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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 18 Ottobre 2012 |
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SALVARE IL CIBO, FAVORIRE LA VITA |
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Una nuova ricerca europea suggerisce che sarebbe possibile favorire la vita delle persone e conservare le risorse naturali del pianeta riducendo gli sprechi alimentari e rendendo la catena di produzione alimentare più efficiente. I risultati, presentati sulla rivista Science of the Total Environment, indicano che la riduzione delle percentuali di perdite e sprechi potrebbe tradursi in una riduzione del 50% delle perdite di approvvigionamento alimentare, e quindi contribuire ad alimentare un altro miliardo di persone. Ciò porterebbe a una maggiore sicurezza alimentare. Alcuni ricercatori guidati dall´Università Aalto, in Finlandia, hanno compiuto per la prima volta una stima valida del numero di persone che potrebbero essere nutrite se si riducessero gli sprechi di cibo. Dimezzando le perdite si potrebbe fornire cibo dalle risorse naturali per un ulteriore miliardo di persone, in un mondo la cui popolazione è di circa 7 miliardi. I ricercatori dicono che questo è possibile se a livello globale si potesse raggiungere la più bassa percentuale di perdita che viene raggiunta in una delle regioni. "Non c´è abbastanza acqua pulita ovunque sulla Terra", ha detto Matti Kummu dell´Università Aalto. "I terreni agricoli non possono essere significativamente aumentati e le materie prime di alcuni minerali per i fertilizzanti sono in via di esaurimento. Allo stesso tempo, un quarto della quantità di calorie degli alimenti prodotti va perso o sprecato in diverse fasi della catena di produzione alimentare, con conseguenti inutili perdite di risorse." I ricercatori hanno analizzato l´effetto delle perdite alimentari e il loro rapporto con le risorse a livello globale. Ogni anno le perdite alimentari ammontano a 27 metri cubi di acqua pulita, 0,031 ettari di terreni agricoli e 4,3 kg di fertilizzanti per abitante. "L´agricoltura assorbe oltre il 90% dell´acqua dolce consumata dagli esseri umani e la maggior parte delle materie prime utilizzate nei fertilizzanti", ha detto il dottor Kummu. "Una produzione alimentare più efficiente e la riduzione delle perdite di cibo sono questioni molto importanti per l´ambiente e per la sicurezza alimentare futura." Il team ha scoperto che ogni giorno vanno perse 614 chilocalorie per ogni persona, a causa dalla perdita di cibo nella catena di produzione alimentare. Se non esistesse lo spreco, la produzione alimentare mondiale fornirebbe ogni giorno 2.609 chilocalorie di cibo per ogni persona. Il risultato? Tagliare gli sprechi risulterebbe di fatto in risorse alimentari vitali per otto miliardi di persone. Allo studio hanno contribuito ricercatori dell´Università Vu di Amsterdam, nei Paesi Bassi, e dell´Università di Bonn, in Germania. Per maggiori informazioni, visitare: Università Aalto: http://www.Aalto.fi/en/ Science of the Total Environment: http://www.Journals.elsevier.com/science-of-the-total-environment/ |
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NUOVA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE EUROPEA PER RIDURRE AL MINIMO L´IMPATTO SUL CLIMA DELLA PRODUZIONE DI BIOCARBURANTI |
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Bruxelles - Ieri la Commissione ha pubblicato una proposta di limitare la conversione globale di terreni per la produzione di biocarburanti, e aumentare i benefici per il clima di biocarburanti usati nell´Ue. L´uso di alimenti a base di biocarburanti per soddisfare il 10% di energia rinnovabile obiettivo della direttiva sulle energie rinnovabili sarà limitato al 5%. Questo è quello di stimolare lo sviluppo di alternative, i cosiddetti biocarburanti di seconda generazione da materie prime non alimentari, come rifiuti o di paglia, che emettono gas a effetto serra molto meno rispetto ai combustibili fossili e che non interferiscono direttamente con la produzione alimentare mondiale. Per la prima volta, la stima dell´impatto globale di conversione dei terreni - Indirect Land Use Change (Iluc) - saranno prese in considerazione al momento di valutare le prestazioni di gas a effetto serra dei biocarburanti. Commissario per l´energia Günther Oettinger ha dichiarato: "Questa proposta darà nuovi incentivi per i migliori risultati in futuro i biocarburanti, i biocarburanti sarà un risparmio di notevoli emissioni di gas serra e ridurre la nostra spesa per le importazioni di carburante.». Commissario per l´Azione per il clima Connie Hedegaard ha detto: ´´ Per i biocarburanti per aiutarci a combattere i cambiamenti climatici, dobbiamo utilizzare i biocarburanti veramente sostenibili. Dobbiamo investire nei biocarburanti che consentano di raggiungere una riduzione delle emissioni reali e non sono in concorrenza con i prodotti alimentari. Ci sono, naturalmente, non chiudere i biocarburanti di prima generazione, ma stiamo inviando un chiaro segnale che anche in futuro i biocarburanti devono provenire da biocarburanti avanzati. Tutto il resto sarà insostenibile´´. Biocarburanti, prodotto sostenibile e sotto processi efficienti, sono un basso tenore di carbonio alternativa ai combustibili fossili nel mix energetico dell´Ue e per i trasporti in particolare. I biocarburanti sono facili da conservare e distribuire, hanno un´alta densità di energia e di solito emettono gas a effetto serra molto meno di petrolio, gas o carbone. Solo i biocarburanti che soddisfano una serie di criteri di sostenibilità beneficiare di un sostegno pubblico sul mercato europeo. Dato che il mercato per i biocarburanti si è ampliato, è diventato chiaro che non tutti i biocarburanti sono uguali, in termini di impatto di gas a effetto serra derivanti dall´uso delle terre coltivabili. Recenti studi scientifici hanno dimostrato che se si tiene il cambiamento indiretto della destinazione dei terreni conto, ad esempio, quando la produzione di biocarburanti provoca produzione di alimenti o mangimi a spostarsi a terreni non agricoli, come le foreste, alcuni biocarburanti potrebbe in realtà essere l´aggiunta di tanto alle emissioni di gas a effetto serra i combustibili fossili che vanno a sostituire. La Commissione propone pertanto di modificare l´attuale legislazione sui biocarburanti attraverso l´energia rinnovabile 1 e la qualità dei carburanti direttive e, in particolare: Per aumentare la soglia minima di gas a effetto serra per nuove installazioni al 60%, al fine di migliorare l´efficienza dei processi di produzione di biocarburanti nonché scoraggiare ulteriori investimenti in impianti con basso rendimento gas serra. Per includere indiretti del cambiamento di uso del suolo (Iluc) fattori la segnalazione da parte dei fornitori di carburante e gli Stati membri di un risparmio di gas a effetto serra di biocarburanti e bioliquidi; Per limitare la quantità di cibo raccolto a base di biocarburanti e bioliquidi che possono essere contate verso l´obiettivo del 10% fissato dall´Unione europea per le energie rinnovabili nel settore dei trasporti entro il 2020, il livello di consumo di corrente, 5% fino al 2020, mantenendo il totale di energia rinnovabile e obiettivi di riduzione di intensità di carbonio; Per fornire incentivi di mercato per i biocarburanti con nessuna o bassa dei terreni emissioni indirette del cambiamento di uso, e in particolare il 2 ° e 3 rd generazione di biocarburanti prodotti a partire da materie prime che non creano una domanda aggiuntiva di terra, tra cui alghe, paglia, e vari tipi di rifiuti , in quanto contribuiranno di più verso il 10% di energia rinnovabile per i trasporti della direttiva sulle energie rinnovabili. Con queste nuove misure, la Commissione intende promuovere i biocarburanti che consentono di realizzare consistenti riduzioni delle emissioni, non direttamente in concorrenza con i prodotti alimentari e sono più sostenibile allo stesso tempo. Mentre l´attuale proposta non pregiudica la possibilità per gli Stati membri a fornire incentivi finanziari per i biocarburanti, la Commissione ritiene che nel periodo dopo il 2020 i biocarburanti dovrebbero ricevere un sostegno finanziario solo se determinano un notevole risparmio di gas a effetto serra che non sono prodotti a partire da colture utilizzate per alimenti e dei mangimi. |
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AGRICOLTURA, APPELLO ALLE ISTITUZIONI TOSCANE: VIGILARE CONTRO LE INFILTRAZIONI MAFIOSE |
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Firenze – “Onde evitare l’acuirsi di un fenomeno che rischia di non essere trascurabile soprattutto in coincidenza con una fase di crisi acuta come l’attuale credo sia opportuno che tutte le istituzioni debbano aumentare la vigilanza e adottare procedure che assicurino la tracciabilità degli investimenti effettuati nella nostra regione” . Questa la dichiarazione dell’assessore all’agricoltura della Regione Toscana, Gianni Salvadori, in relazione agli ultimi fatti di cronaca che riguardano aziende agricole. In particolare l’assessore si riferisce a notizie di stampa di ieri secondo cui l’acquirente di un’azienda del Mugello, da anni al centro di vicende giudiziarie, sarebbe stata acquistata da un soggetto collegato con la n’drangheta. In passato in Toscana un’altra azienda, l’azienda agricola di Suvignano, situata in Val D’orcia, è stata confiscata perchè risultata collegata alla mafia. |
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AGRICOLTURA: IN TOSCANA I GAS SERRA SONO MENO DELLA METÀ DELLA MEDIA NAZIONALE |
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Firenze - In Toscana le emissioni di gas serra derivanti dall’attività agricola sono pari al 3% della quantità totale di Co2. Il dato è inferiore alla metà della media nazionale, dove l’agricoltura contribuisce per circa il 7% al totale delle emissioni di Co2. In valore assoluto il dato riferito all’agricoltura toscana è inferiore a 1 milione di tonnellate di Co2 equivalente. I boschi toscani, che coprono circa il 50% della superficie regionale, hanno la capacità di assorbire circa 10 milioni di tonnellate di Co2, a fronte di un livello di emissioni di gas serra della regione, stimate nel 2007 pari a circa 33 milioni di tonnellate Co2. Sono questi due dei dati più rilevanti emersi dal convegno “Sostenibilità dei sistemi agricoli toscani e promozione delle produzioni a ridotta emissione di Co2” che si è svolto oggi a Firenze nell’aula magna della facoltà di Economia (via delle Pandette 32) che ha visto la presenza di numerosi esperti, docenti universitari e operatori della filiera agroalimentare. Presentati il 16 ottobre due studi commissionati dalla Regione alle Università di Pisa e Firenze - Il convegno è stato l’occasione per presentare i risultati di due progetti finanziati dalla Regione Toscana. A ) Satregas (Sistemi agricoli toscani per la riduzione delle emissioni di gas serra), finalizzato all’individuazione di strategie di coltivazione e prima trasformazione a bassa emissione di Co2 adatte ai sistemi agricoli toscani. B) Aria (Azioni regionali per l’etichettatura ambientale), finalizzato alla valutazione delle emissioni di Co2 nelle fasi di conservazione, confezionamento e trasporto dei prodotti agricoli e all’individuazione di modalità di comunicazione per la promozione di prodotti agricoli a basso impatto ambientale. I due progetti erano stati affidati tramite bando pubblico rispettivamente al Daga (Dipartimento di Agronomia e Gestione dell’Agroecosistema) dell’Università di Pisa e al Dipsa (Dipartimento delle Scienze delle Produzioni Vegetali del Suolo e dell’Ambiente Agroforestale) dell’Università di Firenze, con la partecipazione della Scuola S. Anna di Pisa, del Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Firenze e del Centro Avanzi dell’ Università di Pisa. Hanno inoltre aderito alcune associazioni di produttori e consumatori: Assoc. Chimica Verde, Consorzio Produttori, Latte Maremma, Toscana Cereali, Cerealtoscana, C.t.p.b. Associazione Consumatori Utenti Toscana, Associazione Regionale Allevatori della Toscana, Az. Agr. Le Rogaie. Coldiretti Toscana, Cia Toscana, Unicoop Firenze. Salvadori: “Dagli studiosi la conferma: giusta la filiera corta e la rotazione colturale” - “L’obiettivo che ha mosso la Regione Toscana – ricorda l’assessore all’agricoltura e foreste Gianni Salvadori – è stato quello di studiare la possibilità di ridurre le emissioni di gas serra nell’ambito dell’intera filiera agro-alimentare, sia migliorando o modificando le pratiche agricole correnti, che individuando modelli più virtuosi di trasformazione, distribuzione e consumo, soprattutto dei prodotti agricoli freschi, a partire dall’approfondimento di due casi studio: il pomodoro da mensa e il latte fresco. La ricerca ha messo chiaramente in evidenza – sottolinea l’assessore - come sia possibile contribuire a questo obiettivo con la gestione dei terreni e la diffusione di pratiche colturali sostenibili.” Ad esempio? “Gli studi condotti – prosegue l’assessore – mostrano come lavorazioni ridotte e più superficiali del terreno o il mantenimento il più a lungo possibile di una copertura vegetale sul terreno stesso, ad esempio attraverso l’inerbimento delle colture arboree o la realizzazione di colture da sovescio, consentono di conservare nel suolo significative quantità di carbonio. Ma anche pratiche tradizionali – continua - come la rotazione colturale, che evita il ripetersi sullo stesso terreno della medesima coltura, l’inserimento di specie foraggere, l’interramento dei residui colturali, rappresentano criteri di gestione del suolo che, aumentando il contenuto di biomassa nel suolo, possono produrre sia la riduzione delle emissioni di gas serra che un aumento dei “sequestri” di carbonio. In altre parole, è come se la Co2 venisse “catturata” dal terreto invece che rilasciata in atmosfera.” La ricerca ha dimostrato che la riduzione delle emissioni di gas serra si ottiene anche attraverso una gestione più razionale dei fertilizzanti, soprattutto di quelli azotati, sia nella scelta del tipo di concime da utilizzare che nella valutazione delle quantità da distribuire. Anche per quanto riguarda l’attività di allevamento, il progetto ha verificato che una gestione corretta dell’alimentazione, dei reflui di allevamento e delle pratiche agronomiche per la produzione di alimenti destinati al bestiame possono ridurre in maniera considerevole le emissioni riconducibili al comparto zootecnico (principalmente metano e protossido di azoto). In generale l’agricoltura biologica si è confermata come uno dei sistemi di produzione che meglio può contenere le emissioni di gas serra, grazie alla sostanziale riduzione dell’impiego di mezzi tecnici. Inoltre alla coltivazione in pieno campo, ad esempio del pomodoro da mensa, corrisponde un livello di emissioni inferiore del 50 % rispetto alla coltivazione in serra. Etichette parlanti per informare i consumatori. Indicazioni per il Psr della Regione - Lo studio ha preso in considerazione anche le altri fasi della filiera agro-alimentare: la trasformazione, la distribuzione e il consumo dei prodotti agricoli freschi o trasformati. “Ne emerge la conferma – continua l’assessore – di quello che abbiamo sempre sostenuto incentivando la filiera corta e i prodotti di stagione. Sistemi di approvvigionamento a lunga distanza o a bassa efficienza energetica implicano elevate emissioni non soltanto per gli elevati consumi connessi al trasporto, ma anche per il tipo di confezionamento e per la modalità di conservazione. E da questo lavoro emerge anche quanto sia importante il ruolo dei consumatori e quanto sia necessario mettere a loro disposizione le informazioni che riguardano anche l’impatto ambientale connesso ai diversi sistemi produttivi.” Sulla base delle opinioni raccolte presso i consumatori attraverso una specifica indagine, il progetto ha definito alcune linee guida per lo sviluppo di un sistema di etichettatura che potrà essere utilizzato dai produttori in modo da orientare in maniera consapevole le scelte verso prodotti che contribuiscono alla riduzione delle emissioni in atmosfera. Gli studi effettuati danno inoltre utili indicazioni al Governo regionale per la prossima fase di programmazione. “I risultati del progetto – conclude Salvadori – ci sono utili per definire nel Psr 2014-2020 politiche volte a favorire più basse emissioni di Co2 e per individuare interventi per fronteggiare i cambiamenti climatici che oggi rappresentano una delle emergenze alle quali è obbligatorio fare fronte. |
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FORUM INTERNAZIONALE DELL’AGRICOLTURA E DELL’ALIMENTAZIONE, GLI INTERVENTI L´INCONTRO, ORGANIZZATO DALLA COLDIRETTI, SI TERRÀ A CERNOBBIO (CO), VENERDÌ 19 E SABATO 20 OTTOBRE |
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Tante le presenze già confermate al forum Coldiretti che si terrà a Cernobbio (Co) venerdì 19 e sabato 20 ottobre. All´appuntamento di Villa d´Este per la dodicesima edizione del Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione, organizzato con la collaborazione dello studio Ambrosetti, interverranno tra gli altri: il presidente Coldiretti Sergio Marini, il presidente del Consiglio Mario Monti, il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, Mario Catania delle Politiche agricole, il segretario del Partito democratico Pierluigi Bersani, Nichi Vendola leader di Sinistra, ecologia e libertà, Rocco Buttiglione presidente dell’Udc, Maurizio Sacconi rappresenterà il Pdl, ci saranno inoltre il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il procuratore Gian Carlo Caselli per i temi della legalità e artisti tra i quali Renzo Arbore. Quest’anno focus dell´incontro sarà la proposta per una via italiana per lo sviluppo del Paese. Sarà l’occasione per approfondire temi di stretta attualità della congiuntura economica che vivono il Paese e l’Europa. La due giorni sarà caratterizzata da analisi sugli andamenti di mercato del made in Italy e sui comportamenti dei consumatori, esposizioni ed esperienze imprenditoriali innovative, oltre a momenti di confronto. Venerdì 19 alle 10 sarà presentata l´indagine sulle strategie di adattamento degli italiani alla crisi con un´attenzione particolare ai cambiamenti nella spesa. Realizzata da Coldiretti con Swg prenderà in esame la situazione economica delle famiglie, le rinunce, i comportamenti, i tagli, gli sprechi, gli effetti e le responsabilità da attribuire nella particolare congiuntura. I risultati saranno illustrati dal presidente della Coldiretti Sergio Marini e il presidente di Swg Roberto Weber. A seguire un approfondimento sull’andamento dei consumi alimentari in Italia nel 2012 e sulle prospettive future. Nel pomeriggio di venerdi 19 ottobre a partire dalle 14.30 sarà aperta un´ampia esposizione di falsi prodotti alimentari made in Italy con centinaia di esempi scoperti in tutti i continenti e uno scoop sulla contraffazione alimentare. Il fenomeno sarà analizzato in termini di perdita di posti di lavoro e fatturato per le imprese del made in Italy alimentare, delle quali verrà esaminato anche il ruolo trainante che svolgono sui mercati esteri. La giornata di sabato 20 sarà dedicata al ritorno degli italiani alla terra per intraprendere o per lavorare con la presentazione di sondaggi e statistiche che confermano un´inversione di tendenza. Una scelta alternativa favorita dalle nuove opportunità offerte dal settore che coinvolge molti giovani che saranno presenti al Primo salone dei nuovi mestieri dell’agricoltura che sarà inaugurato sabato mattina 20 ottobre alle 9.30. Nel pomeriggio i lavori riprenderanno alle 15 e finiranno con le conclusioni del presidente della Coldiretti Sergio Marini. Il Forum sarà trasmesso in diretta on-line sul sito www.Coldiretti.it |
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AGRICOLTURA: ABRUZZO LOTTERÀ CONTRO LE NUOVE NORME SUL FISCO |
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Pescara - "Le aziende agricole, soprattutto quelle abruzzesi, vengono colpite duramente dalla nuova Legge di Stabilità appena varata che determina la perdita di molte agevolazioni fiscali. È oggettivamente e assolutamente inaccettabile e quanto mai inopportuno quanto stabilito dal Governo centrale e in ogni sede mi farò promotore di tutte le iniziative possibili per esprimere la massima contrarietà al provvedimento. A cominciare da oggi, nel corso della riunione del Tavolo Verde regionale, alla presenza delle Organizzazioni professionali Coldiretti (Simone Ciampoli), Cia (Domenico Falcone), Copagri (Andrea Ronchitelli) e Confagricoltura, nel corso del quale ho ribadito la mia contrarietà al nuovo regime fiscale che colpirà gli imprenditori agricoli. Posizione che è stata ampiamente accolta e condivisa dai presenti". Questo il commento dell´assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo, in merito alla misura del Governo che oltre ad avere appesantito la tassazione sui redditi agrari e domenicali, ha cancellato la possibilità per le società a responsabilità limitata, in accomandita semplice e in nome collettivo e cooperative, che svolgono esclusivamente attività agricola, di optare per la tassazione su base catastale. "Per quanto riguarda l´aumento impositivo - precisa Mauro Febbo - la Legge di stabilità introduce, per i periodi d´imposta 2012, 2013 e 2014, la rivalutazione del 15% del reddito agrario e domenicale e un moltiplicatore pari a 115. Per i terreni agricoli, anche non coltivati, posseduti e condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola, la rivalutazione scende al 5% e il moltiplicatore a 105". Nell´ultimo decennio l´Abruzzo ha cambiato il suo volto e con esso anche l´agricoltura. Vere e proprie aziende sempre più grandi anche in termini di ettari coltivati stanno prendendo il posto dei piccoli agricoltori rendendo il comparto più moderno, competitivo e adeguato anche ai mutati scenari a livello comunitario al fine di poter continuare nella produzione di eccellenze. "Quella che si è materializzata a Roma, con questo discutibile provvedimento, rappresenta una vera e propria batosta per la nostra agricoltura, difficile da smaltire anche in considerazione del fatto che veniamo da un periodo non certo facile in un contesto globale a tinte fosche. Le oltre 66 mila aziende abruzzesi hanno già dovuto fare i conti con numerose avversità: stanno pagando le conseguenze e soprattutto i danni di un inverno rigido caratterizzato da forti gelate e ci siamo appena messi alle spalle un? estate incandescente con una siccità che non ha dato tregua alle colture. Senza dimenticare quello che già le aziende agricole hanno dovuto affrontare con l? introduzione dell´Imu. Non solo, tutte queste criticità hanno così determinato un dannoso aumento dei costi di produzione, a cui non è corrisposto un aumento dei prezzi di vendita al produttore. Io mi chiedo a questo punto se sia il caso di operare scelte così radicali senza tenere in debita considerazione la realtà che vivono certi settori come quello agricolo che in Abruzzo, come in altre regioni, riveste un ruolo fondamentale per l´economia. Con queste scelte operate dal Governo centrale - conclude Febbo - si va a colpire in modo pesante il comparto primario che ne uscirà quanto mai penalizzato anche in termini di sviluppo di modernizzazione. Come amministratore regionale quindi è mio dovere oppormi, nelle sedi e nei modi opportuni, a questo percorso intrapreso dall´Esecutivo che mette in campo misure come queste che definirei alquanto anacronistiche". |
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CONVEGNO MERCATI CONTADINI: UNA TRADIZIONE RICCA DI FUTURO |
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I mercati contadini sono ormai una realtà diff usa anche in Italia e costituiscono una risorsa sempre più rilevante per gli agricoltori e per i consumatori. Alimentano dinamiche sociali e civili di centri urbani e di comunità perché vengono riconosciuti appuntamenti fi ssi da molti cittadini. I mercati sono forse l’espressione più compiuta di un rapporto diretto fra produttori e consumatori che ha profonde radici nella storia del nostro Paese e che soddisfa la crescente domanda di prodotti agroalimentari di qualità, affi dabili, naturali e con forti legami con il territorio di produzione. Inoltre, la dimensione locale dell’attività risponde positivamente ai requisiti di una sana economia e di salvaguardia dell’ambiente. Tanto più apprezzabile se si pensa al caos globale che interi popoli stanno vivendo. A più di cinque anni dall’approvazione del decreto che ha istituito i mercati contadini in Italia e nonostante il forte ritardo nei confronti di altri paesi europei, queste esperienze continuano a crescere e sono oggi una realtà che vede impegnate migliaia di aziende agricole. In questo quadro, la regione Lombardia svolge un ruolo leader nel panorama nazionale, con ben 71 mercati. A Mantova, è stato aperto nel 2006 uno dei primi mercati per la vendita diretta da parte degli agricoltori riscuotendo subito un notevole interesse e fi ducia. Per la forte valenza di questa realtà, il Consorzio agrituristico ha da tempo avviato una profonda rifl essione per far emergere i problemi di qualifi cazione e di consolidamento dei mercati agricoli locali. Nel nostro Paese, la campagna entra nel vivere sociale delle popolazioni. Sorprende, quindi, quando un’Amministrazione pubblica, comunale o provinciale, non solo non considera questo contesto ma, anzi, promuove iniziative commerciali o festaiole che penaliz- zano i mercati e che, pur avendo qualche radice locale, certamente non hanno la stessa continuità e lo steso spessore. Sembra sussistere una subalternità all’ideologia commerciale e consumistica, i cui danni civili, sociali ed economici sono profondi e duraturi. Dopo il confronto con le esperienze dei mercati contadini francesi e tedeschi, con questo convegno si intende approfondire la conoscenza dei mercati contadini americani, soff ermandoci sull’esperienza del mercato contadino di Madison, città gemellata con Mantova, e sede di uno dei primi e più importanti mercati contadini degli Stati Uniti. I temi in discussione sono numerosi e, con il convegno, il Consorzio agrituristico mantovano cerca di ancorarli a solide prospettive. Mercati contadini: una tradizione ricca di futuro Lunedì 22 ottobre 2012, ore 20,30 via Cavallare, 11 - Loc. Ghisiolo S. Giorgio (Mn) appunta- Azienda agrituristica Costavecchia, www.Costavecchia.it |
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OCM VINO E COMPETITIVITÁ: IL PSR VENETO ANTICIPA I TEMPI |
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Venezia - Sul fronte competitività l’Autorità di Gestione del Programma di Sviluppo Rurale veneto gioca d’anticipo. In occasione del Comitato di sorveglianza, è stata presentata una proposta di modifica del programma correlata alle novità che interesseranno l’Organizzazione Comune di Mercato per il settore vino, in modo da evitare la possibile sovrapposizione tra le misure del Psr per gli investimenti e l’utilizzo dei fondi Ocm, per i quali è previsto un aumento del plafond nel 2013. In proposito, è stata proposta l’eliminazione di alcune tipologie di investimenti contenuti nelle misure 121 (Ammodernamento) e 123 (Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti), con l’eccezione dell’acquisto di vasi vinari. La soluzione era stata già presentata alle rappresentanze del settore che ne avevano condiviso le finalità. Il rappresentante della Commissione Europea ha raccomandato di verificare la perfetta corrispondenza tra gli interventi esclusi dal Psr e quelli finanziati dall’Ocm, in modo da evitare anche possibili “vuoti”. Sempre nell’ambito del primo asse del Psr, un deciso impulso alla semplificazione verrà invece dato alla formazione e all’informazione per il settore forestale. È stata infatti presentata una proposta che recepisce una recente notifica ministeriale che permetterà di eliminare il regime de minimis sugli aiuti di Stato applicato finora alla Misura 111 “Formazione professionale e informazione”. |
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BIENNALE ENOGASTRONOMICA FIORENTINA 2012 |
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La Camera di Commercio di Firenze ha destinato la somma di 100.000,00 euro a favore della manifestazione Biennale Enogastronomica Fiorentina 2012, nata per promuovere e valorizzare la cucina tradizionale fiorentina, i prodotti tipici e l’offerta enogastronomica del territorio che intreccia storia, arte e cultura della buona tavola. La rassegna, che si svolgerà dal 3 al 18 novembre 2012, vedrà alternarsi in locali, ristoranti, piazze e palazzi storici di Firenze una serie di eventi dedicati alla buona tavola, in un calendario ricco di food show, incontri, spettacoli, itinerari del gusto, mercati, degustazioni, aperitivi, cene e convegni, che faranno di Firenze un luogo di incontro e di conoscenza enogastronomica. Possono beneficiare dell’intervento camerale tutte le imprese iscritte al Registro delle Imprese. Il sostegno camerale alla manifestazione consiste in un contributo a fondo perduto che verrà erogato alle imprese partecipanti a copertura totale o parziale della quota di partecipazione ai vari eventi in programma L’entità dell’intervento camerale sarà calcolata secondo le seguenti modalità: a.Nella misura del 100%, per le imprese operanti nel settore della ristorazione (codice ateco 56.10) aventi sede operativa in provincia di Firenze e per i consorzi di imprese agroalimentari; b.Nella misura dell’80%, per le imprese aventi sede operativa in provincia di Firenze; c.Nella misura del 60%, per le imprese aventi sede operativa nella Regione Toscana; d.Nella misura del 50%, per le imprese aventi sede operativa fuori Regione Toscana Le domande, (il modulo è scaricabile dal sito della Camera di Commercio), complete della documentazione di spesa (copia delle fatture quietanzate) saranno raccolte da Innovazione e Sviluppo Srl che avrà cura di presentarle direttamente alla Camera di Commercio tramite consegna a mano entro il 10 dicembre 2012. Per informazioni: U.o. Attività Promozionali e Sviluppo Nuove Imprese Tel. 055 2750421 o 055 2750392 promozione@fi.Camcom.it Per ogni informazione circa le modalità di partecipazione alla Biennale Enogastronomica Fiorentina si invita a contattare Innovazione e Sviluppo Srl Tel: 055 2705300 - Fax: 055 2382869 a.Anichini@confesercenti.fi.it www.Biennaleenogastronomica.it/ |
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SALONE DEL GUSTO, I PRODOTTI E I PRODUTTORI DELL´EMILIA-ROMAGNA A TORINO |
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Bologna - Ricostruire e ripartire dopo il sisma e farlo valorizzando l’attitudine tipica di queste terre alla cooperazione e alla mutualità, anche in campo agricolo. Regione e Slow Food Emilia-romagna portano al Salone del Gusto Terra-madre di Torino dal 25 al 29 ottobre (padiglione 1 E20 di Lingotto Fiere) i prodotti e i produttori emiliano-romagnoli e lo fanno all’insegna di un moto “Ricooperiamo” che vuole essere anche un auspicio e un invito. “Non potevamo mancare a questo importante appuntamento delle comunità del cibo – ha spiegato oggi a Bologna l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni - non solo perché siamo una delle grandi regioni europee che ha saputo salvaguardare nel tempo le proprie tradizioni enogastronomiche, ma anche perché proprio da questa vetrina mondiale vogliamo raccontare la terra del terremoto e i suoi valori, a partire dalla ferma volontà di ricostruire insieme quello che è stato distrutto. Sono certo che torneremo a casa avendo ricevuto solidarietà, attenzione e vicinanza”. Al centro del programma dunque i territori e i prodotti del terremoto che saranno protagonisti in particolare della giornata di venerdì 26: i maccheroni al pettine, il vino di uva pellegrina e la torta degli ebrei dell’osteria La Fefa di Finale Emilia, chiusa dopo il sisma; la “cena degli avanzi” dei ragazzi della Lanterna di Diogene di Solara di Bomporto, ma anche le pere abate Igp della bassa modenese raccolte rispettando i giusti tempi di maturazione, “una necessità perché molti impianti di refrigerazione sono andati distrutti, ma anche un piccolo segnale – ha spiegato il presidente di Slow Food Emilia-romagna Antonio Cherchi – che può essere aperta anche una strada diversa”. Agricoltura e terremoto saranno al centro della riflessione che l’assessore regionale Rabboni farà insieme ai rappresentanti di Slow Food Abruzzo e al vicepresidente di Slow Food Giappone Masayoshi Ishida, mentre il tema del sisma si salderà con quello della legalità in una serie di appuntamenti in collaborazione con l’Associazione Libera. Gli altri appuntamenti Un’attenzione particolare verrà dedicata anche al tema dell’agricoltura “in quota” delle aree appenniniche, fondamentale strumento di sostenibilità ambientale e sociale. Negli ultimi 10 anni, come ha ricordato Rabboni, hanno chiuso nel nostro Appennino il 45% delle aziende agricole, mentre la superficie coltivabile è scesa del 21%. Un tema importante su cui verrà fatto un focus insieme ai prodotti del Parco delle Foreste Casentinesi e la bovina romagnola, gli assaggi di Pecora cornigliese e di Vacca Bianca modenese, i prodotti dell’Appennino reggiano, la comunità del cibo del Tortello alla lastra di Santa Sofia, Tredozio e Corezzo. Tra i temi al centro del programma messo a punto da Regione e Slow Food anche quello dei Mercati della Terra (protagonisti quelli di Bologna, Colorno e Reggio Emilia) e quello della difesa delle varietà locali tipiche di un territorio. “Farine del nostro sacco” dunque, ma anche micro birrifici e le opportunità della legge regionale che sancisce la nascita dell’agricoltore “custode della biodiversità”. La giornata conclusiva vedrà protagonista la pesca. “Parleremo di consumo sostenibile del pesce – ha spiegato Cherchi – perché vogliamo porre l’attenzione sull’importanza che hanno le scelte consapevoli di ciascuno di noi nel momento in cui facciamo i nostri acquisti. Finché continueremo a chiedere tonno rosso e pesce spada il settore non potrà uscire dall’emergenza”. Per tutte le cinque giornate la compagnia teatrale Koinè organizzerà laboratori - ha spiegato il direttore artistico Silvio Panini – per insegnare al pubblico a “farsi da mangiare”: via libera dunque alla sfoglia e ai diversi tipi di tagliatelle, tagliolini e al pane fatto in casa. |
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PIÙ REDDITIVITÀ E MENO INQUINAMENTO PER GLI ALLEVAMENTI DI SUINI: IL PROGETTO AGER-FILIERA VERDE PRESENTA I PRIMI RISULTATI DELLA SPERIMENTAZIONE IN OCCASIONE DI ITALPIG, IL SALONE DELLA SUINICOLTORA ITALIANA (CREMONA, 25-28 OTTOBRE 2012)
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Migliorare la redditività aziendale garantendo la sostenibilità ambientale. E’ questo l’obiettivo del Progetto Ager dedicato alla filiera suinicola del Nord Italia dove si produce il 95% dei suini pesanti destinati alle produzioni di salumeria Dop. Partito nel settembre dello scorso anno, il Progetto Ager – Filiera Verde del suino avrà una durata triennale e un costo complessivo di circa 1 milione e 700mila euro dei quali 1,2 milioni saranno a carico delle 13 Fondazioni bancarie che si sono associate per sostenere l’iniziativa, mentre gli altri 500mila euro saranno ripartiti tra altri 8 partner. Come ci spiega il professor Matteo Crovetto dell’Università di Milano, che del progetto è coordinatore, “l’aspetto scientifico dell’iniziativa dovrà avere una finalità applicativa e quindi fornire agli allevatori strumenti idonei per superare le criticità che minacciano il mantenimento del loro reddito. Dobbiamo fornire risposte concrete, operative e dai costi accessibili in vista dell’applicazione ormai prossima delle normative ambientali e sul benessere animale”. Nutrizione e benessere animale dunque, per arrivare a una valutazione economica delle aziende la cui analisi sarà affidata al Crpa di Reggio Emilia (Centro ricerche produzioni animali). Oltre agli allevamenti dove si stanno svolgendo le prove, sarà utilizzato un impianto di calorimetria per lo studio del metabolismo energetico degli animali. Si tratta di una struttura unica nel suo genere in Italia, realizzata dall’ateneo milanese a Cornaredo, nell’hinterland del capoluogo lombardo. Qui un gruppo di 18 o 24 suini viene sistemato in camere dove sono previste delle gabbie per la raccolta delle feci e delle urine destinate ad essere analizzate. “Lo studio degli scambi respiratori è molto importante per stabilire l’energia utilizzata dagli animali durante il processo digestivo ed arrivare così a elaborare le migliori strategie per ottenere una minore escrezione di azoto - spiega ancora Crovetto – Parliamo di prove che permettono di conseguire dati molto accurati, ancor più di quelli ottenuti in laboratorio. Riteniamo infatti che la sperimentazione attraverso l’animale possa condurre a centrare gli obiettivi che il progetto si pone”. Rispetto della Direttiva nitrati e della normativa sul benessere animale rappresentano per i suinicoltori due scadenze importanti ormai improcrastinabili, riuscire ad avere i migliori strumenti per affrontarle e superarle è una priorità assoluta. “L’alimentazione è la prima causa di emissione di inquinanti – ricorda ancora Matteo Crovetto. I risultati ottenuti dalle più recenti ricerche hanno evidenziato che riducendo l’apporto proteico nella razione alimentare dei suini, circa il 20% in meno, e aumentando parallelamente la componente fibrosa, si riducono in maniera significativa le emissioni di azoto sia nelle urine che nelle feci e si affrontano costi inferiori con indubbi vantaggi economici e ambientali.” A poco più di un anno dal suo inizio, i primi risultati del Progetto Ager verranno presentati a Italpig (Cremona 25-28 ottobre 2012), il Salone della suinicoltura italiana, la sede ideale per entrare in contatto con migliaia di allevatori di suini, che potranno così avere a disposizione un importante strumento di aggiornamento in vista della sempre più vicina scadenza del 1 gennaio 2013 |
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A CASARSA L´ASSEMBLEA NAZIONALE DI FEDAGRI |
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Trieste - "Fare sistema è importantissimo, soprattutto nel settore vitivinicolo, un comparto in cui la cooperazione rappresenta un ottimo esempio ed una grande opportunità di sviluppo". Così l´assessore regionali alle Risorse rurali, agroalimentari e forestali, Claudio Violino, ha sottolineato un aspetto ormai fondamentale del rapporto tra aziende nel corso del Convegno che ha avuto luogo a Casarsa, nella Cantina La Delizia, per dare il via all´Assemblea nazionale delle cantine cooperative di Confcooperative Fedagri, a cui aderiscono, a livello nazionale, 450 cantine che producono il 60 per cento del vino italiano. All´evento hanno partecipato, oltre ai rappresentanti delle più importanti realtà vitivinicole italiane, alle delegazioni delle cantine cooperative di Francia e Spagna ed ai loro rappresentanti presso l´Ue, il presidente regionale di Confcooperative Fedagri, Franco Bosio, Denis Ius, presidente de La Delizia ed il sindaco, Lavinia Clarotto. L´assessore Violino si è soffermato sulla strategicità della futura Doc Friuli, che "rappresenta una ulteriore opportunità per cui dobbiamo ringraziare anche le cantine sociali, che si sono impegnate nella raccolta delle firme per la presentazione a Bruxelles del disciplinare". Violino ha quindi affrontato il tema della Doc Interregionale del Prosecco, rilevando come anche questa sia un´opportunità per la nostra regione. Considerato l´interesse sempre maggiore in regione per gli impianti a Prosecco - ha notato l´assessore - auspico che si arrivi anche alla vinificazione e credo che le cantine sociali possano avere, in questo senso, un ruolo centrale". Il ruolo che riveste la Cantina di Casarsa, simbolo nel Pordenonese di un Friuli ancora molto legato all´agricoltura che "sempre di più torna ad essere una scelta economica, ed un processo produttivo tangibile" è stato un altro degli argomenti affrontati da Violino, che ha sottolineato come il ruolo delle cantine sociali sia quanto mai importante. "Basti pensare a questa zona, dove ne abbiamo almeno 5 in un´area di poco più di una decina di chilometri" ha detto, auspicando che "trovino una strada per riuscire a fare rete e a mettere in comune le loro conoscenze e le loro forze". L´assemblea si concluderà domani, sta avendo risonanza nazionale e si svolgerà, oltre che a Casarsa, nella Cantina di Rauscedo, coinvolgendo i Viticoltori Friulani "La Delizia" e i Vivai Cooperativi Rauscedo in lavori che prevedono interventi di esperti sui temi di più stretta attualità ed aggiornamenti sul mercato e sull´innovazione vitivinicola. |
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DOPPIO BIS DELLA NAZIONALE ITALIANA CUOCHI
ALLE OLIMPIADI DI CUCINA
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Alla competizione mondiale dei fornelli, che si è tenuta a Erfurt, in Germania, dal 5 al 10 ottobre, le due squadre, junior e senior, delle berrette bianche d’Italia sono andate di pari passo, conquistando ciascuna una medaglia d’argento e una di bronzo. Grinta, voglia di emergere, abilità e tanta, tanta passione: sono le doti inconfutabili di tutti gli “atleti” della Nic-nazionale Italiana Cuochi che hanno permesso alle nostre berrette bianche/tricolori di portare a casa due medaglie d’argento e due di bronzo dalle Olimpiadi di Cucina di Erfurt, in Germania, disputate dal 5 al 10 ottobre (www.Olympiade-der-koeche.de). I due team, junior e senior della Nic (ramo della Fic-federazione Italiana Cuochi, preposto a difendere la nostra bandiera nelle competizioni culinarie indette dalla Wacs-società Mondiale degli Chef), capitanati dal general manager Fabio Tacchella, hanno dovuto confrontarsi con molti altri Paesi, nelle gare per la cucina calda e quella fredda. A scendere in campo per primi, domenica 7 ottobre, contro 23 Paesi, sono stati gli “azzurrini”, coordinati dal Team Leader Vizzarri e dalla Coach Komlenic che ha avuto per loro parole spontanee di elogio: «i ragazzi hanno lavorato molto bene, puliti, ordinati, sembravano che fossero già chef affermati; sono molto fiera di loro!». Con rigore e intenso lavoro, i giovani hanno presentato come delizioso starter, di grande effetto cromatico, “involtino vegetale al latte di mandorle farcito di funghi su crema densa di zucca e arancia con ortaggi marinati”, mentre per main-course, molto appetitoso, hanno preparato “merluzzo carbonaro in crosta di parmigiano ed erbette, salsa vicentina, raviolo ripieno di gamberi rossi e brunoise di zucchine, con giardinetto di ortaggi”. Tuttavia l’impegno di Francesco Pinto, Giovanni Lorusso, Paolo Lotito, Francesca Narcisi, Ilenia Semilia e Debora Miglioranza non è stato sufficiente per strappare la medaglia d’oro agli avversari tailandesi, ma ha guadagnato il secondo posto e la medaglia d’argento. Alla prova successiva, di cucina fredda, martedì 9 ottobre, gli “azzurrini” hanno meritato invece la medaglia di bronzo. Stessi risultati per la squadra senior della Nic, composta da Gianluca Tomasi (team manager), Matteo Sangiovanni (team chef), Carmelo Trentacosti (chef pastry) e gli chef Gaetano Ragunì, Francesco Gotti, Fabio Mancuso e Mario Quattrociocchi. I “campioni” italiani, che combattuto contro 36 Paesi, hanno meritato nella gara di cucina fredda la medaglia d’argento, classificandosi subito dopo la potente Svezia, e in quella di cucina calda, vinta dalla Norvegia, la medaglia di bronzo. In Turingia, gli chef “adulti“ della Nazionale Italiana Cuochi si sono cimentati in piatti freddi suggestivi: - Starter, “trancio di baccalà in manto di melanzane, pomodoro confit e finocchio selvatico con crema di sedano rapa, cannolo di seppia ripieno di gamberi rossi e mascarpone con olio al lime e pavé di lattuga con verdure e asparagi“; - Main-course, “lombo di manzo piemontese al forno con croccante di pane all’extravergine ed erbe aromatiche, salsa vegetale al porro, guanciale di vitellone al Chianti con sfera di semolino ai funghi, crema solida di zucca con radicchio trevigiano al balsamico e ortaggi trifolati”; - Dessert, ”bavarese con cioccolato al latte e mandarino siciliano su frolla al bacio, morbidone alle mandorle con salsa di Passito di Pantelleria, semifreddo al cocco con frutta fresca”. Il capitano del team senior, Gianluca Tomasi, ha così commentato la prova: «La competizione legata alla cucina fredda deve testimoniare il livello di alta precisione delle tecniche di cottura e di presentazione che gli chef hanno raggiunto, una sorta di Formula Uno della cucina, per cercare di tirar fuori avanguardie gastronomiche e culinarie nel rispetto delle materie prime, che poi tra qualche anno vedremo sulle tavole dei ristoranti». Le nostre berrette bianche anche in questa edizione 2012 delle Olimpiadi di Cucina, che si svolgono ogni quattro anni (dal 2000 a Erfurt, dopo Francoforte e Berlino), hanno confermato la loro ottima preparazione, riportando risultati analoghi a quelli del 2004 e del 2008 e offrendo garanzie per le prossime, future competizioni. Per quanti volessero provare l’emozione dei giorni Olimpici della Nic, potranno seguire le berrette bianche d’Italia sul social network Facebook - Nic Fic – dove sono stati pubblicati tutti i programmi delle gare, Senior e Junior. Per informazioni: Nic, via fra’ Paolo Sarpi 1, 31033 Castelfranco Veneto (Treviso) sito www.Nazionaleitalianacuochi.com |
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UNA RICERCA DELL’ACCADEMIA ITALIANA DELLA CUCINA CHE, ATTRAVERSO LE SUE 74 DELEGAZIONI STRANIERE, HA FOTOGRAFATO LO STATUS DELLA GASTRONOMIA ITALIANA ALL’ESTERO
ALL’ESTERO 6 VOLTE SU 10 LE RICETTE ITALIANE SONO “TRADITE”
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E’ quanto emerge da una ricerca dell’Accademia Italiana della Cucina che, attraverso le sue 74 delegazioni straniere, ha fotografato lo status della gastronomia italiana all’Estero. Ecco le ricette più imitate e i Paesi dove questo accade con più frequenza… Da New York a Londra, da Parigi a Melbourne emerge anche tutto lo straordinario successo d’immagine che la ristorazione made in Italy si è conquistata sul campo, superando nel gradimento dei consumatori quella francese... Mentre i mercati internazionali sono sempre più invasi da falso parmigiano reggiano o grana padano, da altrettanto falsi prosciutti di Parma o di San Daniele sale alla ribalta una nuova forma di imitazione del Made in Italy alimentare: il tradimento della ricetta originale. È quanto emerge da un’indagine realizzata dall’Accademia Italiana della Cucina attraverso un questionario al quale hanno risposto le 74 delegazioni estere, da quasi sessanta anni impegnate in 40 Paesi stranieri, nella lotta al falso alimentare che colpisce – oltre ai prodotti - anche e soprattutto le ricette, molto spesso ben diverse rispetto alle “originali” italiane. La ricerca lascia poco spazio al dubbio: nel 60% dei casi la cucina italiana, all’estero, è realizzata in modo “non molto corretto” o addirittura “maldestro”. E solo nel 40% dei casi risulta “ben interpretata”. Questo accade anche perché quasi la metà (47%) dei cuochi che operano nei ristoranti italiani all’estero non sono italiani (scopriamo che sono in maggioranza australiani e messicani) e solo una piccola parte (9%) di questi ha seguito scuole, stage o tirocini nel nostro Paese. Ma qual è il piatto della tradizione italiana maggiormente tradito nei ristoranti italiani all’estero? In ordine di “maggiore tradimento” le delegazioni estere dell’Aic mettono al primo posto la pizza e a seguire il tiramisù, le lasagne, le scaloppine di vitello e la pasta al ragù. Tra le ricette più “abusate” spiccano numerosi piatti tipici regionali, in primis gli spaghetti alla bolognese, i ravioli, gli spaghetti alle vongole, l’ossobuco e i saltimbocca alla romana. Le Nazioni Baluardo Del Falso Culinario Questa forma di “imbarbarimento” è diffusa ovunque. Oltre a Usa, Canada e Australia, baluardi della gastronomia italiana, e quindi inevitabilmente del “tradimento”, particolarmente toccate dal fenomeno delle imitazioni sono Irlanda, Portogallo e Finlandia. Ma il discorso vale anche per la Germania, dove alla stima e alla considerazione per la cucina italiana fanno da contraltare aggiunte formali e cromatiche, abuso di certi ingredienti (aglio, peperoni, rucola, aceto balsamico) e soprattutto la diffusione di abitudini alimentari davvero non italiane, come quella di accompagnare un primo e un secondo con il cappuccino… La fusione tra i gusti della tradizione e i sapori locali dà spesso luogo a una forma di cucina ibrida e alla creazione di piatti che, paradossalmente, hanno successo anche se ben lontani dalla tradizione Italiana. Ne è una dimostrazione la cucina “all’italiana” olandese: a L’aia, nei ristoranti italiani, si possono trovare nei menu le “insalate di pasta” o i “pesci al forno col pesto”. A San Paolo del Brasile è molto diffuso il consumo in un piatto unico di “carne o pesce insieme alla pasta”. In questo contesto di “contaminazione” notizie positive sulla difesa della ricetta italiana arrivano però dagli Stati Uniti: un piatto ibrido per eccellenza come gli “spaghetti con le meat balls” (polpette), prima diffusissimo, è ad oggi praticamente scomparso. L’immagine Della Cucina Italiana E’ Comunque In Crescita… Ma l’indagine svela anche come la cucina italiana risulti essere la preferita per il 68% dei paesi stranieri monitorati dalle delegazioni, seguita, a sorpresa, dalla cucina cinese (40%), dalla francese (38%) e dalla giapponese (17%). Un vero e proprio smacco per i nostri cugini d’oltralpe… La gastronomia italiana viene apprezzata all’Estero in primo luogo perché considerata una cucina dai sapori eccellenti (85%); poi perché capace di trasformare il pasto in un vero e proprio rito collettivo (34%); infine per il suo aspetto salutistico, legato al suo essere cucina mediterranea e quindi sana (31%). Con un’immagine che è molto migliorata negli ultimi anni: è infatti considerata “ottima” nel 57% e “buona” nel 43% dei casi. E’ Melbourne La Citta’ Con Piu Ristoranti Italiani Al Mondo La cucina italiana è ampiamente diffusa in tutti e cinque i continenti ed è in espansione: sono ben 16 le città al Mondo con più di 100 ristoranti italiani. L’australia la fa da padrone: Melbourne è leader con più di 1000 ristoranti italiani, seguita da Sidney, New York e Montreal con 500. Dati che confermano il ruolo fondamentale che l’emigrazione di massa ha avuto nello sviluppo della cucina italiana all’estero. Nonostante questa discriminante anche l’Europa si fa rispettare: è Parigi, con ben 400 ristoranti italiani, la culla della gastronomia italiana in Europa, di cui molti situati nei grandi alberghi di lusso della Capitale. Segue Francoforte con 200 ristoranti e Londra con oltre 150. Le Nuove Tendenze: L’albergo Di Lusso E Il Consumo Tra Le Mura Domestiche Dallo studio emerge inoltre come l’8% delle delegazioni dell’Aic ha indicato, a sorpresa, i grandi alberghi internazionali (soprattutto in Francia, negli Stati Uniti, in Olanda e in Brasile) come roccaforte dell’italianità in cucina. Sono tuttavia i ristoranti tipici, secondo l’85% delle delegazioni Aic il baluardo della nostra gastronomia all’Estero seguiti dalle trattorie con il 42% di apprezzamenti. Da rilevare la crescita della diffusione della cucina italiana tra le mura domestiche: il 39% delle delegazioni segnala che è un’abitudine oramai frequente cucinare italiano a casa, mentre il 43% afferma che accade, anche se raramente. Ma non è tutto. Spesso si organizzano serate conviviali dedicate alla conoscenza della nostra cultura gastronomica. In questo contesto Sydney, anche grazie all’ampia comunità italiana, è la patria della cucina tradizionale siciliana, campana e calabrese |
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PARTE “LA VOGLIAMO PIANTARE?”, IL NUOVO PROGETTO DI ITALIA ZUCCHERI
UN BLOG E UN CONCORSO PER PARLARE DI TRADIZIONE, AGRICOLTURA E SANE ABITUDINI
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Vivere in maniera migliore, più sana, più “dolce” e vicina alla natura. Imparare si può, con il nuovo progetto di Italia Zuccheri, la marca di zucchero 100% italiano, che con un blog e un concorso intende creare una community di discussione su argomenti che hanno a che fare con la riscoperta dei prodotti alimentari tipici, delle tradizioni e dell’agricoltura italiana. Il blog La Vogliamo Piantare? (www.Lavogliamopiantare.it) nasce da una semplice idea, quella di unire le persone e i loro pensieri per cercare di migliorare il loro piccolo mondo quotidiano. Come? Il portale, un vero e proprio contenitore di notizie e curiosità, intende avvicinare ciascuno di noi a uno stile di vita all’insegna delle buone e sane abitudini. Con un’anima tutta social e interattiva, dato che saranno gli utenti stessi a comporre una parte del blog con le loro opinioni. Il volano del progetto è il concorso “Scopri il tuo quoziente La Vogliamo Piantare?”: per capire quanto lo stile di vita e il modo di pensare di ognuno di noi sia vicino alla natura, ai consumi consapevoli e all’ambiente, gli utenti sono invitati a sfidarsi a colpi di quiz e richieste, fatte periodicamente dalla redazione, di postare foto, ricette e testi inerenti gli argomenti “green” presenti nel blog stesso. Ad ogni azione corretta corrisponde un punteggio, migliorabile nel corso del tempo fino al 15 dicembre, giorno in cui termina il gioco. In palio premi come il nuovo iPad, una Action Camera e un Kindle Touch. Il percorso di partecipazione è semplice e intuitivo e la graduatoria dei punteggi accumulati dai partecipanti viene pubblicata e aggiornata periodicamente. Attraverso un gioco semplice ma dai contenuti importanti, Italia Zuccheri ha cercato di fotografare le abitudini degli italiani e la voglia di ritornare ad uno stile di vita più legato alla natura. La pagina Facebook La Vogliamo Piantare, con oltre 2000 fan, raccoglie migliaia di opinioni e riflessioni su qualcosa per cui varrebbe la pena coltivare la voglia di cambiare le cose, rispondendo alla domanda ”La vogliamo piantare con..?” Un invito a seminare pensieri, idee, sorrisi, opinioni e riflessioni in un luogo, quello virtuale della rete, che ben si presta al passaparola e alla condivisione. Per la società, il progetto è un invito a fare scelte sempre più consapevoli come, ad esempio, quelle di acquistare prodotti italiani coltivati a poca distanza da noi, in grado di alimentare e supportare l’economia del territorio. Lo zucchero Italia Zuccheri, prodotto da 7.000 soci bieticoltori delle zone dell’Emilia-romagna e del Veneto, diviene il portavoce per eccellenza di questi valori |
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GIANDUIA BOTTEGA: LA SEDUZIONE DEL CIOCCOLATO E DELLE NOCCIOLE
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La Distilleria Bottega propone per la stagione autunnale un liquore al cioccolato Gianduia, che si presenta cremoso e suadente. La tradizione dei grandi maestri cioccolatieri italiani è stata rivista allo stato liquido dall’azienda trevigiana, che con questa proposta vuole stuzzicare la fantasia degli estimatori del “cibo degli dei”. Gianduia Bottega viene prodotto sulla base di un’antica ricetta pasticcera, arricchita dall’aggiunta di alcol e di purissima grappa veneta, che regala a questo prodotto una spiccata personalità, stemperandone i sapori dolci e rendendolo estremamente intrigante. L’impatto morbido e vellutato al palato fa apprezzare questo liquore ai giovani e al pubblico femminile, a cui è dedicata l’etichetta che riproduce un cuore di cremoso cioccolato. La bottiglia da 50 cl ha un prezzo al pubblico di circa 15 €. La produzione dei liquori dolci ha in Italia una grande tradizione, che risale ai maestri pasticceri torinesi, abili a miscelare panna, crema e cacao con alcol e distillati. Oltre al Piemonte quest’arte si è diffusa anche ad altre regioni, arricchendosi con nuovi ingredienti e diverse procedure produttive. Questo liquore si caratterizza all’olfatto per il suadente profumo di Gianduia. In bocca l’aroma dolce e voluttuoso del cioccolato lascia spazio al vellutato abbraccio della crema, ai sentori di nocciole e alle note fruttate della grappa. La moderata gradazione alcolica rende Gianduia Bottega un classico del dopopasto, che i più golosi consumano con piacere in ogni momento della giornata. Si sposa egregiamente con gelati a base di latte (vaniglia, crema, fiordilatte) ed è un ottimo ingrediente per la preparazione di gustosi cocktail. Tra questi, ne suggeriamo un particolarmente indicato per il periodo autunnale. Si tratta di “Monika”, che si prepara con: 3/10 Grappa Barricata; 3/10 Gianduia Bottega; 2/10 crema cacao; 2/10 caffè espresso. Versare gli ingredienti nello shaker, aggiungere il ghiaccio e agitare energicamente per qualche istante. Versare in una coppetta da cocktail. Decorare con polvere di cacao e noce moscata grattugiata. Contatti: Giovanni Savio – Distilleria Bottega srl. – Tel. 0438-406801 |
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PEPSI REALIZZA DELLE LATTINE LIMITED EDITION DEDICATE AI PROTAGONISTI DEL FILM “THE TWILIGHT SAGA: BREAKING DAWN – PARTE 2”
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In occasione dell’uscita nelle sale italiane del capitolo finale di una delle saghe più seguite degli ultimi anni, The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 2, prevista per il prossimo 14 novembre, Pepsi lancia un nuovo concorso che da l’opportunità ai suoi consumatori di vincere fantastici premi e realizza delle lattine Limited Edition dedicate ai protagonisti del film. Dal prossimo 15 ottobre e fino al 15 gennaio del 2013 acquistando Pepsi da 1,5L e 2L, Pepsi Light da 1,5L e Pepsi Twist da 1,5L e partecipando al concorso, tutti i fan della saga potranno rivivere il sogno del film che ha stregato milioni di adolescenti in tutto il mondo . Chiamando il numero 06.91810486, oppure visitando il sito www.Pepsi.it o la Fanpage Facebook di Pepsi Italia sarà possibile dimostrare di essere dei veri appassionati della saga, rispondendo correttamente ad una domanda sul film. Inserendo poi i dati dello scontrino, i partecipanti scopriranno immediatamente se hanno vinto uno dei fantastici premi messi in palio: due t-shirt originali del film al giorno, i due dvd di The Twilight saga: Breaking Dawn Parte 1 e Parte 2 alla settimana e ad estrazione finale, uno Smart Tv e Sistema Home Theatre Samsung per rivedere tutti i film della saga. Inoltre, in occasione dell’uscita del film, Pepsi lancerà tre nuove lattine in edizione limitata con i protagonisti del film, Bella, Edward e Jacob, per sentirsi parte del sogno fino all’ultimo sorso di Pepsi. “Siamo lieti di aver rinnovato anche quest’anno la partnership con Eagle Pictures per l´uscita del capitolo finale della saga di Twilight – afferma Sara Santoni, Csd Brand Manager Pepsico Beverages Italia – Pepsi cerca sempre di essere in linea con i gusti dei consumatori più giovani per questo abbiamo realizzato delle attività ad hoc che uniscono le emozioni di Twilight con il gusto unico di Pepsi e che ci auguriamo i nostri consumatori apprezzeranno”. Il regolamento completo sul sito www.Pepsi.it |
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DIET TO GO LUNCH
IL MODO MIGLIORE PER CONSUMARE LA PAUSA PRANZO? SEDERSI CON CALMA E MANGIARE UN PASTO COMPLETO, LEGGERO, CHE APPORTI IL GIUSTO FABBISOGNO ENERGETICO DISTRIBUITO CORRETTAMENTE NELL’ARCO DELLA GIORNATA.
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Sempre più frequentemente ci troviamo invece a dover scegliere un’alternativa veloce, il panino portato da casa, l’insalatona del bar ricca di proteine diverse e condita eccessivamente. Il tutto da consumarsi in breve tempo, affaticando lo stomaco e l’intestino e compromettendo così la performance lavorativa. Le nostre abitudini ci portano poi ad eccedere con le quantità durante il pasto serale. Concentrare tutte le calorie la sera, porta inevitabilmente al sovrappeso: il nostro metabolismo è più lento, bruciamo meno calorie con conseguenze inevitabili come pesantezza, cattiva digestione e insonnia. Diet to go da anni aiuta i Milanesi a restare in forma consegnando tutti i piatti della giornata già cucinati secondo ricette elaborate da un team di nutrizionisti, promuovendo un’educazione alimentare volta a formare una nuova consapevolezza : mangiare correttamente non implica necessariamente delle rinunce. I piatti di Diet to go sono infatti abbondanti, gustosi e sazianti, pur essendo perfettamente bilanciati nei macronutrienti e limitati nelle calorie. Diet to go oggi, forte dell’esperienza accumulata in sette anni di attività, lancia il Lunch Diet To Go , e lo fa con il know-how derivante dall’offrire giornalmente ai milanese ben quattro menu dietetici diversi e bilanciati. La proposta del giorno prevede un piatto principale ed un dolcetto di accompagnamento. Un esempio? Crespelle agli spinaci e tortino di mele, per un totale di 537 Kcal. Il nuovo menu lunch di Diet to go propone infatti ogni giorno una gustosa selezione di piatti tratta dai menu stagionali. Le portate sono fresche, prive di conservanti, realizzate sulla base di ricette collaudate ed esclusive. La scelta degli alimenti è accuratamente bilanciata dai nutrizionisti di Diet to go per fornire l’energia necessaria e il senso di sazietà senza appesantire, migliorando così la produttività e l’efficienza sul lavoro. Il Lunch Diet To Go viene consegnato direttamente in ufficio, in un pratico sacchetto unitamente a posate e tovagliolo : i piatti sono contenuti singolarmente in confezioni adatte al microonde. Si possono effettuare ordini anche in giornata, al numero 349 3392773, entro le 10 del mattino per ricevere il Lunch in tutta Milano a partire dalle 11,45. Il prezzo è competitivo: 12 euro, con la possibilità di effettuare un abbonamento da 10 lunch al prezzo di 10,80 euro ciascuno , da utilizzare a piacimento nell’arco di tre mesi. Www.diet-to-go.com |
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VINI SPUMANTI D’ITALIA: SPUMEGGIANTE EXPORT
+9,2% IL VALORE AL CONSUMO EXPORT, PARI A+175 MIL € BASE ANNUA
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Ancora positivo il consumo all’estero dei vini spumanti italiani, quanto emerge dalle periodiche consultazioni di Ovse, grazie ai referenti in 48 paesi. L’europa, che rappresenta ancora il 57% dei volumi e il 51% del valore globale di mercato, fa segnare un +7% in valore e un –2% nei volumi, con Francia, Spagna, Portogallo e Germania in calo e Svizzera, Norvegia, Svezia, Austria e Uk in crescita. Germania e Uk restano i principali mercati. Nei Paesi terzi l’export degli spumanti (per il 96% appannaggio del metodo italiano di Prosecco, Asti e Valdobbiadene) segna un +14% in volumi e + 17% in valore assoluto, con punte rappresentate da Giappone e Estremo Oriente attestati su +20% in valore e +11% in volumi. Numeri ancora piccoli in assoluto, ma interessanti: circa 2 milioni di bottiglie in più rispetto al 2011. In Russia cresce il Prosecco e altri spumanti generici di origine piemontese e lombardi, a scapito dell’Asti Docg che segna un calo in volumi del 50% (3,5 milioni di bottiglie consumate, contro i 7,0 milioni nei primi 6 mesi del 2011). In totale l’area “exUrss” registra un incremento di consumi del 8% con un incremento dei valori del 2%. Un mercato difficile e altalenante, dovuto a imposte aggiuntive. Oltreoceano, i diversi mercati, segnano numeri differenti: se Canada e Usa mantengono un trend crescente, il Brasile e il sud America dopo la scorpacciata di fine anno 2011, segnano per la prima volta un dato stabile. Nel 2012 ci sono i presupposti per superare il fatturato record di 4,2 mld di Euro per tutto il vino italiano. Un richiamo forte al Governo italiano. In Italia cresce produzione, volumi spediti e valore all’origine, ma le spedizioni sul mercato interno sono calate del 10,1%, i consumi del 6,9%, a fronte di un prezzo medio/bottiglia all’origine aumentate del 3,1% e un prezzo sullo scaffale a +2,2% rispetto al primo semestre 2011. Vanno meglio i Docg (Franciacorta e Valdobbiadene) che i Doc (Prosecco e marchi leader del metodo classico). Il calo dei consumi nazionali si registra in tutti i canali, meno nelle aree tradizionali di produzione. Giampietro Comolli, fondatore di Ovse:<<per il semestre vuol dire un calo di consumi interni di 4,5 milioni di bottiglie, pari a -36 milioni di euro di giro d’affari. Senza Export, il mercato dei vini italiani e vini spumanti segnerebbe una decrescita. All’estero le Dop Asti e prosecco sono simbolo del nostro Paese, riconoscimento e consolidamento del rapporto identità/valore, su cui puntare. Il Governo italiano deve rivolgere maggiore attenzione agli asset economici del Paese: vino, alimentari, turismo, moda>> |
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GLEN GRANT PRESENTA LO SPECIAL PACK DI NATALE 2012
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Glen Grant, il single malt dal gusto inconfondibile, presenta lo special pack 2012: una raffinata scatola che racchiude il 5 anni, ideale per questo Natale 2012. Un regalo accessibile ma elegante e di classe. Glen Grant si presenta a scaffale da metà ottobre con questo rinnovato packaging pensato appositamente per l’avvicinarsi del periodo natalizio. Il packaging, realizzato in cartone pregiato, contiene una bottiglia da 70 cl. Del classico 5 anni. A impreziosire il pack alcuni scatti della distilleria di Rothes in Scozia, l’unica distilleria di proprietà italiana dello Speyside, dove il single malt viene prodotto e naturalmente una sorta di vademecum per la corretta degustazione del Whisky: un utile strumento per apprezzare il prodotto. Un regalo dal gusto inconfondibile. Lo special pack Glen Grant sarà disponibile a scaffale dal 15 ottobre al prezzo indicativo a partire da € 12.50 nella grande distribuzione organizzata. Http://www.facebook.com/?sk=h#!/glengranterugby www.Glengrant.com http://www.Camparigroup.it |
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