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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 19 Gennaio 2015 |
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PARLAMENTO EUROPEO: 10 COSE DA RICORDARE DELLA PLENARIA DI GENNAIO |
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Straasburgo, 19 gennaio 2015 - Lunedì il Parlamento ha reso omaggio alle vittime degli attentati terroristici a Parigi in apertura della plenaria di gennaio. I deputati hanno approvato una proposta per consentire agli Stati membri una maggiore flessibilità di limitare o vietare gli Ogm sul loro territorio, mentre è stato anche discusso il programma della nuova presidenza lettone del Consiglio, oltre all´esito della presidenza italiana che si è concluso in dicembre. La plenaria è iniziata con un minuto di silenzio per le vittime degli attentati della scorsa settimana alla redazione di Charlie Hebdo e ad un supermercato ebraico a Parigi. I paesi dell´Ue potranno godere di maggiori poteri per limitare o vietare Ogm sul loro territorio in base alle nuove norme adottate dai deputati martedì. La legislazione dovrà ancora essere approvata dal Consiglio prima di poter entrare in vigore. "Dobbiamo investire nel successo e nel futuro per i nostri figli", ha detto il primo ministro italiano Matteo Renzi, durante il dibattito di martedì alla fine della presidenza italiana. Ha indicato di privilegiare gli investimenti all´austerità per rilanciare l´economia europea. Mercoledì scorso il primo ministro lettone Laimdota Straujuma ha presentato una visione di "un´Europa competitiva, digitale e globale" e ha detto che il suo paese lavorerà per aumentare la sicurezza, la crescita e l´occupazione, mentre sarà a capo del Consiglio. Martedì, i deputati si sono confrontati sulle questioni di sicurezza e il piano di investimenti Juncker con il neo eletto presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Lo stesso Tusk ha anche promesso di intensificare la lotta contro l´evasione fiscale. Quattro anni dopo la Primavera araba, i deputati hanno discusso la difficile situazione politica in Egitto e Libia, con l´Alto Rappresentante dell´Ue Federica Mogherini. Hanno inoltre richiamato l´attenzione sulla Nigeria, dove il gruppo terroristico Boko Haram sarebbe il responsabile del massacro di migliaia di persone negli ultimi giorni. Il Parlamento ha adottato una risoluzione parlare contro le violazioni della libertà di stampa in Turchia. I deputati hanno insistito che il paese deve rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali. I deputati hanno chiesto maggiori sforzi per contrastare il traffico di migranti durante la discussione di martedì con Dimitris Avramopoulos, il commissario responsabile per l´immigrazione, concentrandosi sui recenti incidenti in cui i migranti sono stati abbandonati in alto mare dagli equipaggi delle navi da carico che li trasportavano. Giovedì il Parlamento ha approvato la relazione annuale 2013 del Mediatore europeo Emily O´reilly. I deputati hanno accolto una serie di indagini che ha lanciato, come ad esempio un´indagine sulla trasparenza dei negoziati di libero scambio Ue-usa. Questo mese si celebrano i 70 anni della liberazione del campo di sterminio nazista di Auschwitz Birkenau. Circa 1,1 milioni di persone sono state uccise lì, la maggior parte dei quali ebrei. "Gli ebrei in Europa ancora temono per la loro sicurezza. Questo è qualcosa che deve spaventarci e dobbiamo resistere a questa paura", ha detto il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz in occasione dell´anniversario martedì in plenaria. |
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IL PASSAGGIO ALL´EURO UN SUCCESSO IN LITUANIA |
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Bruxelles, 19 gennaio 2015 - Commutazione della Lituania dai litas all´euro è stato regolare e positivo. Ad oggi, non è più possibile effettuare pagamenti in Litas lituano, il periodo di 15 giorni di doppia circolazione dopo aver chiuso il 15 gennaio. Nessun problema di rilievo sono stati riscontrati e banche, uffici postali e rivenditori cavata bene con il carico di lavoro supplementare causato dal processo di transizione e la gestione in parallelo di due valute. Secondo un sondaggio della Commissione [1] , il Mercoledì 14 gennaio 2015, quasi nove cittadini su dieci ha fatto pagamenti in contanti nei negozi solo euro. Praticamente tutti i clienti erano sempre loro cambiamento in euro. Circa due su tre cittadini intervistati ha dichiarato di portare solo contante in euro nei loro portafogli. Litas può ancora essere cambiate gratuitamente al tasso di conversione ufficiale (3,45280 litas a un euro) al lituano postale e alcune cooperative di credito al 1 ° marzo 2015 e presso le banche commerciali al 30 giugno 2015 (a circa 90 sportelli bancari tutto l´anno) . Banca di Lituania si scambieranno litas in euro per un periodo illimitato di tempo e gratuitamente. Al fine di prevenire pratiche abusive e dissipare percezioni erronee l´evoluzione dei prezzi, i prezzi dovranno essere visualizzati in euro e litas al 30 giugno 2015. |
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L´UNIONE EUROPEA E IL MAROCCO HANNO RAGGIUNTO UN ACCORDO SULLA PROTEZIONE DELLE INDICAZIONI GEOGRAFICHE |
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Bruxelles, 19 gennaio 2015 - Comunicato stampa congiunto per l´accordo tra l´Unione europea e il Marocco in materia di indicazioni geografiche L´unione europea e il Marocco hanno concluso le trattative per un accordo per la protezione reciproca delle indicazioni geografiche (Ig). Con questo accordo l´Unione europea e il Marocco garantiscono un elevato livello di protezione per le loro indicazioni geografiche per i prodotti alimentari. L´accordo mira anche a promuovere il commercio di prodotti agricoli e alimentari provenienti dal Marocco e l´Unione europea, e oggi è stato siglato dai capi negoziatori. Phil Hogan, commissario europeo per l´Agricoltura e lo sviluppo rurale, ha dichiarato: "Questo accordo dà le relazioni tra l´Unione europea e il Regno del Marocco nuovo slancio. Si rafforza la nostra partnership è focalizzata sulla promozione e la tutela dei prodotti di qualità e benefici per gli agricoltori e l´industria di trasformazione, sia in Marocco e nella Ue. L´agricoltura è un capitolo importante della nostra cooperazione bilaterale, in particolare nel contesto del piano d´azione 2013-2017, che stabilisce un calendario per la cooperazione nei prossimi anni. La cooperazione in materia di indicazioni geografiche è parte del nostro impegno reciproco ad una agricoltura di qualità e la tutela dei prodotti locali ". Cecilia Malmström, commissario europeo per il commercio, ha dichiarato: "L´unione europea e il Marocco sono molto vicini partner commerciale. I negoziati di oggi completati sono un incentivo per gli scambi commerciali e gli investimenti. Nella protezione delle indicazioni geografiche ci sono solo vincitori. I consumatori sanno dove i prodotti sono realizzati, e possono quindi fare una scelta consapevole. La qualità dei prodotti è in aumento, e gli agricoltori guadagnano reddito supplementare. Inoltre, l´accordo di oggi, sia l´Ue e il Marocco dovrebbe incoraggiarli a proseguire i loro negoziati per un approfondito e completo accordo di libero scambio. " "Questo accordo è una reale opportunità per la nostra agricoltura e soprattutto le aziende più piccole che hanno i produttori di conoscenza autentica. È ora possibile prezzi migliori per i loro prodotti a raggiungere " ha detto Aziz Akhennouch, il Ministro dell´Agricoltura del Marocco. Il Marocco è il primo dei vicini meridionali dell´Ue, il che rende questo importante passo per promuovere la qualità della produzione agricola e proteggere. L´obiettivo dell´accordo in questione è quello di proteggere meglio i consumatori per quanto riguarda la vera origine e la qualità effettiva di un prodotto siano ingannati. L´accordo prevede anche una risposta al desiderio degli Stati membri dell´Unione europea, favorire la protezione delle indicazioni geografiche a livello internazionale, e riflette le posizioni convergenti Ue e il Marocco su questioni di politica di qualità, la tutela dei consumatori e della proprietà intellettuale resistono. L´accordo dovrebbe servire come uno strumento dinamico per migliorare la qualità dei prodotti oggetto di scambi tra l´Ue e il Marocco. Esso fornisce un meccanismo per aggiornamenti e consultazioni regolari, che faciliterà l´inserimento di nuovi prodotti nella lista delle informazioni geografiche. L´accordo sarà ora sottoposto al Consiglio e al Parlamento europeo e delle assemblee legislative in Marocco. Di questi, si deve ammettere prima di poter finalmente in vigore. |
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ABRUZZO: OGNI MESE INCONTRI CON CITTADINI E IMPRESE UNA REGIONE FUNZIONE PER INCIDERE SU VITA REALE |
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Pescara, 19 gennaio 2015 - "A distanza di cento anni dal terribile sisma del 1915 che sconvolse la Marsica, elimineremo la vergogna delle baracche che sono ancora presenti a Balsorano. Il presidente D´alfonso ha già recuperato, per tale finalità, risorse per circa 200 mila euro alle quali se ne aggiungeranno presto delle altre. Questa è la differenza tra una Regione Funzione e una Regione finzione". Lo ha sottolineato, a Pescara, il consigliere regionale delegato, Camillo D´alessandro, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell´iniziativa ? La Regione incontra i cittadini" il cui primo appuntamento è fissato per venerdì 23 nelle sedi delle quattro amministrazioni provinciali (inizio ore 9.00). "Una Regione finzione - ha rimarcato D´alessandro - si nutre della lontananza. Più si è lontani, meno si è rintracciabili. Invece, noi vogliamo essere raggiunti dai problemi perché i problemi li abbiamo in odio. Per diventare Funzione occorre, quindi, creare un rapporto costante con l´utenza - ha proseguito - e l´utenza racchiude territori, imprese e cittadini e cioè chi vive e investe in una determinata area". Un esempio di Regione finzione? "Solo una finzione può stanziare risorse su interventi che non diventano mai realizzazioni - ha spiegato Camillo D´alessandro - per questo abbiamo ristabilito la regola morale causa-effetto tra risorse e cantiere. Se i progetti non diventano cantierabili, noi non lasceremo neanche un centesimo ghiacciato e intanto abbiamo già spostato 25 milioni di euro dalle carte ai fatti". "Regione incontra" è un´attività di ascolto rispetto alle problematiche della gente e di confronto sulle scelte strategiche da compiere, fortemente voluta dal presidente della Giunta regionale, Luciano D´alfonso. "L´obiettivo - ha proseguito il consigliere regionale - è quello di costruire una Regione che diventi l´esatto opposto di quello che ancora rappresenta oggi. Una regione che quindi, incida concretamente sulla vita reale dei cittadini. Ecco perchè non saranno coinvolti solo i membri dell´Esecutivo ma l´intero ´establishment´ regionale intendendo per tale sia i vertici delle Asl e di società pubbliche sia i capi dipartimento che i consiglieri regionali". Il programma, che si svilupperà lungo l´intera durata della legislatura, al momento, prevede che un venerdì al mese, in tutte e quattro le Province, assessori regionali, presidenti di commissione, direttori, capi dipartimento, vertici aziendali, amministratori di società regionali incontrino cittadini, imprese e territori su ogni questione sospesa o su problemi comunque riferibili all´Ente. L´idea cardine del presidente D´alfonso è quella di "spogliare la Regione della sua lontananza, di stabilire chiaramente la dimensione dell´utenza e arrivare definitivamente a costituire una funzione per i progetti di tutti gli abruzzesi e di chi vuole realizzare il proprio progetto di vita in Abruzzo". Si partirà venerdì con quattro incontri in contemporanea. In provincia di Pescara, il presidente della Giunta regionale, Luciano D´alfonso, sarà affiancato dall´assessore Sclocco, dal consigliere regionale Balducci, dal direttore generale Cristina Gerardis e dal manager Asl D´amario oltre che dal presidente Arpa D´amico. In provincia di Chieti, sono previsti, invece, gli interventi dell´assessore alla Programmazione sanitaria ed al Bilancio, Silvio Paolucci, dei consiglieri regionali D´alessandro, Olivieri, Paolini e Monaco oltre a quelli dei capi dipartimento Savini e Di Biase e del manager della Asl Zavattaro. In provincia dell´Aquila, il vice presidente Lolli e l´assessore Di Matteo guideranno una delegazione composta dal presidente del Consiglio regionale Di Pangrazio e dai consiglieri Pietrucci, Di Nicola e Berardinetti oltre che dai capi dipartimento Zappacosta e Di Rino. Infine, in provincia di Teramo, la Regione sarà rappresentata dagli assessori Pepe e Mazzocca oltre che dai consiglieri regionali Mariani e Monticelli e dai capi dipartimento Muraglia e Di Paolo. Ovviamente, nel corso dei vari appuntamenti, ci sarà una rotazione nelle presenze a seconda degli argomenti e dei settori coinvolti. |
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VERTENZA ENTRATE, 300 MILIONI DI ANTICIPO ALLA SARDEGNA. PIGLIARU: "PER LA PRIMA VOLTA SOLDI VERI E SPENDIBILI". |
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Cagliari, 19 Gennaio 2015 - Trecento milioni di anticipo. E´ la cifra che il presidente Francesco Pigliaru e l´assessore del Bilancio Raffaele Paci hanno ottenuto dal Governo centrale come acconto del credito che la Regione Sardegna vanta nei confronti dello Stato nell´annosa vertenza delle entrate, fondata sul riconoscimento dell’articolo 8 dello Statuto autonomo. Richieste, trattative, ricorsi: dal 2010 la Regione insegue il riconoscimento di quanto le è dovuto. E i calcoli sono ancora aperti, anche se il totale degli arretrati fino al 2014 varia all´interno di una forbice fra i 600 e i 750 milioni di euro. "L´anticipazione è un primo passo concreto, sono soldi veri, sono tanti e disponibili immediatamente", ha detto il presidente Pigliaru questo pomeriggio ai giornalisti, nel corso della conferenza stampa in sala giunta, sottolineando che, in quanto non esiste più il vincolo di spesa del patto, potranno essere spesi subito. "Arrivano ora dopo anni di nulla e possiamo spenderli per i cittadini, serviranno per mitigare gli effetti della crisi e per mettere ordine nel disordine ereditato". I fondi, i primi arrivati dall´apertura della vertenza sugli arretrati nel 2010, serviranno a pagare impegni di spesa presi in passato ma mai onorati, i cosiddetti residui passivi. "E´ la prima volta che, dopo molto discutere su questo tema, si ottengono soldi veri su crediti maturati. Viene rispettato un nostro assoluto diritto, riconosciuto ufficialmente e definitivamente nell´incontro del 19 dicembre. Allora - ricorda il Presidente - avevamo chiesto e ottenuto che il primo, importante, acconto arrivasse entro metà gennaio e così è stato". La quantificazione esatta della cifra sarà fatta nei prossimi mesi all´interno dei lavori della Commissione paritetica per la definizione delle Norme di attuazione dell´articolo 8 dello Statuto. "Continueremo a usare tutti gli strumenti necessari per chiudere positivamente questa vertenza”, ha concluso il presidente Pigliaru. "A cominciare da oggi, anche i piu´ scettici sull´accordo di luglio col governo, in cui abbiamo eliminato l´assurdo vincolo di spesa del patto, potranno cominciare a convincersi della sua validità". "Abbiamo dimostrato ancora una volta che questa Giunta va avanti con i fatti e portando a casa risultati concreti, mentre il centrodestra polemizza ma in 5 anni non è riuscito a portare un solo euro nelle casse della Sardegna, lasciandoci in eredità l´intera vertenza sugli arretrati 2010-2014", dice l´assessore Paci. Il vicepresidente della Regione ricorda poi tutti gli importanti risultati ottenuti dalla Giunta Pigliaru in meno di un anno dal suo insediamento: grazie all´accordo di luglio sono state definitivamente cancellate le sanzioni per aver superato il patto di stabilità nel 2013; è stato ottenuto l´ampliamento del tetto di spesa di 364 milioni per il 2014; è stato eliminato il vincolo del patto di stabilità dal 2015 in poi: quindi, quanto entra nelle casse tanto potrà essere speso, interamente, e cioè circa 800 milioni in più solo per quest´anno. "D´ora in poi spendiamo tutto quello che entra nelle nostre casse per dare finalmente risposte certe a territori, istituzioni, categorie sociali", ribadisce l´esponente della Giunta Pigliaru. Solo per fare alcuni esempi, i 300 milioni incassati oggi saranno utilizzati per sostegno a famiglie con disagio economico (18 milioni), talassemia e altre patologie gravi (16), interventi a favore di portatori di handicap gravi (26), assistenza domiciliare a non autosufficienti (10), Ersu (10), Università (8), Borse di studio e fitto casa (9), Consorzio Fidi (7), Cantieri verdi (13), indennizzi blue tongue (20), attività teatrali e cinema (10), biblioteche (1,5), Sport (8). Infine, la partita delle riserve erariali, ovvero le tasse di scopo destinate ad abbattere il debito pubblico che saranno lasciate in Sardegna, 200 milioni all´anno destinati, per il 2014, al pagamento dei debiti commerciali. Per quanto riguarda invece il periodo 2015-2018, di quei 200 milioni, 50 potranno essere liberamente utilizzati per investimenti, gli altri 150 per ridurre il debito pubblico della Regione e degli Enti Locali. "Abbiamo rispettato pienamente il mandato ricevuto dal Consiglio regionale lo scorso 2 ottobre con un ordine del giorno unitario. I soldi dei sardi rimangono ai sardi, e allo stesso tempo viene certificata la sovranità della Sardegna in materia di entrate così come stabilito dal nostro Statuto. Il nostro obiettivo è quello di tirar fuori la Sardegna da una difficile situazione economica e, allo stesso tempo - conclude l´assessore Paci - lavorare duramente per il suo rilancio economico dopo il disastro di fronte al quale ci siamo trovati". |
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IL PRESIDENTE DELLA REGIONE CALABRIA MARIO OLIVERIO HA INCONTRATO IL MINISTRO BEATRICE LORENZIN |
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Catanzaro, 19 gennaio 2015 - Il Ministro della salute Beatrice Lorenzin ha incontrato, il 14 gennaio, a Roma il Presidente della Regione Mario Oliverio per discutere le ricadute sull’offerta sanitaria per la regione, in seguito alla vertenza che vede impegnati i lavoratori della Fondazione “Tommaso Campanella”. All’incontro erano presenti il Presidente del Consiglio regionale della Calabria Antonio Scalzo, il subcommissario per l’attuazione del piano di rientro Andrea Urbani, il presidente ed il direttore generale della Fondazione “Campanella” Paolo Falzea e Mario Martina, il direttore generale della programmazione del ministero della salute Renato Botti, il capo di gabinetto Giuseppe Chinè. L’incontro, in vista dell’imminente scadenza della proroga dei licenziamenti dei circa 170 lavoratori, ha individuato una soluzione strutturale per la Fondazione, in coerenza con la programmazione regionale sanitaria recentemente validata dai ministeri vigilanti, e un percorso che garantisca gli attuali livelli occupazionali. Si tratta di un percorso che verrà verificato e intrapreso nei prossimi giorni e che vedrà coinvolta la Fondazione, sia sull’offerta oncologica che su una serie di servizi territoriali necessari alla Regione Calabria. |
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FINE DEL PATTO DI STABILITÀ: LA GIUNTA DELLA SARDEGNA RITIRA TRE RICORSI |
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Cagliari, 19 Gennaio 2015 - La Sardegna non è più sotto le oppressive limitazioni del Patto di stabilità dal 1 gennaio di quest´anno. Di conseguenza, la Giunta ha ritirato il 16 gennaio i tre ricorsi, la cui discussione era prevista a febbraio, sollevati contro il Governo dinanzi alla Corte Costituzionale relativi alle limitazioni di spesa imposte dal patto. "Questa è la linea che la Giunta seguirà rispetto ai contenziosi con il governo centrale, ritirarli quando avrà precise garanzie sul fatto di aver ottenuto quanto gli spetta - dice l´assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci - Ed è la linea seguita da tutte le altre Regioni a Statuto speciale. Peraltro ormai è stata pienamente superata la questione delle riserve erariali, che saranno mantenute nella disponibilità della Regione per l´abbattimento del debito pubblico non nazionale ma della Regione e degli Enti Locali". Il vicepresidente della Giunta Pigliaru spiega poi che l´accordo sul pareggio di bilancio siglato a luglio è una importante conquista per la Sardegna perché permetterà di spendere non solo tutto quello che entrerà in cassa, cioè fra i 700 e gli 800 milioni in più rispetto all´anno scorso, ma anche tutte le risorse che il Governo deve ancora all´Isola (per esempio quelle restanti della vertenza entrate) per pagare i residui passivi fin qui accumulati, ovvero le promesse di pagamento finora mai saldate. "Il Governo al momento ha mantenuto i suoi impegni - conclude l´assessore Paci - Dunque la Regione non ha più interesse a portare avanti i ricorsi relativi alle questioni risolte, il che significa anche un notevole risparmio grazie alla riduzione delle spese legali". |
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LEGGE DELRIO, ASSESSORE LOMBARDIA: BASTA SANGUE DAL TERRITORIO |
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Milano, 19 gennaio 2015 - "La Giunta della Regione Toscana, come ha anticipato il suo presidente Enrico Rossi, lunedì adotterà un progetto di Legge per il riordino delle competenze per gestire direttamente formazione, agricoltura e ambiente in nome dei principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione. E ha posto al Governo una domanda semplice, che riprendo volentieri, per denunciare che la Lombardia e i Lombardi ne hanno abbastanza di versare il loro ´sangue´, e che è ora che inizi a versarne qualche goccia anche lo Stato, che fino a ora si limitato invece a succhiare il nostro". Lo dichiara il sottosegretario alla presidenza della Regione Lombardia con delega alle Riforme istituzionali, Enti locali, Sedi territoriali e Programmazione negoziata Daniele Nava, a margine dei lavori della Conferenza Stato-regioni e al fallimento, allo stato attuale, della Legge Delrio. A Rischio Credibilità E Sussistenza Istituzioni - "Ieri Rossi - spiega Nava - ha detto che ´la Regione con le Asl e il sistema degli Enti locali, si stanno riorganizzando´. Si è anche domandato ´Come mai non vengano coinvolti anche gli apparati periferici dello Stato´ e se si è sicuri che ´a livello di apparati periferici non ci sia nulla dove sia necessario intervenire per razionalizzare e risparmiare sulla spesa pubblica´. Siamo convinti anche noi che la particolarità del momento chieda qualcosa di più di un attimo di riflessione da parte di tutti e, soprattutto, da parte dello Stato perché non creda di risolvere i suoi problemi scaricando semplicemente le tensioni sui livelli e i corpi intermedi, altrimenti ad essere a rischio sarà prima di tutto la credibilità e la sussistenza stessa delle Istituzioni". Il Rischio è Che Paghino I Cittadini - "Quando il 7 gennaio - continua Nava - il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio che dà nome alla riforma, ha rilasciato un´intervista nella quale denunciava il ritardo delle Regioni nell´individuare la suddivisione delle funzioni tra Regione e Province, l´avevo stigmatizzata, visto che il tema non riguarda la Lombardia. Tuttavia ora si avvicina il 31 marzo e da tempo si levano tante voci, come anche quelle dei presidenti lombardo e nazionale dell´Upi (Unione Province Italiane), per denunciare, anche in virtù infatti dell´aggravio della Legge di Stabilità, il rischio del collasso del sistema e un caos che alla fine rischiano di "pagare" i nostri cittadini. Per quella data infatti si saprà a quali Province mancano i soldi per i servizi e per i lavoratori e, dal primo aprile, si aprirà la procedura di mobilità, che imporrà a Regione in via prioritaria di attingere al personale di Province e Città metropolitana". Stato Tenta Di Accrescere Lo Scontento - "La Regione, è bene ricordarlo a tutti, non è la panacea di ogni male - conclude Nava - e, senza risorse, non può farsi carico di ogni competenza provinciale. Mi colpisce dunque ancora di più l´interrogativo del presidente della Toscana. Una domanda al Governo da parte di una Regione ´amica´ e che, per tradizione, ha delegato molto meno della Lombardia alle Province, interrogativo che, a questo punto, facciamo nostro e rilanciamo. Non per spirito di polemica, ma perché, giunti a questo punto della situazione, sembra quasi che lo Stato cerchi di accrescere lo scontento e lo scontro tra le Istituzioni intermedie e di lasciare sempre più soli i cittadini, e che è poi la stessa domanda che raccogliamo tra i nostri amministratori locali e i cittadini". |
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RIORDINO: REGIONE EMILIA ROMAGNA INCONTRA IL SINDACO METROPOLITANO E I PRESIDENTI DELLE PROVINCE |
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Bologna, 19 gennaio 2015 – “Si apre una legislatura costituente per dare vita ad un nuovo modello istituzionale per l’Emilia-romagna attraverso un patto tra le istituzioni e partendo dalle esigenze dei cittadini e dei territori”. Così l’assessore al Bilancio e riordino istituzionale Emma Petitti nel corso del primo incontro in Regione, insieme al presidente dell’Emilia-romagna Stefano Bonaccini e al sottosegretario alla Presidenza Andrea Rossi, con il sindaco della Città metropolitana di Bologna Virginio Merola e i presidenti delle Province di Modena (Gian Carlo Muzzarelli), Rimini (Andrea Gnassi), Forlì-cesena (Davide Drei), Reggio Emilia (Giammaria Manghi), Piacenza (Francesco Rolleri) e Ravenna (Claudio Casadio). Per Ferrara era presente il vice presidente Nicola Rossi e per Parma il consigliere Paolo Bianchi. Per definire il tema del riparto delle funzioni e le aree vaste, entro i primi di marzo la Giunta regionale presenterà in Assemblea legislativa un progetto di legge di riordino del sistema locale, nell’ambito della legge 56 del 2014 (la riforma Delrio) e in coerenza con le prospettive della riforma costituzionale del Titolo V. Nel contempo la Regione garantirà alle Province le risorse per garantire la continuità dei servizi. “Lavoriamo insieme alle Province - sottolinea Petitti - e chiediamo al Governo di sostenere la proposta che l’intero sistema delle autonomie dell’Emilia-romagna vuole avviare: e cioè l’istituzione di aree vaste dapprima funzionali e poi stabilmente strutturate. Vogliamo avviare un progetto di sperimentazione che possa essere anche un modello a livello nazionale, basandoci sul lavoro dell’osservatorio regionale previsto dalla legge nazionale e applicando le norme in vigore salvaguardando il mantenimento dei livelli occupazionali. E’ una sfida per non lasciare solo nessuno, garantire i servizi e avviare un percorso innovativo”. Nei prossimi giorni si riunirà il tavolo di lavoro con l’assessore Petitti, i rappresentanti delle Province e i tecnici per definire il testo del progetto di legge. |
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CAMPANIA: REGIONE, IL NO ALL’AZIONE CIVILE CONFORME A PRASSI ENTE. QUESTIONE INCOMPATIBILITÀ NON SI PONE PIÙ |
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Napoli, 19 gennaio 2015 - In riferimento alla vicenda ai 7 componenti del Consiglio per i quali il 14 gennaio si è tenuta l’udienza preliminare, si ribadisce che la scelta di non costituirsi parte civile nel procedimento penale contro consiglieri regionali è conforme alla prassi dell’Ente Regione. L’eventuale azione civile per il risarcimento del danno potrà essere proposta all’esito dell’accertamento della responsabilità penale degli indagati. D’altra parte, la questione dell’incompatibilità non si pone più, poiché la legge regionale 1/2007, in conformità con le nuove norme nazionali (il decreto legislativo 267 del 2000, art. 63 comma 4) esclude tale conseguenza in caso di costituzione di parte civile nel procedimento penale. L´ulteriore precisazione si deve a parziali o errate letture fatte da alcuni organi di informazione (questa mattina), ma facilmente desumibile da una semplice verifica della normativa vigente sull´argomento. |
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VALLE D’AOSTA: E’ IN VIGORE IL NUOVO ISEE |
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Aosta, 19 gennaio 23015 - L’amministrazione regionale comunica che, a partire dal 1° gennaio 2015, in applicazione del Decreto del Presidente Consiglio dei Ministri 5 dicembre 2013, n. 159 e del Decreto Ministeriale 7 novembre 2014, anche in Valle d’Aosta è entrato in vigore il nuovo Indicatore della Situazione Economica Equivalente (I.s.e.e.), che sostituisce Isee e Irsee calcolati nell’anno 2014 e, quindi, di conseguenza non più validi. Il nuovo I.s.e.e. È adottato uniformemente su tutto il territorio nazionale e comprende anche quelle entrate non soggette a Irpef (quali pensioni di invalidità, pensioni sociali, indennità di accompagnamento, ecc..), già previste come aggiuntive regionali per la determinazione dell’Irsee in Valle d’Aosta, a dimostrazione del fatto che lo Stato italiano ha fatto tesoro anche dell’esperienza valdostana per mettere a punto un nuovo strumento di rilevamento della situazione economica delle famiglie italiane con il fine di sanare alcune distorsioni del vecchio Isee nazionale ed eliminare elusioni e disuguaglianze tra cittadini in analoghe situazioni di necessità. L´i.s.e.e. Diventa dunque anche in Valle d’Aosta lo strumento di valutazione, attraverso criteri unificati, della situazione economica dei cittadini e delle famiglie che richiedono prestazioni sociali agevolate, come, ad esempio, riduzioni tariffarie per asilo nido, mensa e trasporto scolastici, servizio di assistenza domiciliare, servizi diurni e semiresidenziali per persone anziane o con disabilità, integrazione rette per ricoveri in micro comunità e case di riposo private convenzionate, agevolazioni tariffarie sui mezzi pubblici di trasporto. Per accedere anche a tutte le prestazioni sociali agevolate, ai sostegni economici previsti dalle politiche abitative regionali, nonché alle borse di studio destinate agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado e agli studenti universitari , sarà necessario presentare un Isee rilasciato nel corrente anno 2015. Per orientare i cittadini in questa delicata fase di transizione, si forniscono le seguenti informazioni: § A seguito della precisazione del Ministero del Lavoro, che ha trovato conferma nella recente riunione della Commissione nazionale politiche sociali, per l’accesso a servizi o contributi di cui si è già beneficiari, le attestazioni Isee/irsee, rilasciate secondo la precedente normativa, rimarranno valide fino alla loro scadenza naturale, ma non potranno essere più utilizzate per la richiesta di nuove prestazioni; § Per le nuove richieste, in caso di impossibilità di ottenere dai Caf le dichiarazioni sostitutive uniche (Dsu) - ed esclusivamente in questa fase di transizione - le domande saranno ritirate dagli uffici regionali, con riserva, anche prive della nuova Isee; § In questo caso le persone interessate dovranno recarsi ai Centri di Assistenza Fiscale (Caf) dove compilare un nuovo modello di Dichiarazione Sostitutiva Unica (D.s.u.), nella quale dichiarare tutte le fonti reddituali e patrimoniali in possesso del nucleo familiare a seconda del tipo di prestazione o di servizio cui s’intende accedere; § I cittadini non dovranno recarsi presso i Caf troppo a ridosso delle scadenze stabilite per l’accesso a contributi e servizi perché, contrariamente a quanto si è verificato fino a oggi, non potranno ottenere immediatamente la Dichiarazione Sostitutiva Unica. Infatti, tale dichiarazione, una volta compilata presso il centro di assistenza fiscale, sarà trasmessa all’Inps, che entro dieci giorni dovrà effettuare verifiche e controlli incrociati validando o confutando i dati ricevuti: solo a seguito di questi controlli sarà possibile per i Centri di Assistenza Fiscale rilasciare il documento definitivo al richiedente. Pertanto, ci si dovrà attivare almeno quindici/venti giorni prima della scadenza per ottenere un Isee valido; § Gli uffici regionali di riferimento per le diverse agevolazioni sono a disposizione per ogni ulteriore chiarimento necessario. |
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RIFORMA DEGLI ENTI LOCALI, NESSUNA VISIONE CAGLIARICENTRICA: IL NORD SARDEGNA NON SARÀ PENALIZZATO |
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Cagliari, 19 Gennaio 2015 - "Non vi è nessuna visione Cagliaricentrica nel disegno di legge di Riforma degli Enti locali, né alcuna intenzione di penalizzare il territorio del nord dell’isola rispetto a quello del sud. E un´attenta lettura del Dl tranquillizzerebbe coloro che hanno tratto conclusioni affrettate". A dirlo è l´assessore degli Enti locali e Urbanistica Cristiano Erriu rassicurando i sindaci del nord Sardegna. "L´istituzione dell´unica area metropolitana oggi possibile a norma di legge, ovvero quella di Cagliari che al momento include il capoluogo e i Comuni limitrofi, non penalizza affatto il resto della Sardegna che anzi potrà giovarsi delle tante opportunità e risorse che si potranno liberare per il resto del territorio. Questo anche per effetto della generazione di ulteriori flussi finanziari derivanti da programmi nazionali ed europei e dall’attivazione di forme di perequazione territoriale". L´esponente della Giunta Pigliaru tiene a ribadire che sarebbe assai pericoloso e miope proporre antistoriche posizioni antagoniste tra Comuni grandi e Comuni piccoli e tra i vari territori. "Il processo di soppressione delle Province dal testo della Costituzione e dallo Statuto Sardo, ormai in dirittura d´arrivo in Parlamento - prosegue l´assessore Erriu - prefigura un assetto che consentirà di rafforzare ed enfatizzare il ruolo e le competenze dei Comuni: i veri protagonisti del cambiamento. Insieme alla Regione, infatti, i Comuni andranno a costituire i due pilastri del futuro ordinamento dei poteri locali”. L´esponente dell’Esecutivo sottolinea che l´assetto e l´architettura istituzionale definitiva degli Enti intermedi sarà frutto delle scelte operate dai Comuni e dai territori organizzati nelle regioni storiche dell’isola, nel rispetto del nuovo impianto costituzionale, ma con la volontà dichiarata e scritta con molta chiarezza nel testo del Disegno di Legge che peraltro è in piena sintonia con la posizione espressa dall’Anci e dal Consiglio delle Autonomie Locali. "Rimangono certamente aperte alcune questioni di dettaglio - conclude l´assessore Erriu - da approfondire e migliorare sui limiti demografici, sul numero minimo dei Comuni che andranno a comporre le associazioni intercomunali, sull´utilizzo equilibrato degli strumenti associativi (Unioni e Consorzi) con altri strumenti consentiti dal Testo Unico in materia di Enti Locali a partire dalle Convenzioni tra Comuni. La Regione non può permettersi la riproposizione di nuovi Enti intermedi, che replicherebbero il ruolo delle Province, solo con un nome diverso". L´appello dell’assessore Erriu ai sindaci del nord Sardegna è quello di dare atto alla Giunta della volontà pervicace e costante di un dialogo e di concreti punti di condivisione con le rappresentanze istituzionali degli Enti Locali, e con i diversi territori della Sardegna, senza i quali qualunque riforma non potrebbe essere solida ed efficace. A partire dal numero e dalla delimitazione degli ambiti strategici che andranno decisi con i territori e non calati dall’alto. "In questa direzione tutti sono chiamati, con spirito di leale collaborazione, ad accompagnare le critiche e le preoccupazioni con proposte e idee operative che sarebbe bene porre al più presto sul tavolo della discussione politica". |
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PUGLIA: SUBITO SOLUZIONI PER IL PERSONALE DELLE PROVINCE E DELLE SOCIETÀ PARTECIPATE |
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Bari, 19 gennaio 2015 - “Occorre risolvere il problema del personale delle province e delle società partecipate chiarendo chi e con quali risorse intende realizzare le funzioni che queste esercitano sul territorio”. Così l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Loredana Capone, nel corso dell’incontro tenutosi, a Palazzo Adorno, Lecce, alla presenza delle rappresentanze sindacali e dei lavoratori Alba Service, società partecipata della Provincia di Lecce. “Bisogna assolutamente evitare – ha proseguito l’assessore - di avere tanti problemi sul tavolo quando non si posseggono le risorse necessarie per risolverli. Impegniamoci, tutti insieme a trovare una soluzione sia per i dipendenti delle Province che delle società partecipate che esercitano sul territorio nella maggior parte dei casi, servizi pubblici indispensabili. Credo sia nell’interesse della politica e delle istituzioni rendere ai cittadini servizi efficienti e, dunque, ripartire le risorse in modo che le società possano portare a termine le proprie funzioni”. “Mi auguro – ha concluso - si faccia fronte comune perché solo così abbiamo una chance di vincere questa battaglia per i nostri lavoratori. Una battaglia che, personalmente, ho combattuto innumerevoli volte e a cui oggi riserverò lo stesso impegno e dedizione per non sciupare nemmeno una sola opportunità”. |
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RIORDINO PROVINCE IN PUGLIA: PERCORSO MASSIMA CONDIVISIONE |
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Bari, 19 gennaio 2015 - “Voglio rassicurare il consigliere Epifani che, in relazione al cosiddetto riordino delle province, è interesse specifico della Regione assicurare un percorso di massima condivisione con tutte le istituzioni locali e le forze sociali, così come consuetudine di questa amministrazione. La nostra intenzione è confermata dal fatto che la Regione ha promosso e condiviso la sottoscrizione di un protocollo di intesa con l’Anci, l’Upi e le forze sindacali che impegna tutti ad un percorso condiviso in questa complessa fase del riordino della governance locale: ed infatti il disegno di legge che reca “Disposizioni sul riordino delle funzioni amministrative regionali nel nuovo sistema delle autonomie locali della Puglia” prevede che ogni decisione in merito alle funzioni di competenza legislativa regionale venga assunta nel rispetto delle leggi regionali di settore e previa intesa interistituzionale in sede di Osservatorio regionale per il riordino delle funzioni delle autonomie locali, già istituito presso la Regione Puglia. Il Presidente Vendola ha altresì convocato, per il 19 gennaio, una ulteriore riunione dell’Osservatorio sopra indicato per valutare, in maniera congiunta con le rappresentanze istituzionali delle Autonomie locali (Anci e Upi), nonché con le rappresentanze sindacali, l’impatto della legge di stabilità nazionale (in particolare dei commi dal 420 al 430) sul processo di riordino delle funzioni così come delineato dalla legge n. 56/2014. Condividiamo le preoccupazioni del consigliere Epifani sulle difficoltà di attuazione di detta legge n. 56/2014 - peraltro già impugnata dalla Regione – che si vanno ad aggiungere alle preoccupazioni per le incongruenze introdotte, in materia, dalla legge di stabilità. Il processo di riordino, a nostro modo di vedere, presenta numerose criticità applicative ed in particolare rischia di rendere confuso il quadro delle competenze istituzionali, ingestibile il livello dei tagli delle risorse ed eccessivamente incerto il destino del personale. Su questi temi siamo pronti ad esercitare le prerogative che l´ordinamento ci concede a tutela della qualità dei servizi, delle prestazioni in favore delle nostre comunità e del personale impegnato. Intendiamo svolgere fino in fondo tale ruolo in piena condivisione politica, istituzionale e sociale con tutti i soggetti interessati al processo di riordino”. |
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PA: AL VIA A VILLA UMBRA QUINTA EDIZIONE CORSO DI PROGETTAZIONE EUROPEA |
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Perugia, 19 gennaio 2015 – Ha preso il via a Villa Umbra la quinta edizione del corso di progettazione europea organizzato dal Servizio Europa ("Seu") e dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica con l´obiettivo di preparare gli enti e gli operatori affinché siano in grado di programmare, progettare, realizzare e rendicontare gli interventi in materia con precisione e competenza. "Dopo gli ottimi risultati conseguiti nel corso del 2014 grazie al coinvolgimento di esperti di alto profilo nel settore della progettazione europea, la quinta edizione del corso - ha dichiarato l´amministratore unico del ‘Seu´ e della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, Alberto Naticchioni – è finalizzata a fornire gli strumenti di base per promuovere la conoscenza delle nuove opportunità relative alla programmazione europea, allo scopo di rafforzare le competenze professionali di progettazione e gestione dei contributi europei che rappresentano una vera opportunità di crescita e sviluppo anche per la nostra regione". "Il corso - prosegue Naticchioni - prevede un´impostazione teorica finalizzata a contestualizzare le tipologie dei finanziamenti comunitari, con particolari approfondimenti relativi alle tematiche culturali, e esercitazioni pratiche rispetto a materie specifiche, rispondendo in tal modo alle esigenze dei singoli partecipanti di enti pubblici e soggetti privati. E´ prevista anche una parte pratica relativa agli strumenti finanziari dell´Unione, in modo da recepirli tempestivamente e metterli a disposizione delle realtà locali". Questi gli obiettivi specifici del corso: fornire un quadro delle tipologie dei finanziamenti comunitari, delle tecniche di progettazione e di gestione di un progetto europeo, dei canali di informazione sui finanziamenti dell´Unione Europea nell´ambito della programmazione 2014-2020. Inoltre, si vogliono dare ai partecipanti gli strumenti necessari a conoscere e comprendere le opportunità finanziarie allo scopo di saper scegliere i canali di finanziamento più idonei rispetto agli obiettivi da realizzare, infine il corso servirà ad illustrare come costruire e sviluppare partenariati nazionali e transnazionali e applicare gli elementi essenziali della europrogettazione". Naticchioni, dopo aver evidenziato che "visto il gran numero di richieste pervenuto, c´è già in atto la volontà di programmare a breve la sesta edizione del corso", - ha ricordato che, "recentemente, la Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha ottenuto l´approvazione del Programma Operativo (Por) Fse 2014-2020 da parte della Commissione Europea. Il Por Umbria Fse 2014-2020 stanzia risorse totali pari a 237 milioni di euro del settennato 2014-2020". |
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MILANO: ADOTTATO NUOVO ISEE, CAMBIA IL SISTEMA DI ASSISTENZA DOMICILIARE. PIÙ SERVIZI PER ANZIANI, PERSONE CON DISABILITÀ, MINORI E ADULTI IN DIFFICOLTÀ. INVARIATA LA GRATUITÀ PER I MENO ABBIENTI. |
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Milano, 19 gennaio 2015 – Un ´offerta di servizi di assistenza a domicilio più ampia e specifica, rivolta non solo alle persone già seguite dai Servizi sociali ma a tutti i cittadini che potranno riceverla gratuitamente o contribuendo per una parte o per il tutto all’ “acquisto” in base al proprio reddito. Per usufruire dei servizi di assistenza domiciliare sarà richiesta la presentazione del nuovo Isee (Indicatore situazione economica equivalente), con i nuovi criteri di valutazione della situazione patrimoniale definiti Stato ed entrati in vigore lo scorso 1°gennaio. Sono queste le caratteristiche principali del nuovo sistema di assistenza domiciliare (Sistema integrato di domiciliarità), avviato dall’Amministrazione con l’inizio del nuovo anno per intensificare e diversificare le cure a casa. Il nuovo sistema è rivolto a tutte le persone fragili che necessitano di interventi di supporto a casa, non solo anziani, ma anche persone con disabilità, minori, madri sole con bambini, adulti in difficoltà. Si tratta di una vera rivoluzione rispetto al sistema usato fino ad oggi, che permetterà alle persone di essere seguite a casa di più e meglio evitando, finché è possibile il trasferimento in strutture esterne (residenze sanitarie assistenziali, centri diurni e comunità educative per minori…), una soluzione spesso più traumatica, costosa e non necessaria. Con il nuovo sistema si potrà contare su un elevato numero di interventi specifici, costruiti sulle esigenze della singola persona proprio per rispondere alle diverse situazioni di necessità. Ad esempio si potrà richiedere l’assistenza, singola o condivisa, di una badante, di una baby sitter, di un educatore, ma anche ricevere attività aggiuntive di carattere socio-assistenziale e socio-educativa tra cui la consegna dei pasti, la piccola manutenzione domestica, il trasporto con accompagnamento, la cura della persona (con somministrazione di terapie, iniezioni, igiene della persona, pedicure curativo…). Nell’insieme di servizi a domicilio saranno disponibili anche l’assistenza psicologica per il periodo della gravidanza, della maternità e per il fine vita. Ci saranno infine anche interventi per la cura degli animali di affezione e delle piante. Il nuovo sistema potrà contare sullo sportello Curami (www.Curami.net) aperto nel febbraio del 2014 per l’impiego di assistenti familiari “Da quest’anno – spiega l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino – i milanesi avranno a disposizione un sistema di assistenza domiciliare con un’offerta di servizi più ampia e aperta a tutti. Continueremo a sostenere chi è più fragile ed economicamente svantaggiato fornendo gratuitamente i servizi. Ma al tempo stesso i medesimi servizi saranno a disposizione anche di chi, con un reddito più alto, potrà accedere all’assistenza pagandone una parte. Contiamo così di non lasciare fuori nessuno, sia chi non ha risorse per pagarsi l’assistenza, sia chi non ne ha abbastanza per rivolgersi ad un privato e con noi ne pagherebbe solo una parte. La nostra proposta di servizi, per numero, qualità e affidabilità pensiamo possa concorrere con l’offerta privata e attrarre anche chi può pagare l’intero costo dell’assistenza. Le risorse così acquisite saranno reinvestite sui servizi gratuiti per i meno abbienti”. “Milano – aggiunge Majorino – è di fatto la prima grande città italiana che provvede alla riorganizzazione del sistema di assistenza domiciliare introducendo il nuovo Isee. Questo è un tema centrale del welfare milanese e avremo modo di discuterne anche durante il prossimo Forum delle Politiche sociali che si terrà dal 27 febbraio al 7 marzo”. In base alla condizione patrimoniale attestata dal nuovo Isee i servizi continueranno essere gratuiti o vi si potrà accedere contribuendo progressivamente a seconda del proprio reddito fino ad “acquistare” interamente il servizio. Con la compartecipazione, per la prima volta, l’assistenza domiciliare sarà messa a disposizione di tutti i cittadini, sia delle persone che ne usufruiranno gratuitamente, sia di tutti gli altri che a seconda del proprio reddito potranno “acquistare” il servizio dal Comune pagandone una parte o tutto il costo, anziché cercarli altrove rivolgendosi ad altri fornitori presenti sul mercato. Il nuovo sistema consentirà quindi di allargare il servizio a un numero più ampio di persone. Gli introiti ottenuti per effetto della compartecipazioni saranno reinvestiti nel servizio a sostegno della gratuità per le persone a basso reddito. Ciò avverrà anche grazie ad un severo sistema di controllo delle domande volto a verificare i requisiti dei richiedenti e la conformità della loro posizione economica ai criteri di gratuità. A fornire i servizi saranno 25 enti, molti dei quali organizzati in raggruppamenti temporanei d’impresa che hanno partecipato al bando e sono state accreditati per la fornitura dei servizi. Il sistema di compartecipazione sarà introdotto in forma sperimentale per sei mesi e la contribuzione sarà calcolata in misura proporzionale, in modo continuo e lineare e non per scaglioni. L’amministrazione ha definito una soglia minima di valore Isee sotto la quale si continuerà ad avere diritto alla gratuità rispetto al costo del servizio e una soglia massima a partire dalla quale la quota di contribuzione sarà pari al 100% del costo del servizio o della tariffa. Le soglie sono le seguenti:
Tipologia di servizio |
Soglia |
Valori Isee |
Quota di contribuzione |
Domiciliarità per le persone anziane |
Minima |
10.000 |
0% |
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Massima |
30.000 |
100% |
Domiciliarità per le persone con disabilità |
Minima |
10.000 |
0% |
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Massima |
30.000 |
100% |
Domiciliarità per i nuclei familiari con minori |
Minima |
20.000 |
0% |
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Massima |
40.000 |
100% | Fra i due estremi così determinati la quota in percentuale di contribuzione a carico della persona sarà determinata in ragione dell’Isee posseduto e sarà progressiva. La Giunta ha stabilito che le soglie minima e massima potranno essere riviste in seguito agli esiti della sperimentazione. Il sistema di contribuzione prevede che la persona che usufruisce del servizio paghi la propria quota direttamente al gestore, mentre il Comune riconoscerà al gestore la quota a suo carico. I criteri applicati per la determinazione della compartecipazione potranno subire modifiche e integrazioni soprattutto in relazione agli effetti reali che l’applicazione del nuovo Isee produrrà. L’amministrazione si riserva di intervenire con eventuali correttivi che terranno conto della salvaguardia dei beneficiari, sia degli equilibri di finanza pubblica. Al fine di evitare disagi ai cittadini, che sorgerebbero qualora fosse necessario revisionare in una volta sola tutti i servizi offerti è previsto che le prestazioni sociali gratuite già in corso proseguano fino alla fine del 2015 e che il nuovo sistema sia utilizzato solo per le nuove richieste. Il nuovo Isee. Il nuovo Isee presenta le seguenti caratteristiche: a) adotta una nozione di reddito disponibile che include anche somme fiscalmente esenti; b) considera una maggiore incidenza della componente patrimoniale; c) valuta le caratteristiche dei nuclei familiari con carichi particolarmente gravosi, come le famiglie numerose (con tre o più figli) e quelle con persone con disabilità; d) riduce l’area dell’autodichiarazione, consentendo di rafforzare i controlli e ridurre le situazioni di accesso indebito alle prestazioni agevolate. |
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RICERCA SUL LAVORO, IL NORD PUNTA ANCORA AL POSTO FISSO. CAMPANI, SICILIANI E PUGLIESI PIÙ INCLINI A IMPIEGHI OCCASIONALI |
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Napoli, 19 gennaio 2015 - Un sondaggio lanciato via web sul tema del lavoro, a cui hanno preso parte 500 giovani, sottolinea che al Nord si punta ancora al posto fisso, mentre al Sud si scelgono impieghi occasionali e flessibili, specialmente nella fascia di età 17-30 anni. Per i ragazzi del Sud il posto fisso è una chimera, considerati anche i dati Istat sulla disoccupazione che nelle regioni meridionali è oltre il 47%, al punto che 7 giovani su 10 si dicono pronti a lavorare anche con poche garanzie sindacali e massima flessibilità. Al Nord, invece, il 57% del campione si dichiara fiducioso di poter avere un posto fisso. Il sondaggio, realizzato dal programma “Klauscondicio”, fa il punto anche sulla ricerca del posto di lavoro a tempo indeterminato. Il Sud sembra averci ormai rinunciato, dato che Campania (7,2%), Sicilia (7,4%), Puglia (7,9%), Molise (8,1%) e Calabria (8,5%) guidano la top five delle Regioni italiane dove i giovani non cercano più un lavoro fisso. Seguono Toscana (12%), Umbria (12,8%), Marche (13,2%), Emilia (13,8). Più inclini ad un rapporto di lavoro stabile, invece, i residenti in Liguria (48,6%), Veneto (51,8%) e Lombardia (57,1%). “Sono dati che non mi sorprendono affatto – commenta l’assessore al Lavoro della Regione Campania Severino Nappi – e che ho anticipato nel libro “Jobs (f)Act”. La cronica carenza di posti di lavoro al Sud ha costretto, nel tempo, i nostri giovani a diventare flessibili e creativi nell’approccio lavorativo. Buona parte dei ragazzi in cerca di occupazione ha un alto livello di scolarizzazione, ha frequentato master e corsi di specializzazione, ha compreso che è importante essere molto qualificati per essere competitivi. Tanti, ormai, scelgono la libera professione, tante le start up innovative nel mondo dell’impresa, tanti coloro che non si fanno demotivare dalla crisi ma la sfidano, con intelligenza e senza lamentarsi. Insomma, giovani concreti, che cercano di costruirsi da soli il proprio futuro.” Sempre dal sondaggio emerge che la crisi ha abbassato anche pretese e aspettative lavorative. Il 53% dei ragazzi laureati, infatti, ha dichiarato di essere disposto a svolgere lavori umili e poco qualificati. Pur di lavorare i giovani italiani non si pongono limiti territoriali. Il 67% dei campani è disposto a lasciare la propria città nella speranza di trovare un impiego. Non sono da meno i ragazzi calabresi (61%), siciliani (58%) e pugliesi (55%). Meno disposti al trasferimento sardi (33%) e molisani (31%). I ragazzi del nord invece, si dimostrano meno inclini a partire da casa. In Veneto solo 2 giovani su 10 sono disposti a fare le valigie per lavorare; più convinti, ma sempre con percentuali molto basse rispetto al sud, i lombardi (24%), seguiti dai ragazzi piemontesi (28%) e friulani (29%). La ricerca, infine, rivela che i giovani del Centro Italia non hanno particolari preferenze circa il partire o meno. I ragazzi di Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche si mostrano equamente divisi nella scelta. La situazione italiana fotografata dal sondaggio trova conferme anche nel resto d’Europa. In Germania, come riportato dal principale settimanale tedesco Der Spiegel, quasi un terzo dei giovani laureati deve accontentarsi per il primo impiego di occupazioni umili e poco qualificati. In Spagna il discorso non cambia con neo laureati che ripongono la laurea nel cassetto per indossare i panni di giardinieri, traslocatori e camerieri d’albergo. |
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PIEMONTE: APPRENDISTATO IN FORMAZIONE: LE PARTI SOCIALI FIRMANO UN ACCORDO SULLA DISCIPLINA SALARIALE |
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Torino, 19 gennaio 2015 - Da oggi diventa più conveniente in Piemonte per i datori di lavoro assumere con contratto di apprendistato i giovani che, lavorando, vogliano conseguire un titolo di studio, che sia una qualifica o un diploma professionale (apprendistato di 1° livello), un diploma di Its, una laurea triennale o magistrale, un master o un dottorato (apprendistato di Iii livello), due forme contrattuali introdotte sperimentalmente dalla Regione, in aggiunta a quella di apprendistato classico, solo professionalizzante. Alla presenza dell’assessore al Lavoro, Gianna Pentenero, è stato infatti firmato un accordo tra Cgil, Cisl, Uil e le associazioni datoriali (Confindustria, Confartigianato Imprese, Cna, Casartigiani, Confcommercio, Confapi, Confimi, Legacoop, Confcooperative, Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Confesercenti, Abi) in cui si afferma la necessità che a chi voglia nel corso dell’apprendistato acquisire un titolo di studio possa venire riconosciuto uno stipendio ridotto rispetto a chi scelga solo l’apprendistato professionalizzante, in considerazione del carico formativo esterno e interno all’impresa. Secondo il documento, la diminuzione di quanto percepito dagli apprendisti sarà del 35% per gli apprendistati di 1° livello, del 30% per le esperienze finalizzate a conseguire un diploma Its, del 30% per la laurea triennale e del 20% per la laurea magistrale. “Si tratta di un passaggio importante - commenta l’assessore Pentenero - che nasce soprattutto dall’esito dell’esperienza di due anni di sperimentazione, in cui si è visto come gli esiti occupazionali dell’apprendistato di 1° livello siano stati inferiori alle aspettative. Trattandosi di un importante leva per contrastare la dispersione scolastica, credo che tutto ciò che, come questo accordo, va nella direzione di incentivarlo sia da considerarsi positivo. Sempre con questo scopo, come Regione, intendiamo confermare il contributo già esistente di 1.500 annui a titolo di incentivo alla frequenza di percorsi formativi finalizzati all’acquisizione di una qualifica o di un diploma professionale”. L’accordo verrà applicata ai nuovi contratti stipulati, mentre rimarranno invariati quelli già in essere. |
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PUGLIA: SIGLATI ACCORDI PER AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA 2014-2015 |
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Bari, 19 gennaio 2015 - Il 18 dicembre 2014 ed il 9 gennaio 2015 sono stati firmati gli Accordi regionali relativi agli ammortizzatori sociali in deroga per le annualità 2014 e 2015. Si è chiuso così il lungo confronto tra la Regione Puglia ed il Governo nazionale, aperto da agosto dello scorso anno quando, attraverso un Decreto interministeriale, sono stati definiti i criteri di concessione degli ammortizzatori sociali in deroga alla vigente normativa. “Il decreto, pur se necessario per armonizzare i comportamenti delle diverse regioni, ha ridotto drasticamente le tutele per i lavoratori coinvolti dalla Cassa integrazione in deroga e per i soggetti esclusi dal mercato del lavoro tutelati con la mobilità in deroga – ha detto l’assessore al Lavoro, Leo Caroli, durante la conferenza stampa di presentazione degli accordi – Per queste ragioni la Regione Puglia e le parti sociali si sono radicalmente opposte a tutte le scelte dirette a fare cassa, a spese degli ultimi, con il taglio indiscriminato di prestazioni e trattamenti. “La Puglia – ha continuato Caroli – che aveva già provveduto nel corso del biennio 2013-2014 a scelte assai difficili per affrontare gli enormi tagli ai finanziamenti dei governi nazionali per gli ammortizzatori in deroga, è stata costretta ad operare in un contesto di scelte non condivise, quali l’allungamento del periodo di anzianità per accedere alla Cassa in deroga e la sostanziale cancellazione dell’istituto della mobilità in deroga. Tuttavia – ha proseguito l’assessore – abbiamo ottenuto un risultato importante e cioè di poter continuare ad applicare gli accordi regionali sulla mobilità in deroga sino alla data di entrata in vigore del decreto, garantendo così ai circa ottomila lavoratori ancora in mobilità in deroga al 31 dicembre 2013 il trattamento di mobilità sino al 31 luglio 2014, fermo restando il tetto massimo di 24 mesi per ciascun lavoratore. Questi lavoratori dovranno presentare apposita domanda all’Inps entro il 10 febbraio 2015. “Per tutti gli altri purtroppo – ha detto l’assessore regionale –le porte della mobilità in deroga sono state chiuse in quanto, come stabilito dal Governo, solo i lavoratori che non possono accedere ad analoghe prestazioni previste dalla normativa vigente, quali il trattamento di mobilità ordinaria, indennità Aspi, Miniaspi, indennità di disoccupazione agricola con requisiti ordinari e ridotti, potranno presentare nuove istanze per la durata massima di 10 mensilità per il 2014. “Quanto alla Cassa Integrazione in deroga, su cui pure si è abbattuta la scure del Governo, abbiamo ottenuto – ha informato Caroli – la garanzia di certezze per le imprese pugliesi e per i lavoratori coinvolti consentendo ai soggetti imprenditoriali interessati di poter presentare la domanda di Cassa con procedure quanto più snelle e rapide possibile ed assicurando, nelle more del rilascio della apposita procedura prevista dal decreto da parte dell’Inps, la possibilità di continuare ad utilizzare il sistema informativo della Regione. “In conclusione – ha quindi detto l’assessore al Lavoro della Regione Puglia – ribadisco l’impegno a riportare nella Conferenza delle Regioni quanto scritto nell’accordo con le parti sociali dello scorso 9 gennaio, circa la necessità di modificare le disposizioni interministeriali che eliminano, di fatto, la mobilità in deroga. Invece, il perdurare della crisi occupazionale richiede l’adozione di strumenti legislativi nazionali finalizzati alla protezione con un “reddito di ultima istanza” di quanti han perso il lavoro e non ne trovano di nuovo. Per queste ragioni la Puglia continuerà a supplire alle carenze statali con politiche regionali di sostegno al reddito, quali Lavoro minimo di cittadinanza, Cantieri di cittadinanza, Microcredito”. |
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LAVORO, UNIONCAMERE: OLTRE 2000 OCCUPATI IN PIU’ NEL PRIMO TRIMESTRE 2015 UN DATO POSITIVO CHE DIMOSTRA LA POSITIVITÀ DELLA STRADA INTRAPRESA DALLA REGIONE LAZIO IN TEMA DI OCCUPAZIONE |
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Roma, 19 gennaio 2015 - Oltre 2.100 occupati nella nostra regione nel primo trimestre dell’anno. Un dato positivo che dimostra la positività della strada intrapresa dalla Regione in tema di occupazione. I dati sono stati diffusi da Unioncamere. "La ´svolta´ nell´occupazione annunciata dai dati di Unioncamere è la migliore testimonianza che stiamo vincendo anche questa sfida- è il commento del presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: è un obiettivo a cui stiamo puntando unendo il rigore all’innovazione per sostenere le imprese e aiutare i cittadini nella ricerca di un impiego. Abbiamo scommesso, sin dall’inizio, sulle politiche attive e abbiamo investito in poco più di un anno circa 100 milioni di euro per nuove opportunità di lavoro- ha detto ancora Zingaretti e oltre 140 milioni di euro di fondi in arrivo con la nuova programmazione europea”. “Il segno più’ di fronte al numero degli occupati nei primi tre mesi del 2015 nella nostra Regione ci ripaga del lavoro fatto e delle misure messe in campo finora – lo ha detto Lucia Valente, assessore al lavoro, che ha aggiunto: stiamo dando attuazione concreta alla Garanzia Giovani e, per attuarla, abbiamo costruito un modello di servizi per il lavoro che tiene insieme pubblico e privato. Ora con i fondi della nuova programmazione europea finanzieremo il contratto di ricollocazione e il sostegno al reddito per le persone in cerca di nuova occupazione - ha detto ancora Valente”.
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LAVORO; ASSESSORE UMBRIA: "PREOCCUPATO PER EMENDAMENTO CHE ASSEGNA ALLO STATO COMPETENZE ESCLUSIVE IN MATERIA" |
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Perugia, 19 gennaio 2015 - "Preoccupazione" è stata espressa dall´assessore regionale allo sviluppo economico Vincenzo Riommi per l´emendamento al "ddl" di riforma costituzionale, approvato in Commissione Riforme alla Camera, che assegna allo Stato le competenze esclusive in materia di lavoro. "Le Regioni – ha ricordato Riommi - avevano condiviso un percorso rappresentato unitariamente al Ministro Poletti: un modello federato che prevede l´integrazione delle funzioni dell´Agenzia nazionale, prevista nel Jobs Act, con le Agenzie regionali finalizzato a far sì che i temi e le attività del mercato del lavoro e dell´occupazione restino sul territorio per mantenere il collegamento con i sistemi produttivi locali e tra domanda e offerta di lavoro. Alle Agenzie regionali - ha proseguito - dovrebbero essere attribuite anche le funzioni in materia di formazione, vista la competenza esclusiva delle Regioni al riguardo, e lo stretto legame con le politiche attive del lavoro. Alla competenza statale, attraverso l´Agenzia nazionale – secondo l´assessore -, dovrebbero essere assegnati i livelli essenziali delle prestazioni, gli standard minimi, i criteri per l´accreditamento degli operatori pubblici e privati e il coordinamento e gestione di un sistema nazionale informativo". |
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ROSSI: "PROFESSIONI AL TAVOLO DI CONCERTAZIONE. IMPEGNO SU FORMAZIONE, CREDITO, COMPETITIVITÀ" |
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Firenze 19 gennaio 2015 – Il mondo delle professioni intellettuali avrà piena rappresentanza al tavolo regionale di concertazione dal quale passano tutti i più importanti atti della politica regionale. L´ha assicurato il presidente della Regione Enrico Rossi rispondendo così positivamente ad una istanza avanzata da tempo dal settore e ribadita oggi nel corso del convegno organizzato dalla Regione a Firenze, dalla Commissione regionale delle professioni intellettuali. "Un mondo - ha ricordato Rossi - che rappresenta una fetta importante del tessuto economico e produttivo della Toscana, un patrimonio di competenze e servizi di qualità che incide e contribuisce alla competitivtà dei territori e che ha aiutato la Toscana a reggere all´urto della crisi e ad arretrare meno rispetto ad altre regioni e alla media nazionale". "Ma a dispetto di un´immagine di ricchezza e privilegio cui ancora spesso viene associato - ha continuato il presidente - questo mondo è oggi attraversato da una profonda crisi e sta rapidamente cambiando volto e a vivere le maggiori difficoltà sono i giovani professionisti under 40. Per questo credo che la politica e i governi debbano farsi carico di questi temi. Noi, come Regione Toscana, abbiamo provato a farlo". L´impegno, come ha ricordato ancora Rossi, troverà una prima sponda istituzionale nell´ingresso dei rappresentanti delle della commissione regionale dei soggetti professionali nel tavolo di concertazione che sarà formalizzato nei prossimi giorni con una delibera che sarà presentata alla giunta regionale. Oltre a questo, l´iniziativa della Regione si dovrà concretizzare su tre punti: accesso al credito, formazione, innovazione e competitività. "Se per quanto riguarda il credito ci sono già misura varate dalla Regione cui possono accedere, al pari delle imprese, anche i professionisti e gli studi, per quanto riguarda la formazione la partita è anch´essa già aperta e vogliamo valutare come fare per estendere l´uso dei fondi Fse anche alle professioni intellettuali, in particolare per i giovani. Sono convinto che investire sulla formazione dei professionisti significa dare più qualità al capitale umano e ai servizi, a beneficio dell´intero sistema economico e della società toscana. L´attività di formazione, in particolare, dovrà riguardare i professionisti in relazione a grandi filoni come l´ambiente, il territorio, la sanità". Per quanto riguarda, infine, la possibilità da parte de professionisti di accedere a risorse per l´innovazione e la competitività, così come avviene per le pmi, il presidente ha annunciato di voler portare la questione all´attenzione della commissione europea a Bruxelles. "Nel frattempo, in attesa di un pronunciamento dall´Europa, sarà indispensabile approfondire con un dibattito fra tutti gli interessati, i contorni di un tema come quello dell´innovazione e della competitività e le sue possibili implicazioni, calandolo nella realtà delle professioni". |
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PROFESSIONI INTELLETTUALI IN AUMENTO, IRPET: UNA TORTA SEMPRE PIÙ PICCOLA |
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Firenze 19 gennaio 2015 - Il mondo delle professioni intellettuali non è più sinonimo di benessere e privilegio. Colpite dalla crisi economica che ha ristretto il mercato e messo in difficoltà soprattutto i giovani, sia che appartengano a ordini e collegi professionali, sia che facciano parte dell´esercito in espansione dei prestatori d´opera e delle partite Iva, quelle che un tempo erano viste come attività accattivanti dal punto di vista del reddito oltre che interesssanti sbocchi di lavoro, vivono una fase di stallo. Basti pensare che, a fronte di una contrazione del Pil del -4,7%, le professioni sono aumentate di oltre il 53%: una torta sempre più piccola, che sono sempre di più a doversi spartire, in un processo di terziarizzazione che la Toscana vive in maniera particolarmente accentuata. E´ quanto emerge dall´indagine curata da Irpet e Sociolab, presentata oggi dal ricercatore Irpet Enrico Conti nel corso del convegno della Regione su "Il mondo delle professioni intellettuali" a Sant´apollonia a Firenze. Prima di tutto qualche dato sulla consistenza del settore, che in Toscana vede un suo primato. Il 10 per cento degli occupati toscani appartiene a questo mondo. Il censimento fatto dalla Regione in collaborazione con ordini e collegi e associazioni professionali nell´ambito dell´indagine ha appurato in Toscana le professioni intellettuali sono più presenti che nel resto d´Italia, sia per quanto riguarda gli iscritti e ordini e collegi, sia per quelle professioni che non sono regolamentate. Al 31 dicembre 2013 gli iscritti ad Ordini e Collegi professionali erano 148.000, circa 39 professionisti ogni mille abitanti, 4 in più della media nazionale. La parte del leone la fanno alcune professioni sanitarie, medici, dentisti e infermieri in testa: con 54 mila iscritti rappresentano un terzo del totale. I medici, da soli, sono circa 32 mila. All´estremo opposto i notai, unica figura rigidamente regolamentata in ingresso e la cui presenza ha registrato addirittura una flessione dell´8%. Seguono ingegneri (13 mila circa), avvocati (circa 12 mila), architetti (10.592), geometri (circa 10 mila), commercialisti (9mila), farmacisti (circa 6 mila), psicologi (5.572), giornalisti (5.327). Più problematico fare un quadro delle tante professioni non regolamentate da Ordini o Collegi, come ad ad esempio fisioterapisti, logopedisti, podologi e altre professioni tecniche. Tali professioni sembrano rappresentare circa il 9% del totale delle professioni intellettuali, a fronte del 91% di quelle raccolte in ordini e collegi. Fin qui i dati nudi e crudi. L´indagine ha preso in considerazione un campione di 2.327 professionisti, appartenenti o non appartenenti ad ordini, fra cui prestatori d´opera e partite Iva. Al campione si richiedevano dati sulla consistenza strutturale e sulle prospettive. Risultato: un universo di imprese molto piccole, per l´80% sotto i 5 dipendenti e con fatturati che negli anni sono andati diminuendo, con progressivo contrarsi dei mercati. Imprese soprattutto fatte da giovani, quasi il 48% è sotto i 40 anni, mentre il 28,6% è fra i 40 e i 50. E talmente piccole che solo il 19% di esse può avere o retribuire dei tirocinanti. Di queste, comunque, ben il 79% ha fatto ricorso al progetto regionale Givanisì. Emblematico il dato sui fatturati: il 60% delle imprese campione denuncia un fatturato inferiore ai 50 mila euro l´anno. La via di uscita? Secondo gli esperti è quella di seguire la voglia di innovazione, fare rete, strutturarsi meglio per fronteggiare i mercati e seguirne l´andamento e le novità. Un nucleo dinamico esiste, le competenze pure. La Regione sta mettendo a disposizione spazi di confronto e strumenti. |
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PROFESSIONI INTELLETTUALI, DALLA REGIONE TOSCANA INCENTIVI E STRUMENTI PER CHI LE INTRAPRENDE |
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Firenze 19 gennaio 2015 – Il mondo delle professioni rappresenta in Italia circa il 20% del Pil, con un peso crescente nell´economia nazionale. In Toscana la densità di addetti nel settore delle professioni liberali è molto alta, paragonabile soltanto a quella di paesi come Regno Unito ed Olanda, decisamente sopra la media nazionale. Le professioni ordinistiche da sole rappresentano quasi il 10% dell´occupazione toscana. E´ una realtà che, come altre, sta vivendo una fase di grave crisi, legata alle difficoltà congiunturali, in particolare per i giovani. E´ anche per questo che la Regione Toscana si è data, prima regione in Italia, una propria legge con l´obiettivo di valorizzare il ruolo sociale ed economico delle professioni e sostenere, in particolare, l´ingresso dei giovani professionisti nel mondo del lavoro. E´ un impegno che verrà ulteriormente rafforzato nell´ambito della nuova programmazione dei fondi europei 2014-2020. L´assessore Gianfranco Simoncini, assessore alle attività produttive, credito lavoro della Regione Toscana ha affrontato il tema al centro del convegno organizzato oggi dalla Commissione regionale delle professioni intellettuali. "La crisi ha colpito queste categorie – spiega Simoncini – dove abbiamo assistito ad una progressiva contrazione della domanda a fronte di una crescita del numero di professionisti sul mercato anche a causa della diminuzione di alternative occupazionali. Di qui la scelta, premendo l´acceleratore sulla legge toscana, la 73 del 2008, di puntare sugli strumenti a sostegno dell´innovazione delle attività professionali, come veicolo prezioso per la crescita competitiva del sistema produttivo. Così, anticipando in parte le previsioni della normativa europea, abbiamo deciso di fare leva sempre di più sulla qualità, sull´innovazione, sulla ricerca. E in questo quadro il ruolo delle professioni intellettuali e della loro continuità attraverso le giovani generazioni è strategico e deve essere incoraggiato". L´assessore ha quindi ricordato gli strumenti che la legge toscana sulle professioni mette in campo. A cominciare da una sede permanente di dialogo e confronto con ordini e collegi professionali: la Commissione regionale delle professioni intellettuali, dove sono rappresentati sia il mondo delle professioni ordinistiche e non ordinistiche, con il compito di favorire il raccordo con la giunta regionale e fornire pareri sulle materie di interesse comune. Uno dei prodotti del lavoro della commissione è l´indagine presentata oggi, realizzata da Irpet con la collaborazione di Sociolab, rivolta alle professioni intellletuali con attività prevalente a partita Iva. Ma non è tutto. Fra le iniziative previste dalla legge, anche l´istituzione di un fondo di garanzia per sostenere l´accesso al credito di giovani professionisti o tirocinanti, iscritti ad Ordini, Collegi o anche a prestatori d´opera con partita Iva nell´avvio di nuove attività. Il fondo, con dotazione annuale di circa 640 mila euro, è ripartito il 15 novembre, gestito da Toscanamuove e concede garanzie fino ad un massimo di 50 mila euro secondo la tipologia di prestito. Prevista anche una misura per finanziare, fino ad un massimo di 100 mila euro, progetti innovativi di Ordini e Collegi e per dotare, inoltre, i soggetti professionali delle risorse necessarie ad affrontare le richieste di cofinanziamento nei casi di partecipazione a progetti europei. Ancora sul fronte del credito, sono stati introdotti piccoli prestiti fino a 3 mila euro, per i professionisti con partita Iva, allargando così la platea dei beneficiari di una legge che prevede interventi a favore delle famiglie e dei lavoratori in difficoltà che potranno beneficiare anche del fondo istituito per i piccoli prestiti ad imprese colpite da calamità. Favorire l´accesso alle professioni e l´autoimprenditorialità dei giovani è anche l´obiettivo della misura - inserita nel progetto Giovanisì – dei praticantati retribuiti. "Con il progetto Giovanisì – prosegue Simoncini - abbiamo reso obbligatorio per legge una retribuizione ai giovani che fanno stage e tirocini, riconoscendone il valore formativo e scongiurando forme mascherate di sfruttamento, mettendo a disposizione come Regione un cofinanziamento pari a 300 euro a fronte di 500 euro di riborso mensile. Grazie alla collaborazione con il mondo accademico e delle professioni, attraverso 19 protocolli di intesa, abbiamo esteso la possibilità di retribuzione anche ai tirocini, obbligatori e non, finalizzati alla pratica di studio. Con il primo bando sono state avviate 539 attività di praticantato, cui si aggiungeranno le 220 domande presentate con il secondo bando, per un totale di 759 praticantati avviati". I giovani professionisti in Toscana possono contare anche su due strumenti innovativi: un´operazione, in due fasi, per l´avio di attività di co-working, con l´individuazione di spazi (ad oggi sono 7 gli spazi accreditati, per una ventina di domande di voucher) e l´assegnazione di voucher (finanziati grazie a 200 mila euro di risorse anticipate dalla Regione sul Fse 2014-20) a favore di coloro che vogliono entrare nella rete. Un ulteriore supporto per giovani professionisti verrà da Garanzia Giovani: la giunta sta definendo gli indirizzi per il sostegno ai processi di autoimpiego, che offre strumenti per la formazione di coloro che intendono avviare un´impresa o lavoro autonomo. Il bando uscirà fra bereve e le risorse disponibili sono pari ad 1 milione per il 2015. Partirà inoltre a breve, una specifica iniziativa dedicata alla formazione e all´aggiornamento professionale nell´ambito della misura Fse dedicata alla formazione degli imprenditori. I vice presidenti della Commissione "I vicepresidenti della commissione Sandra Vannoni e Franco Pagani auspicano che il convegno sia un momento di concreta ulteriore aggregazione e discussione propositiva con tutti i soggetti interessati alla valorizzazione del mondo delle professioni intellettuali da parte del mondo istituzionale e politico. Una discussione fuori dagli stereotipi, che tenga conto che le professioni intellettuali costituiscono una fetta importante del tessuto economico produttivo del paese, determinando circa un terzo del Pil della Toscana. Un patrimonio che deve essere adeguatamente sostenuto con atti sostanziali, perché è il vero volano di una competizione basata principalmente su competente e conoscenze, anche fortemente innovative, che il capitale umano professionale può esprimere a vantaggio di tutta l´economia regionale e nazionale. Solo così si potrà dare piena attuazione a quanto previsto dall´Europa dando titolo per l´accesso diretto ai finanziamenti ai professionisti al pari delle imprese nonché, in linea con il processo attivato dalla legge 73, garantire alla commissione la partecipazione a pieno titolo ai tavoli di concertazione regionale." |
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GIOCO IN LOMBARDIA: NUOVA LEGGE PER SLOT ZERO |
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Milano, 19 gennaio 2015 - "Slot machine zero". È questo l´obiettivo annunciato dall´assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo di Regione Lombardia Viviana Beccalossi. "Il nuovo progetto di legge approvato dalla Giunta prevede che, anche per il rinnovo delle licenze per l´installazione di macchinette già attive in bar, tabaccherie e sale gioco, valga il rispetto della distanza di 500 metri da chiese, scuole, ospedali, centri anziani e centri sportivi, quelli che tecnicamente definiamo ´luoghi sensibili´". Il provvedimento è stato approvato di concerto con l´assessore regionale al Commercio, Turismo e Terziario Mauro Parolini. Contrastare Fenomeno - "Da tempo - ha spiegato l´assessore Parolini - siamo in prima linea per varare misure incisive volte a prevenire e contrastare forme di ludopatia legate al gioco d´azzardo lecito. Anche questo intervento si inserisce in un contesto più ampio di norme che hanno come obiettivi quelli di responsabilizzare i gestori, rendere consapevoli i giocatori, tutelare i minori e, soprattutto, prevenire l´altissimo costo sociale che la dipendenza da gioco crea nel tessuto lombardo". Nuove Norme - Con le nuove norme si precisa che la fascia di sicurezza si riferisce non solo alle apparecchiature di nuova installazione, già di fatto bloccate dalla Legge, ma anche a quelle già presenti, che, al termine dei contratti di concessione in essere, se presenti all´interno delle fasce di sicurezza, verranno a loro volta disinstallate e non potranno più funzionare. Più Potere Ai Comuni - Il Pdl prevede una precisa ed esplicita responsabilità autorizzativa dei Comuni nei confronti degli interventi edilizi dedicati alla realizzazione o all´ampliamento delle sale gioco. Risultato: un più agevole controllo da parte dei Comuni del rispetto delle distanze di sicurezza e una migliore trasparenza e informazione a tutte le parti in causa. "L´invito che rivolgiamo a tutti i Comuni - ha sottolineato Viviana Beccalossi - è di rafforzare i controlli e lavorare nel modo più convinto possibile all´applicazione della legge sul proprio territorio. Gli strumenti ci sono e oggi stiamo lavorando per renderli ancora più efficaci". Il Bando Per I Comuni - Comuni e associazioni possono presentare a Regione Lombardia, entro il 31 gennaio, proposte mirate a contrastare il gioco d´azzardo patologico e a combattere la ludopatia. Possono essere progetti a 360 gradi: nelle scuole, per controlli sul territorio, per azioni di prevenzione e formazione. Le manifestazioni d´interesse serviranno a Regione Lombardia per mappare le esigenze del territorio e poter quindi aprire un Bando che possa premiare al meglio le iniziative. Risorse Disponibili Contro Ludopatia - "Vogliamo capire - ha concluso l´assessore Beccalossi - come utilizzare al meglio le risorse che il presidente Maroni ha deciso di destinare a questo settore. Nessuno meglio degli amministratori locali, che ogni giorno si trovano ad affrontare sul proprio territorio questa piaga sociale, può indicarci, anche con l´aiuto delle associazioni, le iniziative più efficaci. Grazie ai contributi raccolti, saremo in grado di costruire un bando il più efficace possibile". Tre Milioni Di Euro - Appena effettuati controlli e verifiche, Regione Lombardia, entro fine marzo, aprirà un Bando, mettendo a disposizione 3 milioni di euro per gli Enti locali che presenteranno i migliori progetti, con un massimo di 50.000 euro ciascuno, in modo da prevedere un´azione efficace e a tappeto, per i prossimi due anni. Regione Lombardia, per questo motivo, estende l´invito a tutti i sindaci, dalla più grande città al più piccolo dei Comuni, affinché possano dare un primo contributo a questa azione. |
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CONVEGNO FAMIGLIA, MARONI: UN FORUM DURANTE EXPO |
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Milano, 19 gennaio 2015 - "Chi ci ha attaccato, non solo non ci ha fermato, ma ci ha fatto pubblicità. Questo convegno è stato un successo, mi è piaciuto moltissimo, al punto che propongo al direttore di Tempi, Luigi Amicone, di trasformare questo tavolo in un forum permanente delle famiglie, che sia un punto di riferimento per discutere su quanto serve e quanto bisogna fare in Lombardia in questo settore". La proposta arriva dal Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, al termine del convegno ´Difendere la famiglia, difendere la comunità´, che si è svolto questo pomeriggio all´auditorium Testori di Milano. Nessun Passo Indietro - "Qualcuno - ha ricordato il Governatore - ha cercato di impedire questo evento, facendo pressioni e minacce, anche attraverso le pagine dei giornali. Io, da ministro dell´Interno, ne ho subite tante di minacce e anche di più, ma non mi sono mai fermato o fatto condizionare. Figuriamoci se lo facevo per colpa di quattro ´pirla´". Logo Expo Appropriato - Anche sotto il profilo dell´uso del logo di Expo Milano 2015, il presidente lombardo, è stato molto netto, ribadendo che "il suo utilizzo per questo evento, è stato assolutamente appropriato. Non solo ho voluto lasciarlo - ha sottolineato - ma intendo rilanciare. Il tema dell´Esposizione universale è: ´Nutrire il pianeta, energia per la vita´. Oggi ho capito che qui noi vogliamo nutrire i nostri valori". Per questo, ha proposto Maroni rivolgendosi ancora ad Amicone, "organizziamo un altro convegno, in una sala ancora più capiente di questa, proprio durante Expo". Politiche Concrete - Il Governatore, ha anche voluto evidenziare come Regione Lombardia "ha sempre fatto molto e continua a fare tantissimo per la famiglia. E´ stata una delle prime Regioni, nel 1999, a fare una legge specifica per la famiglia e noi stiamo proseguendo su quel percorso. Stiamo portando avanti questa ´buona pratica´, che non è solo fare convegni dove si parla e si riafferma il diritto sacrosanto di tutelare questa istituzione, ma sono soprattutto azioni ed interventi di grande concretezza: dai fondi ´Nasko´ e ´Cresco´ che abbiamo mantenuto, fino all´ultimo provvedimento varato solo un mese fa, con il quale la nostra Giunta ha destinato alle famiglie con componenti fragili e per la conciliazione famiglia/lavoro, ben 87 milioni, nonostante i pesanti tagli di Roma sul bilancio della Regione. Siamo riusciti a trovare questi soldi - ha concluso - perché vogliamo che anche nel 2015 prosegua il sostegno concreto di Regione Lombardia alle famiglie in difficoltà". |
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CONVEGNO FAMIGLIA: ISTITUZIONE CENTRALE, FUTURO NOSTRE COMUNITÀ |
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Milano, 19 gennaio 2015 - "Vedere tutte queste persone qui presenti è davvero una vittoria e una emozione indescrivibile. Un grazie a tutti". Lo ha detto l´assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia Cristina Cappellini, aprendo questo pomeriggio, all´Auditorium Gaber di Palazzo Lombardia, i lavori del convegno ´Difendere la famiglia per difendere la comunità´. Valore Della Famiglia - "Ho voluto riunire in questa sala che è il cuore di Regione Lombardia - ha spiegato l´assessore - tante persone e tante associazioni, accumunate dal valore indissolubile e incontrastabile della famiglia. Ringrazio il presidente Maroni perché fin dall´inizio ci siamo confrontati sulla necessità di dare un segnale forte e soprattutto di dare voce a tante persone che hanno difficoltà a esprimere il proprio pensiero. Abbiamo deciso di farci carico di questo, con la ferma convinzione che tutti hanno diritto di esprimere le proprie idee. Non abbiamo ceduto e siamo qui oggi come tappa di un percorso iniziato in Consiglio regionale e che continuerà". L´assessore Cappellini ha rivolto un particolare ringraziamento al Consiglio regionale, ai gruppi di maggioranza e ai consiglieri Romeo (primo firmatario della mozione a tutela della famiglia) e Del Gobbo (promotore della mozione a sostegno del convegno). Modello Di Società - "Non siamo qui contro i diritti di qualcuno o per discriminare - ha aggiunto l´assessore - ma per promuovere qualcosa di buono e genuino. Siamo qui a ribadire la centralità della famiglia come istituzione, in cui ci riconosciamo, che è la base, il cuore, il futuro delle nostre comunità e il modello di società che noi volgiamo tutelare. Per noi la famiglia è padre e madre, possibilmente coi i figli, non genitore 1 e genitore 2 o madre A e madre B, come si è visto recentemente ammettere da qualche tribunale o Comune". Tutelare Bambini - "Abbiamo un dovere nei confronti dei bambini - ha detto ancora Cappellini - che sono i più indifesi e che vanno tutelati da una famiglia, e non visti come oggetto di egoismo o come addirittura un prodotto da mercato. Tutelare la famiglia significa tutelare anche chi difende la famiglia e chi crede in certi valori, che spesso viene soffocato, come le Sentinelle in Piedi, a cui va tutta la nostra solidarietà perché troppo spesso sono oggetto di contestazioni e repressioni e vedono soffocata la loro legittima manifestazione del pensiero". "In paese democratico - ha sottolineato Cristina Cappellini - è legittimo prendere posizioni contrarie a progetti di legge, come quello promosso da Scalfarotto, oltre che a tutte quelle forme che mirano a introdurre certe lezioni nelle scuole". Battaglia Culturale - "Per noi questa - ha concluso l´assessore Cappellini - è una battaglia culturale prima che per i diritti delle famiglie, che pure Regione Lombardia sta portando avanti da tanto tempo con una serie di aiuti e sostegni. Noi non arretriamo di un millimetro, e abbiamo un grande alleato, che è la Regione Veneto che prima di noi ha percorso questa strada con la nostra stessa fermezza. Questo è uno dei tanti appuntamenti, Regione Lombardia c´è e ci crede fino in fondo, il cammino è stato tracciato". |
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OGGI A VILLA UMBRIA SEMINARIO SU PREVENZIONE ISTITUZIONALIZZAZIONE MINORI |
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Perugia, 19 gennaio 2015 – Un seminario sul programma di interventi per prevenire l´istituzionalizzazione del minore concluderà il ciclo di iniziative organizzate dalla Regione Umbria per la Giornata internazionale dei diritti dell´Infanzia e dell´adolescenza 2014. Lunedì 19 gennaio, nella sede della Scuola Umbra di Pubblica amministrazione, si terrà un incontro con al centro il programma "P.i.p.p.i." nato dalla collaborazione tra il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare dell´Università di Padova. Il progetto è coordinato da Paola Milani, docente all´Università di Padova e responsabile scientifico dell´iniziativa che ha coinvolto i servizi sociali e di protezione e tutela dei minori, le cooperative del privato sociale, alcune scuole, alcune Asl che gestiscono i servizi sanitari degli enti locali coinvolti. Il Programma, che sarà esteso a ulteriori 50 ambiti territoriali appartenenti a 18 Regioni e una Provincia Autonoma con il coinvolgimento di altre 500 famiglie, ha la finalità di innovare le pratiche di intervento nei confronti delle famiglie cosiddette negligenti al fine di ridurre il rischio di maltrattamento e il conseguente allontanamento dei bambini dal nucleo familiare d´origine. In apertura del seminario interverranno l´amministratore della Scuola, Alberto Naticchioni, la vicepresidente della Regione Umbria con delega al Welfare, Carla Casciari, il garante per l´infanzia, Maria Pia Serlupini. |
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