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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Febbraio 2013
I BAMBINI ITALIANI RISULTANO MENO CONNESSI AD INTERNET RISPETTO ALLA MEDIA EUROPEA  
 
Kaspersky Lab, la più grande azienda privata del mondo che produce e commercializza soluzioni di sicurezza per gli endpoint, ha commissionato alla London School of Economics and Political Sciences la ricerca Eu Kids Online, con l’obiettivo di analizzare l’utilizzo di Internet da parte di bambini di età compresa tra i 9 e i 16 anni in 33 paesi europei (www.Eukidsonline.net). --- Accesso e utilizzo di Internet - Dalla ricerca emerge che i bambini italiani si collegano ad Internet principalmente da casa (97%, un dato maggiore rispetto alla media europea del 87%) e il 62% accede ad Internet dalla propria camera, mentre il 35% utilizza un computer in una stanza condivisa. Un dato particolarmente rilevante è che rispetto alla media europea, i bambini italiani risultano meno connessi ad Internet tramite dispositivi mobile (9% contro la media europea del 33%) e i meno collegati da scuola (36% rispetto alla media europea del 63%). Per quello che riguarda la frequenza di accesso al Web, l’Italia è in linea con la media europea con il 60% degli intervistati che dichiara di collegarsi almeno una volta al giorno. In generale, i bambini italiani iniziano ad utilizzare Internet più tardi rispetto ai vicini europei: mentre in Svezia e in Danimarca la media è di 6 anni, in Italia sale a 10 anni. --- Attività online - Secondo la ricerca, i bambini italiani utilizzano Internet per svolgere una serie di attività quali i compiti (89%), la visione di video (77%) e instant messeging (64%). Pochi invece postano immagini (44%), condividono contenuti (22%) o visitano blog (11%). La presenza sui siti di social networking è invece in linea con la media europea (57%), con il 34% che dichiara di avere un profilo pubblico, il 36% un profilo privato e il 34% che ammette di avere più di 100 amici tra i propri contatti. --- Rischi online - Il 34% dei bambini italiani hanno avuto esperienza di almeno uno dei sette pericoli presenti su Internet oggetto della ricerca, ma solo il 6% ha dichiarato di essere stato molto turbato da questi eventi. Inoltre, insieme al Portogallo e alla Germania, l’Italia è il paese dove risulta una incidenza minore di danni provocati dall’utilizzo non consapevole del Web. Come è facile immaginare, il rischio di essere sottoposti a pericoli su Internet aumenta con l’aumentare dell’età: se infatti la percentuale è solo del 7% per i bambini di 9-10 anni, questa sale al 48% per i ragazzi di età compresa tra i 13 e i 14 anni. I rischi a cui i bambini italiani sono maggiormente sottoposti sono esposizione a contenuti non appropriati (18%), utilizzo non corretto di dati personali (9%) e esposizione a immagini per soli adulti (7%). E’ da registrare una percentuale bassa di fenomeni di cyber bullismo (2%). In questo caso la percentuale è bassa, ma è da sottolineare che il fenomeno del bullismo online è il rischio che preoccupa maggiormente i bambini italiani con il 27% che lo considera molto fastidioso e il 47% che lo considera invece fastidioso. --- Sicurezza online e controllo dei genitori - Rispetto alla media europea, i genitori italiani non si rendono conto o si rendono conto tardi quando i propri figli sono sottoposti a rischi online. Il 54% dei genitori di bambini che sono stati esposti a immagini per adulti, ad esempio, ha dichiarato di non esserne a conoscenza, così come l’81% dei genitori i cui figli sono stati sottoposti a messaggi non appropriati. La maggior parte dei genitori italiani discute con i propri figli riguardo all’utilizzo consapevole di Internet (79% contro la media europea del 70%) e sta accanto ai propri figli durante l’accesso al Web (56%), ma solo il 54% controlla l’attività online dei ragazzi. In generale, in Italia è molto alta la percentuale di ragazzi che accedono al Web dalla propria camera senza la supervisione dei genitori, mentre è basso il numero di connessioni da scuola (anche a causa della mancanza delle infrastrutture). --- Conclusioni e raccomandazioni - Nonostante l’utilizzo di Internet stia aumentando anche nel nostro paese, l’Italia rimane un paese a ‘basso rischio’, non tanto come risultato di una politica di protezione dei ragazzi online, ma a causa di un minore accesso ad attività e contenuti digitali. Questo porta inevitabilmente ad una ‘digital literacy’ inferiore rispetto alla media europea e ad una sorta di esclusione digitale dei bambini italiani. In Italia, i ragazzi dovrebbero essere incoraggiati ad un accesso maggiore di contenuti positivi su Internet e in questo senso la scuola deve svolgere un ruolo di primo piano. Info: Kaspersky Lab - www.Kaspersky.com/it  
   
   
SAFER INTERNET DAY: A ROMA IL LANCIO DEL PROGETTO GENERAZIONI CONNESSE COORDINATO DAL MIUR PER LA SICUREZZA DEI MINORI SU INTERNET E SUI NUOVI MEDIA.  
 
Una rete nazionale di adolescenti, nuovi utili strumenti, attività di sensibilizzazione in oltre 200 scuole, l’azione corale di Istituzioni, associazioni e cooperative per promuovere e tutelare i diritti online dei più giovaniIn occasione del Safer Internet Day 2013, l’appuntamento indetto dalla Commissione Europea per sensibilizzare i più giovani su un utilizzo corretto e responsabile dei nuovi media, è stato presentato stamane - presso l’Auditorium del Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele Ii” di Roma - alla presenza del Ministro Francesco Profumo il progetto Generazioni Connesse, che racchiude sotto il coordinamento del Ministero dell´Istruzione, dell´Università e della Ricerca alcune delle principali realtà che si occupano di sensibilizzare i minori ad un utilizzo consapevole di internet e dei new media, quali l´Autorità Garante per l´Infanzia e l´Adolescenza, la Polizia Postale e delle Comunicazioni, Save the Children Italia, Telefono Azzurro, la Cooperativa E.d.i. E il Movimento Difesa del Cittadino. Il progetto è co-finanziato dalla Commissione nell’ambito del programma Safer Internet, che dal 1999 promuove strategie finalizzate alla promozione e tutela dei diritti online dei più giovani. Il programma prevede il finanziamento di interventi a livello europeo e nazionale, supportando la creazione di poli di riferimento nazionali sul tema: i Safer Internet Centres - Centri nazionali per la sicurezza in rete.Nel dettaglio Generazioni Connesse promuoverà interventi di sensibilizzazione e formazione in oltre 200 scuole (tra primarie e secondarie di primo grado) su tutto il territorio nazionale, insieme ad attività di peer-education con gli studenti, seminari interattivi con insegnanti e genitori, raggiungendo circa 70.000 persone tra docenti e alunni. Inoltre il progetto si propone di creare una rete di ragazzi e ragazze a livello nazionale per portare le loro parole in contesti e agende che al momento non accolgono la voce dei loro disagi con il giusto peso. Il progetto promuoverà interventi mirati alla prevenzione e al contrasto dell’abuso sessuale online dei minori, la creazione di reti regionali con la collaborazione della Polizia di Stato, degli uffici scolastici regionali, dei servizi del pubblico e privato sociale; favorirà la diffusione di strumenti utili - che includono un servizio di helpline - per supportare bambini, adolescenti e genitori in merito a esperienze negative e/o problematiche inerenti l’utilizzo dei nuovi media.Connect with respect è lo slogan scelto quest’anno dalla Commissione Europea per celebrare il decimo anniversario del Safer Internet Day, la giornata mondiale per l’utilizzo sicuro dei nuovi media da parte dei più giovani. L’obiettivo quest’anno, è quello di incoraggiare i ragazzi e le ragazze ad utilizzare la Rete rispettando se stessi e gli altri, stimolandoli a costruire relazioni positive e significative con i propri coetanei anche nella sfera virtuale. Lo slogan contaminerà tutti gli interventi e le attività di sensibilizzazione poste in essere dalle realtà promotrici del progetto Generazioni Connesse.“internet è diventato uno strumento di lavoro, informazioni e svago imprescindibile per molti adulti e per tutti i ragazzi – ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo - Per i giovani è un ambiente familiare e quotidiano, a cui accedono soprattutto per comunicare e per divertirsi. Insegnare loro a districarsi tra le moltissime opportunità, e le possibili insidie, è un compito formativo al quale la scuola non vuole certo sottrarsi. Anche perché Internet stesso sempre più costituirà un mezzo di apprendimento fondamentale per studenti e insegnanti. Il Miur è quindi ben felice di poter coordinare il progetto ‘Generazioni connesse’, perché i temi dell’identità digitale, del rispetto della riservatezza, dell’uso corretto delle informazioni in rete, oltre che della lotta al cyber bullismo, rappresentano un passo fondamentale per coltivare nuove generazioni di cittadini consapevoli e responsabili”. “La rete rappresenta ormai uno strumento fondamentale e imprescindibile soprattutto per i giovani – ha commentato Antonio Apruzzese, Direttore del servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni –. La complessità di questa realtà però richiede che i ragazzi sappiano usare il web in maniera critica e sicura: è fondamentale un’opera di sensibilizzazione, formazione e informazione continua, anche attraverso iniziative di ampio respiro come il Safer Internet Day”."i bambini e gli adolescenti oggi comunicano fra di loro in un modo che tende a tagliare fuori gli adulti, anche a causa della nostra scarsa attenzione a come il fenomeno di internet sia evoluto molto velocemente. Dobbiamo accompagnare i nostri ragazzi nella scoperta di nuove frontiere della comunicazione. Affrontando con loro questi cambiamenti, riusciremo insieme a godere dei benefici della rete. E ad allontanarne le insidie ed i possibili pericoli".- ha dichiarato Vincenzo Spadafora, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza.“garantire un ambiente online sicuro per i più giovani è una responsabilità condivisa. Ecco perché da anni lavoriamo in rete e nel 2012 abbiamo promosso un Comitato che aggrega 52 realtà che a vario titolo operano nel settore. I rischi, quali cyber bullismo, adescamento e pedopornografia, sono noti. L’educazione ai new media è uno degli strumenti più validi per contrastarli e come tale deve entrare nella didattica offerta dal nostro sistema scolastico.”, ha commentato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children."le richieste di aiuto che arrivano a Telefono Azzurro e le attività di ricerca da noi svolte, ci aiutano a capire che seppur competenti, i ragazzi hanno comportamenti nel web a volte ingenui. Telefono Azzurro, quindi, oltre ai servizi attivi da anni quali il 1.96.96, il 114 e chat e alle attività svolte nelle scuole in collaborazione anche con Google e Polizia Postale, per essere più vicini ai ragazzi ha intensificato i propri servizi nella rete” – ha dichiarato il Prof. Ernesto Caffo Presidente di Telefono Azzurro.nel corso dell’evento la scuola ha organizzato un laboratorio simulazione insieme agli studenti. Infatti, in qualità di Scuol@ 2.0 del Lazio, il Convitto Nazionale da anni porta avanti percorsi di formazione e condivisione con gli studenti, le famiglie e i docenti sull’uso delle nuove tecnologie nella didattica e sulla sicurezza informatica. È stato proiettato il video virale “Condividi Chi?”, realizzato dai vincitori de L’immagine del Suono, contest rivolto a giovani registi e video maker promosso dalla Cinevox Records. Il viral che verrà promosso in rete da tutti i partner è stato realizzato con l’obiettivo specifico di sensibilizzare gli utenti più giovani ad un utilizzo positivo e responsabile dei nuovi media, trattando il tema del rispetto in rete - e nella fattispecie del cyber bullismo – ricorrendo all’incisività del linguaggio video e agli strumenti propri dei giovani, come smartphone e social network. Il video sarà veicolato da Nickelodeon, il canale satellitare a target ragazzi di Viacom Italia, che promuoverà la campagna con una pianificazione gratuita sui propri canali  
   
   
VERONA - SEMINARIO SULLA MEDIAZIONE DEI CONFLITTI B2B  
 
Il prossimo 13 febbraio, alle ore 15.00 (con registrazione dalle h. 14.45) presso la Sala Transatlantico della Camera di Commercio di Verona si terrà l’incontro “La mediazione dei conflitti business to business”, rivolto ad imprenditori, giuristi d’impresa e consulenti. L’incontro si propone di illustrare le caratteristiche della mediazione e delle sue potenzialità per la gestione del contenzioso B2b domestico e internazionale. In modo particolare, ampio spazio verrà dato ad una panoramica sugli ostacoli tipici del negoziato e sul valore aggiunto dato dalla presenza di un terzo neutrale. Concluderà l’incontro un confronto tra le esperienze pratiche dei partecipanti. Proseguono così gli appuntamenti previsti dal ciclo di seminari informativi per giuristi di impresa “Arbitrato e Mediazione”, organizzati da Camera di Commercio di Verona, Camera Arbitrale di Milano e Aigi in collaborazione con Confindustria Verona - rivolti all’aggiornamento dei giuristi d’impresa e dedicati ad un approfondimento su arbitrato e mediazione quali strumenti alternativi di risoluzione delle controversie. La conduzione è affidata come sempre a funzionari dei Servizi di Arbitrato e di Conciliazione della Camera Arbitrale di Milano con la partecipazione di Anna Papacchini quale rappresentante della Sezione Triveneto di Aigi nonché di altri soci Aigi tra cui Alessandra Perini. La partecipazione è libera, fino a capienza della sala. Per l’iscrizione è necessario collegarsi al sito: http://prenotazioni.Vr.camcom.it/eventi  e selezionare l’evento.  
   
   
BENEVENTO: CAMPUS MENTIS IN TOUR  
 
Mercoledì 6 febbraio, presso il complesso Universitario Sant’agostino, in via G. De Nicastro 13, è stata presentata la tappa beneventana di “Campus Mentis in Tour”, il progetto di orientamento e formazione gratuita per l’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani universitari under 29 promosso dal Dipartimento della Gioventù e realizzato dal Centro Ricerche e Servizi Impresapiens della Sapienza Università di Roma. Un lieto ritorno per il progetto “Campus Mentis”, già presente a Benevento con una tappa di due giornate nel marzo dello scorso anno. “Campus Mentis in Tour” si rivolge a laureandi e laureati triennali, iscritti e laureandi magistrali e magistrali a ciclo unico, provenienti da qualsiasi facoltà e corso di laurea, che possono partecipare iscrivendosi alla tappa di interesse sul sito www.In-tour.campusmentis.it. Ai saluti inaugurali hanno presenziato Raffaele Del Vecchio, Vice Sindaco con delega alla Cultura e alle Politiche Giovanili di Benevento; il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi del Sannio, il Professor Filippo Bencardino, e il Professor Fabrizio D´ascenzo, Direttore del Centro di Ricerca e Servizi Impresapiens. “Campus Mentis in Tour” è parte del più ampio progetto “Campus Mentis”, azione di career guidance dedicata ai migliori laureati d´Italia inclusa nel pacchetto "Diritto al Futuro" della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Iniziativa itinerante, lungo il corso del 2012 ha già interessato 15 città italiane e circa 5.500 giovani, fornendo sul territorio opportunità di incontro e dialogo tra giovani, istituzioni, aziende, agenzie del lavoro locali e nazionali. La tappa di Benevento avrà luogo grazie alla fattiva collaborazione tra Impresapiens, il Comune di Benevento e l’Università degli Studi del Sannio che hanno pienamente sostenuto ed incoraggiato l’evento. Durante la giornata di attività i ragazzi verranno impegnati in seminari formativi e di orientamento, tra cui: predisposizione del Cv, preparazione ai colloqui di selezione, guida alla ricerca del lavoro, bilancio delle competenze, autoimprenditorialità, suggerimenti pratici mutuati direttamente dall’esperienza dei selezionatori e testimonianze concrete di aziende locali e nazionali. «In un momento difficile come questo per i giovani e per il loro ingresso nel mondo del lavoro, iniziative del genere diventano fondamentali. Consentono di agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e di dare ai ragazzi uno strumento utile per acquisire dimestichezza nel campo e conoscere meglio il mercato imprenditoriale al quale si affacciano» dice il Vice Sindaco Del Vecchio,. Opinione condivisa dal professor Bencardino: «In questo momento storico, in Italia la ricerca di una occupazione viene vissuta come un problema e non come il naturale sbocco del percorso formativo appena terminato. Giornate di orientamento, come Campus Mentis, sono funzionali momenti di incontro tra domanda e offerta di lavoro e sono in grado di indurre un circuito virtuoso che raccorda la formazione dei nostri studenti con le possibilità offerte dalle imprese». «La vera forza del progetto Campus Mentis è quella di essere un elemento di raccordo tra l’università e il mondo del lavoro», spiega il professor D´ascenzo. «Campus Mentis in Tour, in particolare, nasce con l’obiettivo di fornire un primo bagaglio di strumenti utili di formazione e orientamento ai giovani studenti non ancora laureati, che potranno così accostarsi al progetto Campus Mentis una volta concluso il proprio percorso di studi». Nato nel 2009 come Global Village Campus, dopo il crescente successo delle edizioni 2010 e 2011, Campus Mentis è ormai giunto alla 5a edizione. L’iniziativa è volta ad individuare i migliori talenti tra laureandi e neolaureati under 29, fornire loro strumenti utili per l’inserimento nel mercato del lavoro, aiutarli nella creazione del miglior profilo professionale individuale ed avvicinarli alle più importanti Aziende ed Istituzioni italiane ed europee attraverso l’organizzazione di campus residenziali e itineranti distribuiti sul territorio nazionale.Il progetto si sviluppa su scala nazionale nel triennio 2011-2013, attraverso 5 campus residenziali e 12 tappe “Campus Mentis in Tour” organizzati su tutto il territorio italiano ad ogni edizione. --- Info ed iscrizioni:www.In-tour.campusmentis.it – www.Campusmentis.it  
   
   
NASCE ITALIAONLINE: DALL’UNIONE DI LIBERO E MATRIX - L’ECCELLENZA ITALIANA DEL MERCATO INTERNET  
 
Dall’unione di Libero e Matrix, i due player che hanno fatto la storia internet del nostro Paese, nasce Italiaonline, la nuova grande realtà digitale italiana che apre un nuovo capitolo della storia del web fatto di evoluzione e innovazione. Italiaonline è il frutto del processo di integrazione iniziato dopo che, il 1 Novembre scorso, Libero srl, a cui fanno capo l´omonimo portale e la società di servizi internet It.net , aveva completato l’acquisizione per 88 milioni di euro di Matrix, società che controlla Virgilio, le concessionarie di pubblicità Niumidia Adv e Iopubblicità e il servizio di informazioni 1254. Italiaonline si presenta con un logo che si ispira al brand storico del primo internet provider italiano, ma non si tratta di un ritorno, bensì di un nuovo inizio. Nuovo è il segno grafico che rappresenta un abbraccio, così come il colore che esprime la nuova identità del gruppo: è stato scelto il blu Savoia, cioè il colore delle maglie delle nostre nazionali sportive, a testimonianza della mission: unire il meglio dell’Italia digitale. Il brand è stato ideato e realizzato dalla divisione creativa interna a Matrix, centro di eccellenza del design digitale. “In un momento delicato nella nostra economia, il digitale è uno strumento fondamentale per la ripresa economica e per rendere più competitivo il sistema delle imprese”, ha commentato Antonio Converti, Presidente e Amministratore Delegato di Italiaonline “Vogliamo contribuire diventando la piattaforma internet per le grandi imprese e per le numerose Pmi italiane”. Advertising nazionale, advertising locale e servizi internet alle imprese sono le tre aree di business su cui si focalizzerà la strategia del nuovo gruppo. Sul fronte dell’advertising nazionale, dall’unione delle due concessionarie Libero Advertising (Libero) e Niumidia (Matrix), nasce Italiaonline Adv che punta a rafforzare il proprio ruolo da protagonista, sviluppando un´offerta sempre più ricca di soluzioni di comunicazione che sfruttino al meglio le audience di Libero e Virgilio. Insieme i due portali rappresentano la più importante web property italiana, con oltre il 60% di market reach, corrispondente a circa 20 milioni di visitatori unici mensili (Nielsen Netratings, Dicembre 2012) e 14 milioni di email account attivi. Libero da oggi si presenta con una immagine completamente rinnovata. Un nuovo logo con il claim “nato digitale” a sottolineare il posizionamento di portale nato con internet e focalizzato al mondo dei servizi online. La nuova home page è caratterizzata da un’interfaccia innovativa progettata per una fruizione multi device. Virgilio, che rispetto a Libero ha sempre avuto un’anima più editoriale, si focalizzerà soprattutto sui contenuti e l’intrattenimento. In attesa di un prossimo restyling, ripropone in chiave rivisitata il logo storico con cui è stato conosciuto e amato da tanta parte della popolazione internet italiana, unito al famoso claim “il bello di internet”. I due portali faranno da piattaforma di promozione per nuove iniziative editoriali e di e-commerce verticali, autonome e specializzate, la prima delle quali è Dilei (www.Dilei.it) magazine dedicato alle donne e ai loro interessi. Il secondo pilastro della strategia di Italiaonline è l’advertising locale con la concessionaria Iopubblicità. Il servizio di directory 1254, i portali locali di Virgilio e la audience combinata di Libero e Virgilio, costituiscono una piattaforma di comunicazione unica a disposizione di piccole e medie imprese, artigiani, e professionisti. La terza area di business è rappresentata dai servizi Internet alle imprese offerti da It.net (www.It.net), società di cloud computing e sviluppo applicativo del gruppo che gestisce i data center che ospitano Virgilio, Libero e importanti clienti. It.net si pone come interlocutore credibile e innovativo per la realizzazione di soluzioni internet nel mercato corporate. Ma la nuova offerta di It.net guarda anche alle Pmi attraverso Apritisito (www.Apritisito.it) che consente a chiunque di creare il proprio sito e di avere una rilevante presenza in rete, con un’interfaccia molto semplice e intuitiva  
   
   
LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA CELEBRA IL 50° ANNIVERSARIO DELLA SENTENZA VAN GEND EN LOOS  
 
Il 13 maggio 2013 si terrà una conferenza alla Corte di giustizia per commemorare la pronuncia della sentenza che ha sancito il principio dell’effetto diretto del diritto dell’Unione Il 5 febbraio 1963 la Corte pronunciava la sentenza Van Gend en Loos, in risposta a una questione pregiudiziale posta da un giudice dei Paesi Bassi (la Tariefcommissie). La causa principale era stata proposta dall’impresa di trasporti Van Gend & Loos, la quale, importando merci dalla Germania ai Paesi Bassi, doveva versare dazi doganali che essa riteneva contrari alle norme del Trattato Cee che vietavano agli Stati membri di aumentare i dazi doganali nelle loro reciproche relazioni commerciali. Con la sua sentenza, la Corte ha sancito uno dei principi cardine del diritto dell’Unione europea: l’effetto diretto. Il 13 maggio 2013 si terrà alla Corte di giustizia una giornata di riflessione, organizzata da un comitato presieduto dal Presidente di sezione sig. A. Tizzano e composto dall’Avvocato generale sig.Ra J. Kokott e dal Giudice sig.Ra S. Prechal, riguardante il contenuto della sentenza, le sue ricadute e le prospettive di tale giurisprudenza. La conferenza, le cui lingue di lavoro saranno il francese e l’inglese, riunirà rappresentanti delle varie professioni giuridiche e del mondo accademico. Info: www.Curia.europa.eu  
   
   
TRIESTE: WIFI PUBBLICO E GRATUITO  
 
Le aziende Teletronica Spa e Spin Spa hanno realizzato l´estensione del Wifi pubblico a Trieste, operazione cominciata poco prima di Natale che proseguirà nei prossimi mesi. Con i nuovi hotspot la città aumenta la sua attrattività per turisti, studenti e ricercatori e offre ai cittadini un servizio sempre più completo. La possibilità di collegarsi a Internet attraverso punti di accesso pubblici non è solo un diritto per i cittadini, ma anche un fenomenale motivo di attrazione per i turisti, risorsa irrinunciabile per l´economia italiana. Che quella dell´innovazione digitale sia la strada maestra per valorizzare il turismo sul territorio l´ha capito, fra gli altri, il Comune di Trieste, che ha deciso di investire nell´installazione dei nuovi hotspot Wifi pubblici e gratuiti per collegarsi alla Rete Civica e a Internet. L´estensione della rete wireless del capoluogo è stata curata da due società del Friuli Venezia Giulia: la Teletronica Spa di Campoformido, che gestisce i ponti radio, gli access point e la fibra ottica, e la Spin Spa di Trieste che fornisce il servizio Internet e l´infrastruttura di "captive portal" per la gestione dell´autenticazione e della profilazione degli utenti. «Grazie ai nuovi hotspot -spiega Sergio Lodolo, presidente e ad di Teletronica-, cittadini e forestieri avranno accesso illimitato alla Rete Civica e ai siti istituzionali del Comune di Trieste con pc, smartphone e tablet per ottenere informazioni su uffici pubblici, cultura, shopping, siti di interesse, informazioni sul traffico e tanto altro». L´accesso a internet sarà invece limitato a un certo numero di ore, secondo diversi profili utente. «Immaginate -continua Lodolo- quanto possa fare la differenza un servizio del genere per un turista appena sbarcato da una nave da crociera e che vuole muoversi a Trieste, per chi arriva in città per congressi o business, per gli studenti fuori sede e per i ricercatori che fanno della città un polo culturale e scientifico di primo piano, che merita servizi digitali all´altezza». I numeri confermano l´importanza dell´operazione: i turisti che hanno raggiunto quota 1 milione, i 18.500 studenti dell´Università e i 2.400 ricercatori internazionali nell´Area Science Park hanno ora un motivo in più per scegliere Trieste per la loro permanenza. L´infrastruttura dell´impianto avrà carattere permanente ed è patrimonio cittadino, perché rimane di proprietà comunale. Gestione, manutenzione e servizio di navigazione in Internet sono stati anch´essi appaltati all´A.t.i. Spin Spa / Teletronica Spa che ne curerà il corretto funzionamento sia nei giorni feriali che festivi. Spin Spa è una storica azienda triestina fra le prime in Italia per le tecnologie del mondo Internet e apporta al progetto le sue competenze nell´ambito delle apparecchiature legate al mondo dell´Ict, mentre Teletronica Spa con la sua importante struttura tecnica gestisce i ponti radio, gli access point e la rete Man ad alte prestazioni in fibra ottica. Quest´ultima è stata realizzata con la nuovissima tecnica blow light in fibra soffiata, che ha consentito di sfruttare gli stretti spazi disponibili all´interno della rete di canalizzazioni comunali esistenti garantendo comunque una grande flessibilità. L´estensione della rete Wifi è cominciata con l´installazione dell´hotspot di Campo San Giacomo, inaugurata poco prima di Natale dal sindaco Roberto Consolini. Con questo primo passo, le zone già coperte precedentemente dal Wifi pubblico (Piazza Unità, Piazza della Borsa e Piazza Hortis) si estenderanno arrivando a toccare tutte le circoscrizioni cittadine. Agli hotspot attivati nelle piazze, nelle biblioteche e negli edifici pubblici, poi, si aggiungeranno anche gli esercizi privati, come bar e negozi, che ne faranno richiesta per offrire il servizio ai loro clienti. Il nuovo sistema Wifi è compatibile con altri network attraverso standard aperti: gli studenti dell´Università di Trieste accedono al servizio con le credenziali già in uso per i servizi dell´ateneo, e così gli studenti e i ricercatori registrati al circuito Eduroam. Inoltre il servizio sarà federabile con il sistema regionale che la Regione Friuli Venezia Giulia, particolarmente attenta all´innovazione digitale, sta diffondendo in tutti i comuni del territorio  
   
   
GIUSTIZIA CINESE (TRIBUNALE DI SHANGHAI): RICONOSCIUTO IL COPYRIGHT DI BONAVERI SUI PROPRI MANICHINI - RIVOLUZIONARIA SENTENZA DI UNA CORTE CINESE CHE CONDANNA UN PRODUTTORE CINESE A DISTRUGGERE LE COPIE E INDENNIZZARE L’AZIENDA ITALIANA  
 
La Bonaveri – azienda di Cento (Fe), leader nella produzione di manichini di alta gamma – ha visto riconosciuto il diritto di copyright sui propri manichini in una controversia contro un produttore cinese, davanti al Tribunale di Shanghai. La notizia è di quelle che non possono passare inosservate, visto che per la prima volta una corte cinese dà torto ad un proprio concittadino in una materia assai delicata. La controversia nasce quando la Bonaveri rileva che una delle proprie collezioni di maggiore successo, il manichino della serie Schlappi 2200, veniva copiata e immessa sul mercato da parte della Shanghai Chunfa Mannequins. Inizialmente Bonaveri mette in mora la societaÌ cinese, rivendicando la proprietaÌ intellettuale esclusiva dello Schlappi. Chunfa rinvia le accuse al mittente, sostenendo di aver sviluppato in proprio quel manichino che per puro caso somiglia a quello Bonaveri. CosiÌ, per dirimere la questione, la Bonaveri - attraverso lo studio legale Gwa-shanghai - procede davanti al Tribunale di Shanghai che chiede ai due contendenti di documentare l’intero processo creativo che ha portato alla progettazione, allo sviluppo e alla produzione del manichino. Mentre Bonaveri dà dimostrazione inconfutabile della paternità del manichino, del suo processo creative e produttivo, l’azienda cinese non riesce a portare al giudice alcuna prova, dovendo ammettere di avere copiato. Risultato: il 20 dicembre scorso, al termine di un breve dibattimento (la causa eÌ durata sei mesi), il Tribunale di Shanghai ha ordinato a Chunfa di distruggere tutti gli stampi e tutti i manichini contraffatti in stock, e a pagare un risarcimento di 10 mila yuan (1.200 euro) per violazione del copyright detenuto dall’azienda italiana. “Nonostante il valore simbolico della sanzione, si tratta di una sentenza molto importante percheì il giudice ha fatto valere chiaramente il diritto di copyright di una societaÌ straniera e percheì ha imposto l’inversione dell’onere della prova sul contraffattore – osserva Giovanni Pisacane, avvocato dello studio Gwa-shanghai che ha assistito Bonaveri – L’altro aspetto interessante sotto il profilo giuridico cinese eÌ che la Corte ha riconosciuto il valore dell’attivitaÌ di ricerca e sviluppo svolta da Bonaveri per realizzare il suo manichino”. La sentenza è un decreto non appellabile ed è una delle poche sentenze in materia che indica un’apertura dei giudici cinesi in materia di tutela della proprietà intellettuale. È una novità importante che potrebbe cambiare lo scenario per molte società estere che per anni sono state costrette a subire le numerose violazioni dei diritti d’ingegno su prodotti non coperti da marchio o da brevetto operate sistematicamente dai contraffattori cinesi. Per la Bonaveri la sentenza è motivo di grande soddisfazione, visto che i casi di contraffazione di suoi manichini sono purtroppo una cosa molto comune. La capacità di innovare e guidare il mercato portano spesso questi problemi. Da sempre l’azienda difende i propri diritti promuovendo azioni legali in tutti i mercati dove si verificano fatti analoghi  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: NELL’AMBITO DI UNA SUCCESSIONE DI CONTRATTI, STIPULATI TRA PARTI STABILITE IN DIVERSI STATI MEMBRI, UNA CLAUSOLA ATTRIBUTIVA DI COMPETENZA CONTENUTA IN UN CONTRATTO DI COMPRAVENDITA TRA IL PRODUTTORE E L’ACQUIRENTE DI UN BENE NON PUÒ ESSERE OPPOSTA AL SUBACQUIRENTE, A MENO CHE QUEST’ULTIMO ABBIA PRESTATO IL SUO CONSENSO ALLA STESSA  
 
Il regolamento n. 44/2001 determina la competenza giurisdizionale in materia civile e commerciale, articolata intorno al principio fondamentale della competenza del giudice dello Stato membro in cui è domiciliato il convenuto. In taluni casi, tuttavia, il convenuto può essere citato dinanzi ai giudici di un altro Stato membro. Ciò accade, in particolare, quando le parti – di cui almeno una sia domiciliata nel territorio dell’Unione – abbiano pattuito in un contratto una clausola attributiva di competenza, mediante la quale esse stesse determinano il giudice competente. La Doumer Snc ha fatto eseguire lavori di ristrutturazione di un complesso immobiliare situato a Courbevoie (Francia), assicurandosi presso la società Axa Corporate, avente sede in Francia. Nell’ambito di tali lavori, sono stati installati sistemi di climatizzazione, ciascuno dei quali era munito di una serie di compressori che erano stati: 1) fabbricati dalla società italiana Refcomp Spa; 2) acquistati presso quest’ultima e assemblati dalla Climaveneta, anch’essa società italiana, e infine 3) venduti alla Doumer dalla società Liebert, alla quale è ormai subentrata la società Emerson, a sua volta assicurata presso la compagnia Axa France, le cui rispettive sedi si trovano in Francia. Sopravvenivano alcuni malfunzionamenti nel sistema di climatizzazione e una perizia giudiziaria ha rivelato che i guasti provenivano da un difetto di fabbricazione dei compressori. L’axa Corporate, surrogata nei diritti della Doumer che aveva indennizzato quale sua assicurata, ha convenuto in giudizio il produttore italiano Refcomp, l’assemblatore Climaveneta ed il fornitore Emerson, dinanzi al tribunal de grande instance di Parigi, al fine di ottenerne la condanna in solido al risarcimento del pregiudizio subito. La Refcomp ha contestato la competenza del tribunale francese ed ha invocato una clausola attributiva della competenza ai giudici italiani contenuta nel contratto da essa stipulato con la Climaveneta. Dato che il tribunale respingeva l’eccezione di incompetenza sollevata dalla Refcomp, quest’ultima ha proposto appello avverso tale decisione e successivamente ricorso per cassazione. La Cour de cassation (Francia) chiede quindi alla Corte di giustizia se una clausola attributiva di competenza, contenuta in un contratto di compravendita stipulato tra il produttore e l’acquirente iniziale di un bene e che rientra in una serie di contratti stipulati tra parti stabilite in diversi Stati membri, produca i suoi effetti nei confronti del subacquirente, in modo da consentirgli di avviare un’azione di responsabilità nei confronti del produttore. Nella sua odierna sentenza, la Corte rileva che il regolamento non precisa se una clausola attributiva di competenza possa essere trasmessa, oltre la cerchia composta dalle parti del contratto iniziale, a un terzo, parte di un contratto ulteriore e che succede nei diritti e nelle obbligazioni di una delle parti del contratto iniziale. La Corte ricorda che spetta al giudice nazionale adito esaminare se la clausola attribuiva della competenza ad un determinato giudice abbia effettivamente costituito oggetto del consenso delle parti, poiché la verifica dell’effettività del consenso degli interessati rappresenta uno degli scopi perseguiti dal regolamento. La Corte conclude che la clausola attributiva di competenza contenuta in un contratto può esplicare i suoi effetti soltanto nei rapporti tra le parti che hanno prestato il loro accordo alla stipulazione di tale contratto. Ne consegue che è opponibile ad un terzo soltanto se quest’ultimo abbia effettivamente prestato il suo consenso. Pertanto, poiché la Corte ha già dichiarato che, ai fini dell’applicazione del regolamento, il subacquirente ed il produttore non possono essere considerati legati da un vincolo contrattuale , occorre dedurne che non è possibile ritenere, ai sensi del regolamento stesso, che essi «abbiano attribuito la competenza» di un giudice designato come competente nel contratto iniziale stipulato tra il produttore ed il primo acquirente. Tale interpretazione del regolamento – che non rinvia agli ordinamenti giuridici nazionali – evita in tal modo di dar luogo a soluzioni divergenti tra gli Stati membri, tali da compromettere l’obiettivo di unificare le norme sulla competenza che il regolamento persegue. Un rinvio al diritto nazionale sarebbe altresì fattore d’incertezze, incompatibili con l’obiettivo di garantire la prevedibilità della competenza giurisdizionale, che rappresenta uno degli scopi del regolamento. Di conseguenza, la Corte risponde dichiarando che il regolamento dev’essere interpretato nel senso che una clausola attributiva di competenza, contenuta in un contratto di compravendita stipulato tra il produttore di un bene e l’acquirente iniziale, non può essere opposta al terzo subacquirente che, in esito ad una successione di contratti traslativi di proprietà stipulati tra parti stabilite in diversi Stati membri, abbia acquistato tale bene ed intenda avviare un’azione di responsabilità nei confronti del produttore, salvo il caso in cui sia accertato che tale terzo ha prestato il suo consenso a detta clausola. (Lussemburgo, 7 febbraio 2013, Sentenza nella causa C 543/10, Refcomp Spa / Axa Corporate Solutions Assurance Sa, Axa France Iard, Emerson Network e Climaveneta Spa)  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: UN ACCORDO TRA IMPRESE È CONTRARIO ALLE REGOLE DI CONCORRENZA SE INTESO AD ESCLUDERE UN CONCORRENTE, ANCHE SE QUEST’ULTIMO OPERA ILLEGALMENTE SUL MERCATO  
 
Le regole di concorrenza sono volte a proteggere la struttura del mercato e, pertanto, la concorrenza in quanto tale. Nel 2009 l’Autorità garante della concorrenza della Repubblica slovacca ha constatato che tre importanti banche slovacche, ossia la Slovenská sporiteľňa, la Československá obchodná banka a.S. E la Všeobecná úverová banka, avevano violato le regole di concorrenza dell’Unione. Esse, infatti, avevano deciso di risolvere in maniera coordinata i contratti relativi ai conti correnti dell’impresa ceca Akcenta Cz e di non stipulare più nuovi contratti con essa. Quest’ultima società è un istituto diverso da un istituto bancario che fornisce servizi consistenti in operazioni di cambio in forma scritturale . Essa ha quindi bisogno di conti correnti aperti presso istituti bancari per poter esercitare le proprie attività, che comprendono il trasferimento di divise da e verso l’estero, anche per i propri clienti nella Repubblica slovacca. Secondo l’Autorità garante della concorrenza, le tre banche si sono concertate in quanto scontente della diminuzione dei loro profitti derivante dall’attività della società Akcenta, considerata come una concorrente che forniva servizi ai loro clienti. L’autorità slovacca ha irrogato ammende alla Československá obchodná banka a.S. (Eur 3 183 427), alla Slovenská sporitel’ňa (Eur 3 197 912), e alla Všeobecná úverová banka a.S, (Eur 3 810 461) per violazione del diritto della concorrenza. Una della banche, la Slovenská sporitel’ňa, ha impugnato la decisione con cui l´autorità nazionale le aveva inflitto l’ammenda. La banca sostiene di non aver violato le regole della concorrenza in quanto la Akcenta non poteva essere considerata sua concorrente. Infatti, secondo la banca, poiché l’impresa ceca non disponeva dell’autorizzazione richiesta dal diritto slovacco per l’esercizio della sua attività, essa operava illegalmente sul mercato slovacco. Il Najvyšší súd Slovenskej republiky (Corte suprema della Repubblica slovacca), investito della causa, chiede alla Corte di giustizia se la circostanza che un concorrente leso da un accordo di cartello operi illegalmente sul mercato sia giuridicamente rilevante per la valutazione del cartello stesso. Nella sua sentenza odierna la Corte ricorda che, ove un accordo abbia per oggetto di restringere, impedire o falsare il gioco della concorrenza, è superfluo prendere in considerazione i suoi effetti concreti sulla concorrenza per stabilirne l’illegittimità. La Corte precisa altresì che le regole di concorrenza dell’Unione sono destinate a tutelare non solo gli interessi dei concorrenti o dei consumatori, ma anche la struttura del mercato e, in tal modo, la concorrenza in quanto tale. Nel caso di specie la Corte constata che l’accordo aveva specificamente ad oggetto la restrizione del gioco della concorrenza. Di conseguenza, il fatto che l’Akcenta operasse sul mercato slovacco in modo asseritamente illegale non incide sull´accertamento dell´esistenza di un’infrazione alle regole di concorrenza. Peraltro, la Corte sottolinea che spetta alle autorità pubbliche – e non a imprese o ad associazioni di imprese private – garantire il rispetto delle regole di concorrenza. Inoltre la Corte rileva che la banca Slovenská sporiteľna non può sottrarsi alla propria responsabilità derivante dall’accordo di cartello adducendo che il suo dipendente, che aveva partecipato alla riunione nel corso della quale era stato concluso l’accordo anticoncorrenziale, non aveva ricevuto un mandato. La Corte ricorda, infatti, che la partecipazione ad accordi illegali costituisce nella maggior parte dei casi un´attività clandestina che non si svolge nel rispetto di regole formali. È quindi raro che il rappresentante di un´impresa partecipi a una riunione munito di mandato al fine di commettere un´infrazione. (Lussemburgo, 7 febbraio 2013, Sentenza nella causa C-68/12)