|
|
|
MARTEDI
|
 |
 |
Notiziario Marketpress di
Martedì 19 Maggio 2015 |
 |
|
 |
HIV- PROFILASSI PRE-ESPOSIZIONE: DUBBI SULLA TERAPIA. "AUMENTA IL RISCHIO DI CONTAGIO HIV, EPATITI E SIFILIDE" |
|
|
 |
|
|
Riccione, 19 maggio 2015 - Durante la Vii Conferenza italiana su Aids e retrovirus (Icar), che si è aperta l’altro ieri a Riccione, ricercatori, rappresentanti delle Associazioni di pazienti, di istituzioni e di aziende, si confrontano sulla Prep (profilassi pre-esposizione) in Europa e Usa. Questa è una terapia antiretrovirale che permette di prevenire l´infezione da Hiv: si basa sull´assunzione di una pillola, già sperimentata, in persone non sieropositive, in America. Numerosi gli studi a riguardo, che tengono sotto controllo le statistiche relative soprattutto alla popolazione omosessuale. Da un lato, ci sono i numeri del successo della Prep (86% di riduzione della trasmissione del virus), le speranze e le attese di chi la considera l’unico strumento di prevenzione contro l’Hiv. Dall’altro, i timori e i pareri contrari di chi ritiene siano altre le priorità attuali nella lotta all’Hiv e teme che la Prep sia solo una difesa contro il virus, efficace tanto quanto il preservativo, ma con ricadute economiche e sociali non prevedibili. La Tavola Rotonda Sulla Prep - Icar ospita nella Tavola Rotonda “Prep: is it the right time to act” (martedì 18 maggio, ore 15.00-16.00, Auditorium Concordia Hall, moderata da G.m. Corbelli, E. Girardi, C.mussini) i ricercatori che hanno condotto gli studi clinici più noti e recenti (Sheena Mc Cormick per lo studio Proud e Eric Cua per l’Ipergay), insieme a Roy M.gulick, infettivologo Usa con anni di esperienza in questo ambito, e a Sabrina Spinoza Guzman, dell’Agenzia europea regolatoria sui farmaci, insieme alle Associazioni di persone con Hiv e alla comunità scientifica infettivologica. "I dati ottenuti dagli studi Proud e Ipergay - spiegano i presidenti del Congresso Cristina Mussini, Laura Sighinolfi e Andrea Cossarizza - entrambi rivolti a Msm (uomini che fanno sesso con uomini) e donne transgender, sono sicuramente importanti, ma il fatto che entrambi abbiano dimostrato livelli di efficacia tanto elevati e statisticamente testimonia l’efficacia preventiva della Prep, e rivela anche quanto sia alto il tasso di infezione in determinati gruppi nei paesi occidentali. Solo a loro, quindi, insieme alle coppie sierodiscordanti) dovrebbe essere offerta la Prep, secondo alcuni, e non a tutti, come invece chiede la maggior parte di chi la sostiene". A livello europeo, il primo paese a richiederla è stata la Francia, dove è attesa per questa estate l’autorizzazione “sub judice” (per i prossimi 2 anni la Prep sarà disponibile gratuitamente). Per quanto riguarda la posizione italiana, un centinaio di infettivologi hanno risposto ad un questionario, promosso dall’Irccs Aou San Martino di Genova, che viene presentato durante i lavori a Riccione: il 48% dei partecipanti ritiene non vi siano ragioni sufficienti per rendere disponibile la Prep anche in Italia, ma il 35% la sostiene comunque. Il 71% degli intervistati teme lo spostamento di attenzione da altri interventi preventivi più utili, il 16% teme il rischio di una eccessiva medicalizzazione della prevenzione di Hiv. Del campione, solo il 33% ha “familiarità” con la Prep e il 63% ha ricevuto domande, soprattutto (86%) da coppie sierodiscordanti. La disponibilità, comunque, della Prep non modificherebbe il tipo di vita sessuale per il 64% del campione, anche se è diminuita la percentuale di chi userebbe sempre il preservativo (dal 37% al 27%) e, viceversa, è aumentata quella di chi non lo userebbe mai (dall’11% al 17%). "In Italia non riusciamo a far diminuire il numero di nuove diagnosi di infezione da Hiv registrate ogni anno - dichiara Giulio Maria Corbelli, membro del Direttivo di Plus - È evidente che, se vogliamo davvero fermare la diffusione dell’Hiv in Italia, dobbiamo adottare una strategia innovativa: quello che si dimostra più efficace è un approccio “di combinazione”, cioè che metta a disposizione diversi strumenti e diffonda una informazione capillare in modo che ciascuno possa scegliere la strategia più adatta alle proprie esigenze. In questo approccio la Prep - cioè la possibilità per persone sieronegative ad alto rischio di contrarre l’infezione da Hiv di assumere un farmaco per evitare di contrarre l’infezione - può avere un ruolo essenziale perché consente, ad esempio, di prevenire l’infezione in persone che nonostante siano bene informate non riescono o non vogliono usare costantemente il preservativo con diversi partner sessuali". L´associazione Dei Pazienti Nps - "Allo stato attuale siamo contrari alla Prep - dichiara Margherita Errico, Presidente di Nps Italia Onlus - Non troviamo giusto l’approccio culturale di medicalizzare il sesso, ma ci rendono molto perplessi anche gli alti problemi di costi, di cui ancora non è chiaro su chi dovrebbero ricadere. In più manca completezza dei dati fondamentali, quelli italiani ed europei, perché quelli americani non bastano, e questo gap di dati sulla tollerabilità non va trascurato. Non si hanno neanche dati sufficienti sul livello di penetrabilità della Prep a livello degli organi genitali. E non abbiamo neanche dati certi sul rischio di aumentato sviluppo di resistenze ai trattamenti antiretrovirali. Infine, allo stato attuale, gli studi sottolineano e confermano come nel lungo termine i pazienti con Hiv riscontrino problemi sia con i reni che con le ossa. "Se il preservativo è efficace nel 99%, quella della Prep è variato dall´iniziale 92% del 2011 all´86% delle ultime rilevazioni - prosegue la Dr.ssa Errico - Questo margine scoraggia chi si approccia a questa terapia, a nostro avviso. Un dato importante e preoccupante, per cui sentiamo fervida la responsabilità di chiedere al Sistema Sanitario di non intervenire a favore della stessa terapia. A farci preoccupare un dato che molti sembrano trascurare: molti di questi pazienti americani non stanno usando il preservativo, così le ultime dichiarazioni dagli studi presentati a Seattle lo scorso marzo, quindi non c´è copertura rispetto ad epatite, sifilide e altre malattie infettive che sono a loro volta terreno fertile per l’acquisizione comunque dell’infezione da Hiv. Cosa non da poco, per esempio, se si pensa che la sifilide, secondo dati Ecdc,è stata rintracciata nel 48% dei casi tra gli omosessuali." |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
EPATITE C, IN TOSCANA FARMACO GRATUITO A TUTTI I 26.000 PAZIENTI |
|
|
 |
|
|
Firenze 19 maggio 2015 - In Toscana il farmaco per l´epatite C verrà dato gratuitamente a tutti i pazienti che ne hanno bisogno. Si stima che siano 26.224 (pari allo 0,7% della popolazione toscana) i pazienti con infezione da virus dell´epatite C potenzialmente trattabili con farmaci ad azione diretta antivirale (Daa). Lo ha stabilito una delibera approvata stamani dalla giunta, in cui si dichiara che la Toscana ritiene necessario garantire a tutti gli assistiti l´accesso gratuito alla terapia farmacologica per la cura dell´epatite C. Un ciclo di trattamenti si aggira intorno ai 30.000 euro a paziente. Per la Regione la spesa è stata valutata in 60 milioni di euro nel triennio 2015-2017: 10 milioni nel 2015, 25 nel 2016, 25 nel 2017. Una spesa notevole per le casse regionali. Va però considerato che bloccare la progressione del danno epatico in uno stadio precoce risolve definitivamente la malattia, riduce il rischio di diffusione ed evita tutte le spese derivanti dal trattamento della malattia. La delibera dà incarico all´Estar (Ente di supporto tecnico amministrativo regionale) di mettere in atto immediatamente le necessarie procedure pubbliche di affidamento delle terapie farmacologiche. Il progetto nazionale di trattamento farmacologico dell´epatite C cronica ha ammesso alla rimborsabilità i farmaci Dda per i pazienti più gravi. In Toscana, circa il 70/80% (circa 18.000 persone) dei malati resta fuori dal progetto nazionale. Da qui la scelta di dare il farmaco gratuito a tutti. Secondo le indicazioni della Commissione terapeutica regionale, contenute in un documento approvato il 4 maggio scorso, i nuovi farmaci ad azione antivirale diretta (Daa) costituiscono un´innovazione assoluta in ambito medico, perché garantiscono il massimo beneficio della cura: sono capaci di eradicare l´infezione in oltre il 90% dei pazienti trattati; gli effetti collaterali derivanti dall´impiego di questi farmaci è scarso o nullo; la terapia deve essere iniziata il più presto possibile, in quanto il trattamento tardivo, quando la malattia è già evoluta in cirrosi epatica, riduce ma non annulla alcune complicanze, tra le quali il tumore al fegato; i pazienti che rispondono alla terapia guariscono completamente, il medico non dovrà più prendersi cura del malato, evitando così tutte le spese derivanti dal trattamento della malattia. Bloccare la progressione del danno epatico in uno stadio più precoce (epatite) - si legge nel documento - evita l´insorgenza di fibrosi avanzata/cirrosi e risolve definitivamente la malattia di fegato, con impatto positivo sulla morbilità e la mortalità associate all´infezione da Hcv, riduce il rischio di diffusione della malattia e altresì riduce i costi sanitari generati dalle necessità assistenziali derivanti dall´evoluzione della malattia stessa e dalle co-morbilità correlate. Una cura di questo tipo è più efficace di un vaccino - chiarisce ancora il documento della Commissione terapeutica regionale - perché, a differenza di quest´ultimo, non richiede di intervenire su tutta la popolazione per arginare, prevenire e eliminare l´infezione/malattia, ma permette di trattare e guarire chi è già portatore della malattia, senza intervenire sui soggetti sani. Il trattamento di tutti i malati è quindi scientificamente l´approccio più adeguato, essendo questa terapia un´alternativa al vaccino anti-Hcv. Tanto è vero che le maggiori industrie farmaceutiche che avevano il progetto vaccino lo hanno abbandonato. Già dall´agosto 2014, in attesa dell´accordo economico nazionale, la Toscana aveva fatto sì che fosse trattato in modo compassionevole un quarto dei pazienti gravi curati in Italia (216 trattamenti, a fronte di un totale nazionale di 894 trattamenti); dall´inizio di dicembre 2014 - da quando cioè il farmaco è stato reso disponibile sul mercato dall´Aifa (l´Agenzia italiana del farmaco) - i medici toscani possono prescrivere il farmaco, che al momento può essere erogato solo dai centri ospedalieri, in Toscana una quindicina. |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
COME LO STRESS PRECOCE MODIFICA I NOSTRI GENI. NON TUTTO È GIÀ SCRITTO NEL DNA. UNO STUDIO DEL MEDEA SULL’EPIGENETICA DELLA PREMATURITÀ INDAGA LO STRESS NEI BAMBINI NATI PRETERMINE. |
|
|
 |
|
|
Bosisio Parini, 19 maggio 2015 - Il Dna non è una struttura fissa e un nuovo campo di studi, noto come epigenetica, suggerisce che l’esperienza possa avere degli effetti anche sul breve tempo, modificando il modo in cui i nostri geni lavorano e fanno ciò che per cui sono stati programmati. In particolare, l’epigenetica trova un interessante campo di applicazione nello studio dello stress precoce nei bambini nati pretermine, che a causa della loro immaturità trascorrono i loro primi mesi di vita in Terapia Intensiva Neonatale (Tin). Nonostante l’adozione di procedure farmacologiche e non-farmacologiche di contenimento del dolore, questi bambini sono comunque esposti a numerose procedure di assistenza stressanti che possono influenzare la loro risposta allo stress. Uno studio italiano. Presso il Centro 0-3 per il bambino a rischio evolutivo dell’Irccs Medea di Bosisio Parini (Lc) è stato avviato un programma di ricerca il cui obiettivo è indagare le alterazioni della metilazione (uno dei meccanismi epigenetici più studiati) nel gene trasportatore della serotonina, sul breve e lungo termine, in rapporto allo stress a cui sono esposti i bambini prematuri ricoverati in Tin. Lo studio, coordinato dal dott. Rosario Montirosso e dal dott. Livio Provenzi dell’Irccs Medea, è condotto in collaborazione con l’equipe dell’Unità Operativa di Neonatologia e Tin della Fondazione Irccs Ca Granda dell’Ospedale Maggior Policlinico di Milano e dell’Unità di Pediatria dell’Ospedale Fatebenefratelli di Erba (Co). L’impronta epigenetica del dolore neonatale. I primi risultati, appena pubblicati sulla rivista Frontiers in Behavioral Neuroscience, indicano che i bambini prematuri sottoposti ad un maggior numero di procedure stressanti nel corso del loro ricovero in Tin risultano avere livelli più alti di metilazione del gene Slc6a4 deputato al trasporto della serotonina, uno dei principali neurotrasmettitori coinvolti nella risposta allo stress. Se questo gene viene metilato, la sua attività viene alterata fino a condurre al suo silenziamento, con la conseguente riduzione di proteine deputate al trasporto della serotonina. Ebbene, in base ai dati, i livelli di metilazione di Slc6a4 nei bambini nati pretermine risultano uguali a quelli dei bimbi full term al momento della nascita ma incrementati alla dimissione dalla Tin. Ciò vuol dire che la nascita pretermine di per sé non è associata ad alterazioni epigenetiche del gene Slc6a4, mentre i livelli più alti di esposizione al dolore durante il soggiorno in terapia intensiva potrebbero alterare la funzionalità del gene, causando una sorta di “deficit” serotoninergico. Interventi precoci nelle Terapie Intensive Neonatali. In base allo studio, le prime esperienze di vita sembrano essere in grado di modificare a livello biochimico il modo con cui il nostro Dna funziona. In particolare, l’epigenetica applicata alla prematurità può aprire nuove prospettive sugli effetti che lo stress precoce esercita sullo sviluppo neurocerebrale dei bambini prematuri, in un momento di neuroplasticità molto elevata. Come proposto sul Journal of Obstetric, Gynecologic, & Neonatal Nursing, sarà necessario avviare seguire un programma di ricerca molto nutrito. ”L’obiettivo - afferma il dottor Montirosso – è quello di sviluppare protocolli di studio che non solo ci permettano di ampliare le nostre conoscenze sui marker epigenetici associati ad esperienze precoci avverse, ma che ci consentano anche di valutare l’efficacia di interventi di sviluppo in Tin finalizzati alla riduzione dello stress di questi bambini”. Certamente l’epigenetica della prematurità costituisce un’area affasciante di ricerca. Tuttavia, come riportato in un recente articolo apparso nella sezione Pediatrica del Journal of the American Medical Association, i due ricercatori ne sottolineano anche i limiti. “Siamo solo all’inizio - sostiene il dott. Provenzi – e per questo motivo sono necessari ulteriori studi per iniziare ad acquisire un quadro più completo della complessa interazione tra natura e cultura nel contesto dello sviluppo in condizioni di rischio evolutivo”. Http://journal.frontiersin.org/article/10.3389/fnbeh.2015.00099/abstract www.Lanostrafamiglia.it |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
PRESIDENTE REGIONE HA INAUGURATO “NUOVO” OSPEDALE SAN CAMILLO A TREVISO. “IN VENETO PRIVATO CONVENZIONATO E’ SOLO IL 16% MA DI ALTA QUALITA’. LAVORIAMO IN SQUADRA PER I MALATI” |
|
|
 |
|
|
Venezia, 19 Maggio 2015 - Il Presidente della Regione del Veneto ha inaugurato oggi a Treviso il rinnovato e ampliato Ospedale Generale di Zona “San Camillo”, di proprietà dell’Istituto Figlie di San Camillo, interessato da importanti interventi per un valore complessivo di oltre 21 milioni 800 mila euro che, in due stralci, hanno permesso di realizzare due piani interrati con archivi, farmacia, aree riservate al personale e parcheggi, la nuova Hall e il nuovo Cup a piano terra, 12 camere di degenza tra il primo e il secondo piano, il completamento della residenza delle suore al quarto. Il San Camillo è attivo a Treviso da più di 50 anni e opera in regìme di convenzionamento pubblico-privato. “Un privato di qualità – ha tenuto a sottolineare il Governatore – che non solo nel caso del San Camillo ma in tutto il Veneto, ha un ruolo assai significativo nella collaborazione con il pubblico. Facciamo squadra nell’interesse dei malati – ha detto – e ci riesce bene, anche se nel Veneto la presenza del privato, pari a circa il 16%, è più bassa che in altre Regioni. Con queste sinergie – ha aggiunto – si garantisce anche la libertà di scelta alla gente, proponendo un’offerta differenziata, ma comunque sempre perfettamente integrata nella programmazione del Piano Sociosanitario Regionale”. Il Presidente ha tenuto anche evidenziare come il privato convenzionato abbia anche un ruolo importante sul fronte dell’abbattimento delle liste d’attesa e su quello dell’attrazione di pazienti da altre Regioni, settore sul quale il Veneto ha un saldo attivo di ben 100 milioni di euro l’anno. Il Direttore del San Camillo, Mario Bassano, ha da parte sua annunciato un nuovo importante sviluppo per il nosocomio di Viale Vittorio Veneto: l’attività di ricerca portata avanti tramite le convenzioni con l’Ospedale Bambin Gesù di Roma e con l’Università di Padova, potrebbe infatti portare al riconoscimento come Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) nel campo della medicina rigenerativa. “La richiesta – ha detto Bassano – è stata avviata dall’Ospedale attraverso la Regione del Veneto”. L’ospedale San Camillo di Treviso vanta un’attività estremamente rilevante, con 2.321 ricoveri ordinari e 1.172 in day surgery/day hospital nel 2014, con l’aggiunta di 250.500 prestazioni di laboratorio, radiologia, medicina fisica e riabilitativa. La struttura può contare, oltre alla dirigenza, su 213 dipendenti e 80 professionisti a rapporto libero professionale, ed è particolarmente apprezzata dall’utenza per la chirurgia, l’ortopedia, la senologia, la chirurgia ricostruttiva, la chirurgia endovascolare e quella specifica del piede diabetico. |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
AUMENTA LA PREVENZIONE CONTRO I TUMORI: LA REGIONE LAZIO POTENZIA LE RETI DI SCREENING |
|
|
 |
|
|
Roma, 19 maggio 2015 - In Italia 1 donna su 8 si ammala di tumore alla mammella nel corso della vita, e il tumore del colon retto è quello più diffuso tra uomini e donne. La diagnosi precoce e la prevenzione sono armi fondamentali per combattere e sconfiggere queste malattie: per questo la Regione ha deciso di potenziare le reti di prevenzione e screening per il tumore al seno, al colon e alla cervice uterina. Il programma di prevenzione per la popolazione a rischio per età. Il programma funziona così: le Asl contattano la popolazione di riferimento per effettuare il percorso di prevenzione gratuito. Il soggetto riceve assistenza ed è accompagnato da specialisti in tutte le fasi: dal test di screening all’approfondimento diagnostico fino all’eventuale intervento chirurgico. Tutto il percorso è monitorato e valutato a livello locale, regionale e nazionale attraverso il calcolo di specifici indicatori, a garanzia di un continuo miglioramento della qualità dei percorsi. La riorganizzazione dei programmi di screening. Nel Lazio i programmi di screening approvati già nel 1997 non sono stati mai applicati a pieno. Per questo, anche alla luce delle raccomandazioni nazionali ed internazionali, la Regione ha deciso di riorganizzare l’offerta sul territorio, coinvolgendo tutti i soggetti. In questo modo la Regione è nelle condizioni di rispettare le direttive nazionali dando un ruolo di primaria importanza a questi percorsi. Coinvolgere sempre più persone nella prevenzione. L’obiettivo è raggiungere con i programmi di screening circa 780.000 donne in età compresa tra i 50-69 anni per effettuare la mammografia ogni due anni; circa 1.700.000 donne di età compresa tra i 25-64 anni per effettuare il Pap-test/test Hpv ogni tre/cinque anni e circa 1.800.000 tra uomini e donne per effettuare il test per la ricerca del sangue occulto fecale ogni due anni. Vai qui per scoprire tutti i dettagli su come funzionano i programmi di screening. Le nuove reti oncologiche. La Regione ha iniziato con la riorganizzazione della rete oncologica della mammella, per dare nuove risposte ai bisogni assistenziali della persona partendo dalla diagnosi precoce. Attualmente va avanti il processo di riorganizzazione dell’offerta degli screening sul territorio, con la definizione delle dotazioni organiche necessarie per organizzare i percorsi complessi. La stessa cosa avverrà anche per la rete oncologica del colon retto, il gruppo tecnico della Regione ci sta già lavorando. Avanti con la sensibilizzazione e le campagne di informazione. Si tratta di azioni fondamentali per parlare a un pubblico sempre più ampio. Domenica 17 maggio ancora una volta si corre con la Race for the Cure, la grande maratona che unisce tutte e tutti contro il tumore. "Nei nuovi atti aziendali e nei piani operativi che mancavano da anni è prevista la nuova rete di cura oncologica della mammella. Andremo avanti sulle nuove reti di cura: poco si e´ riflettuto in passato su quanto tanti disagi erano anche figli di una destrutturazione del sistema – lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: sono contento perché noi ci siamo sempre stati a Race for the cure, che è una iniziativa straordinaria, e quest´anno ci siamo più di altri anni non solo per dire “bravi”, ma per dire che al fianco di questa grande iniziativa stiamo costruendo una grande rete per le cure diversa, migliore e finalmente ce l´abbiamo fatta"- ha detto ancora Zingaretti. |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
FVG, SALUTE: AGGIORNATE TARIFFE RICOVERO E SPECIALISTICA |
|
|
 |
|
|
Trieste, 19 maggio 2015 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, ha approvato alcuni aggiornamenti e integrazioni del tariffario in vigore per le prestazioni di ricovero e di specialistica ambulatoriale. Il tariffario costituisce il punto di riferimento per il Servizio sanitario regionale, per le strutture private accreditate e per le compensazioni fra le Regioni. I valori sono stati in genere riallineati a quelli della Regione Veneto, verso la quale si registrano i numeri più significativi di mobilità sanitaria, anche allo scopo di favorire specifiche intese e accordi di politica tariffaria. |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
SANITÀ, IL CONSIGLIO DEI MINISTRI NOMINA IL NUOVO SUBCOMMISSARIO DEL MOLISE. FRATTURA: INCARICO IN DISCONTINUITÀ CON IL PASSATO |
|
|
 |
|
|
Campobasso, 19 maggio 2015 - Il presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, ha deliberato la nomina del dottor Gerardo di Martino a subcommissario per la prosecuzione degli adempimenti previsti dal Piano di rientro dai disavanzi sanitari della Regione Molise. Gerardo di Martino subentra al dottor Nicola Rosato che cessa dal medesimo incarico rivestito dal 2012. Ne dà notizia il presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, che questa mattina ha partecipato a Roma alla riunione del Consiglio dei ministri, durante la quale è stato adottato il provvedimento. "La struttura commissariale si arricchisce di un professionista che, ne siamo certi, ci aiuterà a portare a termine il processo di riordino del nostro servizio sanitario regionale. Ringrazio il presidente Renzi per l´opportunità che offre alla nostra azione politica condotta con l´obiettivo finale di assicurare a tutti i cittadini molisani una sanità efficiente, appropriata e di qualità", il commento del governatore Frattura. L´individuazione del dottor di Martino, individuazione che sancisce e rafforza il percorso di discontinuità con il passato assicurato anche dal Governo alla Regione, è stata condivisa dal Ministero della salute e dal Ministero dell´economia con il commissario Frattura. Classe 1961, romano, laurea in Economia presso l´Università La Sapienza di Roma e master conseguiti nei più prestigiosi atenei italiani, Gerardo di Martino vanta nel suo curriculum professionale incarichi manageriali di rilievo nella pubblica amministrazione e nell´ambito della gestione delle strutture sanitarie. "Saluto il dottor Rosato con il quale abbiamo lavorato in questi anni, ringraziandolo per il contributo offerto, malgrado le evidenti e note difficoltà registrate nel rapporto di collaborazione. La nomina del dottor di Martino oggi si inserisce a pieno titolo nel processo di cambiamento in atto da tempo, sostenuto anche dal Consiglio dei ministri, nel segno di una sempre più riconoscibile discontinuità con il passato avviata a cominciare dai nuovi incarichi conferiti alla direzione generale della salute della Regione e alla direzione generale dell´Asrem. Adesso una nuova pagina, che, come ci auguriamo, sarà scritta nell´ottica della collaborazione perché diretti tutti verso lo stesso obiettivo", conclude il presidente Frattura. |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
CITTADINI E REGIONE LOMBARDIA INSIEME PER GUARIRE AMMALATI DI CANCRO |
|
|
 |
|
|
Monza, 19 maggio 2015 - "E´ un´iniziativa straordinaria che vorremmo promuovere, sostenere e incoraggiare. Perchè occuparsi della salute dei cittadini da parte di una associazione vuol dire adempiere a un senso davvero profondo di carattere civile e morale". Queste le parole del vicepresidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani, che ha partecipato alla presentazione alla stampa della raccolta fondi promossa dall´associazione "Cancro primo aiuto" nella sede di Confindustria Monza e Brianza di Monza, fondi destinati all´acquisto di un nuovo acceleratore lineare per l´A.o. Niguarda Ca´ Granda di Milano. Una macchina che viene efficacemente utilizzata in radiologia oncologica. All´iniziativa benefica hanno aderito anche i calciatori della squadra dell´Inter e della Pallacanestro Cantu´. Investiti 80 Milioni In Tecnologie - "Il cittadino al centro del sistema sanitario è uno dei punti focali verso cui si sta indirizzando Regione Lombardia. Basti pensare che nel corso degli ultimi due anni ha investito per il rinnovamento del parco tecnologico oltre 80 milioni di euro, il che ha consentito alle aziende di dotarsi di nuovi e moderni macchinari per la cura delle varie patologie. Nel caso di quelle oncologiche, in particolare, l´attenzione di Regione Lombardia si è rivolta in questi anni soprattutto ad istituire una rete di collegamento efficace tra i professionisti della sanità, istituendo dei protocolli di procedura condivisi in modo collegiale e diffondendo sul territorio centri di eccellenza e di tecnologie ad elevato standard. Un impegno - ha spiegato Mario Mantovani - che è stato affiancato anche dall´intervento delle associazioni, che rivestono un ruolo determinante partecipando all´erogazione dei servizi e addirittura anticipando soluzioni e modalità innovative di intervento verso i bisogni del paziente". La Rete Oncologica Lombarda - "Individuare i principali ed emergenti bisogni della popolazione e definire modelli organizzativi sempre più funzionali è una delle priorità di Regione Lombardia, anche per quanto riguarda le patologie oncologiche. In questo senso la costituzione della Rete Oncologia Lombarda (Rol) - ha sottolineato Mantovani - permette la condivisione di informazioni cliniche e la comunicazione tra i medici e le strutture sanitarie che attuano prevenzione, assistono e curano persone affette da tumore. Grazie alla ´Rol´, ogni paziente riceve la migliore assistenza senza doversi spostare dalla struttura sanitaria nella quale ha scelto di farsi curare; queste possono collaborare tra loro e avvalersi della consulenza di centri specialistici situati anche in luoghi distanti dall´ospedale a cui il paziente si è rivolto". In Campo Vip Dello Sport - "La raccolta fondi - come hanno ribadito il past president di "Cancro primo aiuto" Massimo Manelli, direttore di Confindustria Monza e Brianza ed altri oratori - verrà effettuata per acquistare un macchinario fondamentale nel trattamento della patologia oncologica, che andrà ad implementare il parco tecnologico del Niguarda che ad oggi dispone di acceleratori lineari ormai ´datati´ e che ha effettuato solo nel 2013 oltre 1300 trattamenti a pazienti oncologici". L´iniziativa di solidarietà per la raccolta di fondi - sostenuta da una campagna di comunicazione, di cui saranno protagonisti big dello sport - sarà finalizzata alla sensibilizzazione dei cittadini e presto avrà inizio, anche con l´avvio di un portale web appositamente messo in rete dall´Ospedale Niguarda, con il titolo "Acceleriamo insieme" . |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
SANITA’: LA NEFROLOGIA DEL SAN BORTOLO DI VICENZA DIVENTA UNIVERSITARIA. SIGLATO ATTO PRE INTESA. PRESIDENTE REGIONE, “QUESTA E’ VERA ACCADEMIA DIFFUSA. UN BENE PER TUTTA SANITA’ VENETA” |
|
|
 |
|
|
Venezia, 19 maggio 2015 - E stato siglato ufficialmente presso l’Ospedale San Bortolo di Vicenza, l’Atto di pre intesa tra la Regione del Veneto, l’Università di Padova e la Fondazione Roi, sulla base del quale l’Unità Operativa Complessa di Nefrologia del nosocomio vicentino verrà “clinicizzata”. Entra così a pieno titolo in ambito universitario. L’atto è stato firmato dal presidente della Regione Veneto, dal Rettore dell’Università di Padova Giuseppe Zaccaria e da Gianni Zonin, Presidente della Fondazione Roi, la quale si farà carico dell’onere economico collegato all’iniziativa. “Siamo di fronte – ha detto il Presidente della Regione – ad un momento storico per la sanità vicentina, che grazie a questo atto, rispetto al quale non si torna indietro, diventa a tutti gli effetti parte integrante dell’Accademia diffusa della sanità veneta, con l’Università che si fa anche elemento di valorizzazione delle eccellenze e della ricerca sul territorio. Insomma, l’Università entra in Ospedale e Nefrologia di Vicenza è un emblema di quanto dico, basti pensare al macchinario Carpe Diem per la dialisi neonatale inventato proprio qui”. Il Governatore ha tenuto a ringraziare la Fondazione Roi ed il suo Presidente Gianni Zonin per l’appoggio economico ai costi della clinicizzazione. “E’ anche grazie a banche mutualistiche e a Fondazioni come la Roi – ha aggiunto il Governatore – che la sanità veneta ha raggiunto un livello di eccellenza nazionale e internazionale. Sarebbe stato così senza il loro contributo e la loro presenza? – si è chiesto. Credo proprio di no”. |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
TERME DI MONTECATINI E AOU CAREGGI INSIEME PER PROGETTO SANITARIO |
|
|
 |
|
|
Firenze 19 maggio 2015 - Le Terme di Montecatini Spa saranno protagoniste di un progetto sperimentale biennale dell´Aou Careggi di Firenze per la verifica dell´efficacia della terapia termale per la riabilitazione dei pazienti con sclerosi sistemica e spondiloartrite. Caratteristiche chimico-fisiche delle acque, adeguata dotazione di ambienti e attrezzature, ma anche ubicazione all´interno dell´area vasta centro - elemento in grado di facilitare l´accesso degli utenti - sono tutti i vantaggi della struttura termale di Montecatini individuati in vista della realizzazione del progetto, che potrà successivamente coinvolgere altre importanti realtà sanitarie e termali della Toscana. Partecipata dalla Regione, che ne detiene oltre il 67 per cento del capitale societario, e dal Comune, Terme di Montecatini avrà il compito di verificare la possibilità di percorsi di cura termali anche complementari o alternativi ad altre metodologie tradizionali e consolidate di intervento. E se riceveranno la dovuta validazione, potranno costituire riferimento per un aggiornamento dei Lea (livelli essenziali di assistenza) nello specifico settore. Ma potranno derivarne anche ripercussioni significative sulla diversificazione e qualificazione dell´offerta termale della partecipata regionale. Complessivamente la Giunta regionale ha deciso di mettere a disposizione dell´Aou Careggi, per lo svolgimento della sperimentazione nella biennalità 2015-2016, un finanziamento di 123mila euro. Sia la programmazione sanitaria regionale nel settore dell´assistenza termale che le ricadute in termini di affluenza hanno reso possibile da parte della Giunta regionale l´approvazione del progetto presentato dall´azienda ospedaliero-universitaria fiorentina; anche in considerazione dei possibili benefici in termini di guadagno di salute per i cittadini toscani, e non solo, che possono derivare dagli esiti della sperimentazione. Capace, ove positivamente conclusa, di portare all´individuazione di soluzioni terapeutiche e riabilitative innovative insieme ad una razionalizzazione dei costi sostenuti dal servizio sanitario regionale per la cura delle persone affette dalle patologie oggetto della sperimentazione stessa. |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
GENOVA: OSPEDALE GALLIERA INIZIATIVA DI COMUNICAZIONE DIGITALE SULLA SALUTE I VIDEO-CONSIGLI DEGLI SPECIALISTI PER LA SETTIMANA DELLA TIROIDE (18/25 MAGGIO) |
|
|
 |
|
|
Genova, 19 maggio 2015 – In occasione della Settimana mondiale della tiroide, in programma fino a lunedì 25 maggio, l´Ospedale Galliera propone tre video con i consigli e le indicazioni degli specialisti. Nel video "La Tiroide- Cos´è e come funziona", la Dottoressa Patrizia Del Monte, Responsabile dell´Endocrinologia del Galliera risponde a: Cos´è la tiroide e come funziona? - Quando la tiroide funziona poco che cosa succede? - E quando funziona troppo? https://www.Youtube.com/watch?v=lcwartbkoru Nel video "La Tiroide- Intevento chirurgico", il Dottor Anselmo Arlandini, Coordinatore del Centro della Tiroide del Galliera, risponde a: - Quando è necessario intervenire chirurgicamente sulla tiroide? - In che cosa consiste e quali sono le tipologie di intervento alla tiroide? - Quali sono le complicanze e le conseguenze di un intervento sulla tiroide? https://www.Youtube.com/watch?v=csiwtv521ls Nel video "La Tiroide- Noduli tiroidei", il Dottor Manlio Cabria, Dirigente medico della Medicina Nucleare del Galliera, risponde a: - Qual è la storia clinica del nodulo sospetto per carcinoma? - Qual è l´iter diagnostico? - Come trattare il carcinoma dopo la chirurgia? https://www.Youtube.com/watch?v=awn0_boocte I video, della durata di circa 3 minuti, sono disponibili anche sul sito www.Galliera.it e sul canale Youtube Galliera News https://www.Youtube.com/user/gallieranews Ulteriori info sull´evento nazionale: http://www.Settimanamondialedellatiroide.it/ |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
PER PUNTO NASCITA GORIZIA HA PREVALSO SOLO SICUREZZA |
|
|
 |
|
|
Trieste, 19 maggio 2015 - "Il percorso di riorganizzazione della rete di assistenza al ´percorso nascita´ a Gorizia non è mai stata questione politica, come viene nuovamente suscitato in questi giorni, ma ha risposto solo ed esclusivamente ad un´urgente esigenza di sicurezza ed appropriatezza degli interventi, come ancora nel 2010 veniva stabilito da un preciso Accordo Stato-regioni, che fissava in almeno 1.000 nascite/anno il parametro standard a cui tendere nel triennio per il mantenimento, o l´attivazione, dei Punti nascita". Lo ha ribadito oggi l´assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca, che ha segnalato anche come "sotto i 500 parti all´anno una qualsiasi struttura fa registrare un incremento della mortalità materna e neonatale, nonché un aumento del ricorso al taglio cesareo". Un ricorso al parto per via chirurgica, ha inoltre indicato Telesca, "che è gravato, viene evidenziato proprio nell´Accordo Stato-regioni, da un costo umano ed economico non trascurabile: il rischio di morte materna è infatti 3-5 volte superiore rispetto al parto vaginale e la morbosità puerperale è di 10-15 volte superiore". Ed è quanto è stato rilevato a Gorizia, ha aggiunto l´assessore ricordando i dati già comunicati anche a fronte di un´interrogazione di alcuni giorni fa del Movimento Cinque Stelle che lamentava l´assenza di queste indicazioni, "un ospedale in cui la percentuale dei tagli cesarei è superiore non solo alla media regionale, ma addirittura a quella di strutture di riferimento per la gravidanze ad alto rischio quali il Burlo Garofolo di Trieste". Secondo poi il Rapporto 2005-2010 "Nascere in Fvg-cedap", della direzione Statistica del ministero della Salute, "le donne che sin qui hanno partorito presso il Punto nascita di Gorizia sono state sottoposte mediamente a più ecografie durante la gravidanza rispetto alla media regionale e a quanto consigliato dalle Linee guida nazionali sulla Gravidanza fisiologica. Anche la percentuale di donne che ha effettuato 8 o più visite in gravidanza risulta superiore rispetto alla media regionale", ha annotato l´assessore. Il numero di parti/anno che si registrava nel Punto nascita di Gorizia, viene ancora richiamato, è da molti anni inferiore alla soglia minima di sicurezza (media 368 nel periodo 2005-2010) e ha mostrato nel tempo un trend in calo (differenza 2013-2005: -27 p.C.). Già il Progetto obiettivo Materno-infantile del 2004 aveva evidenziato la necessità che la locale Azienda sanitaria individuasse "le strategie necessarie per qualificare l´assistenza ed incrementare l´attività del punto nascita di Gorizia", che all´epoca contava 451 parti/anno. "Occorre anche rilevare che, sempre per quanto riguarda Gorizia, l´eventuale ricorso, per l´attivazione di una guardia attiva pediatrica 24 ore su 24, a forme flessibili di acquisizione di specialisti (collaborazioni esterne a gettone), costituirebbe di fatto una modalità che non garantisce la continuità assistenziale né l´integrazione tra professionisti. Non è stato inoltre rispettato, per questo Punto nascita, lo standard di almeno 2 ostetriche/turno nei Punti nascita e la sala operatoria non è stata disponibile H24 nel blocco travaglio-parto", ha riconfermato l´assessore Telesca. |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
SPORT: 2,4 MILIONI DI EURO A MANIFESTAZIONI IN REGIONE FVG |
|
|
 |
|
|
Trieste, 19 maggio 2015 - La Giunta regionale ha approvato due delibere, proposte dall´assessore alla Cultura e allo Sport Gianni Torrenti, che assegnano quasi 2,4 milioni di euro a favore di manifestazioni sportive organizzate sul territorio del Friuli Venezia Giulia. Il primo canale contributivo riguarda le manifestazioni sportive più importanti e prestigiose per un ammontare complessivo di 1.094.900 euro che andranno a 54 eventi. La seconda delibera assegna 1.299.162 euro a 164 manifestazioni di valenza almeno regionale. I due provvedimenti della Giunta vanno a finanziare eventi sportivi su tutto il territorio regionale. Nello specifico, 79 sono le manifestazioni della provincia di Udine che ottengono contributi per un totale di 875.580 euro, a Pordenone vengono assegnati 792.782 euro per 62 iniziative, Trieste conta 48 eventi a cui vanno in totale 494.000 euro mentre Gorizia vede finanziate 29 manifestazioni con 321.700 euro. "Le risorse messe a disposizione sono in linea con quelle dell´anno passato e sono già state inserite interamente in Finanziaria in modo da dare certezze sui tempi e sui finanziamenti ai beneficiari" ha spiegato Torrenti. "La gran parte delle manifestazioni finanziate hanno avuto una certa continuità sul piano contributivo negli ultimi anni - ha aggiunto l´assessore - ma ci sono anche alcuni eventi che stanno crescendo e hanno ottenuto qualcosa in più rispetto al passato". Torrenti ha rimarcato come "ci sia una buona distribuzione di risorse su tutto il territorio regionale, a dimostrazione che l´intero Friuli Venezia Giulia è capace di produrre sforzi e capacità organizzative meritevoli". I punteggi che hanno poi portato alla definizione dei riparti, ha proseguito l´assessore, "partono dalle autovalutazioni degli stessi richiedenti ma vengono poi attentamente vagliati sia dalla direzione centrale Cultura, Sport e Solidarietà, sia dal Comitato regionale del Coni. Occorre quindi dimostrare di avere i requisiti per meritare i finanziamenti". Infine, Torrenti si è detto soddisfatto "per la presenza di quasi tutte le discipline sportive tra quelle che hanno ottenuto i contributi. Ciò dimostra che anche gli sport meno in vista sono in grado di organizzare manifestazioni all´altezza e per questo hanno ottenuto le meritate risposte". |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
BASILICATA: COMITATO PARALIMPICO: FIRMA INTESA PER GIOCHI DELLA MAGNA GRECIA |
|
|
 |
|
|
Potenza, 19 maggio 2015 – Incontro lo scorso 14 maggio presso la struttura Giardini d’Oriente a Nova Siri del presidente del Cip e del presidente della Rete Italia ionica con le istituzioni di Basilicata, per la sottoscrizione del protocollo: “I giochi della Magna Grecia: dallo sport paralimpico al turismo accessibile” La sottoscrizione del protocollo da parte della Regione Basilicata, del Comitato Italiano Paralimpico, dalla Direzione Inail di Basilicata, della Rete Italia Jonica e di Art4sport Onlus conferisce al documento – spiega un comunicato - una particolare valenza per lo sviluppo della nostra regione, sia delle attività sociali collegate al mondo paralimpico, sia di quelle turistiche che potranno vedere nelle nostra comunità l’organizzazione di eventi paralimpici di rilievo internazionale. Oltre al protocollo sui giochi della Magna Grecia, sarà sottoscritto il protocollo fra il Comitato Italiano Paralimpico e l’Ospedale San Carlo di Potenza, per il quale interverranno dirigenti sanitari ed amministrativi per sancire una fattiva collaborazione con il Comitato Cip di Basilicata per l’avviamento allo sport di chi ha subito lesioni. I club Lions Club Potenza Host e Panathlon club Potenza, sottoscriveranno una convenzione, sempre con il Cip di Basilicata, per azioni comuni sul territorio, per lo sviluppo delle attività sportive per atleti con disabilità fisica, psichica e sensoriale. I due club, hanno già dato modo di evidenziare la loro sensibilità, sostenendo il primo trofeo di showdown organizzato dall’associazione ciechi di Basilicata. |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
RIQUALIFICAZIONE IMPIANTI SPORTIVI PUBBLICI, REGIONE UMBRIA STANZIA ULTERIORI 500MILA EURO |
|
|
 |
|
|
Perugia, 19 maggio 2015 – Saranno in totale 25 i Comuni umbri che beneficeranno dei finanziamenti regionali destinati alla riqualificazione degli impianti sportivi pubblici: la Giunta regionale dell´Umbria ha approvato uno stanziamento di 500mila euro, nel bilancio di previsione 2015, a integrazione del fondo di 900mila euro stanziato lo scorso anno in modo da permettere il sostegno ai progetti di ulteriori 11 Comuni, ammessi in graduatoria, ma in precedenza non finanziati per mancanza di risorse. Le progettualità ammesse al cofinanziamento riguardano i lavori di manutenzione straordinaria e messa a norma di impianti sportivi di proprietà pubblica e, in particolare, le opere edilizie per l´abbattimento delle barriere architettoniche, l´adeguamento ai fini dell´agibilità e della sicurezza oltre alla manutenzione straordinaria. Lo scorrimento della graduatoria ha ammesso al finanziamento i Comuni di: Montefalco (complesso sportivo "Artemio Franchi", per manutenzione, adeguamento alle normative vigenti e abbattimento delle barriere architettoniche); Perugia (palestra Ponte San Giovanni, in Via Pietro Cestellini, per manutenzione straordinaria ai fini dell´agibilità, della sicurezza e dell´abbattimento delle barriere architettoniche); Guardea (complesso sportivo in Via Piagge per miglioramento ed adeguamento, abbattimento delle barriere architettoniche e messa a norma antincendio); Porano (palestra comunale di Via G. Marconi per messa a norma ai fini della sicurezza, abbattimento delle barriere architettoniche e manutenzione straordinaria); Castel Ritaldi (complesso sportivo in località Calisto, frazione Bruna, per manutenzione straordinaria, abbattimento delle barriere architettoniche, mantenimento dell´efficienza tecnico-sportiva e della sicurezza tecnologica); Campello sul Clitunno (complesso sportivo in località Cerasola per intervento di ristrutturazione, messa a norma e abbattimento delle barriere architettoniche); Todi (campo di calcio "Franco Martelli" per manutenzione straordinaria, abbattimento delle barriere architettoniche e adeguamento normativo); Acquasparta (campo di calcio "Floro Finistauri" per adeguamento normativo, messa in sicurezza e abbattimento delle barriere architettoniche); Avigliano Umbro (campo di calcio Voc. Fontanamaio per completamento delle opere, messa a norma delle barriere architettoniche e dell´impiantistica); Montecchio (complesso sportivo in frazione Melezzole per manutenzione straordinaria, messa a norma ai fini della sicurezza e abbattimento delle barriere architettoniche); Lugnano in Teverina (piscina scoperta in Via S. Antonio, adeguamento funzionale e normativo, abbattimento delle barriere architettoniche). |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
DA REGIONE LOMBARDIA 32 MILIONI PER SPORT E GIOVANI |
|
|
 |
|
|
Milano, 19 maggio 2015 - "Fare sport è importante, fondamentale, anche per la salute e, per questo, come Regione, stiamo investendo nella pratica motoria e in interventi a favore dei giovani". Lo ha detto l´assessore allo Sport e Politiche per i giovani di Regione Lombardia Antonio Rossi intervenendo in diretta alla trasmissione ´Orario Continuato´ di Telelombardia. Attenzione Allo Sport E Ai Giovani A 360 Gradi - "Abbiamo messo a punto un pacchetto di oltre 32 milioni in questi anni - ha sottolineato l´assessore Rossi - che hanno riguardato lo sport e anche i giovani. Nel dettaglio, abbiamo destinato 7,4 milioni per avere un´impiantistica più moderna e sicura, altri 4,3 milioni per la valorizzazione della montagna e delle sue professioni, ulteriori 5,1 milioni per la diffusione della pratica motoria soprattutto nella scuola con l´educazione dei ragazzi, ma anche progetti speciali, strategici e contributi straordinari alle Asd, ai grandi eventi sportivi e alle manifestazioni". "A queste cifre - ha spiegato l´assessore - si aggiungono i 400.000 euro per le falesie lecchesi e l´arrampicata sportiva, i 3,3 milioni di euro per la Leva civica regionale 2014-2015 e ´Giovani insieme´, i 9 milioni per la promozione del turismo giovanile in ostelli e rifugi e i 3,2 milioni per lo sviluppo e la promozione delle politiche per i giovani sul territorio e il progetto ´Start´". Nuova Legge Regionale E Grandi Eventi Legati A Expo - "Non dobbiamo dimenticare poi - ha ricordato l´assessore - che abbiamo approvato la nuova legge regionale sullo sport e che stiamo sostenendo un pacchetto di grandi eventi e progetti speciali che portano manifestazioni, di valore europeo o mondiale a Milano e in Lombardia a favore anche dei turisti di Expo". Giro Valorizzerà La Montagna - "Le tappe del Giro d´Italia che valorizzeranno le nostre montagne e la Valtellina - ha concluso l´assessore Rossi - sono tutte da vivere, con il magnifico arrivo in salita all´Aprica che testimonierà come la Lombardia sia terra da scenari sportivi e protagonista nelle grandi manifestazioni quale il Giro". |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|