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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 13 Gennaio 2015
CINEMA E LAVORO, SBARCA A BOLOGNA “MENO MALE È LUNEDÌ” DI FILIPPO VENDEMMIATI  
 
Bologna, 13 gennaio 2014 – Una serie di proiezioni a Bologna, dove il film nasce e si radica, quindi una premiére speciale all’interno del carcere della Dozza, dove è stato girato. Così, dopo il Festival Internazionale del Cinema di Roma e le visioni speciali a Spoleto, giovedì 15 gennaio al Nuovo cinema Nosadella sbarca il film “Meno male è lunedì”, diretto da Filippo Vendemmiati. Nel film, sostenuto anche dalla Regione Emilia-romagna tramite l’Agenzia di Informazione e Comunicazione della Giunta, sono protagonisti i detenuti e gli ex operai del progetto “Fare Impresa in Dozza”, impegnati in lavorazioni metalmeccaniche per Gd, Ima e Marchesini Group. Il programma di proiezioni e il progetto sono stati presentati oggi a Bologna, nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella sede della Regione Emilia-romagna, in viale Aldo Moro 52. Hanno partecipato alla presentazione, tra gli altri, l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti, il regista Filippo Vendemmiati, Gian Guido Naldi di Fid-fare Impresa in Dozza, Claudia Clementi direttrice della casa circondariale della Dozza, il direttore della fotografia Stefano Massari e rappresentanti della produzione. “Siamo fieri dei risultati che sta ottenendo questo lavoro – ha commentato l’assessore Massimo Mezzetti -, un’opera che va nella direzione di una nostra idea di sostegno alle produzioni documentaristiche, che pur con magre risorse a disposizione sta contribuendo a far diventare questa regione tra i poli di eccellenza in questo campo”. “Il documentario di Vendemmiati – ha aggiunto Mezzetti – rappresenta il tema del lavoro come fattore identitario, di emancipazione della persona, nell’ambito di un progetto che ha messo in luce una sinergia positiva tra soggetti, aziende, interlocutori, che ha poi incrociato la sensibilità degli autori. Il lavoro, che spesso viene visto come fatica e schiavitù, in questo caso è libertà”. Un’esperienza positiva messa in luce dalle parole di Gian Guido Naldi di Fid, ispiratore del progetto, che ha raccontato di come si sia strutturata l’organizzazione di questa impresa sociale. Dal canto proprio, la direttrice della casa circondariale bolognese, Claudia Clementi, ha definito “importantissima l’esperienza di raccontare un lavoro vero, di cui sia l’istituzione che i detenuti e gli operatori impegnati sono molto orgogliosi”. Vendemmiati, il regista, ha ringraziato gli autori delle musiche (Tetes de Bois) e il ruolo da mediatore svolto da Valerio Monteventi, quindi ha raccontato della complessità di giungere a una sintesi da una storia “così complessa e vera, in cui la sceneggiatura finale è stata sviluppata in fase di montaggio, con un vasto materiale nel quale non c’era nessun dialogo preparato a tavolino e nessuna scena ripetuta”. “Mi piacciono molto le storie contromano, di minoranza – ha commentato il regista -, e questo è forse il filo rosso che unisce tutti i miei lavori”.  
   
   
MUSEO DELLE DONNE MERANO: INCONTRO ASSESSORE STOCKER STROHMER  
 
Bolzano, 13 gennaio 2015 - Il futuro sviluppo del Museo delle Donne di Merano, che tratta dalla prospettiva femminile temi di storia e della quotidianetà e tematizza argomenti di genere, è stato al centro di un recente colloquio a Bolzano fra l´assessora provinciale Martha Stocker e l´assessora del Comune di Merano Gabriela Strohmer. L´ulteriore svuluppo del Museo delle Donne di Merano è rilevante per entrambe le politiche, tra le cui competenze vi sono le pari opportunità e le politiche femminili. Il Museo delle Donne è l´unico di questo tipo in provincia di Bolzano e come ha fatto presente l´assessora Stocker alla collega del Comune di Merano Strohmer, è una struttura con influssi sovrarregionali grazie alle molteplici mostre ed eventi dedicati a temi di genere e argomenti legati al mondo femminile. L´assessora da parte sua conferma il suo sostegno all´istituzione museale in particolar modo attraverso i progetti finanziati dalla Commissione provinciale per le pari opportunità per le donne. Mentre l´esposizione permanente del Museo delle Donne di Merano tratta dalla prospettiva femminile temi di storia e della quotidianetà, per mezzo delle esposizioni temporanee ed eventi di vario tipo tematizza argomenti di genere e attinenti le pari opportunità. Il Museo, inoltre, è impegnato nell´attività di rete e costituisce uno punto d´incontro importante della rete "network of women´s museums".  
   
   
PEGASO D´ORO AI FRATELLI TAVIANI. ROSSI: "OPERA SEGNATA DA VOGLIA DI LIBERTÀ E IMPEGNO CIVILE"  
 
Firenze 13 gennaio 2015 - "Un premio che ci commuove, un premio che ci onora e ci fa tornare a casa, quella casa lasciata tanti anni fa e a cui abbiamo sempre saputo che saremmo tornati. E oggi questo accade grazie alla Regione". Così i fratelli Paolo e Vittorio Taviani hanno commentato a caldo il Pegaso d´Oro consegnato loro dal presidente Enrico Rossi, la massima onorificenza toscana che trova origine nel simbolo scelto dal Comitato di liberazione regionale durante la Resistenza e divenuto simbolo stesso della Regione. "Un grazie che rendiamo tangibile col nostro ultimo film dedicato al Boccaccio, girato nella nostra terra, nelle nostre bellissime città e campagne che ci ha riportato a lavorare qui dopo vent´anni. Si dice che l´ultimo realizzato è quello che ogni autore ama di più – hanno aggiunto -, e c´è qualcosa di vero in questo. Ma noi sappiamo che c´è un film per cui i toscani, ma anche noi, nutrono un´affezione particolare, cioè La notte di San Lorenzo; noi speriamo che Maraviglioso Boccaccio entri in concorrenza per l´affetto che susciterà nell´animo dei toscani, a partire dalla speranza di organizzare qui a Firenze la sua prima nazionale". "Due grandi autori che meritano in pieno questo riconoscimento per tutta la loro opera, segnata dalla voglia di libertà e dall´impegno civile così legato alle loro radici in questa terra, l´Itaca verso cui non hanno mai abbandonato il loro pensiero e a cui oggi sono tornati – ha detto il presidente Rossi -; un segno che oggi risulta particolarmente importante e attuale in tempi bui e segnati da tante forme di peste, come quella raccontata dal Boccaccio, che oggi richiedono la rinascita di un nuovo umanesimo contro ogni fondamentalismo: e da dove se non da questa Toscana può trovare un punto di partenza che ridia fiducia e un senso del futuro a tutti noi? Grazie ai Taviani per la loro opera, e mi si lasci dire dell´onore che è in primis per me, da sempre loro grande ammiratore, consegnare loro un Pegaso d´Oro più che meritato". Maraviglioso Boccaccio, ispirato alle novelle del Decameron di Giovanni Boccaccio, vincitore del Fondo Cinema della Regione Toscana, uscirà nelle sale nei prossimi mesi. I Taviani riprendono la metafora della peste per raccontare di giovani che, ieri come oggi, sfuggono dalle situazioni negative grazie alla creatività e alla fantasia, alla ricerca di un futuro possibile. Le riprese si sono svolte da marzo a novembre 2014, in collaborazione con Toscana Film Commission, nel centro storico di Pistoia, a Villa La Sfacciata di Scandicci, nel centro storico fiorentino e a Pienza. In occasione della consegna del Pegaso d´Oro a Paolo e Vittorio Taviani, Quelli della Compagnia Fst propongono al cinema Odeon di Firenze (Piazza Strozzi) due film firmati dai registi toscani: alle 18.00 Padre Padrone (1977), film tratto dall´omonima autobiografia dello scrittore Gavino Ledda, vincitore della Palma d´Oro e del Premio della critica al Festival di Cannes, del David di Donatello e del Nastro d´Argento per la miglior regia; e alle 20.30 La Notte di San Lorenzo (1982).  
   
   
LA GRANDE RETATA: A TORINO LA STORIA DEL GHETTO POLACCO DI LODZ IN MOSTRA DAL 12 AL 28 GENNAIO  
 
Torino, 13 gennaio 2015 - Ventisei pannelli per raccontare la tragica storia del ghetto della città polacca di Lodz, con documenti d’epoca e immagini scattate dal 1939 all’agosto del 1944. Saranno esposti dal 12 al 28 gennaio al primo piano della Sala Mostre della Regione Piemonte, in piazza Castello 165 a Torino. “La grande retata”: è questo il titolo della mostra a cura di Anna Szwarc Zając, realizzata dal Centro Dialogo Marek Edelman e dall’Archivio Nazionale Polacco di Lodz, con la collaborazione del Consolato onorario di Polonia in Torino, della Comunità ebraica del capoluogo piemontese e della Regione Piemonte. Lunedì 12 gennaio alle 11 in Sala Stampa è prevista la conferenza stampa di presentazione dell’evento, mentre l’inaugurazione si terrà alle 17.30 al primo piano della Sala Mostre. L’esposizione racconta attraverso documenti e immagini la storia del ghetto di Lodz, creato dai nazisti nel febbraio del 1940. La parola “retata”, “szpera” in polacco, indica il divieto imposto agli ebrei di uscire di casa per prelevare e deportare i bambini al di sotto dei 10 anni e gli anziani al di sopra dei 65 anni. Il ghetto era un luogo completamente isolato dal resto del mondo, circondato da filo spinato e con stazioni di polizia a breve distanza. Al suo interno fu istituito, sotto il comando di Himmler, un campo di concentramento per bambini polacchi sotto i 16 anni, finalizzato alla distruzione sia fisica che psicologica. Il campo non era nascosto, ma ben visibile per provocare paura e sgomento tra la popolazione. I giovani rinchiusi nel campo, così come le persone che vivevano nel ghetto, avevano l’obbligo di lavorare duramente. A Lodz nacquero in quel periodo diverse aziende per la produzione di beni per la Germania, tra cui divise e stivali per i militari. La “grande retata” ripercorre le fasi della progressiva trasformazione di Lodz da città multiculturale, in cui prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale convivevano ebrei, polacchi, russi, tedeschi, cechi e armeni, in luogo di sterminio e atrocità quotidiane. La mostra, a ingresso libero, sarà aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19.  
   
   
TRENTO - SCULTURE LIGNEE IN MOSTRA A PALAZZO ROCCABRUNA  
 
Trento, 13 gennaio 2014 - Ogni anno, dal 2002, sull’altopiano del Tesino - e precisamente a Castello Tesino – si celebra un simposio internazionale di scultura lignea che tra la fine di luglio e gli inizi di agosto richiama artisti da tutto il mondo. La competizione anima per una settimana le vie del piccolo borgo e delle frazioni circostanti. Incuriositi ed ammirati i turisti si affollano intorno ai grossi ceppi di legno dai quali piano piano le mani di abili artisti estraggono forme familiari o esotiche. Selezionate da un apposito comitato tecnico – e premiate anche da una giuria popolare - le opere dei vincitori, insieme a quelle di uno scultore affermato, compongono la mostra itinerante “Luci e ombre del legno”, che testimonia, nelle varie sedi del Nord Italia in cui fa tappa, il genio creativo dell’uomo e l’eccezionale versatilità della materia prima. La rassegna, che dal 15 gennaio al 15 febbraio sarà a Palazzo Roccabruna, è promossa dal Centro di documentazione del lavoro nei boschi di Castello Tesino. Essa si compone di ventuno opere - figure umane, immaginarie, surreali - che con note di forte intensità plastica raccontano l’immaginario artistico degli scultori. Vincitore sia del premio della giuria che di quello del pubblico è stato nell’ultima edizione Mario Iral di Padova, seguito da Dino Damiano di Grignasco (No) e da Matteo Zeni di Mezzano di Primiero. Novità di questa edizione è il premio Pefc Italia conferito all’opera dello scultore Livio Tasin di Tenno (Tn) dall’omonimo istituto nazionale, responsabile della certificazione della gestione dei boschi. Le opere sono esposte con quelle dello scultore fassano Rinaldo Cigolla, scelto quale “padrino” della rassegna 2015. Per Palazzo Roccabruna la mostra rappresenta un’iniziativa preziosa per la valorizzazione di un artigianato ligneo che nei suoi esiti di punta assume i contorni di una vera e propria esplorazione artistica alla ricerca dell’intimo rapporto fra uomo, natura e territorio. Dalle montagne del Primiero la mostra “Luci e ombre del legno” si irradia in tutto il Nord Italia in un percorso itinerante che ha come scopo quello di riunire in un’ideale staffetta espositiva spazi artistici e sedi istituzionali dove testimoniare la qualità della materia prima – il legno trentino – e il talento degli artisti. L’inaugurazione è fissata per giovedì 15 gennaio alle ore 18.00 a Palazzo Roccabruna e sarà allietata da un intervento degli allievi della scuola musicale “Il Diapason” di Trento