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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 02 Marzo 2015 |
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SEMESTRE EUROPEO 2015: DECISIONI DEL COLLEGIO |
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Bruxelles, 2 marzo 2015 - La Commissione europea ha inviato un segnale forte, il 25 febbraio, agli Stati membri perché attuino le riforme strutturali e proseguano il risanamento delle finanze pubbliche. Questo s´iscrive nella linea adottata a novembre dal nuovo Collegio dei Commissari e riprende i temi centrali dell´analisi annuale della crescita 2015: rilancio degli investimenti, riforme strutturali e responsabilità di bilancio. Queste le decisioni odierne del Collegio: la Commissione ha rafforzato la procedura per tre dei 16 paesi per i quali a novembre erano stati individuati squilibri macroeconomici: Francia (fase 5), Germania (fase 3) e Bulgaria (fase 5). La Commissione ha avviato la procedura per gli squilibri macroeconomici per due paesi,Portogallo e Romania, mentre viene allentata la procedura nei confronti della Slovenia. Lo status degli altri 10 paesi rimarrà invariato (si veda l´allegato). Per quanto riguarda gli sforzi di bilancio, la Commissione raccomanda di non avviare la procedura per i disavanzi eccessivi nei confronti del Belgio, dell´Italia e della Finlandia, anche se gli sforzi di questi paesi non sono in linea con il valore di riferimento del debito, perché tiene conto dei principali fattori significativi ai sensi dell´articolo 126, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell´Unione europea. La Commissione raccomanda inoltre di dare tempo alla Francia fino al 2017 per correggere il suo disavanzo eccessivo. La raccomandazione indica tappe ben precise per il percorso di risanamento del bilancio, il cui rispetto sarà verificato periodicamente a partire da maggio. Questo dovrebbe lasciare alla Francia un margine di tempo sufficiente per attuare riforme strutturali ambiziose. Il Vicepresidente Valdis Dombrovskise, responsabile per l´euro e il dialogo sociale, ha dichiarato:"Il pacchetto discusso oggi dal Collegio è la tappa del processo del semestre europeo che segue l´adozione, a novembre, dell´analisi annuale della crescita. Ovviamente, le nostre decisioni tengono conto della situazione economica mondiale e nazionale, così come dell´intensa interazione avuta nelle ultime settimane con il Belgio, la Francia e l´Italia in merito ai loro piani di bilancio e di riforme strutturali." Il Commissario Pierre Moscovici, responsabile per gli affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: "Questa è una serie di decisioni importanti ed equilibrate che riflettono pienamente la situazione economica attuale. La Commissione dimostra l´importanza delle riforme strutturali e del rispetto delle nostre norme di bilancio. La maggior parte degli Stati membri sta dando prova dell´impegno necessario. Altri devono invece accelerare e intensificare sia il processo di riforma che la riduzione del disavanzo e del debito. Continueremo a incoraggiarli perché proseguano in questa direzione e, se necessario, utilizzeremo tutti gli strumenti giuridici di cui disponiamo." Le prossime fasi Queste raccomandazioni, che la Commissione rivolge al Consiglio, dovrebbero essere discusse a marzo al Consiglio dei ministri dell´economia e delle finanze (Ecofin). Sempre a marzo, la Commissione organizzerà un altro ciclo di incontri bilaterali con gli Stati membri per poter discutere delle relazioni sui singoli paesi. I programmi nazionali di riforma e i programmi di stabilità o di convergenza degli Stati membri dovrebbero essere presentati entro la metà di aprile. Basandosi su tutti questi elementi, la Commissione presenterà a maggio una nuova serie di raccomandazioni specifiche mirate per paese per il 2015-2016, individuando le principali priorità da affrontare. Contesto Il pacchetto sulla sorveglianza presentato oggi fa seguito all´analisi annuale della crescita adottata a novembre e costituisce la base analitica per l´adozione, a maggio, delle raccomandazioni specifiche per paese. È la prima volta che la Commissione presenta il pacchetto sulla sorveglianza economica in questo formato e che pubblica le relazioni sui singoli paesi in una fase così precoce del ciclo del semestre. Gli anni scorsi le relazioni, che all´epoca si chiamavano documenti di lavoro della Commissione, venivano presentate a maggio/giugno insieme alle raccomandazioni specifiche per paese. Solo gli esami approfonditi, che ora sono integrati nelle relazioni sui singoli paesi, venivano pubblicati a marzo. Anticipando di tre mesi la data della pubblicazione si lascia più tempo per le discussioni con le parti interessate e si rafforza il coinvolgimento degli Stati membri. Sintesi Delle Decisioni Adottate Il 25 Febbraio 2015 Nell´ambito Della Procedura Per Gli Squilibri Macroeconomici Del 2015
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Categorie della procedura per gli squilibri macroeconomici |
2014 |
2015* |
1 |
Nessuno squilibrio |
- |
- |
2 |
Squilibri che richiedono un´azione politica e un monitoraggio |
Be, Bg, De, Nl, Fi, Se, Uk |
Be, Nl, Ro**, Fi, Se, Uk |
3 |
Squilibri che richiedono un´azione politica risoluta e un monitoraggio |
Hu |
Hu, De |
4 |
Squilibri che richiedono un´azione politica risoluta e un monitoraggio specifico |
Ie, Es, Fr |
Ie, Es, Si |
5 |
Squilibri eccessivi che richiedono un´azione politicarisoluta e unmonitoraggio specifico (per Fr e Hr la decisione relativa all´attivazione dellaprocedura per gli squilibri eccessivi sarà presa a maggio dopo la valutazione del Pnr e del programma di stabilità o di convergenza) |
Hr, It, Si |
Bg, Fr, Hr,it, Pt** |
6 |
Procedura per gli squilibri eccessivi |
- |
- | Note: * Il grassetto indica un cambiamento rispetto al 2014 ** Nel 2014 Pt beneficiava di un programma di assistenza finanziaria e Ro era oggetto di un programma precauzionale Allegato: conclusioni degli esami approfonditi per Stato membro Il Belgio presenta squilibri macroeconomici che richiedono un´azione politica e un monitoraggio. Gli sviluppi in materia di competitività esterna delle merci continuano a presentare rischi e meritano attenzione, perché un nuovo deterioramento metterebbe a repentaglio la stabilità macroeconomica. Ulteriori interventi per garantire la convergenza dei parametri di costo rallenterebbero il declino dell´occupazione nel settore dei beni e servizi scambiabili, mentre uno spostamento del carico fiscale verso basi imponibili diverse dal lavoro accentuerebbe i progressi tangibili verso la riduzione dello storico divario dei costi. Il debito pubblico rimane elevato, ma diversi fattori attenuano i rischi macroeconomici associati. La Bulgaria presenta squilibri macroeconomici eccessivi che richiedono un´azione politica risoluta e un monitoraggio specifico. In particolare, le turbolenze che nel 2014 hanno colpito il settore finanziario destano preoccupazione circa l´esistenza di pratiche bancarie, nella parte di proprietà nazionale, con implicazioni potenzialmente rilevanti per il settore finanziario e per la stabilità macroeconomica generale. La posizione sull´estero ancora negativa, anche se in miglioramento, l´indebitamento eccessivo delle imprese e il debole aggiustamento del mercato del lavoro continuano a porre rischi macroeconomici e meritano particolare attenzione. La Germania presenta squilibri macroeconomici che richiedono un´azione politica risoluta e un monitoraggio. I rischi sono aumentati a causa della persistente carenza di investimenti privati e pubblici, che frena la crescita e alimenta l´elevatissimo avanzo delle partite correnti, a cui si deve continuare a prestare particolare attenzione. È di particolare importanza intervenire per ridurre il rischio di ripercussioni negative sull´economia tedesca e, considerate le sue dimensioni, sull´Unione economica e monetaria. L´irlanda presenta squilibri macroeconomici che richiedono un´azione politica risoluta e un monitoraggio specifico. L´irlanda ha completato il programma di assistenza finanziaria dell´Ue/fmi nel 2013 ed è attualmente soggetta alla sorveglianza post-programma e alla sorveglianza nell´ambito del semestre europeo. Nonostante un deciso miglioramento delle prospettive economiche, è necessario continuare a prestare particolare attenzione ai rischi connessi ai livelli elevati dell´indebitamento pubblico e privato, alle sfide rimanenti nel settore finanziario, specie per quanto riguarda la redditività delle banche, e all´aggiustamento del mercato del lavoro, caratterizzato da una forte disoccupazione strutturale. La Spagna presenta squilibri macroeconomici che richiedono un´azione politica risoluta e un monitoraggio specifico. La Spagna è uscita dal programma di assistenza finanziaria per la ricapitalizzazione degli enti finanziari nel 2014 ed è attualmente soggetta alla sorveglianza post-programma e alla sorveglianza nell´ambito del semestre europeo. Sebbene si osservi qualche miglioramento per quanto riguarda il riequilibrio delle partite correnti, occorre continuare a prestare particolare attenzione ai rischi connessi ai livelli elevati dell´indebitamento pubblico e privato e alla posizione patrimoniale netta sull´estero fortemente negativa, a fronte di livelli di disoccupazione altissimi. È di particolare importanza intervenire per ridurre il rischio di ripercussioni negative sull´economia spagnola e, considerate le sue dimensioni, sull´Unione economica e monetaria. La Francia presenta squilibri macroeconomici eccessivi che richiedono un´azione politica risoluta e un monitoraggio specifico. A maggio la Commissione deciderà se attivare la procedura per gli squilibri eccessivi basandosi sui programmi nazionali di riforma (Pnr) e sugli altri impegni a realizzare riforme strutturali annunciati per quella data. In un contesto di crescita fiacca e di bassa inflazione, a cui si aggiunge la scarsa redditività delle imprese, e vista la natura finora inadeguata delle risposte politiche, i rischi derivanti dal deterioramento della competitività di costo e non di costo e dall´elevato e crescente indebitamento della Francia, in particolare nel settore pubblico, sono notevolmente aumentati. È di particolare importanza intervenire per ridurre il rischio di ripercussioni negative sull´economia francese e, considerate le sue dimensioni, sull´Unione economica e monetaria. La Croazia presenta squilibri macroeconomici eccessivi che richiedono un´azione politica risoluta e un monitoraggio specifico.A maggio la Commissione deciderà se attivare la procedura per gli squilibri eccessivi basandosi sui programmi nazionali di riforma (Pnr) e sugli altri impegni a realizzare riforme strutturali annunciati per quella data.In un contesto di crescita fiacca, di rinvii nella ristrutturazione delle imprese e di situazione occupazionale disastrosa, i rischi connessi alla scarsa competitività, alle ingenti passività con l´estero e all´aumento del debito pubblico, associati a una governance carente nel settore pubblico, sono notevolmente aumentati. L´italia presenta squilibri macroeconomici eccessivi che richiedono un´azione politica risoluta e un monitoraggio specifico. La persistenza di una crescita fiacca e di una bassa produttività ha aumentato notevolmente i rischi derivanti dal livello molto elevato del debito pubblico e dalla scarsa competitività di costo e non di costo. È di particolare importanza intervenire per ridurre il rischio di ripercussioni negative sull´economia italiana e, considerate le sue dimensioni, sull´Unione economica e monetaria. L´ungheria presenta squilibri macroeconomici che richiedono un´azione politica risoluta e un monitoraggio. In particolare, occorre continuare a prestare attenzione ai rischi derivanti da una posizione netta sull´estero ancora fortemente negativa, sebbene si osservi qualche progresso per quanto riguarda il riequilibrio delle partite correnti, dall´elevato debito pubblico, dai pesanti oneri normativi che gravano sul settore finanziario e dal notevole volume di prestiti in sofferenza, che rendono difficile ridurre il debito. I Paesi Bassi presentano squilibri macroeconomici che richiedono un´azione politica e un monitoraggio. Permangono rischi legati al livello elevato del debito privato a cui bisogna prestare attenzione, anche se le misure adottate di recente favoriscono la ripresa del mercato abitativo e frenano l´aumento dei crediti ipotecari. Sebbene l´elevato avanzo delle partite correnti sia in parte riconducibile alle caratteristiche strutturali dell´economia, la struttura dei regimi pensionistico e fiscale potrebbe causare un´allocazione inefficiente del capitale. Il Portogallo presenta squilibri eccessivi che richiedono un´azione politica risoluta e un monitoraggio specifico. Il Portogallo è uscito dal programma di aggiustamento economico nel 2014 ed è attualmente soggetto alla sorveglianza post-programma e alla sorveglianza nell´ambito del semestre europeo. Nonostante i notevoli progressi conseguiti nel corso del programma in termini di aggiustamento economico e di politiche economiche, permangono notevoli rischi legati agli elevati livelli di indebitamento, interno ed esterno, e in diversi settori, a cui occorre prestare particolare attenzione. Vi sono inoltre forti pressioni a ridurre l´indebitamento in un contesto di crescita fiacca, bassa inflazione e elevata disoccupazione. La Slovenia presenta squilibri macroeconomici che richiedono un´azione politica risoluta e un monitoraggio specifico. Il riequilibrio è in atto e, rispetto all´anno scorso, i rischi sono stati ridotti, in particolare quelli legati alla sostenibilità esterna, grazie ad azioni politiche risolute di portata generale, al miglioramento delle esportazioni e a condizioni più favorevoli alla crescita. La gestione carente delle imprese, la forte partecipazione dello Stato, il livello ancora elevato di indebitamento delle imprese e l´aumento del debito pubblico pongono tuttavia rischi per la stabilità finanziaria e la crescita e meritano particolare attenzione. Gli squilibri non sono più considerati eccessivi, ma continuano a richiedere particolare attenzione. La Finlandia presenta squilibri macroeconomici che richiedono un´azione politica e un monitoraggio. Va riservata attenzione, in particolare, ai rischi associati ai mediocri risultati in termini di esportazioni in un contesto di ristrutturazione industriale. Il declino delle quote dei mercati di esportazione e delle industrie manifatturiere si è globalmente fermato, ma gli investimenti rimangono insufficienti e il potenziale di crescita è diminuito. L´indebitamento del settore privato si è stabilizzato e non sembra costituire una fonte di preoccupazione nell´immediato, ma il suo livello relativamente elevato richiede un attento monitoraggio. La Svezia presenta squilibri macroeconomici che richiedono un´azione politica e un monitoraggio. L´indebitamento delle famiglie, in particolare, rimane a livelli molto elevati e continua ad aumentare a causa del rialzo dei prezzi delle abitazioni, della persistenza di tassi d´interesse bassi, di incentivi fiscali ancora elevati e di un´offerta limitata di alloggi. Occorre continuare a prestare attenzione agli sviluppi macroeconomici collegati al debito privato. La Romania presenta squilibri macroeconomici che richiedono un´azione politica e un monitoraggio. Gli squilibri esterni e interni sono stati notevolmente ridotti grazie ai tre programmi consecutivi dell´Ue/fmi. Occorre tuttavia prestare attenzione ai rischi derivanti dalla relativa consistenza della posizione patrimoniale netta sull´estero negativa e da una scarsa capacità di esportazione a medio termine. Inoltre, anche se finora è stata preservata la stabilità del settore finanziario, il settore bancario presenta ancora vulnerabilità esterne e interne. Il Regno Unito presenta squilibri macroeconomici che richiedono un´azione politica e un monitoraggio.In particolare, occorre continuare a prestare attenzione ai rischi collegati all´elevato indebitamento delle famiglie, in parte riconducibile alle caratteristiche strutturali del mercato abitativo. L´economia e il settore finanziario sono diventati più resilienti. A causa del persistere della carenza di alloggi, tuttavia, i prezzi delle abitazioni rimarranno probabilmente elevati a medio termine e il settore continuerà ad essere meno resiliente di fronte ai rischi. |
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PARLAMENTO EUROPEO: INCONTRI DEI GRUPPI POLITICI E DELLE COMMISSIONI LA SETTIMANA DAL 2 ALL’8 MARZO 2015 |
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Bruxelles, 2 marzo 2015 - Fondo europeo per la Strategic Investments (Efsi). I piani per la creazione del Efsi, un Investment Advisory Hub europeo (Eiah) e un progetto di investimento European Pipeline, i tre pilastri del cosiddetto "piano di Juncker", sarà discusso con gli esperti da parte del Affari Economici E Monetari e bilanci dei comitati. (Lunedi). Unrwa . Commissario generale dell´Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e per i profughi palestinesi (Unrwa) Pierre Krähenbühl discuterà la situazione nella regione, e la carenza di finanziamenti di Unwra, con la commissione per gli affari esteri, il Lunedi. Signor Krähenbühl incontrerà inoltre il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz il Martedì. Giornata internazionale della donna (Iwd). Commissione per i diritti delle donne si terrà un incontro con i membri della Ue e dei parlamenti nazionali dei paesi dell´allargamento sulla "Empowering Women and Girls attraverso l´Educazione". Vicepresidente del Parlamento europeo Dimitrios Papadimoulis aprirà il dibattito. Commissione per i diritti della donna sedia Iratxe García Pérez-e Commissario per la Giustizia, i consumatori e l´uguaglianza di genere Věra Jourová terrà una conferenza stampa alle 12:30. (Giovedi). Preparati plenarie gruppi politici prepareranno per il 9-12 Marzo sessione plenaria a Strasburgo, dove i deputati dovranno votare le europee Long Term Investment Funds volte a promuovere gli investimenti nelle infrastrutture, un berretto sulle tasse di carte di pagamento, i fondi del mercato monetario, la parità tra uomini e le donne, il bilancio Ue 2016 e la relazione annuale sulla politica estera dell´Unione europea. I deputati discuteranno anche i preparativi per il Consiglio europeo di marzo. Diario del presidente. Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz incontrerà l´Italia del presidente Sergio Mattarella e il capo supremo della Chiesa universale siro-ortodossa, il Patriarca Moran Mor Ignatius Aphrem Ii, il Martedì. Mercoledì scorso, l´onorevole Schulz incontrerà Slovakia´spresident Andrej Kiska, seguito da un punto stampa (Paul-henri Spaak, ingresso Protocol), Presidente del Seimas della Lituania Loreta Graužinienė e segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (Ces) Bernadette Ségol. Infine, il Presidente si recherà a Madrid, in Spagna, per una serie di incontri, tra cui il re di Spagna Sua Maestà Felipe Vi, il Venerdì. Seminario per i giornalisti. In occasione della Giornata di quest´anno internazionale della donna (8 marzo), il Servizio stampa Ep terrà un seminario su L´empowerment delle donne e delle ragazze attraverso l´istruzione , dove i giornalisti possono incontrare i deputati e gli esperti invitati a discutere il diritto delle donne all´istruzione e possibili misure comunitarie per proteggerlo (Mercoledì). |
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LA COMMISSIONE RIFERISCE SULL´ESENZIONE DAL VISTO PER I CITTADINI DEI BALCANI OCCIDENTALI |
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Bruxelles, 2 marzo 2015 - La Commissione ha pubblicato 25 febbraio la sua quinta valutazione sul funzionamento del regime di esenzione dall´obbligo del visto con l´Albania, la Bosnia-erzegovina, l´ex Repubblica jugoslava di Macedonia, il Montenegro e la Serbia. La quinta relazione sul controllo successivo alla liberalizzazione dei visti per i paesi dei Balcani occidentali segnala la necessità di ulteriori misure per preservare l´integrità del regime di esenzione dal visto e per combattere i potenziali abusi del sistema di asilo dell´Ue. "La Commissione europea rimane determinata a mantenere l´esenzione dall´obbligo del visto per i cittadini dei paesi dei Balcani occidentali. I vantaggi della liberalizzazione dei visti si manifestano chiaramente nell´aumento dei contatti interpersonali e delle opportunità imprenditoriali. Occorre però affrontare sistematicamente, con un´adeguata assegnazione di risorse, il problema degli abusi del regime di esenzione dal visto da parte di coloro che chiedono asilo nell´Ue. La nostra relazione formula una serie di raccomandazioni per affrontare i fattori di spinta e di attrazione della migrazione irregolare; chiedo quindi il pieno sostegno e un forte impegno di tutti i paesi partecipanti", ha dichiarato Dimitris Avramopoulos, Commissario responsabile per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza. Principali conclusioni Gli abusi in materia di asilo da parte dei cittadini dei paesi dei Balcani occidentali che beneficiano di esenzioni dal visto rimane una grave preoccupazione. Il numero di domande di asilo presentate nell´Ue e nei paesi associati Schengen da cittadini dei cinque paesi dei Balcani occidentali esenti dall´obbligo del visto ha registrato un aumento costante da quando è stata introdotta la liberalizzazione dei visti, arrivando a 53 705 nel 2013. Le cifre relative ai primi nove mesi del 2014 sono superiori del 40% a quelle relative allo stesso periodo del 2013. Allo stesso tempo, il tasso di riconoscimento delle domande di asilo nell´Ue e nei paesi associati Schengen ha continuato a calare per tutti i cittadini dei Balcani occidentali che beneficiano dell´esenzione dal visto, il che indica che la stragrande maggioranza delle domande era palesemente infondata: il tasso è stato del 3,7% per i cittadini montenegrini, del 2,7% per i serbi e dell´1% per i cittadini dell´ex Repubblica jugoslava di Macedonia. Al contempo, nel 2013 l´8,1% dei richiedenti albanesi e il 5,9% dei cittadini della Bosnia-erzegovina hanno ricevuto protezione internazionale nell´Ue e nei paesi associati Schengen. Tra i cittadini provenienti dai paesi dei Balcani occidentali esenti dall´obbligo del visto che presentano domanda di visto nell´Ue e nei paesi associati Schengen, il gruppo principale è costituito dai serbi (il 42% nel 2013), seguiti dai cittadini dell´ex Repubblica jugoslava di Macedonia e dell´Albania (il 21% ciascuna), dai cittadini della Bosnia-erzegovina (14%) e dai montenegrini (2%). La Germania rimane il principale paese di accoglienza di tali richiedenti asilo, con una percentuale crescente di domande accettate (dal 12% nel 2009 al 75% nei primi nove mesi del 2014). Raccomandazioni principali Ciascun paese dei Balcani occidentali esente dall´obbligo del visto deve poter dimostrare che il numero di domande di asilo infondate presentate negli Stati membri dell´Ue diminuisce costantemente. La Commissione raccomanda che ogni paese dei Balcani occidentali che beneficia della liberalizzazione dei visti adotti iniziative decise per combattere i fattori di spinta della migrazione irregolare nell´Ue: · aumentare l´assistenza mirata alle popolazioni minoritarie, specialmente a quelle di etnia Rom; rafforzare la cooperazione operativa e lo scambio d´informazioni in materia di gestione delle frontiere, migrazione, asilo e riammissione con gli Stati membri dell´Ue, la Commissione, Frontex, Europol e l´Ufficio europeo di sostegno per l´asilo; indagare sui facilitatori dell´immigrazione irregolare e perseguire penalmente coloro che consentono gli abusi del regime di esenzione dal visto; rafforzare i controlli di frontiera nel pieno rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini; potenziare l´informazione mirata e le campagne di sensibilizzazione destinate a informare di più i cittadini sui diritti e sugli obblighi in materia di viaggi in esenzione dal visto. La Commissione raccomanda inoltre che i più interessati tra gli Stati membri dell´Ue e i paesi associati Schengen adottino iniziative per combattere i fattori di attrazione della migrazione irregolare, prendendo in considerazione le seguenti misure: razionalizzare le procedure di asilo per i cittadini dei cinque paesi dei Balcani occidentali esenti dall´obbligo del visto, ad esempio incaricando un maggior numero di funzionari di valutare le domande nei periodi di punta o istituendo una procedura accelerata che consenta il trattamento rapido delle domande nei periodi di punta o per cittadini di determinati paesi; utilizzare in modo più cauto e selettivo le prestazioni in denaro, quali le somme per piccole spese e l´assistenza finanziaria per i rimpatri, in modo da ridurre gli incentivi finanziari agli abusi in materia di asilo; organizzare visite ad alto livello ai paesi interessati e campagne d´informazione, in cooperazione con le Ong locali e le autorità municipali; potenziare la cooperazione operativa e lo scambio d´informazioni, anche tramite ufficiali di collegamento, con le autorità dei paesi interessati. Contesto L´ex Repubblica jugoslava di Macedonia, il Montenegro e la Serbia hanno aderito al regime di liberalizzazione dei visti nel dicembre 2009 (Ip/09/1852), l´Albania e la Bosnia-erzegovina nel novembre 2010 (Memo/10/548). In seguito a tale liberalizzazione, alcuni Stati membri dell´Ue hanno sperimentato un aumento delle domande di asilo infondate presentate da cittadini di paesi dei Balcani occidentali che beneficiano dell´esenzione dall´obbligo del visto. Per evitare rischi di abusi del regime di esenzione dal visto, la Commissione ha creato un meccanismo per controllare l´applicazione delle misure adottate dai Balcani occidentali allo scopo di combattere i potenziali abusi. Le relazioni successive alla liberalizzazione servono a garantire che gli impegni assunti dai paesi dei Balcani occidentali prima dell´esenzione dall´obbligo del visto siano costantemente rispettati. La relazione pubblicata oggi è la quinta di questo tipo dal 2011. Tali relazioni sono redatte sulla base di visite in loco compiute da funzionari della Commissione ed esperti degli Stati membri per verificare i progressi realizzati e la qualità delle riforme connesse al regime di liberalizzazione dei visti. Si basano inoltre sulle relazioni presentate da ciascun paese dei Balcani occidentali riguardanti le misure adottate per combattere la migrazione irregolare, nonché sulle analisi di Frontex, di Europol e dell´Ufficio europeo di sostegno per l´asilo (Easo) circa le tendenze più recenti in materia di controllo di frontiera, migrazione irregolare e asilo. Oltre alle relazioni periodiche post-liberalizzazione, l´Ue ha introdotto anche un meccanismo generale che consente, in condizioni eccezionali, di reintrodurre temporaneamente l´obbligo del visto per cittadini di paesi terzi che beneficiano dell´esenzione dal visto con l´Ue (Memo/13/784). Questo meccanismo non riguarda regioni o paesi terzi specifici, ma si applica allo stesso modo a tutti i paesi che beneficiano o beneficeranno in futuro dell´esenzione dal visto per i viaggi nell´Ue, quindi anche ai paesi dei Balcani occidentali. Nessuno Stato membro ha mai chiesto l´attivazione del meccanismo di sospensione dell´esenzione dal visto. |
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PIANO DI INVESTIMENTI PER L´EUROPA: LA SPAGNA CONTRIBUIRÀ € 1,5 MILIARDI DEI PROGETTI DEL FONDO PER GLI INVESTIMENTI |
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Bruxelles, 2 marzo 2015 - Lo scorso 27 febbraio la Spagna ha annunciato che contribuirà € 1,5 miliardi di progetti che beneficiano di finanziamenti da parte del Fondo europeo per la Strategic Investments (Efsi), che è l´elemento centrale del piano di investimenti per l´Europa. Il contributo arriva attraverso Banca promozionale nazionale della Spagna, il Instituto de Crédito Oficial (Ico). Il vicepresidente della Commissione Jyrki Katainen, responsabile per l´occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività accolto con favore la notizia: " Sono molto contento di essere in Spagna per ricevere questa notizia eccellente da parte del governo spagnolo Siamo un passo più vicini al raggiungimento dell´obiettivo €. 315 miliardi di investimenti totali da partner pubblici e privati, e incoraggio gli altri Stati membri a seguire Spagna e Germania di piombo. Questo è un grande giorno, non solo per le imprese spagnole, ma per le imprese di tutta Europa ". L´annuncio arriva pochi giorni dopo che la Banca europea per gli investimenti (Bei) ha dato il via libera per il pre-finanziamento per le società di dimensioni piccole e medie (Pmi), nonché alcuni progetti di infrastrutture, prima dell´estate. |
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COMMISSIONE EUROPEA NOMINA IL NUOVO CAPO DELLA RAPPRESENTANZA A STOCCOLMA |
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Bruxelles, 2 marzo 2015 - Anna Katarina Areskoug è stato nominato capo della rappresentanza della Commissione europea a Stoccolma. Si entrerà in funzione il 1 ° marzo 2015. Lei porta al suo nuovo ruolo di quasi 25 anni di esperienza negli affari europei e internazionali, nonché comprovate di leadership e capacità di gestione. Tra il 2010 e il 2014, la sig.Ra Areskoug era segretario di Stato del Primo ministro svedese per gli Affari europei e esteri. Durante questo periodo ha in particolare preparato e ha partecipato a tutti i Consigli europei. Prima di questa nomina ha ricoperto per tre anni come capo unità per l´Ue e degli Affari Esteri in carica del Primo Ministro e per due anni come capo unità per l´ampliamento e Europa centrale e orientale presso il Ministero degli Affari Esteri. Dal 1999 al 2004, la sig.Ra Areskoug ha lavorato per la Rappresentanza permanente svedese l´Ue a Bruxelles. Durante i primi due anni è stata un Consigliere coordinare la preparazione della presidenza svedese dell´Unione europea nella primavera del 2001. In qualità di membro del Gruppo Antici, ha assistito l´ambasciatore svedese nel Coreper. Ha iniziato la sua carriera presso la Commissione europea nel 1996 come amministratore, in cui aveva a che fare con le relazioni con la Polonia e gli stati baltici e con i preparativi di preadesione e valutazioni per tutti i paesi candidati. Ha conseguito un Master in International Management della American Graduate School of International Management in Phoenix e un Bachelor of Science in Business Administration and Economics presso l´Università di Lund, in Svezia. |
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DICHIARAZIONE DELL´ALTO RAPPRESENTANTE / VICEPRESIDENTE FEDERICA MOGHERINI E COMMISSARIO PER LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E LO SVILUPPO NEVEN MIMICA SULLA FIRMA DELL´ACCORDO SUL MALI NEL PROCESSO DI ALGERI |
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Bruxelles, 2 marzo 2015 - L´accordo raggiunto ad Algeri rappresenta un passo importante verso una pace duratura in Mali. A tal fine, gli sforzi compiuti da Algeria per molti mesi - così come quelli di tutti i membri della mediazione a cui l´Unione europea fa parte - hanno contribuito a raggiungere questo risultato. L´unione europea invita le parti che non hanno ancora firmato per tornare il più presto possibile - dopo aver consultato l´ultima volta la loro base - per marcare la loro approvazione definitiva di un testo da compromessi difficili e ferocemente negoziati tra tutte le parti interessate. L´unione europea sarà un membro attivo del comitato di sorveglianza sarà allestito per accompagnare l´attuazione dell´accordo di pace e di continuare il suo impegno per la pace e lo sviluppo in Mali così. |
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EUROBAROMETRO: COSA PENSANO I CITTADINI ITALIANI ED EUROPEI DELL´UE |
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Bruxelles, 2 marzo 2015 - Presentati i risultati dell´ultimo Eurobarometro standard per l’Italia, il sondaggio europeo che si occupa di analizzare l’opinione dei cittadini sulle politiche europee e l’Unione nel suo insieme. Lo studio, effettuato per il periodo Autunno 2014, ha evidenziato come i temi della disoccupazione e in generale della situazione economica siano quelli più sentiti dagli italiani. Questa tendenza, seppure con una percentuale più bassa, si riscontra anche a livello comunitario, dove i cittadini europei considerano la mancanza di lavoro e la situazione economica come priorità nazionali a cui anche l’Europa deve dare una risposta. Oltre a queste due problematiche, che sono la priorità rispettivamente per il 60% e il 37% degli italiani, le maggiori sfide per il nostro paese sono: le tasse (24%), l’immigrazione (18%), il debito pubblico (14%) e l’inflazione (10%). Confrontando questi dati con quelli rilevati dalla precedente edizione di Eurobarometro è possibile evidenziare una tendenza discendente, tranne che per le questioni dell’immigrazione e del debito pubblico, che hanno guadagnato rispettivamente 2 e 4 punti percentuali. Dal rapporto presentato è possibile ottenere un’idea sulle considerazioni che gli italiani hanno in merito alle maggiori sfide a livello nazionale e comunitario, alla luce anche delle dieci priorità politiche di Jean-claude Junker che si pongono come percorso risolutivo nei confronti delle principali preoccupazioni dei cittadini europei. |
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GIUSTIZIA EUROPEA : I REDDITI PATRIMONIALI DEI RESIDENTI IN FRANCIA CHE LAVORANO IN UN ALTRO STATO MEMBRO NON POSSONO ESSERE SOGGETTI AI CONTRIBUTI SOCIALI FRANCESI |
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Lussemburgo, 2 marzo 2015 - In due sentenze del 2000 , la Corte di giustizia ha esaminato se due contributi sociali francesi (il contributo sociale generalizzato – «Csg» – e il contributo per il rimborso del debito sociale – «Crds») potessero essere prelevati sui redditi da lavoro e sostitutivi di lavoratori che, ancorché residenti in Francia, erano sottoposti alla legislazione di previdenza sociale di un altro Stato membro (generalmente perché essi esercitavano un’attività professionale in quest’ultimo Stato). La Corte ha dichiarato che i due contributi presentavano un rapporto diretto e sufficientemente rilevante con la previdenza sociale, per il fatto di avere per oggetto specifico e diretto il finanziamento della previdenza sociale francese o il ripianamento di perdite del regime previdenziale generale francese. Da ciò è giunta alla conclusione che, in relazione ai lavoratori interessati, il prelievo di tali contributi era incompatibile sia con il divieto del cumulo della legislazione in materia di previdenza sociale (regolamento n. 1408/71) sia con la libera circolazione dei lavoratori e la libertà di stabilimento. Nella presente causa, il Conseil d’État chiede alla Corte se tale ragionamento si applichi anche ai contributi percepiti non già sui redditi da lavoro e sostitutivi, ma sui redditi patrimoniali. La controversia trae origine dal fatto che il sig. Gérard de Ruyter, cittadino olandese che lavora nei Paesi Bassi ma residente in Francia, si oppone a che il Csg, il Crds e taluni altri contributi sociali siano prelevati sui suoi redditi patrimoniali (rendite vitalizie stipulate nei Paesi Bassi). Nella sua sentenza odierna, la Corte dichiara che il divieto di cumulo previsto dal regolamento non è subordinato all’esercizio di un’attività professionale e si applica quindi indipendentemente dall’origine dei redditi percepiti dalla persona interessata. Dato che il sig. De Ruyter, in quanto lavoratore migrante, è sottoposto alla previdenza sociale nello Stato membro di impiego (Paesi Bassi), i suoi redditi, sia che provengano da un rapporto di lavoro sia dal suo patrimonio, non possono essere assoggettati nello Stato membro di residenza (Francia) a prelievi che presentano un rapporto diretto e sufficientemente rilevante con i settori della previdenza sociale. In caso contrario, il sig. De Ruyter sarebbe oggetto di una disparità di trattamento nei confronti delle altre persone residenti in Francia, dato che queste ultime sono tenute unicamente a contribuire al regime previdenziale francese. |
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GIUSTIZIA EUROPEA: LA CORTE DI GIUSTIZIA PRECISA LE CONDIZIONI ALLE QUALI A UN DISERTORE PROVENIENTE DA UNO STATO TERZO PUÒ ESSERE CONCESSO ASILO NELL’UNIONE EUROPEA |
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Lussemburgo, 2 marzo 2015 - Nell’agosto 2008 il soldato americano Andre Shepherd ha chiesto asilo in Germania. Egli aveva abbandonato la sua unità dislocata in Germania dall’aprile 2007 dopo aver ricevuto il suo secondo ordine di missione per l’Iraq. Il sig. Shepherd considerava di non dover più partecipare a una guerra che riteneva illegittima, né ai crimini di guerra che, a suo parere, erano commessi in Iraq. In occasione della sua prima missione in Iraq, vicino a Tikrit, tra il settembre 2004 e il febbraio 2005, non aveva partecipato direttamente ad azioni militari, né ad azioni di combattimento, ma, in qualità di meccanico, era addetto alla manutenzione degli elicotteri. Al ritorno da tale missione aveva prorogato la ferma presso le forze armate americane, nelle quali si era arruolato nel dicembre 2003 per un periodo iniziale di 15 mesi. A sostegno della sua domanda di asilo il sig. Shepherd rileva che, a causa della sua diserzione, rischia di essere perseguito penalmente. Inoltre, poiché nel contesto statunitense la diserzione costituisce un reato molto grave, la sua esistenza sarebbe rovinata dalla stigmatizzazione sociale che subirebbe nel suo paese. Poiché il Bundesamt für Migration und Flüchtlinge (Ufficio federale tedesco competente in materia di immigrazione e rifugiati) aveva respinto la sua domanda di asilo, il sig. Shepherd si è rivolto al Bayerisches Verwaltungsgericht München (Tribunale amministrativo di Monaco di Baviera) chiedendo l’annullamento di tale decisione e il riconoscimento dello status di rifugiato. Tale giudice ha chiesto alla Corte di giustizia di interpretare la direttiva europea sullo status di rifugiato . Secondo la direttiva, il cittadino di un paese terzo che ha il timore fondato di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, opinione politica o appartenenza ad un determinato gruppo sociale può, a determinate condizioni, ottenere il riconoscimento dello status di rifugiato. La direttiva definisce, tra l’altro, gli elementi che consentono di qualificare taluni atti come atti di persecuzione. Inoltre, un atto di persecuzione può assumere la forma di «azioni giudiziarie o sanzioni penali in conseguenza al rifiuto di prestare servizio militare in un conflitto, quando questo comporterebbe la commissione di crimini» . Con sentenza odierna, la Corte dichiara che: • la protezione riconosciuta in un caso del genere riguarda tutto il personale militare, compreso il personale logistico e di sostegno; • detta protezione ricomprende la situazione in cui il servizio militare prestato comporterebbe di per sé, in un determinato conflitto, la commissione di crimini di guerra, comprese le situazioni in cui il richiedente asilo parteciperebbe solo indirettamente alla commissione di detti crimini in quanto, esercitando le sue funzioni, fornirebbe, con ragionevole plausibilità, un sostegno indispensabile alla preparazione o all’esecuzione degli stessi; • detta protezione non riguarda esclusivamente le situazioni in cui è accertato che sono stati già commessi crimini di guerra o le situazioni che potrebbero rientrare nella sfera di competenza della Corte penale internazionale, ma anche quelle in cui il richiedente asilo può stabilire l’esistenza di un’alta probabilità che siffatti crimini siano commessi; • la valutazione dei fatti spettante alle sole autorità nazionali, sotto il controllo del giudice, per qualificare la situazione di servizio controversa deve basarsi su un insieme di indizi tali da stabilire, tenuto conto di tutte le circostanze di cui trattasi (in particolare di quelle relative agli elementi pertinenti riguardanti il paese d’origine al momento dell’adozione della decisione sulla domanda, lo status individuale e la situazione personale del richiedente), che la situazione del servizio rende plausibile la commissione dei crimini di guerra asseriti; • le circostanze, da un lato, che un intervento militare sia stato intrapreso in forza di un mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite o sul fondamento di un consenso della comunità internazionale e, dall’altro, che lo Stato o gli Stati che conducono le operazioni reprimano i crimini di guerra devono essere prese in considerazione nell’ambito della valutazione spettante alle autorità nazionali; • il rifiuto di prestare il servizio militare deve costituire il solo mezzo che permetta al richiedente asilo di evitare la partecipazione ai crimini di guerra asseriti , e, di conseguenza, se il richiedente ha omesso di ricorrere alla procedura per ottenere lo status di obiettore di coscienza, tale circostanza esclude ogni protezione ai sensi della disposizione in esame, a meno che detto richiedente non dimostri che non aveva a disposizione, nella sua situazione concreta, nessuna procedura siffatta. Nell’ipotesi in cui non sia dimostrato che il servizio che il sig. Shepherd ha rifiutato di prestare comportasse la commissione di crimini di guerra, il Verwaltungsgericht ha chiesto inoltre alla Corte di precisare le condizioni alle quali è riconosciuto il diritto alla protezione prevista dalla direttiva in altre due fattispecie. Infatti, secondo la direttiva, sono altresì ravvisabili atti di persecuzione quando le autorità pubbliche adottano provvedimenti sproporzionati o discriminatori . Con riferimento a queste altre due fattispecie, la Corte dichiara che in circostanze come quelle del caso di specie, non risulta che i provvedimenti in cui incorre un militare a causa del suo rifiuto di prestare servizio, quali la condanna a una pena detentiva o il congedo con disonore possano essere considerati, rispetto al legittimo esercizio da parte dello Stato interessato del suo diritto di mantenere una forza armata, a tal punto sproporzionati o discriminatori da rientrare tra gli atti di persecuzione considerati nella direttiva. Spetta tuttavia alle autorità nazionali verificare tale circostanza. |
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EUROCITIES, A MILANO LA CONFERENZA ANNUALE I DELEGATI DI DODICI CITTÀ EUROPEE SI RITROVERANNO NEL NOVEMBRE 2016 |
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Milano, 2 marzo 2015 – Milano incassa un nuovo importante riconoscimento internazionale: Eurocities, la rete delle città europee più importanti e più innovative dal punto di vista politico, economico e culturale, ha scelto il capoluogo lombardo per ospitare nel novembre 2016 la propria Conferenza annuale. Una decisione - quella presa a Bruxelles dai dodici sindaci del Comitato esecutivo di Eurocities, al termine di un testa a testa con Rotterdam – che riconosce il ruolo propositivo di Milano in numerosi progetti finanziati e co-finanziati da Bruxelles. Dal 2012 ad oggi sono stati realizzati 30 progetti europei per oltre 12 milioni di euro in settori quali i trasporti, la sicurezza urbana e le politiche sociali. Iniziative che contribuiscono in maniera rilevante a rendere Milano sempre più innovativa e vicina ai bisogni dei cittadini, la città più smart d’Italia (classifica Icity Rate) e la seconda in Europa per diffusione della raccolta differenziata. La svolta virtuosa della cittàè testimoniata dalla scelta del New York Times di inserire Milano al primo posto tra le città di tutto il mondo da visitare quest’anno, e anche da Lonely Planet, secondo la quale “questa Cenerentola delle città ritorna improvvisamente di moda in grande stile”. "Milano ancora una volta riceve un importante riconoscimento internazionale che la rende sempre più attrattiva per l’Europa e per il mondo” ha dichiarato Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano, a Bruxelles per rappresentare la città all’inaugurazione della mostra su Marc Chagall che, dopo il grande successo ottenuto a Palazzo Reale, apre ora i battenti al Royal Museum of Fine Arts of Belgium. La collaborazione con oltre settanta città di tutta Europa ha inoltre permesso al Comune di Milano di sviluppare un confronto costante sulle politiche urbane, approfondendo le buone pratiche ideate altrove e la loro applicabilità sul territorio milanese. Impegno per il quale Milano era anche stata eletta, lo scorso novembre, nel Comitato Esecutivo di Eurocities, l’organo d’indirizzo tecnico e politico della rete. Eurocities, il network delle principali metropoli europee, è legata a Milano fin dalla sua origine nel 1986, quando fu fondata per iniziativa dei Sindaci di Milano, Lione, Barcellona, Birmingham, Francoforte e Rotterdam. La rete conta oggi oltre 130 città in 35 Paesi, per un totale di 130 milioni di cittadini. La Conferenza Annuale è l’evento più importante di Eurocities: i rappresentanti di tutte le città aderenti si riuniscono in questa occasione per definire azioni e obiettivi della rete europea. |
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IL PRESIDENTE DELL’ EMILIA ROMAGNA BONACCINI HA INCONTRATO IL VICEPRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO GIANNI PITTELLA, ACCOMPAGNATO DALLE EURODEPUTATE CÉCILE KYENGE E ELLY SCHLEIN |
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Bologna, 2 marzo 2015 - Il presidente della Regione Emilia-romagna Stefano Bonaccini ha incontrato a Bologna il vicepresidente del Parlamento europeo Gianni Pittella, accompagnato dalle eurodeputate Cécile Kyenge e Elly Schlein. Al centro dell´incontro il ruolo delle Regioni alla luce del piano Junker e, più nel dettaglio, il rapporto tra la Regione Emilia-romagna e Bruxelles. Particolare rilievo è stato dato all´utilizzo dei fondi europei, rispetto al quale Pittella ha sottolineato la particolare efficacia nella programmazione ed utilizzo, tradizionalmente riconosciuta alla Regione Emilia-romagna. Bonaccini ha preannunciato una prossima nuova visita istituzionale a Bruxelles e ha colto l´occasione per sottolineare alcuni dei progetti a cui si sta lavorando, a partire dal coinvolgimento dell´Emilia-romagna nella macro regione Adriatico-ionica che coinvolge otto Stati e venti regioni, così come l´impegno sul tema della memoria, che interesserà alcuni tra i comuni in cui si sono verificate le più efferate stragi nazifasciste del secondo conflitto mondiale, tra cui Marzabotto. |
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POLITICHE EUROPEE. ASSESSORE EMILIA ROMAGNA HA INCONTRATO UNA DELEGAZIONE DEL GOVERNO ALBANESE: "GRANDE RILEVANZA DELL´AREA ADRIATICO-IONICA PER LO SVILUPPO EUROPEO" |
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Bologna, 2 marzo 2015 – L’assessore regionale al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo Patrizio Bianchi ha ricevuto il 27 febbraio in Regione una delegazione del Governo albanese composta dal segretario generale del Ministero dell’Economia Frederik Seiti e dal consigliere del ministro per la Salute Kosta Barjaba. “Siamo convinti della grande rilevanza dell’area adriatico-ionica per lo sviluppo delle politiche europee – ha detto l’assessore Bianchi – L’emilia-romagna ha il ruolo di coordinamento su questa area, e crediamo sia possibile avviare non solo un’attività di scambi commerciali tra i nostri Paesi, ma anche un’azione congiunta di policy making”. Il segretario generale Seiti ha sottolineato il ruolo che l’Albania sta assumendo a livello europeo nell’area balcanica, e si è detto convinto dell’importanza di avviare una collaborazione per trasferire conoscenze e competenze tra paesi. “Costituiremo da subito un gruppo di lavoro – ha aggiunto Bianchi – Avvieremo una progettazione comune nell’ambito del programmazione adriatico-ionico sul tema delle piccole imprese, delle start up e dello sviluppo integrato di turismo, agricoltura e manifattura”. Per favorire la conoscenza tra i due paesi e le iniziative congiunte, la collaborazione tra Emilia-romagna e il Governo albanese si strutturerà nel merito anche con piccole azioni, come ospitare per qualche settimana alcuni funzionari albanesi presso le strutture della Regione. In particolare in occasione di Expo Milano, dove l’Albania sarà presente, potranno essere avviati scambi di esperienze e incontri tra imprenditori, in particolare nel settore agricolo e con le università. |
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MILANO, CITTÀ METROPOLITANA: STABILITI I CRITERI DI ADESIONE DEI COMUNI |
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Milano, 2 marzo 2015 - La Giunta della Regione Lombardia ha definito i criteri in base ai quali i Comuni potranno aderire alla Città metropolitana. "E´ un provvedimento importante - ha spiegato il presidente Roberto Maroni - perché prevediamo che, quando verranno meno le Province, che già oggi sono sostanzialmente in default finanziario, ci saranno crescenti richieste di adesione alla Città metropolitana. Era dunque necessario fissare le regole, in vista di quello che potrà succedere con la riforma costituzionale". Diversi Comuni - come ad esempio Caronno, Saronno, Limbiate e Vigevano (oltre a Busto Arsizio da cui si attende la conferma di questa volontà espressa alcuni mesi fa) - stanno chiedendo di aderire alla Città metropolitana. Serve Disegno Strategico - "Riteniamo - ha aggiunto il sottosegretario ai Rapporti con la Città metropolitana e al Coordinamento dei progetti speciali afferenti allo stesso territorio Giulio Gallera - che la Città metropolitana possa ampliare i propri confini ma senza che questo comporti un annacquamento del suo ruolo. Questo processo deve avvenire in base a un disegno strategico, che vada oltre i soli dati di carattere numerico, come il numero di abitanti persi o acquistati, in base a quanto prevede la Costituzione e il testo unico degli Enti locali". "Noi crediamo - ha aggiunto Gallera - in un ruolo positivo, propositivo e di motore dello sviluppo economico della Città metropolitana. Per questo crediamo che la valutazione debba avvenire anche in base a valutazioni di carattere sociale, economico e infrastrutturale". Gli Elementi Di Valutazione - Tra gli elementi che saranno esaminati: il grado di interdipendenza con il Comune capoluogo, con riferimento agli asset che si propone di portare (poli fieristici, commerciali industriali), i fattori sociali di collegamento con la Città metropolitana, la continuità infrastrutturale, i movimenti sistematici o occasionali in entrata e uscita dal Comune e la relativa provenienza e destinazione, ma anche il coinvolgimento e l´ascolto delle forze produttive, delle rappresentanze socio-economiche, le prospettive economiche e sociali. |
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QUADRO POLITICO, MARONI: DA NOI NESSUNA RIPERCUSSIONE |
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Milano, 2 marzo 2015 - "Ho sentito tutte le componenti della maggioranza e per quanto riguarda la Regione Lombardia non c´è alcun genere di ripercussione. Un conto è il livello nazionale, un conto è quello lombardo". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, a margine dell´inaugurazione dell´Anno giudiziario del Tar della Lombardia, commentando con i cronisti alcune notizie dell´attualità politica. |
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ASSESSORE LOMBARDIA; SU TWITTER: DAL GOVERNO SOLO TAGLI LINEARI |
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Milanom 2 marzo 2015 - "Dal Governo solo tagli lineari: ancora una volta il virtuoso modello lombardo viene penalizzato". E´ quanto scrive su Twitter il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani in relazione all´intesa raggiunta ieri tra Governo e Regioni sulla distribuzione dei tagli per il 2015. |
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MARCHE: SPACCA ALLA CABINA DI REGIA PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE: “STRATEGIA FONDAMENTALE PER SOSTENERE IL PIL”. |
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Ancona, 2 marzo 2015 - “Internazionalizzare è fondamentale non solo perché sostiene il Pil, crea reddito e occupazione, ma anche perché stimola nelle imprese processi organizzativi, di innovazione e ricerca e dunque ne accresce la competitività. In questo senso il Piano triennale per l’internazionalizzazione messo a punto dal Ministero dello Sviluppo economico, con la previsione di maggiori investimenti per questo settore, è condivisibile. Il contributo che le Regioni possono offrire per la sua implementazione è particolarmente importante”. Così il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, intervenendo a Roma, in rappresentanza della Conferenza delle Regioni, alla Cabina di regia per l’Italia internazionale, alla presenza dei ministri dello Sviluppo economico Federica Guidi, degli Affari esteri Paolo Gentiloni, delle Politiche agricole Maurizio Martina, dell’Economia e Finanze Pier Carlo Padoan, delle Infrastrutture Maurizio Lupi, del viceministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, del sottosegretario ai Beni culturali Francesca Barracciu, dei rappresentanti delle associazioni di categorie, di Ice, Sace e Simest. Spacca ha sottolineato la necessità di rafforzare ancora di più gli investimenti sulle politiche di internazionalizzazione, affiancando alle risorse previste dal Piano, quelle della Cassa depositi e prestiti e i Fondi strutturali europei. “Occorre poi – ha detto - raggiungere nelle politiche di internazionalizzazione la massima condensazione, attuare processi di sistema, integrati, selezionati e soprattutto mirati sui vari cluster che definiscono l’economia internazionale, dal food alla moda, dalla nautica alla meccanica, dall’hi-tech al turismo. Inoltre è fondamentale incrementare le competenze all’interno delle imprese con figure di temporary manager, infrastrutture di servizi, legali, commerciali, logistici e web per l’e-commerce. Altro punto, l’attrazione degli investimenti esteri che, in questi anni, hanno giocato un ruolo determinante per la salvaguardia dell’occupazione nelle situazioni di crisi. Dobbiamo proseguire su questa strada, puntando contemporaneamente agli investimenti diretti italiani sui mercati strategici per incrementare il valore aggiunto dei nostri prodotti. L’agenzia Ice diventa il punto unico per sviluppare le linee operative di questa strategia”. Infine Expo 2015 che diventerà la certificazione del salto di qualità fatto in questi anni dalle Regioni italiani sulle politiche industriali, che hanno nell’internazionalizzazione un loro punto di forza. |
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MARONI: GOVERNO DISPONIBILE RIVEDERE NORMA CHE IMPEDISCE INVESTIMENTI DEBITO |
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Milano, 2 marzo 2015 - "A Roma ho incontrario il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio per segnalare l´assoluta necessità di modificare la norma della legge di Stabilità che prevede l´assoluta impossibilità per le Regioni di fare investimenti a debito, cosa che facciamo normalmente e che ha ci ha consentito per il 2015 di avere un budget per gli investimenti di 1 miliardo e 100 milioni. Con questa norma, invece, dovremmo ridurre gli investimenti per il 2015 da 1 miliardo e 100 milioni a 350 milioni e questo non è comprensibile perché gli investimenti fanno crescere il Pil. Gli investimenti producono crescita e non si capisce perché questa norma assurda sia stata messa nella legge di Stabilità e penalizzi l´aspetto più rilevante della crescita, che sono appunto gli investimenti". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, a Palazzo Lombardia, nel corso della conferenza stampa dopo la seduta di Giunta. Governo Intervenga Per Correggere Norma Sbagliata - "Il sottosegretario Delrio - ha proseguito il presidente Maroni - ha compreso la difficoltà che questa norma porta alle Regioni e si è detto disponibile ad intervenire, per cui credo che una soluzione verrà trovata e questa è una buona notizia, ma resta il fatto che, fino a quando questa norma non verrà modificata, i limiti ci sono, per cui non potremo fare nuovi investimenti e dovremo limitare quelli già previsti. Mi auguro, pertanto, che il Governo intervenga rapidamente per correggere questo errore che è stato riconosciuto: ieri l´incontro è stato positivo, per cui auspico che a breve arrivi una modifica legislativa a riguardo". |
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LEGGE DI STABILITÀ, INTESA TRA REGIONI E GOVERNO. ASSESSORE EMILIA ROMAGNA: "ACCORDO POSITIVO: CONTENUTI GLI EFFETTI DEI TAGLI E SALVAGUARDATO IL SOCIALE" |
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Bologna, 2 marzo 2015 – “Un’intesa importante che consente di contenere al minimo i tagli diretti sul bilancio della Regione Emilia Romagna salvaguardando settori fondamentali come quello della sanità”. L’assessore regionale al Bilancio Emma Petitti commenta così l’intesa raggiunta oggi in sede di Conferenza Stato-regioni. “Un accordo importante - sottolinea Petitti - che definisce le modalità con le quali le Regioni forniscono il proprio contributo al risanamento della finanza pubblica, così come previsto dalla Legge di stabilità per il 2015, e che consente di contenere al minimo i tagli dell’Emilia-romagna tutelando il comparto della sanità, il cui fondo viene confermato nella stessa entità prevista per il 2014. Confermati nella loro integrità anche i fondi per la non autosufficienza, le politiche sociali, le scuole paritarie, il diritto allo studio e i contributi per l’acquisto dei libri di testo”. E’ stato raggiunto inoltre l’accordo anche sul patto incentivato regionale “che permette - spiega l’assessore - un’azione virtuosa a favore dei Comuni e delle Province del nostro territorio che potranno utilizzare maggiori spazi finanziari concessi dalla Regione per poter accelerare i pagamenti alle imprese per le opere pubbliche già realizzate”. “L´intesa consentirà - conclude Petitti - di affrontare con maggiori margini di flessibilità, rispetto al testo base della legge di stabilità, anche l’approvazione del bilancio della Regione permettendoci di concentrare le risorse finanziarie disponibili sulle priorità di azione indicate nel programma di mandato dal presidente Bonaccini”. |
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RIORDINO PROVINCE: LA TOSCANA HA VARATO NUOVA LEGGE APPROVATA CON 41 VOTI FAVOREVOLI E 3 ASTENSIONI: COME CAMBIANO LE FUNZIONI ESERCITATE DA PROVINCE, CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE E COMUNI IN FORMA ASSOCIATA. |
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Firenze, 2 marzo 2015 - Con quarantuno voti favorevoli e tre voti di astensione il Consiglio regionale ha approvato la legge sul riordino delle funzioni esercitate dalle Province, dalla Città metropolitana di Firenze e dai Comuni in forma associata. Saranno trasferite alla Regione le funzioni in materia di agricoltura, caccia e pesca, orientamento e formazione professionale. In materia di ambiente il trasferimento sarà limitato a gestione dei rifiuti, difesa del suolo, compresa difesa della costa e gestione del demanio idrico, tutela della qualità dell’aria, inquinamento acustico, tutela delle acque, energia, oltre alle funzioni di autorità per l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), per l’Autorizzazione unica ambientale (Aua), per la Valutazione di impatto ambientale, sia strategica (Vas) che d’incidenza (Via). Infine, oltre alle funzioni dell’Osservatorio sociale, saranno trasferite quelle sulle strade regionali, limitatamente alla progettazione e costruzione delle opere. Saranno trasferite invece ai Comuni le funzioni in materia di turismo, esclusa la formazione professionale degli addetti, sport, la tenuta degli albi regionali del terzo settore. Per rafforzare il ruolo della Città metropolitana di Firenze, quale ente di governo dell’area metropolitana e di coordinamento dei Comuni che la compongono, la Regione riformerà la legislazione e gli atti di programmazione. In questo quadro saranno stipulate specifiche intese per l’attuazione del Programma regionale di sviluppo e per l’attuazione del piano strategico adottato dalla Città. Sarà istituita la Conferenza Regione-città metropolitana. Per il trasferimento del personale alla Regione saranno stipulati specifici accordi, preceduti da informative, tra Regione, Province e Città metropolitana, che interesseranno i dipendenti a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato con rapporto di lavoro in corso. Saranno inoltre considerate altre tipologie di contratti di lavoro o rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, sempre in corso, relativi esclusivamente alla funzione trasferita. L’individuazione nominativa del personale avverrà sulla base delle seguenti priorità: personale che esercitava la funzione interessata al momento dell’entrata in vigore della legge nazionale 56/2014; personale che l’aveva esercitata nel 2014; personale che l’aveva esercitata nel 2013. Il personale a tempo indeterminato trasferito alla Regione confluirà in una specifica dotazione organica provvisoria fino al termine della riorganizzazione. L’esercizio associato di funzioni comunali sarà svolto dall’Unione dei Comuni, nel caso in cui l’ambito di dimensione territoriale adeguata o la zona distretto coincidano con il territorio dell’Unione. Negli altri casi l’esercizio è svolto sulla base di una convenzione. I contributi previsti dalla legge regionale per le fusioni dei comuni, a partire dal giugno prossimo, saranno ridotti della metà se il comune nascente non raggiunge la dimensione territoriale che comporta l’esonero dall’esercizio associato delle funzioni. I contributi sono, invece, aumentati del trenta per cento se il comune nascente supera i 10mila abitanti e del sessanta per cento se supera i 15mila abitanti, oppure se sono stati coinvolti almeno quattro comuni, con uno dei comuni obbligato all’esercizio associato in entrambi i casi. In alternativa, i contributi sono raddoppiati se la fusione coinvolge tutti i Comuni di un ambito di dimensione adeguata. Con una risoluzione collegata il Consiglio regionale impegna la Giunta ad attivarsi presso il Governo per chiarire che, nonostante il massimo impegno della Regione Toscana sul tema della revisione della spesa, non risulta possibile compiere un riordino di tali dimensioni senza adeguate risorse finanziarie ed in assenza di un quadro certo delle funzioni che deve esercitare lo Stato e di quelle che invece fanno capo alle Regioni. La Giunta dovrà inoltre portare avanti il riordino istituzionale nel rispetto dell’intesa siglata con Anci Toscana e con le organizzazioni sindacali, ponendo la massima attenzione a garantire la vicinanza ai territori e riservandosi di valutare, se si determinano le condizioni, la possibilità di ampliare le funzioni attribuite alla Regione. A questo scopo sarà costituito un Osservatorio, con funzioni di garanzia, aperto alle organizzazioni sindacali per monitorare l’intero processo e gli ulteriori interventi di razionalizzazione. Riordino Province: il dibattito Tutti gli interventi in Consiglio Regionale “Questa proposta di legge, con la risoluzione collegata, esprime il massimo conseguibile nella situazione attuale”. Così Marco Manneschi (Popolo toscano-riformisti) nel corso dell’illustrazione dell’atto sul riordino delle funzioni esercitate dalle Province. Una riforma che prevede il trasferimento alla Regione delle funzioni in materia di agricoltura, caccia e pesca, orientamento e formazione professionale e che “sarà efficace il giorno dopo la sua pubblicazione”. “Forti perplessità sulla scelta operata dalla Giunta” sono state espresse da Alberto Magnolfi (Ncd). “Si finge, con molto ottimismo, di risolvere un problema ancora molto complicato” ha detto dichiarando un “voto favorevole pur con molte riserve”. “Con senso di responsabilità si è dovuto dare attuazione alla legge Del Rio, nata con gravi difficoltà” è stato il commento di Alessandro Antichi (Forza Italia). “La soluzione individuata dall’assessore Bugli è la migliore e l’unica possibile. Non siamo però completamente soddisfatti. Rimane il grande problema dei precari nella pubblica amministrazione, che prima o poi si manifesterà in tutta la sua importanza”. “La riforma Del Rio prima e la Finanziaria poi mettono a serio rischio la tenuta di quel che resta delle Province” ha dichiarato Aldo Morelli (Pd). “Il contesto è estremamente difficile e questa legge è solo la prima tappa di un percorso che dovremo fare”. “Abbiamo fatto un buon lavoro – ha detto – ma siamo ancora impegnati a salvaguardare posti di lavoro e funzioni”. “Forse aspettare una legge di riordino nazionale ci avrebbe consentito di intraprendere un percorso più certo. Dovremo tornare più volte su questa norma che non può dirsi completa”. Lo ha dichiarato Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia) che ha rimarcato la “preoccupazione per la grande assunzione di responsabilità che si è presa la Giunta”. Sono infatti “troppe”, secondo il consigliere, le funzioni che la Regione avoca a sé e tuttavia viene riconosciuta la “difficoltà dell’agire in emergenza”. Da qui la scelta di non esprimere un parere contrario e di “non partecipare alla votazione”. “Viste le pessime premesse da cui partivamo, cioè lo scioglimento delle Province, non poteva che nascere una brutta legge”. Lo ha dichiarato Monica Sgherri (Rc/ci), spiegando che la proposta di legge regionale non sana alcuni punti fondamentali: “Non frena la destrutturazione dei saperi e delle competenze dei lavoratori delle Province e sul turismo fa un passo indietro pericolosissimo sulla governante del settore”. Oltre a questo, ha concluso, “resta altissima la preoccupazione per le sorti occupazionali dei lavoratori”. Secondo Mauro Romanelli (Gruppo Misto) la politica ha chiuso per anni gli occhi davanti agli eccessi e alle spese, tranne poi “decidere di rispondere tutto insieme e in maniera demagogica, usando come capro espiatorio le Province e varando provvedimenti fatti male”. “La Giunta regionale – ha proseguito Romanelli – ha fatto il massimo possibile tranne aprire un contenzioso, assolutamente doveroso, con il governo nazionale riguardo alle risorse. L’assessorato ha lavorato bene, ma faccio mio il grido di dolore dei lavoratori”. “C’è molta confusione a livello nazionale – ha commentato Marina Staccioli (Fdi) – e anche la Regione poteva contribuire a fare maggiore chiarezza”. Staccioli ha annunciato che il suo gruppo voterà gli articoli della legge che prevedono la salvaguardia dei lavoratori “ma non la legge nel suo complesso perché non ci sono risorse, mancano direttive nazionali chiare e dunque è un provvedimento fatto in fretta e furia”. Per Vanessa Boretti (Pd) la proposta di legge è “un lavoro delicato e frutto di una scelta, quella di preoccuparsi innanzitutto del destino dei lavoratori e della continuità dei servizi. La Regione Toscana in questo senso ha dimostrato un grande senso di responsabilità”. Fatto, questo, da sottolineare, secondo la consigliera, “a fronte di una legge caotica e complessa e di un carico da novanta come la legge di stabilità che la rende inapplicabile. Ci troviamo a tappare una falla provocata altrove e questo fra istituzioni non è corretto”. La legge dunque deve essere vista come un punto di partenza dal quale deve discendere un lavoro complesso, ed è necessario “tenere insieme tutto il pacchetto dei lavoratori, sia a tempo indeterminato che determinato, sia degli appalti”. (f.Cio/lm/cem) “La Regione Toscana fa bene a difendere, con la legge che stiamo approvando, un patrimonio di professionalità e funzioni essenziali per la comunità, ma non può fare tutto”, ha sottolineato Daniela Lastri (Pd), rilevando che funzioni altrettanto importanti, come l’istruzione, restano sospese. “Nel giro di poco tempo ricadranno sulla Regione – ha detto – anche questa parte di amministrazione ed i bilanci delle Province, diventati ‘per legge’ in rosso”. A suo parere, è stato un errore presentarsi all’appuntamento del superamento delle province senza un’idea precisa di come riorganizzare l’amministrazione pubblica locale. “Quando tagli uno, due, tre miliardi di euro alle Province – ha affermato – e azzeri i tributi che per Costituzione sono dovuti a tutti gli enti territoriali non fai riforme, fai il deserto”. Secondo Lastri l’applicazione della legge in discussione può rendere la situazione più chiara e trasparente e spingere il Governo, guardando all’esperienza toscana, a rivedere le proprie posizioni, anche in vista della riforma costituzionale. “Si illude chi crede che ‘lo Stato centrale e Municipale’ o al più ‘Metropolitano’ possa reggere le sfide che abbiamo davanti – ha concluso – Nessuna nazione regge senza una cultura moderna dell’autonomismo e del decentramento”. “Dobbiamo fronteggiare un’altra ciofeca che hanno fatto questi cialtroni al Governo – ha affermato Gabriele Chiurli (gruppo Misto) – Le istituzioni sono diventate un bancomat per le loro esigenze”. Chiurli ha ricordato i tagli miliardari alle province, “sei su dieci delle quali in Toscana sono in bancarotta, con scuole che chiudono il sabato pomeriggio per mancanza di soldi”. A suo parere la Regione avrebbe dovuto fare qualcosa di più rispetto alla legge di stabilità, come ha fatto la Lombardia. Secondo Giuseppe Del Carlo (capogruppo Udc) siamo di fronte ad una legge quadro, ma con una riorganizzazione dei servizi sul territorio di là da venire. “La Regione è un organo legislativo, di programmazione, indirizzo e controllo – ha osservato – In questa situazione confusa e complicata, rischia di tornare ad essere un ente di gestione”. A suo parere i servizi devono restare sul territorio, vicini ai cittadini. “In un quadro caratterizzato da risorse incerte e dalla mancanza di chiarezza sulle competenze da esercitare alla fine del percorso di riforma – ha rilevato Ivan Ferrucci (Pd) – la Toscana ha scelto di tracciare una strada, non esaustiva per la nuova organizzazione degli enti locali, ma necessario quadro di riferimento per il lavoro da fare”. A suo parere, l’intesa con Anci ed organizzazioni sindacali e l’istituzione di un Osservatorio saranno garanzia di interventi organici nella riorganizzazione e nei vari piani regionali, in una visione complessiva. L’assessore regionale Vittorio Bugli ha sottolineato che la legge disegna i nuovi equilibri istituzionali della Toscana, sulla base di criteri di sussidiarietà ed adeguatezza, con un ruolo nuovo assegnato ai Comuni nella gestione associata di funzioni. In questo quadro, insieme ai sindaci, è stata definita una Città metropolitana che collaborerà con la Regione per le scelte urbanistiche e infrastrutturali, come pure per il nuovo piano strategico. “Siamo consapevoli – ha sottolineato l’assessore – che la Città e l’intera area potrà attrarre risorse e fare da volano allo sviluppo economico dell’intera regione”. Bugli ha precisato che la riassunzione di alcune funzioni va di pari passo con una maggiore possibilità dei territori di incidere sulla programmazione regionale. “Questa legge apre una nuova stagione – ha affermato – Quella della gestione associata delle funzioni, ormai indispensabile ed ineludibile”. In questa prospettiva saranno incentivate le unioni più forti e le fusioni dei comuni più strutturate, con premi crescenti per quelle con almeno cinquemila, diecimila, quindicimila abitanti. L’assessore ha precisato che è stato utilizzato tutto lo spazio consentito dalla legislazione nazionale, ma se si apriranno nuove possibilità saranno sfruttate. “Non ci limiteremo ad una revisione istituzionale – ha concluso Bugli – ma vogliamo dare una diversa struttura organizzativa anche alla macchina, salvaguardando tutte le professionalità”. |
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LEGGE STABILITÀ: DA LIGURIA GIUDIZIO POSITIVO. TAGLI PER 110 MILIONI, SALVI SOCIALE, SCUOLE PARITARI E DIRITTO ALLO STUDIO |
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Genova 2 marzo 2015 - L´accordo Stato-regioni raggiunto giovedì 26 febbraio in mattinata viene valutato positivamente dall´assessore alle finanze Pippo Rossetti in quanto "gli effetti negativi dei tagli della Legge di Stabilità 2015 sono stati contenuti e hanno portato, anche per iniziativa della Liguria, alla salvaguardia di alcune voci fondamentali come le risorse e i trasferimenti per il sociale, le scuole paritarie e il diritto allo studio". A fronte di un taglio complessivo di 5 miliardi e 250 milioni il contributo della nostra Regione si ferma a 110 milioni di euro. I sacrifici, commenta l´assessore, non sono di certo congrui e pesano sul comparto delle Regioni in modo molto più consistente rispetto a quelli riservati alle Amministrazioni centrali. Oltre la metà dei 110 milioni di euro di taglio per la Regione Liguria corrisponde alla rinuncia all´incremento del Fondo Sanitario Nazionale per il 2015 per il finanziamento del quale le Regioni sono riuscite a mantenere così il livello garantito nel 2014. Una parte del taglio viene inoltre assorbita attraverso una rimodulazione della programmazione Fas 2007-2013 relativamente ad opere infrastrutturali non ancora avviate. Un´ulteriore quota di 364 milioni di euro, che per La Regione Liguria vale circa 13 milioni di euro, sarà definita entro il 31 marzo e potrebbe gravare sulla spesa per investimenti in materiale rotabile. Con l´intesa di oggi è stato raggiunto l´obiettivo di confermare il patto verticale incentivato anche per quest´anno ottenendo la possibilità di aiutare i comuni sul fronte degli investimenti. In particolare la Regione Liguria potrà ampliare la capacità di spesa degli enti locali del proprio territorio per circa 30 milioni di euro. Va infine sottolineato come grazie agli accordi raggiunti sull´assorbimento della manovra essa non inciderà direttamente sulle risorse discrezionali del bilancio della Regione. |
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LEGGE DI STABILITÀ, L´ASSESSORE EMILIA ROMAGNA: "GRAZIE ALL´INTESA RAGGIUNTA CON IL GOVERNO ABBIAMO EVITATO UN TAGLIO DI RISORSE DI OLTRE MEZZO MILIARDO DI EURO" |
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Bologna, 2 marzo 2015 - Un accordo grazie al quale la Regione Emilia-romagna ha evitato un taglio di risorse di oltre mezzo miliardo di euro. Questo il risultato dell’intesa raggiunta con il Governo in sede di Conferenza Stato-regioni, che ha permesso di contenere i tagli imposti dalla legge di stabilità. “Le risorse da tagliare sono di 61 milioni, a fronte dei 570 che erano stati ipotizzati con la legge di stabilità 2015 - commenta l’assessore regionale al Bilancio Emma Petitti -. Siamo soddisfatti per il risultato che abbiamo ottenuto. Il rischio era quello di dover far fronte a tagli che sarebbero stati insostenibili”. L’accordo permette di salvaguardare anche le politiche sociali, che saranno interamente confermate nel loro ammontare rispetto al 2014. “A fronte della riduzione dei tagli ottenuti dalla Regione - sottolinea Petitti - ci siamo impegnati a mettere a disposizione dei Comuni e delle Province maggiori spazi finanziari, che ammontano a 80 milioni di euro. Con queste risorse gli Enti locali potranno accelerare i pagamenti alle imprese per le opere pubbliche già realizzate”. Il taglio, conclude l’assessore, è coerente con le possibilità di risparmio della Regione: "Verranno immediatamente ridotte spese per 20 milioni di euro grazie all’approvazione imminente del bilancio, che deve avvenire entro il 30 aprile ma che Giunta e Assemblea si sono impegnate ad approvare in tempi più ristretti. Per i restanti 41 milioni indicheremo successivamente al Governo dove incidere tra i fondi trasferiti dallo Stato”. |
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LA VALLE D’AOSTA OSPITA IL COMITATO NAZIONALE PER LE AREE INTERNE |
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Aosta, 2 marzo 2015 - Per lunedì 2 e martedì 3 marzo è in programma in Valle d’Aosta una missione del Comitato della Strategia nazionale per le aree interne, guidato dall’ex Ministro Fabrizio Barca. Finalizzata a intervenire in quelle che vengono chiamate ‘’aree interne’’, la Strategia, inserita dallo Stato nell’ambito della nuova programmazione dei fondi strutturali europei e statali per il settennio 2014/20, è volta a promuovere azioni sui territori distanti dai poli urbani, di norma, più svantaggiati nella fruizione dei servizi essenziali (relativi in particolare a salute, istruzione e mobilità) e nella valorizzazione del proprio potenziale di sviluppo locale. La missione del Comitato nazionale in Valle d’Aosta riguarda in particolare una analisi dei territori delle aree preselezionate per l’occasione, l’una la Bassa Valle e l’altra la Grand Paradis. Per addivenire ad un approfondimento della conoscenza delle due zone da parte dei referenti del Comitato sono stati organizzati due focus group: il primo si terrà nel pomeriggio di lunedì 2 marzo, a Verrès, presso la sede del Politecnico di Torino, mentre il secondo è in programma a Rhêmes-saint-georges, nella mattinata di martedì, alla Maison Pellissier. |
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CALABRIA: IL PRESIDENTE OLIVERIO È INTERVENUTO A COSENZA AL CONVEGNO “SPROFONDO SUD” |
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Catanzaro, 2 marzo 2015 - Il presidente della Regione Mario Oliverio, è intervenuto ad un’affollata manifestazione moderata dal giornalista Gianfranco Manfredi sul tema: “Sprofondo Sud”, svoltasi presso il cinema Modernissimo di Cosenza. All’incontro hanno preso parte gli onorevoli Massimo D’alema, Ernesto Magorno ed Enza Bruno Bossio che hanno presentato l´ultimo numero della rivista edita dalla Fondazione "Italianieuropei" che si occupa prevalentemente della condizione odierna del Mezzogiorno d’Italia. “Nel corso di questi anni-ha detto, tra l’altro, Oliverio- c’è stata una forte caduta di attenzione sul Mezzogiorno. Il contributo che viene dalla rivista “Italianieuropei” in questo senso può diventare il punto di partenza di una riflessione più ampia ed approfondita. Bisogna riprendere un grande dibattito come condizione che ci sia una ripresa delle politiche verso il Mezzogiorno. In questi anni, anche a causa della grave crisi economica che ha colpito il Paese, si è allargata la forbice tra il Sud ed il resto dell’Italia. Disoccupazione, povertà, sofferenza sociale si sono ulteriormente aggravati. L’emigrazione è fortemente ripresa. Negli ultimi due anni sono partiti dalla nostra regione 179 mila calabresi. Rispetto a questo quadro si registra una preoccupante caduta degli investimenti. Di fronte a tutto questo, l’Europa non può continuare a mantenere un atteggiamento meramente contabilistico e ragionieristico, se non vuole che si vada sempre più in direzione di una vera e propria implosione sociale. C’è bisogno di un cambio di passo da parte dell’Europa e di una ripresa di politiche pubbliche nazionali nei confronti del Mezzogiorno. L’altra riflessione che bisogna fare è che nel corso di questi anni abbiamo avuto uno spostamento dei prelievi fiscali dal centro verso le regioni e verso gli enti locali. Tutto questo ha determinato oggettivamente una riduzione degli interventi perequativi. Terza questione: abbiamo avuto ed abbiamo, nel quadro di tali questioni, un’utilizzazione di supplenza delle risorse dell’Unione Europea rispetto all’intervento ordinario. Prendiamo l’esempio degli ammortizzatori sociali. A parte la condizione drammatica in cui queste persone sono state mantenute perché da due anni non si pagavano gli ammortizzatori sociali in deroga (abbiamo chiuso un anno e adesso abbiamo aperto un tavolo con il ministro del Lavoro per chiudere anche il secondo), ma il grosso delle risorse, circa l’80%, per gli ammortizzatori sociali in deroga è a carico del Fondo Sociale Europeo, della quota del Fondo Sociale Europeo destinata alla Regione. Tutto questo significa sottrarre risorse alle politiche attive del lavoro e alle politiche sociali. Su 200 milioni di euro (parlo del 2013) 130 milioni sono stati attinti dal Fondo Sociale Europeo. C’è un problema ed è un problema di politiche e strategie generali. Parto da qui perché ritengo, invece, che il Mezzogiorno può essere davvero una grande risorsa, un motore per accendere la possibilità di ripresa e di sviluppo del Paese se, attraverso investimenti mirati, superando la logica della frammentarietà ed avendo una visione più larga, guarda verso l’area del sud del Mediterraneo che è la frontiera dello sviluppo del futuro. In questo quadro il Mezzogiorno e la Calabria possono avere un ruolo importante. La possibilità di realizzare a Gioia Tauro una Zona Economica Speciale è, in tal senso, il primo passo da cui dobbiamo partire (finalmente stamattina è partito dopo due anni un primo treno per Bari) se vogliamo consentire alla nostra regione e al nostro Paese di intercettare risorse. Investire nel Mezzogiorno, quindi, significa realizzare gli interessi del Paese e anche dell’Europa. Su questo bisogna aprire una grande discussione. Così come bisogna aprire una grande discussione sulle condizioni interne alle regioni meridionali, sulle responsabilità delle classi dirigenti. Io mi sono insediato due mesi e mezzo fa e già quelli che hanno compiuto disastri in questa regione mi chiedono il conto. Nei prossimi giorni presenteremo il rapporto di un’ “operazione-verità” sui conti di questa regione. In ogni punto dove si mettono le mani si trovano macerie. Chiedi un rapporto, seppur parziale, sui conti dell’Afor e scopri un buco da 200 milioni. Vai a guardare nelle società in house della Regione, un sistema di matrioske, di scatole cinesi in cui si trovano dappertutto centinaia di consulenze, migliaia di clienti e sprechi a non finire. E’ stata ricostruita una prima mappa del “buco” che ammonta a circa due miliardi e mezzo, ma è ancora molto parziale. A fronte di questa situazione drammatica scopri, poi, che le risorse europee sono state utilizzate poco e male. Io ritengo invece, che si possa fare molto. E in questo senso ritengo che se un ministero del Mezzogiorno dovesse nascere, dovrebbe avere la funzione intanto di ordinare e di dare propulsione, ma soprattutto di dare aggiuntività e non sostitutività alle politiche generali. Nelle regioni del Mezzogiorno per troppo tempo ci si è fermati alla programmazione e alla cura dell’interesse particolaristico. Bisogna rompere questo cerchio magico, recuperando forme di automatismo nella utilizzazione delle risorse. Non ci possono più essere personaggi che esaminano i progetti e che, a seconda delle simpatie o delle antipatie, assegnano le risorse. Automatismi, dunque, e premialità. Chi riesce a realizzare gli obiettivi deve essere premiato. Bisogna investire nella innovazione e nella trasparenza”. “E chiaro -ha concluso Oliverio- che tutto questo presuppone un cambiamento e mette in discussione interessi e privilegi consolidati. Non è né semplice né facile fare tutto questo. E’ necessario stringere un patto. Una volta definito il percorso e gli obiettivi, bisogna “tirare” verso la direzione giusta. Solo attraverso uno sforzo corale in questa direzione è possibile rimettere in piedi questa nostra terra e costruire una condizione di crescita, di sviluppo e di credibilità. Diciamolo chiaramente: non tutti hanno metabolizzato il risultato elettorale che c’è stato in Calabria. Ci sono forze che si sono sedute sulla riva del fiume aspettando che prima o poi passi il cadavere (politico) del sottoscritto. Io sono convinto che con il fuoco non si possa giocare: in questa regione c’è dignità, determinazione e, soprattutto, tanta speranza e tanta attesa per costruire il cambiamento necessario. Ed io sono lì per cercare di dare voce e risposte a questa attesa e a queste speranze. Sono sicuro che le risposte le daremo. Nessuno condizionerà il nostro progetto”. |
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APPALTI, I RISULTATI DELLA STAZIONE UNICA DELLA LIGURIA. LEGALITÀ E RISPARMI NEL BILANCIO DELL’ATTIVITÀ 2013/2014 |
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Genova, 2 marzo 2015 - È positivo il bilancio dell´attività della Stazione unica appaltante regionale di cui giovedì 26 febbraio in mattinata in Regione Liguria sono stati presentati i numeri e i risultati del 2014. La Stazione unica appaltante regionale, costituita nell´ambito della centrale di committenza che opera all´interno del settore Amministrazione generale della Regione Liguria, è nata per garantire un monitoraggio completo di tutte le gare d´appalto per l´acquisizione di beni e servizi da parte della Regione, degli enti locali e delle società a partecipazione regionale. Lo scopo è ottimizzare le risorse economiche, finanziarie e umane impiegate nelle pratiche burocratiche e, allo stesso tempo, prevenireecontrastare eventuali tentativi di infiltrazioni malavitose. Nei primi due anni di attività a pieno regime i risparmi prodotti ammontano a 15 milioni di euro. Nel 2013 la Stazione Unica Appaltante della Regione Liguria ha indetto 56 gare per oltre 112 milioni Di euro. Nel 2014 sono state 72 pari a oltre 80 milioni di Euro. La Stazione Unica Appaltante Regionale si occupa degli acquisti della Regione Liguria e degli altri enti regionali, delle gare in forma centralizzata alle quali, tramite apposite convenzioni quadro, hanno facoltà di aderire tutte le pubbliche amministrazioni che hanno sede sul territorio ligure. Gran parte delle procedure sono state svolte a favore di un centinaui di soggetti pubblici che hanno aderito di cui ben 85 Comuni liguri. L´attività della Stazione unica appaltante regionale è rivolta anche a tutte quelle realtà territoriali quali Comuni e Aziende di Servizi alla Persona che necessitano di un supporto nello svolgimento di procedure delicate come quelle, appunto, in materia di appalti che richiedono personale altamente preparato e qualificato. La Stazione Unica Appaltante Regionale ha seguito, tra le altre, la procedura d´appalto per il restauro del Teatro degli Impavidi di Sarzana, la costruzione della bretella stradale in località Meceti ad Albenga, la raccolta dei rifiuti per i Comuni di Boissano, Loano, Toirano e Bordighera, la manutenzione degli immobili pubblici con il sistema del Facility Management, gare per l´appalto della refezione scolastica di molti Comuni liguri, servizi socio-assistenziali quali l´affidamento in gestione di case di riposo ed assistenza ad alunni disabili. La Stazione Unica Appaltante svolge la propria attività in raccordo con le Prefetture liguri in quanto la sua attività è rivolta, oltre a conseguire risparmi di spesa, alla tutela della legalità nel difficile mondo degli appalti pubblici ed al contrasto della malavita organizzata. A differenza di altre centrali di committenza, la Stazione Unica Appaltante Regionale si avvale del personale che già lavora nella la Direzione Centrale risorse strumentali, finanziarie e Controlli dell´ amministrazione generale dell´ente , con un forte contenimento dei costi di funzionamento e nel contempo arricchendo il personale di nuove esperienze lavorative. |
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RIFORMA ENTI LOCALI: FUSIONE COMUNI QUALIFICANTE PER FVG |
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Trieste, 2 marzo 2015 - "La fusione fra Comuni costituisce uno dei tasselli fondamentali della riforma degli Enti locali promossa dal Friuli Venezia Giulia". Lo ha sottolineato l´assessore regionale per le Autonomie locali e Coordinamento delle Riforme, Paolo Panontin, che ha partecipato a Roma, nel palazzo del Viminale, a un convegno sull´istituto delle fusioni fra Comuni organizzato dal ministero dell´Interno. Nel corso della giornata di studi, è stato illustrato anche il caso di Valvasone-arzene, nuovo Comune del Friuli Venezia Giulia in provincia di Pordenone, nato il primo gennaio di quest´anno proprio da una fusione fra due Enti locali preesistenti. "Nelle sue conclusioni - ha ricordato l´assessore Panontin - il sottosegretario agli Interni Gianpiero Bocci, nel lamentare il ritardo di alcune Regioni su questo tema, ha sottolineato l´utilità di mettere a fattor comune le buone pratiche realizzate in Italia, e tra queste proprio quelle attuate in Friuli Venezia Giulia come dimostra il caso del Comune di Valvasone-arzene". "Le esperienze proposte nel corso del convegno come quella del Trentino, assieme ai dati forniti dal ministero, ci permetteranno di essere ancora più efficaci - ha concluso Panontin - nell´attuare quel piano delle fusioni previsto espressamente all´articolo 8 della nostra legge di riforma delle Autonomie locali, che abbiamo approvato alla fine dello scorso anno (legge 26 del 2014)". |
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BOLZANO: DDL SUL PERSONALE: PRESENTAZIONE AI DIPENDENTI |
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Bolzano, 2 marzo 2015 - Il progetto di riordino del personale presentato dall’assessora provinciale Waltraud Deeg è stato approvato a gennaio dalla Giunta. Prima della trattazione in Consiglio, l’assessora Deeg e il direttore della Ripartizione personale Engelbert Schaller vogliono informare i dipendenti pubblici su contenuti e novità. Il 26 febbraio primo incontro informativo a Bolzano con 250 partecipanti. La necessità di regolare in modo omogeneo e complessivo tutto l´ambito del personale provinciale, di assicurare chiarezza e sicurezza, di corrispondere ai mutamenti demografici e della società, di recepire i vincoli posti dallo Stato: queste le ragioni illustrate dall´assessora Deeg che stanno alla base della nuova legge sul personale - esclusi gli ambiti della proporzionale e della responsabilità amministrativa - in un ddl ancora suscettibile di miglioramenti. Con il piano Innovazione aministrativa 2018, ha detto Deeg, "abbiamo avviato un processo che si compone di molti tasselli tra cui il nuovo ordinamento del personale è la premessa per offrire in futuro posti di lavoro attrattivi nell´amministrazione." Nell´incontro l´assessora ha illustrato i quattro elementi alla base del ddl: la fruttuosa combinazione tra giovane e lavoratore con anzianità, il riconoscimento del lavoro e l´equità retributiva, la mobilità e la flessibilità e infine il mandato sociale che la Pa deve esercitare come maggiore datore di lavoro in Alto Adige. Il direttore della ripartizione personale Schaller ha poi spiegato il disegno di legge in dettaglio: nell´assunzione del personale si punterà sui concorsi e quindi sulla maggiore sicurezza possibile del posto di lavoro, nei casi di incompatibilità saranno rivisti i limiti delle attività svolte in via secondaria con l´accoglimento della proposta dei sindacati di fissare un tetto di 7mila euro lordi o rispettivamente 30% dello stipendio provinciale. La limitazione temporale sarà determinata nella misura del 20% dell´orario di lavoro, ad esclusione delle attività in agricoltura. Un altro blocco tematico ha riguardato la parità di trattamento, i diritti sindacali e i procedimento disciplinari. Difficoltà si registrano ancora nell´attuazione del patto generazionale, in quanto le attuali condizioni sui diritti pensionistici dei lavoratori con maggiore anzianità comporterebbero riduzioni della pensione. Si sta lavorando a vari livelli per trovare una soluzione al problema. Discussi nell´incontro anche una maggiore mobilità dei dirigenti e del personale e lo scambio tra amministrazione pubblica e settore privato per ampliare formazione e aggiornamento. Su tutte le questioni i responsabili della Ripartizione personale hanno risposto alle domande dei partecipanti. Due ulteriori serate informative sul ddl con l´assessora Deeg sono in programma il 2 marzo a Bressanone e il 5 marzo a Merano. Il testo del ddl è disponibile sul web. |
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VILLA UMBRA: LA SCUOLA UMBRA DI AMMINISTRAZIONE PUBBLICA INDIVIDUATA DA ANCI NAZIONALE ED UPI COME SOGGETTO EROGATORE DI ALTA FORMAZIONE |
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Perugia, 2 marzo 2015 – La Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica è stata individuata da Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ed Upi (Unione delle Province d´Italia) come soggetto attuatore di Alta Formazione, insieme all´Università Bocconi; Politecnico di Milano; Politecnico di Torino; Università Luiss; Centro Ricerche sulla Pp. Aa. Vittorio Bachelet e Scuola di Specializzazione in Studi sull´Amministrazione Pubblica – Spisa ed altre Università italiane. A seguito di tale riconoscimento l´Anci ed Upi hanno affidato alla Scuola il percorso formativo gratuito in materia di Agenda Digitale che inizierà venerdì 13 Marzo alle ore 9 presso Villa Umbra. L´iniziativa è rivolta ad Amministratori locali, Segretari comunali e provinciali, Dirigenti e Responsabili dei servizi degli Enti Locali. "Il Corso mira a rafforzare conoscenze specialistiche con un taglio operativo – sottolinea Alberto Naticchioni, amministratore unico della Scuola - per consentire ai corsisti di interagire con docenti ed esperti, riflettendo su casi concreti ed esperienze maturate dal altre amministrazioni locali italiane ed estere". In particolare, gli obiettivi del percorso, articolato in 4 giornate della durata di 6 ore, vanno dal migliorare le conoscenze specialistiche dei corsisti sul concetto di dato, dato pubblico, dato aperto (open data), formato aperto, amministrazione aperta (open gov), Big Data, software libero (open source); al conoscere i riferimenti alla normativa nazionale e regionale in materia di dati aperti, gestione delle banche dati pubbliche, accesso ai dati pubblici, pubblicazione di informazioni sul web; al rafforzare le competenze di visone strategica per comprendere il valore economico degli open data e dell´open gov, anche in riferimento ai vincoli in tal senso nella nuova programmazione comunitaria 2014-2020. La prima giornata del 13 marzo - dal titolo "I servizi in rete" ed a cura di Donato Antonio Limone, Professore ordinario di informatica giuridica e di Scienza dell´amministrazione digitale - sarà dedicata all´approfondimento dei servizi in rete attualmente a disposizione della Pubblica Amministrazione italiana a partire dall´analisi del Cad. L´obiettivo è quello di presentare e condividere con i corsisti un modello replicabile all´interno del proprio ente. I servizi in rete costituiscono non solo una nuova modalità di erogazione di servizi nell´ambito delle amministrazioni digitali ma soprattutto sono la espressione tangibile della reale attuazione dell´amministrazione digitale come nuovo modello organizzativo delle stesse amministrazioni pubbliche. Per la realizzazione di servizi in rete, la condizione di base è quella di operare con un modello organizzativo nel rispetto di principi, criteri e requisiti della trasparenza, della accessibilità totale, della semplificazione amministrativa, della qualità dei servizi e della soddisfazione dei cittadini. La seconda giornata, dal titolo "Open Data: strumenti per favorire la partecipazione", è stata organizzata per il giorno 14 Marzo ed avrà come relatore Gianluigi Cogo, Project manager Agenda digitale Regione Veneto, Docente a contratto presso Università Ca´ Foscari di Venezia, Esperto di Open Gov, Segretario generale dell´Associazione Italiana per l´Open government. "Smart Communities" è il titolo della terza giornata che si svolgerà il 21 aprile con la docenza di Claudio Forghieri, responsabile di "Mo-net", la Rete Civica del Comune di Modena, membro del comitato scientifico della Biennale dello Spazio Pubblico e dell´Osservatorio Social Network dell´Università Cattolica – Altis, direttore scientifico delle edizioni 2012 e 2013 di Smart City Exhibition Bologna. L´ultima giornata, prevista per il giorno 22 aprile ed a cura di Andrea Lisi, Avvocato, Presidente associazione nazionale per operatori e responsabili della conservazione digitale dei documenti (Anorc), si focalizzerà sull´ Open Data: Come cambiano i processi di lavoro interni nella Pubblica Amministrazione con i dati aperti e dubbi interpretativi sui dati da pubblicare. L´affidamento ottenuto dalla Scuola fa seguito al Corso Nazionale di formazione per giovani amministratori in materia di Finanza Locale al quale hanno partecipato da tutto il territorio italiano. |
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MILANO PRIMA CITTÀ IN ITALIA PER LE AZIENDE A VOCAZIONE SOCIALE IN QUATTRO ANNI NATE 318 START UP DALLE PERIFERIE AL CENTRO, FACENDO DI MILANO LA CAPITALE DELL’INNOVAZIONE SOCIALE |
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Milano, 2 marzo 2015 – “Milano è la città dove, negli ultimi anni, è nato il più alto numero di start up innovative e imprese sociali, secondo la definizione del Ministero dello Sviluppo economico. Il Comune si è messo al servizio di questo processo promuovendo Fabriq, il primo incubatore d´impresa dedicato esclusivamente alle imprese a vocazione sociale, il cui bando è aperto fino al 30 marzo. Un settore, quello delle imprese sociali, che a livello nazionale in 10 anni ha visto raddoppiare i suoi numeri passando dalle 8.500 imprese del 2004 alle attuali 17.600, con un numero di addetti che supera le 400mila persone impiegate“. A renderlo noto l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Sviluppo Economico, Università Cristina Tajani, intervenendo questa mattina a “Innovare per ripartire”: la giornata incontro all´auditorium Robert Bosch di via Marco Colonna 35 per presentare agli operatori italiani la nascita di Ashoka Italia, la più grande rete globale di imprenditori sociali, con più di 3.000 imprenditori-innovatori in oltre 80 nazioni e uffici regionali nei cinque continenti. "Le esperienze che abbiamo sostenuto e finanziato in questi quattro anni – ha proseguito l’assessore Tajani - hanno contribuito non solo a generare occupazione per i più giovani grazie alle 318 start up create, ma anche a restituire alla città 12.000 mq di spazi in disuso, oltre a creare animazione economica e sociale nei quartieri e a produrre comunità attraverso le piattaforme di economia collaborativa”. Penso – ha concluso Tajani - a quanto realizzato a Quarto Oggiaro dove, grazie a Fabriq, il primo incubatore sociale nato dalla collaborazione tra amministrazione e operatori privati, siamo riusciti a coniugare impresa e sviluppo non solo puntando sulla tecnologia, ma anche sull’interazione tra le persone e le comunità locali. Comunità che diventano destinatarie e produttrici di servizi socialmente innovativi e sostenibili basati su un business model che valorizza le sinergie e le reciprocità”. A confrontarsi questa mattina sul ruolo delle imprese sociali nel panorama economico italiano oltre all’assessore Cristina Tajani in rappresentanza dell’Amministrazione sono stati: Alessandro Valera Launch Director di Ashoka Italia, Luciano Balbo di Oltre Venture, Atje Drexler di Robert Bosch Schiftung e Giovanna Melandri in rappresentanza di Human Foundation affiancata da Gerard Dambach di Bosch Italia. Nel corso della giornata diversi i momenti di dibattito tra i rappresentanti delle fondazioni locali, organizzazioni sociali, investitori, funzionari pubblici e cittadini impegnati in discussioni e workshop per mobilitare uno sforzo collettivo per la creazione di un ecosistema di imprenditoria sociale in Italia. |
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´GARANZIA GIOVANI´: CON ASSOLOMBARDA FATTO GOAL |
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Milano, 2 marzo 2015 - "Regione Lombardia ha segnato un goal insieme ad Assolombarda". E´ il commento soddisfatto di Valentina Aprea, assessore regionale all´Istruzione, Formazione e Lavoro, intervenuta alla cerimonia di conclusione del progetto ´Impara con noi´ gestito da Assolombarda in attuazione del programma europeo Garanzia Giovani e che ha consentito l´assunzione di sette giovani nell´associazione degli industriali milanesi. Politiche Regionali Vincenti - "Aver invitato Regione Lombardia - ha continuato Aprea - è un gesto significativo perché proprio qui in Assolombarda, con il direttore generale dell´Assessorato all´Istruzione, Formazione e Lavoro Gianni Bocchieri e il direttore generale dell´Associazione Michele Angelo Verna, abbiamo elaborato le politiche regionali per arrivare a questo traguardo". Progetto Assolombarda - ´Impara con noi´ ha consentito a 15 giovani neolaureati, tutti al di sotto dei trent´anni, di affacciarsi per la prima volta al mondo del lavoro. "E´ il coronamento di un anno di lavoro - ha detto Verna - in attuazione di ´Garanzia Giovani´ e questi sono i primi 15 giovani italiani che hanno concluso il percorso. A loro sono stati offerti stage e tirocini in cui potessero imparare a gestire progetti. Con lungimiranza il presidente di Assolombarda Rocca ha messo i giovani a lavorare sui 50 progetti per ´Far volare Milano´. Oltre a questo programma di formazione strutturata, che ha previsto anche il training dei tutor, abbiamo creato una community". Lombardia Leader - In base agli ultimi dati disponibili, ´Garanzia Giovani´ ha consentito a livello nazionale di avviare al lavoro 8.951 soggetti, dei quali l´80% in Lombardia. Con ´Garanzia Giovani´ in Lombardia sono stati presi in carico 13.683 giovani e, di questi, 8464 sono stati avviati nel mercato del lavoro, per un totale di 4.072 assunzioni. "L´idea di aver contribuito con le nostre politiche attive a questo risultato - ha aggiunto l´assessore Aprea - ci incoraggia ad andare avanti". Investiamo Sui Giovani - "Noi dobbiamo continuare a investire su di voi - ha detto l´assessore Aprea rivolgendosi ai giovani che da lunedì inizieranno a lavorare in Assolombarda -; certo c´è il problema di chi ha interrotto gli studi, di chi si imbatte in sistemi non trasparenti per l´ingresso nel mondo del lavoro, ma sono convinta che ´Garanzia Giovani´ registrerà una esplosione con Expo e dopo Expo". Assunzioni Con Contratto Apprendistato - Dei 15 giovani che hanno concluso il progetto ´Impara con noi´ uno ha già trovato lavoro e 6 saranno assunti in Assolombarda con contratto di apprendistato professionalizzante da marzo 2015; un altro inizierà a gennaio 2016 con contratto a tutele crescenti. Lavoro In Team Per Adeguare Norme Ministero - Il direttore generale Bocchieri, commentando il positivo risultato ottenuto ha sottolineato che "Con Assolombarda abbiamo lavorato bene per allargare le maglie del bonus occupazionale con il Ministero del Lavoro.quindi un´operazione perfettamente riuscita". Stagisti Veri - Esperienza di grande valore testimoniata anche dai giovani neolaureati che hanno messo in evidenza come il valore aggiunto del loro stage in Assolombarda è stata la concretezza: non sono stati messi a fare fotocopie ma affiancati da tutor con i quali hanno avuto opportunità di crescita personale e professionale e hanno potuto esprimere le proprie potenzialità. |
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LOMBARDIA: UN MILIONE PER CONTRASTO CRIMINALITÀ E DIFFUSIONE LEGALITÀ |
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Milano, 2 marzo 2015 - Un milione di euro per contrastare la criminalità e diffondere la cultura della legalità. E poi, novità assoluta, il patrocinio per coloro che sono accusati di un delitto per essersi difesi. Sono questi, in sintesi, i contenuti del progetto di legge che la Giunta regionale lombarda, su proposta dell´assessore alla Sicurezza, Protezione Civile e Immigrazione Simona Bordonali, ha approvato e che riunisce le ´vecchie´ Leggi regionali 2 e 9 del 2011. Un Pdl Che Riunisce Due Leggi - "Abbiamo scelto di armonizzare i contenuti di due Testi - ha spiegato Bordonali - per ottenere un provvedimento che sia più efficace anche grazie ad un miglior impiego delle risorse. Abbiamo inserito importanti innovazioni per la prevenzione e il contrasto della criminalità e per una maggior diffusione della cultura della legalità". Rientrano in questo stanziamento anche fondi destinati agli Enti locali per gestire e ri-assegnare i beni confiscati alle mafie. Primi In Italia A Tutelare Chi Si Difende - L´assessore ha fatto poi notare come "la Lombardia sia la prima Regione in Italia a prevedere fondi per difendere cittadini accusati di aver commesso un delitto per eccesso colposo in legittima difesa". I Fondi - Ecco come vengono suddivisi i fondi a disposizione: - 200.000 euro per le spese di assistenza e aiuto alle vittime dei reati di stampo mafioso e della criminalità organizzata, per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di criminalità comune e per il contrasto delle truffe ai danni della popolazione anziani; - 300.000 euro per le spese per le iniziative per la diffusione della cultura della legalità, tramite corsi di formazione e/o attività didattiche per studenti e di ricerca docenti; - 100.000 euro per gli interventi di assistenza e aiuto ai familiari delle vittime della criminalità; - 50.000 euro per il patrocinio nei procedimenti penali per la difesa dei cittadini accusati di aver commesso un delitto per eccesso colposo in legittima difesa; - 350.000 euro per il finanziamento del fondo per il recupero sociale dei beni confiscati alla mafia; - 48.000 euro per il funzionamento della Commissione di esperti. |
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RAPPORTO ECONOMICO E SOCIALE 2014, SEMINARIO SU TENDENZE SOCIALI: LA "FORZA" DELLE FAMIGLIE UMBRE |
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Perugia, 2 marzo 2015 – In Umbria la famiglia cambia, con le evoluzioni sociodemografiche e la situazione economica, ma conferma la sua forza e vitalità e la sua "resilienza" alle difficoltà. "La famiglia cambia sempre e perciò è stabile nel suo protagonismo: è fondamentale nel trasmettere significati e valori e capace di trasformarsi per partecipare ai mutamenti sociali, svolgendo un mix di funzioni", ha rilevato Paolo Montesperelli, dell´Università degli studi "La Sapienza" di Roma, intervenendo a Palazzo Donini al terzo e ultimo approfondimento tematico del Rapporto economico e sociale dell´Umbria 2014 realizzato dall´Agenzia Umbria Ricerche ("Aur") che si è focalizzato su famiglie e minori. Ai lavori, presieduti dal presidente dell´Aur Claudio Carnieri, è intervenuta la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari. Montesperelli, che ha analizzato i processi di modernizzazione e di differenziazione delle funzioni familiari, si è soffermato in particolare sulle novità legate alle dinamiche demografiche. "Il primo elemento – ha detto – è quello dell´invecchiamento della popolazione: molti anziani, con i bambini affidati ai nonni, con il nonno che oggi ha lo stesso ruolo di cura rivestito dalla nonna; nascono pochi bambini, ci sono molti adulti e molti anziani, perciò – ha sottolineato – il bambino diventa al centro di una serie di relazioni che modifica il carattere sociale della nostra regione. Si sono sfumati i confini generazionali, così come – ha aggiunto – è sfumata l´autorità genitoriale nelle famiglie ‘lunghe´, in cui i giovani vivono insieme ai genitori. Un altro elemento significativo è quello delle convivenze di fatto, triplicate in dieci anni, mentre sono più che raddoppiate in venti anni le famiglie ‘spezzate´, con un ritorno del separato/divorziato alla famiglia di origine, la formazione di un nucleo familiare individuale o monogenitoriale ad alto rischio di povertà, ma anche la ricostituzione di una nuova famiglia". "Le relazioni familiari diventano più complesse – ha commentato Montesperelli – Quanto alle famiglie di immigrati, quasi 100mila nel 2014, più vulnerabili, accentuano il carattere multiculturale della società umbra". Il consenso verso la famiglia "in Umbria ha un grado elevato, più alto di quello espresso a livello nazionale, a significare che la famiglia viene considerata come un luogo ‘caldo´ di affettività ed emozioni e per la sua ‘capacità di difesa´ rispetto alla realtà esterna precaria e insicura. Se ci sono rischi di un neofamilismo, di un privatismo che toglie importanza alla funzione che la famiglia ha rappresentato quale cerniera fra pubblico e privato – ha concluso – è vero anche che in Umbria ci sono anche antidoti quali la diffusione dei valori di socialità e la partecipazione civica: il loro intreccio determinerà il futuro della famiglia in Umbria". I dati dell´evoluzione demografica dei nuclei familiari in Umbria sono stati illustrati da Luca Calzola (Istat Umbria) e da Meri Ripalvella (Agenzia Umbria Ricerche), In sessanta anni, dal 1951 al 2011, il numero di famiglie residenti è più che raddoppiato passando da 174 mila a 367 mila. Prevalgono le coppie con figli (29,9%) e le persone sole (31,4%): il peso delle prime si è ridotto nel tempo (rappresentavano oltre il 40% delle famiglie fino al 1981), mentre le seconde sono raddoppiate nel corso degli ultimi 30 anni. Dalla metà degli anni Sessanta a oggi si è passati da 2,1 a 1,4 figli per donna, una consistente riduzione che, accompagnata dall´aumento della durata media della vita (nel 2012 ha superato 80 anni per gli uomini e 85 anni per le donne), hanno prodotto nel tempo una diminuzione del numero medio dei figli presenti nelle famiglie, con una conseguente dimensione media di queste ultime, e l´aumento delle famiglie di anziani. Un elemento di particolarità rispetto al resto d´Italia è la presenza relativamente più ampia di famiglie complesse, composte da un nucleo genitori-figli più altri parenti o da più nuclei (8,8% in Umbria contro 5,7% in Italia), anche se con una continua riduzione rispetto al passato. Una delle novità principali è l´emergere di nuove forme familiari costituite da single con meno di 65 anni, genitori soli celibi/nubili, separati o divorziati e coppie di fatto, che hanno assunto un peso sempre più consistente. In termini relativi, in Umbria questo gruppo di forme familiari emergenti rappresentava l´8% di tutte le famiglie nel 1991 e l´11% nel 2001, mentre nel 2011 ne costituisce il 18% (oltre 67mila). Sempre nel 2011, il 40,3 per cento dei giovani fra i 25 e i 34 anni vive in famiglia come figlio. Qual è la situazione finanziaria delle famiglie umbre? L´analisi illustrata da Loris Nadotti, dell´Università degli studi di Perugia, conferma quanto "le famiglie si sono trovate a scontare gli effetti della crisi. Dal 2008, quando la crisi è esplosa, la crescita complessiva del reddito medio sui quattro anni è stata appena del 5,76 per cento, difficilmente conciliabile con l´andamento dei prezzi di mercato e quindi con la gestione delle risorse familiari". Diminuiscono redditi e consumi, ma un dato "sorprendente" è che "il risparmio è rimasto stabile"; il 92 per cento delle famiglie riesce a risparmiare anche se la crisi incide sul risparmio delle fasce più deboli e sui comportamenti, con il ricorso all´autoproduzione e all´autoconsumo. In aumento la quota di famiglie umbre indebitate, nel 2012 pari al 29,9 per cento, mentre ben il 50,8 per cento ritiene . Il welfare educativo in Umbria rivolto all´infanzia e ai minori è stato al centro del contributo di Fiorenzo Parziale (Agenzia Umbria Ricerche) che ha evidenziato come "il modello sociale regionale sia molto incentrato sulle politiche educative e rende possibile una tenuta complessiva della coesione sociale anche sul versante culturale". Parziale, sottolineando l´esigenza di un rilancio sistemico delle politiche educative "dato il mutato contesto socioeconomico, con circa un quinto della popolazione a rischio povertà" ha messo tra l´altro in risalto che "sul versante scolastico l´Umbria continua ad essere tra le Regioni con la migliore performance in termini sia di scolarizzazione superiore sia, come dimostra la scarsa dispersione scolastica, di inclusione". Di retribuzioni, qualifiche e disuguaglianze nel settore privato e in quello pubblico si è occupato l´economista Lorenzo Birindelli. Per quanto riguarda il privato, "l´Umbria – è la sintesi – ha retribuzioni medie più basse rispetto al resto d´Italia anche se ha conosciuto un parziale riavvicinamento alla retribuzione media nazionale nella seconda metà degli anni 2000: la retribuzione media del 2012 nella regione sfiora l´87 per cento della media nazionale contro l´85% dei primi anni 2000". La retribuzione cresce con l´età e cresce anche considerevolmente la differenza fra tempo parziale e tempo pieno. Riguardo al genere, diminuisce il gap tra uomini e donne fino al 2010 per poi riaprirsi leggermente: si passa da un indice di 128 (retribuzione maschile/retribuzione femminile) del 2000 a 120 nel 2010, per risalire a 121 nel 2012 (124 a livello nazionale, stabile). Per il settore pubblico "nel periodo tra il 2009 e il 2012 è stato applicato, in modo efficace a quanto risulta dall´esame dei dati, il blocco delle retribuzioni. Si verificano anche, in alcuni casi, riduzioni del valore nominale delle retribuzioni". |
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LA RETE DELL´ASSOCIAZIONISMO FAMILIARE PER LO SVILUPPO DEL WELFARE DI COMUNITÀ |
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Trento, 2 marzo 2015 - E´ in programma lunedì 2 marzo il convegno "Welfare sussidiario" per indagare il tema del welfare di comunità e il contributo che possono dare per la sua crescita e sviluppo gli stakeholders territoriali, cioè il sistema a rete composto dall´associazionismo familiare, auto-organizzazione delle famiglie, alleanze locali e consulte familiari. Il tema sarà esaminato attraverso le testimonianze di vari soggetti pubblici e privati attivi sul fronte del welfare sussidiario, provenienti dalle province di Trento, di Bolzano e dal Land Brandeburgo. La legge provinciale 1/02.03.2011 ha dato forte attuazione al principio di sussidiarietà orizzontale. In attuazione di questo principio, la Provincia autonoma di Trento e gli Enti locali hanno promosso il coinvolgimento del terzo settore e dell´associazionismo familiare con l´obiettivo di sostenere e tutelare la specificità della relazione familiare nel quadro più ampio dell´equilibrio del tessuto sociale e comunitario. Se ne discuterà nel convegno organizzato dall´Agenzia per la famiglia dal titolo "Welfare sussidiario: Associazionismo familiare, auto-organizzazione delle famiglie, alleanze locali e consulte familiari", che si terrà lunedì 2 marzo, dalle ore 9.00 alle 13.00, presso la Sala Belli del palazzo della Provincia, al quale sono stati invitati anche il mondo della cooperazione sociale, dei centri-famiglia territoriali, i membri aderenti del Forum delle Associazioni Familiari del Trentino. L´evento sarà aperto dai saluti del presidente della Provincia Ugo Rossi e tra le istituzioni saranno presenti il dirigente dell´Agenzia per la famiglia Luciano Malfer, il dirigente del Dipartimento Salute e Solidarietà sociale Silvio Fedrigotti, il presidente della Consulta provinciale per la famiglia Giovanni Manenti e la presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Trentino Silvia Peraro Guandalini, mentre le conclusioni saranno affidate, al termine della tavola rotonda, all´assessora alla Salute e Solidarietà Sociale Donata Borgonovo Re. Il convegno avrà la finalità di analizzare ed approfondire il tema della sussidiarietà orizzontale attraverso la testimonianza di vari soggetti attivi sul territorio locale e rappresentanti di Organizzazioni pubbliche e private impegnate sul fronte del welfare sussidiario, provenienti dalle province di Trento, di Bolzano e dal Land Brandeburgo. |
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RAPPORTO ECONOMICO E SOCIALE 2014, ASSESSORE UMBRIA: MASSIMO IMPEGNO PER AFFRONTARE LE NUOVE EMERGENZE |
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Perugia, 2 marzo 2015 – "L´umbria si trova di fronte alle nuove emergenze e alle nuove sfide determinate dalla crisi economica ed occupazionale e dalle trasformazioni sociali: la Regione le affronterà continuando a mettere a frutto risorse e strumenti a sostegno delle famiglie, in particolare delle famiglie vulnerabili, e rafforzando e innovando il sistema del welfare". La vicepresidente della Regione Umbria e assessore alle Politiche sociali ed Istruzione, Carla Casciari, intervenendo al seminario di approfondimento del Rapporto Aur, ha delineato gli assi sui cui si è sviluppata e si svilupperà l´azione della Regione per prevenire e contrastare le nuove povertà e per favorire l´inclusione sociale. "È cresciuta la sofferenza economica delle famiglie umbre, come emerge anche dai dati del Rapporto – ha rilevato – ed oggi, per la prima volta, si evidenzia un altro preoccupante fenomeno, le famiglie non investono più allo stesso livello in istruzione e cultura dei propri figli. Negli ultimi due anni e mezzo è aumentato notevolmente il numero delle famiglie vulnerabili, che rappresentano la nuova emergenza dell´Umbria". "La Regione, con gli strumenti normativi di cui si è dotata a partire dalla legge regionale 13/2010 a favore della famiglia – ha proseguito – ha erogato quasi 5000 contributi per le famiglie vulnerabili. Sono stati potenziati i servizi di prossimità per le famiglie e, per aiutare i nuclei familiari con bambini, è stata innalzato anche il contributo per la retta degli asili nido, portandolo da 300 a 500 euro. Ma visto anche il protrarsi della crisi, la situazione ci impone una particolare attenzione e un ulteriore sforzo sia in termini di risorse che di capacità di innovazione". "Abbiamo pertanto messo a disposizione per l´inclusione sociale – ha spiegato – una quota significativa delle risorse della nuova programmazione del Fondo sociale europeo, così come potremo utilizzare al meglio le risorse e gli interventi del Programma operativo nazionale istruzione e inclusione sociale. Allo stesso tempo, potremo contare anche sulle risorse del Fondo per la non autosufficienza: aiuti importanti per le famiglie che in questi anni hanno saputo svolgere un ruolo di ‘ammortizzatori sociali´, ora più difficile da sostenere, e per accrescere il nostro ‘capitale´ umano e la dignità della persona". "Una grande sfida per il welfare territoriale, in cui i Comuni sono chiamati a rivestire un ruolo importante – ha concluso – nella consapevolezza della necessità di dare risposte concrete e celeri alle richieste che vengono dalle nostre comunità". |
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BASILICATA: UN MONDO A MISURA DI RAGAZZI E’ QUESTA LA MISSION DI UN PROGETTO CHE IL GARANTE PER L’INFANZIA STA METTENDO IN PIEDI D’INTESA CON GLI ORGANI DEL MIUR |
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Potenza, 2 marzo 2015 - Aiutare i ragazzi a essere cittadini attivi in un mondo che non può essere solo a misura di adulti. Questa, in estrema sintesi, la filosofia del progetto che il Garante per l´infanzia e l´adolescenza per la Basilicata, Vincenzo Giuliano, sta mettendo a punto d´intesa con gli organi del Miur, il Ministero dell´Università e della Ricerca e con altre entità culturali e amministrative. L´argomento è stato affrontato in un incontro con il sottosegretario all´Istruzione, Angela D’onghia che si è detta favorevole a sostenere l´iniziativa. “Si tratta di far conoscere un insieme di elementi della realtà quotidiana, con la quale i ragazzi si trovano a dover fare i conti – precisa Giuliano - a cominciare dai rischi della diffusione della droga, dell´alcol, compreso l´uso dei giochi o dei videopoker e altro ancora. Creare su questi temi una coscienza nei giovani è operazione di estrema importanza per la quale occorrono strumenti adatti. Al centro del progetto anche alcuni obiettivi di carattere pratico, anzitutto l´illustrazione per grandi linee del mondo del lavoro, del rapporto con alcuni settori della vita di ogni giorno, della conoscenza dei luoghi, del turismo e altro ancora”. "Per fare questo bisogna coinvolgere anzitutto le scuole - sostiene il Garante - in modo da aprire le porte a una comunicazione in grado di raccogliere i principali messaggi dal mondo dei giovani e degli adolescenti. E di tradurre questi messaggi in varie attività mirate. Con l´ausilio delle scuole e dei media, ad esempio, sarebbe possibile giungere a delineare un´idea di giornale dei ragazzi, con scadenza mensile o bimestrale, in modo da dare voce agli adolescenti e, al tempo stesso, favorire un loro inserimento nelle attività degli adulti con una funzione e un ruolo adeguati. Lo scopo è quello di riuscire a coinvolgere i minori in questo progetto, destinato a far conoscere, a migliorare gli strumenti della formazione e dell´inserimento dei ragazzi in un insieme di relazioni che siano tali da far superare quella marginalità dovuta alla tradizionale condizione di chi non muove le leve degli adulti e non partecipa alle scelte dei "grandi". “Contatti e approfondimenti – ha detto ancora il Garante - sono tuttora in corso per stabilire una serie di collegamenti con i media e non solo. Ma in particolare con gli organi ai quali sarà affidato l´incarico di seguire il progetto, di metterlo a punto, e di adeguarlo di volta in volta agli obiettivi indicati, sui quali si prevede di far leva per ottenere un risultato positivo. Un’ esperienza, questa, originale e di grande profilo”. |
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LAVORARE IN BAVIERA: INCONTRO INFORMATIVO PER ASSISTENTI ALL´INFANZIA |
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Bolzano, 2 marzo 2015 - Assistenti della scuola d´infanzia formate in Altro Adige sono molto richieste anche all´estero. Per la terza volta dall´estate 2014 si svolge nel Centro mediazione lavoro di Bolzano un pomeriggio informativo per il personale interessato a un posto di lavoro in Baviera o in Germania. Appuntamento il 3 marzo. Dal 2013 si sono aperte nuove opportunità di lavoro in Germania per assistenti all´infanzia ed educatrici dotate di specifica formazione. Sono ricercate le figure professionali nei settori sociopedagogico e della pedagogia educativa, personale per l´assistenza all´infanzia e per l´integrazione di bambini con disabilità. L´opportunità si rivolge anche a studenti della facoltà di scienze della formazione della Lub a Bressanone e delle scuole provinciali per le professioni sociali. "Il Centro di mediazione al lavoro di Bolzano opera in collaborazione con agenzie di collocamento tedesche ed attualmente vi è richiesta di queste specifiche figure professionali, la cui formazione viene particolarmente apprezzata in Baviera" afferma il direttore della Ripartizione lavoro, Helmuth Sinn. Martedì 3 marzo viene organizzato dalle 15 un nuovo incontro informativo nel Centro di mediazione al lavoro in via Gamper 1 a Bolzano, dove collaboratori della Ripartizione provinciale lavoro e delle Agenzie di collocamento di Germania illustreranno le opportunità occupazionali per le assistenti all´infanzia. Finora la ricaduta è stata positiva: cinque assistenti hanno già sottoscritto un contratto di lavoro in Germania, una studentessa sarà in estate a Monaco per un tirocinio in una scuola materna. Anche per i datori di lavoro queste figure professionali dell´Alto Adige sono molto interessanti: "Le agenzie tedesche ci confermano che la formazione in Alto Adige è ritenuta di alto livello e molto simile a quella effettuata in Germania", conclude Sinn. Per ulteriori informazioni gli interessati possono rivolgersi ad Alessandra Sartori presso il Centro di Mediazione al lavoro, al numero telefonico 0471 418668. |
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MILANO, PRIMO SPORTELLO DI EDUCAZIONE FINANZIARIA PER IMPARARE A PIANIFICARE LE SPESE DA MARZO LE PRIME ATTIVITÀ |
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Milano, 2 marzo 2015 - Imparare a pianificare le spese di casa attraverso la buona "amministrazione" dei propri risparmi, limitando gli acquisti inutili e distribuendo le risorse su più obiettivi, a breve e lungo termine, come acquistare un automobile o mettere da parte i soldi per gli studi dei figli, o per quando si diventa vecchi. Ma soprattutto evitando pericolosi disagi economici personali e familiari. Di questo e di molto altro si è parlato oggi alla inaugurazione del primo sportello di educazione finanziaria, aperto per i cittadini presso lo Spazio Agorà in piazzetta Capuana a Quarto Oggiaro. Lo sportello sarà attivo dal prossimo 3 marzo, tutti i martedì dalle quindici alle diciotto e si potrà andare su appuntamento da fissare verso il servizio di Segreteria sociale di Spazio Agorà aperto tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 14:30 alle 18. Alla inaugurazione dello sportello, organizzata nell´ambito del 4 Forum delle Politiche sociali hanno partecipato l´assessore al Welfare, Pierfrancesco Majorino, il presidente del Consiglio di Zona 8, Simone Zambelli, il sociologo Alessandro Rosina, il presidente di Progetica, Gaetano Megale e Gianluca Alfano, coordinatore delle attività dello Spazio Agorà. "Dopo una prima esperienza di educazione finanziaria iniziata lo scorso anno, che ha coinvolto un gruppo di dipendenti del Comune di Milano e di Ikea - ha spiegato l´assessore Majorino - questo progetto apre al pubblico partendo da un quartiere di periferia e da uno spazio funzionale molto frequentato dei cittadini. Desideriamo infatti mettere a disposizione di tutti lo opportunità di imparare a gestire le proprie risorse e quelle della famiglia, pianificando le spese nel tempo e mettendosi così al riparo da problemi economici, frutto di acquisti sbagliati, investimenti azzardati o imprevisti". Il progetto di educazione finanziaria e lo sportello inaugurato oggi sono realizzati dal Comune di Milano, in collaborazione con Università Cattolica di Milano (Laboratorio di statistica applicata alle decisioni economico aziendali), da Progetica e da Uni. Le attività dello sportello seguiranno le seguenti fasi: 1) Informazione iniziativa sul territorio mediante attività di comunicazione (Aziende e Famiglie) e diffusione del booklet “Educazione Finanziaria di qualità per tutti”. 2) Acquisizione delle iscrizioni al 1° percorso “Io Welfare” (Villa Scheibler) che prevede incontri settimanali dei cittadini con i trainer, che in prima fase saranno di Progetica. Gli incontri si svolgeranno in 8 settimane, tra marzo ed aprile. 3) Si acquisiscono le richieste di incontro con l’educatore tutor (inizialmente Progetica) e si ha l’attivazione dello sportello (martedì pomeriggio, h. 15 – 18) per il supporto alla realizzazione delle parti relative al Progetto di vita. 4) Aprile-maggio: attivazione del percorso “Tu Welfare” (incontri faccia a faccia tra cittadino ed educatore finanziario) per la definizione del report strategico che implementa i progetti di vita. Fase a regime (giugno): parallelamente alla fase sperimentale verranno formati e certificati gli operatori trainer e tutor delle organizzazioni sociali che gestiranno in prima persona i percorsi “Io Welfare” e “Tu Welfare. Ci sarà infine una attività di comunicazione intensiva sul territorio (Aziende e Famiglie) e la definizione dei calendari dei percorsi “Io Welfare” ed incontri “Tu Welfare” presso lo sportello. Per maggiori informazioni è attivo il portale di educazione finanziaria di qualità per il cittadino, www.Azione44.io-welfare.it |
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