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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Settembre 2013
IDROCARBURI, VIA AL FONDO PER INVESTIMENTI NEI TERRITORI INTERESSATI SENSIBILI VANTAGGI, ECONOMICI E SOCIALI, PER IL MEZZOGIORNO  
 
Roma, 25 settembre - Il Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato e quello dell’Economia Fabrizio Saccomanni, hanno firmato il decreto (previsto dall’articolo 16 del Dl 1/2012) che mira a sviluppare investimenti infrastrutturali e occupazionali nei territori interessati da attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi. Il che si tradurrà in sensibili vantaggi- economici e sociali- soprattutto per il Mezzogiorno, in particolare per la Basilicata. Il decreto destina una quota variabile dal 30% al 15% delle entrate fiscali relative a tali attività ad un Fondo per il finanziamento di progetti locali mirati allo sviluppo delle infrastrutture e dell’occupazione. L’obiettivo è duplice: da una parte aumentare le ricadute economico-occupazionali per i territori interessati dalle attività estrattive, dall’altra accrescere la partecipazione ed il consenso delle popolazioni e degli enti locali verso progetti di sviluppo nel settore minerario ed energetico. Questo provvedimento è coerente con l’obiettivo, delineato nella Strategia Energetica Nazionale, di aumentare la produzione nazionale di idrocarburi portando dal 7 al 14% il contributo al fabbisogno energetico totale al 2020, con una previsione di 17 miliardi di euro di investimenti, oltre 100 mila posti di lavoro addizionali, un risparmio di oltre 5 miliardi di Euro l’anno sulla fattura energetica e ulteriori 3 miliardi l’anno in entrate fiscali. E tale sviluppo può avvenire riducendo complessivamente il numero di infrastrutture (pozzi e piattaforme), grazie all’ottimizzazione della progettazione e all’uso di tecnologie all’avanguardia.  
   
   
TRIESTE SI CONFERMA PUNTO DI LANCIO PER LE AZIENDE VERSO I BALCANI TREDICI AZIENDE PARTECIPANO AL SEMINARIO “ENERGIE RINNOVABILI E TECNOLOGIE AMBIENTALI NEI BALCANI”  
 
Trieste, 25 settembre 2013 - - Tredici aziende regionali hanno partecipato al seminario informativo sul progetto “Energie rinnovabili e tecnologie ambientali nei Balcani”, organizzato da Aries, Azienda speciale della Camera di Commercio di Trieste congiuntamente al capofila Metropoli Azienda Speciale della Camera di Commercio di Firenze ed altre strutture del sistema camerale. Il progetto mira a fornire supporto all´internazionalizzazione ed adeguate informazioni sull’area del Sud Est Europa alle imprese operanti nei settori delle tecnologie per l’approvvigionamento idrico; nella gestione dei rifiuti e del riciclaggio, ma anche dell’approvvigionamento energetico. “I rapporti con Belgrado e la Serbia sono da anni molto stretti a tutti i livelli – ha spiegato il residente della Camera di Commercio, Antonio Paoletti -. Proprio per questo abbiamo sempre avuto all’interno del sistema camerale il ruolo di punto di contatto con i Balcani. Inoltre il tema delle energie rinnovabili ci è caro dato che per la riconversione della Ferriera di Servola era stata ipotizzata anche la trasformazione in terminal a biomasse”. Aries sta organizzando nell´ambito del medesimo progetto una missione commerciale a Belgrado dal 13 al 16 ottobre, che permetterà alle aziende aderenti di avere contatti diretti con partner in Serbia, Macedonia, Montenegro, Bosnia ed Erzegovina grazie all’organizzazione di agende personalizzate di incontri d’affari.  
   
   
ENEL ANNUNCIA LA CESSIONE DELLA SUA QUOTA IN SEVERENERGIA A ROSNEFT ENEL RICEVERÀ 1,8 MILIARDI DI DOLLARI STATUNITENSI  
 
Sochi-roma, 25 settembre 2013 - Ieri a Sochi, in Russia, Enel S.p.a. (“Enel”), attraverso la società interamente posseduta Enel Investment Holding Bv, ha raggiunto un accordo con Itera, società interamente posseduta da Rosneft, operatore russo attivo nel settore petrolifero e del gas, per la vendita del 40% del capitale di Artic Russia Bv; tale società possiede a sua volta una partecipazione del 49% in Severenergia, che equivale per Enel ad una quota ponderata del 19,6% nel capitale di quest’ultima. L’accordo è stato siglato da Fulvio Conti, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel, e da Igor Sechin, Presidente del Consiglio di Gestione di Rosneft. Il corrispettivo ammonta a 1,8 miliardi di dollari statunitensi, che saranno versati in contanti al closing. L’esecuzione dell’accordo è soggetta all’approvazione delle competenti autorità antitrust e ad altre condizioni sospensive usuali, tra cui le rinunce da parte degli altri soggetti coinvolti nell’operazione. “Questa operazione rientra nel programma di dismissioni annunciato da Enel lo scorso marzo – ha commentato Fulvio Conti a margine della firma – e conferma la nostra capacità di realizzare gli obiettivi di Gruppo. La cessione ci permette di valorizzare al meglio il nostro investimento nell’upstream gas, dal momento che i nostri approvvigionamenti futuri di gas sono stati assicurati attraverso contratti di lungo termine con i principali fornitori russi, tra cui Rosneft. La Russia resta per Enel un Paese strategico, dove continueremo ad operare nei settori della generazione e della vendita di elettricità”. Enel ha fatto il proprio ingresso nel mercato russo nel 2004 come primo operatore privato nel settore energetico. Nel settore upstream Enel ha finora disposto del 19,6% del consorzio Severenergia con Novatek, Gazpromneft ed Eni. Enel possiede inoltre il 56,43% di Enel Ogk-5, una società di produzione di energia elettrica che gestisce quattro centrali per una capacità installata di 9.007 Mw, situate nelle aree in più rapida crescita del paese. Di queste, due sono impianti a ciclo combinato di nuova costruzione con una potenza complessiva di 820 Mw. Nel segmento delle vendite di energia elettrica, Enel possiede il 49,5% di Rusenergosbyt, un importante operatore russo con vendite pari a 52 Twh nel 2012.  
   
   
MILANO - GAS, 800 MILIONI DI EURO L’IMPORT LOMBARDO NEL 2013  
 
Milano, 25 settembre 2013 - Un quarto delle imprese italiane del settore e 800 milioni di euro di import: sono i numeri del gas naturale in Lombardia nel 2013. Un settore che è concentrato nella provincia di Milano e che ha come partner internazionale esclusivo il Qatar. Emerge da un’elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati del registro imprese ed Istat al secondo trimestre 2013 e 2012. Le imprese del settore gas. Sono 177 le imprese attive in Lombardia nel comparto gas tra estrazione, produzione, distribuzione, commercio e trasporto, il 25,6% del totale italiano del settore (691 imprese), +2,9% in un anno. La Lombardia pesa in Italia soprattutto nei settori del commercio di gas distribuito mediante condotte e del trasporto concentrando rispettivamente il 31,1% e il 47,8% delle imprese nazionali. Milano è prima con 106 imprese attive, il 59,9% lombardo e il 15,3% italiano, in crescita dell’8,2% in un anno. E in Italia sul podio, dopo Milano, salgono Roma (6,1% del totale nazionale) e Napoli (3,3%). Import di gas naturale nel 2013. Nei primi sei mesi del 2013 la Lombardia, tramite Milano, ha importato gas naturale per quasi 800 milioni di euro, il 7,7% di tutto il gas naturale arrivato nel Paese (oltre 10 miliardi di euro). Il gas usato dai milanesi e lombardi arriva tutto dal Medio Oriente, in particolare dal Qatar (100% dell’import) mentre principali fornitori dell’Italia sono i paesi Europei (57% dell’import) soprattutto la Russia (3,9 miliardi di euro, 38% del totale import). E delle novità legislative per le società di distribuzione del gas si è parlato in questi giorni in Camera di Commercio di Milano nel corso del seminario “L’impatto della direttiva Md sulla realtà nazionale”. Verifica dei contatori del gas, obblighi dei titolari, tipologia di prove e misura, marcatura Ce e vigilanza alcuni dei temi trattati.  
   
   
PRIMO WORKSHOP CIRCOLARE INTERNAZIONALE SULLA REATTIVITÀ DI SUPERFICIE E LA DISSOLUZIONE DEI MATERIALI DA COMBUSTIBILE NUCLEARE ESAURITO  
 
Stoccolma, 25 settembre 2013 - Dal 18 al 21 febbraio 2014 si terrà a Stoccolma, in Svezia, il primo workshop circolare internazionale sulla reattività di superficie e la dissoluzione dei materiali da combustibile nucleare esaurito (First Circular International workshop on Surface Reactivity and Dissolution of Spent Nuclear Fuel Materials). L´obiettivo principale del progetto Redupp, sostenuto dall´Ue, è quello di ridurre le incertezze relative ai tassi di dissoluzione del combustibile nucleare esaurito usati per valutare la sicurezza a lungo termine dello smaltimento geologico dei rifiuti radioattivi. Il workshop consisterà in una serie di sessioni su temi tra cui la reattività di superficie, gli esperimenti di dissoluzione e la teoria dei materiali. Con l´obiettivo di attirare esperti nel campo della fissione nucleare, l´evento affronterà i futuri orientamenti della ricerca in materia di gestione dei rifiuti radioattivi. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Skb.se/lagerbladet____31780.aspx    
   
   
VENETO: ANCHE PREFETTURE, ARCHITETTI E FEDERALBERGHI NELL’INTESA SULLA PREVENZIONE ANTISISMICA EDIFICI A USO PRODUTTIVO.  
 
Venezia, 25 settembre 2013 - Si allarga l’intesa finalizzata all’attuazione di azioni coordinate per favorire interventi di prevenzione, miglioramento e adeguamento antisismico degli edifici ad uso produttivo esistenti nel territorio veneto: a Regione, Confindustria, Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) e Federazione degli Ordini degli Ingegneri, che avevano sottoscritto un protocollo lo scorso dicembre 2012, si sono aggiunti ieri le Prefetture, la Federazione degli Ordini degli Architetti e Federalberghi del Veneto. “Il sisma del maggio 2012 che ha colpito l’Emilia e i confinanti territori del Veneto provocando lutti e ingenti danni al patrimonio edilizio pubblico e privato – spiega Giorgetti –, ha evidenziando l’estrema fragilità di numerosi manufatti destinati alle attività produttive. Con questo accordo, che oggi si arricchisce di nuovi e importanti partner, intendiamo attuare un’efficace azione di prevenzione per scongiurare in futuro il ripetersi di situazioni tragiche. Un’azione che nasce da una convergenza di intenti con le parti economiche e le organizzazioni professionali, con l’obiettivo di rendere più sicuro il territorio e le sue attività, attraverso costanti verifiche sull’efficienza e la stabilità degli edifici industriali e commerciali, a cui far seguire interventi di miglioramento o messa a norma strutturale”. “Questa iniziativa – continua l’assessore – persegue e dà concretezza ai principi normativi e alle iniziative assunte fin dal 2003 dalla nostra Regione e, grazie alla collaborazione con diversi soggetti pubblici e privati, saremo in grado di promuovere iniziative comuni e coordinate, a tutela dei cittadini e dei lavoratori”. Questi, in sintesi, gli obiettivi del protocollo: adottare azioni per la messa in sicurezza degli edifici, con particolare riferimento a quelli produttivi; estendere il monitoraggio a tutti gli edifici destinati alla produzione e al terziario; incrementare la banca dati delle verifiche strutturali in dotazione alla Regione del Veneto; costituire una banca dati regionale sulla microzonazione; avviare una campagna di informazione, rivolta sia ai soggetti pubblici che privati, con lo scopo di favorire la corretta percezione dei “grandi rischi”; ricercare specifici fondi europei all’incentivazione degli interventi di prevenzione dei “grandi rischi”.  
   
   
CASA: REGIONE FVG FINANZIA 147 DOMANDE CONTRIBUTO PER RISPARMIO ENERGETICO  
 
Trieste, 25 settembre 2013 - La Regione dà risposta ad altre 147 domande di contributo per interventi sulla prima casa finalizzati al risparmio energetico. La giunta regionale, su proposta dell´assessore alle Infrastrutture, mobilità, pianificazione territoriale e lavori pubblici Mariagrazia Santoro, ha infatti deliberato l´utilizzo di 778.000 euro, derivanti dall´assestamento di bilancio approvato a luglio, che - sommati a riserve precedenti - consentono di mettere a disposizione circa 1.470.000 euro per la copertura di domande di contributo per la realizzazione di interventi di manutenzione straordinaria finalizzati alla messa a norma di impianti tecnologici o al conseguimento del risparmio energetico relativi alla prima casa. I contributi vanno così a soddisfare ulteriori 147 richieste contenute nella graduatoria stilata a seguito del Bando di concorso per l´assegnazione dei contributi in oggetto ed approvata con delibera 2578 del 22 dicembre 2011. Oltre allo stanziamento di 778.000 euro deliberato a luglio dalla Giunta regionale, il Servizio edilizia ha potuto attingere ad ulteriori fondi derivati dalle rinunce o dalle minori spese sostenute da parte dei precedenti beneficiari. Per questo, gli uffici del Servizio edilizia provvederanno anche in questa occasione, ad acquisire preventivamente la conferma dell´interesse a ricevere il contributo da parte dei vari intestatari delle domande finanziabili e, in caso di diniego, a procedere nello scorrimento della graduatoria, ove restano scoperte ancora circa 510 domande di contributo. "Siamo riusciti a reperire i fondi necessari a dare riscontro ad un´altra considerevole tranche di richieste - afferma l´assessore Mariagrazia Santoro - e continueremo in questa direzione perché l´efficienza energetica degli edifici non risponde solo a logiche di economia, ma di salute e benessere abitativi e di prevenzione dei rischi connessi al mancato adeguamento degli impianti a tecnologie più evolute". L´amministrazione regionale ha complessivamente messo a disposizione per questo canale contributivo nel corso del triennio 2011-2013 risorse per oltre 33 milioni e mezzo di euro; con tali risorse sono stati finanziati più di 9.000 interventi, riferiti a 6.655 domande di contributo, a fronte di spese sostenute da parte delle famiglie per un importo complessivo superiore agli 80 milioni di euro.  
   
   
EDILIZA SOSTENIBILE: ARES IN REGIONE FVG, RISPARMIATI 18.000 EURO/ANNO  
 
Trieste, 25 settembre 2013 - Il piano per l´integrazione dell´Agenzia Regionale per l´Edilizia Sostenibile all´interno degli uffici regionali è pienamente operativo. Da lunedì 23 settembre, infatti, è aperto al pubblico l´ufficio Ares presso la sede regionale di Udine in via Sabbadini, stanza 347. Grazie all´azione congiunta dell´Assessore all´Ambiente ed energia, Sara Vito, e dell´Assessore alle Infrastrutture, mobilità, pianificazione territoriale e lavori pubblici, Mariagrazia Santoro, di concerto con gli uffici competenti, l´apertura della nuova sede di Udine "in house" consente un risparmio di denaro pubblico di almeno 18.000 euro l´anno, con un incremento della qualità del servizio gratuito di consulenza per i cittadini e i professionisti dovuto al contestuale aumento del 30% in termini di apertura al pubblico. "E´ un risultato estremamente soddisfacente - commentano l´assessore Santoro e la collega Vito - poiché oltre a centrare la finalità del contenimento della spesa, linea guida che sottende tutta la riorganizzazione degli enti regionali, rafforza ed amplia il servizio al pubblico, a dimostrazione che risparmio ed efficienza sono obiettivi conciliabili quando si lavora in sinergia". Oltre all´ufficio di Udine resterà operativo anche quello di Maniago in viale della Vittoria, 9. Gli orari di apertura degli sportelli al pubblico sono quindi così ripartiti: a Udine, lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9:00 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 17:00; a Maniago martedì e giovedì dalle 9:00 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 17:00. Le eventuali chiusure di un´intera giornata per attività fuori sede saranno segnalate sul sito internet di Ares www.Aresfvg.it nella sezione "Ultime Notizie". Ares sarà presente dal 28 settembre al 6 ottobre alla Fiera "Casamoderna 2013" presso la saletta del padiglione 7 Casa biologica con una serie di incontri pubblici rivolti a cittadini e operatori del settore sui temi della riqualificazione energetica, della detrazione fiscale per interventi di risparmio energetico, sulla certificazione energetica e ambientale degli edifici.  
   
   
CONVEGNO GRATUITO PER LE IMPRESE DEL SETTORE EDILE, A MESTRE  
 
Belluno, 25 settembre 2013 - La Camera di Commercio di Belluno informa che la Sezione regionale del Veneto dell’Albo gestori ambientali e l’Ufficio Unico Ambiente delle Camere di Commercio del Veneto organizzano nei giorni 26 e 27 settembre prossimi a Venezia Mestre (Ve) il convegno "Terre e rocce da scavo, rifiuti e sostenibilità nel costruire". L’evento intende offrire un approfondimento sulla tematica dell’edilizia e della sostenibilità ambientale, nonché sulla gestione delle terre e rocce da scavo e dei rifiuti da costruzione e demolizione. Esso è così strutturato: - giovedì 26 settembre– sessione Edilizia e sostenibilità ambientale - venerdì 27 settembre– sessione Terre e rocce da scavo e rifiuti da costruzione e demolizione Per maggiori dettagli consultare l’invito allegato. Per informazioni contattare l’Ufficio unico ambiente scrivendo ad ambiente@ve.Camcom.it  La partecipazione al seminario è gratuita, ma per ragioni organizzative è obbligatoria la preventiva iscrizione da effettuarsi on-line, come segue: 1. Collegarsi al sito della Camera di Commercio di Venezia ( www.Ve.camcom.gov.it ); 2. Cliccare su “Cresci Con La Formazione“ e poi “Corsi”, quindi selezionare l’evento di interesse; 3. Cliccare su “Iscriviti On Line” e procedere alla registrazione compilando i dati richiesti; 4. L’iscrizione al seminario potrà essere effettuata entro martedì 24 settembre e comunque fino all’esaurimento dei posti disponibili; è possibile iscrivere max. 2 persone per ente/azienda.  
   
   
RIFLETTORI SUGLI EFFETTI INVISIBILI DELLE NANOPARTICELLE  
 
Bruxelles, 25 settembre 2013 - Dai vestiti che indossiamo ai cosmetici che usiamo, fino ai dispositivi elettronici che fanno parte della nostra vita quotidiana, la nanotecnologia sta diventando onnipresente. Ma mentre la fabbricazione di tali materiali non ha ormai più segreti per l´industria, si sa ancora poco sul loro destino una volta concluso il ciclo vitale. Il progetto Nano-ecotoxicity ha studiato il loro impatto sugli organismi del suolo. La crescita economica, la popolazione in aumento e la scarsità delle risorse sono tre elementi principali di quella che è probabilmente una delle equazioni più difficili da comprendere per il genere umano. Molti scienziati concordano che la soluzione risieda in parte nella nanotecnologia: dispositivi più piccoli, più veloci, più leggeri, più intelligenti e più economici che fanno uso di meno materie prime e consumano meno energia. C´è però ancora molta strada da fare prima che la nanotecnologia possa essere considerata il Santo Graal dello sviluppo scientifico. Il suo impatto sulla salute e sull´ambiente è ancora relativamente sconosciuto ed è attualmente l´argomento di accesi dibattiti tra gli scienziati, il settore industriale, i politici e le organizzazioni ambientaliste. Nano-ecotoxicity è uno di una serie di progetti finanziati dall´Ue che stanno cercando di chiarire le cose. Lo studio delle nanoparticelle (Np) si basa sull´osservazione che queste particelle finiranno in sempre maggiore quantità nel terreno e sul fatto che mancano dati attendibili riguardo al loro assorbimento e potenziale effetto sugli organismi del suolo. Il team, coordinato dal dott. Claus Svendsen, ha effettuato test di tossicità per valutare l´effetto delle Np di ossido di zinco (Zno) e argento (Ag) sui lombrichi (Eisenia andrei e Lumbricus rubellus), con lo scopo di far luce sulle principali vie di assorbimento delle Np di metallo in questi organismi. La dott.Ssa Maria Diez-ortiz, a capo della ricerca del progetto Nano-ecotoxicity, ci parla dei risultati ottenuti e di come prevede che questi contribuiranno a migliorare le conoscenze e a creare strumenti che permettano di sviluppare standard per il rischio ambientale e metodologie per la valutazione del rischio. Qual è il contesto del progetto Nano-ecotoxicity? La nanotecnologia si basa sull´idea che, progettando le dimensioni e la forma dei materiali nella scala degli atomi, come per esempio i nanometri (nm), le proprietà ottiche, elettroniche o magnetiche possono essere regolate per produrre nuove proprietà con un valore commerciale. Vi è tuttavia una preoccupazione che queste nuove proprietà possano portare a un nuovo comportamento quando interagiscono con gli organismi biologici, producendo nuovi effetti potenzialmente tossici. Poiché le nanoparticelle (Np) hanno dimensioni simili ai virus, il loro assorbimento e trasporto attraverso i tessuti si basa su meccanismi diversi da quelli dell´assorbimento e il trasporto molecolare. Ci si preoccupa quindi che i test tossicologici standard possano non essere applicabili o affidabili per quanto riguarda le Np, il che comprometterebbe le attuali procedure di valutazione del rischio. La maggior parte della ricerca sulla nano-sicurezza nell´ambiente si è finora concentrata sull´ambiente acquatico. L´attuale ricerca sul destino ambientale indica, però, che le nanoparticelle si accumuleranno principalmente nel suolo. Dopo essere entrate nei flussi di rifiuti liquidi, le nanoparticelle passeranno attraverso i processi di trattamento delle acque reflue, finendo in fanghi che potrebbero accumularsi nei terreni agricoli, dove questi fanghi sono spesso usati. Quali sono i principali obiettivi del progetto? Il progetto si occupa della tossicocinetica - cioè il grado al quale una sostanza chimica entra in un corpo e influisce su di esso - delle nanoparticelle di metallo che vengono a contatto con gli organismi che vivono nel terreno. Lo scopo è determinare il destino delle Np e gli effetti sugli ecosistemi del terreno per mezzo di casi di studio con Np di ossido di zinco e argento, che rappresentano una diversa cinetica del destino. Gli obiettivi principali del progetto sono valutare la tossicità delle nanoparticelle di metallo nel terreno a breve e lungo termine, la principale via di esposizione per i lombrichi e se essa differisce da quelle dei metalli ionici e, infine, l´influenza dei mezzi di esposizione sulla tossicità delle nanoparticelle di metallo. Cosa c´è di nuovo o innovativo nel progetto e nel modo in cui affronta tali questioni? Abbiamo svolto uno studio a lungo termine in cui del terreno con Np di Ag è stato conservato e lasciato maturare per un periodo di un anno, ne abbiamo testato la tossicità all´inizio e dopo tre, sette e dodici mesi di maturazione. I risultati hanno mostrato che la tossicità del terreno aumentava con il tempo, il che significa che i test di tossicità standard a breve termine potrebbero sottovalutare il rischio ambientale delle nanoparticelle di argento. Contemporaneamente, abbiamo scoperto che gli organismi esposti alle nanoparticelle di argento negli studi a breve termine accumulavano concentrazioni di argento più alte rispetto agli organismi che erano esposti alla stessa concentrazione di argento ionico. In ogni caso, gli organismi esposti alle Np presentavano effetti tossici più bassi. Questa osservazione contraddice l´ipotesi prevalente in tossicologia secondo la quale la concentrazione assorbita è legata direttamente alla concentrazione chimica nel luogo preso in esame e quindi alla sua tossicità, e crea un nuovo paradigma per la nano-ecotossicologia. Quello che ancora non sappiamo è se le Np di metallo accumulate possano a più lungo termine diventare tossiche (per es. Attraverso la dissoluzione e il rilascio di ioni) nelle cellule e nei tessuti nei quali le Np di Ag sono conservate. Se fosse vero, le alte concentrazioni accumulate potrebbero risultare in una maggiore tossicità a lungo termine per le Np rispetto alle forme ioniche. Questo potrebbe trasformare queste Np accumulate in "bombe a orologeria" per quanto riguarda gli effetti e la tossicità a lungo termine. Dobbiamo però tenere a mente che le concentrazioni ambientali previste sulla base dell´uso attuale delle nanoparticelle (per esempio i risultati del progetto dell´Ue Nanofate2) sono spesso minori di quelle usate in questi studi, il che significa che è improbabile che tali accumulazioni di nanoparticelle di argento si verifichino nell´ambiente o negli esseri umani. Quali difficoltà avete incontrato e come le avete superate? I problemi principali che abbiamo incontrato riguardano il rintracciare le nanoparticelle nei tessuti e nel terreno, poiché sono entrambi matrici complesse. L´analisi delle particelle è comunque una sfida, anche quando sono nell´acqua, ma raccogliere informazioni sul loro stato in queste matrici spesso richiede concentrazioni di esposizione non realistiche (a causa dei bassi limiti di rilevazione delle tecniche altamente specializzate usate per l´analisi) o l´estrazione delle particelle dalla matrice, che potrebbe cambiare lo stato delle particelle. In questo progetto, mi sono spostata all´Università del Kentucky per lavorare con Jason Unrine e abbiamo usato estrazioni delicate a base di acqua di campioni di terreno immediatamente prima di analizzarli usando il "frazionamento in campo flusso" e la "spettrometria di massa a plasma accoppiato induttivamente" per identificare lo stato delle nanoparticelle nei terreni invecchiati. Per osservare quale forma (speciazione) di argento e zinco proveniente dalle esposizioni alle nanoparticelle si trova nei lombrichi, ho collaborato con i ricercatori di Nanofate presso l´Università di Cardiff che hanno fissato e sezionato finemente i tessuti dei vermi. Sono stata fortunata perché ho avuto il tempo di usare strutture specialistiche come il sincrotrone Diamond Light Source nel Regno Unito per studiare dove e in che forma i metalli e le potenziali nanoparticelle potessero trovarsi in questi tessuti. La difficoltà principale è che non appena si estraggono le nanoparticelle dalla confezione cominciano a cambiare, soprattutto quando sono messe in ambienti come terreni e acqua naturali, o persino negli organismi. È quindi necessario svolgere tanta caratterizzazione durante l´esposizione per stabilire lo stato delle nanoparticelle cui gli organismi sono stati esposti e quanto velocemente cambiano da particelle intatte a ioni dissolti o particelle con superfici completamente diverse. Nel corso di questo breve progetto sono state trovate soluzioni tecniche per la caratterizzazione, ma questa rimarrà una difficoltà logistica per molti anni a venire poiché l´attrezzatura di analisi è ancora molto specialistica e costosa e quindi non disponibile a tutti. Quali sono i risultati concreti della ricerca fino a questo momento? Il progetto ci ha aiutato a tirare varie conclusioni riguardo l´impatto delle Np sull´ambiente e come valutarlo. Innanzitutto adesso sappiamo che l´acidità del suolo, o pH, influisce sulla dissoluzione e la tossicità delle nanoparticelle di Zno. Poi abbiamo scoperto che la tossicità delle nanoparticelle di argento aumenta nel tempo e che il rivestimento delle particelle influisce sulla loro tossicità per gli invertebrati del terreno. Come abbiamo detto prima, i lombrichi esposti alle nanoparticelle di argento per 28 giorni hanno accumulato concentrazioni di argento più alte rispetto ai lombrichi esposti a ioni di argento, anche se l´argento in eccesso proveniente dalle nanoparticelle non aveva un effetto tossico. Inoltre l´ingestione del terreno è stata identificata come la via principale di esposizione a Np di Ag e Np di Zno nei lombrichi. Cosa possono fare l´industria e i responsabili delle decisioni per assicurare che i nanomateriali non influiscano sul nostro ambiente? Speriamo che questo progetto, e il più grande progetto Nanofate al quale è collegato, fornisca conoscenze e strumenti che permettano di identificare standard per il rischio ambientale e metodologie per la valutazione del rischio da applicare alle nanoparticelle ingegnerizzate (engineered nanoparticles o Enp) con appena un paio di modifiche assennate. Gli attuali sistemi e protocolli per la valutazione del rischio chimico sono stati sviluppate nel corso di decenni e, dove non ci sono nuovi meccanismi tossici, i nostri risultati tendono a dimostrare che il nano si adatta bene a condizione che si misurino le cose giuste e si caratterizzino adeguatamente esposizioni realistiche. La nostra ricerca ha lo scopo di determinare gli aggiustamenti minimi necessari. Finora tutto indica che i potenziali benefici provenienti dalla nanotecnologia si possono comprendere e gestire in sicurezza insieme alle altre sostanze chimiche. Anche se siamo abbastanza sicuri che a questo stadio le Enp non rappresentino conseguenze più gravi su importanti parametri biologici - come la riproduzione - rispetto alle loro forme ioniche, i risultati di Nano-ecotoxicity dimostrano che abbiamo ancora strada da fare prima di poter affermare con certezza che non crediamo che ci siano altri effetti a basso livello o a lungo termine. Come per tutte le sostanze chimiche, sostenere una tale affermazione è impossibile con i test a breve termine. Pensiamo che le conclusioni finali da parte dell´industria e dei regolatori dovrebbero e dovranno essere tratte con un approccio basato sul "peso della prova", il che prova che c´è un divario tra i probabili livelli di esposizione previsti e quei livelli per i quali si è dimostrato che causano effetti o accumuli nelle specie dell´ecosistema. Quali sono i prossimi argomenti di ricerca di cui vi occuperete? Il progetto si è concluso ma il prossimo passo per qualsiasi altra opportunità di finanziamento sarebbe studiare gli scenari di esposizione più rilevanti dal punto di vista ambientale analizzando come le nanoparticelle si modificano nell´ambiente e interagiscono con i tessuti e gli organismi viventi a diversi livelli trofici. Mi piacerebbe studiare la trasformazione delle nanoparticelle e le interazioni nei tessuti viventi. Finora, gli studi che hanno identificato questo accumulo "in eccesso" di carici di metallo non tossico negli organismi esposti alle nanoparticelle sono stati sempre a breve termine. A parte il potenziale ovviamente maggiore di trasferimento nella catena alimentare, non si sa neanche se, a lungo termine, i metalli derivanti dalle Np accumulati diventino tossici quando si trovano in tessuti e cellule. Una tale trasformazione e rilascio di ioni di metallo all´interno dei tessuti potrebbe in definitiva risultare in una maggiore tossicità a lungo termine per le Np rispetto alle forme ioniche. Inoltre, vorrei testare le esposizioni in un modello di ecosistema funzionante che comprenda interazioni interspecifiche e trasferimento trofico. Poiché le interazioni tra biota e nanoparticelle sono rilevanti nei sistemi naturali del terreno, è necessario fare attenzione quando si cerca di prevedere le conseguenze ecologiche delle nanoparticelle sulla base di studi in laboratorio condotti con una sola specie. In presenza di tutta la gamma di componenti biologici dei sistemi del terreno, le Np complesse potrebbero seguire una serie di percorsi nei quali i rivestimenti potrebbero essere eliminati e sostituiti con materiali essudati. Sono quindi necessari studi per quantificare la natura di queste interazioni in modo da identificare il destino, la biodisponibilità e la tossicità di forme realistiche "non intatte" di Np presenti in ambienti del terreno reali. Il progetto è stato coordinato dal Natural Environment Research Council nel Regno Unito. Per maggiori informazioni, visitare: Natural Environment Research Council http://www.Nerc.ac.uk  Scheda informativa del progetto http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/98218_it.html    
   
   
CRISI: REGIONE RIFINANZIA NUMERO VERDE ANTISUICIDI 800334343. ZAIA: “DAL PROSSIMO ANNO PROGETTO ORGANICO IN TUTTE LE ULLSS”  
 
 Venezia, 25 settembre 2013 - La Giunta regionale , nella sua seduta di ieri su proposta dell’assessore alla sanità Luca Coletto ha rifinanziato con 91 mila euro il Progetto “inOltre, la salute dell’imprenditore” sulla base del quale è attivo da mesi il numero verde 800334343 per assistere dal punto di vista psicologico gli imprenditori veneti stritolati dalla crisi. Presentando il provvedimento nel corso del punto stampa post giunta di ieri, il presidente Luca Zaia ha sottolineato come quella dei suicidi sia “una piaga che continua a lasciare ferite profonde nella nostra regione” e che “anche nelle scorse settimane altri imprenditori si sono tolti la vita”. “Ma accanto a questi – ha aggiunto Zaia – ce ne sono centinaia che stanno riuscendo a reinventare le loro aziende e molti di loro, nel momento più difficile, hanno trovato nel numero verde della Regione l’aiuto che cercavano”. “Con questo finanziamento – ha aggiunto Zaia – garantiamo l’attività fino a fine anno, ma di certo non verrà sospesa dopo. Stiamo infatti pensando a trasformare questo sperimentazione in un progetto organico che coinvolgerà tutte le Ulss venete”. Il presidente ha poi aggiornato la “contabilità” del grande lavoro svolto dagli psicologi guidati dalla dottoressa Emilia Laugelli, responsabile dell’Unità operativa di Psicologia Clinica dell’Ospedale di Santorso (Vicenza). Fino al 30 giugno il centro di ascolto, composto da 5 operatori psicologi attivi 24 ore su 24, ha ricevuto 755 chiamate, di cui 422 gestite direttamente e 181 gestite con il supporto dei servizi territoriali di competenza, dove sono attivi altri 6 componenti del team del Progetto “Inoltre”. I responsabili del servizio segnalano come a fronte di un cambiamento della domanda di aiuto, oggi le persone chiedono di essere accompagnate nei meandri delle leggi, di trovare soluzioni alle difficoltà, alcuni professionisti privati, avvocati, commercialisti hanno offerto gratuitamente consulenza per risolvere problemi burocratici degli imprenditori. E poi, diverse istituzioni, come le associazioni di categoria , si sono dimostrate sensibili alla tematica e alla metodologia di lavoro del Servizio, offrendo la loro disponibilità a collaborare”. Una notizia che il Presidente ha commentato con soddisfazione: “è quel valore della solidarietà presente con forza nei nostri territori.” “Il numero verde è attivo 24 ore su 24 – aggiunge Zaia - siamo l’unica Regione in Italia ad offrire questo tipo servizio e, come sempre, rappresentiamo un modello virtuoso e un esempio di riferimento. Il mio grazie va alla dottoressa Laugelli e a tutti gli operatori coinvolti in questo progetto che con il loro lavoro quotidiano stanno risolvendo molte situazioni critiche”. “I dati sul servizio – conclude Zaia – sottolineano l’efficacia e l’efficienza del numero verde e allo stesso tempo segnalano come questo problema non abbia allentato la sua presa sulle nostre comunità. Purtroppo, infatti, in Veneto ci sono 170 mila disoccupati e molte aziende in difficoltà. Per questo la Regione non abbasserà la guardia e continuerà a stare a fianco dei proprio imprenditori per aiutarli ad affrontare le conseguenze di una crisi che ha lasciato segni profondi nel tessuto economico e sociale della nostra regione”.  
   
   
COMPETITIVITÀ, LOMBARDIA: BENE LE MODIFICHE ALLA LEGGE  
 
Milano, 25 settembre 2013 - Apprezzamento per l´approvazione all´unanimità da parte del Consiglio regionale delle modifiche alla Legge sulla competitività - con l´istituzione del Comitato congiunto Giunta-consiglio - è stato espresso dall´assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione Mario Melazzini. "Questo primo provvedimento di modifica alla Legge 1 del 2007 - ha detto Melazzini - è in linea con il lavoro che sto portando avanti e che ho avuto modo di annunciare nell´ultima riunione di Giunta, riguardo la predisposizione di un nuovo progetto di legge sulla libertà di impresa e la competitività, che intendo portare all´attenzione della Giunta stessa entro la prima settimana di ottobre". Principi Fondamentali - Il nuovo progetto di legge, come anticipato da Melazzini venerdì scorso, è basato su alcuni principi fondamentali: favorire la libertà di impresa, rilanciare la competitività, promuovere l´attrattività, facilitare il credito alle imprese, riorganizzare gli Sportelli unici per le attività produttive, semplificare l´azione amministrativa, razionalizzare il sistema dei controlli. Accordo Di Localizzazione Produttiva - In particolare, è prevista la nascita di un ´Accordo di localizzazione produttiva´, destinato a sostituire tutti i procedimenti amministrativi necessari all´avvio della nuova impresa, con l´obiettivo di creare il contesto per l´avvio e la sperimentazione di ´zone a burocrazia zero´. L´accordo potrà essere accompagnato anche da vantaggi fiscali. Accesso Al Credito E Liberalizzazione - Previsti anche interventi per facilitare le micro imprese a ottenere crediti, oltre che una nuova modalità per l´avvio dell´attività di impresa, per cui con una semplice comunicazione unica l´imprenditore potrà dare avvio alla sua attività, autocertificando il possesso dei requisiti necessari. Amministrazione Unica E Controlli - Completano il quadro la riorganizzazione degli Sportelli unici per le attività produttive, per ridurne il numero e accentrare la loro presenza verso le Cciaa, e un nuovo sistema di controlli, che introdurrà un coordinamento tra i controlli di competenza regionale e quelli di competenza sovraregionale.  
   
   
COMMERCIO ESTERO: ASSOCAMERESTERO, IN LIEVE RIPRESA L’EXPORT NEI MERCATI EXTRA-UE NEI PRIMI OTTO MESI DEL 2013, INVERSIONE DI TENDENZA PER IL SALDO DELLA BILANCIA COMMERCIALE EXTRA-UE: +15,4 MILIARDI RISPETTO AL 2012  
 
Roma, 25 settembre 2013 – Dopo la battuta d’arresto degli ultimi due mesi, ad agosto riprendono a camminare le vendite di prodotti italiani nei mercati Extra-ue (+0,2%, con un valore pari a circa 15 miliardi di euro). Nei primi otto mesi dell’anno, l’export aumenta, nei dati destagionalizzati, del 3,0% su base annua, capovolgendo il saldo negativo 2012 (-4,3 miliardi) e portandolo ad un avanzo di 11 miliardi di euro, con un incremento di 15,4 miliardi. L’italia, con una quota del 10,3%, si mantiene in terza posizione per contributo alle esportazioni dell’Unione Europea sui mercati Extra-ue, preceduta da Germania (26,5%) e Regno Unito (14,5%) e tallonata dalla Francia (10,1%). “I mercati Extra-ue ancora una volta sembrano compensare performance poco brillanti sul versante europeo e spingono nuovamente in territorio positivo il contributo della domanda estera netta al Pil, con un +0,4% nel secondo trimestre 2013, dopo una contrazione dello 0,2% nel primo trimestre”, afferma Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati Istat sul commercio estero diffusi oggi. Se si guarda alle principali destinazioni dell’export, colpisce l’incremento delle vendite in Cina (+9,8%) e Mercosur (+16,7%) nel periodo gennaio-agosto 2013, mentre preoccupa la contrazione su mercati ormai considerati consolidati come Svizzera (-6,4%) e Turchia (-7,5%). “Il rallentamento su mercati di prossimità e in un certo senso ritenuti “domestici” desta qualche preoccupazione. L’incremento di quasi 10 punti percentuali sul mercato cinese non è infatti paragonabile al calo subìto su quello svizzero: basti pensare infatti che, in valore, un incremento di un punto in Svizzera equivale a più di due punti di aumento nelle vendite in Cina”, conclude Esposito.  
   
   
BIC LAZIO, IL PRIMO “INCUBATORE DI START UP INNOVATIVE” NEL CENTRO-SUD. IL SETTIMO IN ITALIA  
 
Roma, 25 settembre 2013 - Bic Lazio è la prima società del centro-sud d’Italia, e la settima in assoluto, ad aver ricevuto la certificazione di “Incubatore di start up innovative”. Il decreto sviluppo bis del 21 febbraio 2013 ha introdotto infatti nel nostro ordinamento non solo la disciplina delle start up innovative definendone caratteristiche e requisiti specifici, ma anche la figura dell’“Incubatore di start up innovative” certificato. Per ottenere questa certificazione, Bic Lazio ha dovuto dimostrare di avere competenze e strutture in grado di fornire un’assistenza di qualità alle start up innovative, rispondendo in pieno ai parametri stabiliti dal Ministero dello Sviluppo Economico. Le differenze tra gli Incubatori di start up innovative e gli altri incubatori d’impresa riguardano: una comprovata esperienza nell’attività di start up innovative, partnership con università e centri di ricerca, strutture immobiliari, management e struttura tecnica, oltre ad attrezzature, macchinari, accesso a internet e banda ultra larga. “Si tratta di un riconoscimento importante – ha detto l’assessore regionale allo Sviluppo Economico e Attività Produttive, Guido Fabiani – in quanto per noi gli incubatori in grado di promuovere innovazione sono degli strumenti strategici per il rilancio del tessuto produttivo laziale. E infatti siamo al lavoro per migliorarli e renderli ancora più efficaci in modo da poterli utilizzare in modo sempre più diffuso, implementandone i servizi e rendendoli sempre più capaci di essere un punto di riferimento concreto per il nostro territorio”. “Sono orgoglioso di affermare che questo riconoscimento rappresenta per Bic Lazio un importante risultato. Nel corso degli anni – ha dichiarato il presidente di Bic Lazio, Livio Proietti – abbiamo sostenuto la crescita e lo sviluppo delle start up laziali attraverso una specializzazione delle nostre strutture, a partire dall’inaugurazione nel 2006 dell’Incubatore Itech per ricercatori e Pmi tecnologiche, per finire con l’Incubatore Icult di Viterbo, da poco inaugurato, che si rivolge alle start up del settore dei beni culturali. La certificazione ci permetterà di sfruttare al meglio le opportunità che si verranno a creare in Italia e in Europa, consentendoci di rispondere con prontezza ai bisogni del tessuto imprenditoriale del nostro territorio”. Bic Lazio ha attualmente 6 Incubatori sul territorio regionale, l’Incubatore Itech presso il Tecnopolo Tiburtino a Roma, l’Incubatore Icult a Viterbo, gli Incubatori di Bracciano, Colleferro, Ferentino e Rieti, per un totale di 44 imprese ospitate, 29 progetti imprenditoriali assistiti nella fase di sviluppo e un fatturato complessivo di quasi 6 milioni di euro al 31 dicembre 2012. Gli Incubatori di Bic Lazio sono tutti specializzati in un segmento o settore produttivo di mercato. Sono dei veri e propri centri-servizi che su specifiche materie detengono conoscenza, competenze, partnership tecnologiche, produttive, finanziarie e commerciali, in grado di garantire una risposta alla nascita e sviluppo di start up in quel contesto.  
   
   
INVESTIMENTI, PARTNERSHIP ITALIA-AUSTRALIA: È IL “MOMENTUM” DEL BUSINESS 125 LE IMPRESE ITALIANE PRESENTI SUL TERRITORIO. INFRASTRUTTURE, SERVIZI ED ESTRAZIONI I SETTORI DI PUNTA PER GLI INVESTIMENTI, AL CENTRO DELLA CONFERENZA CHE PER DUE GIORNI CREERÀ UN PONTE VIRTUALE TRA ITALIA E AUSTRALIA  
 
 Roma, 25 settembre 2013 – Si apre oggi a Roma “Momentum – Australia and Italy Business Forum”, l’evento di promozione delle relazioni economico-commerciali Italia-australia, organizzato dalla Camera di Commercio Italiana di Perth. Una due giorni che porterà nella capitale italiana imprese ed esperti italiani e australiani di finanza, infrastrutture ed energia, per esplorare nuove opportunità di investimento nei due Paesi. Forte la presenza imprenditoriale italiana in Australia: circa 125 le aziende dei settori agroalimentare, costruzioni, moda e servizi, per un valore delle esportazioni di 3,7 miliardi di euro solo nel 2012. Tra i settori di punta per gli investimenti, quello delle infrastrutture ha registrato una crescita senza precedenti negli ultimi dieci anni, grazie soprattutto agli stimoli del Governo australiano. Per quanto riguarda il settore estrattivo, l’Australia è molto competitiva per lo sviluppo di software, la produzione di macchinari, la lavorazione del metallo etc.. In particolare, il Western Australia – grazie ai progetti di investimento in corso di realizzazione in campo minerario ed energetico – ha registrato tassi di crescita annuali del Pil del 14,2% e contribuisce per il 46% alle esportazioni del Paese. Altro settore estremamente promettente è quello dei servizi finanziari, sia per la posizione strategica dell’Australia nella regione dell’Asia/pacifico, sia perché il Paese è riconosciuto leader mondiale nella gestione degli investimenti. Il settore della finanza e delle assicurazioni è infatti il più remunerativo, con un contributo del 10% al Pil nazionale. “Lo sviluppo economico straordinario dell’Australia accresce l’attrattività del Paese agli occhi degli operatori italiani. – afferma Massimo Perotti, Presidente della Camera di Commercio Italiana di Perth – Da ciò nasce l’idea di organizzare un Forum che metta a confronto imprenditori, professionisti e istituzioni dei due Paesi, aprendo una finestra su una realtà che rappresenta un’occasione concreta di sviluppo e crescita per le nostre piccole e medie imprese”.  
   
   
IDEAL STANDARD: SERRACCHIANI A VENETO E LAZIO, COORDINIAMO INIZIATIVE  
 
 Trieste, 25 settembre 2013 - La presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha rivolto ieri un invito ai presidenti del Veneto, Luca Zaia, e del Lazio, Luca Zingaretti, "a coordinare più strettamente, assieme al Governo nazionale, i passi successivi" da compiere per affrontare la crisi di Ideal Standard e delineare un futuro per gli stabilimenti di Trichiana (Bl), Roccasecca (Fr) e Orcenico (Pn). Sottolineando che "le vicende che hanno coinvolto i tre stabilimenti sono da lungo tempo uno dei capitoli aperti sui tavoli delle nostre Amministrazioni", in una lettera inviata ai due governatori, Serracchiani ha ricordato che "dopo il recente vertice al ministero dello Sviluppo economico in cui è stata aperta un´ulteriore finestra per verificare possibili soluzioni all´ipotizzata chiusura dello stabilimento di Orcenico, la Regione Friuli Venezia Giulia si è attivata per esplorare le vie percorribili", in particolare proponendo interventi per la ristrutturazione del processo produttivo, l´abbattimento dei costi dell´energia e l´allocazione di risorse nel processo industriale". "Tale attività, che è stata da alcuni malauguratamente interpretata e commentata come intesa a danno degli altri due stabilimenti, di Trichiana e Roccasecca, si svolge - assicura la presidente del Friuli Venezia Giulia - allo scopo di tutelare l´intera capacità produttiva e occupazionale di Ideal Standard". Ad ogni modo, nella convinzione che "il sistema dei tavoli separati sia di brevissimo e poco proficui esito", Serracchiani ha sollecitato Zaia e Zingaretti a coordinare le iniziative da attuare per affrontare insieme non solo questa ma anche "altre eventuali situazioni di crisi che dovessero presentarsi coinvolgendo contemporaneamente i nostri territori". "Le nostre Regioni unite possono svolgere un ruolo attivo e propositivo, nel quadro del mantenimento delle capacità del sistema manifatturiero italiano e a beneficio dei rispettivi territori", ha concluso Serracchiani, confidando che "quest´ occasione di fattiva collaborazione sia colta da tutti e trasmessa nel confronto con il management e con le rappresentanze dei lavoratori".  
   
   
IDEAL STANDARD. INCONTRO A VENEZIA L´AZIENDA HA CONFERMATO I NUMERI DEL SUO PIANO  
 
 Venezia, 25 settembre 2013 - "Abbiamo convocato questa riunione preoccupati per quanto appreso dalla stampa. Per questo abbiamo chiesto all´azienda di confermare la veridicità e la serietà del piano industriale frutto di una analisi approfondita e di una tendenza del mercato che da anni è in contrazione". A dirlo è l´Assessore regionale alle politiche del lavoro Elena Donazzan, a margine dell´incontro convocato al palazzo Grandi Stazioni di Venezia per affrontare il nodo Ideal Standard. Oltre alle parti sociali e alla dirigenza erano presenti i consiglieri regionali Dario Bond (Pdl) e Sergio Reolon (Pd) nonché il sindaco di Trichiana Giorgio Cavalet. "Ho apprezzato il ritorno alla normalità – ha aggiunto Donazzan - pur nella delicatezza della trattativa, delle relazioni sindacali e ho espresso una forte critica per un inasprimento delle relazioni tra le Istituzioni. Ribadisco che non può esserci da parte della Regione Friuli Venezia Giulia l´utilizzo della propria specialità per penalizzare il nostro territorio. Dal canto nostro, confermiamo tutta l´attenzione delle istituzioni venete che attraverso una seria collaborazione tra Regione, Comune e Bim Piave ha portato all´avvio proprio in questi giorni dell´impianto di cogenerazione che permetterà minori costi e maggiore competitività". "Tra qualche giorno", annuncia l´assessore, "ritorneremo al Ministero per lo Sviluppo Economico. Mi auguro che si raggiunga l´obiettivo di mantenere Ideal Standard in Italia. Oggi ho avuto la conferma da parte dell´azienda che il piano industriale e i relativi numeri vedrebbero lo stabilimento bellunese raggiungere tutti gli obiettivi strategici prefissati". "Ora", conclude Donazzan, "pur con la dolorosa prospettiva della chiusura di uno stabilimento, ci vuole senso di responsabilità da parte di tutti perché un´ulteriore dilazione dei tempi potrebbe essere devastante per l´intera azienda". Sulla stessa lunghezza d´onda dell´assessore regionale c´è il sindaco di Trichiana Giorgio Cavalet: "L´attaccamento del territorio nei confronti dell´Ideal Standard è fuori discussione. Ribadiamo che l´unico piano sostenibile è quello presentato e che proprio in questo rientra l´impianto di cogenerazione inaugurato ieri e che permetterà migliori performance all´intero stabilimento".  
   
   
INCONTRO A CATANZARO SULLA QUESTIONE ITALCEMENTI. SCOPELLITI: “SALVAGUARDARE I POSTI DI LAVORO”  
 
Catanzaro, 25 settembre 2013 - In riferimento alla situazione dello stabilimento di Italcementi di Vibo Marina, il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha incontrato il sindaco di Vibo Valentia Nicola D’agostino, il subcommissario della Provincia, Francesco Massidda, il prefetto Giovanni Bruno, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Paolo Tramonti e Sergio Pititto (Cisl), Antonio Franco (Ugl), Luigi Veraldi e Luigi De Nardo (Cgil), Luciano Prestia (Uil) e Nazzareno Piperno (Cobas). All’incontro hanno preso parte l’Assessore regionale al Lavoro Nazzareno Salerno e l’Assessore regionale all’Ambiente Franco Pugliano e i consiglieri regionali Alfonsino Grillo e Salvatore Bulzomì. Obiettivo della discussione è stato quello di individuare un percorso su cui convergere al fine di trovare le giuste soluzioni per salvaguardare i posti di lavoro e rilanciare l’economia del territorio.  
   
   
MIROGLIO: DAL MISE PROPOSTE PER REINDUSTRALIZZAZIONE SITI  
 
Bari, 25 settembre 2013 - Vertenza Miroglio – riportiamo di seguito le dichiarazioni dell’assessore al Lavoro Leo Caroli al termine della riunione che si è tenuta ieri a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico. “Il Ministero dello Sviluppo Economico, nell’odierno tavolo per la crisi Miroglio, nel prendere definitivamente atto della sospensione del progetto Qbell, ha presentato le altre manifestazioni d’interesse alla reindustrializzazione degli stabilimenti di Ginosa e Castellaneta. Si tratta dei piani industriali di due differenti aziende che prevederebbero complessivamente investimenti pari a 3 milioni di euro ed il riassorbimento di circa 100 lavoratori dalla platea dei “Miroglini” in mobilità. Inoltre, ha comunicato l’avanzamento positivo delle interlocuzioni in corso con altre 2 aziende che hanno contattato il Mise: potrebbero divenire ufficialmente delle manifestazioni d’interesse alla deindustrializzazione”. “Incontrerò in Puglia tutte le 4 aziende interessate nei giorni del 7 e dell’11 ottobre prossimi – afferma l’assessore Caroli. Entreremo nel dettaglio dei loro progetti industriali e dei piani formativi, acquisiremo garanzie sulla sostenibilità finanziaria delle iniziative. Tanto da preparare adeguatamente il prossimo tavolo ministeriale, già fissato per il 21 ottobre, che dovrebbe chiudere la fase delle valutazioni per avviare, come tutti ci auspichiamo, quella attuativa dei progetti. In questo contesto, vorrei evidenziare tre questioni. La prima riguarda il confermato impegno strategico a favore della reindustrializzazione di entrambi gli stabilimenti di Ginosa e Castellaneta. La seconda attiene alle manifestazioni d’interesse odierne: è evidente che, a monte, c’è stato un continuo ed intenso lavoro preparatorio, che ha coinvolto tutte le istituzioni locali, e che ha visto in prima linea la Regione Puglia e le sue tecnostrutture”. “Vorrei – prosegue - che lo straordinario valore aggiunto rappresentato da questa sinergia venisse adeguatamente considerato dai “Miroglini” autori della lettera aperta a Nichi Vendola: il Presidente non li ha abbandonati, né lo farà mai!” “La terza – conclude - è riferita al mandato (oneroso quanto produttivo) che la Miroglio ha conferito all’azienda di scouting, il cui proficuo lavoro ci consente oggi di credere ancora nella possibilità della reindustrializzazione e di avere potenziali investitori con cui interloquire. Purtroppo, guardando ad altre crisi industriali, ciò è esattamente quello che i tedeschi della Om non fanno, impedendo di fatto la reindustrializzazione degli stabilimenti di Bari. Anche questi lavoratori, che pochi giorni fa hanno incontrato la presidente Boldrini, vorrei che fossero certi: l’impegno della Regione rimane incessante ed attento”.  
   
   
MADE IN ITALY E FILIERE TECNOLOGICHE, LA REGIONE MARCHE PRESENTA I RISULTATI DEI BANDI.  
 
Ancona, 25 settembre 2013 - Le misure regionali che sostengono l’aggregazione nelle filiere made in Italy (Calzaturiero pelli cuoio, Tessile abbigliamento, Legno mobile, Agroalimentare) e gli investimenti in ricerca e sviluppo realizzati in filiere produttive ed in ambiti tecnologici ad alto contenuto di conoscenza, sono al centro dell’incontro con la stampa di ieri, organizzato dall’assessore alle Attività produttive, Sara Giannini. “Presentiamo – sottolinea l’Assessore - i risultati dell’istruttoria dei progetti presentati nell’ambito dei bandi “Made in Italy” e per lo “Sviluppo delle filiere tecnologico-produttive”. Grazie anche all’ampia diffusione e divulgazione che è stata data con incontri puntuali su tutto il territorio marchigiano, le imprese hanno saputo cogliere le potenzialità che i bandi potevano offrire. I 34 progetti finanziati proposti dalle aggregazioni d’impresa, ricevono un contributo di circa 5,7 milioni, in grado di attivare un investimento complessivo di oltre 13 milioni di euro. Cinque gli aspetti di maggior rilevanza emersi da questi progetti: mercati internazionali come chiave di competitività, insieme si è più forti, occorre innovare e rinnovarsi continuamente, la proficua collaborazione di centri di ricerca, università, imprese e soprattutto che il made in Italy è ancora l’elemento trainante dell’economia marchigiana”. Attraverso lo scorrimento della graduatoria del bando sulle filiere tecnologiche - intervento che intende rafforzare la collaborazione tra sistema produttivo e scientifico - invece, la Regione Marche contribuirà con circa 2,8 milioni di euro al finanziamento di ulteriori 6 progetti di ricerca sviluppati da 19 imprese, che comporteranno un investimento di circa 7 milioni di euro sul territorio. “Complessivamente – ricorda Giannini - dalla data di approvazione della graduatoria avvenuta lo scorso maggio, abbiamo stanziato per questo intervento oltre 14,3 milioni di euro finanziando ben 25 progetti e 95 imprese, per un ammontare di investimenti in ricerca e sviluppo di oltre 35,7 milioni di euro. I progetti finanziati coinvolgono 63 ricercatori, 89 neolaureati o neodiplomati, 12 apprendisti in alta formazione. La realizzazione dei progetti consente inoltre la trasformazione a tempo indeterminato di 60 contratti di lavoro di laureati o diplomati tecnici già impiegati nelle imprese”. Le esperienze maturate con questi strumenti d’agevolazione hanno anche un valore particolare in relazione al nuovo periodo di programmazione dei fondi europei che si apre il prossimo anno e che permetterà di alimentare misure come queste con nuove rilevanti risorse.  
   
   
WHIRLPOOL: PROVINCIA, AZIENDA E LAVORATORI UNITI  
 
Trento, 25 settembre 2013 - Non ci sono spazi di ambiguità: Provincia, azienda e lavoratori sono uniti contro gli atti criminosi che negli ultimi giorni hanno turbato l’attività produttiva all’interno della Whirlpool e creato allarme in tutta la comunità. Promosso dall’assessore all’industria, artigianato, commercio e cooperazione, si è tenuto questa mattina nello stabilimento di Spini di Gardolo un incontro cui hanno partecipato anche l’azienda e i rappresentanti dei lavoratori. L’obiettivo era duplice: fare il punto della situazione e soprattutto esprimere solidarietà e vicinanza alle maestranze. Oltre all’assessore provinciale competente, accompagnato dal dirigente generale Paolo Spagni, erano presenti il presidente di Trentino Sviluppo Diego Laner, le organizzazioni sindacali (Manuela Terragnolo per la Fiom, Luciano Remorini per la Fim, Luciano Attanasio per la Uilm oltre alla Rsu) e, per l’azienda, il direttore dello stabilimento Manuel Rossi. È condivisa la consapevolezza che gli atti compiuti in questi giorni sono stati fatti contro la totalità delle persone che stanno lavorando per il futuro dell’azienda. L’assessore ha sottolineato che in questo percorso Whirlpool è impegnata direttamente, i dipendenti stanno lavorando con grande senso di responsabilità, la Provincia è in prima fila per costruire un ponte verso il futuro di questi lavoratori, sotto il duplice profilo della tenuta sociale e della reindustrializzazione di questo sito produttivo. Tutto ciò nello spirito di quanto è stato stabilito dagli accordi sottoscritti a luglio. In meno di due mesi dalla notizia della chiusura dello stabilimento, è stato ricordato, si è affrontata la crisi e si è tracciato il cammino per uscirne. Oggi il tema di fondo è la sicurezza dei lavoratori ma l’obiettivo finale è il loro futuro professionale. Permane quindi la volontà di proseguire con quanto si sta facendo assieme in base all’accordo di luglio, che va considerato, ha sottolineato l’assessore, il punto di non ritorno, quindi una linea da tutelare con fermezza, anche contro chi vorrebbe minarne le basi. La Provincia continuerà a sostenere concretamente il percorso tracciato, che comprende gli interventi di riqualificazione dei lavoratori e di promozione di attività sostitutive, sia attraverso i fondi messi a disposizione dalla Whirlpool sia utilizzando risorse aggiuntive. Ci sono tre componenti in questa vicenda, ha spiegato l’assessore, e sono l’azienda, i lavoratori e la Provincia. Assieme formano un unico fronte. L’autore di questi gesti si mette quindi contro le istituzioni, l’azienda e i lavoratori. Il tema più attuale oggi è quello della sicurezza ma, è stato detto, non si deve dimenticare che qui si sta progettando il futuro di questo luogo. Si tratta quindi, secondo l’assessore, di garantire la sicurezza e nello stesso tempo di continuare a lavorare perché il piano vada avanti e porti i risultati attesi. Vanno mantenute, questa l’esortazione dell’assessore, l’unione e la straordinaria forza dimostrate fino ad oggi. Anche a nome della Giunta provinciale ha espresso apprezzamento per l’atteggiamento collaborativo e sereno che ha contraddistinto fino ad ora i lavoratori. Il direttore di stabilimento Manuel Rossi ha sottolineato la necessità di avere le garanzie per poter continuare a lavorare serenamente e in sicurezza, e per questo ci sarà bisogno della collaborazione di tutti. Il Sindacato ha espresso pieno allineamento alle esortazioni dell’azienda e dell’assessore precisando che i lavoratori sono intenzionati a fare quadrato per confermare il percorso tracciato con l’accordo di luglio: non c’è, è stato sottolineato con forza, nessuna condivisione, simpatia, vicinanza e sottovalutazione rispetto a questi episodi. C’è invece la consapevolezza che questi atti danneggiano i lavoratori, che sentono questo sito come proprio e hanno fin qui fornito una risposta ferma al gesto di qualche irresponsabile.  
   
   
CREDITO: PRESIDENTE UMBRIA MARINI “APRIRE UN CONFRONTO CON TUTTI I SOGGETTI INTERESSATI”  
 
Perugia, 25 settembre 2013 – “Il mondo del credito vive in Umbria un momento di particolare difficoltà, per questo la Giunta regionale si farà carico di promuovere un ampio confronto, con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, per una riflessione comune che serva a rilanciare il ruolo del sistema del credito che deve in primo luogo essere al servizio dello sviluppo del territorio, delle imprese e delle famiglie”. E’ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, al termine della riunione svoltasi ieri mattina a Perugia, a Palazzo Donini, con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali bancarie che l’avevano espressamente chiesto alla presidente Marini. Un incontro voluto dalle segreteria regionali dei sindacati di categoria per affrontare il delicato tema della crisi del mondo del credito in Umbria, evidenziata di recente sia dalla evoluzione del modello organizzativo di Casse di risparmio dell’Umbria, sia della vicenda della Banca popolare di Spoleto. All’incontro ha partecipato anche l’assessore regionale allo sviluppo economico, Vincenzo Riommi. “Obiettivo del confronto che promuoverà la Giunta regionale – ha spiegato la presidente Marini – sarà innanzitutto quello di riflettere su come il sistema regionale del credito si articola in Umbria al servizio delle imprese e delle famiglie. Il processo di riorganizzazione del sistema bancario regionale, inoltre, deve sempre guardare alla centralità del lavoro e dei lavoratori, e si deve evitare che tali processi penalizzino ulteriormente sia l’occupazione che le professionalità degli addetti. Infine, si dovranno anche analizzare alcune specifiche situazioni come quelle di Casse di risparmio dell’Umbria e Banca popolare di Spoleto, anche al fine di garantire all’Umbria un sistema creditizio pluralistico e quanto più possibile collegato al territorio”.