beata Maria Vergine di Sabuci». «A Roseto – annuncia Michelangelo Gutierrez, incaricato per Luci sull’Est dei pellegrinaggi nell’Est Europa – saremo ospitati dalla parrocchia Santa Maria Assunta. Parteciperemo ad una fiaccolata e ad una Messa solenne in onore della Madonna di Fatima». «L’obiettivo dell’iniziativa “Avanguardie di Fatima, la Madonna nei focolari”, nata nel 1996 – spiega Julio Loredo, portavoce di Luci sull’Est – è duplice. Da un lato ravvivare la fede tramite la testimonianza mariana di tanti giovani che animano questi pellegrinaggi. Dall’altro diffondere il messaggio che la Vergine Maria ci ha donato apparendo ai tre pastorelli. I vescovi delle diocesi che ospitano la statua sottolineano molto la necessità che questo momento catechetico, di suo molto importante, sia svolto in modo ad evitare il mero “devozionismo”. Così, alcuni volontari di Luci sull’Est, o esperti invitati dai parroci, spiegano al pubblico di fedeli il significato storico, teologico e morale del messaggio mariano». L’associazione Luci sull’Est, nata nel 1991 per operare nei Paesi dell’Est Europeo, è molto attiva anche nel nostro Paese, proprio mediante la costituzione degli “Apostoli di Fatima”: un gruppo di volontari formalmente impegnati a promuovere la devozione alla Madonna a livello locale mediante la costituzione di gruppi e iniziative mirate. Tra i progetti intrapresi si segnalano la campagna di diffusione di 124.000 pieghevoli, 14.950.000 stampe e 81.000 statuette della Madonna di Fatima nelle parrocchie e nei santuari. |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
VENEZIA (MUSEO NAZIONALE DI VILLA PISANI, VIA DOGE PISANI 7, 30039, STRA): NOBILTÀ DEL LAVORO - ARTI E MESTIERI NELLA PITTURA VENETA TRA 800 E 900
|
|
|
 |
|
|
Ogni lavoro, anche filare il cotone, è nobile; il lavoro è l’unica cosa nobile. Thomas Carlyle (1795 - 1881), Passato e Presente Continuando nel solco di una ricognizione a largo raggio sulla pittura dell’Ottocento veneto, che caratterizza da anni l’offerta espositiva del Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra - Venezia (Emma Ciardi. Impressionismo Veneziano 1879 – 1933 [2009]; Ottocento veneziano [2010]; Paesaggi d’Acqua. Luci e Riflessi nella Pittura Veneziana dell’800 [2011]), scelta apprezzata e premiata dall’affluenza sempre entusiasta di un pubblico che si aggira ogni anno intorno ai centomila visitatori, la mostra Nobiltà del Lavoro. Arti e Mestieri nella Pittura Veneta tra 800 e 900, promossa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, organizzata da Munus e curata da Myriam Zerbi e da Luisa Turchi, dal 2 giugno al 4 novembre 2012, illustra i diversi aspetti del lavoro attraverso le raffigurazioni dei mestieri svolti a Venezia e nell’entroterra veneziano lungo tutto il secolo che segue la caduta della Serenissima fino ai primi decenni del Novecento. In un’epoca come la nostra, preme l’esigenza di un radicale ripensamento sul senso e sul valore del lavoro. Contro il buio di spread, default, Bund e Btp, contro l’imperscrutabile economia irreale, per tornare a vedere equilibrio nella società la risposta è semplice, trasversale, globale: il lavoro che, naturalmente, è stato, è e resta valore morale essenziale che dà senso, misura e stabilità al singolo e alla collettività. Nella nostra Costituzione, all’articolo 1 si legge: L´italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro e la parola «lavoro» risuona con una intensa e cristallina carica salvifica. Da qui è nata l’idea di creare una rassegna tra Ottocento e Novecento che si concentri sui vecchi mestieri, vivi nella pittura veneta, che mostri come nell’arte a cavallo dei due secoli la potenza del lavoro sia glorificata con tutta la sua carica concreta e dinamica dai pennelli più noti del tempo. Nella selezione delle settanta opere si sono avvicinati dipinti provenienti da raccolte museali (Galleria di Arte Moderna di Torino, Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Musei Civici di Padova, Museo Correr di Venezia, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro di Venezia, Museo Civico Bailo di Treviso) a lavori conservati in importanti collezioni private, da dove escono, eccezionalmente, per la prima volta. Si realizza così il desiderio di far dialogare opere famose di maestri conclamati con lavori inediti o sconosciuti ai più, sia di autori celebrati che di pittori considerati minori, la cui arte si vuole portare a conoscenza di un pubblico più vasto perché ne possa apprezzare qualità e forza. Tra gli autori selezionati, sono presenti i maestri che hanno contribuito a fare della storia della “pittura del vero” nel Triveneto un’eccellenza: Giuseppe Barison, Pieretto Bianco, Bernardino Bison, Noè Raimondo Bordignon, Eugenio Bosa, Italico Brass, Vittorio Emanuele Bressanin, Angelo Brombo, Guido Cadorin, Paolo Caliari, Guglielmo Ciardi, Luigi Cima, Federico Cusin, Angelo Dall’oca Bianca, Oreste Da Molin, Eugenio De Blaas, Giacomo Favretto, Pietro Fragiacomo, Egisto Lancerotto, Cesare Laurenti, Giovan Francesco Locatelli, Domenico Mazzoni, Alessandro Milesi, Domenico Miotti, Napoleone Nani, Giovanni Nei Pasinetti, Stefano Novo, Pietro Pajetta, Antonio Paoletti, Antonio Rotta, Luigi Selvatico, Luigi Serena, Ettore Tito, Giuliano Tommasi, Umberto Veruda, Federico Zandomeneghi, Giuliano Zasso e Fausto Zonaro. La rassegna ripercorre la vita lavorativa tra i secoli Xix e Xx, attraverso opere celebri e lavori meno noti di artisti che scelgono come soggetto del loro dipingere il popolo, còlto nell’esercizio delle attività quotidiane, tra le pareti domestiche, all’aperto o nei cantieri, nel verde pacifico dei campi o nella baraonda delle città. Dagli anni sessanta dell’Ottocento sono diversi i maestri che hanno sentito il dovere di farsi interpreti della vita contemporanea, fissando l’iconografia ottocentesca delle «Arti che vanno per via», inventario di mestieri di strada codificati graficamente nelle acqueforti di Gaetano Zompini nel 1753, repertorio di attività che, accanto alla marineria e alle tradizionali risorse dell’industria vetraria muranese e della pesca lagunare, riflettono del tempo gli usi e i costumi. La scelta di rivolgere il loro genio artistico alla raffigurazione della realtà è guidata dalla carica rivoluzionaria del discorso pronunciato nel 1850 dal Segretario dell’Accademia Veneziana Pietro Selvatico: Sulla convenienza di trattare in pittura soggetti tolti dalla vita contemporanea. Selvatico, infatti, esorta i pittori ad entrare «nelle chiese, negli spedali, nelle officine», e a guardare al vero «nella nobile semplicità sua». Invita gli artisti con le loro immagini a «mordere gli errori sociali» per consentire all’arte di tornare ad essere apprezzata dalle moltitudini, appagate nel ritrovarsi «effigiate nella maniera del viver loro», più soddisfatte di vedere nell’opera «le lacrime e il riso sinceri del buon artigiano che non la magnanimità di Scipione». La nuova committenza borghese predilige infatti una produzione artistica in cui la bellezza è ritrovata «entro la vita fervida dei fratelli» e non «sul cadavere, per quanto gigantesco, degli avi». La mostra di Villa Pisani a Stra conduce il pubblico in una Venezia con campi e campielli popolati dall’animazione caratteristica dei mercati, con calli, ponti e canali percorsi dal vociante passaggio di ambulanti: arrotini, venditori di caldarroste, lustrascarpe, fiorai, carbonai, burattinai, suonatori girovaghi. Le donne lavorano accanto agli uomini come bigolanti, che al grido «acqua mo» portano, con il secchio o bigol, sulle spalle, l’acqua dolce direttamente alle case; vendono polli, fiori, frutta, sono lavandaie o venditrici di zucca, o balie, cuoche, serve a servizio delle famiglie dei ricchi borghesi o della nobiltà di un tempo. Le immagini dipinte invitano a curiosare all’interno di case o di laboratori dove sartine, ricamatrici e merlettaie sono all’opera con aghi e fili, in ambienti umili dove un notaio stipula un contratto di matrimonio, dentro le botteghe dove calzolai, sarti e barbieri sono colti nell’esercizio del loro mestiere e dove gli antiquari espongono coloratissime e preziose merci o nelle fucine dove ferve il lavoro dei fabbri. Chiamano ad addentrarsi lungo le callette veneziane dove le impiraresse (infilatrici di perle) svolgono a domicilio, talora appena fuori dell’uscio, prolungamento dell’angusto spazio domestico, le loro attività con il pensiero ai compagni che sono sulle barche, fuori in mare, a pescare. Uscendo dalla laguna, il visitatore è accompagnato nel brio luminoso di un giorno di mercato in Piazza delle Erbe a Verona, nell’umida atmosfera di una pescheria a Chioggia, nella effervescente confusione dei mercati di Badoere e Serravalle e nelle campagne dove sono al lavoro mondine, contadini, zappatrici, fienaiole, pastore. Attraverso una selezione di dipinti che coprono un arco cronologico di più di un secolo, dal principio dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento, si compie un percorso accattivante attraverso la pittura di genere di area triveneta (con pittori friulani come Brass, Fragiacomo, Mazzoni, Rotta e Veruda), tracciando un reportage sulle attività della gente che, nell’operosità come nel travaglio, nella fatica come nella solerzia, nei gesti e negli sguardi diventa protagonista di una grande epopea, quella del lavoro, nella sua concreta, industriosa, sostanziale nobiltà. La mostra sarà impreziosita da un magnifico teatrino meccanico sulle arti e sui mestieri, storica attrazione dello spettacolo itinerante, che possiede un profondo valore culturale poiché rievoca momenti della vita quotidiana dell’Ottocento, in particolare della storia contadina. La costruzione del teatrino, manuale e artigianale, durata 3 anni, è opera di Mario Vergnani di Bondeno e risale al 1934. Lo stesso artista viaggiò per anni attraverso l´Italia per presentare la sua creazione, fino al sopraggiungere del secondo conflitto mondiale. Il teatrino, largo ben 5 metri e lungo 2, presenta mestieri ormai caduti in disuso, macchinari e dinamiche con le quali si procedeva alla produzione agricola, scenari legati alla vita quotidiana e allo svago, abiti e uniformi del tempo. info: Museo Nazionale di Villa Pisani - Via Doge Pisani 7, 30039 Stra (Venezia) - 2 giugno/4 novembre 2012 - http://www.munus.com/ |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
AL VIA PIANO CITY MILANO: UNA TRE GIORNI ALL’INSEGNA DELLA MUSICA. OLTRE CENTOCINQUANTA CONCERTI DI PIANOFORTE IN CITTA’, TRA HOUSE CONCERTS ED EVENTI SPECIALI A MILANO, L’11, 12 E 13 MAGGIO 2012 |
|
|
 |
|
|
Milano – Piano City Milano è la straordinaria tre giorni evento che animerà la città di Milano l’11, 12 e 13 maggio 2012 e che si preannuncia come uno degli appuntamenti più attesi della primavera meneghina. L’iniziativa, voluta e promossa dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura, in co-produzione con Ponderosa Music&art e Accapiù e con la partecipazione di Milano Civica Scuola di Musica - Fondazione Milano, è realizzata grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo ed Edison, oltre che a quello degli sponsor “tecnici” Yamaha, Steinway&sons, Furcht/kawai e Fazioli che hanno messo a disposizione gli strumenti. Dopo il successo dell’omonima manifestazione berlinese, nata da un’idea del pianista Andrea Kern, Piano City Milano arriva per la prima volta in Italia con più di 150 concerti diffusi per tutta la città: 35 gli spazi pubblici aperti, riaperti o riadattati per l’occasione sia in centro sia in zone periferiche, 80 house concerts ospitati in abitazioni private aperte al pubblico e 4 eventi speciali. Un’iniziativa unica nel suo genere, pensata e realizzata per un pubblico vasto ed eterogeneo, un modo non convenzionale di vivere e ascoltare la musica, di riscoprire la città e di condividere la cultura. Per tutto il weekend concertisti professionisti, ma anche studenti e semplici amatori selezionati attraverso il sito www.Pianocitymilano.it, insieme ad alcuni fra i più noti pianisti italiani e internazionali come Ludovico Einaudi, Danilo Rea, Davide Cabassi, Antonio Ballista, Bruno Canino, Michele Campanella, Enrico Intra, Andrea Rebaudengo, Roberto Cacciapaglia, Francesco Grillo e tanti altri, suoneranno sia in luoghi tradizionalmente legati alla musica, sia in spazi inediti dando così vita a un fitto calendario di performance di musiche e generi più diversi. Per partecipare basta consultare il sito www.Pianocitymilano.it e prenotarsi ai concerti. Intesa Sanpaolo ed Edison, main sponsor dell’evento, saranno i capofila di questo progetto di riappropriazione e rivisitazione dei luoghi simbolo di Milano. Sabato 12 maggio alle ore 20 Edison aprirà al pubblico la storica sede di Foro Bonaparte 31 e ospiterà nella Sala Azionisti l’esibizione del maestro Michele Campanella in uno dei concerti di punta di Piano City. Le note di Franz Schubert risuoneranno nella sala in cui tempo i milanesi pagavano le bollette della luce e ora gli azionisti di Edison si confrontano sulle scelte della società. In questo modo Edison, che dal 1883 è parte integrante della città cui per prima ha portato l’energia elettrica, rende tangibile quell’incontro tra pubblico e privato che è anima della manifestazione. Anche Intesa Sanpaolo veicolerà a suo modo Piano City, condividendolo con i cittadini di Milano. L’obiettivo è quello di integrare l’iniziativa con “Progetto Cultura” l’ambizioso progetto messo in atto dalla Banca per valorizzare il suo prestigioso patrimonio storico, artistico ed architettonico e renderlo fruibile alla collettività. Domenica 13 maggio dalle 16 alle 19 sarà infatti organizzata una serie di concerti di giovani pianisti che si susseguiranno nelle sale delle “Gallerie d’Italia“ di Piazza Scala a Milano, il museo inaugurato dalla Banca lo scorso novembre che ospita nei palazzi sette-ottocenteschi di via Manzoni e Piazza Scala oltre 200 opere, da Canova a Boccioni, proprietà di Intesa Sanpaolo e Fondazione Cariplo. Sabato 12 maggio alle ore 15, si terrà inoltre un concerto all’interno della filiale Superflash di Milano: una filiale-store creata esclusivamente per i giovani, uno spazio aperto, interattivo, pensato per ospitare anche concerti musicali, eventi sportivi, incontri culturali. La collaborazione tra cittadini, istituzioni e imprese è proprio la chiave per realizzare iniziative di forte rilevanza culturale come Piano City Milano: i cittadini metteranno a disposizione le proprie case per gli house concerts e il Comune di Milano, Intesa Sanpaolo ed Edison i propri spazi per concerti, partecipando quindi attivamente alla realizzazione del progetto. I pianisti apriranno le loro case e presenteranno il loro repertorio in un fitto programma di house concerts che vedranno in scaletta sia semplici appassionati e virtuosi del pianoforte così come professionisti di fama internazionale del calibro di Ludovico Einaudi, Bruno Canino, Antonio Ballista, Cesare Picco e Davide Cabassi. Contemporaneamente per tutta la città, 35 spazi pubblici ospiteranno altrettanti concerti, mostrando al pubblico sotto una nuova luce luoghi inediti della città, come l’Acquario Civico, il Museo Archeologico, la Stazione ferroviaria di Milano Porta Garibaldi (network Centostazioni), la Fattoria del Parco Trotter e tanti altri. La manifestazione si aprirà in anteprima giovedì 10 maggio con il concerto di Cesare Picco presso la prestigiosa Sala Buzzati nella storica sede di via Solferino del Corriere della Sera, ma il cuore pulsante dell’evento sarà la Rotonda della Besana che insieme a Villa Necchi Campiglio ospiterà 4 eventi speciali a partire da venerdì 11 maggio. Piano Twelve – venerdì 11 maggio, Rotonda della Besana, ore 20.30 e 23.15 - Dodici musicisti, sei uomini e sei donne, suoneranno simultaneamente dodici pianoforti a coda. Musiche di Vivaldi, Mozart, Ravel, Korsakov, Orff, Bregovic, Lewis, Van Halen, Vangelis, Borodin. Sinfonia: Numero...– venerdì 11 maggio, Rotonda della Besana dalle 22.00 alle 23.00 - Durante la serata inaugurale verrà installata al centro della Rotonda della Besana l’opera dell’artista Manuel Felisi dedicata alla musicalità della pioggia. Un pianoforte che con un particolare sistema verrà suonato dall’acqua e non dalle mani con cui interagirà Vinicio Capossela suonando e cantando delle canzoni dedicate alla pioggia. Vexations - sabato 12 maggio, Villa Necchi dalle 11.00 all’1.00 di notte - L’esecuzione collettiva di Vexations di Eric Satie è una straordinaria e misteriosa composizione - che ebbe la sua prima esecuzione nella New York underground negli anni ’60 - in cui lo stesso tema viene ripetuto fino a 840 volte impegnando i pianisti per 12 ore. A Milano sarà eseguita negli splendidi interni di Villa Necchi, grazie alla collaborazione del Fai – Fondo Ambiente Italiano, dove al pianoforte si cimenteranno una quarantina di pianisti, tra cui nomi celebri come Ludovico Einaudi, Carlo Boccadoro, Cesare Picco e molti altri. Piano Battle – sabato 12 maggio, Rotonda della Besana, dalle 22.00 alle 23.30 - Il pianista berlinese Paul Cibis e il pianista Andreas Kern (ideatore di Pianocity Berlin), sudafricano ma anche lui berlinese d’adozione, si sfideranno in una battaglia, divisa in round e fatta di note e virtuosismi alla fine della quale il pubblico decreterà il vincitore Diverse attività didattiche sono state pensate per i più piccoli: Pane, arte e marmellata e Progetto matita animeranno per tutto il weekend la Rotonda della Besana attraverso progetti di gioco e intrattenimento oltre a proiezioni di film e laboratori di meccanica del pianoforte, mentre a Villa Simonetta sabato 12 e domenica 13 maggio Milano Civica Scuola di Musica - Fondazione Milano, attraverso una serie di attività di tipo formativo destinate a bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni, proporrà un “incontro” col pianoforte e con le tastiere, in occasione del 150° della Scuola. Milano Civica Scuola di Musica - Fondazione Milano insieme a Piano City Milano mette inoltre a disposizione delle borse di studio, attraverso un bando che sarà pubblicato a fine giugno, indirizzate a giovani pianisti di età compresa tra i 18 e i 25 anni che intendano specializzarsi nello studio dello strumento. I candidati dovranno inviare il proprio curriculum via mail entro fine agosto 2012 e la prima selezione affidata a una giuria, in cui verranno scelti 20 candidati per la prova pratica, è fissata per la prima settimana di settembre 2012. Le prove per l´assegnazione delle borse di studio si svolgeranno nel periodo compreso tra il 10 e il 14 settembre 2012. I pianisti coinvolti nella manifestazione Piano City Milano hanno la possibilità di donare il loro cachet per incrementare il valore e il numero delle borse di studio. Piano City vuole quindi essere un forte messaggio rivolto a tutti i milanesi: un invito alla partecipazione collettiva a una manifestazione culturale che rappresenta uno stimolo nel condividere spazi ed esperienze, anche in maniera semplice e aperta. Una voglia di città viva, racchiusa nello slogan Cultura Chiama Cultura, a simboleggiare la possibilità di trovare rinnovate modalità di fruizione e di condivisione della cultura. Informazioni Sito ufficiale per prenotazioni e programma completo: www.Pianocitymilano.it |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
MILANO: PARCHI E GIARDINI - VISITE GUIDATE ORGANIZZATE DALLA GUARDIE ECOLOGICHE VOLONTARIE
|
|
|
 |
|
|
Sabato 5 maggio è partito il ciclo di 18 visite guidate nei parchi della città organizzate dalle Guardie ecologiche volontarie del Comune di Milano. Le Gev di Milano, 250 fra uomini e donne, prestano servizio volontario quotidiano per la tutela e salvaguardia ambientale dei parchi e giardini pubblici.
Tutti i sabati di maggio, le domeniche di giugno e due fine settimana di settembre, le Gev organizzano visite guidate ad accesso libero per scoprire tutti i segreti dei giardini milanesi. Storia e architettura del parco, origine degli alberi e delle piante, qualche informazione di botanica e molte altre curiosità potranno trovare risposta durante le visite.
Per partecipare basta presentarsi all’appuntamento fissato come indicato nel programma.
“Le Gev prestano un contributo volontario molto prezioso per la tutela e il rispetto del verde. Le visite guidate sono un’occasione piacevole per conoscere meglio Milano e anche il lavoro delle Guardie ecologiche” dichiara Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e Coesione sociale, Polizia locale, Protezione civile e Volontariato.
Questo il programma futuro delle visite guidate:
Sabato 12, ore 10:30 e 11:30
PARCO FORMENTANO (zona 4)
gazebo c/o Palazzina Liberty
C.so XXII Marzo, V.le Umbria, Via Cadore
(tram 12-27; bus 45-60-62-66-73-92; passante ferroviario P.ta Vittoria)
---
Sabato 19, ore 10:30 e 11:30
PARCO DI VILLA LITTA (zona 9)
gazebo ingresso V.le Affori
(bus 41-52-70; Ferrovie Nord Affori)
---
Sabato 26, ore 10:30 e 11:30
PARCO SEMPIONE (zona 1)
gazebo in P.za del Cannone
(tram 1-3-4-12-14-20-27-30; bus 43-57-61-70-94; metro M1 Cairoli, Cadorna e M2 Cadorna, Lanza)
---
GIUGNO
Domenica 10, ore 10:30 e 11:30
PARCO DON GIUSSANI ex Parco Solari (zona 6)
gazebo ingresso Via Montevideo
(tram 14-20-29-30; bus 50; metro M2 S. Agostino)
---
Domenica 17, ore 10:30 e 11:30
PARCO MONTESTELLA (zona 8)
gazebo ingresso Via Cimabue
(bus 68-199; metro M1 QT8 e Lampugnano)
---
Domenica 24, ore 10:30 e 11:30
PARCO LAMBRO (zona 3)
gazebo c/o area pista skateboard
ingresso Via Feltre
(bus 55-75-925; metro M2 Udine)
---
SETTEMBRE
Sabato 15, ore 10:30 e 11:30
PARCO ALESSANDRINA RAVIZZA (zona 5)
gazebo a centro Parco; ingresso V.le Toscana, Via Bocconi, V.le Bach, Via Vittadini
(bus 79-90-91)
---
Domenica 23, ore 10:30 e 11:30
PARCO DELLE CAVE (zona 7)
gazebo ingresso Via Cancano / Forze Armate
(bus 63-67)
|
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
MILANO (GALLERIA GRUPPO CREDITO VALTELLINESE, REFETTORIO DELLE STELLINE): MOSTRA LA VITA CONDIVISA - I GESTI DELLA FAMIGLIA NELLE IMMAGINI DELL´ARTE - DAL 16 MAGGIO AL 1° LUGLIO 2012
|
|
|
 |
|
|
L’esposizione, che si tiene in occasione del Vii Incontro Mondiale delle Famiglie, presenta 60 opere di artisti quali Pietro Lorenzetti, Moretto, Guido Reni, Sironi, Rouault, Picasso, Pirandello, Morbelli, Pistoletto e altri, provenienti da musei e collezioni italiane. Dal 16 maggio al 1° luglio 2012, la Galleria Gruppo Credito Valtellinese - Refettorio delle Stelline di Milano - ospita la mostra La Vita Condivisa. I gesti della famiglia nelle immagini dell´arte, che è frutto originale del lavoro del Crea (Centro di ricerca per l’educazione attraverso l’arte e la mediazione del patrimonio culturale sul territorio e nei musei) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. L’iniziativa presenta 60 opere di artisti, dal Trecento ai nostri giorni, quali Pietro Lorenzetti, Moretto, Sironi, Rouault, Picasso, Pirandello, Morbelli, Pistoletto e altri, provenienti da musei e collezioni italiane, come il Museo Poldi Pezzoli, la Pinacoteca Ambrosiana, il Museo Diocesano di Milano, la Pinacoteca Vaticana. L’esposizione, curata da Cecilia De Carli, Laura Polo D’ambrosio e Grazia Massone, ha ricevuto l’adesione del Presidente della Repubblica, è sostenuta e promossa dalla Regione Lombardia e organizzata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in collaborazione con il Gruppo Bancario Credito Valtellinese, col patrocinio del Mibac - Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Provincia di Milano e si svolge in occasione e in preparazione del Vii Incontro Mondiale delle Famiglie, in programma a Milano dal 30 maggio al 3 giugno. L’itinerario artistico lungo oltre otto secoli focalizza la sua attenzione sulla famiglia come primo ambito essenziale di accoglienza e di relazione, recuperando i gesti messi in evidenza dalle opere della tradizione artistica occidentale. A questa prima linea guida si aggiunge quella che coglie il riflesso della famiglia nel contesto delle attività sociali sorte nel territorio lombardo (istituzioni, confraternite, enti, associazioni), con il fine di sostenere e ‘farsi famiglia’ per coloro che si trovano in situazioni di difficoltà. Il tema è affrontato con un taglio iconografico trasversale. L’obiettivo non è quello di creare una documentazione antologica e monografica relativa alla famiglia, quanto guidare il visitatore alla comprensione che la famiglia non è solo un’istituzione condizionata e soggetta al contesto storico sociale, quanto una risposta all’esigenza profonda dell’uomo di condivisione quotidiana della vita. Nel corso dei secoli l’arte figurativa occidentale ha presentato la famiglia evidenziando modelli differenti, ma sottolineando, quali elementi ad essa connaturati, l’accoglienza e la relazione con l’altro; questi momenti sono concretamente vissuti nella quotidianità e nella gratuità. Ecco perché le attività del prendersi cura, dello stare vicino, dell’essere famiglia che hanno caratterizzato l’azione sociale delle realtà assistenziali, discendono e derivano proprio dalle azioni di accoglienza e di presenza. Il percorso espositivo, diviso in quattro sezioni - La Famiglia, L’accoglienza, La Relazione, Nel Quotidiano - segue due binari con le opere provenienti dai luoghi di assistenza che s’intrecciano con quelle direttamente espressive del tema della famiglia. L’apertura è riservata a due tele monumentali: Il cortile dell’Ospedale maggiore di scuola lombarda (1670-1690) e San Carlo presenta le Stelline alla Sacra Famiglia di Luigi Scaramuccia (1680) che pongono a confronto i due ambiti toccati dall’esposizione e che rispondono alla stessa necessità dell’uomo di crescere grazie all’incontro e al rapporto con gli altri. La prima sezione documenterà la relazione che il modello del vivere familiare ha con tutte le dimensioni della vita, specialmente gli aspetti che riguardano la coscienza di sé e gli affetti a noi più prossimi. Tra questi, un ruolo di primo piano è riservato alla figura di Maria, prototipo della capacità di misericordia della Chiesa, esemplificato dal capolavoro di Pietro Lorenzetti, Madonna con il Bambino (1342) o dall’analogo soggetto tradotto in statua marmorea da Bonino da Campione (1370-1380). Nei secoli a venire, nelle immagini della Madonna con il Bambino si evidenzia, con maggiore attenzione, la dimensione materna e umana di Maria, come nella Sacra Famiglia con San Giovannino del Moretto (1535), mentre la presenza discreta e rispettosa di San Giuseppe è ben visibile nella piccola scultura di bottega sardo-napoletana San Giuseppe con Gesù bambino (fine Xvi - inizio Xvii). L’ultima parte è dedicata a ritrovare nelle opere d’arte del Xx secolo i gesti della famiglia, come avviene ne Gli amanti di Arturo Martini (1920), ne La famiglia del pastore (1929) di Mario Sironi, ne I Gianvenuti al 1978 e 1979 di Mario Schifano. La seconda sezione, L’accoglienza, viene introdotta dallo stemma in marmo della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano (post 1450-ante 1500) che presenta l’iconografia della Madonna della Misericordia nell’atto di stendere il proprio manto, quale simbolo dell’accoglienza. È la Mater Misericordiae a far comprendere il gesto materno che accoglie tra le sue braccia il figlio. Tra le opere che hanno per tema la Maternità, in questa parte del percorso espositivo, si ricordano le tele di Silvestro Lega (Maternità, 1881-1882) e di Gino Severini (Maternità, 1916), come pure le due sculture di Eugenio Pellini, Madre con bambino (1906), ed Enfant su sein di Medardo Rosso (1910-1914). Ma il nascere alla vita, oltre a essere considerato un fatto privato, può essere anche inteso come l’essere accolti all’interno della storia e riconosciuti dalla società. Fin dalle epoche più antiche se, per assoluta indigenza della madre o per assenza di sostegno, un neonato non poteva essere mantenuto in vita, veniva affidato alle cure della città. Questa fiducia nella capacità di accoglienza propria dell’individuo rende comprensibile la pratica dell’esposizione, cioè dell’abbandono di quei neonati al cui mantenimento non si poteva provvedere; la loro crescita veniva affidata all’azione caritatevole di uomini facoltosi. L’affido di alcuni trovatelli alle cure di donne appositamente stipendiate, viene registrato nelle relazioni dei Deputati dell’Ospedale Grande di Milano. Il brefotrofio però non è un ente astratto, ma una realtà umana, un cuore misericordioso e materno che accoglie; di ciò, ne danno testimonianza in mostra i segnali d’esposizione, cioè gli oggetti e i messaggi scritti che accompagnavano i bambini abbandonati. A questi si affiancano i ritratti di Michele Barozzi, il ragioniere che nel maggio del 1836 presentò il progetto operativo grazie al quale venne fondato a Milano, per volontà della monarchia asburgica, l’istituto d’educazione per i poveri ciechi e della benefattrice Dolores Vecchiotti Ridella. La terza sezione è dedicata al tema della relazione, che della famiglia è certamente il cuore. L’argomento risulta difficile da affrontare in quanto nella rappresentazione degli artisti più che i gesti sono i rapporti a venire alla luce, spesso insieme alla sofferenza che li accompagna. Il continuo e incessante contrasto determinato dai toni scuri e dalle tinte calde che si trova in Automne ou Nazareth di Rouault sottolinea come la speranza di pace propria del cuore dell’uomo passi attraverso il conflitto. Le opere scelte hanno la capacità di dare corpo e significato alla complessità delle emozioni. È in questo ambito che si ritrovano due tra i capolavori grafici di Picasso - Le Repas frugal (1904) e Les pauvres (1904) - o l’incisione Disoccupazione di Käthe Kollwitz (1903). Il rapporto tra le persone è inoltre messo in risalto dall’opera di Michelangelo Pistoletto, Famiglia Politi (1992), realizzato su una superficie riflettente in alluminio che consente, grazie all’effetto di specchiamento dello spettatore, di interrompere la situazione di isolamento in cui si trovano i protagonisti dell’opera. Nel Quotidiano, si apre con La lavandaia (1730 ca.) di Giacomo Ceruti, definito da Giovanni Testori, “un maestro dell’umano”. Proprio il Ceruti traccia le linee di questa ultima sezione, suggerendo come la verità del nostro esser uomini debba essere ricercata tra le cose di tutti i giorni. L´interpretazione artistica consente di concentrare l´attenzione su modi di essere e di fare troppo spesso offuscati dall´abitudine, restituendo loro una dimensione straordinaria, preziosa e rituale. Il significato delle opere esposte - tra cui Scena di famiglia o La nonna (1853) di Girolamo Induno, Il bottone di Angelo Morbelli (1907), Chiusi fuori scuola di Emilio Longoni (1887-1888), in cui l’immediatezza fotografica dona l’aspetto di immagini rubate all’insaputa dei soggetti ritratti -, risiede nella loro forza comunicativa a suscitare nello spettatore una reazione affettiva ed emotiva assimilabile a quella che la stessa realtà produrrebbe. Accompagna la mostra un catalogo bilingue (italiano-inglese) Silvana Editoriale. Info: La Vita Condivisa. I gesti della famiglia nelle immagini dell´arte - Milano, Galleria Gruppo Credito Valtellinese (c.So Magenta 59) - 16 maggio/1 luglio 2012 - Informazioni: Civita Servizi, tel. 02.43353522 - http://www.lavitacondivisa.it/ |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
SONDRIO (PALAZZO SERTOLI, SALA DEI BALLI): LA VACCARA E MAILLET: NORD E SUD A CONFRONTO - FINO AL 29 LUGLIO |
|
|
 |
|
|
Nord e sud a confronto in una doppia mostra a Palazzo Sertoli, sede espositiva della Fondazione Gruppo Credito Valtellinese a Sondrio, e a Palazzo Sassi de´ Lavizzari, sede del Museo Valtellinese di Storia e Arte, dall´11 maggio al 29 luglio 2012. Il nord è quello della Valtellina, rappresentata, senza naturalmente alcuna volontà di assolutezza, da Daniel Maillet, mentre il sud è quello della Sicilia, con le opere del catanese Filippo La Vaccara. Filippo La Vaccara (Catania, 1972) esporrà un importante gruppo di lavori recenti. Si tratta di una decina di grandi tele e di un numero quasi uguale di sculture, tutte ispirate alla sua poetica, cui ci ha ormai abituato sin dai suoi esordi alla fine degli anni Novanta. Un immaginario sognante ma non surreale, fatto di episodi quotidiani dotati però di una grazia speciale, di una sorta di sospensione temporale raggiunta attraverso una scelta pittorica figurativa apparentemente infantile, ma di fatto raffinatissima. Come rendere infatti, il senso di sottile mistero in un motociclista che corre su una strada o di una carrozzella che passa per le strade di una "raggiante Catania"? La Vaccara conosce perfettamente quali elementi della scena evidenziare e quali trascurare: ne esce una pittura dove il "fatto", un evento anche minimo, è a tal punto esaltato da diventare un fatto che appartiene anche a chi guarda, anche allo spettatore. La stessa grazia è nelle sculture, spesso in cartapesta dipinta, ora anche in terracotta, dove animali comuni - un cane, dei colombi, un orso - "osservano l´osservatore", presenze gentili e domestiche che suggeriscono però una vita interiore tutt´altro che banale. La mostra di Daniel Maillet si può considerare a tutti gli effetti una retrospettiva, dagli esordi a oggi, suddivisa in tre ampie sezioni. La prima fa riferimento al periodo compreso fra i primi anni ´80 con xilografie espressioniste che lo avvicinano al mondo del padre Leo e il finire degli anni novanta con un´elegante edizione incisoria denominata "Il volto dell´architetto" in cui compaiono i ritratti dei principali architetti svizzeri. Il secondo periodo si può definire milanese-ticinese in quanto realizzato negli anni in cui Maillet ha abitato in quest´area geografica. Esso risente degli studi di design compiuti dall´artista in Ticino; la leggerezza del supporto cartaceo e l´eleganza del tratto grafico stanno a sottolineare una cura per il dettaglio e un riferimento al disegno rinascimentale italiano. Le figure rappresentate hanno una postura ieratica, la loro fissità conferisce autorevolezza ai modelli e la loro sospensione nel vuoto costringe l´osservatore a un confronto diretto, senza infingimenti. Il terzo periodo si riferisce al periodo brasiliano che l´artista sta vivendo attualmente. La sua pittura si fa più densa e i colori a olio hanno maggior luminosità e pastosità. Le figure rappresentate appartengono a un ceto sociale più povero rispetto a quello occidentale, ma la fierezza e la dignità che le contraddistingue, accompagnata da una malinconia di fondo, conferiscono loro un´autorevolezza non comune. Solo nella grande opera del "Paesaggio agreste" il quadro si arricchisce di elementi floreali che, anziché togliere pregnanza alle due figure rappresentate, ne esaltano gli elementi caratteriali e posturali in un elegante equilibrio formale. La mostra è corredata da una serie di sculture in terracotta che sono il risultato dell´ultimo lavoro dell´artista, frutto di una tradizione locale, ma con riferimenti rivolti a un passato di matrice italiana. Daniel Maillet si sta dedicando con energia a questo progetto che, al di là di una ricerca personale, mira alla formazione di una scuola di scultura con fini pedagogici. Daniel Maillet nasce a Zurigo nel 1956. Trascorre con la madre e artista Regina Lippl e i fratelli un´infanzia e un´adolescenza felice e ricca di ricordi nostalgici in Valtellina dove espone per la prima volta nel 1973. Segue gli studi di Progettazione grafica e percezione visiva a Lugano, trasferendosi poi a Verscio vicino a Locarno dove inizia la sua formazione come incisore presso il padre Leo Maillet, già allievo di Max Beckmann. Dopo studi a Londra ed esposizioni in Europa, nell´88 si diploma all´Accademia di Brera. Alla morte del padre, nel ´90, ritorna in Ticino dove stabilisce un suo studio e nel ´94 intraprende frequenti viaggi nella Bahia afro - brasiliana che lo conducono alla scultura e alla pittura a olio. Nel 2001 si trasferisce con la famiglia in Brasile dove vive attualmente. Daniel Maillet ha esposto in prestigiose gallerie e musei in tutto il mondo. Filippo la Vaccara, catanese di nascita e di educazione (è diplomato Accademia di Belle Arti della città etnea), vive e lavora a Milano. Il suo esordio nazionale risale al 1994 con una mostra a Roma. Da allora è stato un susseguirsi di personali e collettive in Italia (Triennale, Castel di Tusa, Catania, Siracusa, Milano, Padova, Como, Ancona, tra tante) curate, tra gli altri, da Angela Vettese, Alberto Fiz, Walter Gasperoni, Marco Meneguzzo, Ivan Quaroni, Salvatore Lacagnina, Giacinto Di Pietrantonio, Francesca Pasini. Importanti anche le partecipazioni a mostre estere: a Parigi, Miami e New York. Info: Galleria Credito Valtellinese - Piazza Quadrivio, 8, Sondrio - Mvsa, Palazzo Sassi de´ Lavizzari- - Via M. Quadrio, 27, Sondrio - 11 maggio/29 luglio 2012 - Tel. +39 0342.522.738 - http://www.creval.it/ |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
TORINO (ATRIO STAZIONE PORTA NUOVA): IL MIO SGUARDO LIBERO. VOLTI PER LA LEGALITÀ - MOSTRA FOTOGRAFICA DI FIORENZA STEFANI - VENERDÌ 11 MAGGIO, ORE 18.00 |
|
|
 |
|
|
Un progetto culturale che congiunge il nostro Paese da Nord a Sud attraverso 47 volti di persone che operano nella e per la legalità. La fotografa Fiorenza Stefani realizza con i suoi scatti un percorso che avvicina personaggi assurti a notorietà pubblica grazie ai media con persone comuni che si adoperano ogni giorno contro la criminalità organizzata e che per questo, spesso, sono o sono stati oggetto di ritorsione: magistrati, scrittori, attori, giornalisti, imprenditori, sacerdoti, ma anche rappresentanti di associazioni, fondazioni, istituzioni che si battono per la legalità, a favore dell’integrazione, per la difesa dei diritti civili, per il riconoscimento dei diritti delle vittime innocenti e di tutti i soggetti socialmente deboli. Camorra, ‘ndrangheta e mafia sono i nemici da sconfiggere: attraverso il lavoro della magistratura, l’impegno costante delle forze dell’ordine, l’educazione nelle scuole e la forza dell’informazione centinaia di persone in tutto il Paese quotidianamente si adoperano in prima linea per promuovere una cultura della legalità. Fiorenza Stefani, attraverso i suoi ritratti, riesce a darci una rappresentazione attiva di queste persone, offrendo loro un spazio e un tempo dedicato, per mostrare lo sguardo di chi non si arrende alla corruzione, alla cultura mafiosa, all’intimidazione, all’illegalità. Nell’ambito del programma di Per la Legalità, progetto speciale di Biennale Democrazia, venerdì 11 maggio alle ore 18.00 nell’Atrio della Stazione Porta Nuova di Torino verrà inaugurata la mostra fotografica di Fiorenza Stefani Il mio sguardo libero. Volti per la legalità, realizzata dall’Associazione A Voce Alta di Napoli in collaborazione con l’Archivio Fotografico Parisio, e grazie al sostegno di Grandi Stazioni. La mostra, dedicata al giornalista scomparso Giuseppe D’avanzo, ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano una medaglia di rappresentanza per il significato e il valore civile. Www.biennaledemocrazia.it |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
AD ALBA RITORNA LA NOTTE BIANCA DELLE LIBRERIE |
|
|
 |
|
|
Per la seconda volta la capitale delle Langhe apre le sue librerie fino a notte inoltrata, incontrando scrittori, saggisti, giornalisti. Le librerie della città saranno aperte sabato 12 maggio fino a mezzanotte. Con un intenso programma di incontri ed eventi nelle vie del centro storico, a Monforte (Fondazione Bottari Lattes) e a Fontanafredda di Serralunga (Fondazione Mirafiore). Ci saranno anche laboratori di scrittura creativa, musica d’autore, letture itineranti tra Biblioteca e Museo, progetti speciali legati alla mostra di Pinot Gallizio, cene letterarie. Programma sul sito del Comune. Www.comune.alba.cn.it |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
GENOVA (MU.MA ): CARLA RIGATO - FINO AL 31 AGOSTO 2012
|
|
|
 |
|
|
Dopo aver partecipato alla Rassegna Collettiva Il Metaformismo all’Archivio Tavella-itaca Gallery di Verona nello scorso dicembre, l’artista padovana Carla Rigato prosegue il suo percorso di sperimentazione e partecipa ad un’altra prestigiosa rassegna ospitata dal Comune di Genova con l’Isitituzione Mu.ma: Il Metaformismo al Mu.ma. Voci Dal Galata Museo Del Mare, su idea e cura di Giulia Sillato, accanto ad opere di altri prestigiosi maestri che per questa particolare circostanza si sono esibiti in performance di pittura, scultura e installazioni ispirare al sentimento del mare vissuto in tutte le sue possibili valenze emozionali. Carla Rigato, vive e opera a Montegrotto Terme (Pd) e si è formata accanto alla pittrice Dolores Grigolon e al professore di estetica Richard Demel. Dal 2004 frequenta la Summer Academy of Fine Arts di Salisburgo, fondata negli anni 50 da Oskar Kokoschka, lavorando con maestri di livello internazionale quali Jacobo Borges, Michael Morgner, gli Zhou Brothers e Mohamed Abla. Il suo linguaggio pittorico è caratterizzato dal vigore emotivo di getti di colore puro sulla tela. La velocità di esecuzione conferisce all’opera una grande forza espressiva e una spontaneità avulsa da ogni regola. Metaformismo Al Mu.ma. Voci Dal Galata Museo Del Mare, a cura di Giulia Sillato, Genova, Mu.ma Galata Museo Del Mare – Galleria Delle Esposizioni, dal 10 maggio al 31 agosto 2012. Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 18. Ingresso Libero. Catalogo Mazzotta al bookshop della mostra |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
MILANO (TRIENNALE): SCULTURA ABITABILE - SCULTURE DI MIGUEL ARRUDA - FINO AL 17 GIUGNO 2012
|
|
|
 |
|
|
Triennale Design Museum presenta la mostra Miguel Arruda. Scultura abitabile che documenta il lavoro dell’architetto e designer portoghese attraverso una selezione di progetti in cui scultura, architettura e design si fondono. La peculiarità del fare creativo di Arruda risiede nell’incessante passaggio da uno all´altro di questi ambiti disciplinari, da lui riuniti in una sintesi potente e originale. Solo la scelta dei materiali in parte riesce a evidenziare i confini fra le discipline: per le sculture Arruda predilige la pietra e il metallo, per l´architettura il sughero, per il design il sughero e la gomma, che testimoniano la scelta di una grande sperimentazione nella tradizione del design. Arruda gioca a confondere il piccolo con il grande, l´interno con l´esterno, il dentro con il fuori. Ad esempio, prende una sua scultura di 15 centimetri e la ingrandisce fino a farla diventare un artefatto di 12 metri. La scultura diventa così un’architettura, un "oggetto penetrabile" che aiuta a esplorare e percepire dal di dentro quel che di solito si è abituati a considerare solo dall´esterno. E ancora, scultura antropomorfe, evidentemente ispirate alle linee morbide e sinuose del corpo femminile, diventano oggetti d´uso quotidiano. Afferma Silvana Annicchiarico, direttore del Triennale Design Museum: “Dietro ogni sua creazione c´è sempre la convinzione che ogni cosa può essere duplice e diventare ‘altra’ mantenendo in fondo la medesima forma. Presentare i lavori di Arruda in Triennale vuol essere - oltre che un doveroso omaggio - anche un contributo alla conoscenza di una delle voci più originali del nuovo design portoghese”. Miguel Arruda Scultura abitabile 10 maggio – 17 giugno 2012 Le mostre del Triennale Designcafé sono un progetto a cura di Silvana Annicchiarico, direttore del museo. Orari: martedì-domenica 10.30-20.30 giovedì 10.30-23.00 |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
AL SALONE DI TORINO LORENZO BRANCHETTI ACCOMPAGNA I BAMBINI IN UN DELIZIOSO VIAGGIO SUL GUSTO CON IL LIBRO: “PICCOLI GUSTI. CONSIGLI E RICETTE PER DIVENTARE GRANDI GOURMENT” |
|
|
 |
|
|
Tante le curiosità di questo libro. A cominciare da un saluto speciale e un grande in bocca al lupo scritto da Antonella Clerici, proseguendo nei dettagli della vita di Lorenzo Branchetti “condita” da stuzzicanti ingredienti: la passione per la cucina nata in seno alla famiglia, essendo figlio di un maestro artigiano (il padre gestiva la più rinomata panetteria di Prato), la passione sport e il calcio, oltre al suo grande amore per la recitazione. Tra le chicche del libro uno spazio importante è stato riservato alle illustrazioni esplicative per i bambini che verranno sorpresi piacevolmente soprattutto dalle scenette giocose e ironiche rappresentate da Lorenzo e Lorenzino. Chi è Lorenzino? Il personaggio a fumetti, inventato dalla penna di Cesare Lo Monaco, autore delle illustrazioni. La personificazione illustrata, buffa, pasticciona e ludica di Lorenzo Branchetti. Potrebbe essere interpretato come la rappresentazione del lato ludico, spontaneo, divertente e sincero che caratterizza tutti i bambini. Il libro nel dettaglio è diviso in due parti: la prima, contiene i capitoli sull’educazione alimentare (con la piramide della salute, l’importanza di mangiare a colori), il rapporto corretto con i dolci e le tentazioni golose, la celiachia, l’educazione motoria, la stagionalità degli alimenti scoperti attraverso la vita in fattoria, l’ortomania, la catena alimentare, rispettare l’ambiente, cosmesi con prodotti naturali, l’arte e il gusto, giochi e indovinelli sul cibo. Nella seconda si trovano oltre cinquanta ricette di cucina, suddivise per momenti della giornata e per le feste dell’anno Evelina Flachi, nutrizionista di fama internazionale, altro nome noto de La Prova del Cuoco, ha contribuito alla realizzazione dei focus sull’alimentazione per i bambini, svelando anche alcuni utili “stratagemmi” per farli innamorare di frutta e verdura, non troppo apprezzate dai baby gourmet. Amir Lafdaigui, personal trainer di personaggi dell’imprenditoria e dello spettacolo, ha firmato il capitolo sull’educazione motoria: oltre ai suggerimenti per sconfiggere l’obesità e scegliere lo sport giusto da praticare in età scolare ha suggerito una serie di esercizi da ripetere tra le mura di casa. Una sezione delle ricette è stata studiata appositamente dallo chef Moreno, nome storico della ristorazione torinese, “punta di diamante” del Marachella Gruppo. Lorenzo Branchetti, protagonista de La Melevisione, il programma cult per i bambini in onda su Rai Yoyo, e volto della Prova del Cuoco nello spazio dedicato ai bambini, su Rai Uno, protagonista anche di “Piccoli Gusti. Consigli e ricette per diventare Grandi Gourmet”. Il libro, edito dalla Società Editrice Torinese (ideatrice e realizzatrice del’opera) è un utile e simpatico modo per avvicinare i bambini a un’alimentazione sana e equilibrata, imparare a fare la spesa scegliendo prodotti di stagione, conoscere meglio la natura e gli animali e i prodotti della fattoria, e cucinare piatti che coniugano gusto e creatività. Oltre 50 ricette facili e divertenti, da fare in famiglia con alimenti genuini, scelti per prendere per la gola grandi e piccini. Il Saluto Speciale Di Antonella Clerici Pronti Cuochi Via… Cari bambini Lorenzo è abituato a stupire. Da perfetto e creativo folletto contagia tutti con quella sua inesauribile carica di vitalità e simpatia. A “La Prova del Cuoco” è diventato un esperto pasticcione di merende per piccoli e con questo giocoso libro sono certa, che saprà trovare il modo giusto per suggerirvi quei due ingredienti speciali, da aggiungere sempre in gran quantità: fantasia e divertimento. Cari genitori, sono certa che Lorenzo saprà prendervi tutti per la gola, tra sfiziose ricette e piccoli suggerimenti per coccolare con “gusto” ed estro i vostri bambini... |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
ROMA (CASA DEI TEATRI ): IMMAGINI DEL LIVING THEATRE - IL SEGNO DI JULIAN BECK A ROMA - DISEGNI, FOTOGRAFIE, VIDEO, SUONI, INCONTRI - 11 MAGGIO/24 GIUGNO 2012
|
|
|
 |
|
|
Dei quasi quarant’anni di attività del Living Theatre, Julian Beck, figura fondamentale del teatro del Xx secolo, ne ha trascorsi ben sette in Italia. Le Immagini del Living Theatre che danno vita a questa mostra (dall’11 maggio al 24 giugno 2012) tracciano, attraverso le sale della Casa dei Teatri, un itinerario percettivo composto di suoni, immagini e video in cui per la prima volta sono esposti anche i bozzetti dei costumi che Julian Beck ha disegnato per il suo penultimo spettacolo The Yellow Methuselah. Nato dall’intreccio tra un dramma di Bernard Shaw (Torniamo a Matusalemme) e la composizione per la scena di Vasilij Kandinskij Suono giallo, lo spettacolo The Yellow Methuselah vede impegnato Julian Beck oltre che come attore anche come ideatore delle scene e autore dei costumi e della composizione delle luci. Questi disegni sono una preziosa testimonianza di una più ampia impresa pittorica – un fondale lungo ottanta metri - che Julian Beck ha dipinto a Roma attraverso una personale interpretazione di Kandinskij. Il pittore russo era stato tra gli ispiratori dell’avventura del Living e in particolare di Beck, che aveva iniziato la sua vita di artista proprio come pittore, attività che non abbandonò mai completamente (sono più di 1500 le opere prodotte tra quadri a olio, disegni a pastello e lavori a inchiostro e collage). Dal 1977 al 1983 la compagnia ha attraversato in Italia più di 175 tra città e paesi, presentando al pubblico italiano opere che hanno cambiato la fisionomia e il senso del teatro. L’impegno civile e politico con cui Beck coniugava la forma teatrale si incontrarono in quegli anni con la radicalizzazione della dialettica politica in Italia. Scuotere il pubblico per arrivare a un’interazione, sperimentare per risvegliare le coscienze dal torpore, ecco gli obiettivi della sensibilità artistica di Beck, che raccontava così l’esperienza italiana: “Come abbiamo cercato di contaminare le strade e tutti i gruppi, i partiti politici grandi e piccoli, l’intero movimento anarchico, contro la tendenza ad accettare il terrorismo, americanismo, militarismo, tradizione. Come abbiamo sognato di essere utili al movimento della classe lavoratrice in cerca di alternative. Come abbiamo tentato di sedurre con il nostro eros politico artisti e poeti, il mondo del teatro ed i giornalisti, per indurli a far l’amore con armonia e libertà in tutte le loro iridescenti mutazioni.” Il percorso della mostra parte dalla sala dedicata ai bozzetti dei costumi di The Yellow Methuselah che saranno presenti insieme alla locandina e ad articoli dell’epoca. Nella seconda sala quattro monitor proiettano le riprese di alcuni spettacoli e prove del Living Theatre insieme ad altri momenti della vita di Julian Beck: una sorta di documentario alla scoperta del Living. La terza sala offre suggestioni sonore e visive dal mondo di Beck; nell’ultima sala viene infine evocato , attraverso un montaggio di foto e di testi di Julian Beck , l’intreccio tra poesia del teatro e testimonianza politica. Il pubblico viene condotto nel laboratorio creativo del Living Theatre: parole, suoni e racconti per immagini a cui sono affidate l’evocazione dello spirito che animò il loro teatro e le continue battaglie scaturite dall’impegno politico e ed estetico. Due incontri intendono approfondire l’attualità del lavoro scenico del Living Theatre: Sabato 12 maggio alle ore 15 La scena feroce. Nel segno del Living Incontro con una delle compagnie più emblematiche della scena contemporanea Motus e un’attrice storica del Living Theatre Catherine Marchand Domenica 13 maggio alle ore 11.30 Living Theatre: Paradise Now! Incontro con Franco Ruffini, professore di Storia del teatro. La mostra Immagini del Living Theatre. Il segno di Julian Beck a Roma è curata per il Dipartimento di Comunicazione e Spettacolo dell´Università Roma Tre dai professori Stefano Geraci e Raimondo Guarino con la collaborazione artistica di Fabrizio Crisafulli, dalla Biblioteca delle Arti - Sezione Spettacolo dell´Università Roma Tre e dall’apporto ideativo, progettuale e di allestimento degli studenti e ex studenti del D.a.m.s di Roma Tre: Matteo Antonaci (testi e ricerche musicali), Luca Fagnano (testi e materiali bibliografici), Francesco Laterza (testi), Adriano Mainolfi (testi e ricerche musicali), Francesca Martellini (ricerche e testi per The Yellow Methuselah), Andrea Mereu (video e immagini), Serena Noto (testi) e Valentina Tonini del Furia (responsabile immagine e comunicazione dell´evento). Durante il periodo della mostra saranno disponibili alcuni documenti video a richiesta a cura della Biblioteca della Casa dei Teatri. La visione è possibile dal martedì alla domenica dalle ore 11 alle ore 16. La mostra, alla Casa dei Teatri di Roma dall’11 maggio al 24 giugno 2012, è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro storico di Roma Capitale, da Biblioteche di Roma, da Teatro di Roma e da Università Roma Tre - Dipartimento Comunicazione e Spettacolo, in collaborazione con Teatro Vascello, Fondazione Pontedera Teatro, Zètema Progetto Cultura. Info: Casa Dei Teatri - Villa Doria Pamphilij, Villino Corsini - Largo 3 giugno 1849 angolo via di San Pancrazio - ingresso Arco dei Quattro Venti - Infoline 060608/0645460693 - www.Casadeiteatri.culturaroma.it - www.Comnune.roma.it/cultura |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
ROMA: ROSETO COMUNALE |
|
|
 |
|
|
Dal 1° maggio al 24 giugno riapre il Roseto Comunale di Roma, l’Hotel Capo D’africa apre le porte alla bella stagione sulla sua magnifica terrazza con vista. Uno dei più bei roseti al mondo, luogo di fascino e poesia, fu costruito sulle fondamenta dell’antico Cimitero della Comunità Ebraica di Roma. Disposto su una superficie di 10.000 metri quadri ospita oggi più di mille specie di rose provenienti da ogni angolo del mondo. Il roseto ospita tutt’oggi un’interessante collezione di rose botaniche, antiche e moderne, e ripercorre la storia e l´evoluzione della rosa dall´antichità sino ai giorni nostri. Circa 1.200 specie di rose provenienti da tutto il mondo, persino dalla Cina e dalla Mongolia, colorano i vialetti. Fra le più curiose, la Rosa Chinensis virdiflora, dai petali di color verde, la Rosa Chinensis mutabilis, che cambia colore con il passare dei giorni e la Rosa Foetida, una rosa “maleodorante”… Il Roseto è aperto dai primi di maggio fino al 24 giugno, tutti i giorni, festivi compresi, dalle ore 08.00 alle 19.30 con ingresso gratuito. Per ulteriori informazioni e prenotazioni di visite guidate gratuite si può contattare direttamente il Roseto allo 06.5746810. Il 19 maggio 2012 la manifestazione ospiterà la 70a edizione del Concorso Internazionale per le Nuove Varietà di Rose, “Premio di Roma”, con 97 varietà in lizza, presentate da 25 ibridatori provenienti da molti paesi europei e perfino dal Giappone. Anche quest’anno – all’interno della manifestazione – saranno assegnati il Premio Fragranza e la Rosa dei Bambini. Due passi nella storia. Nel 1933 una contessa americana rimasta incantata dai Jardins de Bagatelle a Parigi, suggerì al Regio Commissario Boncompagni-ludovisi di crearne uno uguale a Roma. Vide così la luce il Roseto Comunale, realizzato nel 1934 su un’area vicina al Circo Massimo che aveva ospitato fino a quel momento il Cimitero della Comunità Ebraica. Il Cimitero fu spostato in un settore del Verano e impiantato il roseto; ancora oggi i vialetti, visti dall’alto, hanno la forma di una Menorah, il candelabro a sette bracci simbolo dell’Ebraismo. Programmando un week end a Roma, oltre alle visite ai monumenti e alle mostre d’arte, di cui la città è ricchissima, vale veramente la pena di fare una passeggiata sull’Aventino, visitando non solo il Roseto Comunale, ma anche il Giardino degli Aranci, la chiesa di Santa Sabina e quella dei Santi Bonifacio e Alessio, arrivando fino a piazza dei Cavalieri di Malta per un “must” turistico: la vista della cupola di San Pietro inquadrata nel buco della serratura del palazzo del Priorato dei Cavalieri di Malta. È un suggerimento dell’Hotel Capo d’Africa, gioiello di stile classico-contemporaneo che si trova poco distante, vicino al Colosseo. Dalla sua grande terrazza sul roof si gode una magnifica vista. L’hotel Capo D’africa L’atmosfera frizzante e cool dell’Hotel Capo d’Africa, è determinata dal design degli arredi e dalle numerose opere d’arte contemporanea che arricchiscono non solo gli ambienti comuni ma anche le 65 camere. Il bar “La Terrazza” accoglie coloro che vogliono rilassarsi gustando un drink o una prelibatezza in una magica atmosfera. Da giugno aprirà proprio in terrazza dalle 19 in poi “Spaghettiamo”, pasta bar con show cooking che propone l’eccellenza della pasta italiana artigianale prodotta dal pastificio Gerardo Di Nola di Gragnano. Nella Hall trovano posto il Centrum Bar, la reception e un accogliente salotto dove spicca una parete ornata da un’installazione di rose nere in caucciù di Paolo Canevari. Le camere, disposte su tre piani, sono tutte immerse nelle calde tonalità dell´ocra, della sabbia e dello zafferano. All’interno del Capo d’Africa si trovano anche tre eleganti sale conferenze dotate di attrezzatura multimediale capaci di accogliere fino a 60 persone e una palestra con moderni macchinari. Info: Hotel Capo d’Africa - Via Capo d’Africa 54, 00184, Roma - Telefono 06.772.801 - Fax 06.772.80801 - info@hotelcapodafrica.Com - www.Hotelcapodafrica.com |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
L´OMAN SI RACCONTA ALL´ITALIA. DAL 6 GIUGNO AL 7 LUGLIO AL MUSEO NAZIONALE DI SAN MATTEO A PISA, CON UNA SUGGESTIVA ESPOSIZIONE FRUTTO DELLA CONSOLIDATA COLLABORAZIONE TRA L´UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PISA E L´OFFICE OF THE ADVISOR TO H.M. THE SULTAN FOR CULTURAL AFFAIRS DI MUSCAT |
|
|
 |
|
|
All´esposizione ha offerto la propria collaborazione la Soprintendenza per i Beni Culturali di Pisa. A curare la mostra, per parte italiana è la professoressa Alessandra Avanzini, direttore del Dipartimento di Scienze Storiche del Mondo Antico dell´Ateneo pisano e coordinatore di alcuni importanti progetti europei. La scelta di Pisa a sede di questo importante evento non è casuale: è infatti l´Ateneo pisano ad aver coordinato l´estesa campagna di scavo nell´area portuale di Khor Rori e nella fortezza di Salut. L´oman, Sultanato situato nella parte sud orientale della Penisola Arabica, è un paese con una storia ricchissima, tradizioni secolari e una natura incontaminata. Da sempre ponte tra Oriente e Occidente, fin dall´antichità ha svolto un ruolo chiave nello scambio di merci, persone, idee e culture, costituendo un punto di intermediazione culturale e commerciale con i paesi sull´Oceano Indiano, la Cina, il Mediterraneo. Obiettivo della mostra è fare conoscere la cultura e la natura dell´Oman al grande pubblico, attraverso un viaggio ideale nella sua storia. A partire dall´affascinante leggenda di re Salomone che fece costruire in dieci giorni dieci mila canali che resero fertile il paese e coltivabili le sue terre, per entrare poi nella storia più antica in cui si narra anche del commercio del rame nel Iii millennio, quando l´Oman era noto con il nome di Magan, e dell´importante sito di Salut. Ma l´Oman è anche conosciuto come il paese dell´incenso. Gran parte della sua passata fortuna è, infatti, dovuta al fatto che, nella sua parte meridionale, vi cresce una delle più pregiate varietà della preziosa resina. Il commercio dell´incenso si intreccia con la storia di due importanti porti, Khor Rori ed Al Balid che verranno illustrati attraverso fotografie, ricostruzioni e oggetti provenienti dai recenti scavi archeologici. I siti di provenienza sono stati dichiarati Patrimonio dell´Umanità dall´Unesco. Khor Rori, scavata dalla missione archeologica dell´Università di Pisa, si è rivelata di importanza strategica nei traffici tra Mediterraneo ed India. Di Al Balid, importante porto sulla costa meridionale del paese, parla anche Marco Polo che qui fa tappa nel corso del suo viaggio verso la Cina. Si arriva così, dopo una parte dedicata agli strumenti e alle tecniche della navigazione, al racconto del paese di Sindbad oggi e alla cosiddetta Rinascita omanita, avvenuta nel paese a partire dal 1970, con la salita al potere il Sultano Qabus Bin Said. Una sezione a parte è dedicata alla navigazione, di cui il marinaio Sindbad, con le sue avventure alla conquista dei Sette Mari, rappresenta il simbolo. Da qui il titolo della mostra. L´integrazione fra paesaggio, archeologia e insediamenti in mostra sarà documentato dall´esposizione di importanti reperti ritrovati nelle diverse campagne di scavo e dalle immagini dei monumentali e dell´ambiente naturale, dei prodotti e risorse naturali, e degli scali e delle rotte commerciali che hanno fatto dell´Oman un´area da sempre strategica. Ad essere proposto dalla mostra è un viaggio nel tempo e nei luoghi, sotto un cielo stellato, seguendo le costellazioni che gli antichi navigatori utilizzavano per orientarsi lungo le rotte che trovavano in questa terra di magia e di antichissima storia un porto sicuro. Oman, il paese di Sindbad il marinaio. Pisa, Museo di San Matteo, 6 giugno - 7 luglio 2012. Mostra promossa dall´Università degli Studi di Pisa e dall´Office of the Advisor to H.m. The Sultan for Cultural Affairs di Muscat. A cura di Alessandra Avanzini. Orario:8,30 - 19, 30, festivi 8,30 - 13,30. Ingresso al Museo e alla Mostra: interi euro 5 ridotti euro 2,50. Per informazioni e prenotazioni: tel. 050.541865 |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
INAUGURA IL 12 MAGGIO A CERVIA "GIUSEPPE PALANTI. PITTORE, URBANISTA, ILLUSTRATORE" LA PIÙ GRANDE MOSTRA MAI DEDICATA AL PITTORE MILANESE (160 OPERE)
|
|
|
 |
|
|
Nell’ambito dei festeggiamenti per il suo Centenario, Milano Marittima rende omaggio all´artista che così tanto influì sulla sua stessa nascita e conformazione. Giuseppe Palanti. Pittore, urbanista, illustratore Cervia, Magazzini del Sale, dal 12 maggio al 30 agosto 2012. Orari: dal 13 maggio al 15 giugno dal martedì alla domenica ore 10-13 e ore 15.30-18.30, dal 16 giugno al 30 agosto dal martedì alla domenica ore 17.30-23.00, sabato e domenica anche ore 9.30-12.30. Chiusa il lunedì. Ingresso: 5 euro interi; 4 euro ridotti. Inaugurazione: sabato 12 maggio 2012 ore 17.30. Preview per la stampa sabato 12 maggio ore 11,30. Giuseppe Palanti è l’artista milanese che i cervesi chiamavano e nostár pitór, questo perché spesso era a Cervia a ritrarre la bellezza di questi luoghi con tela e pennelli. Ma Palanti è anche l’artista che ebbe l’idea di trasformare il suo mare preferito nella spiaggia dei milanesi, creando così Milano Marittima. Per celebrarlo, il Comune di Cervia in collaborazione con la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e i Musei San Domenico di Forlì, nell’ambito delle grandi mostre programmate nel 2012 sul Novecento (tra cui Wildt, L´anima e le forme da Michelangelo a Klimt, attualmente in corso), ha pensato una mostra a lui dedicata, la più grande retrospettiva completa mai esposta prima che raccoglie 160 opere del Maestro, per restituire al pubblico l’opera di un artista eclettico, di uno sperimentatore curioso che accolse e praticò un’eccezionale varietà di arti, dalla grafica all’urbanistica, dall’illustrazione alla decorazione, per dare forma ai desideri e alle proiezioni del mondo attivissimo che lo circondava. L’esposizione, dal titolo “Giuseppe Palanti. Pittore, urbanista, illustratore” allestita a Cervia negli spazi del Magazzino del Sale, aperta dal 12 maggio al 30 agosto, presenta uno spaccato della vita del Novecento esempi di pittura, disegno, grafica pubblicitaria, illustrazioni per il teatro e la moda; discipline attraverso cui si esprimeva il poliedrico artista e a cui si deve, oltre all’ispirazione di Milano Marittima, la progettazione del suo piano regolatore e la realizzazione delle prime cartoline promozionali e dei manifesti fra cui il primo manifesto pubblicitario della città di Cervia realizzato nel 1928. Divisi in sezioni, le pitture, i ritratti, le nature morte, le scene di atelier, i paesaggi, i manifesti, le riviste, le stampe, i bozzetti, gli studi grafici, i documenti inediti, provenienti dal Museo della Scala di Milano, da musei pubblici con cui Palanti collaborava e da collezioni private, ci parlano di un artista inserito in una rete di relazioni culturali e produttive, in un mondo in espansione, fervido e audace, che rappresenta ancora oggi una pagina nella storia del nostro Novecento. In mostra molte opere inedite e unicum come il modello, ritrovato recentemente, realizzato da Palanti per Milano che riproduceva in ceraica la scala del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza andata distrutta. È il 1912 quando Palanti pittore e grafico pubblicitario milanese, nato alla fine del 1800, pensa a una spiaggia per Milano, la capitale senza mare, su quel tratto di costa da lui così amato. Pensa a Milano Marittima e la concepisce come una Città giardino, quell’innovativo concetto urbanistico, nato nell´Inghilterra del Xix secolo per opera di Ebenezer Howard, a contrastare il degrado nelle città dovuto all’opera di industrializzazione e all´aumento della popolazione. In contrapposizione, l´idea della città giardino si focalizzava su un´area urbana che mostrasse un´attenzione particolare alle esigenze primarie dell´individuo: case unifamiliari immerse nel verde collegate tra loro con servizi comuni a disposizione. Giuseppe Palanti ebbe così un ruolo decisivo nel determinare la curiosa conformazione di Milano Marittima, che occupa una ex zona di relitti marini donata dal comune di Cervia a una ditta meneghina perché la bonificasse. Gli eleganti villini, costruiti e decorati in stile Liberty, ancora oggi perfettamente conservati, tra cui anche la casa di Palanti, furono inseriti nella pineta in modo armonioso, come se facessero parte del paesaggio naturale. Tra gli artisti più versatili della prima metà del Novecento, in lui si fondono le principali tendenze dell’epoca: dall’esito borghese dell’ultimo romanticismo, al tardo Impressionismo, al Novecento e agli anni Trenta, fino agli esiti degli anni Quaranta. Le figure di Palanti, le sue donne ridenti colte nel pieno di una spensierata giovinezza, le nature morte carnose, i paesaggi assolati interpretano con taglio psicologico-mondano una modernità che cresce delineata in morbidi vortici di colore. Illustratore per eleganti riviste e per i manifesti delle opere liriche (per le quali disegnò spesso anche scene e costumi), autore di disegni per oggetti d’arredo e, infine, ideatore di quel paradiso vacanziero che è stata, ed è tuttora, Milano Marittima riassume ed interpreta i miti e i sogni del primo Novecento. La modernità di Palanti era proprio in quella volontà di testimoniare la forza, la sicurezza, il gaudio di una classe media e alto borghese che il secolo nuovo coglie nel pieno del suo vigore: industriali, professionisti, signore dell’alta società che sfogliano riviste alla moda, giocano a tennis e frequentano i teatri, ridendo ad un’Italia in crescita economica, fiduciosa, che sarà piegata da due guerre ma che acquisterà proprio in quel lasso di tempo una consapevolezza destinata a durare. Figlio di falegname, eccezionale “artista-artigiano” lui stesso, Palanti sembra così coniugare alla perfezione l’antica tradizione artistica lombarda con le esigenze di un “nuovo” che non è stato rappresentato, nell’Italia prima e dopo la I Guerra Mondiale, solamente dalle straordinarie esperienze delle Avanguardie. La mostra curata da Anna Villari, coordinata da Gianfranco Brunelli, vede i contributi scientifici in catalogo (edito da Silvana Editoriale) di Vittoria Crespi Morbio, Ennio Nanni, Susanna Massari. L’allestimento è stato curato da Alessandro Lucchi (Studio Lucchi & Biserni di Forlì). Il Comune di Cervia e la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì ringraziano particolarmente Paola Motta Romagnoli, Piero Palanti ed Edoardo Romagnoli. La mostra gode del patrocinio del Comune di Milano ed è organizzata dal Comune di Cervia grazie alla collaborazione della Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì e al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Ravenna e della Camera di Commercio di Ravenna. Con il contributo di Cna Servizi Ravenna, Assicoop e Unipol, Leonardo Design, Cear, Moviter Strade e F.lli Gasperoni. Per informazioni turistiche: tel. 0544 993435 www.Turismo.comunecervia.it iatcervia@cerviaturismo.It www.Centenariomilanomarittima.comunedicervia.it |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
ASTI: AL TEATRO ALFIERI, VENERDÌ 11 CONCERTO DIRETTO DAL MAESTRO ROTA |
|
|
 |
|
|
Concerto dell’Orchestra Sinfonica di Asti, venerdì 11 maggio, alle ore 21, al Teatro Alfieri. Si intitola “From the world” e fa parte del cartellone della stagione teatrale astigiana, con un programma che comprende musiche di Mendelssohn, Msorgskij, Smetana e Dvořak, quartetto di grandi compositori che accompagnerà gli appassionati attraverso tre continenti, con melodie, suoni e temi evocativi che hanno segnato la storia della musica. Sul palco, alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Asti, vi sarà il maestro Marcello Rota, direttore d’orchestra attivo sia in Italia che all’estero. Molti i famosi solisti accompagnati dal maestro Rota, tra cui Andrea Baccelli, al concerto di Bologna del 22° congresso eucaristico alla presenza di Giovanni Paolo Ii e trasmesso in mondovisione. Www.comune.asti.it/ |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
CON ERI-RAI IL COURMAYEUR NOIR IN FESTIVAL
E’ PRESENTE AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO |
|
|
 |
|
|
Si svolgerà domenica 13 maggio, alle ore 18, nello stand di Rai Eri al Salone del Libro di Torino, la prima presentazione della prossima edizione del Courmayeur Noir in Festival, in programma dal 10 al 16 dicembre, promosso dall’Assessorato del turismo e di cui Rai Eri è sponsor istituzionale. A raccontare la collaborazione tra l’Assessorato e Rai Eri, il significato della manifestazione e le prime novità sul programma di quest’anno saranno Luigi De Siervo e Giuseppe Gnagnarella per la Rai, l’Assessore Aurelio Marguerettaz per la Valle d’Aosta e Marina Fabbri e Giorgio Gosetti per il Courmayeur Noir in Festival.la partnership con Rai Eri si inserisce in una più ampia collaborazione della tv pubblica con la realtà valdostana, già attivata in occasione della scorsa edizione del Festival e che permetterà anche nel 2012 di sviluppare programmi sinergici dando visibilità all’offerta culturale e turistica sia di Courmayeur sia di tutta la regione.La specificità del Festival “in noir”, che da sempre coniuga grandi anteprime cinematografiche e il meglio della letteratura mondiale nel nome dei mille colori del mystery, rendono naturale il suo approdo al Salone del Libro di Torino con le prime anticipazioni sulla fisionomia della prossima edizione.Il Courmayeur Noir in Festival è promosso dalla Direzione Generale Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali con l’Assessorato del turismo della Regione autonoma Valle d’Aosta e il Comune di Courmayeur, è diretto da Giorgio Gosetti e Marina Fabbri e realizzato dalla Cooperativa Studio. |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
PADOVA: IL FESTIVAL “RELAZIONE URBANA” SI CHIUDE DOMENICA 13 MAGGIO |
|
|
 |
|
|
Ultimo appuntamento per il festival relAzione Urbana che da metà aprile ha visto susseguirsi a Padova un calendario intenso di spettacoli, seminari e dibattiti, laboratori, tutti imperniati sul tema della città e il ruolo del teatro e dell’arte nella costruzione di relazioni sociali nuove. Domenica 13 maggio alle ore 18 presso il Teatro delle Maddalene di Padova (via San Giovanni da Verdara 40) andrà in scena lo spettacolo Speciedispazi proposto dagli allievi del laboratorio di Tam Teatromusica e condotto da Maria Cinzia Zanellato. Suo anche l´adattamento scenico, con la collaborazione artistica di Giorgia Poletto e Ivan Rizzotto. In scena, Barbara Acquistapace, Martina Deana, Luca Fellin, Riccardo Franchi, Maria Gozzi, Margherita Nosadini, Giorgia Poletto, Maria Letizia Pulcini, Ivan Rizzotto, Sofia Taglioni, Chiara Valerio, mentre l´allestimento tecnico è curato da Alessandro Martinello. Lo spettacolo è un viaggio per immagini, che cerca di tracciare un percorso attraverso gli spazi che modellano la nostra quotidianità e di scoprirne la bellezza, la fragilità, la leggerezza ma anche la confusione, la perdita di senso e lo spaesamento. È il frutto di un lavoro di ricerca e regia collettiva del gruppo di giovani allievi-attori del laboratorio Oikos di Tam Teatromusica, che prende spunto dalle suggestioni del "Manifesto del Terzo Paesaggio" di Gilles Clément, dalle riflessioni di "Specie di Spazi" di Georges Perec e dalle molteplici facce de "Le Città invisibili" di Calvino. Come viviamo gli spazi intorno a noi? Cosa ci attrae della città? E ancora, di che colore è questa città grigia? Quanti pensieri attraversano la piazza in un minuto? Cosa sentiamo se ci sediamo ai bordi della piazza e osserviamo i passanti? Sono solo alcune delle domande che Speciedispazi mette in primo piano: sono le domande, rivolte alla città e ai suoi abitanti dai giovani protagonisti del laboratorio che cercano di ri/trovare il senso degli spazi che li circondano. Il festival, promosso e organizzato da Tam Teatromusica, costituisce la terza e ultima parte della rassegna “Contrappunti” e si inserisce nel format Universi Diversi e vede la collaborazione e il sostegno degli Assessorati alla Cultura del Comune di Padova e della Regione del Veneto, dell’Assessorato alle Politiche giovanili-Progetto Giovani del Comune di Padova e del Ministero per i Beni e le attività culturali. : www.Tamteatromusica.it |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
NUOVA SEDE E CENTRO VISITE ALLA GRANGIA DI POBIETTO – MORANO SUL PO |
|
|
 |
|
|
Sabato, alle ore 16, sarà inaugurata la nuova sede e centro visite a Grangia di Pobietto – Morano sul Po. Saranno presenti il Sindaco di Morano sul Po, il vicepresidente della Regione Piemonte Ugo Cavallera e l’assessore ai Parchi e Aree protette della Regione Piemonte, William Casoni. Oltre a un approfondito dibattito sul valore storico e culturale, l’incontro prevede nel pomeriggio proiezioni video sulla “Biodiversità, la mostra “Pipistrelli: i folletti del crepuscolo” con laboratori per i più piccoli a cura del Parco Fluviale del Po e dell’Orba; il mercatino di prodotti con la partecipazione dei Fornitori di Qualità ambientale del Parco, stand Skua Nature e Parco Fluviale del Po e dell’Orba; alle ore 18 una visita guidata alla Grangia di Pobietto a cura delle Guide del Parco e, infine, l’escursione serale “Alla scoperta dei richiami notturni degli animali” a cura di Skua Nature. Www.parks.it/parco.po.al-vc/dettaglio.php?id=17191 |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|