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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 01 Settembre 2014
CHIAMPARINO E ASSESSORE SANITÀ PIEMONTE: SU FECONDAZIONE ETEROLOGA NELL´AMBITO DELLA CONFERENZA STATO-REGIONI DEFINIREMO LINEE GUIDA COMUNI PER EVITARE IL FAR WEST  
 
Torino, 1 settembre 2014 - Durante la riunione della Giunta Regionale del 28 agosto è stato affrontato il tema della fecondazione eterologa. Il Presidente Sergio Chiamparino ha ribadito la volontà di garantire la piena attuazione della legge, stabilendo velocemente linee guida condivise con le Regioni e con il Governo. “ Garantiremo il diritto alla fecondazione eterologa, - ha dichiarato Chiamparino - così come deciso dalla Consulta. Dopodiché ci sono decisioni da prendere che non sono di poco conto, perché dobbiamo evitare che questo ambito così delicato si trasformi in una giungla normativa con forti differenze da regione a regione, grazie alle quali si possa scatenare una sorta di mercato parallelo. Stiamo lavorando per definire le linee guida da condividere fra tutte le Regioni e sulle quali trovare velocemente un accordo con il Governo. Riteniamo indispensabile inoltre che l´accesso a questa procedura venga inserito nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), in modo che quello alla fecondazione eterologa sia un diritto esigibile da parte di tutti e non solo da parte di chi già ora ne può usufruire .” Sul tema è stato altrettanto chiaro l’Assessore alla Sanità Antonio Saitta : “P remesso che non vi è nessuna volontà di contrastare l’applicazione della sentenza della Corte Costituzionale sulla fecondazione eterologa, riteniamo indispensabile definire quanto prima linee guida comuni per evitare il Far West. Siamo in presenza si questioni non banali, con un rilievo anche sotto il profilo etico, per cui una omogeneità di comportamenti è questione di puro buon senso. Nell’ambito della Conferenza Stato-regioni verrà svolto un lavoro tecnico al fine di definire criteri comuni sui principali aspetti della materia: selezione del donatore (età minima e massima); istituzione di un registro dei donatori (anche al fine di fissare un numero massimo di donazioni); garantire la tracciabilità del percorso dal donatore al ricevente e viceversa; gratuità della donazione; anonimato e consenso informato; esami genetici e infettivi per i donatori; gratuità della prestazione, (ovvero se debba essere a carico a del Ssr o no). L’obiettivo è quello di arrivare a un’intesa di tutte le Regioni su una bozza tecnica di linee guida da sottoporre al ministro Lorenzin, e successivamente adottare come frutto dell’impegno comune tra il Ministero e le Regioni .” In Piemonte sono operativi 12 Centri pubblici (9 di 1° livello, 1 di 2° livello e 2 di 3° livello) e 15 Centri privati (8 di 1° livello, 4 di 2° livello e 3 di 3° livello. Solo un centro privato di 3° livello è accreditato con il Ssr)  
   
   
I GAMBERI SONO PIÙ INTELLIGENTI DI QUANTO POSSIATE IMMAGINARE. COSÌ INTELLIGENTI DA RIUSCIRE A COLTIVARE CELLULE CEREBRALI A PARTIRE DAL PROPRIO SANGUE.  
 
Bruxelles, 1 settembre 2014 - Un articolo pubblicato questa settimana su Developmental Cell spiega in dettaglio come i gamberi riescono a trasformare il sangue in neuroni che riforniscono i circuiti degli occhi e dell´olfatto. New Scientist scrive che la scoperta potrebbe un giorno aiutare gli esseri umani a rigenerare le loro cellule cerebrali. Come in tutti gli animali, i nervi olfattivi dei gamberi sono continuamente esposti a danni e hanno bisogno di rigenerarsi. La soluzione adottata dal gambero consiste - per usare l´espressione scelta da New Scientist - nel creare una "nursery" di baby neuroni, un piccolo grumo alla base del cervello chiamato la nicchia. New Scientist spiega l´attività che si svolge nella nicchia: "Nei gamberi le cellule del sangue [emociti] sono attratti verso la nicchia. Ogni giorno ci sono circa cento cellule in questa zona. Ogni cellula si divide in due cellule figlie, precursori dei neuroni, entrambe le quali migrano fuori dalla nicchia". La fase finale dello sviluppo di questi neuroni è completata in grappoli in un´altra parte del cervello. Il team di ricerca ha usato un composto chimico chiamato astachina 1 per controllare la produzione di emociti. Si è scoperto che modificando leggermente il numero di emociti si cambiava il numero di cellule nella nicchia. Come riporta concisamente New Scientist. "Più emociti significava più baby neuroni". Dopo i ricercatori hanno estratto cellule del sangue da un gambero donatore e le hanno segnate con una colorazione per Dna. Queste cellule sono state poi trasfuse nei soggetti dello studio. World Nature News ha commentato i risultati: "Più di una settimana dopo, i ricercatori hanno riscontrato che le cellule del sangue del donatore avevano trovato il modo di raggiungere la nursery neurale. Poco dopo, è stato riscontrato che nuove cellule precursori contenevano lo stesso marcatore genetico, il che indica che questi nuovi neuroni in qualche modo erano stati creati a partire dalle cellule del sangue del donatore". Come conclude la sintesi pubblicata su Developmental Cell "Neuroni adulti nei gamberi possono essere derivati da emociti […] Inoltre il numero di cellule che compongono la nicchia neurogenica nei gamberi è strettamente correlato alla conta totale di emociti e si può manipolare aumentando o abbassando tale conta". Questi risultati sono così importanti perché mostrano un caso eccezionale di transdifferenziazione - una delle maggiori sfide per la medicina rigenerativa – che avviene in modo naturale in un invertebrato. Questo studio però non è sicuramente il punto di arrivo. Come esattamente le cellule del sangue sono riprogrammate per diventare cellule cerebrali è ancora un mistero, ha detto a New Scientist Barbara Beltz del Wellesley College in Massachussetts e membro del team di ricerca. Capire il meccanismo, aggiunge, potrebbe aiutarci a ideare nuove terapie per riprogrammare le cellule umane.  
   
   
SANITA’: IN VENETO PARTE LUNEDI’ LA “RIVOLUZIONE DEGLI ANGELI” NEI PRONTO SOCCORSO. ZAIA, “UNICI IN ITALIA PER ESSERE PIU’ VICINI AL MALATO”. “CORSIE PREFERENZIALI PER LE CATEGORIE DEBOLI”. GIA’ ORA TEMPI D’ATTESA PIU’ BASSI D’EUROPA.  
 
Venezia, 1 settembre 2014 - Al rientro dalle ferie, i cittadini veneti che avessero necessità dell’assistenza in pronto soccorso troveranno una novità che si sperimenta per la prima volta in Italia: un’organizzazione profondamente modificata rispetto al passato che prevede tra l’altro la presenza in sala d’attesa di uno “steward” professionale adeguatamente formato per fornire tutta l’assistenza necessaria ad un paziente o ai famigliari in attesa: informazioni sulla situazione del momento della struttura, sui presumibile tempi d’attesa, sui motivi della stessa, sulle condizioni della persona che si trova in trattamento. Il tutto abbinato ad una serie di migliorie ambientali, come il collegamento wi-fi, prese per la ricarica di apparecchi elettronici, distributori d’acqua, monitor dove appare la situazione del singolo paziente in attesa e, in alcuni casi, anche poltrone più comode e posizionate in modo che tutti possano visionare agevolmente i monitor di sala. E’ questa, in sintesi, quella che il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha definito la “rivoluzione degli angeli” presentando, oggi a Venezia, i nuovi servizi che prenderanno avvio nei pronto soccorso del Veneto a partire da lunedì 1 settembre. Con Zaia erano presenti l’Assessore alla Sanità Luca Coletto, il Direttore Generale della Sanità veneta Domenico Mantoan, il Responsabile del Suem 118 Paolo Rosi e quello della formazione degli operatori Daniele Frezza. Gli “angeli” già formati sono 380 (tutti operatori sanitari già inseriti nel sistema); a loro si aggiungeranno 60 giovani neolaureati nelle discipline sanitarie che stanno concludendo la formazione ad ognuno dei quali andrà una borsa di studio di 15.000 euro l’anno; ed un numero imprecisato, ma sicuramente elevato di volontari, vista l’accoglienza che l’iniziativa ha avuto nel settore. L’intera operazione è costata circa 2 milioni di euro. “Siamo i primi d’Italia – ha detto Zaia – a sperimentare un nuovo approccio all’attività dei pronto soccorso, che vogliamo rendere ancora più efficiente e vicina anche agli aspetti umani delle persone in attesa, che stanno vivendo un momento comunque difficile, a prescindere dalla gravità della patologia e che potranno trovare motivo di tranquillità nel ricevere assistenza e tutte le informazioni di cui necessitano. Non solo, ma spiegare in maniera semplice e diretta i motivi di un’attesa o il livello della propria patologia, contribuirà a rispondere alla richiesta più pressante che ricevo quotidianamente tramite lettere e mail della gente: più informazioni, più contatto con i sanitari (non possiamo certo chiedere ai medici di uscire dagli ambulatori dove stanno curando), spiegazioni sulle attese, che spesso hanno motivazioni ben precise, ma che vengono comunque percepite come un’inefficienza. Mano a mano che verificheremo il funzionamento del tutto – ha aggiunto Zaia – ovviamente valuteremo se fare degli aggiustamenti migliorativi. Siamo i migliori a curare – ha incalzato – ma vogliamo crescere anche sul fronte dell’umanizzazione del rapporto con i nostri malati. Per questo parlo con convinzione di rivoluzione degli angeli, perché di una rivoluzione si tratta, non solo sul piano organizzativo ma anche su quello concettuale di una grande macchina come quella sanitaria prioritariamente rivolta alla persona che soffre”. “Già oggi – ha tenuto a rimarcare Coletto – il sistema dei pronto soccorso del Veneto è quello con le medie d’attesa più basse d’Europa, ma possiamo e vogliamo migliorare questa performance, perché le novità riguardano non solo le sale d’attesa ma anche le modalità di accesso alle cure, con l’accesso diretto alle visite specialistiche per pazienti particolarmente fragili come bambini o donne in gravidanza; fast track specialistico con l’invio immediato del paziente al reparto specifico una volta diagnosticata la patologia, accesso immediato al reparto in caso di ricovero senza attese nei corridoi”. La riforma dell’attività dei Pronto soccorso riguarda anche i tempi di attesa per i diversi codici di gravità. L’obbiettivo tendenziale senza naturalmente lasciare nessuno senza cure, è stato spiegato oggi, è quello di arrivare ad un massimo di 4 ore per i codici bianco (il meno grave) e verde che, assieme, costituiscono circa il 90% degli accessi totali. Si tratta di un’indicazione alla quale le strutture dovranno prestare particolare attenzione perché, ha detto Mantoan, i tempi saranno considerati tra i parametri per l’accreditamento istituzionale sia nel pubblico che nel privato a partire dal primo gennaio 2016. Nei pronto soccorso del Veneto accedono ogni anno circa 2 milioni di persone, che generano circa 14 milioni di prestazioni.  
   
   
PUNTO NASCITE DI DOMODOSSOLA: IL VICE PRESIDENTE PIEMONTE SULLA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO  
 
Torino, 1 settembre 2014 - In merito alla sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato legittimo il provvedimento della Regione Piemonte sul Punto nascite dell’ospedale di Domodossola, il vicepresidente della Giunta regionale, Aldo Reschigna, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “La sentenza ripropone a tutti gli amministratori regionali, gli amministratori comunali e le organizzazione di volontariato il tema che non può essere affrontata la riorganizzazione della rete ospedaliera con ricorsi alla giustizia amministrativa. Deve essere, invece, ripristinata una stagione di confronto fra la Regione e le comunità locali sulle scelte, anche dolorose, che riguarderanno la riorganizzazione della sanità in Piemonte. Ed è quello che avverrà nelle prossime settimane, non appena completata un’ipotesi di riorganizzazione della rete ospedaliera piemontese. Invito ciascuno di noi a riflettere e a ragionare sul fatto che, a mio parere, il problema che si pone nel Verbano-cusio-ossola non è stabilire quanti punti nascita, ma perché si partorisce sempre meno e c’è sempre un più elevato ricorso alla mobilità da parte delle partorienti. I dati delle nascite nel 2013 e nel primo semestre del 2014 negli ospedali di Domodossola e Verbania ci dicono questo, e su tale punto chiedo un adeguato intervento dell’azienda sanitaria locale. Questo è il tema che abbiamo di fronte: garantire servizi di qualità in condizioni di sicurezza e non tanto continuare a disquisire su quanti devono essere i punti nascita nel Vco”.  
   
   
EX SAN RAFFAELE: PASSO DECISIVO VERSO LA FIRMA DELL´ACCORDO TRA REGIONE SARDEGNA E QATAR FOUNDATION  
 
Cagliari, 1 settembre 2014 - Tra Regione e Qatar Foundation Endowment è stato compiuto un passo decisivo il 27 agosto, dopo una proficua maratona di 16 ore di discussione tra i tecnici delle due delegazioni, con la definizione dei particolari dell´intesa per la realizzazione a Olbia di un ospedale specialistico e di un centro di ricerca scientifica ad esso collegato, completando e ristrutturando radicalmente l´edificio dell´ex San Raffaele. I dettagli del progetto, del valore complessivo di 1,2 miliardi, e dell´accordo saranno comunicati contestualmente alla firma, prevista per i prossimi giorni dopo il via libera definitivo dei vertici della Qatar Foundation Endowment e della Presidenza della Regione. "Siamo abituati a comunicare e commentare i fatti - ha detto il presidente Francesco Pigliaru - e i fatti sono che in questi mesi abbiamo lavorato seriamente e duramente e che ora siamo in grado di firmare nei tempi previsti l´accordo che darà il via alla realizzazione del progetto. E´ la dimostrazione che la Sardegna sta diventando un partner affidabile per gli investitori stranieri".  
   
   
SARDEGNA, EX SAN RAFFAELE: DAL GOVERNO LE DEROGHE CHE DANNO IL VIA LIBERA ALL´ACCORDO  
 
Cagliari, 1 settembre 2014 - Arriva da Roma l´ultimo tassello indispensabile per consentire la ratifica definitiva dell´accordo tra Regione Sardegna e Qatar Foundation Endowment, che ribalterà il fallimento dell’ex San Raffaele in un investimento internazionale nel settore della Sanità e della ricerca scientifica in Sardegna. Il Consiglio dei Ministri, all´interno del decreto Sbocca Italia, ha approvato le deroghe relative al numero dei posti letto e alla spesa sanitaria indispensabili per rendere operativo l´investimento programmato a Olbia. "Non abbiamo mai dubitato della serietà degli impegni del Governo", ha commentato il presidente Francesco Pigliaru. Che ha aggiunto: "Ora si può procedere rafforzando la nostra capacità di attrarre investimenti esteri". In caso di investimenti con capitali prevalentemente esteri finalizzati alla realizzazione di nuove strutture ospedaliere, si afferma nel decreto del governo Renzi, nel computo dei posti letto non si tiene conto di quelli accreditati in tali nuove strutture. E poi, al punto due: le regioni a statuto speciale che rimborsano a privati per prestazioni ospedaliere meno del 4% della spesa sanitaria complessiva possono aumentare questa percentuale fino al 6% in presenza di investimenti con partecipazione di capitali prevalentemente esteri. Per la prima volta il Governo, in perfetto accordo con la Regione, modifica alcune norme per aprire la Sardegna a investimenti esteri qualificati che contribuiscano a farla uscire dalla crisi. Ora Regione e Governo hanno fatto la loro parte. Si conclude così un serrato percorso che ha portato in poco più di cento giorni alla definizione in ogni dettaglio di un accordo che porta nell´isola un investimento di 1,2 miliardi in dieci anni.  
   
   
SLA: AL LAVORO PER MIGLIORARE LA VITA DELLE PERSONE MALATE E DELLE LORO FAMIGLIE LA REGIONE LAZIO INTERVIENE CON UN PIANO PER ASSICURARE LE CURE IN TUTTO IL LAZIO. ENTRO FINE SETTEMBRE PARTIRÀ ANCHE LA FORMAZIONE DI 100 NUOVI OPERATORI E ASSISTENTI  
 
Roma, 1 settembre 2014 - Un piano per migliorare le condizioni di vita delle persone affette da Sla e delle loro famiglie. La Regione in prima linea per migliorare la vita dei malati di Sla e delle loro famiglie. Ecco come sta intervenendo la Regione: Norme più semplici e cure garantite in tutto il Lazio. Per migliorare la vita delle tante persone affette da questa grave patologia la Regione procede per prima cosa con l’eliminazione dei meccanismi burocratici. L’obiettivo è estendere a tutto il territorio il modello di assistenza continua sulla base del fabbisogno. Per farlo, nei prossimi mesi la Regione mette in campo risorse per 5,5 milioni di euro. Un nuovo modello di assistenza. Tra pochi giorni si concluderà la prima fase di sperimentazione nelle due Asl capofila, Rma e Rmc. Un modello che pone il Lazio tra le prime regioni in Italia. Al via con la formazione di 100 nuovi operatori e assistenti. Partirà entro la fine di settembre e riguarderà in particolare operatori e assistenti familiari da impegnare nell’assistenza domiciliare. Il registro regionale di patologia della Sla. La Regione lo sta elaborando insieme all’Istituto Superiore di Sanità e tra le altre cose si sta procedendo anche per individuare i centri di riferimento regionali e le strutture di gestione della fase critica della malattia. "Stiamo lavorando intensamente per migliorare il servizio e offrire ai circa 350 malati di Sla della nostra regione e alle loro famiglie l’assistenza e le cure necessarie – lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: credo che sia il modo migliore per rispondere in modo concreto all’appello #Icebucketchallenge”.  
   
   
BOLZANO, RIFORMA DELLA SANITÀ: VERTICE DEI GRUPPI DI LAVORO SLITTA AL 25 SETTEMBRE  
 
Bolzano, 1 settembre 2014 - La riunione a porte chiuse dei gruppi di lavoro impegnati nella proposta di riforma del sistema sanitario altoatesino è spostata dall´11 al 25 settembre. Questo perchè, come spiega l´assessore Martha Stocker, l´11 è in programma una "clausura" della Giunta provinciale. Rispetto alla data originaria dell´11 settembre prossimo, il vertice dei gruppi di esperti al lavoro sulla proposta di riforma del sistema sanitario altoatesino slitta al 25 settembre. Lo spostamento è necessario in quanto l´11 è stata convocata una "clausura" della Giunta provinciale dedicata al bilancio 2015. "Sapremo utilizzare bene queste due settimane in più", sottolinea l´assessore provinciale alla sanità Martha Stocker. Dopo la riunione a porte chiuse dei gruppi lavoro, Stocker presenterà la sua proposta - dando la precedenza ai collaboratori dell´Azienda sanitaria provinciale - sui prossimi passi per continuare il processo di riforma della sanità e stabilizzare il bilancio del settore.  
   
   
SANITÀ IN ABRUZZO: D´ALFONSO, CASA SALUTE IN CONVENTO MADONNA CANNETO L´OBIETTIVO E´ FAR PARTIRE LA STRUTTURA IN 120 GIORNI  
 
Celenza sul Trigno, 1 settembre 2014 - Centoventi giorni per far nascere la Casa della Salute nella sede del convento della Madonna del Canneto, il luogo, al confine tra Abruzzo e Molise, individuato per rispondere alle esigenze di cura ed innalzare la qualità dell´assistenza saniataria della popolazione di Celenza sul Trigno. E´ l´obiettivo dichiarato del presidente della Giunta regionale, Luciano D´alfonso, e, il 29 agosto, ha avuto modo di ribadirlo nella sala consigliare del piccolo centro trignino, di fronte al sindaco Andrea Venosini ed ad un nutrito gruppo di cittadini. Presenti anche la parlamentare Maria Amato, il direttore generale della Asl di Lanciano-vasto-chieti, Francesco Zavattaro, il direttore sanitario, Tonino Flacco, i consiglieri regionali, Mario Olivieri e Luciano Monticelli, ed il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna. "Abbiamo fatto comprendere ai cittadini la necessità di una evoluzione della cura e della continuità assistenziale - ha spiegato D´alfonso -. Una scelta dettata sia dalla necessità di riordinare la condotta dei numeri sul piano economico-finanziario sia dall´esigenza di creare una rete organizzativa capace di garantire una maggiore qualità delle prestazioni. La migliore garanzia per i cittadini di Celenza - ha continuato - è data dal fatto che struttureremo una convenzione di lavoro in cui il direttore generale della Asl, il direttore sanitario, il direttore del presidio sanitario, il parlamentare ed il consigliere regionale della zona e un rappresentante del comitato civico collaboreranno con il sindaco Venosini per individuare, con la guardiania del Governo regionale, una soluzione idonea. Da un lato si dovrà garantire la continuità assistenziale e dall´altro - ha sottolineato - ci si consentirà di dare un calcio alle spese inutili". Per mercoledì prossimo, intanto, è già fissata la prima riunione del tavolo di lavoro che dovrà definire la tabella di marcia necessaria per avviare l´iter procedurale e realizzativo. A tal proposito, D´alfonso ha comunicato che, tra quindici giorni, sarà di nuovo a Celenza per fare il punto della situazione dopo aver preso opportuni contatti con il responsabile spirituale del Convento della Madonna del Canneto per assicurarsi la disponibilità degli spazi necessari per dare vita alla Casa della Salute. "Una sede più che decorosa dove, sul modello virtuoso di regioni come Toscana ed Emilia Romagna, - ha detto il Presidente - troveranno allocazione, in uno stesso spazio fisico, i servizi territoriali che erogano prestazioni sanitarie, ivi compresi gli ambulatori di medicina generale e specialistica ambulatoriale, e sociali per una determinata e programmata porzione di popolazione che, come ha ricordato il direttore Zavattaro, potrà coprire un bacino di utenza pari a 40-50 mila persone". Ancora D´alfonso. "Ci faremo carico anche del miglioramento della viabilità della zona - ha aggiunto il presidente della Giunta regionale - che rappresenterà il punto di convergenza di tutti gli spazi abitati del territorio e questo rientra nella nostra filosofia di organizzare l´Abruzzo per aree ad alta capacità di concentrazione. Nel freattempo, - ha concluso - lavoreremo per individuare subito una soluzione soddisfacente nella fase di transizione".  
   
   
AOSTA, INCONTRO A EMARÈSE SUL DISAGIO GIOVANILE  
 
Aosta, 1 settembre 2014 - Sabato 6 settembre 2014, alle ore 16,30, nella sede del Centre d’Etudes et Musée Abbé Trèves, in Fraz. Erésaz, 51 a Emarèse, avrà luogo una tavola rotonda per sensibilizzare le famiglie sul fenomeno crescente delle dipendenze, disagio, trasgressioni e devianza dei giovani. Organizzato dall’Assessorato della sanità, salute e politiche sociali in collaborazione con il Centre d’Etudes et Musée Abbé Trèves e Azienda U.s.l. Della Valle d’Aosta, l’incontro vedrà la partecipazione dell’Assessore Antonio Fosson, del Senatore Cesare Dujany, del professor Mario Trèves, dello psicanalista e psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet, del direttore del Ser.d. (Servizio per le dipendenze) dell’Azienda U.s.l. Della Valle d’Aosta Lindo Ferrari e del dirigente medico del Ser.d. Dell’azienda U.s.l. Della Valle d’Aosta Vincenzo Lamartora.  
   
   
LOMBARDIA.CALCIO: UNO SCUDETTO A CHI HA PIU´ ITALIANI IN SQUADRA  
 
Milano, 1 settembre 2014 - "Come Regione Lombardia propongo di dare uno scudetto virtuale e una serie di riconoscimenti alle squadre che disputano il prossimo campionato di calcio di Serie A che hanno nella loro rosa il numero più alto di calciatori italiani. Un premio ovviamente simbolico ma, a mio avviso di grande significato. Quest´anno il mio scudetto all´italianità andrebbe al Sassuolo, di Giorgio Squinzi, che su una rosa di 28 calciatori ha 25 italiani e 3 solo tre stranieri". Lo afferma oggi Antonio Rossi, assessore allo Sport e alle Politiche per i giovani di Regione Lombardia, alla vigilia dell´avvio dei campionati di calcio si serie A e di serie B. Premiare Anche Atalanta - "Al secondo posto - continua Rossi - il Cesena che su 32 calciatori ne ha 25 italiani e 7 stranieri e un riconoscimento assolutamente forte e speciale anche all´Atalanta squadra lombarda bergamasca che dei 33 atleti in rosa ne ha 24 italiani e 9 stranieri". Inziativa A Favore Della Nazionale - "E´ un´iniziativa – spiega l´assessore lombardo - che non vuole essere contro gli stranieri ma che, invece, vuole premiare quelle società che si impegnano a mettere in mostra i nostri talenti. Sappiamo - prosegue Rossi - quanto ci sia bisogno di far crescere nuovi e forti calciatori soprattutto in virtu´ di una squadra nazionale di calcio che si sta fortemente rinnovando e che è in cerca di una identità per i prossimi impegni internazionali legati all´Europeo". Un Incontro Per Trattare Del Tema - "Aggiungo - conclude Rossi - che, compatibilmente con tutti gli impegni agonistici , mi piacerebbe ospitare in Regione i dirigenti e calciatori di queste compagini calcistiche per lanciare un forte messaggio per la valorizzazione dei nostri calciatori".  
   
   
TROFEO YOUTH ADRIATICO IONICO, INTERVEMTO DELL´ASSESSORE REGIONALE DELLE MARCHE  
 
Ancona, 1 settembre 2014 - “Che si parli di sport, di cultura, di ambiente, di crescita economica sostenibile, si parla sempre di quotidianità sociale , si parla di tematiche che costituiscono la spina dorsale della Macroregione.”. Così l’assessore regionale allo Sport e Politiche giovanili, Paola Giorgi intervenendo il 29 agosto alla conferenza stampa per la presentazione del Trofeo Youth Adriatico Ionico, manifestazione calcistica giovanile che si svolgerà nell’ambito del Festival Adriatico Mediterraneo e promossa nel quadro del progetto internazionale "Noi in gioco per la Macroregione Adriatico Ionica", frutto della collaborazione tra l’Ufficio Scolastico Regionale per le Marche e l’Associazione Sportiva Dilettantistica “Giovane Ancona Calcio”. “Lo sviluppo di iniziative collegate alla Macroregione Adriatico Ionica - ha proseguito l’assessore Giorgi - sono la testimonianza di come la Strategia sia perfettamente calata in una nuova visione europea. Questo a conferma di come la politica e le Istituzioni che hanno sostenuto con lungimiranza e determinazione la strategia macroregionale, Regione Marche con il Presidente Spacca in primis, hanno pienamente colto una necessità emersa dalle comunità degli otto paesi che oggi animano la Macroregione. Paesi che, non dimentichiamolo, non sempre hanno convissuto pacificamente, ma che oggi, grazie alla Strategia, sono protagonisti di un cammino comune. In un momento di grande disaffezione nei confronti della politica, troppe volte incapace di interpretare i bisogni e i sentimenti dei cittadini e costruire scenari, l´esempio della Macroregione e del suo percorso, può realmente costituire un modello di integrazione e sviluppo nel contesto europeo. Se il compito della politica è quello di creare un nuovo terreno di crescita e dialogo per e tra le giovani generazioni, una risposta seria e concreta è proprio la nascita della Macroregione.”