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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 20 Novembre 2013 |
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SEGUI IL RITMO: COME LA MUSICA PUÒ AIUTARE IL TUO CERVELLO |
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Bruxelles, 20 novembre 2013 - Che sia per strada, durante lo sforzo in palestra o per imparare gli ultimi passi di danza, molte persone amano ascoltare la musica mentre fanno attività fisica. Ora gli scienziati ritengono che la combinazione di movimento e musica potrebbe beneficiare il nostro cervello. I neuroscienziati hanno scoperto che muoversi a ritmo di musica può migliorare le prestazioni motorie. Il progetto BEAT-HEALTH, finanziato dall´UE, è stato avviato nel mese di ottobre 2013 per sfruttare gli effetti benefici del ritmo sul movimento. Il progetto si propone di mettere in evidenza, in particolare, i benefici della stimolazione ritmica per migliorare la deambulazione e la mobilità.
Il disturbo delle competenze motorie - noto anche come disturbo della coordinazione motoria o disturbo evolutivo della coordinazione motoria - è un disturbo dello sviluppo umano che altera la coordinazione motoria nelle attività quotidiane. Questo disturbo è il risultato di connessioni cerebrali deboli o disorganizzate, che possono portare a una scarsa coordinazione motoria.
La malattia di Parkinson è una nota malattia degenerativa del sistema nervoso centrale. Precocemente nel corso della malattia i sintomi più evidenti sono connessi ai movimenti; essi includono tremori, rigidità, lentezza dei movimenti e difficoltà nel camminare e nell´andatura.
L´obiettivo finale del progetto, che riceverà finanziamenti dall´UE per un totale di 2 942 000 euro, è quello di creare un´applicazione per smartphone innovativa in grado di fornire ritmo musicale. Lo strumento dovrebbe essere capace di adattarsi al ritmo del movimento, al fine di aumentare le prestazioni motorie.
Inoltre, sarà istituito un servizio sanitario elettronico dedicato - sotto forma di un´applicazione basata sulla rete per tutte le età - al fine di poter condividere le informazioni relative alle prestazioni motorie. Infatti, tutti i dati raccolti nel corso del progetto saranno resi accessibili online. L´accesso a queste informazioni consentirà agli utenti di riconoscere il loro disturbo motorio e di adottare stili di vita più sani, che possono migliorare le proprie prestazioni e compensare per il disturbo.
Il progetto BEAT-HEALTH partirà effettuando qualche ricerca di base intesa a migliorare la nostra comprensione del disturbo, al fine di massimizzare gli effetti benefici della stimolazione ritmica sul movimento e sulla fisiologia. In seguito, cercherà di creare una nuova piattaforma IT sotto forma di un´applicazione basata su rete per la raccolta di dati e la condivisione online.
Il consorzio BEAT-HEALTH coinvolge i maggiori esperti nel campo delle scienze motorie, della neuroscienza applicata alla musica e delle tecnologie della comunicazione. Cinque rinomati laboratori in quattro paesi europei collaboreranno per l´intera durata triennale del progetto: l´Università Montpellier-1 (Francia), l´Università di Gand (Belgio), l´Università nazionale dell´Irlanda, la fondazione Tecnalia (Spagna) e l´Ospedale accademico di Montpellier (Francia).
Per maggiori informazioni, visitare:
BEAT-HEALTH
http://www.euromov.eu/beathealth/
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MICROAMBIENTE E SEGNALAZIONE TUMORALE |
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Heidelberg, 20 novembre 2013 - Dal 7 al 10 maggio 2014 si terrà a Heidelberg, in Germania, una conferenza intitolata "Microambiente e segnalazione tumorale" (Tumour Microenvironment and Signalling).
Per capire pienamente lo sviluppo e la progressione dei tumori, sono necessarie conoscenze più approfondite della trasmissione tra le cellule tumorali e il loro microambiente e dell´interazioni tra le cellule tumorali e le cellule staminali tumorali.
Questa conferenza riunirà ricercatori di settori complementari per migliorare le nostre conoscenze sulla comunicazione tra le cellule tumorali e il loro microambiente. Affronterà importanti filoni di ricerca legati alla patogenesi del cancro.
Per ulteriori informazioni, visitare:
http://www.embo-embl-symposia.org/symposia/2014/EES14-02/
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SANITA’: OK GIUNTA VENETA A SCHEDE OSPEDALIERE. ZAIA, “IL BUSINESS PLAN DEL FUTURO”. COLETTO: “PIU QUALITA’ E MENO COSTI PER REINVESTIRE” |
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Venezia, 19 novembre 2013 - Dopo 16 anni di attesa dal precedente, il Veneto ha da oggi il suo nuovo Piano Sociosanitario pronto a passare alla fase applicativa. La Giunta regionale ha infatti approvato oggi, in seconda lettura dopo l’iter valutativo in Quinta Commissione del Consiglio regionale, le schede di dotazione ospedaliera, che disegnano un nuova e più moderna rete di strutture. L’annuncio è stato dato nel corso del punto stampa post Giunta di oggi dal Presidente Luca Zaia e dall’Assessore alla Sanità Luca Coletto.
“Quello che ne è scaturito – ha sottolineato Zaia – è di fatto un vero e proprio business plan delle cure ai veneti negli anni a venire ed è un mix profondamente soppesato tra la prima proposta varata dalla Giunta a giugno e le osservazioni giunteci dalla Commissione Consiliare, che ridisegna la rete ospedaliera veneta con il sistema Hub & Spoke. Gli ospedali Hub, che potremmo definire principali con tutte le maggiori specialità e le più moderne tecnologie, tarati su un bacino d’utenza di un milione di persone; e quelli Spoke tarati sulle necessità di circa 200.000 abitanti e dotati di tutte le specialità basilari. Una vera e propria rete interconnessa nella quale ogni persona troverà il giusto livello di cura per la sua patologia. Cureremo anche meglio di prima, spendendo meno di prima, utilizzando con l’equilibrio del buon padre di famiglia ogni euro a disposizione. Nel nostro Piano – ha aggiunto Zaia – non ci sono tagli lineari come quelli che da tempo arrivano da Roma, ma solo riorganizzazione e riconversione di alcune strutture senza nulla togliere alle cure dei cittadini”.
“Come tutte le rivoluzioni, e questa lo è – ha proseguito Zaia – monitoreremo passo dopo passo la sua realizzazione, pronti a correggere eventuali inefficienze che dovessero emergere e ad assumere via via gli atti necessari”.
“I posti letto – ha tenuto a precisare Coletto – non vengono diminuiti, ma anzi aumentano di qualche decina. Ne vengono infatti eliminati circa 1200 per acuti, sostituiti però da almeno altrettanti sul territorio e nella nuova tipologia degli ospedali di Comunità. Stante che un letto per acuti costa 600 euro al giorno ed uno territoriale 150, appena il tutto andrà a regìme recupereremo importanti risorse per nuovi investimenti sanitari. Credo di poter dire senza tema di smentita – ha detto poi Coletto – che siamo precursori in Italia, avendo disegnato una sanità a misura d’uomo, con i giusti livelli di spesa e nel pieno rispetto costituzionale dell’universalità del diritto alla salute.
Coletto ha anche posto l’accento sul rilancio dell’importanza delle cure territoriali, costituite da una rete di servizi che coinvolgeranno le Ullss, i distretti e i medici di medicina generale, “con i quali – ha detto Coletto – al momento c’è qualche tensione che però presto risolveremo”.
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CALABRIA: PRESENTATA LA CONVENZIONE PER IL PROGRAMMA DI TRAPIANTO DEL FEGATO |
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Catanzaro, 20 novembre 2013 -Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha presentato la convenzione per il programma di trapianto del fegato tra la Regione Calabria e l’Azienda Policlinico Umberto I° di Roma. L’approvazione di tale convenzione è stata adottata con DPGR n. 118 del 2 agosto 2013 e consente che: i fegati prelevati in Calabria da donatori cadavere vengano prioritariamente assegnati ai pazienti epatopatici cronici iscritti nella lista d’attesa calabrese per il trapianto di fegato; il trapianto dei suddetti pazienti con organi prelevati da donatori cadaveri nei Presidi Ospedalieri calabresi, venga eseguito presso l’U.O.C. Chirurgia Generale e Trapianti d’Organo dell’Umberto I° Policlinico di Roma, nel rispetto dei regolamenti nazionali ed interregionali. L’attuazione di quanto previsto nel decreto, di rilevante utilità sanitaria e sociale, darà una risposta assistenziale immediata anche ai pazienti affetti da epatopatia cronica che saranno iscritti nella lista d’attesa per trapianto di fegato della regione Calabria. Il numero di questi pazienti varia annualmente da 40 a 50 in relazione ai trapianti eseguiti, ai decessi ed alle nuove iscrizioni. La scelta sulla Chirurgia Generale e Trapianti d’Organo dell’Umberto I° Policlinico di Roma deriva dal fatto che la struttura ha maturato in questo settore una notevole esperienza, in quanto già da molti anni, a seguito di precedenti convenzioni, esegue interventi di trapianto di fegato su pazienti affetti da epatopatia cronica iscritti nelle liste d’attesa delle regioni Umbria e Basilicata. Inoltre la Regione Lazio fa parte, come la Regione Calabria, dell’Organizzazione Centro Sud Trapianti. Sulla stipula della convenzione ha espresso parere favorevole il Ministero della Salute - Centro Nazionale Trapianti - con nota CNT del 21/03/2013-0000961. L’attuazione della convenzione contribuirà a ridurre la mobilità passiva della Calabria in quanto le prestazioni di preparazione dei pazienti al trapianto e follow-up post-trapianto saranno erogate direttamente in Calabria con notevole vantaggio non solo per i pazienti ma anche per i loro familiari; produrrà un notevole vantaggio per i pazienti epatopatici iscritti nella lista d’attesa di trapianto regionale che, a fronte della disponibilità di un fegato prelevato in strutture calabresi, avranno la priorità al trapianto; non costituisce aggravio di spesa per la Regione Calabria, che provvederà attraverso il sistema della mobilità sanitaria alla remunerazione delle prestazioni relative al programma di trapianto di fegato utilizzando la tariffa unica convenzionale, così come normalmente avviene per gli assistiti trapiantati in strutture extraregionali. Nel corso della conferenza sono intervenuti, inoltre, il direttore del centro trapianti del Policlinico Umberto I di Roma prof. Pasquale Berloco, il sub-Commissario per il piano di rientro Andrea Urbani e il DG del Dipartimento Salute della Regione Bruno Zito.
“La convenzione con il Policlinico Umberto I° di Roma - ha dichiarato il Presidente Scopelliti - rappresenta un’ulteriore azione positiva che adottiamo nel comparto sanitario, con significativi riflessi sulla qualità delle prestazioni, sulla riduzione dei costi a carico del sistema sanitario regionale e delle famiglie dei pazienti. Realizziamo una riorganizzazione del sistema legata, ai trapianti di fegato con un percorso lineare e trasparente a favore dei cittadini calabresi che non saranno costretti ad emigrare in attesa di trapianto. La convenzione con il Policlinico – ha aggiunto il Presidente Scopelliti - ci offre la possibilità di inserirci nel contesto OCST e ci consente, attraverso il centro regionale trapianti, di gestire una lista tutta calabrese dei donatori e di coloro che necessitano di un trapianto, seguendo sempre sul territorio le fasi pre e post operatorie mentre il trapianto, sarà eseguito al policlinico Umberto I di Roma, un centro di assoluta eccellenza in Europa. Ancora non siamo pronti ad eseguire in Calabria questa tipologia di interventi. La collaborazione con l’equipe del Policlinico Umberto I° – ha concluso il Presidente Scopelliti - offrirà, inoltre, ai nostri medici ed operatori sanitari, di confrontarsi e approfondire questa tematica, acquisendo un formazione specifica per seguire con sempre maggiore funzionalità e puntualità i pazienti calabresi”.
“Ringrazio il Presidente Scopelliti per l’opportunità offerta – ha dichiarato il prof. Berloco - la nostra presenza ha molteplici funzionalità perché lo scopo del programma, oltre ad essere assistenziale è anche formativo per i medici e gli operatori sanitari locali. La rete trapiantologica che avviamo farà crescere il livello culturale della regione, con rilevanti benefici per i pazienti calabresi, riducendo sensibilmente costi. I donatori e coloro che potranno accedere alla lista dei trapianti sono solo calabresi e l’assegnazione dell’organo avverrà in modo assolutamente trasparente, sulla base della gravità della malattia”. “L’iniziativa è funzionale per aspetti sanitari ed economici - ha dichiarato il sub-commissario Urbani - il cittadino verrà assistito in regione nella fase pre e post intervento, mentre la fase del trapianto verrà gestita all’Umberto I, uno dei centri di eccellenza in Europa”. “A carico del Dipartimento regionale Salute – ha dichiarato il DG del Dipartimento Bruno Zito - c’è la formalizzazione della rete e dei percorsi del programma”.
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FIBRILLAZIONE ATRIALE: IMPORTANTI BENEFICI CON I PACEMAKER PIU’ AVANZATI |
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Dallas (Usa), 20 novembre 2013 – I pacemaker Medtronic con algoritmi avanzati di stimolazione rallentano la progressione della fibrillazione atriale (Fa) nei pazienti con bradicardia o battito cardiaco rallentato. I risultati del nuovo studio Minerva (Minimize Right Ventricular pacing to prevent Atrial fibrillation and heart failure) sono stati presentati come Late Breaking Clinical Trial in occasione della Sessione Scientifica dell’American Heart Association 2013, in corso a Dallas fino al 20 novembre. Lo studio ha dimostrato che i pacemaker Medtronic dotati di caratteristiche avanzate di stimolazione sono in grado di ridurre del 26% l’incidenza di mortalità, di ospedalizzazione per cause cardiovascolari o di Fa permanente a due anni, rispetto ai dispositivi pacemaker standard (endpoint primario dello studio). In particolare, gli effetti più evidenti sono stati un notevole rallentamento della progressione della malattia atriale verso forme di Fa permanente, con una diminuzione del rischio relativo del 61% a due anni, e la diminuzione del numero di pazienti con episodi di Fa di durata maggiore a un giorno e del numero di pazienti con Fa persistente. Inoltre, l’utilizzo della tecnologia con pacemaker più avanzati ha determinato una notevole diminuzione relativa, pari al 52%, dei ricoveri ospedalieri e visite al pronto soccorso dovute a Fa. “Il nostro studio è il primo a dimostrare che i pacemaker dotati di algoritmi avanzati di stimolazione sono in grado di rendere più lenta l’evoluzione di una patologia pericolosa come la fibrillazione atriale, l’aritmia più comune la cui presenza è associata a un maggior rischio di scompenso cardiaco, ictus e morte” ha dichiarato il Prof. Luigi Padeletti, ordinario di Cardiologia presso l’Università di Firenze e principale investigatore dello studio Minerva. “Per questo motivo, evitando la progressione verso Fa di lunga durata diminuisce il rischio per il paziente di sviluppare patologie pericolose per la sua vita.” “Questo è il primo studio in cui si dimostra che l’utilizzo dei sistemi avanzati di stimolazione cardiaca non solo determina un beneficio clinico ritardando la progressione della Fa, ma ha anche una ricaduta positiva sui costi sanitari” ha dichiarato il Prof. Giuseppe Boriani, dell’Istituto di Cardiologia dell’Università di Bologna, che ha presentato, come principale autore, lo studio Minerva al congresso dell’Aha “I risultati di questo studio sono molto importanti dal punto di vista clinico e le linee guida delle Società Scientifiche dovrebbero essere aggiornate sulla base di queste stringenti evidenze.” Lo studio prospettico e randomizzato Minerva ha valutato gli effetti di tre algoritmi di stimolazione, ovvero: Sistema con algoritmo per la stimolazione ventricolare solo se necessaria “Mvp” (Minimal Ventricular Pacing), che dà preferenza al ritmo cardiaco fisiologico, in modo da ridurre i pericoli associati a una stimolazione non necessaria del ventricolo destro; Sistema con 3 algoritmi “Atrial Intervention Pacing” per la prevenzione della Fa che aumenta la frequenza di stimolazione atriale per contrastare il verificarsi di potenziali eventi di tachiaritmia atriale; Sistema con algoritmo per l´interruzione delle tachiaritmie atriali regolari “Reactive Atp” (Atrial Antitachycardia Pacing), in cui la stimolazione avviene durante la tachiaritmia atriale per ripristinare il ritmo sinusale. Lo studio Minerva ha coinvolto 63 Ospedali in Europa, Medio Oriente e Asia di cui 24 solo in Italia, per un totale di 1.166 pazienti. In Italia, oltre all’Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze e al Policlinico Sant’orsola-malpighi di Bologna, hanno contribuito molti centri cardiologici tra cui in particolare l’Ospedale Civile G. Mazzini di Teramo, l’Ospedale San Filippo Neri di Roma e l’Ospedale Maggiore di Crema. I pazienti arruolati avevano l’indicazione all’impianto di un pacemaker bicamerale e precedente riscontro di tachiaritmie atriali. La fibrillazione atriale è una frequente anomalia del ritmo cardiaco a causa della quale il sangue, non pompato più correttamente, ristagna all’interno delle camere superiori del cuore (gli atri), favorendo la formazione di trombi che, se entrano nel circolo sanguigno, possono arrivare al cervello e provocare un ictus cerebrale. Attualmente si stima che in Europa oltre 6 milioni di persone siano affetti da questa patologia, anche se ci si aspetta un’ulteriore crescita, in quanto legata all´invecchiamento della popolazione. Circa il 25% dei pazienti hanno una Fibrillazione Atriale al momento dell’impianto di pacemaker e circa il 25% dei pazienti sviluppa Fa tra quelli che non avevano Fa. |
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EMILIA ROMAGNA: "SALI SULLA NUVOLA ROSSA": AL VIA IL CONCORSO A PREMI REGIONALE SULLA DONAZIONE DI SANGUE PER LE ULTIME CLASSI DELLE SCUOLE SUPERIORI |
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Bologna, 20 novembre 2013 - Un messaggio o un breve video sul tema della donazione di sangue. Tutte le ragazze e i ragazzi degli ultimi due anni delle scuole secondarie dell’Emilia-Romagna sono invitati a mettere in campo la propria creatività con il concorso “Sali sulla nuvola rossa”, promosso dalla Regione (assessorati Politiche per la salute e Scuola), in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e le associazioni Avis e Fidas.
Il concorso si rivolge ai 374 istituti secondari di secondo grado della regione (complessivamente circa 53.800 ragazze e ragazzi delle classi quarte e quinte), all’interno della campagna del Servizio sanitario regionale per promuovere le donazioni di sangue. “Sali sulla nuvola rossa” è anche il messaggio della campagna di quest’anno: si rivolge in particolare ai più giovani e li invita a essere protagonisti, sia diventando donatori che promuovendo la donazione di sangue nella propria comunità di riferimento, ovvero amici, compagni di scuola, familiari.
Per partecipare basta andare sul sito della rete regionale sangue dell’Emilia-Romagna (www.donaresangue.it) e cliccare nell’area dedicata alla campagna e al concorso “Sali sulla nuvola rossa”. Un’applicazione web guida il navigatore nel percorso di creazione del messaggio o di caricamento del proprio filmato. Messaggi e video possono essere condivisi sui principali social network (facebook, twitter) e nelle gallery di Nuvola rossa ed è possibile votare quelli che piacciono di più. Una giuria di esperti, che terrà conto anche dei voti espressi sul web, sceglierà la prossima primavera le idee più creative sul tema della donazione di sangue, premiando i migliori messaggi e video in concorso con un Ipad Mini per il messaggio e il video giudicati migliori in assoluto, con borse di studio da 500 euro destinate all’istituto scolastico di appartenenza per il miglior premio provinciale, e con una borsa di studio da 500 euro per la classe con più partecipanti e una per l’istituto con più partecipanti.
I lavori vanno presentati entro il 22 marzo 2014. E’ possibile realizzare ciascun lavoro da soli o in gruppo ed è possibile presentarne più di uno. I messaggi possono essere realizzati a partire da una propria immagine o da una delle immagini proposte nella web app. I filmati, della durata massima di 1 minuto, possono essere realizzati con telefonini o con videocamera. Le musiche devono essere inedite (sono indicati i siti web di musiche libere dal diritto d’autore).
In questi giorni negli Istituti scolastici di tutta la regione sono in distribuzione i materiali informativi che spiegano come partecipare al concorso: una cartolina, una locandina e un dvd che contiene un mini tutorial per accompagnare insegnanti e ragazzi nell’elaborazione della loro idea. I materiali sono scaricabili anche dal sito www.donaresangue.it dove è possibile consultare il regolamento del concorso. Per informazioni, insegnanti e studenti possono scrivere a info@lanuvolarossa.it. Nelle edizioni precedenti dei concorsi (“Redsubmarine” e “Globuli attivi”) per promuovere la donazione di sangue hanno partecipato complessivamente 150 istituti e circa 2mila studenti, per un totale di 360 i lavori presentati.
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BOLZANO: CASE DI RIPOSO, NOVITÀ PER IL FINANZIAMENTO E I CRITERI DI AMMISSIONE |
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Bolzano, 20 novembre 2013 - A partire dal 2014 il finanziamento delle case di riposo da parte della Provincia verrà rivisto con l´introduzione di un importo unitario che dà maggiore stabilità al finanziamento delle strutture. Dal mese di marzo, inoltre, via ai nuovi criteri per l´ammissione. La decisione è stata presa ieri (18 novembre) dalla Giunta provinciale su proposta dell´assessore Richard Theiner.
Le risorse per finanziare le case di riposo consistono principalmente nell´importo dell´assegno di cura e nella tariffa base pagata dall´ospite. "Con il nuovo importo unitario per ogni anziano assistito nella struttura - spiega l´assessore a sanità, famiglia e politiche sociali, Richard Theiner - le case di riposo possono calcolare in maniera più esatta e dettagliata le loro entrate. Ciò comporta anche maggiori sicurezze per il personale, dato che il finanziamento poggia su basi più solide". Oltre all´importo unitario, le case di riposo percepisono ulteriori tariffe aggiuntive per prestazioni particolari come ricoveri temporanei o assistenza alle persone con demenza.
Il nuovo sistema di finanziamento non porterà vantaggi solo alle strutture, ma anche agli stessi ospiti. Loro, i parenti, oppure il Comune, continueranno a pagare la tariffa base che ammonta mediamente a 50 euro al giorno, mentre l´assegno di cura verrà versato direttamente dalla Provincia alla casa di riposo, fermo restando che una volta tornato ad essere assistito a domicilio, l´anziano riceverà nuovamente e direttamente il contributo. Con la delibera approvata lunedì scorso, la Giunta provinciale ha inoltre posto le basi per un passaggio graduale dal vecchio al nuovo sistema, entro il 2016, per quanto riguarda i criteri di ammissione.
A partire dal 1° marzo 2014, infatti, le graduatorie dovranno rispondere a criteri univoci e validi per tutte le strutture: il 40% dei punti verranno assegnati sulla base del livello di non autosufficienza, il 30% sulla base della situazione familiare e sociale del richiedente, il 10% sulla base della data di presentazione della domanda, mentre il restante 20% sarà a disposizione delle singole case di riposo per ulteriori elementi di valutazione. I nuovi criteri e il nuovo sistema di finanziamento delle case di riposo sono stati elaborati dalla Ripartizione famiglia e politiche sociali d´intesa con l´Associazione delle residenze per anziani dell´Alto Adige. Gli ospiti delle case di riposo e i loro familiari verranno informati a breve in maniera dettagliata su tutte le novità.
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DAL BRASILE, NUOVO RECORD DEL MONDO DI PARAPENDIO PER L´AZZURRA NICOLE FEDELE |
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Torino, 20 novembre 2013 - Nicole Fedele, campionessa europea in carica e detentrice della coppa del mondo di volo in parapendio, ha stabilito il nuovo record mondiale femminile di distanza libera. L´impresa è avvenuta nel nord est del Brasile, precisamente con decollo da un pendio nei pressi di Quixadà, cittadina dello stato Cearà a circa 170 chilometri dalla capitale Fortaleza, ed ha impegnato la pilota friulana oltre nove ore. Al temine Nicole aveva coperto 381 chilometri ad una media di oltre 42 km/h, toccando 2787 metri di quota massima, in compagnia dei grossi corvi che popolano questa regione. Nicole Fedele, traduttrice di Gemona del Friuli (Udine), ha appena compiuto 29 anni e non è nuova a queste imprese. Lo scorso agosto insieme al suo concittadino ed amico Arduino Persello, che insieme a Marco Zonca l´hanno accompagnata in Brasile, stabilirono i record mondiali di andata e ritorno, femminile e maschile, rispettivamente di 280 e 312 chilometri. I voli avvennero tra Slovenia ed Italia con obbligo di ritorno al punto dal quale erano decollati ed, ovviamente, senza mai posare i piedi a terra. Come noto, il parapendio è un mezzo semplice e contemporaneamente esaltante. Si sostiene in cielo sfruttando le correnti d´aria ascensionali generate dal riscaldamento del suolo, che sono in pratica il suo motore e la sua benzina. Il pilota lo conduce seduto in una selletta appesa alcuni metri sotto l´ala ed a essa collegata tramite un fascio di cordini. Due di questi fungono da comandi e permettono la chiusura di una semiala o dell´altra. Grazie a queste operazioni il pilota dirige il mezzo, cercando di raggiungere una buona quota per poi sfruttare l´efficienza dell´ala per avanzare a caccia di nuove ascensioni e così via. Ora Nicole Fedele pensa ad un nuovo record, quello cosiddetto "triangolo Fai" dall´acronimo della Federazione Aeronautica Internazionale che convalida i record di tutte le discipline aviatorie. Questo prevede di decollare e raggiungere due punti sul territorio prima di tornale al punto di partenza, in modo che il tracciato disegni, appunto, un triangolo con i vertici il più possibile lontani tra loro. Se dovesse riuscire nell´impresa, la friulana sarebbe la prima pilota a detenere contemporaneamente i tre principali record di volo in parapendio, probabilmente meglio dei colleghi maschi. |
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