Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


VENERDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6
Notiziario Marketpress di Venerdì 11 Ottobre 2013
VERONA (PALAZZO DELLA GRAN GUARDIA): VERSO MONET - STORIA DEL PAESAGGIO DAL SEICENTO AL NOVECENTO  
 
Dopo lo straordinario risultato del primo appuntamento, torna l’abbinata di capoluoghi veneti (prima Verona, alla Gran Guardia, dal 26 ottobre 2013 al 9 febbraio 2014; poi Vicenza, in Basilica Palladiana, dal 22 febbraio al 4 maggio 2014) per la seconda, grande esposizione promossa tra Verona e Vicenza dal Comune di Verona, dal Comune di Vicenza, dalla Fondazione Cariverona e da Linea d’ombra, main sponsor Unicredit, special sponsor Segafredo Zanetti, a cura di Marco Goldin. Questo secondo capitolo è dedicato alla storia del paesaggio in Europa e in America dal Seicento al Novecento. Il precedente del ciclo, come si ricorderà, era stato riservato alla storia dello sguardo e dunque alla vicenda del ritratto ma anche alla descrizione del corpo. Nelle due sedi i capolavori riuniti da Marco Goldin erano stati ammirati da 367.999 persone. "Verso Monet" intende invece raccontare lo studio della natura a partire dal Xvii secolo, per giungere alle ninfee dipinte da Claude Monet nella prima parte del Novecento. Facendo ricorso a oltre novanta dipinti e a dieci preziosi disegni provenienti come sempre da alcuni tra i maggiori musei del mondo, e da alcune preziose collezioni private, la mostra sarà divisa in cinque sezioni, che descriveranno i momenti fondamentali legati alla narrazione della natura come fatto autonomo e indipendente rispetto all’inserimento delle figure. Insomma, quella sorta di emancipazione dell’immagine quando il paesaggio non è più visto come semplice fondale scenografico, ma campeggia quale divinità assoluta e dominante. Per questo motivo la mostra prenderà in esame i punti di snodo di una vicenda che diventerà sempre più centrale nella storia dell´arte, fino a giungere all´Ottocento, che a buon diritto è stato denominato "il secolo della natura". Quindi, senza allargarsi a innumerevoli e frazionate esperienze, starà piuttosto stretta ai cardini fondamentali. E in questo senso il titolo dell’esposizione sancisce l´idea dell’enorme cambiamento attuato da Claude Monet a partire dalla seconda metà degli anni sessanta del Xix secolo, lui impegnato in quel momento a dipingere nella foresta di Fontainebleau e sulle coste della Normandia sulla scia di Boudin. Monet che trapassa dal senso pur nobile della realtà, che a Corot prima di lui giungeva da una tradizione secolare evidenziata in questa mostra e si spinge con le ninfee finali, ma già con le serie dell´ultimo decennio dell´Ottocento, verso il campo aperto di un paesaggio che non dimenticando appunto la realtà si appoggia quasi totalmente ormai sull´esperienza interiore. Aprendo così ad alcune delle manifestazioni più belle e nuove della natura dipinta nel corso del Novecento. Monet dunque quale paradigma del nuovo paesaggio, il punto di attraversamento tra un prima e un poi. Per questo motivo, la sua presenza coprirà una parte ampia dell´intera esposizione, con venti dipinti. Una vera e propria mostra nella mostra. Il percorso della mostra prende il via da "Il Seicento. Il vero e il falso della natura" proseguendo in "Il Settecento. L´età della veduta", quindi "Romanticismi e Realismi", poi "L´impressionismo e il paesaggio" per approdare a "Monet e la natura nuova". Per cui la mostra trascorrerà dalle esperienze introduttive di Annibale Carracci e Domenichino, fino a quelle, dai primi due derivate e fondamentali, di Lorrain, Poussin e Salvator Rosa nel Xvii secolo per documentare il passaggio dal falso al vero della natura, per andare poi nell´Olanda sempre seicentesca di Van Ruisdael, Seghers, Van Goyen e Hobbema tra gli altri, quando la verità del vedere fonda il paesaggio moderno. E una decina di disegni da Lorrain a Rembrandt, da Koninck a Van Ruisdael, segneranno l´importanza di questa tecnica nell´esplorazione diretta della natura. Per incontrare quindi subito alcuni artisti che sono stati pietre miliari per la nuova immagine del paesaggio. Come diranno bene talune vicende successive, nel Settecento e ancora nell´Ottocento. Per il Settecento si è scelta prima la sosta su Van Wittel, per la nascita del concetto di veduta, e poi un suggestivo, e importante, affondo veneziano tra Canaletto, Bellotto e Guardi a sintetizzare la meravigliosa età della veduta veneziana, con una ventina di opere per lo più provenienti da musei americani e per questo esposte raramente o mai in Italia. Per entrare poi nel Xix secolo, con le figure imprescindibili di Turner, Constable e Friedrich, coloro che ridisegnano l´idea della natura entro il nuovo spirito romantico. I vari realismi porteranno quindi la mostra tra la Francia di Barbizon, la Scandinavia, l´Est Europa e l´America della Hudson River School. Fino a che giunge Monet a rovesciare, utilizzando dapprima gli elementi proprio del realismo, il concetto di paesaggio dipinto. E lasciandosi così affiancare dai compagni impressionisti e post impressionisti, da Renoir a Sisley, da Pissarro a Caillebotte, da Degas a Manet. Per giungere alle esperienze fondamentali di Van Gogh, Gauguin e Cézanne. Tutti presenti con nuclei di opere selezionate, a cominciare dalle sette di Vincent van Gogh, grazie alla usuale, preziosa collaborazione del Van Gogh Museum di Amsterdam e del Kröller-müller Museum di Otterlo. Per dire solo di due dei musei prestatori, che poi vanno dalla National Gallery di Washington al Museum of Fine Arts di Boston, dal Philadelphia Museum of Art al National Museum of Wales di Cardiff, dallo Stedelijk di Amsterdam allo Szepmuveszeti di Budapest solo per citarne alcuni tra i tanti. Info e prenotazioni: tel 0422-429999 - www.Lineadombra.it    
   
   
MILANO (SALA MUSEO DELLA BASILICA DI S. MARCO, PIAZZA S. MARCO, 2 MILANO): “LA CHIESA DELL’ARTE” - CON IL PATROCINIO DEL “MUSEO TATTILE STATALE OMERO” DI ANCONA - DAL 15 AL 19 OTTOBRE 2013  
 
Felice Tagliaferri, nato a Carlantino (Fg) nel 1969 Ë non vedente dall’et‡ di 14 anni. Nel 1998 inizia a frequentare lo studio dello scultore bolognese Nicola Zamboni, docente all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e scopre il suo grande amore per l’arte. La loro diventa anche una vera amicizia, li accomuna la passione per il judo, Tagliaferri Ë stato campione nazionale all’et‡ di 27 anni. Frequenta, negli anni, diversi studi di maestri scultori a Carrara e dal 2001 comincia la sua vita d’artista partecipando a mostre e concorsi a livello internazionale. Nel 2007 nasce un gemellaggio artistico con il “Museo Tattile Statale Omero” di Ancona con la mostra “Toccare e non guardare Ë una cosa da imparare” e in seguito nello stesso Museo “Toccare l’Arte/vedere con le Mani”. Fondatore del Museo Ë Aldo Grassini, non vedente, Presidente Provinciale Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Ancona. Grazie alla forza e a un grande talento, nasce in lui il desiderio di “dare forma ai sogni” fondando una scuola di arti plastiche, la “Chiesa dell’Arte” a Sala Bolognese per un’arte senza barriere, un’arte tattile, perchÈ se non si puÚ vedere, come appropriarsi dell’immagine che ti Ë sottratta perchÈ non si deve toccare, “Ë severamente proibito toccare”? All’artista era stato impedito infatti di “vedere con le mani” quella meraviglia che Ë il “Cristo velato” di Giuseppe Sanmartino, conservato nella Cappella Sansevero a Napoli. Ed Ë cosÏ che si impone la nascita del “Cristo Rivelato”, ideando una “scultura tattile” che si rif‡ al settecentesco modello, terminata nel 2010 dopo anni di studio e lavoro. Un’opera che Ë il fulcro di questa mostra che tutti possono ammirare con gli occhi o con le mani. Un’opera che Ë quasi un miracolo, vista da migliaia di persone e benedetta da Papa Ratzinger, dal Cardinale Dionigi Tettamanzi e dal Cardinale Angelo Scola. Il percorso espositivo raccoglie circa 30 sculture che ci parlano del sublime ma anche del quotidiano, ma non meno significativo, mondo di Tagliaferri. Il sacro e il profano si lambiscono senza timidezza, si va dalle tematiche religiose ai nudi femminili , dal “cane alato” che con le sue ali fa spiccare il volo a chi non vede, al ritratto del grande giornalista sportivo Candido Cannavú, suo caro amico. L’attuale produzione artistica di Felice Tagliaferri si concentra sulla ricerca dell’armonia della forma che l’artista riconosce in particolare nei “nudi” e nell’uso dei materiali, nobili come il marmo, importanti come il bronzo e poveri come la creta. Per approfondire questi aspetti, l’esposizione sar‡ accompagnata dalla proiezione di filmati delle opere e delle interviste da lui rilasciate nel corso degli anni. Info: La Chiesa dell’Arte - www.Chiesadellarte.org  
   
   
ARCO (MAG ARCO, GALLERIA CIVICA G. SEGANTINI, VIA SEGANTINI 9): ALESSANDRO PIANGIAMORE E "TUTTO IL VENTO CHE C´È", A CURA DI VERONICA CACIOLLI, DENIS ISAIA, FEDERICO MAZZONELLI - 12 OTTOBRE/1° DICEMBRE  
 
Rappresentare un elemento inafferrabile come il vento: questo è l´obiettivo dell´artista siciliano Alessandro Piangiamore che, per il secondo progetto 2013 di Der Blitz del Mag Museo Alto Garda, propone un lavoro che è oggetto di una sua residenza estiva nella zona dell´Alto Garda e che, da 12 ottobre al primo dicembre sfocia nella mostra Tutto il vento che c’è allestita alla Galleria Civica G. Segantini di Arco. Tutto il vento che c´è è una tappa di un progetto più ampio che l´artista porta avanti in tutto il mondo per indagare e rappresentare i principali venti del pianeta: si tratta del risultato di un´operazione concettuale iniziata dall´artista nel 2008 con una schedatura di tutti i venti che spirano nel pianeta, redatta con una paziente indagine svolta incrociando fonti sia scientifiche sia della tradizione folcloristica. L´obiettivo principale consiste nel realizzare una sorta di ritratto per ogni vento che soffia, attraverso delle sculture prodotte di volta in volta con la terra dei luoghi specifici ed esposte poi al relativo vento. Ciò che determina lo “status” di ritratto di queste sculture è rappresentato non tanto da quello che ne rimane, quanto più da ciò che da esse sparisce. Il risultato finale è ogni volta imprevedibile ed irripetibile. In questo progetto, come nel resto della produzione di Piangiamore, emerge la ricerca di immagine archetipica, attraverso l´uso in questo caso di una materia concreta come la terra e un´altra assolutamente effimera qual è il vento. Nel periodo della mostra verrà attivato un ciclo di incontri e conferenze volto ad approfondire le tematiche indagate a livello artistico. Info: Arco - Galleria Civica G. Segantini - Via Segantini, 9 38062 Arco - Tel. +39 0464 583653  
   
   
VENEZIA (PALAZO BEMBO): SENSORIAL SPACE BY CRISTIANA FIORETTI - PRESENTAZIONE DI JACQUELINE CERESOLI  
 
All’interno del seicentesco Palazzo Bembo a Venezia nell’ambito della rassegna Personal Structures (evento collaterale alla 55. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2013), Cristiana Fioretti ha realizzato l´istallazione Sensorial space. Un “sensorial box”, ideato come una sorta di acquario, un gioco d’acqua ribollente all’interno di trasparenti vasche emisferiche sospese a mezz’aria, accompagnate da giochi di luce e suoni che ricordano il mare e il sole del sud della Francia dove l´artista vive. “In una stanza, lunga e stretta, apparentemente angusta, - scrive Jacqueline Ceresoli nel suo testo di presentazione all´opera - si sprofonda nel “blu dipinto di blu ” del mare, del cielo, in cui lo spettatore resta in bilico tra materiale e immateriale, ascoltando il respiro del mondo. Cristiana Fioretti rende omaggio a Venezia, città – sogno fluttuante sull’acqua per eccellenza, con Sensorial space: un ambiente multisensoriale che comprende proiezioni delle sue opere pittoriche astratto-liriche, dal pavimento al soffitto, suoni naturali registrati in riva al mare, ampolle d’acqua simili a bolle d’ossigeno trasformate in evanescenti schermi di stadi di azzurro per amplificare i suoi paesaggi cromatici liquidi e poetici dalle tonalità sfumate e nel contempo accese, che materializzano l’intensità luminosa e la trasparenza dei riflessi del mare, dal blu fino al verde, all’indaco, alle gradazioni di rosso del tramonto. Il pavimento è morbido come una spugna marina, ricoperto da un materiale specchiante per amplificare l’effetto immersivo dell’opera dove lo spettatore, attraversandola, diventa parte integrante dell’ambiente insieme alla luce, colore, suono, proiezioni in movimento e si riflette nelle sfumature di colori che scenograficamente plasmano una dimensione immateriale.” Dal 2010 (anno della sua personale Light-abstr-action: l’interiorità struttura uno spazio dell’astrazione presso la Casa dell’Energia a Milano) il lavoro di Cristiana Fioretti si basa sulla fusione tra colore, luce, spazio e multimedialità. Il suono assume un ruolo determinante e la sua ricerca si avventura verso la quarta dimensione grazie all’impiego di sofisticate applicazioni digitali, la cui forza espressiva si amplifica quando lo spettatore attraversa l’ambiente. Info: http://www.cristianafioretti.com/  
   
   
MILANO: I MAESTRI DEL GIOIELLO TORNANO IN GALLERIA  
 
L’urban Center, in Galleria Vittorio Emanuele, ospita dall’11 al 13 ottobre la creatività e la tradizione artigiana degli orafi italiani grazie ai “Maestri del gioiello”. Giunta alla sua settima edizione, la rassegna di arte orafa, patrocinata dal Comune-assessorato al Commercio, Attività produttive e Turismo, Provincia di Milano e Regione Lombardia, è promossa e organizzata dall’associazione culturale e artistica Iperbole con il supporto degli orafi de “I Maestri del Gioiello”. “Lo scopo della rassegna – spiega l’assessore al Commercio e Attività produttive Franco D’alfonso - è supportare e promuovere il settore dell´artigianato orafo di tutta Italia, preservando un grande patrimonio di conoscenze e di cultura che altrimenti rischia di estinguersi. Un appuntamento interessante anche per le scuole e i giovani che desiderano lavorare nel settore, nonché sviluppare la conoscenza dell’artigianato artistico e del mestiere dell’artigiano orafo”. Anche quest’anno si svolgerà il “Concorso Jacopo da Trezzo” attraverso il quale saranno premiati i due orafi che hanno riscosso più consensi da parte del pubblico e degli operatori di settore. Il tema scelto per questa edizione 2013 si concentra sul grande compositore e musicista Giuseppe Verdi nell’anniversario dei 200 anni dalla nascita e s’intitola “Verdi: un Gioiello in Musica”. Ispirandosi, dunque, alle storie e ai personaggi delle opere di Verdi, gli orafi realizzeranno appositamente per l’occasione alcuni lavori. Una volta che il concorso sarà terminato, verrà estratto il nome di uno dei visitatori che avrà votato le per ricevere in regalo un piccolo prezioso creato dalle sapienti mani di un maestro orafo. Questi gli orari della mostra: venerdì dalle 15.00 alle 21.00 - sabato dalle 10.00 alle 22.00 - domenica dalle 10.00 alle 20.00  
   
   
BOLOGNA (SPAZIO TESTONI): SOL INVICTUS - DOPPIA PERSONALE DI MELISSA PROVEZZA ED ELISA SAGGIOMO - DAL 12 OTTOBRE AL 7 DICEMBRE 2013  
 
E’ possibile “guardare” oltre il colore etereo? I corpi e le figure rappresentati da Melissa Provezza sono identità vulnerabili, spesso bambini, adolescenti e figure femminili, investiti da una doppia visibilità con tratti diafani, regolano un doppio gioco che non passa soltanto attraverso un voyeurismo facilmente individuabile con le nudità. Assumono la forza dell’emergenza, figure che non hanno effetto straniante, emergono per venire incontro all’osservatore, generano potenza comunicativa che induce alla riflessione. In questa occasione espositiva si aggiunge l’elemento “stratificatore” di alcune opere che libera, sorprende e conserva il gesto creativo dell’autrice. Francesco Gattuso Formalmente l’immagine è al limite dell’esistere, della visibilità e ostenta identità sbiadite, senza colore. Sono corpi senza corpo, trasparenti, attraversabili, privati della carne da occhi carnivori, dati in pasto allo spettatore–voyeur. Sagome eteree dipinte ad olio in bianco e nero, su fondi bianchissimi abbacinanti, rappresentano corpi nudi, spesso tra i più vulnerabili, sui quali sono talvolta sovrapposti elementi che oggettualizzano ancor di più il soggetto (chewing gum, occhielli di metallo, ecc.).Sottrarre il corpo per parlare del corpo e non solo, bensì di ciò che ne rimane, dei resti del suo utilizzo, delle conseguenze dello sguardo vorace. Nella tela il soggetto occupa uno spazio intimo in solitudine. Una pittura in dissolvenza che implicitamente è riflessione metapittorica sulla sopravvivenza della pittura stessa – figurativa – oggigiorno. Le opere più recenti si compongono di vari strati di tele dipinte e sovrapposte una sull’altra. L’immagine dipinta sulla prima tela prosegue sulla seconda, la cui visibilità è circoscritta da un taglio che buca il primo strato. Lo stesso accade per gli strati successivi. La piena visione dell’immagine sottostante è consentita al fruitore dalla possibilità di sollevare la tela che sta davanti. La forma dei buchi richiama quella di cellule umane sane e malate (in un legame tra micro e macro, tra dentro e fuori, tra fisico e metafisico).Della figura rappresentata, scomposta nella sua interezza, stratificata e bucata, si ha una visione parziale: evocativa di come l’essere umano anche nella sua nudità metaforica sia complesso e – così come la pelle – abbia più strati dietro ai quali si rivela. Allo stesso modo non tutto ciò che è dipinto è immediatamente visibile: si tratta di una pittura che va prima immaginata e poi scoperta, come accade con le persone.Melissa Provezza --- Melissa Provezza è nata a Orzinuovi (Brescia), vive e lavora a Milano. Sia in Italia che all’estero ha esposto in mostre personali e collettive, presso gallerie private e spazi istituzionali, oltre ad aver partecipato a fiere d’arte e a concorsi nei quali è stata selezionata e/o premiata. Ha esposto nella 54ª Esposizione Internazionale d´Arte della Biennale di Venezia, Padiglione Accademia, alle Tese di San Cristoforo all’Arsenale (catalogo edito da Skira). --- Avevamo lasciato Elisa Saggiomo qualche anno fa, esattamente tre anni or sono, nel bel mezzo di un viaggio simbolico/immaginario tra le trame dei fili elettrici: illimitate intersezioni, che viaggiano nella natura senza tregua, trovando di tanto intanto ristoro su qualche traliccio. Compiendo una facile, ma estremamente veritiera similitudine, si potrebbero comparare le intersecazioni dei fili con i grovigli e i labirinti che la vita ci “dona”. Un viaggio senza sosta e forse senza meta. Oggi ritroviamo Elisa Saggiomo nuovamente in viaggio; l’itinerario attualmente non è più sospeso tra gli equilibri dei fili o le geometrie dei ponti, ma è un cammino quotidiano dove passi, occhi pensieri si immergono e si perdono dentro la città. Sono gli spazi dell’urbe, più esattamente la città nella sua dimensione aerea, immagini panoramiche dalle quali emergono le abitazioni viste con l’occhio di chi si allontana dal fragore e osserva il proprio nido, provando a guardare e guardarsi da una prospettiva inconsueta. I luoghi sui quali la Saggiomo si concentra sono quelli che sono stati e ancora sono parte imprescindibile della sua esistenza, della sua storia: Firenze, Bologna e Napoli.elisa guarda attentamente, scruta, indaga, ma al di sopra di ogni cosa, con la sensibilità e la dolcezza che dimorano all’interno del suo animo, ascolta e quindi è in grado di captare le vibrazioni insite nei luoghi dell’umano. Una volta individuato il soggetto, subentra l’occhio meccanico con cui la Saggiomo cattura un’immagine fotograficamente per poi andarla ad applicare su tavola e successivamente intervenire con il colore ad olio. Protagonista è il bianco, con la sua candida e delicata presenza che, Elisa stratifica con lievi velature, donando all’opera una luce malinconica ed estremamente sintomatica di presenza nell’assenza: quella umana. Come sostiene la stessa artista: “Cerco di afferrare il senso della collettività umana. Questa sensazione di collettività mi sembra di trovarla nelle panoramiche urbane, dove la città torna forse ad essere quasi un’idea di città, dove la presenza umana sembra solo un ricordo, un breve passaggio. Ritrovo il senso dell’uomo nella sua assenza.”Luoghi che trasmutano la loro vita in un’apparente destino asettico, che non vede presenza umana, ma ne ode i respiri e i pensieri; quella che potremmo definire una “morte apparente” che trova la propria rinascita nel bianco del colore, un sol invictus che è luminescenza apportata materialmente attraverso la video proiezione direttamente sull’immagine della città. Qui avviene una sorta di metamorfosi, nella quale stormi di uccelli sembrano avere preso le vesti degli uomini: volano sulla città, separatamente, poi si uniscono, a volte confusamente, instabilmente, per poi disgregarsi ed ancora ricongiungersi oscurando quasi totalmente il cielo. Una metafora dell’uomo contemporaneo, smarritosi all’interno della sua stessa realtà, tremendamente instabile e vaga, non solo alla ricerca di se stesso, ma che combatte tutti i giorni con e contro i suoi simili per ritrovare un’identità che oggi è solo precarietà. Una luce improvvisa colpisce i nostri occhi, ci abbaglia, ci sveglia dal freddo e dal torpore, proprio come il sole invitto rinasce dopo il letargo nel giorno del solstizio d’inverno: allora non è tutto perduto, dopo la notte riappare sempre la luce. Forse stavamo solo sognando...Alberto Mattia Martin Nata a Firenze nel 1982, per diversi anni ha vissuto e lavorato a Bologna ed ora è tornata nella sua città natale. Laureata all’Accademia di Belle Arti di Carrara e di Napoli, molto spesso utilizza la base fotografica per la realizzazione delle sue opere. Vincitrice del Primo Premio d’arte Contemporanea Val di Sambro nel 2009 assegnatole dalla Giuria presieduta dalla Professoressa Vera Fortunati, nel 2010 presso la Galleria Spazio Testoni di Bologna ha presentato “Alta/tensione” sua personale curata da Alberto Mattia Martini. Finalista al Premio “Prima Luce 2013” ha partecipato all’esposizione collettiva dei giovani talenti della fotografia presso il Palazzo Ducale di Genova. Info: Galleria Spazio Testoni -Via D’azeglio 50 - 40123 Bologna - Tel. +39 051 371272 – 051 580988 – 335 6570830 - Fax +39 051 4153252 - la2000+45@giannitestoni.It  - www.Spaziotestoni.it  
   
   
ROMA (MUSEO DELLA REPUBBLICA ROMANA E DELLA MEMORIA GARIBALDINA AL GIANICOLO): CAMICIE ROSSE NELLA GRANDE GUERRA - UNA GIORNATA DI INIZIATIVE IN VISTA DELLE COMMEMORAZIONI DELLA I GUERRA MONDIALE - 12 OTTOBRE 2013  
 
Quando il 24 maggio del 1915 l’Italia dichiara guerra all’Austria coinvolgendo la giovane nazione nella guerra più sanguinosa e lacerante del ventesimo secolo, con il prevalere degli interventisti giunge a compimento il serrato confronto che, sin dallo scoppio della guerra nell’agosto dell’anno precedente, aveva diviso la nazione in due opposti fazioni, quella dei neutralisti e quella dei favorevoli all’ingresso dell’Italia nel conflitto. Tra le vicende che accompagnarono i primi mesi di guerra con accesi dibattiti e decise prese di posizione, figura anche la storia di un piccolo manipolo di volontari in camicia rossa che avviarono sin dalla fine dell’agosto 1914 serrate trattative col governo francese per l’organizzazione di un corpo volontario capace di fare simbolicamente da ponte tra Francia e Italia con l’intento di agevolare il progressivo distacco della nazione dalla Triplice Alleanza e favorirne l’intervento in guerra affianco a Francia, Inghilterra e Russia. Poco più di 2000 soldati, organizzati in un unico corpo suddiviso in quattro battaglioni, inquadrato sì nella Legione Straniera ma come reparto autonomo e con il nome glorioso di Legione Garibaldina riecheggiante quella storica di Garibaldi e guidati dal di lui nipote Peppino, giunsero così al fronte, nella foresta delle Argonne, alla vigilia di Natale del 1914. Tra essi figuravano sei dei dieci figli di Ricciotti Garibaldi, secondo figlio maschio di Garibaldi e Anita, custode della tradizione combattentistica garibaldina e capo morale della spedizione: due di loro, Bruno e Costante, lasciarono le loro giovani vite sul territorio francese assieme a quelle di molti altri compagni d’avventura. La risonanza mediatica di questa ulteriore impresa garibaldina, testimoniata nella serietà dell’impegno militare dalle tre cruente battaglie combattute tra il 26 dicembre del ’14 e il 9 gennaio del ’15 e circondata dall’onda emotiva legata al sacrificio dei nipoti del generale Garibaldi, contribuirà non poco a determinare l’orientamento dell’opinione pubblica verso l’entrata in guerra delle forze italiane. Un episodio dunque da conoscere meglio in tutti i suoi complessi risvolti. --- Due gli appuntamenti in programma: alle 11.00, la dott.Ssa Mara Minasi, responsabile del museo, e Annita Garibaldi Jallet, presidente dell’Anvrg – Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini, condurranno una visita guidata a due voci nella sala del museo dedicata ai cimeli della Prima Guerra Mondiale. Per l’occasione, oltre agli oggetti visibili in maniera permanente nel percorso espositivo, sarà possibile ammirare ulteriori cimeli risalenti a quegli anni, grazie all’apertura straordinaria delle cassettiere che custodiscono le opere in deposito del museo. Alle 16.00, Annita Garibaldi Jallet rievocherà, in una conferenza dal titolo La Legione Garibaldina del 1914, i volti e le storie di quei giovani volontari caduti sul fronte francese protagonisti oggi di una mostra itinerante curata dall’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini che, in vista delle celebrazioni della Grande Guerra che prenderanno il via nel 2014, sta portando a tappe in tutta Italia il ricordo dell’ultima partecipazione di stampo risorgimentale delle camicie rosse alle vicende nazionali. La partecipazione alla visita guidata è soggetta a prenotazione (060608) e gratuita con biglietto di ingresso al museo; max 15 persone Per la conferenza ingresso libero fino ad esaurimento posti Info e prenotazioni: Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina - Largo di Porta San Pancrazio - Tel. 060608 tutti i giorni ore 9.00 -21.00 info@museodellarepubblicaromana.It  
   
   
MILANO: DOMENICA 13 OTTOBRE MUSEI CIVICI GRATIS PER LA “GIORNATA DELLE FAMIGLIE @L MUSEO”  
 
In tutti i Musei civici una giornata di ingresso gratuito dedicata alle famiglie e tante attività per i bambini e i ragazzi, anche all’interno delle mostre aperte nelle sedi espositive Domenica 13 ottobre, in occasione della “Giornata delle famiglie @l Museo”, sarà possibile entrare gratuitamente in tutti i Musei civici della città. “Il Comune di Milano aderisce con entusiasmo al progetto del Mibac – ha detto l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno – perché condivide l’obiettivo di avvicinare le famiglie al mondo dell’arte offrendo, oltre all’ingresso gratuito in tutti i musei civici della città, anche un ricco e vasto programma di attività, laboratori e visite guidate, che interesserà tutti i poli museali ed espositivi della città”. Il Museo del Novecento propone lungo tutto l’arco della giornata una ricca programmazione di attività dedicate soprattutto ai bambini. Sala Fontana, dalle 9. 30 alle 19. 30 , sarà interessata da un lavoro creativo di gruppo “ La città infinita”, installazione interattiva di Mao Faustina ( a cura di “ La bella Impresa- Legacoop Lombardia e Confcooperative Milomb”). Questa performance partecipata utilizza materiale di scarto di lavorazione industriale in legno, per creare e ricreare paesaggi urbani, e porterà i partecipanti, bambini e adulti a proporre una città che risponde alle aspirazioni e alle competenze di ognuno. In Sala Conferenze, dalle 10.30 alle 12.30, saranno proiettati in anteprima alcuni episodi del cartone animato “ L’arte con Mati’ e Dada” a cura di Achtoon e Rai Fiction, che andranno in loop e non ci sarà bisogno di prenotazioni. Nelle sale del Museo, invece, dalle ore 11.00 si svolgerà una visita guidata per bambini (previa prenotazione a Civita 02 43353522): “ Il Novecento si tinge di giallo. Un enigma da svelare, con un fantastico viaggio a bordo di un’astronave futurista…” . Alle ore 15.00 e alle ore 16.30, inoltre, all’interno del Museo si svolgeranno dei laboratori per bambini a cura di "La Bella Impresa - Legacoop Lombardia e Confcooperative Mi Lomb" . L´ingresso e tutte le iniziative del Museo del Novecento è gratuito. La prenotazione per le attività è obbligatoria, per le attività del mattino Civita: 02 43353522; per quelle del pomeriggio Coop: 02 6437564 - cell. 3356367031 valeria.Malvicini@coop-pandora.eu   Il Museo Archeologico, in collaborazione con Aster srl, alle ore 15 propone ai bambini dai 7 agli 11 anni il laboratorio “Trasformiamoci in antichi romani!”. Vestiti con una toga (fornita dal Museo), si visiterà la sezione romana per scoprire tante curiosità legate alla vita quotidiana di Mediolanum 2000 anni fa. E, come un vero bambino romano, si potrà prendere appunti usando una tavoletta cerata. Partecipazione gratuita ma prenotazione obbligatoria alla mail segreteria@spazioaster.It  o al telefono 02/20404175. Il Museo propone anche quattro itinerari per adulti nella Milano romana – due al mattino e due al pomeriggio – con durata e percorsi diversi: · Il primo, dedicato alla “Milano residenza degli imperatori”, parte alle ore 10 dal Museo, dove si conservano i resti della domus primo imperiale, delle mura e la torre del circo, prosegue con la visita del quartiere del palazzo imperiale ed ai resti del circo fino a Carrobbio, la Porta Ticinensis della prima cerchia muraria di età tardo repubblicana. · Il secondo “Milano residenza di imperatori e vescovi”, parte dal Museo alle ore 10 per arrivare in Piazza Duomo per esplorare le due facce della Milano del Iv sec. , quella civile e quella religiosa. Si visiteranno i resti del circo, della nuova cinta muraria e del palazzo imperiale, scendendo sotto il sagrato del Duomo per osservare la basilica di Santa Tecla e il battistero di San Giovanni alle Fonti, fatto costruire direttamente dal vescovo Ambrogio. · Il terzo, dedicato a “ Il quartiere della Milano Imperiale e la basilica di Sant’ambrogio”, prenderà il via alle ore 14.30, sempre dal Museo Archeologico, per giungere alla basilica che il vescovo Ambrogio fece costruire per il culto dei martiri e per esservi sepolto: in particolare si potranno ammirare gli splendidi mosaici del sacello di San Vittore in Ciel d’oro, il sarcofago del generale Stilicone e l’altare d’oro di Vuolvinio. · il quarto, “ Dal quartiere imperiale alla via Ticiniensis”, con partenza alle ore 14.30, procederà verso il quartiere del palazzo imperiale e i resti del circo. Partendo poi dall’antica torre del Carrobbio, si uscirà dalla città romana procedendo lungo la via che portava a Ticinum, l’antica Pavia. Durante il tragitto si incontreranno e si visiteranno due grandi basiliche paleocristiane: San Lorenzo con la sua storia ancora ricca di misteri, i magnifici materiali romani riutilizzati e gli splendidi mosaici di V sec. E Sant’eustorgio con la sua necropoli. Per partecipare ai percorsi è obbligatorio prenotarsi (tel. 02 20404175/02 20421469) Il Museo di Storia Naturale organizza “ Wild Families – Famiglie selvagge”, dalle ore 15, e con la possibilità di creare un secondo turno alle 16.15, un divertente corso di sopravvivenza per la famiglia: un originale gioco di ruolo che coinvolgerà genitori e figli in prove di abilità, osservazione e logica. È obbligatorio prenotarsi al numero 0288463337. Per partecipare all’attività il costo è di 5 euro per ogni partecipante (adulti e bambini), per eventuali fratellini accompagnatori sotto i 6 anni è gratuito, mentre l’ingresso al Museo è libero. Alle ore 16, invece, in Sala Conferenze, presentazione del corso di “Birdwatching nei parchi”, per scoprire la sorprendente avifauna di Milano. Il corso è promosso in collaborazione con la sezione di Milano del Cai, dalla Sisn – Società Italiana di Scienze Naturali e da Faunaviva. Anche la Gam|galleria d´Arte Moderna apre le sue porte ai piccoli visitatori e alle famiglie. In Sala da ballo, alle ore 11, si svolgerà una lezione-concerto di pianoforte a quattro mani su musiche di Maurice Ravel, da "Ma mère l´Oye", per bambini dai 6 agli 11 anni. L’ingresso è libero e gratuito fino a esaurimento posti e non è richiesta prenotazione. Nel pomeriggio invece si svolgeranno delle visite guidate per i bambini dai 6 agli 11 anni, alla scoperta dei personaggi e delle storie narrate nelle opere della Gam. L’attività è gratuita con prenotazione obbligatoria scrivendo a succodarte@gmail.Com  o telefonando al numero 342/5688698. Gli orari delle visite sono: 15.00, 15.20, 15.40. Visite guidate interattive ed esperienziali dedicate alle famiglie si svolgeranno anche nelle sedi espositive comunali. A Palazzo Reale, all’interno della mostra “Pollock e gli Irascibili “ ci saranno due momenti dedicati a bambini e ragazzi. Alle ore 10.15 partirà una ‘speciale’ visita guidata che coinvolgerà le famiglie con bambini dai 6 ai 10 anni: una visita alla scoperta dei colori, delle emozioni e dei gesti degli artisti “irascibili”, che si arricchisce della speciale opportunità di provare in prima persona la tecnica del dripping, resa celebre da Jackson Pollock. Per informazioni e prenotazioni: 02 6597728 info@adartem.It Il costo per i bambini è di 15 euro, mentre 17 euro è il prezzo del biglietto per gli adulti. Alle ore 11.00 si svolgerà, invece, una visita guidata interattiva per famiglie con adolescenti dagli 11 ai 15 anni, dove si cercherà di entrare nel mondo delle emozioni, dei gesti e dei colori degli artisti “irascibili” invitando i ragazzi ad “ascoltare” le opere d’arte e a condividere le sensazioni trasmesse dai dipinti di Pollock, de Kooning, Rothko, Kline, Newman protagonisti dell´arte americana tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Sessanta. Il costo per i bambini è di 8 euro (anziché 15), mentre 17 è il prezzo del biglietto per gli adulti. Anche l’altra grande mostra attualmente presente a Palazzo Reale “Il Volto del ‘900. Da Matisse a Bacon”, dedica una giornata alle famiglie e ai bambini con una visita guidata che inizierà alle ore 11.00. La visita guidata, consigliata a bambini dai 6 ai 10 anni e intitolata “Un ovale, mille volti!”, permette di ammirare opere di artisti individualmente importanti (Matisse, Modigliani, Picasso, Magritte, Bacon, Brancusi), ma soprattutto di compiere un viaggio nella ricchezza di aspetti e riflessioni che la rappresentazione della figura umana, in ritratti e autoritratti, ha sollevato negli autori. Prenotazione obbligatoria all’indirizzo info@spazioaster.It o al tel. 0220404175. Costo 7 euro a partecipante + biglietto d´ingresso Famiglia. Il Pac|padiglione di Arte Contemporanea propone una visita guidata tra le opere di Adrian Paci, in questi giorni presente con la mostra “ Vite in Transito”, alla scoperta del suo mondo di racconti e immagini che diventerà un’occasione per conoscersi e scambiar storie su viaggi, partenze, arrivi, addii, ritorni e incontri con gli altri. Nel laboratorio gratuito “Storie di viaggi e mondi”, pensato per i bambini dai 7 agli 11 anni, i ricordi e le emozioni raccolte durante la visita si trasformeranno in piccoli racconti per voci e immagini. L’accesso ad entrambe le attività prevede l’acquisto del biglietto ridotto per l’ingresso alla mostra: 6,50 euro, mentre è gratuito per i bambini sotto i 6 anni. Per prenotazioni chiamare il numero +39 3395713185. Tutte le info su http://www.famigliealmuseo.it/  
   
   
RANCATE (MENDRISIO), CANTON TICINO – SVIZZERA: UN OTTOCENTO MAI VISTO ALLA PINACOTECA CANTONALE GIOVANNI ZüST  
 
Due date emblematiche, quelle del 1830 e del 1915, a racchiudere le immagini dei cambiamenti della società, sia contadina che urbana, fissati sulla tela dai maggiori artisti attivi in area lombarda e ticinese in quei decenni. Questo l´affascinante racconto che la Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate (Mendrisio) propone dal 13 ottobre 2013 al 12 gennaio 2014 con la grande mostra "Un mondo in trasformazione. L´ottocento tra poesia rurale e realtà urbana" a cura di Giovanni Anzani ed Elisabetta Chiodini. La rassegna ripercorre i cambiamenti intervenuti in questo momento storico cruciale. Lo fa attraverso una novantina di capolavori eseguiti dai maggiori protagonisti della cultura figurativa ottocentesca lombarda e ticinese. L´oculata scelta delle opere si prefigge d´illustrare l´evoluzione della pittura di paesaggio, rurale e urbano, tra il 1830 e il 1915 con le conseguenti implicazioni sulla società. Non solo paesaggi quindi, ma anche scene di vita quotidiana. Lungo il percorso della mostra il visitatore avrà modo di immergersi nell´ambiente cittadino ottocentesco attraverso le suggestive vedute di Lugano e Milano, dipinte da artisti quali Giovanni Migliara, Giuseppe Canella e Carlo Bossoli, che testimoniano le significative modifiche dell´assetto urbano. Da queste vedute tipiche dell´epoca romantica si passa a una visione della città più attenta ai mutamenti della modernità: irrompono infatti la presenza della ferrovia, dell´industria e del disagio sociale, ma anche nuovi momenti ricreativi, dedicati allo svago collettivo e privato. Tra i principali interpreti di questo mondo in trasformazione troviamo Carcano, Franzoni, Feragutti Visconti e Mosè Bianchi che con Corso di Porta Ticinese tratteggia i contorni di una Milano fumosa e brulicante di vita, mentre con Lavandaie immortala la fatica di umili donne iscritte in un paesaggio che conserva ancora cadenze bucoliche. Quadri in cui la denuncia sociale si fa più esplicita sono ad esempio Alveare di Luigi Rossi, Ritorno dal lavoro e L´abbruttito di Pietro Chiesa, Venduta! di Angelo Morbelli, dipinto che ritrae l´annichilente realtà della prostituzione minorile. A quest´ultimo artista, portavoce delle diverse declinazioni del suo tempo, la mostra dedica un´intera sala. I mutamenti delle abitudini e dei costumi della società strettamente connessi al nuovo paesaggio, inteso come luogo abitato e vissuto, compongono l´universo artistico di numerosi pittori. Accanto alla fatica della vita contadina e alla miseria che alberga nelle zone suburbane, trovano spazio i lussi e i sollazzi della borghesia descritti in quadri che trasmettono la spensieratezza delle classi sociali più agiate. Alla trasfigurazione della città si affiancano i paesaggi della campagna ticinese e lombarda che paiono cristallizzati in una visione idealizzata dai toni lirici. Profondi mutamenti stilistici stravolgono l´arte del Xix secolo: una diversificazione di linguaggi che spazia da influenze scapigliate a ricerche più schiettamente veriste per approdare al divisionismo di Segantini, Longoni, Pellizza da Volpedo, Berta e Sottocornola e aprire una finestra sulla prima fase del Novecento con le opere prefuturiste di Boccioni. I vari nodi della mostra verranno sottolineati da testi poetici e in prosa, coevi ai dipinti e a loro legati per tematiche o atmosfere, al fine di evocare in maniera ancor più vibrante lo spirito dell´epoca. Mostra a cura di: Giovanni Anzani ed Elisabetta Chiodini Coordinamento scientifico e organizzativo: Mariangela Agliati Ruggia e Alessandra Brambilla Allestimento: Nomadesigners Info: Pinacoteca cantonale Giovanni Züst - Ch-6862 Rancate (Mendrisio), Canton Ticino, Svizzera - Tel. +41 (0)91 816 47 91 - decs-pinacoteca.Zuest@ti.ch  - www.Ti.ch/zuest