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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 10 Aprile 2013 |
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UE: AUMENTARE LE RISORSE GLOBALI PER LA LOTTA ALL´AIDS, LA TUBERCOLOSI E LA MALARIA |
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Bruxelles, 10 Aprile 2013 – Diseguito l’intervento di Andris Piebalgs Commissario
europeo per lo sviluppoNel corso della riunione preparatoria per la ricostituzione
del Global Fund : “
Permettetemi di iniziare dando il benvenuto a tutti voi a Bruxelles per
la riunione preparatoria per il rifinanziamento del Fondo Globale. E ´veramente
bello vedere che così tanti di voi qui. Sono contento di aver fatto il viaggio
qui, perché abbiamo un affare molto importante da sbrigare.
Il Fondo Globale per la lotta all´Aids, la tubercolosi e la malaria ha
raggiunto risultati impressionanti nel limitare la diffusione di queste tre
pandemie. La Commissione europea è orgogliosa di essere stata associata con il
Fondo mondiale da quando è stata fondata 12 anni fa, nel 2001. Da allora la
Commissione ha contribuito più di 1,1 miliardi di euro per il Fondo globale dal
bilancio comune dell´Unione europea e del Fondo europeo di sviluppo a cui tutti
gli Stati membri dell´Ue contribuiscono.
Noi siamo qui per due buone ragioni: per valutare l´impatto del fondo
sulle persone nei paesi poveri, e per esaminare i progressi compiuti sulle
riforme.
Al fine di aumentare l´impatto dei finanziamenti Fondo globale
ulteriormente, mentre una migliore gestione dei rischi ai quali è esposto dagli
ambienti difficili in cui investe, il Fondo Globale ha intrapreso importanti
riforme nel corso dell´ultimo anno di rifocalizzazione sul core business delle
sovvenzioni gestione.
Oltre a ciò, il Consiglio ha approvato un nuovo modello di
finanziamento che gli obiettivi di maggiori risorse ai paesi più bisognosi e
meno in grado di fornire gli interventi necessari da solo. Si allinea anche il
finanziamento più strettamente a priorità nazionali, i piani di gestione e
cicli.
Dobbiamo essere pronti a combattere l´Hiv, la tubercolosi, la malaria e
nel lungo termine e il Fondo Globale è uno strumento importante per farlo.
Tuttavia, la cultura ha bisogno di passare dalla risposta di emergenza per la
sostenibilità. L´obiettivo a medio termine è l´integrazione della risposta a
queste tre malattie in esistenti sistemi nazionali e internazionali, in
particolare in sostenibili, strategie globali e gestito dal paese. Il nuovo
modello di finanziamento sarà un importante fattore per tale processo.
Ampliare la base dei donatori e di coinvolgere il settore privato
Quando si tratta di un ulteriore aumento delle risorse globali per
combattere malattie legate alla povertà, il tempo ha certamente fatto per noi
di intensificare gli sforzi per sfruttare le risorse aggiuntive e ampliare la
base dei donatori del Fondo Globale. A tal fine, dobbiamo chiamare gli altri
donatori, come il settore privato e donatori emergenti ad incrementare i loro
contributi.
Uno dei principi fondanti del Fondo mondiale come un partenariato
pubblico-privato è stato che i contributi dei donatori tradizionali pubblici
potrebbero sfruttare contributi aggiuntivi da nuovi donatori pubblici e del
settore privato. Questa è stata la novità del Fondo Globale e la base per il
suo essere in grado di attirare un sostegno così impressionante da maggior
parte dei donatori tradizionali.
Non vi è dubbio che il coinvolgimento del settore privato vicino al
fondo fin dall´inizio ha avuto un impatto impressionante in termini di
controllo Aids, la tubercolosi e la malaria. E ha portato a riduzioni notevoli
dei prezzi e ha contribuito a più meccanismi di attuazione efficaci per fornire
i più poveri del mondo, con tanto necessari prodotti per la salute - tutto da
farmaci per zanzariere.
Tuttavia, con la notevole eccezione della Fondazione Gates, privati
contributi in contanti del settore per soddisfare questo coinvolgimento non
sono ancora materializzato.
Ho sollevato questi problemi la notte scorsa in un incontro con
rappresentanti di alto livello del settore privato. Ho anche detto loro che gli
investimenti del Fondo globale avrebbe senso per molte ragioni, e li ha
incoraggiati a salire a bordo per rendere il fondo l´unico partenariato
pubblico-privato è stato progettato per essere.
Per quanto riguarda i donatori non tradizionali, apprezzo l´impegno
recente aggiuntiva di Arabia Saudita e di altri nuovi donatori al Fondo
mondiale. Ma mi piacerebbe anche applaudire quei paesi che stanno prendendo sul
finanziamento dei loro programmi di malattia quando sovvenzioni del Fondo
mondiale a corto - Repubblica popolare cinese essere tra loro. Non tutti i
finanziamenti supplementari per le tre malattie ha bisogno di passare
attraverso il Fondo Globale. Se i paesi incrementare gli investimenti nel
sistema di salute o assistere altri paesi attraverso mezzi diversi dal Fondo
Globale, questo dovrebbe trovare il nostro apprezzamento pure.
Il Fondo Globale è stata una grande risposta ad una emergenza mondiale.
Questa emergenza è ora, per fortuna, sopra, e il controllo delle tre malattie
può essere possibile.
Il numero di persone che muoiono di cause correlate all´Aids è sceso a
1,7 milioni nel 2011, in calo da un picco di 2,2 milioni di metà degli anni
2000. Ma 1,7 milioni di morti sono ancora troppi.
Nel 2011, 1,4 milioni di persone sono morte di tubercolosi, con
l´Africa registra il più alto tasso di mortalità per abitante. Tbc
multiresistente costituisce una grave minaccia, con una stima di 630 000
persone nel mondo che soffrono di questa forma di tubercolosi oggi.
Nel 2010, ci sono stati 106 malaria è endemica paesi e circa 3,3
miliardi di persone a rischio di infezione in tutto il mondo. Ninety-uno per
cento delle morti per malaria a livello mondiale sono stati in Africa, l´86 per
cento erano di bambini sotto i 5.
Queste statistiche scioccanti mostrano in termini forti che siamo in
alcun modo verso la fine del nostro viaggio: siamo tutti in esso per il lungo
raggio. Avremo bisogno di impegni sostenuti e il Global Fund - impegni che la
Commissione è disposta ad offrire europea, nonostante le sfide che dobbiamo
affrontare nella raccolta di denaro in questi tempi difficili.
Ma se vogliamo fare il rifinanziamento del Fondo un successo, abbiamo
bisogno di guardare a rilanciare l´idea iniziale di sfruttare tradizionale con
altri contributi e viceversa. Più contributi del settore privato e le economie
emergenti renderà molto più facile per noi fare il caso di donatori
tradizionali di finanziamento continua.
Sostegno della Commissione
E lo facciamo con maggiore fiducia, ora che abbiamo un Fondo mondiale
che è di nuovo in pista. La Commissione ha partecipato attivamente nella
governance del Fondo Globale e siamo molto favorevoli alle ultime riforme.
Quando il rilevamento di uso improprio dei fondi esposti debolezze di
fondo in materia di gestione e controllo finanziario, ho sospeso i pagamenti
nel mese di gennaio 2011 per salvaguardare il denaro dei contribuenti e fatto
in modo che la Commissione è stata strettamente associata a introdurre le
riforme fondamentali necessarie per porre rimedio alla situazione. Di
conseguenza, il Global Fund segreteria è stata riorganizzata per rendere più
efficiente, meglio di gestione delle sovvenzioni e più concentrato sul suo
compito principale di istituzione finanziaria. E - ultimo ma non meno
importante - il nuovo modello di finanziamento farà in modo che il sostegno del
Fondo Globale è molto più in linea con i processi nazionali e le priorità,
molto in linea con gli impegni dell´Ue in materia di efficacia degli aiuti. In
breve, il Fondo è ora adatto allo scopo, il nuovo modello di business e la
gestione segreteria che hanno il mio pieno sostegno. Il corso è chiaro per il
rifornimento.
La Commissione pienamente fede al suo impegno di 330 milioni di euro
per il periodo in corso pegno, che va dal 2011 al 2013. Io decidere il
contributo della Commissione per il rifornimento successivo alla fine di
quest´anno, una volta che sappiamo di più sulle prospettive per il prossimo
bilancio Ue, per portarci dal 2014 fino al 2020. Tale decisione dovrà dipendere
dalla quantità bilancio generale e l´accordo si raggiunge con i nostri Stati
membri e il Parlamento europeo. Naturalmente tutti noi vorremmo vedere un
aumento di bilancio per lo sviluppo dell´Unione europea. Ma anche se dobbiamo vivere
con un budget inferiore al previsto, siamo consapevoli degli enormi vantaggi
del Fondo Globale porta e vi posso assicurare qui e ora che sono uno strumento
importante per l´Ue nella lotta contro l´Hiv / Aids , la tubercolosi e la
malaria nei paesi poveri. È per questo che farò del mio meglio per garantire
che, per lo meno, il sostegno dell´Ue al Fondo globale gestito dalla
Commissione rimane ai livelli attuali.
Signore e Signori,
Vi esorto a fare uno sforzo simile. Viviamo in tempi di difficoltà economiche,
tempi incerti. Stando così le cose, credo che lo dobbiamo ai nostri paesi
beneficiari per garantire che il nostro finanziamento è prevedibile come
possibile. Prevedibilità Tale è nel nostro interesse, anche perché serve il gol
ho detto prima di allontanarsi da risposte di emergenza verso la sostenibilità.
Con un modello di business nuovo e una nuova leadership, il Fondo
mondiale può ora cercare di fare un nuovo inizio in vista della conferenza dei
donatori per il periodo dal 2014 al 2016 Segretario Generale dell´Onu Ban
Ki-moon presiederà il prossimo autunno.
Il futuro del nostro Fondo globale appare luminoso davvero. Facciamo
tutto il possibile per mantenere in questo modo.
Grazie.”
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PIOMBEMIA. REGIONE PUGLIA, ARPA E ASL CHIEDONO CONFERMA A LABORATORI DI RIFERIMENTO NAZIONALE |
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Bari, 10 aprile 2013 - In
riferimento alle notizie riportate dalla stampa odierna circa valori elevati di
piombemia riscontrati in 9 bambini di età tra i 3 e i 6 anni residenti a
Statte, la Regione Puglia, attraverso Arpa e Asl, si farà carico di ottenere
una conferma analitica da parte di tre laboratori di riferimento nazionali, e
cioè l’Istituto Superiore di Sanità, l’Istituto Zooprofilattico di Teramo e la
Sezione di Medicina del Lavoro dell’Università degli Studi di Brescia.
Ciò d’altra parte è espressamente previsto nel documento citato dalla
stessa Associazione Culturale Pediatri Puglia e Basilicata (erroneamente
attribuito al Center for Disease Control/cdc) redatto il 4 gennaio 2012 dal
comitato consultivo sulla prevenzione della intossicazione da piombo nei
bambini “Low Level Lead Exposure Harms Children: A Renewed Call for Primary
Prevention. Report of the Advisory Committee on Childhood Lead Poisoning Prevention
of the Centers for Disease Control and Prevention”. Su questo documento si esprimerà successivamente il
Center for Disease Control/cdc.
Nelle pagine 27-28 del rapporto
si sottolinea che, data la incertezza dei risultati individuali di piombemia, è
importante effettuare prove di conferma da effettuare entro 1-3 mesi dal primo
esame. Nel rapporto è anche indicato che le azioni di risposta (ambientali e/o
sanitarie) devono esser iniziate soltanto dopo che siano confermati i livelli
alti di piombemia.
Si segnala comunque che i dati oggetto della comunicazione sarebbero
stati prodotti da un laboratorio accreditato solo per analisi relative alla
ricerca di Escherichia Coli e Streptococchi fecali in acque naturali e di
scarico. I dati provenienti da laboratori non accreditati presso l’Ente
italiano di Accreditamento (Accredia) per la specifica prova, non possono
essere di per sé direttamente fruibili per eventuali interventi ambientali e/o
sanitari, proprio a tutela della salute della popolazione tarantina.
Si fa comunque presente che tra i progetti inclusi nel centro “Salute e
Ambiente”, finanziato dalla Regione Puglia, è già previsto anche un progetto di
ricerca specificamente volto a definire l’eventuale associazione tra
esposizione a piombo nei bambini e alterazioni neurocomportamentali. Nel
coordinamento della ricerca sarà coinvolto, oltre all’Istituto Superiore di
Sanità, anche il Dipartimento di Preventive Medicine della Mount Sinai School
of Medicine di New York, il cui direttore, prof. Philip Landrigan è uno dei
massimi esperti mondiali in materia.
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“IL DOLORE HA BISOGNO DI CULTURA”. IL 12 APRILE A TORINO UN INCONTRO PER CONOSCERLO CON ISTITUZIONI, CLINICI E ASSOCIAZIONI PAZIENTI |
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Torino, 10 aprile 2013 – Si svolgerà venerdì 12 aprile, alle 15.00,
presso la Sala Viglione di “Palazzo Lascaris”, sede del Consiglio regionale del
Piemonte (in via Alfieri 15), l’incontro aperto al pubblico “Il dolore ha
bisogno di cultura: Piemonte, Italia. Il dolore delle donne”. Con il patrocinio
dell´Associazione Italiana per lo Studio del Dolore e della Fondazione Paolo
Procacci, l’evento è promosso dalla Consulta delle Elette del Piemonte in
collaborazione con la Commissione regionale per la Terapia del Dolore.
Obiettivo dell’incontro: informare e sensibilizzare la popolazione sul tema
della sofferenza inutile, problematica dal rilevante impatto sociosanitario,
tanto da colpire, nella sua forma cronica, fino a 600.000 piemontesi.
Diversi studi hanno recentemente messo in evidenza come le donne siano
più soggette a sviluppare patologie che si accompagnano a dolore rispetto agli
uomini. “Per questo abbiamo deciso di affrontare il tema dal punto di vista
femminile”, sottolinea Giuliana Manica, Presidente della Consulta delle Elette
del Piemonte, che avrà il ruolo di introdurre e moderare la tavola rotonda. “La
discussione si focalizzerà sul dolore cronico quale esperienza complessa, con
risvolti psicologici notevoli che possono portare anche all’isolamento
dell’individuo. Siamo infatti di fronte a un fenomeno che coinvolge il corpo e
la mente: chi ne soffre lamenta un peggioramento notevole nella qualità della
vita. Il 30% dei malati non riesce a condurre un’esistenza autonoma, il 27% ha
difficoltà a mantenere le proprie relazioni familiari e sociali. Circa il 50% della
popolazione adulta soffre a causa di uno o più tipi di dolore. L’impatto
socioeconomico è quindi notevole, in termini di costi diretti per il Ssn e
indiretti per le assenze dal lavoro, oltre al profondo disagio esistenziale che
è difficile quantificare economicamente”.
Il Piemonte ha posto un’attenzione prioritaria alla gestione della
malattia dolore, come dimostra l’iter attuativo della Legge 38 implementato a
livello locale. Dopo la delibera del 30 ottobre 2012 che ha individuato i 4
centri Hub e i 22 Spokes della Regione, questo percorso è stato completato con
la definizione dei criteri di accreditamento per le diverse tipologie di
strutture e l’introduzione di specifici consensi informati per le procedure ad
elevata complessità. L’iter è stato illustrato da Rossella Marzi, Coordinatore
della Commissione regionale Terapia del Dolore, tra i relatori dell’evento: “A
tre anni dall’approvazione della Legge 38, dobbiamo considerare terminato il
momento della teoria, ai cittadini serve concretezza, agli operatori serve il
giusto orientamento verso strutture certificate in grado di erogare prestazioni
corrette. Ne deriva la necessità di soluzioni in grado di generare risultati
misurabili. Su questa linea, con Determina n°156 del 7 marzo 2013, è stata riordinata
la rete algologica piemontese. Nel 2013 la Commissione Regionale continuerà il
proprio lavoro, nell´ambito del mandato
assegnatoci, al fine di dare piena attuazione a quanto disciplinato dall´Intesa
del 25 luglio 2012, in particolare per quanto riguarda la stesura di specifici
Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali per l´individuazione degli
indicatori di qualità e di risultato, perseguendo il continuo miglioramento
dell´offerta assistenziale ai cittadini piemontesi. Oggi possiamo avvalerci di
tante armi efficaci per sconfiggere il dolore, da quelle farmacologiche a
quelle più invasive, che però sono da riservare solo ai casi più complessi; ad
esempio, i pazienti ascrivibili a interventi di neuro stimolazione e neuro
modulazione sono circa 120 all’anno”.
L’incontro del 12 aprile sarà una preziosa occasione di dialogo e
confronto che coinvolgerà non solo medici e Istituzioni, ma anche i pazienti e
la cittadinanza verso cui ancora molto occorre fare in termini di comunicazione
e sensibilizzazione: “Non basta una legge per alleviare la sofferenza. Occorre
promuovere un cambiamento culturale: una capillare campagna di informazione e
formazione per il personale sanitario, che migliori anche la comunicazione con
il paziente, e una maggiore informazione tra la popolazione, perché non si
rassegni a convivere con il dolore. Ed è su questo terreno che l’azione della
Consulta delle Elette del Piemonte diventa più incisiva: l’impegno culturale,
la condivisione delle esperienze, il legame forte tra le donne e chi le
rappresenta nelle Istituzioni. Per queste ragioni realizzeremo analoghe
iniziative in altre realtà della regione” conclude Giuliana Manica.
Se la Consulta delle Elette proseguirà in questo progetto di
sensibilizzazione a livello regionale, l’Associazione Italiana per lo Studio
del Dolore lo estenderà a livello nazionale, attraverso incontri analoghi a
quello torinese del 12 aprile, che verrà quindi replicato nel corso dell’anno
in altre regioni italiane, approfondendo nuovi argomenti. Riflessioni
conclusive e valutazioni sull’utilità e i risultati ottenuti grazie al
progetto, verranno poi affrontate in occasione del Congresso Nazionale Aisd 2014.
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OSPEDALE SANTA MARIA DEGLI ANGELI DI PORDENONE : NUOVO LASER GUARISCE L’IPERTROFIA PROSTATICA |
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Pordenone, 10 aprile 2013 - La
Patologia Urologica Maschile Piu´ Diffusa “L’ipertrofia prostatica” spiega il
dottor Antonio Garbeglio, direttore della Struttura Complessa di Urologia della
Aosma di Pordenone, “è la patologia urologica più diffusa negli uomini over 50,
seconda in Italia solo alla ipertensione arteriosa ed è´ responsabile di
importanti disturbi della sfera urinaria che influiscono pesantemente sulla
qualità di vita. Tra tutti, il getto indebolito, le levate notturne per lo
stimolo urinario, lo sgocciolamento, la sensazione di incompleto svuotamento,
l’urgenza minzionale se non l´incontinenza da urgenza, l’aumentata frequenza
diurna e, nei casi più seri, la ritenzione urinaria che necessita nella fase
acuta di un catetere. Possono coesistere anche disturbi della sfera sessuale,
quali il deficit dell´erezione e problemi di eiaculazione”.
Una Nuvola Di Vapore “La recente
metodica messa a punto negli Usa, sfrutta l’azione di un laser al triborato di litio ad alta
potenza che vaporizza con precisione millimetrica solo l’eccesso di tessuto
prostatico ripristinando un’ adeguata funzione urinaria . Greenlight
salvaguarda la cotinenza urinaria e la
potenza sessuale. Sulla base dei dati
disponibili infatti, nessun paziente
trattato con il laser verde ha sviluppato un deficit erettile secondario alla
procedura.”
Senza Bisturi "Greenlight
laser è una procedura mininvasiva , si
effettua per via endoscopica in anestesia spinale. La fibra laser, introdotta
dal pene nell’uretra attraverso un sottile cistoscopio, raggiunge il tratto di
uretra a valle della vescica, le cui pareti sono delimitate dalla prostata, e
vaporizza il tessuto prostatico in eccesso fino ad una adeguata apertura del
canale uretrale senza provocare sanguinamento. La maggior parte dei pazienti
torna a casa dopo una- due notti di
ricovero e riprende le normali attività nel giro di una settimana. Il laser verde amplia le opzioni terapeutiche
per la cura dell’Ipb e si affianca alla resezione endoscopica della prostata
(Turp) il trattamento tuttora considerato di riferimento”.
Anche Con Anticoagulanti E Pacemaker Continua il dottor Garbeglio:
“L’immediato effetto coagulativo dell’area trattata consente di intervenire in sicurezza anche su
pazienti affetti da malattie cardiovascolari e della coagulazione, in cura con
farmaci antiaggreganti o anticoagulanti, e pertanto ad alto rischio di
sanguinamento intraoperatorio. Questi pazienti possono infatti essere
sottoposti al trattamento laser senza sospendere la terapia. Non solo,
Greenlight laser è utilizzabile in sicurezza anche nei pazienti portatori di
pace-maker, in quanto non richiede l’impiego di fonti di energia elettrica
controindicato in questi casi”.
Liste Di Attesa, Posti Letto"ogni anno in Italia vengono
effettuati migliaia di interventi per Ipb, una non trascurabile percentuale dei
quali ancora con tecniche invasive, a cielo aperto, con degenze fino a 5-7
giorni e con un significativo impatto sulla occupazione dei posti letto. La
fotovaporizzazione laser, potenzialmente applicabile anche a prostate di grosse
dimensioni, e caratterizzata da degenza brevi, potrebbe determinare una
sensibile riduzione dei giorni di degenza con vantaggi, in tempi di
spending-review, in termini di costi sanitari e di liste d´attesa”.
In Italia Come Negli Usa La nuova tecnica laser, impiegata con successo
in più di 500mila pazienti nel mondo, è disponibile, a totale carico del Ssn,
presso l’Ospedale di Pordenone ed in altri Ospedali della Penisola. Allo stato
attuale, i centri urologici che abitualmente utilizzano questa tecnica sono 15,
uniformemente distribuiti e con una casistica complessiva di oltre 1.000
interventi.
"Negli Usa e in Inghilterra” conclude il dottor Garbeglio “la
vaporizzazione prostatica con il Greenlight, grazie all’assenza di
sanguinamento e alla possibilità di una precoce rimozione del catetere, viene
spesso eseguita in regime di Day Surgery e il paziente può essere dimesso il
giorno stesso. Una delle prospettive future è quella di poter allineare la
nostra esperienza a quelle dei paesi sopraccitati, per raggiungere una
percentuale di trattamenti con Greenlight in regime di Day Surgery pari al
50-60% del totale”.
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REGIONE PUGLIA INCONTRA AMMINISTRATORE DELEGATO OSPEDALE UNIVERSITARIO DEL BAHRAIN |
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Bari, 10 aprile 2013 - L’assessore
alla Sanità, Elena Gentile, ha incontrato
ieri mattina in Presidenza una delegazione del King Hamad University
Hospital, guidata dall’Amministratore delegato, dr. Shaikh Salman Bin
Attiyatulla Al Khalifa, in Puglia per consolidare i rapporti sviluppatisi
grazie al Pon R.a.i.s.e., il cui obiettivo è la promozione di una ricerca
trasversale sulla diagnosi e la stadiazione dei tumori neoroendocrini,
attraverso l’utilizzo di una piattaforma ad alto contenuto tecnologico ed innovativo
nell’ambito dell’imaging molecolare che organizza in rete le diverse realtà
pugliesi che operano nel settore. Università, Medicine Nucleari e la Regione,
attraverso l’Agenzia Sanitaria Regionale, Ares.
L’assessore Gentile, che ha avuto parole di forte apprezzamento per una
collaborazione scientifica che , grazie alla realizzazione di un gruppo di
lavoro in Biomaging ( che vede Ares Puglia al lavoro con Biofordrug srl, uno
spinoff del Dipartimento di Farmacia-scienze del Farmaco dell’Università di
Bari e con Itelpharma, divisione radiofarmaci di Itel Telecomunicazioni) si è
posta obiettivi estremamente significativi.
Sui possibili risultati del gruppo di lavoro ha mostrato interesse e
disponibilità alla cooperazione anche il King Hamad University Hospital,
ospedale universitario all’avanguardia in terapia e ricerca. Da qui i rapporti
con il gruppo di lavoro pugliese e la visita del dr. Shaikh Salman Bin
Attiyatulla Al Khalifa.
Da parte del Presidente Vendola, assente per impegni romani,
l’assessore Gentile ha donato all’ospite un volume fotografico sulle meraviglie
della Puglia, con l’invito a ritornare presto.
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A FIRENZE IL V° CONGRESSO SISQT QUALITÀ E SOSTENIBILITÀ, PAROLE CHIAVE PER GARANTIRE IL FUTURO DEI TRAPIANTI |
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Firenze, 10 aprile 2013 - Prende il
via oggi ni a Firenze il quinto congresso della Società Italiana sulla Qualità e
Sicurezza nei Trapianti (Sisqt), che si tiene per la prima volta quest’anno
congiuntamente al congresso dell’International Transplant Nurses Society
(Itns) dando così vita a un modello d’integrazione interdisciplinare tra
medici, infermieri e personale di assistenza sanitaria (biologi, tecnici dei
servizi sanitari, psicologi).
Presidente del congresso e della
Sisqt è il professor Franco Filipponi, Direttore dell’unità operativa di
Chirurgia Epatica eTrapianto di Fegato, dell’azienda Ospedaliera Universitaria
Pisana.
Questi i temi principali del congresso:
I costi. Tema
principale dell’edizione 2013 del congresso annuale Sisqt è la sostenibilità, un
elemento di grande attualità sia a livello nazionale, che internazionale. Per
avere la possibilità di continuare a fare trapianti di organo è necessario
ottimizzare le risorse e, oggi più che mai, evitare sprechi, visti i costi
elevatissimi di queste procedure. Un trapianto di fegato negli Usa costa circa
200.000 dollari, mentre in Italia per questa procedura si spendono 90.000 euro,
cioè circa la metà. Questa differenza sostanziale è legata al fatto che i
trapianti d’organo negli Usa si fanno solo in grandi istituzioni private, alle
quali si può accedere solo con assicurazioni importanti e solo lasciando una
‘caparra’ pari al 90% del costo totale. Completamente diversa è la situazione in
Europa, dove i trapianti d’organo possono essere fatti solo nelle strutture
pubbliche, dove si tutelano con l’anonimato sia le famiglie del donatore che del
ricevente e a costi estremamente ridotti rispetto agli Stati Uniti.
I farmaci immunosoppressori, fondamentali per la riuscita del trapianto incidono per
il 25% dei costi totali. Dal 2°al 5° anno, la principale voce di costo (circa il
60% del totale) per un trapiantato è data dalla spesa per i farmaci
immunosoppressori. I farmaci generici in questo campo sono mal visti da tutto il
mondo trapiantologico perché questi farmaci hanno delle loro peculiarità che li
rendono inadatti: avere delle significative variazioni fra i vari farmaci
generici. Questa voce di spesa dunque al momento non appare comprimibile. Né è
al momento assolutamente immaginabile di poter fare trapianti senza
immunosoppressori, anche se tutto il mondo lavora da anni al sogno di poter
realizzare un giorno un trapianto di un organo ‘solido’ senza bisogno di
ricorrere ai farmaci immunosoppressori. Per ora i farmaci immunosoppressori
dunque dobbiamo continuare ad utilizzarli e devono essere di altissima qualità e
di efficacia sempre riproducibile. Raramente si sono osservati casi in cui dopo
10-15 anni dal trapianto è stato possibile abbandonare il farmaco
immunosoppressore, ma si tratta di casi aneddotici.
Le novità in campo farmacologico. Da alcuni anni disponiamo di farmaci molto importanti sul
versante dell’immunosoppressione e altri sono all’orizzonte; ma la vera novità
nel campo dei trapianti arriverà con il prossimo autunno quando saranno
disponibili i nuovi anti-virali diretti contro il virus dell’epatite C
(boceprevir e telaprevir). Mentre disponiamo dall’ inizio degli anni 2000 di
antivirali anti epatite B, ancora non avevamo nulla contro il virus dell’epatite
C e questo poneva seri problemi di gestione dei pazienti trapiantati con
infezione cronica da Hcv.
I trapianti di staminali. Di recente ha fatto un grande clamore il caso Stamina.
Ebbene va detto e ribadito a chiare lettere che al momento le staminali non
rappresentano un’alternativa terapeutica valida e realistica nel campo dei
trapianti. Non abbiamo, se non in alcune rare malattie ematologiche, una cellula
staminale in grado di indurre un beneficio a carico degli organi solidi, quali
fegato, rene, cuore. Siamo in una fase ancora di ricerca, puramente
sperimentale. Di certo, tutti i centri ricerca del mondo stanno lavorando a
questo tema che rimane tuttavia, oggi come oggi, più una chimera che altro, al
di là del contesto ematologico.
Le infezioni emergenti nel campo dei
trapianti. Importante l’impatto dei nuovi
virus, ma anche il ritorno di molte malattie che forse avevamo ormai
‘archiviato’ e che invece, con l’arrivo dei nuovi migranti, stanno
riproponendosi nel mondo occidentale. Penso alla tubercolosi ma anche a tutta
una serie di parassitosi, quali la scabbia. Si tratta di un nuovo
challenge, vista la scarsa conoscenza di queste malattie da parte dei
medici ormai non più abituati a vederle da decenni.
I trapianti ‘estremi’: sicuramente si tratta di numeri molto limitati che
riguardano tecniche e modalità ancora pionieristiche. Però sappiamo bene che
sono stati realizzati alcuni trapianti con risultati non indifferenti sia per la
faccia che per la mano, che per le braccia. Abbiamo dunque queste nuove
possibilità, che possono tuttavia comportare dei gravi problemi di accettazione
psicologica. Come insegna il caso del primo trapiantato di mani, sopravvissuto
due anni al trapianto e poi suicidatosi perché non riusciva ad accettare come
sue le mani di un ‘altro’. Questo a riprova del fatto che il mondo dei trapianti
non ha nulla a che fare con le modalità assistenziali tradizionali. I problemi
di ‘riconoscimento’ sono molto importanti soprattutto nei primi 12
mesi.
Il follow up del trapiantato. Lo studio B-serious. Abbiamo compreso tutti con
chiarezza che l’aderenza alle terapie nel mondo dei trapianti ma non solo, è
l’aspetto fondamentale. Un paziente che non riesca ad avere comportamenti utili
alla gestione dell’organo che ha ricevuto, diventa un serio problema perché è un
paziente che è stato mal valutato e mal selezionato. C’è un 33% circa di
pazienti che nel tempo ricadono nelle loro abitudini precedenti (alcolismo,
abuso di sostanze di varia natura, ecc). E questo è uno degli elementi che ormai
abbiamo ben chiarito e sul quale ci stiamo impegnando in maniera molto puntuale,
perché questo significa, da una parte che un fegato o un rene o un cuore dati a
quel paziente rappresentano una risorsa mal utilizzata; dall’altra che tutto
questo si trasformerà in un disastro per il ricevente, che ha deciso con
quell’atteggiamento purtroppo di non continuare a vivere
Il fumo.
Rappresenta l’ultima frontiera, nel senso che fino ad oggi si continuava a dare
la precedenza ad altre problematiche (es. Alcolismo), senza pensare troppo al
fumo. Invece ormai abbiamo focalizzato alcuni aspetti, quali ad esempio che le
sostanze nocive contenute nel fumo si depositano nel fegato trapiantato; allo
stesso tempo il fumo provoca anche un danno estremamente importante che può
colpire ogni organo. Anche il fumo rappresenta dunque un problema di mancata
aderenza, qualora si intenda andare al trapianto avendo ancora il fumo a
disposizione. Anche il fumo dunque rientra nelle mancate aderenze e può
diventare anche un criterio di esclusione dal trapianto. Un paziente che fuma 40
sigarette al giorno ha un criterio di controindicazione evidente al trapianto.
Viceversa se il paziente riesce a rinunciare al fumo, viene immediatamente
ripreso in considerazione per il trapianto.
La sostenibilità dei trapianti. Nella crisi a mio avviso si possono trovare degli spazi
anche importanti per riuscire a migliorare alcuni aspetti della sanità. Nel caso
del trapianto di fegato ad esempio,molto importante è cercare di anticipare i
tempi del trapianto di un anno- un anno e mezzo per avere un paziente in
condizioni migliori e che potrà avere la possibilità di uscire dall’intervento
più rapidamente, in 10-15 giorni. Nello stesso tempo è fondamentale esercitare
un follow up, un controllo periodico, molto stretto.
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OLTRE MILLE TRAPIANTI IN 10 ANNI GRAZIE ALLE DONAZIONI EFFETTUATE NEGLI OSPEDALI DELLA ASL DI FIRENZE |
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Firenze, 10 aprile 2013 - Sono
oltre un migliaio le persone che fra il 2002 e il 2012 si sono sottoposte a
trapianto di organi o di tessuti grazie alle donazioni di pazienti deceduti nei
quattro ospedali dell’Azienda sanitaria di Firenze che avevano dato il loro
consenso all’espianto.
In questo decennio nei reparti di rianimazione dell’Azienda sono stati
effettuati accertamenti di morte con criteri neurologici di 218 pazienti
deceduti con lesioni cerebrali acute (100 a Ponte a Niccheri, 62 a Santa Maria
Nuova, 28 a Torregalli ed altrettanti a Borgo S. Lorenzo), i quali sono stati
individuati come potenziali donatori di organi. Il 60% di questi ha donato
almeno un organo idoneo per il trapianto. In linea con il tasso medio regionale
nel 27% dei casi c’è stata, o da parte dei familiari o per le volontà espresse
in vita dal deceduto, un’opposizione alla donazione.
Complessivamente sono stati prelevati 345 organi: 226 prelievi di rene,
111 di fegato, 4 di cuore, 2 di polmone e altrettanti di pancreas. Di questi
organi, ben 205 sono stati trapiantati con successo in pazienti in lista di
attesa in Centri trapianti regionali – Careggi a Firenze, Le Scotte a Siena e
Cisanello a Pisa -, nazionali e, in un caso, a livello europeo.
«La discrepanza tra organi prelevati ed organi trapiantati – spiega il
dottor Alessandro Pacini, direttore del Coordinamento donazioni e trapianti
dell’Asl 10 – è nella norma e si spiega con l’età dei pazienti deceduti, spesso
molto anziani, con una media intorno ai 75 anni. A quell’età, e anche dopo, non
si possono donare tutti gli organi, ma altri sì, come il fegato, per esempio,
che non risente per niente del passare del tempo e può salvare la vita a
pazienti anche molto giovani».
La donazione ed il prelievo non ha interessato solo gli organi, ma
anche i tessuti, come ad esempio la cornea, la cute, i segmenti ossei, le
valvole cardiache. I tessuti, oltre che nei precedenti donatori di organi,
possono essere prelevati anche in tutti i pazienti deceduti per arresto
cardio-respiratorio sia nei vari reparti di degenza che altrove.
«Il limite di 75 anni previsto per il prelievo di cornea e cute –
aggiunge Pacini – mostra che anche in questo caso il margine di donazione è
ampio. La cornea, in particolare, può essere prelevata anche in pazienti
affetti da neoplasie solide. Per questo negli Hospice dell’Azienda è stato
avviato un programma di donazione di cornee».
Nel decennio 2002-2012 negli ospedali dell’Azienda sanitaria di Firenze
ci sono stati 485 donatori di cornea che hanno permesso il trapianto a più di
600 pazienti in lista di attesa; 26 di cute i cui tessuti hanno salvato diversi
pazienti gravemente ustionati; 11 donatori di tessuto muscolo scheletrico
impiantato in decine di pazienti affetti da patologie osteoscheletriche gravi;
6 donatori di valvole cardiache.
I programmi di prelievo di organi e tessuti sono attivi in tutti gli
ospedali fiorentini. «È importante fare una scelta in vita – conclude il dottor
Pacini – in modo da non lasciare i familiari soli nel momento del dolore. I
modi per manifestare la propria volontà sono molteplici e vanno usati, senza
porsi il problema di non essere idonei perché ci consideriamo troppo vecchi o
malati. La dichiarazione di volontà può essere sottoscritta presso i Cup
dell’Azienda e nei prossimi mesi il Comune di Firenze darà la possibilità di
dichiararsi donatori anche presso gli uffici dell’anagrafe in occasione del
rinnovo della carta di identità. Sono valide anche la dichiarazione all’Aido,
il tesserino blu del Ministero o una semplice dichiarazione olografa.
L’importante è portarli sempre con se».
Informazioni sulle donazioni si trovano nel sito internet
http://www.asf.toscana.it/ o telefonando allo 055-6937682.
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OSPEDALE DI PESCIA: NESSUNA CHIUSURA, MA RIORGANIZZAZIONE E RAZIONALIZZAZIONE |
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Pescia, 10 aprile 2013 – “Ho
letto di allarmi e preoccupazioni per la sorte di questo ospedale, per questo
voglio tranquillizzare cittadini, operatori, amministratori. Non ci sarà
nessuna chiusura, ma una riorganizzazione e razionalizzazione. Come peraltro
sarà per tutti gli ospedali. Siamo in una fase di ridisegno della rete
ospedaliera: tutti gli ospedali faranno parte di questa rete, svolgendo ognuno
la propria funzione”. L’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni è
stato ieri a visitare l’ospedale dei Ss.
Cosma e Damiano, a Pescia, accompagnato dal direttore della Asl 3 di Pistoia
Roberto Abati e da tutti i sindaci della Valdinievole. La visita ha toccato
tutte le zone dell’ospedale (225 posti letto + 24 di day hospital e 17 di day
surgery), compresi il cantiere del nuovo pronto soccorso, che sarà pronto a settembre,
e l’edificio della ex filanda, che ospita emodialisi, riabilitazione,
ambulatori e oncologia.
La visita dell’assessore era stata preceduta da una serie di allarmi,
riportati nei mesi scorsi dai media, su paventate chiusure o consistenti
riduzioni di attività all’interno dell’ospedale. “Ai cittadini non sarà tolto
alcun servizio – ha assicurato l’assessore – Stiamo riorganizzando il nostro
sistema sanitario per farlo sopravvivere, in questa situazione drammatica che
sta attraversando il Paese. La nostra sfida è cambiare molto all’interno del
sistema per non cambiare all’esterno, perché ai cittadini sia garantito lo
stesso livello dei servizi. Siamo in una fase storica, per il Paese e per la
sanità, in cui c’è una fortissima riduzione di risorse. Invece che subire senza
reagire, con il rischio di un progressivo, inevitabile impoverimento del
sistema, abbiamo fatto la scelta di reagire a testa alta, con scelte coraggiose
di cambiamento. La riforma che stiamo facendo è il nostro modo di rispondere alla
situazione drammatica che ci troviamo di fronte. Questa riorganizzazione che
abbiamo intrapreso ci eviterà di entrare in un declino, in una filiera negativa
che vogliamo assolutamente evitare”.
L’assessore ha illustrato le linee guida della riorganizzazione in
atto: forte potenziamento della rete territoriale e revisione della rete
ospedaliera: “Un letto vuoto, che non lavora – ha spiegato – è uno spreco e
toglie risorse a cose che servono”. Rivolto agli operatori dell’ospedale, Luigi
Marroni ha sottolineato “la passione, la dedizione, l’entusiasmo con cui mi
hanno mostrato le ottime cose che sono state fatte negli anni. Il fatto che in
questo ospedale stiamo continuando a investire, nel nuovo pronto soccorso e con
altri investimenti in atto – ha aggiunto – è il segnale di un’attenzione da
parte della Regione. Non è mai stata messa in dubbio l’esistenza dell’ospedale
di Pescia, né il fatto che i cittadini riceveranno anche in futuro gli stessi
servizi: nessun depotenziamento”, ha ripetuto ancora una volta nell’incontro
che si è tenuto a conclusione della visita.
L’assessore ha insistito ancora sulla necessità di intervenire
operativamente per far fronte alla crisi in atto: “L’inerzia ci porterebbe a
star peggio, ci farebbe entrare in una spirale negativa. Se non si facesse
questa riforma, sarebbe un vero disastro. Certo, ora siamo in una fase delicata
e difficilissima, in cui abbiamo dato inizio alla riorganizzazione, ma ancora
non abbiamo visto niente di concreto. Sono necessari i tempi tecnici per vedere
i risultati, in fondo la riorganizzazione è partita solo tre mesi fa”. Quanto
all’ascolto dei cittadini e al
coinvolgimento dei sindaci, “verremo incontro a tutte le esigenze – ha
detto l’assessore – In questo periodo sto incontrando tutte le conferenze dei
sindaci, c’è il massimo ascolto delle esigenze locali e dei professionisti”.
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DI SANITÀ SI OCCUPA LA REGIONE LAZIO, CHIUDIAMO ‘ASP’, L’AGENZIA CHE AUMENTA COSTI E BUROCRAZIA |
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Roma, 10 aprile 2013 - In questi giorni al Consiglio regionale è in
discussione il bilancio della Regione.
La legge stabilisce che bisogna approvarlo entro il 30 aprile.
"Visti i tempi stretti che abbiamo, l´impianto sarà in gran parte quello
ereditato dalla vecchia amministrazione", ha detto il presidente della
Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
"Vogliamo dare segnali chiari - ha aggiunto - sugli impegni presi
sul tema della sanità e su quello della razionalizzazione delle nostre aziende.
Chiuderemo l´Asp, l´Agenzia di Sanità Pubblica, e trasferiremo le sue funzioni
agli uffici della Regione, salvando quindi i posti di lavoro. Troppi luoghi
dove si prendono le decisioni, infatti, contribuiscono alla confusione che
abbiamo trovato".
L´asp costa 16 milioni l´anno, ha 38 dirigenti e 104 dipendenti. Le sue
funzioni possono essere benissimo svolte all´interno dei dipartimenti, delle
strutture commissariali e dell´assessorato.
In questo modo la Regione risparmierà circa 8 milioni di euro ogni
anno, che investirà nei servizi della sanità sul territorio.
"Crediamo sia giusto dare segnali di riorganizzazione del sistema
sanitario regionale e affrontare il tema dei costi che era diventato
esorbitante. Con questo bilancio - ha aggiunto Zingaretti - vogliamo dare un
segnale importante per ridurre la spesa e migliorare i servizi, rendendo la
Regione più efficiente e vicina alle persone".
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SANITA´ IN ABRUZZO: CHIODI, 360 ML PER PAGAMENTI FORNITORI ASL COMMISSARIO,ALTRI 118 ML DA PREMIALITA´.SI ANTICIPA GOVERNO |
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Pescara, 10 aprile 2013 - L´abruzzo
ha sbloccato 242 milioni di euro per effettuare i primi pagamenti verso i
fornitori delle Asl, cui si aggiungeranno ulteriori 118 derivanti dalla
premialità. Lo ha annunciato il commissario ad acta per la Sanità, Gianni
Chiodi, nel corso della conferenza stampa durante la quale sono stati
illustrati i risultati del Tavolo di monitoraggio che si è svolto l’ 8 aprile a
Roma. "Prima ancora che il decreto nazionale diventi operativo - ha
spiegato Chiodi - la Regione Abruzzo, ritenendo quella dei pagamenti dei debiti
verso le imprese una necessità indefettibile, vista la crisi, ha compiuto uno
sforzo gigantesco per cogliere questo importante obiettivo, che consentirà una
iniezione di liquidità nel sistema di tutto rispetto". E non è tutto.
Infatti Chiodi annuncia che alla somma dei 242 ml, già trasferita alla Sanità
dal 28 marzo, si aggiungeranno, dopo la conclusione dell´iter governativo,
ulteriori 118 milioni di euro derivanti dalla premialità che la "Regione
Abruzzo si è saputa guadagnare, raggiungendo risultati positivi nella gestione
dei bilanci e della sanità". "In questo modo - ha concluso il
Commissario - la Regione, con questa considerevole dotazione finanziaria,
migliorerà anche i tempi medi di attesa dei pagamenti che oggi ci attestano al
nono posto della classifica nazionale". |
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SANITA´:CHIODI,SALE A 47 ML AVANZO BILANCIO.BALZO DEI LEA COMMISSARIO ANNUNCIA BLITZ NEI REPARTI PER LISTE ATTESA |
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Pescara, 10 aprile 2013 L´abruzzo permane in equilibrio finanziario
anche nel 3 anno consecutivo, con 5 ml di avanzo. Lo certifica il Tavolo di
monitoraggio che prende anche atto di un avanzo complessivo di bilancio della
Regione pari a 47 milioni di euro, compresa la fiscalità regionale.
L´equilibrio economico dei 5 milioni in Sanità viene raggiunto senza tasse
aggiuntive e senza tagli alla spesa. Balzo della Regione sugli indicatori
riferibili ai livelli essenziali di assistenza (Lea): si passa da una
valutazione "critica" del 2009, con punteggio 122, a una valutazione
"adempiente con impegno" del 2011, con 145 di punteggio. Il
Commissario ad acta per la sanita, Gianni Chiodi, che in una conferenza stampa
ha reso noti i risultati "certificati" ieri dal Tavolo di
monitoraggio che si è svolto a Roma, dopo un esame durato oltre 4 ore, ha
puntualizzato che l´equilibrio economico "è stato raggiunto senza tagli
alla spesa, come qualche voce fantasiosa afferma, ma con una ricomposizione
delle voci. Infatti - ha precisato - i costi interni che comprendono il
personale, i prodotti farmaceutici e beni e servizi sono aumentati del 4. 35
per cento rispetto al 2008. Evidentemente nella spesa si è guardato alla
prospettiva dei Lea". Infatti, l´Abruzzo è stata poi sottoposta anche
all´esame dei Livelli essenziali di assistenza dal solo Ministero della Salute,
ottenendo un deciso miglioramento delle proprie offerte sanitarie rispetto al
2009. Si passa infatti da una valutazione "critica" ad una di
"adempiente con impegno". "Il nostro obiettivo - ha pronosticato
il Commissario - è posizionarci, entro il prossimo anno, tra le fantastiche
nove regioni che garantiscono i Lea". Chiodi ha poi precisato che
"una cosa sono i dati e le misurazioni standardizzate dal Ministero altra
cosa è la qualità percepita dai cittadini. Accanto alle prestazioni
soddisfacenti c´è anche il disgusto delle liste di attesa", e annuncia
blitz a sorpresa negli ospedali. "Sono convinto - ha detto - che speso si
tratta di una manchevole organizzazione. So di macchinari che non funzionano
neppure". Nel lungo elenco dei dati forniti ci sono anche quelli
riferibili al costi per i privati che nel 2012 si riducono del 3,2 per cento
rispetto al 2008, così come ridotta è la farmaceutica convenzionata del 16 per
cento. Rispetto alla farmaceutica territoriale il giudizio del Ministero è
stato positivo: l´Abruzzo è il linea con l´andamento nazionale e dai dati
presentati sta rispettando il tetto fissato dal decreto della spending review.
L´equilibrio economico dei conti ha dato ulteriori frutti, come lo sblocco del
turn over e l´assunzione di 1.519 operatori del settore nelle Asl.
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SANITÀ IN ABRUZZO: CHIODI,TRA DEBITI FATTURE INSUSSITENTI O INESIGILI CAPIRE COME SI E´ ARRIVATI AL DEFAULT |
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Pescara, 10 aprile 2013 - "Fatture per forniture sanitarie
ricontrollate una per una per il periodo anteriore al 2006 che parlano anche di
debiti inesigibili o insussistenti e che ridimensionano la portata del debito
regionale di diverse decine di milioni di euro". Lo ha affermato
l´assessore al Bilancio, Carlo Masci, durante la conferenza stampa convocata
dal Commissario ad acta per la Sanità, Gianni Chiodi, sui risultati del tavolo
di monitoraggio. Masci ha parlato di oltre 232 mila fatture ricontrollate dal
Settore di cui 131 mila certificate. "I risultati finali che daremo nel
corso di un nuovo incontro con la stampa, al termine di questo nostro lavoro
straordinario che ci ha visto esaminare l´ordine delle fatture, la
certificazione e il pagamento come in una specie di filiera, diranno che questa
Regione ha meno debiti di quelli che pensava di avere. Ma non è meno grave per
le conseguenze che sono derivate dall´assenza di controlli. Noi - ha concluso -
avevamo l´impegno di far funzionare il sistema ma anche di capire cosa sia
successo nel passato, perché si è arrivati sull´orlo del default. Un´epoca che
ha prodotto un buco senza che ci fosse stato un controllo". "E´
chiaro che i risultati di questa indagine certosina e che saranno dati alla
stampa e offerti all´opinione pubblica - ha specificato il commissario Chiodi,
non hanno proporzioni ampie come quelle del debito accumulato ma sicuramente
sul piano etico e morale pongono interrogativi".
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PEGASO 2013, PER LUCA TESCONI UN ALTRO CENTRO DOPO LONDRA 2012 |
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Firenze, 9 aprile 2013 – Due successi non paragonabili, un argento
olimpico (per di più alla prima esperienza) e un Pegaso per lo sport. Comunque
un altro centro importante per il 31enne di Pietrasanta Luca Tesconi che ieri pomeriggio a Firenze, nel Salone
Brunelleschi dell’Istituto degli Innocenti, ha ricevuto la statuetta
raffigurante il Pegaso che ogni anno la Regione assegna a un atleta o a una
società che si sono particolarmente distinti nella stagione precedente.
Il nome del vincitore quest’anno è stato tenuto segreto fino
all’ultimo. Insieme a Tesconi sono arrivati in finale Sara Turrini (nuoto
pinnato), livornese figlia d’arte medaglia di bronzo agli Europei 2012 e la
società Tau Altopascio Calcio, vincitrice nella passata stagione del titolo
italiano nella categoria Allievi dilettanti.
L’argento olimpico di Luca Tesconi ha fissato due primati: è stata la
prima medaglia della spedizione azzurra a Londra 2012 ed anche la prima della
carriera dell’atleta toscano, che al massimo, fino a quel momento, non era mai
andato oltre il 10° posto. Una medaglia che definire inaspettata forse non
rende l’idea. Il tiratore versiliese è arrivato a Londra con il 27esimo posto
nel ranking mondiale. É riuscito a qualificarsi per la finale, alla quale hanno
accesso i primi otto, in quinta posizione e durante la finale è sceso anche in
sesta posizione, a metà gara. Ma ha costruito il suo capolavoro con gli ultimi
5 colpi: 10.7, 10.7, 10.5, 10.5 e 9.7. I 584 punti finali gli sono valsi
l’argento, con il serbo Zlatic che deve accontentarsi del bronzo mentre il sudcoreano
Jin Jong-oh si è portato a casa l’oro. L’ultima medaglia azzurra nella pistola
risaliva al 1996, Olimpiadi di Atlanta, oro di Roberto di Donna.
Il successo di Tesconi a Londra è stato il frutto di una passione nata
quasi per caso, seguendo suo padre al poligono di Pietrasanta. Ma insieme allo
sport Luca ha trovato il modo di coltivare un’altra grande passione, quella per
la fotografia. Lo scorso 9 marzo infatti ha aperto nella sua città natale, a
Pietrasanta, la sua prima mostra fotografica dal titolo ‘Non luogo’. La mostra
è dedicata ai manicomi, edifici abbandonati che ancora si portano dietro le
tracce della disperazione e del dolore delle persone che ci hanno vissuto. ‘Non
luoghi’ in cui Luca ha dato sfogo al suo talento di fotografo restituendo tanti
piccoli pezzi di esistenze al limite.
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