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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 26 Febbraio 2013 |
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SE I NEURONI SOPRAVVIVONO ALL’ORGANISMO CHE LI GENERA LA SCOPERTA DI UN TEAM DELL’UNIVERSITÀ DI PAVIA E DEL NICO DI ORBASSANO (TO) APRE UNA NUOVA STRADA NELLA RICERCA SULLE MALATTIE NEURODEGENERATIVE |
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Pavia, 26 febbraio 2013 - Quanto vive il cervello? Quanto l´organismo cui appartiene, sembrerebbe la risposta ovvia. Nei mammiferi i neuroni possono sopravvivere per l’intera vita in assenza di malattie neurodegenerative. Rimane tuttavia da chiarire quanto duri la vita dei singoli neuroni e se il suo limite sia geneticamente determinato, legato cioè alla sopravvivenza degli individui tipica di ogni specie (ad esempio 20 anni per un gatto, 120 per l’elefante). In questo caso gli sforzi per prolungare la vita media dell’uomo - grazie al miglioramento di alimentazione, igiene e cure mediche - sarebbero resi inutili dall’inevitabile invecchiamento del cervello (che, anche in assenza di patologie, non può sostituire i neuroni persi). I risultati di un recente studio - pubblicati su Pnas, la prestigiosa rivista dell´Accademia delle Scienze U.s.a. - danno una prima risposta in merito, suggerendo che i neuroni di alcuni mammiferi possono vivere più a lungo dell’organismo che li ha generati. È la conclusione raggiunta - dopo un esperimento che ha richiesto oltre cinque anni di lavoro - da Lorenzo Magrassi, professore di Neurochirurga dell´Università di Pavia che lavora presso la Fondazione Policlinico S. Matteo e l´Istituto di Genetica Molecolare del Cnr di Pavia, insieme al professor Ferdinando Rossi e Ketty Leto, neurofisiologi del Nico - Istituto di Neuroscienze della Fondazione Cavalieri Ottolenghi presso l´Università di Torino. L’esperimento ha previsto il trapianto di neuroni in fase embrionale prelevati dal cervello di un embrione di topo - con vita media di circa un anno e mezzo - in quello di un ratto, una specie con vita media più lunga, circa tre anni (il doppio rispetto al donatore). Le cellule trapiantate si sono sviluppate in neuroni cerebrali, integrandosi nel cervello del ratto pur mantenendo le dimensioni lievemente più piccole tipiche topo donatore. Inoltre, i neuroni di topo non sono morti circa un anno e mezzo dopo il trapianto - come sarebbe successo se fossero rimasti nel topo, essendo questa la durata media della vita dei topi utilizzati - ma sono sopravvissuti tre anni, fino alla morte naturale del ratto in cui sono stati trapiantati. I risultati suggeriscono quindi che la sopravvivenza dei neuroni trapiantati non è geneticamente fissata, ma può essere determinata dal microambiente del cervello dell’organismo ospite. Considerando le differenze di specie, i risultati dell´esperimento suggeriscono che - ammessa una vita media di ottant´anni - fino a centosessant´anni non ci sarebbero problemi di sopravvivenza dei neuroni. Questa scoperta contraddice dunque l´opinione diffusa che aumentare la vita media degli individui può essere inutile in quanto i neuroni - anche in assenza di patologia - morirebbero, riducendo chi sopravvive oltre una certa età ad una vita priva di facoltà cognitive. Il lavoro di Magrassi, Leto e Rossi dimostra invece che l´ambiente in cui i neuroni vengono a trovarsi modula la loro sopravvivenza che, almeno entro i limiti studiati, non è determinata geneticamente. I risultati indicano che i fattori presenti nel microambiente in cui le cellule sono state trapiantate contribuiscano a mantenere in vita i neuroni, indipendentemente dall´età raggiunta. Identificare questi fattori mediante nuovi esperimenti aprirebbe la strada per nuove terapie, anche nel caso di malattie neurodegenerative che conseguono alla morte precoce dei neuroni in aree specifiche del cervello. Pnas - Proceedings of the National Academy of Sciences Usa www.Pnas.org “The lifespan of neurons is uncoupled from organismal lifespan” Lorenzo Magrassi, Dipartimento di Scienze Clinico-chirurgiche Diagnostiche e Pediatriche, Università di Pavia Ferdinando Rossi, Ketty Leto, Neuroscience Institute Cavalieri-ottolenghi - Università di Torino |
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RIESAMINARE I DISTURBI CEREBRALI |
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Bruxelles, 26 febbraio 2013 - I disturbi cerebrali, comprese le malattie evolutive, psichiatriche e neurodegenerative, rappresentano un enorme peso in termini di sofferenza umana e costi economici. Molte patologie del cervello sono croniche e incurabili, e possono essere accompagnate da disabilità che progrediscono per anni o persino decenni. Questo significa che l´onere totale causato da queste malattie è notevolmente maggiore rispetto a quanto suggerito dai soli numeri relativi alla mortalità. Inoltre, un recente studio condotto dal Consiglio europeo per la ricerca sul cervello (European Brain Council - Ebc) ha previsto che il conto da pagare per malattie come depressione, ansia, insonnia e demenza, aumenterà poiché la gente vive più a lungo, rendendola quindi la sfida economica numero uno per la sanità europea. La ricerca sul cervello è supportata dal Settimo programma quadro (7° Pq 2007-2013), che comprende un´attività riguardante la "Ricerca sul cervello e malattie relative" nell´ambito del tema "Salute". Questa attività pone una particolare enfasi sulla ricerca traslazionale, che significa tradurre le scoperte di base in applicazioni cliniche. Nei primi cinque inviti del 7° Pq sono stati finanziati 39 progetti nell´ambito di questa attività per un totale di 194 milioni di euro. Uno di questi progetti è Paradise ("Psychosocial fActors Relevant to brain Disorders in Europe"). L´obiettivo di Paradise è quello di sviluppare e testare un nuovo approccio innovativo mediante la raccolta di dati riguardanti le difficoltà psicosociali che le persone con malattie al cervello possono incontrare. Sebbene ci siano prove evidenti che i costi complessivi economici, personali e sociali delle malattie del cervello sono alti, il consorzio Paradise ritiene che questi costi siano stati sottostimati. Questo è accaduto per una mancanza di dati adeguati. Queste malattie sono state definite in termini di un criterio diagnostico che non include un´ampia gamma di difficoltà psicosociali che in realtà determinano le esperienze vissute dalle persone con queste malattie. Gli attuali dati europei sulle difficoltà psicosociali sono infatti ottenuti dai criteri diagnostici di ciascuna malattia e assumono quindi la forma di ristretti "silos di informazioni", che non sono né esaurienti né confrontabili tra le varie malattie. Dei silos di informazioni distinti fanno sì che pianificazione del trattamento, giudizio del trattamento e valutazione dell´esito ignorino le caratteristiche comuni delle conseguenze psicosociali tra le malattie, pregiudicando validità ed efficacia della cura e aumentando alla fine i costi per fornire cure sanitarie e assistenza sociale. Il nuovo approccio adottato dal progetto si traduce nel fatto che queste difficoltà non saranno collegate alla diagnosi specifica della malattia che le persone hanno, ma saranno affrontate in quanto problemi che tutte le persone con malattie del cervello molto diverse tra loro, il progetto prende in considerazione demenza, depressione, epilessia, emicrania, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, schizofrenia, ictus e disturbi per uso di sostanze, hanno in comune. Se questo dovesse di fatto essere vero, allora questo nuovo metodo di raccogliere informazioni potrebbe cambiare profondamente il modo in cui i medici organizzano e forniscono servizi alle persone con malattie del cervello in tutta Europa, migliorando le loro vite e le loro opportunità di vita. Quindi, per testare questo approccio, il progetto ha selezionato un campione rappresentativo ed eterogeneo di malattie: demenza, depressione, epilessia, emicrania, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, schizofrenia, ictus e dipendenza da sostanze. Basandosi su valutazioni sistematiche della letteratura scientifica per ciascuna delle nove malattie del cervello, focus group di pazienti e interviste, e un ampio contributo dagli esperti clinici, Paradise ha identificato le difficoltà salienti che si incontrano normalmente in molte di queste malattie. Queste informazioni sono state usate per creare uno strumento per la raccolta di dati preliminari chiamato Paradise Protocol, che raccoglie dati armonizzati con una base concettuale coerente, generando così dati comparabili tra le malattie del cervello. Questo strumento è stato usato per costruire un sistema di misura delle difficoltà psicosociali. Inoltre, i risultati confermano che le difficoltà psicosociali rappresentano degli ostacoli che gli individui con queste malattie devono affrontare nelle loro vite, ostacoli che limitano la loro integrazione e piena partecipazione nella società. L´obiettivo complessivo del progetto è quello di creare un protocollo con 24 domande sulle difficoltà psicosociali, da cui sia possibile generare e confrontare un profilo dei pazienti. Il Paradise Protocol, assieme ai dati armonizzati raccolti, fornirà un contributo per una futura strategia europea sulle malattie del cervello. Fondamentalmente, il progetto ha mostrato che ciò che è realmente importante per le persone con malattie cerebrali è la lotta con le difficoltà psicosociali, come la mobilità, la partecipazione alle attività della comunità o semplicemente affrontare le attività di ogni giorno. Molte di queste difficoltà non possono essere trattate appropriatamente con interventi puramente medici, ma richiedono interventi complementari psicologici e sociali. Il metodo usato da Paradise dovrebbe quindi portare a una più efficace pianificazione e gestione degli interventi, e quindi a una migliore qualità di vita per coloro che soffrono di malattie del cervello. Per maggiori informazioni, visitare: Paradise http://paradiseproject.Eu/ |
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I DEPUTATI EUROPEI DISCUTONO LE PROPOSTE PER RENDERE MENO ATTRAENTE IL FUMO DA TABACCO |
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Strasburgo, 26 febbraio 2013 – Un progetto di cambiare le regole sugli additivi e sull´etichettatura dei prodotti del tabacco è il probabile effetto dell’ aggiornamento delle direttive Ue sulla salute pubblica, sugli affari e sulle entrate fiscali che sono state esaminate lunedì scorso in un dibattito con il comitato dell´ambiente, di salute pubblica e di sicurezza alimentare fra il ministro di salute dell´Irlanda James Reilly e commissario sulla politica dei consumatori e di salute Tonio Borg . Il ministro della salute James Reilly, che presiede attualmente il Consiglio dei ministri della sanità, ha dato un impegno personale ad "affrontare il problema fumo" e ha chiesto misure combinate a tal fine: "regolamentazione dei prodotti del tabacco, l´assistenza completa per i fumatori che vogliono smettere e media campagne di informazione ". Il commissario Borg ha giustificato la proposta dicendo che "il tabacco dovrebbe apparire come il tabacco e il gusto come il tabacco e, non come i dolci di vaniglia o altro. Questi prodotti sono prodotti in questo modo per essere attraente per i giovani. Non dimentichiamo che la maggior parte delle persone inizia a fumare al di sotto dei 25 anni e la maggior parte quando sono ancora minorenni ". Relatore del Parlamento europeo Linda Mcavan (S & D, Uk) ha sottolineato il suo impegno a favore della proposta di aggiornamento, facendo notare che l´obiettivo principale "è quello di reclutare sempre meno i fumatori". Karl-heinz Florenz (Ppe, De) ha sottolineato che molti ingredienti chimici di sigarette sono altamente tossici, e ha chiesto il divieto di tutti gli additivi tossici. Frédérique Riess (Alde, Be) ha anche sottolineato la necessità di essere più "radicale sugli additivi tossici". Ha chiesto al signor Reilly sulle prospettive della proposta in sede di Consiglio, data la "riluttanza di alcuni Stati membri" ad accettarlo. Carl Schlyter (Verdi / Ale, De) ha detto avvertenze della confezione pianura dovrebbe essere obbligatoria. Il ingredienti, ha detto che "sarebbe ancora più felice se ci sarebbe sbarazzarsi di tutti i sapori". Schlyter ha anche sottolineato che "la nicotina è una droga estremamente potente in termini di dipendenza, in modo che qualsiasi tipo di prodotto contenente, dovrebbe essere disciplinata in maniera rigorosa". "Ogni fumatore si può convincere a smettere è un buon investimento" Anna Rosbach (Ecr, Dk) offerto di "avvocato del diavolo", sollevando domande circa i ricavi generati dal tabacco e la libertà di scegliere se o non fumare. "Tutti hanno bisogno di essere protetti, ma non dimentichiamo che i governi hanno bisogno i ricavi generati dal tabacco. L´impatto fiscale è qualcosa che dobbiamo tenere in mente ", ha detto. "Ogni fumatore che smette è un buon investimento. Punto di vista economico, è un gioco da ragazzi" rispose il signor Reilly, mettendo in evidenza i pesanti costi che il fumo impone sui sistemi sanitari e per l´economia, a causa di assenze dal lavoro. Oreste Rossi (Efd, It), preoccupata che "se troppi limiti sono posti sulle persone, si potrebbe finire per favorire il commercio di sigarette di contrabbando. 60% dei nostri sigarette nell´Ue oggi sono illegali e che sta garantendo la loro qualità? ", Ha chiesto. Borg ha risposto mettendo in evidenza le disposizioni di sicurezza e di monitoraggio proposte nella direttiva. Martina Anderson (Gue, Uk) ha sottolineato la sua volontà di rafforzare la proposta, aggiungendo che d´accordo con "osservazioni effettuate è il 100% di copertura del pacchetto con avvisi". Snus "Snus è la meno dannosa del tabacco prodotto, ma l´unica che è vietato" al di fuori della Svezia ", ha osservato Christopher Fjellner (Ppe, Se)." Immaginate se dovessimo vietare vino francese, ma consentono vodka? ", Ha detto." Se si guarda in Svezia e Norvegia, vedrete migliori prestazioni al mondo nel ridurre il fumo. E non abbiano vietato snus ". I prossimi passi Una relazione sarà elaborata dal relatore del Parlamento europeo Linda Mcavan (S & D, Uk) e mettere a un voto della commissione Ambiente del 10-11 luglio. Sfondo La proposta di revisione della direttiva del 2001 sui prodotti del tabacco si concentra sui prodotti del tabacco non da fumo, l´imballaggio e l´etichettatura, ingredienti / additivi, le vendite transfrontaliere a distanza, la tracciabilità e problemi di sicurezza. Esso mira inoltre ad armonizzare l´attuazione degli obblighi internazionali nell´ambito della convenzione quadro dell´Oms sul controllo del tabacco (Fctc) |
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MELANOMA, ARRIVA IN ITALIA IPILIMUMAB |
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Roma, 26 febbraio 2013 – In Gazzetta Ufficiale il via libera dell’Aifa alla rimborsabilità di ipilimumab in classe H nei pazienti con melanoma avanzato (non operabile o metastatico) pretrattato. Il provvedimento rende disponibile in Italia ipilimumab, la prima terapia ad aver dimostrato un vantaggio della sopravvivenza a lungo termine in circa un quarto dei pazienti.1 Sviluppato da Bristol-myers Squibb, il nuovo anticorpo monoclonale stimola il sistema immunitario a distruggere le cellule cancerogene con una durata di trattamento di sole quattro dosi. Ipilimumab è il più grande progresso terapeutico da oltre 30 anni.2 “Accogliamo con soddisfazione il riconoscimento di importante innovazione terapeutica per ipilimumab che, dopo 30 anni, rappresenta il primo avanzamento per il trattamento dei pazienti con melanoma metastatico” ha affermato Davide Piras, Presidente e Amministratore Delegato di Bristol-myers Squibb. Ipilimumab è un anticorpo monoclonale interamente umano che agisce in modo innovativo, stimolando il sistema immunitario dell’organismo a combattere il melanoma. Nello studio clinico registrativo di fase Iii su ipilimumab, pubblicato nel New England Journal of Medicine, i tassi di sopravvivenza a uno e due anni per i pazienti trattati con ipilimumab in monoterapia erano, rispettivamente, del 46% e 24%, quasi il doppio rispetto al braccio di controllo, con alcuni pazienti vivi dopo tre e quattro anni.1 Il profilo di sicurezza di ipilimumab è correlato al suo meccanismo d’azione. Reazioni avverse di tipo immune possono coinvolgere l’apparato gastrointestinale, il fegato, la cute, il sistema nervoso e quello endocrino o altri organi.3 La diagnosi precoce e l’appropriata gestione degli eventi avversi seguendo linee guida farmaco-specifiche sono essenziali per ridurre al minimo le complicanze.3 |
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UMBRIA, TUMORI: NESSUN TICKET PER PROGRAMMA SCREENING MAMMELLA, CERVICE UTERINA E COLON RETTO |
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Perugia, 26 febbraio 2013 - Non è previsto alcun ticket per gli assistiti umbri che rientrano nel programma di screening per la prevenzione dei tumori alla mammella, alla cervice uterina e del colon retto, gli esami saranno infatti totalmente gratuiti: lo ha deciso la Giunta regionale dell’Umbria su proposta dell’assessorato alla sanità. In un momento in cui diminuiscono le risorse del fondo nazionale ed è sempre più difficile garantire un adeguato livello di prestazioni, l’Umbria – affermano dall’assessorato – va controtendenza, puntando sulla prevenzione come tutela della salute dei cittadini e fattore di equilibrio, anche economico, dell’intero sistema. I programmi individuati – aggiungono all’assessorato – sono quelli ritenuti più efficaci nel panorama scientifico nazionale ed europeo per la diagnosi precoce di queste malattie. L’atto, approvato dall’esecutivo, rende omogenee le modalità operative di screening su tutto il territorio regionale in continuità con i programmi già avviati in Umbria e che risalgono al periodo 1997-2000 per gli screening dei tumori alla mammella e alla cervice uterina, e al 2006 per il colon retto. Il programma prevede per la prevenzione del tumore della mammella il coinvolgimento delle donne tra i 50 e i 69 anni, che verranno chiamate a sottoporsi ad una mammografia ogni due anni. Le donne tra i 25 e i 64 anni sono invece invitate, ogni tre anni, ad effettuare un Pap-test per prevenire il tumore della cervice uterina. Per la prevenzione del tumore del colon retto è previsto un test a domicilio per la ricerca del sangue occulto nelle feci (Fobt) che viene spedito, ogni due anni, a donne e uomini tra i 50 e i 74 anni. L’obiettivo dei programmi di screening – spiegano dall’assessorato - è la riduzione della mortalità specifica. Nel caso del cancro della cervice uterina e del colon retto attraverso l’individuazione ed il trattamento delle lesioni precancerose, con l’obiettivo di prevenire l’insorgenza dei tumori invasivi. Nel caso del cancro della mammella tramite l’identificazione precoce dei tumori maligni e l’eventuale intervento con terapie chirurgiche e mediche, il più possibile conservative ed accettabili. I risultati dell’ultimo monitoraggio relativo al 2011 mostrano che i programmi di screening hanno raggiunto un’ampia fascia della popolazione regionale, con un’adesione media agli inviti di circa il 55 per cento. Dati che collocano l’Umbria in una buona posizione nel panorama nazionale. Nel 2011, infatti, sono state contattate più di 57 mila donne tra i 50 e i 69 anni per lo screening mammografico, di cui circa 33 mila hanno aderito all’invito (pari al 61,2% di adesioni). Sono stati identificati 149 carcinomi della mammella. Per lo screening cervicale sono state invitate più di 63 mila donne tra i 25 e i 64 anni, di cui 32 mila 500 hanno aderito all’invito (adesione all’invito del 54,6%). Per lo screening colon retto sono state invitate circa 133mila 600 persone (uomini e donne) tra i 50 e i 74 anni. Di queste, più di 65 mila hanno aderito all’invito (adesione del 50% circa). Sono stati identificati 112 carcinomi del colon retto. |
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MALATTIE RARE SENZA FRONTIERE, A PISA UN CONVEGNO IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE |
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Firenze, 26 febbraio 2013 - Una giornata per accendere i riflettori su tutte quelle malattie che, proprio perché rare, sono meno conosciute e per le quali diagnosi e terapie sono più problematiche. Anche per il 2013 la Regione Toscana coglie l’invito di Eurordis (European Organization for Rare Diseases) a celebrare la Giornata mondiale delle Malattie rare, che in tutto il mondo si tiene il 28 febbraio. E lo fa con un convegno, organizzato in collaborazione con la Fondazione toscana “Gabriele Monasterio” (che gestisce il Registro Toscano delle Malattie rare), che si terrà appunto giovedì 28 febbraio a Pisa, nell’Auditorium dell’Area di ricerca del Cnr. Il tema scelto per questa edizione, “Malattie rare senza frontiere”, sottolinea che per affrontare le malattie rare è necessaria una efficiente cooperazione che attraversi i confini tra i diversi Paesi. Al convegno parteciperanno le strutture di coordinamento regionale della Rete dei Presidi e il Forum delle Associazioni Toscane Malattie Rare, che raccoglie 67 associazioni: quest’anno il Forum celebra il decimo anniversario dalla sua fondazione e nell’occasione consegnerà un riconoscimento a chi si è maggiormente impegnato nel sostenere le attività del Forum. Durante la giornata saranno presentate esperienze e progetti attivati sul territorio toscano per migliorare la rete di assistenza delle Malattie rare. Il pomeriggio sarà dedicato a sessioni parallele, che consentiranno confronti diretti tra i coordinatori di rete, i professionisti e i pazienti nell’ambito di ciascuna area specialistica. La Regione Toscana ha varato da poco, con una delibera di giunta, i percorsi diagnostico-terapeutici specifici per un numero consistente di malattie rare. Dal dicembre scorso è diventato operativo uno specifico sito dedicato (www.Malattierare.toscana.it) che consente la visualizzazione della rete, dei percorsi assistenziali e dei dati epidemiologici toscani curati dal Registro Toscano Malattie Rare. E sempre da dicembre è in funzione un numero verde, per dare informazioni e sostegno psicologico ai pazienti e ai loro familiari, aiutandoli a superare le difficoltà durante il percorso di cura. Le malattie rare in Toscana e in Italia - Il Registro Toscano Malattie Rare (Rtmr), gestito dalla Fondazione Toscana Gabriele Monasterio (Ftgm) di Pisa, raccoglie dati clinici e epidemiologici che sono registrati da medici professionisti operanti nei 150 Centri di Riferimento e riguardano, al 20 febbraio 2013, 27.714 casi, relativi a 527 malattie rare. Il Registro Nazionale Malattie Rare include 112.000 casi verificati, sui quali il Registro Toscano assume un peso del 12,5%, che rappresenta circa il doppio del peso della popolazione toscana su quella nazionale. Questo non è dovuto al fatto che in Toscana ci sono più malattie rare, ma che in Toscana la copertura epidemiologica è molto superiore a quella fino ad oggi realizzata da numerosi altri registri regionali, e quindi anche del dato medio nazionale. Guarda il programma della Giornata sulle pagine dedicate alle Malattie rare sul sito della Regione Toscana |
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SANITA’: RIATTIVATO HOSPICE MALATI TERMINALI A MESTRE |
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Venezia, 26 febbraio 2013 - “Garantire le migliori cure ed il massimo rispetto della dignità di un paziente in fase terminale è un dovere di civiltà, oltre che una buona pratica medica. Bene, anzi benissimo ha fatto il direttore generale Giuseppe Dal Ben a riattivare i posti letto di hospice al Policlinico San Marco.”. Con queste parole il presidente della Regione del Veneto si complimenta con il nuovo Dg dell’Ulss 12 Veneziana che, con una decisione assunta nei primi giorni del suo mandato, ha riattivato il servizio di hospice per malati terminali nella struttura privata convenzionata di Mestre. Il servizio, tra mille polemiche, era stato sospeso nel marzo del 2011. “Il sistema degli hospices veneti – ricorda il presidente – è di qualità assoluta e la nostra specifica legge regionale è stata anche presa come punto di riferimento per la normativa nazionale in materia. Ogni rafforzamento di questa rete, dove si fondono scienza ed umanità, è da accogliere con grande soddisfazione. Ed è questo il caso della novità al policlinico San Marco”. “Dal punto di vista finanziario – conclude il presidente – è un momento nel quale è necessario porre la massima attenzione ad ogni euro speso, ma ci sono dei casi che fanno eccezione e delle situazioni rispetto alle quali il Veneto non deve e non vuole affrontare in modo ragionieristico. Di sicuro l’assistenza ai malati terminali è una di quelle situazioni di civiltà di fronte alle quali occorre intervenire aldilà del rigoroso rispetto dei conti, che pure è e resta un nostro preciso impegno”. |
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CORSO: "APPROCCIO E COMUNICAZIONE CON LA PERSONA DI ALTRA CULTURA IN AMBITO SANITARIO" |
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Bolzano, 26 febbraio 2013 - Il corso “L’approccio e la comunicazione con la persona di altra cultura in ambito sanitario” che si svolgerà il 12 e 26 marzo presso la Scuola per le professioni sociali “Levinas” di Bolzano, ha lo scopo di aiutare gli operatori sociali ad aumentare la loro consapevolezza e conoscenza culturale. Il corso "L´approccio e la comunicazione con la persona di altra cultura in ambito sanitario" si svolgerà il 12 ed il 26 marzo, con orario 9.00 - 13.00 e 14.00 - 17.00, presso la Scuola provinciale per le professioni sociali in lingua italiana "Levinas" di Bolzano. Lavorare con persone di religione e di cultura diverse rende necessario, per garantire interventi efficaci, conoscere la cultura dell´altro, i principi e i valori che la sorreggono e come essi vengono declinati nella vita quotidiana dalle persone. Il corso è destinato ad assistenti sociali; educatori; psicologi; fisioterapisti; ergoterapisti, oss, osa, infermieri; psicopedagogisti ed ha lo scopo di aiutare gli operatori sociali ad aumentare la loro consapevolezza e conoscenza culturale al fine di aumentare la loro competenza nell´ascolto del disagio, nel focalizzare la richiesta e i motivi che hanno spinto l´utente immigrato a chiedere aiuto. Solo attraverso una conoscenza approfondita, diventa possibile fornire risposte efficaci. Il corso si pone come scopo quello di aiutare i partecipanti a migliorare la propria capacità di accoglienza, di ascolto e di risposta con persone di religione e cultura diverse. Le iscrizioni sono aperte sino al 1° marzo. Per iscrizioni rivolgersi alla Segreteria della formazione continua della Scuola provinciale per le Professioni Sociali "E. Levinas", che ha sede in Piazza Angela Nikoletti, 1 a Bolzano. Tel. 0471/440900. È possibile inoltre iscriversi online al seguente indirizzo: http://www.Sociale-levinas.fpbz.it |
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INAUGURATI NUOVI LETTI OSPEDALE MONFALCONE |
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Monfalcone (Go), 26 febbraio 2013 - Un finanziamento regionale di 456 mila euro, distribuito in tre anni, ha permesso all´Azienda per i Servizi sanitari "Isontina" di rinnovare i 180 letti del complesso ospedaliero di San Polo a Monfalcone, con sostanziali benefici per i pazienti ma anche per gli operatori sanitari che li assistono. I nuovi letti, dotati delle più avanzate tecnologie e sistemi di automazione, sono stati inaugurati il 22 febbraio con una semplice cerimonia, presente il vicepresidente della Regione e assessore alla Salute, Luca Ciriani, assieme alle autorità locali, al prefetto Maria Augusta Marrosu e al direttore dell´Azienda Marco Bertoli. La benedizione è stata impartita dal medico dell´ospedale don Remo Ceol. Le caratteristiche dei nuovi letti sono state illustrate all´assessore regionale dal primario di Medicina, Alessandro Cosenzi. Dell´investimento dell´Azienda, che punta a un continuo miglioramento dei presidi ospedalieri dell´Isontino, beneficiano comunque tutti i reparti del complesso di San Polo, dalla medicina alla chirurgia all´ortopedia. I letti dismessi, grazie all´interessamento di alcune associazioni di volontari, verranno riutilizzati in Africa. Secondo il rappresentante della Regione, l´inaugurazione di oggi all´ospedale di San Polo dimostra che, pur di fronte a una diminuzione delle risorse pubbliche, può essere vinta la sfida di una graduale razionalizzazione del Servizio Sanitario Regionale senza per questo rinunciare a un miglioramento dei servizi ai cittadini. Tutto ciò può essere realizzato proprio ponendo al centro i bisogni del paziente. |
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SALUTE, OSPEDALE FELETTINO, ILLUSTRATO IN GIUNTA IL CRONO-PROGRAMMA |
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Genova, 26 Febbraio 2013 - Verrà approvato entro il luglio 2013, nella conferenza dei servizi convocata dal sindaco della Spezia, il progetto definitivo dell´ospedale Felettino contestualmente al permesso di costruire e, salvo imprevisti, il bando per la sua realizzazione sarà pubblicato a inizio 2014. Lo ha comunicato venerdì 22 febbraio in Giunta l´assessore alla salute della Regione Liguria, Claudio Montaldo nell´illustrare il crono-programma alla presenza anche del sindaco della Spezia, Massimo Federici e del direttore generale della Asl 5 Spezzina, Gianfranco Conzi. In parallelo nelle prossime settimane partirà la gara per dare il via ai lavori della nuova struttura di radioterapia nei pressi del nuovo ospedale, che è previsto si concludano alla fine del 2014. Sarà Infrastrutture Liguria, società interamente partecipata da Filse la finanziaria regionale, ad occuparsi della gestione dell´appalto. L´illustrazione del crono-programma dei lavori per l´ospedale Felettino della Spezia arriva dopo lo sblocco delle risorse nazionali, a seguito della sigla dell´accordo Stato-regioni, avvenuta 15 giorni fa, attraverso cui il Governo ha stanziato le risorse dell´ex art. 20, destinate all´edilizia sanitaria. Per il Felettino si parla di 119,9 milioni di euro, una cifra decurtata di 30 milioni, a fronte del costo totale dell´operazione confermato in 175,5 milioni di euro. "Nonostante la diminuzione dei fondi statali – ha detto Montaldo – contiamo di ricavare circa 23 milioni di euro dalla vendita e valorizzazione dell´ospedale Sant´andrea, a cui si andranno ad aggiungere altre risorse regionali". Mercoledì 27 febbraio la Giunta regionale approverà una delibera per definire le funzioni di Infrastrutture Liguria nel quadro della programmazione di edilizia sanitaria. Alla società regionale spetterà il compito di redigere studi di prefattibilità, fattibilità e gestire le procedure d´appalto delle nuove strutture sanitarie previste. Oltre al Felettino, il nuovo ospedale di Taggia ad Imperia, l´ospedale del Ponente genovese, la nuova struttura all´interno dell´ospedale Santa Corona di Pietra Ligure e la riorganizzazione del nuovo monoblocco del S. Martino di Genova. |
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ALESSANDRO BULGARINI PAROXYSM MILANO9-23 MARZO 2013 |
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Milano, 26 febbraio 2013 - Spazio Tolomeo, nuova location espositiva indipendente inaugurata nel 2012 dallo storico corniciaio milanese, ospita dal 9 al 23 marzo Paroxysm, personale del pittore Alessandro Bulgarini. La mostra propone una ventina di opere che ben rappresentano il percorso artistico dell’artista bresciano attivo dal 2008 nel panorama contemporaneo e che già conta numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Come suggerisce il titolo, la pittura di Bulgarini si colloca concettualmente in un ambito di denuncia e di smascheramento del momento storico e sociale in essere, considerato come la situazione limite di un progressivo scollamento tra le volontà dei gruppi di potere e la loro veste mediatica. Attraverso il rovescio dissacrante di volti e temi di attualità, inseriti in contesti stranianti, l’artista vuole suggerire una lettura più lucida della realtà e favorire la separazione da stereotipi e falsi miti. Considerare il lavoro di Bulgarini in chiave anti-pop è tuttavia riduttivo. La sua ricerca si nutre di suggestioni e linguaggi appartenenti alle tradizioni artistiche surrealista e fantastica, evidenti soprattutto nel concepire l’opera come un meccanismo psichico perturbante. L’utilizzo di simboli e concetti alchemici connota tutto il lavoro. Questi agiscono come strumenti evocativi e invitano all’investigazione delle scienze più antiche della civiltà. Alessandro Bulgarini nasce nel 1983 a Brescia dove vive e lavora. Principali mostre personali: Crudelis Fabula (Zagarolo 2012), Affordable Art Fair (Milano 2012), Pictor Maleficus (Milano 2011), Imitatio Christi (Carrara 2011), Crudelis Fabula (Parma 2011), Aenigma Picturae (Trenzano 2010), Attraverso l´immagine, al di là dell´immagine (Rovigo 2010). Principali mostre collettive: Art Wine & Design (Franciacorta-mumbai 2012), Berlin 2 (Berlino2012), Swiss in Art (Lugano 2012), Apokalips (Milano 2012), The New Talents (Brescia 2012), New Pop (Milano 2012), Bazarte (Milano 2011), Satura Prize (Genova 2011), Politicart (Brescia 2011), La parola rivelata / The revealed word (Viterbo 2011), Contemporary International Art Iv ( Miami 2011), Primaverile A.r.g.a.m. (Roma 2011), Archiviarti (Milano 2010). Www.alessandrobulgarini.it |
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VAL DI FIEMME MONDIALE E …IN SELLA MONDIALI AL SALTO CON CAMPIONI MASTER CHEF PRESENTATE A CAVALESE LE TAPPE TRENTINE DEL 70° TOUR DE POLOGNE SI PASSA ANCHE PER LA VAL DI FIEMME E LE STRADE DEL TRENTINO IL 27 E 28 LUGLIO |
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Val di Fiemme, 26 febbraio 2013 - Nella giornata di riposo per quanto riguarda le gare dei Campionati del Mondo di Sci Nordico della Val di Fiemme, il Main Media Centre di Cavalese ha ospitato la conferenza stampa di presentazione del Tour de Pologne, storica competizione ciclistica estiva che quest’anno festeggia la 70.A edizione. “Ho sempre avuto un sogno, quello di iniziare il Tour dal Trentino. Quest’anno finalmente questo sogno diventa realtà.” Così ha esordito nel suo intervento in sala Czeslaw Lang, grande campione polacco delle due ruote e da venti anni presidente del Tour de Pologne, che quest’anno scatterà il 27 luglio da Rovereto. È la prima volta che il Tour esce dai confini polacchi e la tappa iniziale si chiuderà ai piedi delle Dolomiti di Brenta, a Madonna di Campiglio, dopo 183 km. Il giorno successivo, lo start sarà da Marilleva in Val di Sole, la gara transiterà per la Val di Fiemme e il Passo di Pampeago, e si concluderà ai 2.240 metri del Passo Pordoi (195 km in tutto). L’assessore della Provincia di Trento Tiziano Mellarini ha voluto sottolineare la stretta vicinanza tra il Trentino e la Polonia, dal punto di vista turistico e sportivo, visto che la tradizione ciclistica è assai radicata da ambo le parti. “Portare il Tour de Pologne in zone del Trentino come il Lago di Garda, l’Altopiano della Paganella o la stessa Val di Fiemme”, ha commentato Mellarini, “porterà beneficio alle realtà locali, e il pubblico polacco potrà meglio conoscere tutto il territorio trentino.” Alla conferenza erano anche presenti il Segretario Generale di Fiemme 2013 Angelo Corradini, il campione trentino di ciclismo Francesco Moser, il Ministro dello Sport e del Turismo polacco Katarzyna Sobierajska, rappresentanti del Coni e membri delle realtà territoriali trentine interessate dalle due tappe del Tour. Dall’altra parte della Val di Fiemme, nel frattempo, l’elegante Vip Lounge dello Stadio del Salto di Predazzo si trasformava in… cucina. Volti conosciuti dello sci con grembiule pronti ai fornelli affiancati da chef. Ed ecco che Peter Schlieckenrieder, Karen Putzer, Pietro Piller Cottrer e Andrea Longo iniziavano una competizione, una sorta di Team Sprint, non a colpi di bastoncini o tra i paletti, ma tra pentole e pietanze guidati da rinomati chef. Protagonista indiscussa è stata la pasta “di casa” Felicetti Monograno, condita con gli ingredienti più disparati: uova di trota, emulsione di ortica, mela grattugiata, burro affumicato ai fiori di campo e quant’altro. Un momento piacevole dove l’atleta ha giocato con i sapori e con le proprie capacità, un mettersi alla prova in una disciplina che non è proprio da tutti. Solo Andrea Longo ha confessato “mi sono diplomato all’Istituto Alberghiero di Tesero, che collabora con l’organizzazione di questi Mondiali e si era occupato dell’Italian Village per quelli svolti in Norvegia. Mi piaceva cucinare soprattutto i dolci e i primi, per quest’ultimi ho un debole: mangerei pasta due volte al giorno, tutti i giorni.” Longo ha preparato il suo piatto con l’aiuto di Elisabetta Dellantonio, chef al ristorante “Miola” di Predazzo. Un altro atleta avvezzo alla cucina è Pietro Piller Cottrer che si è messo a disposizione dello chef del ristorante “Osteria de l’Acquarol” di Panchià, Alessandro Bellingeri, “essendo infortunato – ha svelato lo sportivo - passo molto tempo a casa e ho sostituito mia moglie ai fornelli. Mi piace cucinare cercando di aggiungere qualcosa di mio alla ricetta.” Karen Putzer coadiuvata dallo chef Maurizio Tait del ristorante “Costa Salici” di Cavalese, ha preparato per tutto il pubblico presente spaghettoni con uova di trota, pomodori e bottarga, insaporiti dalla scorza grattugiata di limone e una maionese speciale, preparata tritando caviale di trota. “Sto pensando di frequentare un corso – ha confidato la campionessa - e magari di farmi dare dei consigli utili da mia zia cuoca.” E la cucina italiana, si sa, è molto apprezzata anche dagli stranieri: l’estroso ex-fondista Peter Schlieckenrieder, affiancato da Alessandro Gilmozzi del Ristorante “El Molin” di Cavalese, non è stato da meno, anche se confessa che ama mangiare più che cucinare: “Ciò che mi piace della cucina italiana è che i cibi sono divisi in più portate, non è tutto in un unico piatto. La pasta è il mio piatto preferito in tutte le salse”. Tutti vincitori alla fine. Fiemme 2013 è anche questo. Oggi, a Stava, il Centro Documentazione ha accolto alcuni giornalisti internazionali interessati alla tragedia che colpì la comunità trentina e quella nazionale il 19 luglio 1985. Il presidente della Fondazione Stava Graziano Lucchi ha illustrato brevemente quanto accaduto quel tragico luglio di 28 anni fa. Subito dopo è stato proiettato il film "Stava 1985" realizzato da Gabriele Cippollitti con Andrea Castelli e i ragazzi di Tesero. Domani il Campionato del Mondo di Sci Nordico 2013 prosegue con la 10 km femminile in tecnica libera alle 12.45 allo Stadio del Fondo di Lago di Tesero. Info: www.Fiemme2013.com |
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