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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 09 Luglio 2012 |
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LOMBARDIA: TAGLI SU SANITA´ INVESTONO WELFARE CONSULTAZIONI CON ATTORI SETTORE PER UNA RIFORMA CONDIVISA |
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Milano, 9 luglio 2012 - "I tagli che il Governo intende fare sul settore sanità coinvolgeranno non solo gli ospedali ma anche i servizi agli anziani e disabili: le Rsa sono finanziate con il fondo sanitario. Per quanto concerne il welfare, la mannaia si è già abbattuta da tempo sul settore, tanto che Regione Lombardia è intervenuta con risorse proprie per 70 milioni di euro". Lo ha detto l´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli, al termine degli incontri a Palazzo Lombardia con i protagonisti del sistema di welfare in Lombardia: il Terzo Settore, gli erogatori di servizi, i dirigenti delle Aziende Servizi alla Persona, le Istituzioni locali, sindacati, associazioni imprenditoriali, organizzazioni di categoria, enti non profit e del volontariato, cooperative. Patto Welfare Condiviso Con Attori Del Settore - L´assessore sta proseguendo il giro di consultazioni per raccogliere indicazioni, suggerimenti, proposte, per perfezionare il Patto per il Welfare da sottoscrivere nei prossimi mesi con tutti i soggetti pubblici e privati attivi in questo campo. "Vogliamo condividere insieme - ha sottolineato l´assessore Boscagli - principi e azioni per una riforma complessiva del sistema". L´attuale impianto di protezione sociale, costruito dal Dopoguerra in avanti, mostra ormai in maniera evidente i propri limiti, sia da un punto di vista economico, sia rispetto alla risposta ai nuovi bisogni. Regione Lombardia ha già iniziato con diverse azioni a introdurre novità nel sistema di welfare, ad esempio con il ´Fattore famiglia lombardo´, ma è comunque necessario un ripensamento più ampio, che sarà sancito da una nuova legge regionale di riforma, la cui base sarà appunto il ´Patto per il Welfare´. "Un welfare - ha spiegato Boscagli - non riparativo (che interviene quando le situazioni di criticità si sono già definite e costituiscono un´emergenza da affrontare) ma un welfare che previene la difficoltà della persona e della famiglia: in questo senso si prevede anche l´ingresso sul mercato di nuove figure e profili professionali. Il welfare diventa, di fatto, un fattore di sviluppo". Consultazioni In Tutte Le Province - Il giro di consultazioni con tutti i soggetti protagonisti del welfare ha già toccato tre delle 12 province lombarde, Lecco, Varese e Monza. "Un nuovo welfare ha bisogno di una diversa soggettività della famiglia" ha aggiunto Boscagli. Verso Un Nuovo Sistema Con Il Fattore Famiglia - "I cambiamenti demografici - ha spiegato l´assessore - come la denatalità e l´allungamento delle aspettative di vita, impongono un ripensamento del sistema di welfare così come l´abbiamo sin qui conosciuto, anche per le mutate condizioni prodotte dalla crisi economica internazionale". L´introduzione del ´Fattore Famiglia´, a titolo sperimentale, in applicazione della legge regionale 2/2012, consente di fotografare i reali bisogni dei nuclei familiari, tenendo conto della presenza di persone con disabilità, di lavoratori in cassa integrazione o in mobilità, di chi ha perso il lavoro. Non soltanto quindi la semplice situazione reddituale così come veniva restituita con l´indice Isee (Indicatore della situazione economica equivalente), ma una vera e propria analisi dei bisogni della famiglia. I Punti Principali Del Patto - Gli altri punti centrali del ´Patto per il Welfare´, oltre alla centralità della famiglia, sono l´abbandono della logica di offerta di servizi e assistenza verso un sistema imperniato sulla domanda, la semplificazione e la maggiore accessibilità ai servizi, l´introduzione della Dote Welfare, la sussidiarietà e il ruolo strategico del Terzo Settore. |
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MENO BISTURI GRAZIE AI FARMACI INNOVATIVI: SI PROFILA UNA NUOVA REALTÀ DELLA CURA DELLA MALATTIA DI CUSHING E DELL’ACROMEGALIA |
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Brescia, 9 luglio 2012. Crescono le speranze per affrontare la malattia di Cushing, l’acromegalia ed il gigantismo, patologie rare che fino a qualche tempo fa potevano essere trattate esclusivamente con l’asportazione dell’adenoma dell’ipofisi (una piccola ghiandola all’interno del cranio) che dà origine agli scompensi ormonali che le caratterizzano. Lo sottolineano gli esperti riuniti presso l’Aula Magna della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università di Brescia in occasione del Congresso “Clinical Update in Endocrinologia e Metabolismo” organizzato, nel trentennale dell’Università, da Andrea Giustina, Professore Ordinario di Endocrinologia e Direttore Scientifico del centro Studi e Ricerche in Osteoporosi e Malattie Metaboliche Ossee dell’Università cittadina. L’evento, a cui partecipano alcuni dei maggiori esperti mondiali come i Professori Sholmo Melmed, Felipe Casanueva e Philippe Bouchard, è realizzato sotto l’egida della Società Italiana di Endocrinologia (Sie). L’attenzione degli esperti si concentra su due patologie, la malattia di Cushing e l’acromegalia. Per entrambi i quadri, pur se si parla di malattie rare, la sensazione è innanzitutto che si tratti di patologie sottovalutate e che ancora oggi sono diagnosticate in ritardo, quando invece proprio la diagnosi precoce rappresenta un fattore chiave per ridurre il rischio che si sviluppino complicazioni gravi. “La sindrome di Cushing è caratterizzata dall’eccesso di produzione di cortisolo da parte dell’organismo, e può essere legata a diverse cause – spiega Ezio Ghigo, Professore di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Università di Torino e Presidente Sie, Società Italiana di Endocrinologia. Ad esempio si può presentare in chi assume per tempi prolungati dosi elevate di cortisonici, come accade in chi soffre di patologie tumorali o reumatiche, oppure essere legata a una patologia del surrene. Ben più frequente di questo secondo caso è comunque una disfunzione causata da un adenoma dell’ipofisi, la ghiandola che guida la secrezione del surrene attraverso l’azione di un particolare ormone, chiamato adrenocorticotropo o Acth. In questi casi si parla di malattia di Cushing. Trattare questi pazienti è molto difficile, anche perché non sempre è possibile individuare la lesione che causa la condizione patologica e asportare l’adenoma. Per fortuna la ricerca sta per mettere a disposizione un particolare farmaco, pasireotide, che ha dimostrato di essere efficace nel controllare la secrezione di Acth e quindi potrà consentire in futuro di rispondere a un bisogno di malati che oggi non hanno ancora una terapia mirata”. L’innovativo approccio alla malattia di Cushing rappresenta un passo avanti di rilievo nell’ambito delle malattie endocrine, perché consente di agire efficacemente sulla causa di una patologia che può risultare estremamente grave ed apre la strada ad atrofia muscolare, ipertensione, diabete e alterazioni del metabolismo dei lipidi, mettendo il paziente ad elevato rischio di infarto o ictus. Per le sue caratteristiche, comunque, pasireotide è in fase avanzata di studio anche per un’altra patologia ormonale, che colpisce circa 70 persone su un milione: l’acromegalia. La malattia porta progressivamente a un aumento del volume del volto, delle labbra, delle mani e dei piedi. Fino a qualche tempo fa l’asportazione del tumore benigno dell’ipofisi che induce l’eccesso di ormone della crescita era l’unica cura possibile per i malati, ma già oggi il trattamento farmacologico può evitare il ricorso all’intervento chirurgico in un’elevata percentuale di casi. E nel futuro, con pasireotide, si punta a migliorare ancora questi risultati. “Pasireotide è un analogo della somatostatina, che ha dimostrato un’affinità più ampia per i recettori su cui già agiscono farmaci della stessa classe, che hanno consentito di ottenere anche il 50 per cento di riduzione del tumore benigno dell’ipofisi che scatena l’eccesso di produzione di ormone della crescita – afferma Giustina. La speranza è di poter trattare con la terapia medica un numero sempre più elevato di pazienti perché questa patologia, che viene ancora scoperta quasi per caso anche dopo 10 anni dall’inizio dei sintomi, spesso molto subdoli, può condurre a complicazioni gravi come ipertrofia del tessuto del cuore, diabete, fratture e un maggior rischio di comparsa di alcuni tumori”. Per gli specialisti, e soprattutto per i pazienti, la ricerca sta quindi offrendo nuove, importanti soluzioni per patologie ancora in cerca di approcci terapeutici innovativi. In questo senso il convegno di Brescia rappresenta un punto di riferimento nel processo di formazione degli endocrinologi, anche perché mette a confronto i massimi esperti sulle tante patologie che questi studiosi si trovano ad affrontare, da quelle della tiroide al diabete. “Per questo la Sie, che ha da poco compiuto 50 anni, mette in prima linea i giovani specialisti attraverso iniziative di formazione come quella in programma – conclude Ghigo. Per noi non è fondamentale solo la scienza – e l’endocrinologia italiana è ai vertici mondiali nella ricerca – ma anche la formazione dei giovani perché lo scopo della società è di rappresentare una “sorgente” di informazioni scientifiche di altissimo livello per gli specialisti del futuro”. L’alleanza tra specialista, pazienti e loro familiari, che passa anche attraverso una maggior conoscenza delle patologie ipofisarie, spiega la presenza nell’ambito del programma congressuale di uno spazio dedicato ad Anipi Italia Onlus (Associazione Nazionale Italiana Patologie Ipofisarie). “Avere un’associazione pazienti per le patologie rare e ancora poco conosciute è estremamente importante per aiutare i pazienti a superare il senso di solitudine e disorientamento. - commenta Vittorino Berti, Presidente di Anipi – La scarsa informazione e la mancanza di punti di riferimento, come la difficoltà a trovare altre persone con cui condividere la propria esperienza, rendono più arduo il percorso terapeutico”. Anipi è un’associazione che si prefigge come fine primario la divulgazione tra i pazienti e i loro familiari della conoscenza delle patologie ipofisarie. A tale scopo è stata dedicata l’ultima parte del congresso che apre le porte ai pazienti stessi, mettendo a loro disposizione degli esperti per spiegare queste patologie rare e rispondere alle eventuali domande. L’interesse per queste patologie nasce dalla constatazione dell’alto impatto sociale che queste malattie hanno nell’ alterare in modo significativo la qualità di vita del paziente stesso. Www.anipiveneto.org |
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SPENDING REVIEW. POSTI LETTO. PUGLIA GIÀ IN LINEA. ANZI,DI PIÙ |
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Bari, 9 luglio 2012 - Le indicazioni contenute nel cosiddetto “Decreto Spending Review” in materia di Sanità, relative al taglio di posti letto, non comportano per la Regione Puglia alcun intervento aggiuntivo rispetto alle azioni già declinate nelle due fasi del piano di riordino ospedaliero, i cui obiettivi sono stati definiti dal Piano di Rientro. I dati pubblicati in questi giorni dalla stampa, da cui sembrerebbe che la Regione Puglia debba ancora chiudere 24 ospedali, fanno riferimento alla situazione pre-piano di riordino. La Regione Puglia aveva una rete ospedaliera pletorica, costituita da 102 stabilimenti ospedalieri (1 ogni 2,5 comuni), con una dotazione di 4 posti letto per 1000 abitanti e un tasso di ospedalizzazione superiore del 20% rispetto ai valori di riferimento nazionali. Abbiamo interpretato i vincoli del Piano di Rientro come un’opportunità per ottimizzare l’assistenza sanitaria, nel solco di quanto avevamo previsto con il Piano di Salute Regionale: siamo intervenuti avviando la riconversione in strutture di assistenza territoriale di piccoli stabilimenti ospedalieri, a bassa dotazione specialistica e tecnologica, in grado di gestire solo casistica poco complessa, poco efficienti in termini gestionali ed economicamente dispendiosi. Attraverso gli interventi del piano di riordino siamo giunti ad uno standard di 3,5 posti letto per 1000 abitanti, anche inferiore alle previsioni del Governo, con un’offerta pubblica superiore al 65% del totale dei servizi ospedalieri, riducendo in un solo anno del 13% i ricoveri inappropriati a conferma che la riorganizzazione ha avuto il senso di una riqualificazione dei percorsi assistenziali funzionale al soddisfacimento in sicurezza dei reali bisogni di salute delle nostre comunità. Se da un lato il Governo regionale – avendo già responsabilmente compiuto un rigoroso percorso di riorganizzazione - è in grado di sgombrare il campo dalle preoccupazioni legate ad una ulteriore compressione della nostra rete ospedaliera, dall’altro non può che manifestare il proprio fermo disappunto per la scelta di continuare ad intervenire con tagli dolorosi sul sistema della tutela della salute. |
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“SPENDING REVIEW” IN SANITÀ, PRESIDENTE MARINI: DA GOVERNO PESANTI TAGLI LINEARI, SOLO GRAZIE A RIFORMA UMBRIA IN GRADO DI SALVAGUARDARE SERVIZI AI CITTADINI |
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Perugia, 9 luglio 2012 - "Il nuovo, ennesimo taglio al Fondo sanitario nazionale annunciato dal Governo preoccupa molto. Soprattutto perché per il 2012 inciderà in maniera lineare, colpendo allo stesso modo le Regioni virtuose, come l´Umbria, e quelle che non hanno i conti in ordine e incidendo non tanto sulle spese ´inutili´ quanto piuttosto sui servizi". È quanto afferma la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, esprimendo la contrarietà al provvedimento illustrato il 4 luglio alle Regioni nell´incontro con il ministro della Salute Renato Balduzzi. "Abbiamo sempre affermato - aggiunge - di essere consapevoli della necessità di contribuire al risanamento dei conti pubblici per favorire l´uscita del Paese dalla grave crisi economica, con leale spirito di collaborazione e cooperazione istituzionale, ma molte delle misure annunciate dal governo come revisione della spesa pubblica, alla luce dei fatti risultano essere semplici e pesanti tagli lineari". "Una logica sbagliata, che rischia di danneggiare soprattutto le Regioni virtuose come la nostra. Bene abbiamo fatto - sottolinea - a definire una riforma sanitaria regionale capace di determinare una razionalizzazione e riorganizzazione del nostro sistema sanitario, il cui obiettivo principale è innanzitutto la salvaguardia dei servizi ai cittadini. Soprattutto alla luce delle misure che ieri ci ha anticipato il ministro Balduzzi, la nostra riforma - rileva la presidente Marini - diventa la risposta più adeguata e al tempo stesso lo strumento essenziale di programmazione per poter non solo riorganizzare il nostro servizio sanitario, ma anche per conseguire il rispetto degli obiettivi che ci vengono indicati dal Governo". "L´umbria, dunque, sta facendo la sua parte - prosegue la presidente -. Per ciò che riguarda, ad esempio, la questione ospedali e posti letto, il parametro indicato dal Governo è già rispettato, grazie alla sana politica di programmazione messa in atto in questi anni e sono state già individuate adeguate soluzioni per la riorganizzazione dei piccoli presidi sanitari". "La nostra riforma - conclude la presidente Marini - puntando a determinare maggiori risparmi e potenziare e qualificare ulteriormente il nostro sistema sanitario, ci mette nelle migliori condizioni per far fronte alla ´spending review´, da intendere nel senso del contenimento della spesa. Ci sentiamo ancora più motivati e determinati a far sì che entro luglio i provvedimenti di riordino della sanità siano formalmente assunti dalla Giunta regionale". |
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"NESSUNA CHIUSURA DI OSPEDALI IN TRENTINO" LA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO HA COMPETENZA PRIMARIA SULLA SANITÀ |
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Trento, 9 luglio 2012 - L´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, in merito all´ipotesi avanzata dal Governo Monti di chiudere gli ospedali con meno di 80 posti letto, precisa che la Provincia autonoma di Trento ha competenza primaria sulla sanità e quindi gli eventuali tagli decisi dal Governo non si applicano alla nostra realtà. "Prima di tutto - commenta l´assessore provinciale Ugo Rossi - bisogna tranquillizzare i nostri cittadini, perché va detto che sulla sanità abbiamo competenza primaria, ovvero decidiamo noi come organizzarci, quante e quali risorse destinare alla sanità, quali razionalizzazioni fare sulla spesa. Non può farlo lo Stato: non riceviamo nessuna contribuzione dallo Stato per pagare le spesa sanitaria sul nostro territorio, il Servizio sanitario trentino è finanziato interamente con risorse che provengono dal nostro bilancio e quindi dalle tasse versate dalle nostre imprese e dai nostri cittadini". "Nel merito poi del provvedimento deciso dal Governo - prosegue l´assessore - va detto che abbiamo avviato da tempo una razionalizzazione anche della spesa sanitaria per quanto riguarda gli ospedali, attraverso la creazione di un´unica rete ospedaliera costituita dagli ospedali di Trento e di Rovereto e dagli ospedali di valle di Cavalese, Borgo Valsugana, Tione, Cles ed Arco. Questo percorso è stato, peraltro, illustrato alcune settimane fa al ministro alla salute, Renato Balduzzi, durante la sua visita in Trentino al costruendo centro di protonterapia. Di conseguenza non ci saranno rischi di chiusura per nessuno dei nostri ospedali". Infine, su un piano più generale: "Siamo naturalmente chiamati ad operare - conclude Ugo Rossi - con una logica di attenzione alla spesa, di risparmio, di razionalizzazione. Questo lo facciamo da tempo, ma il contributo della nostra Provincia al risanamento della finanza pubblica nazionale non può avvenire attraverso sottomissione a provvedimenti su singoli settori, esso deve avvenire all´interno di quel meccanismo pattizio che regola i rapporti fra le Autonomie speciali e lo Stato e quindi su quel tavolo di confronto istituto fra Provincia autonoma di Trento e Governo nazionale". |
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SANITA´ IN ABRUZZO: CHIODI,PRESSIONE SU GOVERNO PER BIMBI ABUSATI MINISTERO ACCOGLIE RICHIESTA COMMISSARIO PER ACCREDITAMENTO |
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Pescara, 9 luglio 2012 - Il Mistero della Salute, con una nota, ha accolto la richiesta del commissario ad acta della Sanità, Gianni Chiodi, di un tavolo tecnico che autorizzi l´accreditamento definitivo delle strutture socio-sanitarie "Il Cireneo" di Vasto, e L´aquila, "Madre Ester" di Scerne di Pineto e "Il Piccolo principe" di Pescara, ed ha fissato l´incontro il 10 luglio, alle ore 15.00, in via Lungotevere. La convocazione riguarda anche il direttore dell´Agenas, Fulvio Moirano, i Direttori della Direzione programmazione del Ministero della Salute e l´ispettore generale capo del Ministero dell´Economia e Finanze, Francesco Massicci. Il commissario Chiodi ha accolto la notizia della convocazione con grande soddisfazione: "E´ una vicenda che deve trovare una rapida e positiva soluzione per la gravità e le profonde compromissioni, anche di carattere umano, che coinvolgono troppi bambini abusati o affetti da autismo", ha spiegato Chiodi. "Il tavolo tecnico, avendo lo Stato impugnato alla Corte costituzionale la nostra Legge 3, che assegnava un budget per l´accreditamento di strutture che erogano servizi rientranti nei Lea, deve affiancare l´Abruzzo nella ricerca di una possibile soluzione. Nessuno può pensare di rendere un buon servizio se ci si limita al primato delle cifre e del rigore anche quando queste confliggono con le esigenze reali dei cittadini e dei loro territori". La vicenda del mancato accreditamento delle Strutture che accolgono i bambini abusati e affetti di autismo aveva creato profondo sgomento, non solo nella realtà socio-sanitaria ma anche nella opinione pubblica, dopo l´impugnativa dello Stato verso la Legge regionale che garantiva le prestazioni essenziali. Da qui, il "forte e convinto interessamento" del Commissario ad acta per un coinvolgimento delle stesse strutture ministeriali, e l´ottenimento dell´incontro. "A Roma - ha concluso Chiodi - rappresenteremo le nostre esigenze con le motivazioni che ci hanno portato, con la Legge 3, a voler offrire una continuità nella erogazione di questi servizi sanitari". |
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OSPEDALE UNICO DI LAGONEGRO, APPROVATO PROGETTO DEFINITIVO |
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Potenza, 9 luglio 2012 - Sempre più vicina la cantierizzazione dell’Ospedale Unico per acuti di Lagonegro. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Infrastrutture Agatino Mancusi, ha dato il via libera al progetto definitivo presentato dalla Sol Spa, società di progetto formata dalle imprese che costituivano l’Ati aggiudicataria, concessionaria della costruzione e gestione dello opera. Di pari passo all’approvazione del progetto la dichiarazione di Pubblica utilità, che consente di avviare subito le procedure di esproprio. Per il plesso sono stati stanziati 83,4 milioni di euro. L’ospedale unico per acuti sorgerà in un’area situata presso lo svincolo autostradale di Lagonegro Sud della “Salerno-reggio Calabria”. “Si sta così completando – ha commentato l’assessore Mancusi - l’iter amministrativo per la realizzazione della importante struttura ospedaliera. Al più presto si procederà all’approvazione del progetto esecutivo e, dopo, all’apertura dei cantieri. Si tratta di un’opera pubblica che, per la sua posizione baricentrica, si candida ad essere non solo una struttura sanitaria a servizio dell’area Sud della Basilicata ma anche punto di riferimento e collegamento per i centri urbani che gravitano nell’area”. Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco di Lagonegro, Domenico Mitidieri. “In un momento in cui il governo – ha affermato – attraverso la spendig review, sta pensando a un processo di riduzione della spesa sanitaria, non è una contraddizione la realizzazione dell’Ospedale unico per acuti a Lagonegro, che come risulta dagli atti e dai deliberati, costituisce un presidio sanitario strategico per un’area vasta come quella sud-occidentale della Basilicata e per i territori extraregionali della Campania e della Calabria”. |
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SALUTE MENTALE, SEMPRE PIÙ STRETTA LA COLLABORAZIONE REGIONE TOSCANA-ASSOCIAZIONI |
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Firenze 9 luglio 2012 – Regione Toscana e associazioni collaborano in maniera sempre più stretta per promuovere e tutelare al meglio la salute mentale dei cittadini toscani. E’ il senso del protocollo firmato stamani dall’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni e daGemma Del Carlo, presidente del Coordinamento toscano delle associazioni per la salute mentale, che si è costituito nel ’93 e riunisce 38 associazioni di familiari e utenti. Nel protocollo, Regione e Coordinamento concordano “sulla necessità di attivare e sviluppare forme di cooperazione e integrazione al fine di assicurare una più ampia azione di promozione e tutela della salute mentale della popolazione della Toscana” e per questo “si impegnano a concordare azioni congiunte e a collaborare a singole iniziative rispondenti agli indirizzi programmatici condivisi”. “I disturbi psichici sono in aumento, ce lo dicono studi a livello europeo, e anche ricerche condotte qui in Toscana, come quella dell’Ars, l’Agenzia regionale di sanità – dice l’assessore Marroni – Il nuovo Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale 2012-2015, che nei prossimi mesi sarà approvato dal Consiglio Regionale, dedica alla salute mentale un ampio capitolo, ponendosi l’obiettivo di accogliere i bisogni delle persone di ogni età con disturbi psichici e promuovere servizi finalizzati a percorsi di prevenzione e ripresa. Per questo è fondamentale la collaborazione con le associazioni di familiari e utenti, che ci consente di intercettare prima possibile il disagio psichico e mettere a punto interventi sempre più mirati ed efficaci”. Studi a livello europeo stimano che circa il 27% dei cittadini degli stati membri sperimentino, in un anno, almeno una forma di disagio mentale; i disturbi sono in aumento soprattutto in infanzia e adolescenza, così come lo sono in età geriatrica; e preoccupante è l’incidenza del suicidio tra le cause di morte. Le situazioni di disagio psico-sociale contribuiscono all’insorgenza della malattia mentale. Eventi come la disoccupazione, la precarietà, le condizioni socio-economiche, la solitudine degli anziani, la difficile condizione dei migranti e dei rifugiati, sono tutti fonte di disturbi psichici anche molto gravi. “Per questo – sottolinea l’assessore Marroni – diventa indispensabile trovare nuovi approcci, più proattivi degli attuali, capaci di intercettare il bisogno e di riorganizzare i servizi in modo adeguato alla domanda, per rispondere con tempestività, pertinenza, efficacia. Fondamentale la collaborazione tra i servizi di salute mentale e i medici di base”. L’epidemiologia della salute mentale in Toscana Secondo dati recenti (Eurobarometer 2010), i disturbi di salute mentale rappresentano un problema sanitario che coinvolge circa un cittadino su 10 dell’Unione Europea e, in molti stati, la depressione rappresenta il problema di salute più comune. La Commissione Europea ha svolto un’indagine specifica su 27 Stati membri, mostrando come la condizione di precarietà economica e lavorativa influisca profondamente sulla percezione del proprio stato mentale. La popolazione italiana sembra avere uno stato emotivo più negativo rispetto alla media europea, modificando così l’immagine di un popolo allegro, nonostante tutto. In particolare, nelle quattro settimane che precedevano l’intervista, soltanto il 33% ha riferito di non essersi sentito profondamente abbattuto (rispetto al 47% degli europei) e solo il 16% non si è sentito demoralizzato e triste rispetto al 35% della media europea. Per quanto riguarda la Toscana, questi i dati che emergono da uno studio dell’Ars, l’Agenzia regionale di sanità, presentato nel gennaio scorso. Per disturbi psichiatrici si fanno meno ricoveri e più trattamenti in day hospital o presso i servizi territoriali. I disturbi schizofrenici lasciano il posto a depressione e ansia. E la Toscana è la regione in cui si registra il più alto consumo di antidepressivi. I problemi psichiatrici affliggono di più i maschi in giovane età, mentre le donne sono le più colpite dopo i 40 anni. In vent’anni è calato il ricorso al suicidio, anche se il fenomeno resta preoccupante in alcune zone montane. Nel 2010 i pazienti che hanno fatto ricorso a unservizio territoriale di salute mentale sono stati circa 78.000 (di cui 23.423 minorenni e 54.245 maggiorenni), pari ad oltre il 2% della popolazione. Di questi, quasi il 40% risultano nuovi utenti. Per quanto riguarda i ricoveri, l’andamento presenta una tendenza alla riduzione. Al decrescere dei ricoveri si associa un aumento dei trattamenti in regime di day hospital, che dal 2002 ad oggi sono aumentati di 9 punti percentuali (dal 17,9% del 2002 al 26,9% del 2010). Per i ricoveri, il rapporto tra maschi e femmine è di 3:2 nella popolazione minorenne e di 2:3 tra i maggiorenni. L’andamento nei ricoveri negli anni 1997-2010 presenta una tendenza alla diminuzione dei ricoveri per entrambi i sessi, con un tasso, nel 2010, di 36 x 10.000 abitanti, di gran lunga inferiore rispetto alla media nazionale di 44 x 10.000 abitanti. Tra i ricoveri, le donne rappresentano il 52,4% del totale sopra i 40 anni, mentre nel genere maschile i ricoveri nella prima infanzia risultano essere nettamente superiori. Anche le patologie che portano al ricovero hanno subìto un’importante variazione nel corso degli anni, mostrando una netta diminuzione dei ricoveri per disturbo schizofrenico, che sembrano lasciare il posto aldisturbo bipolare (psicosi maniaco-depressiva, che rappresenta la principale patologia di ricovero per entrambi i sessi) e ai disturbi d’ansia. Antidepressivi: la Toscana si caratterizza per un consumo superiore rispetto alla media italiana: +50% circa, con sensibili differenze tra le diverse Asl. Il crescente utilizzo – osservano i ricercatori dell’Ars – sicuramente risente dei cambiamenti culturali avvenuti nel corso degli ultimi anni, in cui patologie come ansia e depressione risultano meno stigmatizzate dalla popolazione generale, che quindi ricorre con maggior facilità all’aiuto medico. Suicidio: nei venti anni di osservazione (1988-2008) il ricorso al suicidio risulta ridotto di circa 4 punti percentuali, attestandosi, nel 2008, sul valore di 7 casi x 100.000 abitanti. Le politiche di prevenzione messe in atto in Toscana nel corso degli ultimi anni hanno evidentemente sortito effetti positivi. Dal 1988 al 2008 in Toscana i suicidi sono calati da 314 nel 1988 (238 nei maschi e 76 nelle femmine) a 263 nel 2008 (205 nei maschi, 58 nelle femmine). Nei venti anni presi in considerazione, il tasso di mortalità per suicidio (numero di suicidi ogni 100.000 abitanti) è sceso da 10,5 a 6,8 (da 18,4 a 11,7 per i maschi e da 5,1 a 2,8 per le femmine). E la maggiore densità (con tassi tra 8,30 e 17,47) si rileva nell’area sud-est della regione, con particolare rilevanza nella zona dell’Amiata, e sulle montagne pistoiesi e casentinesi. Tra i fattori di rischio individuati dall’Ars, il sesso maschile, l’età avanzata, il basso grado di urbanizzazione, la condizione di isolamento. La primavera rappresenta il periodo dell’anno con il maggior numero di suicidi. Nei 6 mesi che precedono il suicidio, il ricorso ai servizi raddoppia. Nell’anno che precede l’evento, il ricorso ai farmaci è triplo rispetto alla media della popolazione toscana. |
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SPENDING REVIEW IN CALABRIA: COMMENTO SULLA SPESA SANITARIA |
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Catanzaro, 9 luglio 2012 - L’assessore regionale all’urbanistica Piero Aiello, intervenendo in merito ai tagli alla sanità contenuti nel provvedimento sulla spending review, ha affermato che “Il diritto alla salute in Calabria rischia di diventare veramente un’entità opzionale”. “L’intervento unilaterale del governo tecnico – ha aggiunto Aiello - che, con la scusa della revisione della spesa, ha attuato una vera e propria manovra, penalizza, ancora una volta, le regioni più deboli che già pagano dazio essendo sottoposte al famigerato commissariamento. È inaccettabile la ulteriore riduzione dei finanziamenti per circa 160 milioni di euro fino al 2014 che, aggiungendosi ai circa 550 della manovra estiva, tolgono circa 700 milioni di euro alla Calabria. Ma c’è di più. Se pensiamo che un cittadino calabrese costa al Servizio Sanitario 1704 euro l’anno a fronte di un costo medio nazionale di 1851 euro l’operazione è facile: altri 249 milioni di euro in meno. Siamo all’assurdo. Alle scelte impopolari e dolorose obbligate dal piano si aggiunge la beffa dei tagli indiscriminati. Non è possibile – ha detto ancora l’assessore - giocare tutto sul crinale del metodo ‘tagli a tutti i costi”. Eppure in questi due anni la Calabria ha dimostrato di saper risparmiare e, soprattutto, oltre al contenimento ha abbattuto la spesa farmaceutica del 17,4 %. Certamente – evidenzia Aiello - solo con la politica dei tagli il nostro sistema sanitario rischia di implodere. Bisogna avere il coraggio di dare seguito alle prerogative proprie della politica (…e di nessun altro), demandatele dalla volontà popolare, che consistono nella necessità di rimodulare e riorganizzare il sistema garantendo, assolutamente, che venga assicurato il mantenimento della qualità e quantità delle prestazioni. A tal proposito, confermo la volontà, ferrea, di considerare, com’è giusto, l’Università e la Fondazione Campanella patrimonio della Sanità regionale e l’ospedale Pugliese come centro di riferimento regionale che per anni ha continuato, e continua, ad assistere pazienti provenienti da più parti della Calabria. Nosocomio contraddistinto da validissime professionalità che quotidianamente si sacrificano per garantire degna assistenza agli utenti. Sicuramente – ha continuato l’assessore all’urbanistica - esiste un piano di rientro ed esiste un decreto- n. 18/2010- ( è giusto ricordarlo) ma nessuno si illuda, ufficio del commissario od altro; se incarichi particolari vengono metabolizzati come peso o con nonchalance nessuno è obbligato a rimanere in Calabria o, eventualmente, ad assumere comportamenti superficiali ed arroganti. C’è la necessità di lavorare per il bene comune e quindi c’è bisogno di collaborazione e pazienza e non di pressapochismo e supponenza. La sanità calabrese – ha rimarcato Aiello - è patrimonio di tutti i calabresi e non si risolvono i problemi solo con la forbice, altrimenti è necessario cambiare mestiere. Con la salute ed i bisogni di sanità non si scherza! In questo percorso difficile – ha infine affermato l’assessore Aiello - siamo a fianco del Presidente Scopelliti, che ha lavorato con grande equilibrio in una posizione scabrosa e complicata. Ma confidiamo nelle sue capacità convinti che a breve riprenderanno gli incontri con l’Università per arrivare ad un protocollo condiviso che consenta, anche alla Fondazione Campanella, di mantenere standards di assistenza altamente qualitativi, anche se, stranamente e del tutto inspiegabilmente, alla stessa non sono state ancora assegnate le risorse necessarie per il Ii° semestre, ed all’Ospedale Pugliese di caratterizzarsi, ancora di più per particolari specialità, dando ad esso la possibilità di reggere l’enorme domanda di assistenza sanitaria”. |
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SANITA´:SPENDING REVIEW, LA SICILIA LA FA DA 4 ANNI" |
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Palermo, 9 luglio 2012 - "Comprendo bene la gravissima situazione economico finanziaria del Paese, ma e´ impensabile che ulteriori tagli e sacrifici possano essere spalmati su tutte le regioni, nel comparto della sanita´, senza tenere conto di cio´ che e´ successo negli ultimi anni. La nostra spending review l´abbiamo fatta, e con grande successo, adempiendo puntualmente al Piano di rientro, recuperando circa 600 milioni di euro, accorpando dipartimenti e presidi ospedalieri, riducendo di quasi 2.200 unita´ il numero dei posti letto per acuti, tagliando di oltre il 30% il numero delle unita´ operative semplici e complesse". Lo ha affermato il 5 luglio l´assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, impegnato a Roma nella Conferenza delle Regioni che ha affrontato il tema dei tagli in sanita´. "Abbiamo gia´ affrontato e risolto - ha proseguito Russo - il problema della rifunzionalizzazione dei piccoli ospedali, chiudendone alcuni e dando ai manager delle aziende precise indicazioni per la istituzione, in base ai fabbisogni, di nuovi distretti ospedalieri che riuniscono sotto un´unica direzione l´attivita´ di molti ospedali con un basso numero di posti letto, unificandone i relativi servizi e quindi eliminando reparti doppioni e conseguendo risparmi sulla spesa. Ulteriori tagli in questo settore colpirebbero la erogazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea). Il nostro sforzo, che ha permesso nel 2011 un sostanziale pareggio di bilancio, ha comportato un costo sociale non indifferente, provocando le proteste di molte comunita´ locali legate a particolari interessi campanilistici di chi non ha compreso o non vuole comprendere la gravita´ della situazione". "La sanita´ siciliana - ha aggiunto Russo, che insieme ai colleghi delle altre Regioni ha incontrato oggi il ministro Balduzzi - non solo ha risanato i propri bilanci, ma ha eliminato sprechi e privilegi migliorando la qualita´ dell´assistenza. Purtroppo questa realta´ e´ spesso ignorata da certa stampa, che dimostra insopportabili pregiudizi contro il meridione, che tace sui risultati conseguiti e spesso abusa di luoghi comuni sulla Sicilia e sul Sud, in larga parte superati dai fatti. Perfino ieri sera, nel corso di una trasmissione politica nazionale, c´e´ stato un attacco durissimo alla sanita´ siciliana, sostenuto da semplici opinioni e non certo da dati concreti". "La realta´ - ha concluso Russo - e´ che il sistema sanitario siciliano ha intrapreso un cammino virtuoso dal quale non sara´ piu´ possibile tornare indietro. Noi la nostra parte l´abbiamo fatta responsabilmente e siamo pronti a ulteriori sforzi per recuperare, nell´interesse generale del Paese, sacche di spesa inefficiente ed eventuali sprechi che colpiremo con durezza". |
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SALUTE: 50 MILA EURO PROGETTO CURE ODONTOIATRICHE DISABILI PORDENONE |
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Trieste, 9 luglio 2012 - I disabili gravi e le loro famiglie potranno contare su un nuovo punto di riferimento, per quanto riguarda le cure odontoiatriche specializzate, presso l´Ospedale Santa Maria degli Angeli a Pordenone. E´ questo l´esito dell´approvazione, da parte del Consiglio regionale, di un emendamento promosso dal vicepresidente Luca Ciriani, che nei giorni scorsi aveva incontrato, assieme al presidente della Provincia di Pordenone e al dott. Grizzo dell´Ass n.6, i rappresentanti di alcune associazioni legate al mondo della disabilità - Anffas, Comitato Associazioni per i Disabili, Fondazione Bambini e Autismo e Associazione Genitori la Nostra Famiglia. "Queste associazioni - ha spiegato il vicepresidente - ci hanno sottoposto un progetto per il ´Potenziamento dei servizi dedicati alla prevenzione, alla diagnosi e alla terapia delle patologie odontostomatologiche nel paziente disabile´, da attivarsi presso l´ospedale di Pordenone. Con questo emendamento all´assestamento di bilancio abbiamo stanziato i 50 mila euro necessari ad attivare il progetto e ad allestire, presso il Santa Maria degli Angeli, un apposito centro dotato delle strutture e delle professionalità necessarie. Per i disabili affetti da gravi deficit motori o psichici, ha spiegato il vicepresidente, le sedute odontoiatriche rappresentano un ostacolo spesso insormontabile, sia dal punto di vista logistico che per la difficoltà a rapportarsi in una struttura che non è organizzata ad hoc, con strumenti, logistica e competenza specifica. Le famiglie dei disabili hanno bisogno di avere una struttura vicina, in grado di rispondere ai bisogni concreti in tema di salute. Le persone disabili affrontano già situazioni molto dolorose e complesse, e una cosa apparentemente semplice per una persona senza difficoltà come andare dal dentista diventa complicatissima. Per questo motivo ho sostenuto con impegno questo emendamento". Grande soddisfazione viene espressa dall´Associazione Genitori "La Nostra Famiglia" di San Vito, una delle realtà coinvolte nella promozione di questo progetto: "è stata dimostrata una grandissima sensibilità da parte della Regione, della Provincia e dell´Azienda sanitaria - ha dichiarato il presidente Mauro Chiarot - apprezziamo molto che venga data particolare attenzione al tema della disabilità, una condizione che spesso, come in questo caso, va ad aggiungersi alle normali problematiche di tipo sanitario. In pochissimi giorni si è passati dalla presentazione del progetto al suo finanziamento da parte della Regione, per questo ringraziamo il vicepresidente Luca Ciriani e il presidente della Provincia che hanno fatto prevalere la parte umana mettendola di fronte ai bilanci. Ora i tempi di messa in moto di questo progetto dovranno rispecchiare la celerità e la caparbietà che hanno caratterizzato questa prima parte del suo iter, speriamo quindi di avere questo nuovo servizio a disposizione nell´arco di pochi mesi. Credo che segnali come questo da parte dell´amministrazione pubblica - ha concluso Chiarot - siano estremamente positivi e, nello specifico, aiutino veramente le centinaia di famiglie coinvolte, che in un futuro ormai prossimo non saranno più costrette a pesanti ed onerose trasferte a Gorizia, San Daniele o addirittura fuori regione". |
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IL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE NEL BIELLESE |
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Biella, 9 luglio 2012 - L’asl di Biella ha presentato i dati del servizio di assistenza domiciliare attivo sul territorio: l’assistenza domiciliare integrata che si occupa ogni anno di circa 600 pazienti affetti da patologie complesse e su cui intervengono infermieri, medici generici, medici specialisti, fisioterapisti, assistenti sociali, operatori socio-sanitari; il servizio infermieristico domiciliare che gestisce 1500 persone; l’assistenza domiciliare programmata che riguarda 1200 casi. Inoltre si contano 40mila prelievi a domicilio annuali e 30mila prestazioni infermieristiche estemporanee. Infine l’altra area molto rilevante nell’ambito della domiciliarità è quella delle cure palliative con circa 300 pazienti all’anno. Www.aslbi.piemonte.it |
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DISABILITÀ IN UMBRIA: C´È BISOGNO DI SCELTE CORAGGIOSE PER INNOVARE |
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Perugia,9 luglio 2012 - "Il mondo del lavoro, della formazione e dell´istruzione, deve necessariamente incrociare quello delle persone con disabilità attraverso una programmazione che garantisca la realizzazione dei progetti di vita di tutti". Lo ha sostenuto l´assessore regionale al Welfare, Carla Casciari, intervenendo il 5 luglio al convegno organizzato dal Consorzio Abn di Perugia, dal titolo "Giovani e Disabilità in Umbria. Una prospettiva di comunità", che si è svolto stamani a Perugia. Oltre all´assessore Casciari, sono intervenuti, Roberto Leonardi del Consorzio Abn, l´assessore alle politiche sociali del Comune di Perugia, Andrea Cernicchi, il sindaco di Torgiano, Marcello Nasini. Nel corso della mattinata alcuni imprenditori hanno raccontato la loro esperienza lavorativa con giovani disabili e quindi delle difficoltà che incontrano, ma anche delle grandi soddisfazioni che questo rapporto di lavoro, sicuramente diverso dagli altri e umanamente importante, comporta. "In questo particolare momento, caratterizzato anche da tagli lineari da parte del Governo, il mondo del sociale e la politica devono fare uno sforzo per innovare e, soprattutto per non arretrare. Ciò vale in generale - ha aggiunto l´assessore - infatti, deve essere prioritario l´avvio e il consolidamento di un processo che rimetta al centro l´individuo. E´ questa la sfida che ci aspetta e che deve coinvolgere tutti dalla politica alla società civile. In questo contesto la parola d´ordine è ´fare rete´, perché la rete territoriale è fondamentale per continuare a garantire quei livelli essenziali di servizi che sono alla base della democrazia, intesa come pari opportunità per tutti a tutti i livelli". L´assessore Casciari, dopo aver evidenziato che "ora più che mai c´è bisogno di coraggio per cambiare e per strutturare una forma di sussidiarietà circolare", ha riferito che "la Regione Umbria sta revisionando il Piano Sociale alla luce delle nuove esigenze ed emergenze sociali, senza però perdere di vista la famiglia, i minori e la disabilità. Inoltre, quest´anno le risorse per il Fondo per il diritto allo studio trasferite dalla Regione ai Comuni sarà orientato prevalentemente al supporto alla disabilità, così come nell´ambito degli interventi previsti dall´articolo 7 della legge regionale "13/2010" che tutela in generale le famiglie e in particolare quelle vulnerabili, l´istruzione e le difficoltà legate alla cura dei familiari, occupano un posto di primo piano". Concludendo l´assessore ha ricordato che la Regione ha previsto anche l´erogazione di incentivi finalizzati ad incrementare le assunzioni a tempo indeterminato dei lavoratori disabili e per compensare i costi aggiuntivi connessi all´occupazione di questa fascia lavoratori. Destinatari del sostegno sono i datori di lavoro privati che, previa stipula con gli uffici provinciali di Perugia e Terni di un´apposita convenzione, assumono con contratto a tempo indeterminato lavoratori con alto o assoluto grado di disabilità. |
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RICERCATORI SPAGNOLI ELABORANO UNA NUOVA TECNICA PER ADDESTRARE I GUARDALINEE |
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Bruxelles, 9 luglio 2012 - Gli appassionati di calcio spagnoli di tutto il mondo sono ancora a crogiolarsi nella gioia della vittoria trionfale della propria squadra sull´Italia nella finale di Euro 2012. Ma ora sembra che ci sia anche un motivo per festeggiare la capacità di ricerca sportiva del paese mediterraneo, in quanto un team di ricercatori spagnoli ha presentato un nuovo metodo per addestrare gli assistenti arbitrali basato sulla tecnologia stereoscopica. I ricercatori dell´Universidad Carlos Iii de Madrid (Uc3m) stanno applicando la tecnologia stereoscopica tridimensionale (3D) per registrare gli esercizi sulla posizione di fuorigioco, nella speranza che questi possano essere utilizzati dalla Fifa (Fédération Internationale de Football Association) come materiale didattico nei corsi di formazione professionale per assistenti arbitrali. Lo scopo di questo progetto innovativo è quello di migliorare il modo in cui gli assistenti arbitrali imparano il loro mestiere, attraverso l´uso di materiali multimediali che offrono una esperienza visiva vicino a quello che gli arbitri vivono sul campo e che può formare la percezione visiva nel processo decisionale sul fuorigioco. I ricercatori, che costituiscono la Uc3m Television-film group: memory, representation and industry (Tecmerin), hanno trascorso due giorni registrando 500 simulazioni di fuorigioco in 3D stereoscopico con diversi tipi di esercizi, simili a quelli utilizzati nei corsi di formazione professionale per arbitri internazionali Fifa. "Tra questi saranno scelti quelli più appropriati per creare materiali interattivi da essere utilizzati dagli assistenti arbitrali di tutto il mondo," ha commentato il coordinatore del progetto, il professor Manuel Armenteros. "L´uso delle immagini stereoscopiche migliorerà in modo significativo l´esperienza di apprendimento per il fatto che un ambiente di apprendimento a immagini 3D stereoscopiche genera un´esperienza visiva che è molto più realistica di quella 2D." Le immagini stereoscopiche sono realizzate utilizzando due lenti, una per ciascun occhio, che ottengono un maggior senso di profondità rispetto alle immagini 2D. I sistemi visivi percettivi utilizzano le differenze tra le immagini di ogni occhio per calcolare la profondità. I ricercatori fanno notare che, sebbene la tecnologia stereoscopica 3D è in giro da anni, è davvero decollata solo con la "rivoluzione digitale". Grazie alla capacità di elaborare le immagini digitalmente, è molto più semplice sovrapporre le due immagini necessarie per la creazione di immagini stereoscopiche. Ora, la tecnologia stereoscopica 3D viene utilizzata in una vasta gamma di campi, inclusa la registrazione e i dispositivi di visualizzazione. Il professor Armenteros ritiene che per le tecnologie visive questi sviluppi sono un progresso importante quanto l´inizio della tecnologia del colore. La speranza è che la tecnica da loro sviluppata porti una maggiore precisione al campo di calcio e aiuti i guardalinee nel prendere decisioni difficili, una cosa importante per l´integrità di questo bellissimo gioco. Per maggiori informazioni, visitare: Universidad Carlos Iii de Madrid (Uc3m): http://www.Uc3m.es/portal/page/portal/home |
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FIRENZE: NUOVI PERCORSI MOZZAFIATO PER I MONDIALI DI CICLISMO APPROVATE LA VARIANTI CHE SARANNO PRESENTATE ALL’UCI PER IL VIA LIBERA |
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Firenze, 9 luglio 2012 - Percorsi mozzafiato per i Mondiali di ciclismo del 2013. Una volta arrivati a Firenze, infatti, gli atleti sfrecceranno infatti tra i monumenti e le opere d’arte del centro storico. Sotto la cupola del Brunelleschi come davanti a Palazzo Strozzi, di fronte alla Biblioteca Nazionale ma anche a fianco del Giardino dell’Orticoltura. La giunta nell’ultima seduta ha approvato, su proposta del vicesindaco e assessore allo sport Dario Nardella, le varianti al percorso cittadino della competizione presentato a suo tempo all’Unione Ciclistica Internazionale che adesso dovrà dare il parere. La novità rispetto ai tracciati iniziali è soprattutto il passaggio in centro, per esempio da piazza Duomo, via Tornabuoni, via dell’Oriuolo, i lungarni e molte altre del cuore storico della città. "Una decisione che vuole da un lato offrire agli atleti e agli appassionati percorsi di straordinaria bellezza – commenta il vicesindaco Nardella – , dall’altro ridurre gli inevitabili disagi che una competizione di questo tipo comporta sulla viabilità e quindi sui cittadini”. Le strade e le piazze coinvolte saranno interessate da lavori di messa in sicurezza (parte già avviati) per complessivi 12 milioni di euro, 4 dei quali provenienti da finanziamenti regionali. |
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