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MERCOLEDI

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Notiziario Marketpress di Mercoledì 26 Novembre 2014
TIRRENO POWER, REGIONE LIGURIA E COMUNI CHIEDONO RINVIO DI UNA SETTIMANA SU CONFERENZA DEI SERVIZI SU AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE  
 
Genova, 26 Novembre 2014 - Verrà riconvocata giovedì 4 dicembre alle 15 la conferenza dei servizi per valutare le condizioni per il rilascio dell´Aia, l´autorizzazione integrata ambientale, per poter consentire a Tirreno Power di effettuare tutti gli adempimenti per l´eventuale riavvio dell´attività. Lo ha comunicato l´assessore regionale allo sviluppo economico Renzo Guccinelli martedì 25 novembre pomeriggio a seguito della decisione assunta a Roma dalla Regione Liguria, dai Comuni interessati, dalla provincia di Savona e dal Ministero dello sviluppo economico, di rinviare il parere della conferenza dei servizi per valutare nuovi elementi sopraggiunti nel frattempo. Una settimana in più di tempo che dovrà servire ad esaminare con attenzione il parere reso noto ieri mattina della Asl 2 Savonese e del Ministero della salute che esprimono criticità dal punto di vista sanitario. "Abbiamo ritenuto opportuno – spiega l´assessore Guccinelli – di avere qualche giorno in più di tempo per approfondire nel merito la questione, visti gli elementi di contrarietà manifestati da alcune Istituzioni che si erano precedentemente espresse positivamente".  
   
   
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE EUROPEA APPROVA L´APPLICAZIONE AL SETTORE FERROVIARIO DELLA LEGGE TEDESCA (EEG 2014) SULLE ENERGIE RINNOVABILI  
 
Bruxelles, 26 novembre 2014 - La Commissione europea ha stabilito che il regime di aiuti tedesco per la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili applicati alle imprese ferroviarie fosse compatibile con le norme comunitarie sugli aiuti di Stato. Essa ha concluso che l´aiuto è limitato al risarcimento delle ferrovie per i costi di opportunità connessi con l´uso di modi di trasporto meno inquinanti e, come tale, è stata che perseguono obiettivi di interesse comune in il settore dei trasporti senza falsare la concorrenza nel mercato unico. La legge tedesca sulle energie rinnovabili (Erneuerbare-energien-gesetz - Eeg), adottato nel 2014 mira a sostenere la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili e da gas di miniera. Questo supporto è finanziato da contributi raccolti dai consumatori di energia elettrica ("prelievo Eeg"). Eeg 2014 concede a taluni consumatori di energia di grandi dimensioni, come le ferrovie, sconti su tali contributi. Queste riduzioni costituiscono aiuti di Stato, dal momento che conferiscono loro beneficiari un vantaggio economico rispetto alle imprese necessari per pagare la collezione completa. Spetta alla Commissione di verificare se l´aiuto è conforme alle norme Ue che autorizzano la concessione di aiuti di Stato perseguire taluni obiettivi di interesse comune. La Commissione ha valutato l´Eeg alla luce dei nuovi orientamenti sugli aiuti di Stato nel settore dell´energia e dell´ambiente e approvato nel luglio 2014. La legge è entrata in vigore il 1 ° agosto 2014. Tuttavia, gli aiuti di Stato nel settore ferroviario sono disciplinate da norme specifiche. La riduzione del prelievo Eeg che questo le imprese del settore beneficiano deve essere analizzato separatamente, in conformità con la guida 2008 linee guida. Gli sconti sono concessi alle imprese ferroviarie che consumano più di 2 Gwh di elettricità all´anno. Inoltre, l´importo del contributo dovuto per l´intero consumo è limitato al 20% del prelievo totale Eeg. La Commissione ha ritenuto che le riduzioni soddisfano i limiti autorizzati in base alle direttive 2008 per il trasporto ferroviario: l´aiuto non superi il 30% del costo totale del trasporto ferroviario, o il 50% dei costi ammissibili, come indicato nelle linee guida , equivalente al risarcimento delle ferrovie per i costi di opportunità connessi con utilisationd´un modalità di trasporto più inquinanti. La Commissione ha pertanto concluso che l´aiuto era limitato al minimo necessario per raggiungere il suo obiettivo e proporzionati all´obiettivo perseguito, in conformità dell´articolo 93 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea (Tfue).  
   
   
OK AL PIANO PER IL TELERISCALDAMENTO A BOLZANO  
 
Bolzano, 26 novembre 2015 - Ieri la Giunta provinciale ha dato il via libera al piano presentato da Ecotherm per l´ampliamento della rete di teleriscaldamento a Bolzano. L´investimento complessivo sarà di 73 milioni di euro, secondo l´assessore Theiner si tratta di "un grande passo in avanti per la nostra strategia sul clima". "L´ampliamento della rete di teleriscaldamento - ha sottolineato Richard Theiner - consentirà di sfruttare tutto il potenziale del termovalorizzatore di Bolzano Sud, farà compiere un grande passo in avanti verso il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi che ci siamo prefissati riguardo il clima, e permetterà di fornire ad un´ampia fetta della popolazione di Bolzano energia pulita e a prezzi convenienti". La decisione della Giunta provinciale è frutto di un´intesa raggiunta con il comune del capoluogo, e punta a fare in modo che entro il 2022 la percentuale di città "coperta" dalla rete di teleriscaldamento passi dal 7% al 22%. Per fare ciò il piano di Ecotherm prevede investimenti infrastrutturali nei prossimi 8 anni per una cifra vicina ai 73 milioni di euro, 20 dei quali saranno messi a disposizione dalla Provincia. "Nella legge finanziaria - ha proseguito Theiner - è stato inserito un articolo ad hoc che consente di concedere contributi in forma pluriennale e per più lotti". I dettagli del piano per lo sviluppo della rete di teleriscaldamento a Bolzano verranno presentati venerdì prossimo (28 novembre) nel corso di una conferenza stampa.  
   
   
FONDO AFFITTI: ASSESSORE PUGLIA PRESENTA DELIBERA DI GIUNTA  
 
Bari, 26 novembre 2014 - La vicepresidente e assessore all’Assetto del territorio ed Edilizia Residenziale Pubblica, Angela Barbanente, ha presentato ieri pomeriggio alla stampa la delibera illustrata alla Giunta regionale sul Fondo affitti. “Anche quest’anno – ha detto – il fondo affitti si costruisce con una dotazione di 15 milioni di euro. Ai quali si aggiungono finalmente quest’anno 6,5 milioni di provenienza statale: l’anno scorso il finanziamento statale era pari a zero. Le somme sono al netto delle premialità da parte dei Comuni: prevediamo che i comuni in gran parte contribuiscano con una quota. Ai comuni che contribuiranno al fondo, la Regione parteciperà con un premio che complessivamente è di 6,5 milioni di euro. Quest’anno, come lo scorso, c’è anche una penalità per i comuni ad alta tensione abitativa che non cofinanzino il fondo. Grazie a questo sistema, condiviso dal partenariato (insieme alla Barbanente c’erano oggi i rappresentanti di Sunia e Assocasa), il cofinanziamento comunale è passato da 1,5 milioni di euro nel 2011 a 2,2 milioni nel 2012”. “La Puglia – ha ricordato – è la Regione che contribuisce in maggior misura al Fondo affitti: nelle altre regioni i Comuni versano percentualmente molto di più”. “Una delle novità più rilevanti della delibera odierna è che parte delle somme stanziate possono essere utilizzate dai Comuni per la creazione di Agenzie per l’Affitto, nelle quali far incontrare la domanda e l’offerta – quella degli inquilini che hanno bisogno di sostegno e canoni agevolati e concordati e quella degli inquilini che hanno bisogno di garanzie per il pagamento dell’affitto”. “La delibera localizza infine i fabbisogni e li divide tra i Comuni: oltre 2 milioni di euro vanno a Bari città. La scadenza per i Comuni – che devono predisporre i bandi – per la presentazione degli elenchi degli aventi diritto alla Regione è il prossimo 10 febbraio. I Comuni dovranno predisporre appositi capitoli di bilancio fuori dal patto di stabilità per poter effettivamente erogare le somme”. “Ce la mettiamo tutta – ha concluso – per venire incontro agli inquilini, ma anche la Regione ha problemi di patto di stabilità per il versamento delle somme ai Comuni per i vincoli del Patto di stabilità: solo la settimana scorsa è stata sbloccata la somma per quasi concludere l’annualità 2012. Poi attendiamo che il Cipe modifichi i criteri per l’individuazione dei comuni ad alta tensione abitativa, perché alcuni centri specie del Salento sono fuori dai criteri anche se colpiti dal boom turistico”.  
   
   
ZAIA: “LA STANGATA IMU E TASI CAUSATA DALLE PERICOLOSE POLITICHE CENTRALISTE DEL GOVERNO RENZI”  
 
Venezia, 26 novembre 2014 - “Per quella forma di delirio di onnipotenza che lo accompagna, Renzi continua a negare ogni e qualsiasi responsabilità anche del suo governo sull’irrefrenabile aumento della tassazione a livello locale. Al sempre più disperato grido d’allarme degli amministratori comunali e regionali, di qualsiasi colore politico, per i tagli insopportabili ai loro bilanci da parte dello Stato, aspettiamoci che il premier risponda con l’ennesima autocelebrazione sulla bontà del proprio operato e sulla sua lungimiranza di salvatore della patria. E mentre lui si imbroda, le famiglie si impoveriscono e le aziende chiudono”. E’ un’accusa precisa di far pesare sui territori “le proprie inconcludenti e spocchiose politiche centraliste”, quella che il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, rivolge agli ultimi governi, compreso quello in carica, sottolineando come i Comuni siano costretti a far leva su Imu e Tasi per sopravvivere, compensando così il saccheggio subito da Roma. Una stangata che, per esempio a Verona, ha fatto registrare, in base a un’analisi del Caf Acli per «Sole 24 Ore», addirittura un + 163% per negozi e capannoni. “E’ quasi umiliante dover spiegare a uno che è stato sindaco fino a qualche mese fa che quello degli Enti locali e delle Regioni non è un piagnisteo ma la cruda realtà – continua Zaia –. Non si possono imbrogliare i cittadini promettendo loro la riduzione delle tasse o peggio ancora distribuendo con una mano qualche decina di euro alle famiglie e sottraendo con l’altra risorse agli Enti che erogano servizi indispensabili, obbligandoli cosi a recuperarle proprio da quelle famiglie costrette così a restituire quella falsa elargizione. E’ una presa in giro vergognosa!” “Nel suo disegno neo centralistico – conclude Zaia – la stessa sorte dei Comuni Renzi intende riservarla anche alle Regioni, amplificando così il danno alle comunità, perché è evidente che le autonomie locali sono solo un fastidio per questo Governo, che sta facendo di tutto e di più per sbarazzarsene. Un disegno pericoloso al quale ci opporremo anche, se dovesse servire, con azioni eclatanti”.  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: LA REGISTRAZIONE DELLA FORMA DEL CUBO DI RUBIK QUALE MARCHIO COMUNITARIO È VALIDA  
 
Lussemburgo, 26 novembre 2014 - Su richiesta della Seven Towns, società britannica che gestisce i diritti di proprietà intellettuale legati al «cubo di Rubik», l’Ufficio dei marchi dell’Unione (Uami) ha, nel 1999, registrato quale marchio comunitario tridimensionale la forma di tale cubo per «puzzle a tre dimensioni». Nel 2006, la Simba Toys, società tedesca che produce giocattoli, ha chiesto all’Uami l’annullamento del marchio tridimensionale in ragione del fatto che esso comportava una soluzione tecnica consistente nella sua capacità di rotazione, soluzione che poteva essere tutelata solo a titolo di brevetto e non in quanto marchio. Poiché l’Uami ha respinto la sua domanda, la Simba Toys ha adito il Tribunale di un ricorso per l’annullamento della decisione dell’Uami . Nella sua sentenza odierna, il Tribunale respinge il ricorso della Simba Toys. In primo luogo il Tribunale rileva che le caratteristiche essenziali del marchio controverso sono, da un lato, il cubo in sé e, dall’altro, la struttura a griglia visibile su ciascuna delle sue facce. Secondo il Tribunale le linee nere spesse che fanno parte di tale struttura e che appaiono sulle tre rappresentazioni del cubo disegnando una griglia al loro interno non fanno alcuna allusione a una capacità di rotazione degli elementi individuali del cubo e dunque non assolvono alcuna funzione tecnica. Infatti, la capacità di rotazione delle bande verticali e orizzontali del cubo di Rubik non deriva né dalle linee nere né dalla struttura a griglia bensì da un meccanismo interno del cubo che è invisibile sulle sue rappresentazioni grafiche. Di conseguenza, la registrazione della forma del cubo di Rubik quale marchio comunitario non può essere negata per il motivo che essa incorpora una funzione tecnica. In secondo luogo, il Tribunale rileva che il marchio in questione non consente al suo titolare di vietare a terzi di commercializzare tutti i tipi di puzzle a tre dimensioni aventi una capacità di rotazione. Il monopolio di commercializzazione del titolare si limita ai puzzle a tre dimensioni aventi la forma di un cubo e sulle cui facce sia apposta una struttura a griglia. In terzo luogo, il Tribunale ritiene che la struttura cubica a griglia si distingua in misura considerevole dalle rappresentazioni di altri puzzle a tre dimensioni disponibili sul mercato. Tale struttura è pertanto dotata di un carattere distintivo che consente ai consumatori d’indentificare il produttore del bene per il quale il marchio è stato registrato.  
   
   
LOMBARDIA: IN BRIANZA SI FA IL BARATTO ED ARRIVA UNA NUOVA MONETA, L´EUREX  
 
Monza, 26 novembre 2014 - Una scrivania per ufficio in cambio di un evento promozionale o di una consulenza legale, un sito internet che vale una posa di piastrelle. Con la crisi si ritorna al baratto e in Brianza arriva l’Eurex, la nuova “moneta complementare” a disposizione di imprese, artigiani e liberi professionisti, con cui è possibile barattare prodotti e servizi, oppure maturare crediti in monete complementari, da utilizzare per futuri scambi con aziende. E sono quasi 60mila le imprese lombarde che già utilizzano il baratto per la compravendita di beni e servizi. Uno strumento che “fa girare” in Lombardia 1,8 miliardi di euro in servizi e prodotti scambiati tra imprese, secondo la stima dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza. In Lombardia il baratto incuriosisce il 40,9% degli imprenditori mentre già il 7,3% lo ha introdotto nella propria attività di impresa per effettuare acquisti e vendite. A Monza e Brianza il fenomeno interessa il 5,2% delle imprese, a Milano la percentuale sale a 9,4%. È quanto emerge dall’indagine “2015: Quali opportunità per le imprese?” della Camera di commercio di Monza e Brianza. Lo scorso 21 novembre in occasione dell’incontro “La moneta complementare ed il Corporate Barter: la rivoluzione del mercato”, promosso dal Consorzio Barter Italia presso la sede della Camera di Commercio di Monza e Brianza, sono stati presentati i vantaggi e le modalità di utilizzo della moneta complementare come strumento di gestione del circolante, nozioni di fiscalità in tema di baratto multilaterale, oltre ad alcune case histories di imprese di Monza e Brianza che già utilizzano il baratto come strumento per lo scambio di beni e servizi.  
   
   
“TURCHIA, UN MERCATO IN CRESCITA: OPPORTUNITÀ PER LE PMI ITALIANE”  
 
Milano, 26 Novembre 2014 – Oggi dalle Ore 09:30 – 17:30 presso la Camera Di Commercio Di Milano A Palazzo Turati Via Meravigli 9/B, si svolgerà il convegno: imprese a confronto e dibattito sul mercato. Nel pomeriggio incontri tra imprenditori dei due Paesi. Programma: Registrazione Partecipanti; Apertura Dei Lavori: Federico Maria Bega, Dirigente Aree Strategiche, Promos-camera di Commercio di Milano; Giancarlo Aragona, Presidente, “Euro-mediterranean Development; Centre for Micro, Small and Medium Enterprises” Foundation; Luciano Cenedese, Head of Unicredit International Center Italy. Intervento Programmato: Aylin Sekizkök, Console Generale della Repubblica di Turchia a Milano. “Il Quadro Fiscale E Societario In Turchia”: Giacomo Luccisano, General Manager, Diacron. “Il Sistema Bancario In Turchia E Le Opportunita’ Di Business Per Le Pmi Italiane” Nicola Longo Dente, Head of International Center Yapi Kredi, Gruppo Unicredit, Turchia. Case Study: Manuel Oldrati, Ceo, Oldrati Group. Q&a. Business Light Lunch. Dalle ore 12:30 alle ore 17:30 sarà possibile per le aziende italiane selezionate incontrare operatori turchi dei settori macchinari per imballaggio e per la plastica.  
   
   
FEDERLAZIO A BRUXELLES: PRESENTATI I RISULTATI DEL PROGETTO EUROPEO RASDI  
 
Roma, 26 novembre 2014 - Nel corso di un incontro svoltosi presso la Rappresentanza Permanente di Spagna a Bruxelles, sono stati presentati i risultati dell’analisi del progetto Rasdi (Approccio Regionale al Dialogo Sociale nelle Pmi industriali). All’incontro hanno partecipato i rappresentanti dei cinque paesi coinvolti nel progetto (Italia, Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Svezia) alla presenza del Social Dialogue Project Manager della Commissione Europea, Danny Scheerlinck. L’italia era rappresentata dalla Federlazio, nello specifico dal Direttore Generale Luciano Mocci e dal Responsabile del Servizio Sindacale Andrea D’alessio. Le attività del progetto Rasdi sono state avviate all’inizio del 2014 con lo scopo di analizzare il dialogo sociale tra le piccole e medie imprese nei diversi territori e comprendere come contribuire al suo miglioramento. Grazie ad una serie di interviste e questionari realizzati con gli stakeholder di ogni paese, sono state individuate differenze e punti in comune degli approcci al dialogo sociale, con lo scopo di fornire raccomandazioni alla Commissione Europea per determinare tutte quelle azioni volte proprio a migliorare il dialogo sociale nelle imprese. Nel corso dei lavori è stato anche presentato un booklet contenente le analisi dei 5 paesi. Il libro è attualmente in fase di traduzione per essere messo a disposizione degli operatori presenti in ogni singolo paese. “I risultati ottenuti in questi mesi dal Rasdi sono stati rilevanti e l’incontro di Bruxelles ne è stata la conferma: notevoli sono infatti gli spunti di lavoro individuati che ora saranno tramutati in azioni concrete da parte della Commissione Europea. L’ottimismo intorno a questo progetto è dato anche dalla sempre maggiore consapevolezza che il dialogo sociale può essere uno dei principali strumenti per sviluppare e migliorare i rapporti all’interno di un sistema economico già fortemente in difficoltà. Federlazio crede fortemente nel progetto Rasdi e si adopererà al meglio affinché le raccomandazioni affidate alla Commissione Europea si traducano presto in azioni concrete”. Questa la dichiarazione del Direttore Generale della Federlazio, Luciano Mocci.  
   
   
LUCCHINI ALLA CEVITAL, ROSSI: "SCOMMESSA VINTA: SI TORNA A PRODURRE ACCIAIO"  
 
Firenze, 26 novembre 2014 - La ex Lucchini di Piombino va alla Cevital, che si è aggiudicata la gara per l´acquisizione delle acciaierie, e il presidente della Toscana Enrico Rossi saluta con soddisfazione la notizia. "Questo successo è frutto, prima di tutto, di una forte intesa tra i lavoratori, i sindacati e le istituzioni, regionali e locali, a cui il governo ha saputo dare risposte – commenta - Avevo detto che mi sarei giocato tutto su Piombino e che era una scommessa che non si poteva perdere. Ci ho messo la faccia e il cuore e per me, oggi che Piombino riparte, è un bel giorno". "L´offerta che il presidente del gruppo algerino mi aveva anticipato il 24 ottobre era davvero di grande interesse" spiega Rossi. "Alla Lucchini – riassume - si tornerà infatti a produrre acciaio, come chiedeva il territorio: 2 milioni di acciaio in un anno. Sono previsti 400 milioni di investimento per la realizzazione di due forni elettrici e un nuovo laminatoio e in due anni saranno riassorbiti tutti i dipendenti. Saranno bonificati inoltre i terreni e si inizierà a produrre biodiesel, olio vegetale, mangimi e zucchero, con altri cinquecento posti di lavoro attesi". Nascerà anche un polo logistico per l´import-export delle attività del gruppo. Quattro punti pesanti per il rilancio dell´area e il suo futuro sviluppo economico. Il presidente della Toscana ricorda il ruolo di primo piano giocato dai due accordi di programma del 2013 e 2014 siglati tra Regione, Governo e Autorità portuale. "Il potenziamento delle infrastrutture e gli incentivi per gli investimenti hanno accresciuto interesse per l´investimento" dice. I lavori per l´ammodernamento del porto con escavo dei fondali a 20 metri e la realizzazione di nuove banchine sono già a buon punto, come i lavori di bonifica. "Stiamo realizzando il programma nel rispetto dei tempi" conclude il presidente, che si sofferma poi sull´interessante prospettiva di scambio con Algeria e Nord Africa legata alla realizzazione di una comunità dell´acciaio nel Mediterraneo. Il presidente ringrazia il commissario Nardi per il lavoro svolto.  
   
   
IL 72% DELLE IMPRESE CINESI DI FIRENZE, PRATO, E PISTOIA NON RISPETTA LE PIÙ BASILARI NORME PER LA SICUREZZA SUL LAVORO I RISULTATI DEI PRIMI CONTROLLI CONFERMANO QUANTO SIA FACILE PER I SISTEMI ILLEGALI INSEDIARSI NEL TERRITORIO  
 
 Firenze, 26 novembre 2014 - Il 72% delle imprese cinesi di Firenze, Prato e Pistoia non rispetta le più basilari norme per la sicurezza sul lavoro. È quanto emerge dai primi risultati del programma di controlli della Regione Toscana che, da qui al 2016, prevede di passare al setaccio tutte le 7.700 aziende cinesi ad oggi esistenti sul territorio. “Un grande sforzo con cui, finalmente, enti ed istituzioni locali accolgono le richieste avanzate da tempo da Confartigianato e da tutta l’imprenditoria ‘sana’, italiana quanto straniera – commenta Gianna Scatizzi, presidente dell’associazione degli artigiani fiorentini – All’origine di tragedie come quella di Prato dello scorso dicembre, della mancata sicurezza dei lavoratori, della concorrenza sleale verso le imprese che rispettano le norme c’è infatti la facilità con cui possono insediarsi sistemi illegali di produzione sui nostri territori. È su questo terreno che occorre intervenire. L’obiettivo di tutti deve essere non dare più alibi alla illegalità ed è proprio in questa direzione che si muove il progetto della Toscana”. I controlli effettuati a partire da settembre confermano le parole di Scatizzi: delle 497 imprese ad oggi ispezionate (il 6,5% del totale), ben il 72% non rispetta le norme di sicurezza sui luoghi di lavoro. Tra queste 40 (11%) sono state oggetto di sequestro/chiusura per gravi irregolarità, mentre alle altre sono state elevate informative di reato e prescrizioni. Il progetto, denominato “Lavoro Sicuro”, prevede anche che le aziende gestite da imprenditori cinesi non a norma dal punto di vista della sicurezza nei luoghi di lavoro che intendono “uscire spontaneamente allo scoperto” possano farlo ed evitare l’ispezione nella fase iniziale, a condizione però di mettersi in regola in brevissimo tempo, sotto la supervisione delle Associazioni di Categoria. Per maggiori informazioni le aziende interessate possono rivolgersi all’ufficio Ambiente e sicurezza sul lavoro di Confartigianato: 055.7326964-65-77-68.  
   
   
AST-TK: ASSESSORE UMBRIA "BENE LANDINI SU INDISPONIBILITÀ FIRMARE ACCORDO A TUTTI I COSTI"  
 
Perugia, 26 novembre 2014 - L´assessore regionale Stefano Vinti condivide la posizione espressa dal segretario nazionale della Fiom, Maurizio Landini, in merito alla vicenda dell´acciaieria di Terni, quando afferma che "non si può fare un accordo a tutti i costi" e, proprio per questo, si è recato a Terni per un´assemblea con tutti gli iscritti Fiom. "La vertenza Ast-tk - ha dichiarato l´assessore Vinti - assume i connotati di una lotta che non riguarda solamente i lavoratori e il territorio del ternano. Vengono al redde rationem tutte le contraddizioni degli ultimi anni: da un lato la rinuncia del nostro Paese ad avere una propria politica industriale a vantaggio di multinazionali che hanno fatto il bello e il cattivo tempo; dall´altra la continua aggressione ai diritti e alle tutele dei lavoratori a cominciare dall´indebolimento della contrattazione nazionale per arrivare alla manomissione dell´art. 18. Per questo – ha sottolineato l´assessore - le dichiarazioni di Landini sono condivisibili soprattutto per quanto riguarda la firma di un accordo che deve prevedere la continuazione della produzione dell´acciaio a Terni, la rinuncia da parte dell´azienda ai licenziamenti e il rafforzamento delle tutele che riguardano le condizioni di lavoro degli operai delle acciaierie e dell´indotto. Il non accettare qualsiasi tipo di accordo, - ha concluso Vinti - va di pari passo con la consapevolezza che il buon esito della vertenza Ast-tk rappresenterebbe un traguardo importante per tutti i lavoratori italiani che, in questa fase, stanno pagando i costi più alti della crisi economica".  
   
   
EDUCAZIONE ALLO SVILUPPO 2015: ULTIMI GIORNI PER PRESENTARE I PROGETTI  
 
Bolzano, 26 novembre 2014 - La Provincia ricorda che c´é ancora tempo sino al 1° dicembre per presentare le domande di finanziamento per i progetti di educazione allo sviluppo e alla mondialità riferite all´anno 2015. Possono essere presentati e realizzati da onlus e enti senza scopo di lucro e sono finanziabili fino al 70% della spesa ammessa. Sono gli ultimi giorni utili per presentare all´Ufficio provinciale Affari di gabinetto le domande di finanziamento per i progetti di educazione allo sviluppo e alla mondialità riferite al 2015, a cui la Provincia riserva il 15% del budget della cooperazione internazionale. Il termine scade lunedì 1° dicembre, la domanda di finanziamento e il modulo per il progetto possono essere scaricati dal sito www.Provincia.bz.it/cooperazioneallosviluppo alla voce "modulistica". Nello scorso settembre la Giunta provinciale ha approvato i nuovi criteri per la promozione dei progetti di educazione, che possono essere presentati e realizzati da onlus e enti senza scopo di lucro e sono finanziabili fino al 70% della spesa ammessa. Si tratta di iniziative volte a sensibilizzare la popolazione su tematiche legate alla cooperazione internazionale e ai rapporti Nord Sud: lo sviluppo sostenibile, il commercio equo e solidale, le economie solidali e del bene comune, la pace e la risoluzione pacifica dei conflitti, la riduzione della povertà e dello svantaggio sociale, la globalizzazione, i diritti umani, la tutela delle minoranze linguistiche e culturali, dialogo interculturale, correlazione tra povertà, violenza e migrazione, rispetto della diversità e inclusione con riferimento a temi legati alla cooperazione internazionale e alle politiche di sviluppo nel Sud e nel Nord del mondo. Tutti i progetti conclusi sono consultabili nella banca dati online sempre sul sito www.Provincia.bz.it/cooperazioneallosviluppo alla voce "Progetti in Alto Adige", altre iniziative sono promosse sulla pagina facebook "Apb Entwicklungszusammenarbeit Pab Cooperazione allo sviluppo".  
   
   
SERTUBI: SERRACCHIANI, IMPEGNO PER REINDUSTRIALIZZAZIONE  
 
Trieste, 26 novembre 2014 - "Si è registrato un interesse condiviso per favorire la reindustrializzazione delle aree non utilizzate del sito della Sertubi". Lo ha confermato la presidente della Regione, Debora Serracchiani, al termine del tavolo promosso dalla stessa Regione ieri a Trieste sulla situazione dell´azienda siderurgica triestina, al quale ha partecipato Antonio Gozzi, presidente di Duferco, la società che ha affittato l´area e gli impianti al Gruppo indiano Jindal. All´incontro hanno preso parte, accanto alla presidente, il vicepresidente e assessore alle Attività produttive Sergio Bolzonello, il sindaco di Trieste Roberto Cosolini, le organizzazioni sindacali e Confindustria. "La proroga fino al 2021 del contratto d´affitto d´azienda formalizzato tra Duferco e Jindal - ha osservato la presidente Serracchiani - rappresenta intanto una garanzia del posto di lavoro per i dipendenti rimasti della Sertubi per i prossimi cinque anni". "Come Amministrazione regionale - ha proseguito la presidente - abbiamo inoltre confermato l´impegno ad accompagnare eventuali proposte di reindustrializzazione che dovessero essere avanzate a Duferco o nell´ambito più generale della procedura di crisi industriale complessa, affidata a Invitalia, con attenzione naturalmente all´insediamento di Arvedi nell´area della Ferriera". Anche il presidente di Duferco ha assicurato la disponibilità a prendere in considerazione eventuali proposte di insediamento ("non ci tireremo indietro", ha detto). Secondo Gozzi, che è anche presidente di Federacciai, la decisione di Jindal di prorogare l´affitto, così come l´interesse per rilevare l´acciaieria di Piombino, conferma le strategie degli imprenditori indiani: la volontà di tenere un piede sul mercato europeo e di apprendere nello stesso tempo dall´industria europea gli standard per i prodotti di alta gamma.  
   
   
PROGETTO COGNE 2016, SIGLATO IL PROTOCOLLO D’INTESA  
 
Aosta, 26 novembre 2014 - Con la firma di lunedì 24 novembre prende il via ufficialmente il Progetto Cogne 2016. Il protocollo d’intesa è stato siglato dal Presidente della Regione, Augusto Rollandin, dall’Amministratore delegato della Cogne Acciai Speciali, Monica Pirovano, e dal Sindaco del Comune di Aosta, Bruno Giordano. Alla firma, era presente anche l’Assessore alle attività produttive, Pier Luigi Marquis, che segue il progetto per conto dell’Amministrazione regionale. L’obiettivo del documento è di favorire il processo di riconversione industriale avviato nel 2012 dalla Cogne Acciai Speciali e finalizzato a giungere a una ridefinizione del mix di prodotto molto più specialistico e ad alto valore aggiunto. Pierluigi Marquis, Assessore alle attività produttive - L’obiettivo che ci si prefigge con questo progetto Cogne 2016, che è consequenziale a Cogne 2010, è quello di aggiornare gli interventi strutturali, che sono propedeutici al riposizionamento dell’azienda avviato in questi anni sul mercato. Sono interventi importanti, per garantire lo sviluppo aziendale e i livelli occupazionali, e quindi per ciò che rappresenta la Cogne nella realtà valdostana. Un documento fondamentale quindi, come ha sottolineato il Presidente Rollandin, anche alla luce del fatto che è stato elaborato per essere concretizzato in tempi brevi. Dal conto suo, il sindaco Giordano ha sottolineato come il progetto, per la sua importanza, sia stato approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Aosta. Pierluigi Marquis, Assessore alle attività produttive - Sarà da definire il piano d’azione, sono previsti quattro ambiti di priorità, e c’è uno stanziamento della Regione. Adesso, di comune accordo con la Cogne, definiremo la programmazione operativa. Il documento prevede un investimento dell’Amministrazione regionale di 700 mila euro, da impiegare nell’abbattimento e nella sistemazione di manufatti in pessimo stato di conservazione, già all’epoca della sottoscrizione del primo contratto di locazione. Dal canto suo, la Cogne Acciai Speciali realizzerà investimenti impiantistico-strutturali per oltre 800 mila euro. Monica Pirovano, Amministratore delegato della Cas - Abbiamo già avuto un primo incontro con i vertici di Vallée d’Aoste Structure, per definire un piano operativo molto pratico e iniziare, da subito, ad avviare tutte le attività programmate, sia da Cogne Acciai Speciali da un lato, che dagli altri enti. Il 2016 deve essere un obiettivo di arrivo, che assolutamente non dobbiamo mancare. Il Progetto Cogne 2016 si articola in 4 ordini di priorità, a loro volta suddivise in 7 interventi di varia portata, con l’obiettivo di realizzare in modo efficace tutti gli investimenti previsti e, quindi, di contribuire alla buona riuscita del processo di riconversione industriale. Monica Pirovano, Amministratore delegato della Cas - Diciamo che ce ne sono diversi, alcuni riguardano la ristrutturazione di quella che noi chiamiamo la vecchia fucina, che oggi è un capannone molto vecchio e non utilizzato, nel quale possono essere inserite nuove attività. E poi c’è tutta un’altra serie a contorno dell’area produttiva della Cogne.  
   
   
COOPERAZIONE: FVG, NONOSTANTE STATI CRISI MODELLO RESTA VALIDO  
 
Trieste, 26 novembre 2014 - "La Regione, oggi, è impegnata in oltre una quarantina di ´tavoli di crisi´ che incidono nel tessuto economico del Friuli Venezia Giulia in tutte le sue aree territoriali; tra queste, anche quelli che riguardano il sistema cooperativo, come Cooperative operaie di Trieste e Coopca Tolmezzo, segnali di un sistema che ha bisogno di trovare nuove soluzioni normative", ha sottolineato a Trieste il vicepresidente della Regione e assessore alle Attività produttive, Sergio Bolzonello, intervenendo al primo incontro della Cattedra di San Giusto, promossa dalla diocesi di Trieste e dall´arcivescovo Giampaolo Crepaldi. "Il mondo della cooperazione, non solo quella regionale, sta attraverso un momento di criticità", ha affermato Bolzonello, che può e deve trovare supporto - per la sua continuità economica e per continuare a rispondere a quelle esigenze solidaristiche per cui era nata e si era sviluppata secondo un modello virtuoso nella nostra regione e in Italia - solo da una radicale evoluzione delle norme nazionali che regolano questo settore: "occorre infatti che venga introdotta una nuova legislazione nazionale per quanto concerne i controlli sulle società cooperative, mutuando quanto viene già fatto nel nostro Paese per le società". "Il mondo della cooperazione resta uno sistema economico valido, ma bisogna introdurre nuove regole. Come peraltro, per quanto di sua competenza, ha fatto la Regione - ha osservato Bolzonello - che proprio recentemente ha introdotto alcune modifiche e semplificazioni normative che ora consentono di attivare più celermente la revisione straordinarie delle cooperative e di affrontare il ´nodo´ delle situazioni economico-finanziarie e patrimoniale delle cooperative stesse". Le criticità manifestatesi in regione in alcune cooperative, ha poi aggiunto il vicepresidente della Regione, hanno innescato tutta una serie di negative "ricadute" anche in Veneto ed in Emilia-romagna, comportando in qualche caso significativi "prelievi" del prestito sociale da parte dei soci. "La Regione comunque intende stare vicina al ´suo´ sistema cooperativo, e la finanziaria regionale Friulia, come nel caso di Cooperative operaie, potrà affiancare un nuovo piano industriale esclusivamente nel caso in cui si presenti solido e di buone prospettive: compito di Friulia, infatti, non è quello di risanare ma di investire", ha dichiarato Bolzonello. La stessa Regione, con il suo sistema di ammortizzatori sociali, ha concluso il vicepresidente, sarà totalmente a fianco di quei dipendenti delle cooperative che da necessarie, talvolta indispensabili, ristrutturazioni aziendali rischiano di perdere il proprio posto di lavoro: "su Cooperative operaie si sentono in questi giorni tante notizie di riduzioni occupazionali; credo che queste voci potranno essere comunque radicalmente ridimensionate".  
   
   
ROSSI SULLA MANIFESTAZIONE DI LIVORNO: "STARE AL FIANCO DEI LAVORATORI È UN DOVERE DELLE ISTITUZIONI"  
 
Firenze 26 novembre 2014 - "Mi auguro che questa manifestazione, contestazioni comprese, serva a portare la vertenza Livorno all´attenzione nazionale e spinga Parlamento e governo ad intervenire finanziando il progetto Livorno e risolvendo le vertenze aperte a partire da quella Trw ed Eni". Lo ha detto il presidente della Regione Enrico Rossi commentando la manifestazione dei sindacati di ieri. "Chiedo al Ministero dello Sviluppo economico un incontro urgente per definire e sottoscrive precisi impegni per questa città che in poco tempo ha perso 20mila posti di lavori", ha continuato Rossi. "La fame di lavoro e le urla che oggi la piazza di Livorno ha espresso non possono restare inascoltate. La contestazione era prevedibile, ma ho voluto esserci ugualmente. Ho fatto fino in fondo il mio dovere, portando a termine il mio intervento. Chi era venuto non per contestare ma per manifestare - ed era la stragrande maggioranza - aveva il diritto di ascoltare le proposte della Regione. Finché sarò presidente andrò in piazza, davanti alle fabbriche in difficoltà, nelle zone colpite dalla crisi, dalle alluvioni ad incontrare i cittadini. Chi rappresenta le istituzioni" - ha terminato - "ha il dovere di stare accanto ai lavoratori e alle persone in difficoltà".