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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Aprile 2011
GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE DEDICATA ALL’IMPIEGO APPROPRIATO DEGLI ANTIBIOTICI  
 
Bolzano, 7 aprile 2011 – Oggi si celebra la Giornata mondiale della salute che quest’anno sarà dedicata alla problematica dei germi resistenti agli antibiotici. L’assessore provinciale Richard Theiner ha diramato oggi una nota nella quale illustra le linee guida della sanità provinciale in questo settore. Nel caso d’infezioni di natura batterica gli antibiotici rappresentano il farmaco per antonomasia. Dalla scoperta della penicillina, nel 1929, e dopo la sua applicazione nel corso della seconda guerra mondiale, gli antibiotici hanno riscosso un notevole successo e la loro applicazione è stata sempre più frequente ed intensiva. Nel frattempo si sono però evidenziati dei germi patogeni in grado di resistere all’azione degli antibiotici ed a tale proposito la Giornata mondiale della salute di quest’anno è stata dedicata alla lotta contro i germi resistenti all’azione degli antibiotici (Tackling antimicrobial resistance). La presenza di batteri resistenti agli antibiotici significa per i pazienti spesso la necessità di sottoporsi a trattamenti più lunghi nel tempo a causa della mancata guarigione. “Negli ultimi anni la percentuale di batteri resistenti all’azione degli antibiotici è sensibilmente aumentata e si può prevedere che questa tendenza sarà ancora più marcata in futuro” sottolinea l’assessore Richard Theiner. “Per evitare questo tipo di resistenze è necessario adottare delle misure mirate e preventive a livello locale, regionale e nazionale” rileva il dott. Horand Meier, esperto della qualità in seno al Dipartimento ed aggiunge “Una prima misura è rappresentata dall’impiego adeguato dei medicinali soprattutto per quanto riguarda gli antibiotici. Infatti se gli antibiotici vengono utilizzati n maniera adeguata, cioè l’antibiotico appropriato per il giusto paziente nel momento opportuno, allora si può contare su di una riduzione delle resistenze e degli effetti collaterali ottenendo, nel contempo, un sensibile risparmio delle risorse”. Nell’ambito dell´Azienda sanitaria provinciale sono stati avviati rispettivamente un programma per l’osservazione dello stafilococco aureo (Mrsa) ed un programma per la rilevazione delle resistenze. “Sono stati inoltre elaborati dei programmi terapeutici basati su `antibiogrammi´ così, ad esempio, per germi particolarmente problematici vengono applicati dei cosiddetti `resistogrammi´ che consentono di adottare una terapia antibiotica più mirata” afferma il dott. Meier. L’assessore Theiner sottolinea che questi programmi per la riduzione delle resistenze agli antibiotici saranno portati avanti anche nei prossimi anni.  
   
   
RICERCA SUL DOLORE, SE A SOFFRIRE È UNA DONNA NON TE NE ACCORGI È STATO MESSO IN LUCE CHE LA SOFFERENZA, SE ESPRESSA DA UN VOLTO FEMMINILE, NON È FACILMENTE IDENTIFICABILE.  
 
 Milano, 7 aprile 2011 - Se a provare dolore è una donna sarà più difficile, per chi la incontra, accorgersi che sta soffrendo. È il risultato di una ricerca condotta, presso il dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-bicocca, da Paolo Riva, assegnista di ricerca, Simona Sacchi e Lorenzo Montali, ricercatori in Psicologia sociale, e Alessandra Frigerio, dottoranda di ricerca. Lo studio, pubblicato sull’European Journal of Pain, ha infatti dimostrato che gli osservatori sono meno abili nell’identificare la sofferenza se ad esprimerla è un volto femminile. Il viso è una fonte di informazioni cruciale per comprendere le emozioni e le sensazioni provate da una persona, ma anche un indicatore fondamentale per comprendere se chi abbiamo di fronte sta provando dolore. Più delle parole gli osservatori sono infatti guidati dalle espressioni del volto per giudicare se un individuo prova dolore e con quale intensità. Lo studio ha indagato se il genere di chi soffre influenza la rapidità e l’accuratezza con la quale gli osservatori si accorgono che la persona che hanno di fronte sta soffrendo. I ricercatori hanno utilizzato delle rappresentazioni computerizzate del volto umano (guarda gli avatar), generate con un software che consente di manipolare le espressioni facciali insieme ad altre caratteristiche, tra le quali il genere. Sono stati così generati dei volti identici per ciascuna caratteristica, eccetto che per il loro genere e per le loro espressioni facciali. In questo modo, sono state controllate molte delle possibili variabili confondenti, come il grado di attrattività fisica del viso, la direzione dello sguardo, l’asimmetria facciale, l’etnia, l’età e la generale morfologia del viso. Sono stati condotti tre esperimenti su 128 persone (34 nel primo esperimento, 56 nel secondo e 38 nel terzo). Nel primo, i partecipanti erano chiamati a giudicare il più velocemente e accuratamente possibile una serie di immagini statiche che raffiguravano volti maschili e femminili con diverse espressioni facciali (dolore, rabbia, disgusto e neutrale). Questo primo esperimento ha mostrato che i partecipanti commettevano un maggior numero di errori quando il volto che visualizzava un’espressione di dolore aveva delle sembianza femminili. Inoltre, i partecipanti hanno impiegato più tempo per identificare l’espressione di dolore espressa sui volti femminili. Nel secondo esperimento sono stati mostrati dei filmati. Ciascun filmato mostrava un volto — ancora una volta con sembianze maschili o femminili — che partendo da un’espressione neutra assumeva gradualmente un’espressione facciale specifica (dolore, rabbia, disgusto) con intensità sempre crescente. I risultati indicano che, quando i volti avevano sembianze femminili, i partecipanti hanno avuto bisogno di un’espressione più intensa prima di stabilire che il volto esprimeva dolore. I risultati di questi primi due esperimenti suggeriscono dunque che le persone sono più lente e meno accurate nel giudicare il dolore su un volto con sembianze femminili rispetto ad uno maschile. Infine, nel terzo esperimento sono stati utilizzati dei volti con sembianze androgine, ossia che erano stati in precedenza giudicati in egual misura appartenenti a uomini o a donne. Applicando a quei volti un’espressione di dolore, è stato appurato che i partecipanti allo studio ritenevano che quei volti fossero più di uomini che di donne. Complessivamente, la ricerca mostra che un’espressione di dolore è meno facilmente riconosciuta quando appare su un volto femminile. I risultati potranno essere utili in campo clinico per mettere in atto programmi mirati alla formazione degli operatori sanitari, affinché siano consapevoli delle influenze esercitate dalle caratteristiche sociali dei pazienti sul loro giudizio clinico. Ma il perché gli osservatori non riescono a leggere il dolore sul viso femminile, non è ancora del tutto chiaro. «Il nostro studio non ci ha permesso di capire il perché il dolore sia meno riconoscibile quando espresso da un volto femminile – spiega Paolo Riva, responsabile della ricerca -. Una possibilità è che la diversa esposizione degli osservatori al dolore espresso dalle donne e dagli uomini abbia innescato un processo di ridotta sensibilità nei confronti del dolore espresso dalla prime. E’ infatti noto come le donne siano soggette a un numero maggiore di sindromi dolorose, e pertanto, gli osservatori potrebbero essere stati esposti con maggiore frequenza al dolore espresso dai volti femminili. Una seconda possibilità riguarda gli stereotipi secondo cui le donne tenderebbero a drammatizzare le proprie emozioni e il proprio dolore. La presenza di questi stereotipi potrebbe incidere sulla tendenza a confondere il dolore espresso dai volti femminili con altre emozioni negative. Infine, una terza possibilità è che la sofferenza espressa da un volto maschile sia più riconoscibile perché, da un punto di vista evolutivo, il dolore potrebbe avere rappresentato anche una situazione di minaccia per gli osservatori. L´esperienza di dolore aumenta le tendenze aggressive in chi soffre; nel corso dell´evoluzione gli osservatori potrebbero avere imparato a temere di più (e quindi ad essere più accurati nel riconoscimento) un maschio che esprime dolore in quando individuo pronto ad aggredire».  
   
   
SANITA´ NEL LAZIO: POLVERINI, OK TAVOLO DI VERIFICA CON GOVERNO  
 
 Ancona, 7 aprile 2011 - “Questa mattina si è riunito il tavolo di verifica sulla sanità, presso il ministero dell´Economia, che ha avuto un esito molto positivo”. E´ quanto ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, illustrando alla stampa i risultati del tavolo tecnico con i Ministeri vigilanti per il piano di rientro dal debito. I Ministeri vigilanti hanno oggi accertato il disavanzo 2010 in 1.044 milioni di euro contro un disavanzo 2009 pari ad 1.419 milioni di euro. In pochi mesi è stato ridotto il deficit di circa 400 milioni di euro eliminando sprechi e senza intaccare la qualità dell’offerta sanitaria. “Tutto questo consentirà per l’anno 2011 - ha aggiunto Polverini - la riduzione delle aliquote Irap e Irpef rispetto al 2010 e permetterà lo sblocco di ulteriori 200 milioni di euro. Il tavolo inoltre è stato aggiornato a fine mese per la valutazione dello stato d’avanzamento del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera e della procedura di accreditamento istituzionale. Questo risultato è ancora più soddisfacente alla luce del fatto che la Regione Lazio è stata in grado di far fronte, così come certificato oggi dal tavolo, all’ulteriore buco di bilancio emerso nel tavolo di verifica del 26 ottobre 2010 pari a 1 miliardo e 600 milioni. L’impegno e i sacrifici affrontati per superare questa grave situazione di disavanzo sono stati dunque sufficienti e utili a dare al Lazio una stabilità economica e finanziaria che aspettavamo da tempo”. “Abbiamo avviato una concreta inversione di marcia rispetto al passato da cui abbiamo ereditato situazioni di spreco e disservizi. C´è ancora molto da fare ma abbiamo virato verso un modello efficiente e moderno. Ora stiamo realizzando uno schema razionale basato su due pilastri: pianificazione e controlli. Studiamo il territorio, garantiamo un’offerta sanitaria capillare e di qualità, verifichiamo i servizi erogati”.  
   
   
PUGLIA: ILLUSTRATO IN REGIONE IL PROGETTO MEHENET  
 
 Bari, 7 aprile 2011- Lo hanno intitolato a Franco Basaglia, il padre della famosa “ 180”( la legge che voleva restituire ai pazienti psichiatrici la loro condizione di ammalati e, con questa, la fruizione dei loro diritti umani e civili), ed è il primo centro di salute mentale egiziano. E’ sorto a Kobania Abu Keer il 25 gennaio, proprio mentre la speranza di libertà e democrazia diveniva, nel Paese, sempre più forte. Il Centro Franco Basaglia è una delle iniziative del Progetto Mehenet, finanziato dai Ministeri degli Esteri e dello Sviluppo Economico con le Regioni Lazio e Puglia attraverso le rispettive Agenzie per la Salute, Laziosalute ed Ares Puglia, con un Accordo di Programma Quadro per la cooperazione regionale dei Paesi del bacino del Mediterraneo. Il suo obiettivo è lo sviluppo di servizi mentali di comunità nel Governatorato di Behera in Egitto, regione del Delta, in una regione che conta attualmente 900mila abitanti e dove, come nel resto dell’Egitto, la cura delle malattie mentali avviene in strutture manicomiali, come nell’Italia prebasagliana, con il loro carico di dolore, di abbandono e di perdita di qualsiasi cosa l’ammalato abbia, dalla dignità ai rapporti familiari. Il Centro Basaglia lo hanno raccontato questa mattina i componenti della delegazione egiziana partner locale del Progetto, concludendo in Puglia il viaggio che li ha portati a Roma e Livorno. “Il nostro Paese- ha detto l’assessore al Mediterraneo, Silvia Godelli- ha una storia lunga più di 40 anni nell’ambito della democratizzazione della psichiatria. Lunga e molto interessante, ma che soprattutto negli ultimi anni, corre il rischio di essere dimenticata. “ Dico questo per spiegare perchè il Progetto di cooperazione dia anche a noi un forte impulso: la cooperazione- ha ricordato l’assessore- rappresenta sempre un vantaggio per ambedue le parti e da questa esperienza forse noi abbiamo più ricevuto più di quanto abbiamo insegnato. Abbiamo infatti ricordato a noi stessi quanto sia terribile la psichiatria senza il riconoscimento dei diritti umani. Anche noi abbiamo bisogno di realizzare i nostri sogni, soprattutto adesso che nel Paese c’è un certo arretramento dei diritti. E siamo invece felici che l’ Egitto si sia orientato verso il loro sviluppo . “ Noi abbiamo avuto modo di recarci nel vostro Paese con visite istituzionali ed il Governo regionale pensa di tornare al più presto in Egitto dove una nuova stagione è cominciata anche per la salute mentale. Credo che il vostro Progetto possa avere un carattere simbolico. Che questo impegno possa legare la nostra Regione alla vostra nuova democrazia”. Alla Conferenza stampa sono intervenuti: Francesco Bux, direttore Ares Puglia; Mariella Genchi, Referente del Progetto Me.he.net. Per A.re.s. Agenzia Sanitaria della Puglia; Emanuela Forcella, Laziosanità, Agenzia di Sanità Pubblica della Regione Lazio, Capofila del Progetto; Eman Sorour, Direttrice Affari Internazionali, Segretariato Generale Salute Mentale, Ministero Sanità. Coordinatore del Progetto in Egitto; Soheir Sargeous, Dipartimento Primary Health Care del Ministero della Sanità dell’Egitto;shereen Aly, Responsabile del Centro di Salute Mentale di Comunità “Franco Basaglia” di Kobania Abu Keer, Egitto.  
   
   
TOSCANA: PIANO SANITARIO E SOCIALE, PROSEGUONO CON SUCCESSO GLI INCONTRI DI ASCOLTO, QUASI 2.500 ACCESSI AL SITO  
 
Firenze, 7 aprile 2011 - Continua con successo e grande partecipazione la serie di incontri dedicati all’ascolto di cittadini e operatori sul prossimo Piano sanitario e sociale integrato regionale, per conoscere a fondo le richieste e le proposte che provengono dai vari territori e sviluppare una programmazione condivisa. Domani, giovedì 7 aprile, l’appuntamento è a Montecatini, nella sala conferenze del Credito Valdinievole, via Ugo Foscolo 16, dalle 16 alle 18. Dei nove incontri organizzati dalla Giunta regionale in collaborazione con Anci, Uncem, Federsanità e Upi, se ne sono tenuti già cinque. Tutti hanno visto grande partecipazione da parte dei cittadini, che sono intervenuti attivamente con proposte e progetti. Sono circa 500 le persone che, ad oggi, hanno dedicato tempo e disponibilità alla discussione e all’approfondimento di temi sanitari e sociali che li riguardano e sui quali hanno voluto esprimere valutazioni e indicazioni. “Una fase di ascolto fondamentale – ha ripetuto in più occasioni l’Assessore Daniela Scaramuccia – per capire meglio le peculiarità delle persone e costruire con esse, integrando sociale e sanità, una salute sempre migliore”. Anche la specifica pagina web regionale www.Regione.toscana.it/partecipaalpiano  sta raccogliendo interesse e visitatori, 2.361 visite dal 28 febbraio ad oggi, e diversi contributi on line. Utilizzando l’indirizzo di posta dedicato: pianosanitariosociale@regione.Toscana.it  Sul sito si possono leggere tutti i contributi e vedere le immagini degli incontri che si sono tenuti finora.  
   
   
SANITA´ IN SICILIA: CALA SPESA STRAORDINARI.  
 
 Palermo, 7 aprile 2011 - "Il dato conferma che l´organizzazione che stiamo dando al sistema sanitario siciliano produce frutti importanti in termini di qualita´ dell´offerta e di razionalizzazione della spesa. Da qui a pochi mesi vedremo migliorare tanti indici di qualita´ e di appropriatezza perche´ dopo il necessario periodo di rodaggio il sistema sanitario sta seguendo logiche piu´ virtuose". E´ questo il commento dell´assessore regionale della Salute della Regione siciliana, Massimo Russo, dopo aver appreso il dato della Ragioneria generale dello Stato secondo cui in Sicilia la spesa per gli straordinari, riferita al personale sanitario, e´ calata di 5 milioni e 400 mila euro: dai 31,8 milioni del 2007 ai 26,4 del 2009. "Il dato e´ ancora piu´ rilevante - conclude Russo - se si considera che molte regioni italiane hanno fatto registrare un aumento di spesa per gli straordinari".  
   
   
SANITA´:OPERATIVO L´ACCORDO TRA BOSNIA E ASL PESCARA  
 
Pescara, 7 aprile 2011 - Nella sede del palazzo del Governo della Bosnia Erzegovina, a Mostar, alla presenza del vice ministro bosniaco alla Sanità e dei dirigenti del settore sanitario dell´Abruzzo e della Bosnia Erzegovina, si è dato il via alla fase operativa del memorandum d´intesa e cooperazione nel settore della salute, firmato il 13 aprile scorso tra il Ministero della salute della Bosnia Erzegovina e la Asl di Pescara. La delegazione abruzzese, composta dal vice presidente della Regione, dal direttore generale della Asl di Pescara, dal responsabile del dipartimento di Ematologia dell´ospedale di Pescara e dal responsabile del centro di medicina trasfusionale dell´ospedale di Pescara, ha, poi, visitato l´ospedale clinicizzato di Mostar, una struttura importante per tutto il territorio per le sue caratteristiche d´eccellenza. Grazie a questo accordo sarà possibile mettere a disposizione della rete sanitaria del Paese balcanico importanti esperienze e conoscenze iniziando dall´area di ematologia e della medicina trasfusionale, un settore dove si registrano livelli di eccellenza, per accrescere competenze nell´ambito della biotecnologia sanitaria. Nello specifico, il programma di cooperazione prevede la disponibilità ad ospitare nell´ambito delle strutture della Asl di Pescara, per periodi di concordare, alcune figure professionali provenienti dalla Bosnia Erzegovina che parteciperanno alle attività assistenziali nei vari settori di degenza mediante l´affiancamento con specialisti ematologi.  
   
   
OSPEDALE DI CECINA, UNA STRUTTURA PIENA DI NOVITÀ  
 
Firenze, 7 aprile 2011 - “Sono molto contenta di aver trovato qui a Cecina tante novità, che, assieme alla professionalità degli operatori, sono una garanzia dell’alto livello di assistenza che l’ospedale è in grado di offrire ai cittadini del territorio e ai turisti che numerosi usufruiscono di questa struttura nel periodo estivo”. L’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia ha visitato ieri l’ospedale di Cecina, accompagnata da Monica Calamai e Luca Lavazza, rispettivamente direttore generale e sanitario della Asl 6 di Livorno. L’ospedale è dotato di 169 posti letto (150 ordinari e 19 di day hospital), oltre a 21 territoriali (14 letti in ospedale di comunità, 4 letti di hospice, 3 per la riabilitazione) e serve un bacino di circa 80.000 abitanti, che salgono a 100-150.000 nel periodo estivo. Il pronto soccorso registra circa 80 accessi al giorno, che in estate raddoppiano. La visita è iniziata dalla radiologia, dove da un mese e mezzo è in funzione una risonanza magnetica di ultima generazione, che serve per la diagnostica articolare e neuroradiologica. L’assessore ha visitato poi il nuovo pronto soccorso, dove sono ancora in corso i lavori, e che entrerà in funzione prima dell’estate; la terapia intensiva e sub-intensiva, l’ospedale di comunità, la riabilitazione, le aree di degenza a bassa, media e alta intensità; l’area chirurgica, quella materno-infantile (700-800 parti l’anno). E ancora, la piazzola per l’elisoccorso, abilitata per il volo diurno e notturno. “Questo ospedale – ha commentato l’assessore – è davvero all’avanguardia, con strutture e attrezzature nuovissime, e già organizzato per intensità di cura, la modalità che garantisce l’assistenza migliore a ciascun paziente”.  
   
   
MILANO. AL VIA LA REALIZZAZIONE DI UN CENTRO DISABILI  
 
Milano, 7 aprile 2011 - Nei giorni scorsi sono stati consegnati i lavori per la costruzione di un nuovo edificio in via Anfossi che accoglierà un Centro Diurno Disabili. Le opere, per una spesa di 5.100.000 euro, dureranno all’incirca un anno e mezzo. Il progetto prevede la totale demolizione dell’edificio prefabbricato di via Anfossi 25/A, che un tempo ospitava una scuola materna, e la contestuale costruzione di un nuovo stabile. Con un piano interrato e due piani fuori terra, ciascuno di circa 700 mq, il nuovo edificio sarà moderno, funzionale e conforme alle nuove normative antisismiche e antincendio. Il nuovo stabile ospiterà: al piano interrato: depositi e locali tecnici; al piano terra: centro diurno disabili con giardino esterno esclusivo; al primo piano: spazi per servizi integrati per disabili. Il nuovo Centro Diurno Disabili, molto atteso dalle famiglie della zona, potrà assicurare l’assistenza a circa trenta utenti e fornirà anche servizi non residenziali, dall’attività socio-sanitaria a quella socio-assistenziale.  
   
   
PREVENZIONE, IMPEGNO REGIONE UMBRIA CONTRO ABUSO ALCOL  
 
Perugia, 7 aprile 2011 - La Regione Umbria rafforza il suo impegno nella lotta all´abuso di alcol e per la prevenzione dei rischi che ne derivano per la salute. In occasione dell´Alcohol Prevention Day, che quest´anno cade giovedì 7 aprile e che si svolge nel Mese di prevenzione alcologica, sostenuto e finanziato dal Ministero della Salute, la Direzione regionale alla Salute e Coesione sociale traccia un bilancio dei cambiamenti dell´abitudine al bere in Umbria e i comportamenti dannosi, sulla base dei dati 2010 del sistema di sorveglianza "Passi" (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), attivato a livello nazionale per valutare i fattori fondamentali di rischio per la salute e la diffusione delle misure di prevenzione. Dalle 1392 interviste condotte in Umbria da operatori sanitari delle Asl su un campione rappresentativo della popolazione di età tra i 18 e 69 anni, emerge che il 60% degli intervistati dichiara di essere bevitore, ossia di aver consumato negli ultimi 30 giorni almeno un´unità di bevanda alcolica (equivalente a un bicchiere di vino da 125 ml, un bicchiere medio di birra o un bicchierino di liquore). Il consumo di alcol è più diffuso tra gli uomini, nelle fasce di età più giovani e nelle persone con maggior livello di istruzione. Se la maggior parte non beve alcol o beve moderatamente, si stima tuttavia che circa un quinto delle persone tra i 18 e i 69 anni abbia abitudini considerate a rischio per quantità o modalità di assunzione in quanto forte bevitore (8,1 per cento), o bevitore fuori pasto (7,2 per cento), o perché bevitore "binge" (9,9 per cento), ossia che consuma in una singola occasione 5 o più unità alcoliche (se uomini) e 4 o più per le donne. Una situazione analoga a quanto riscontrato dal sistema "Passi" negli anni precedenti. Il consumo di alcol a rischio è associato in maniera significativa con la giovane età (18-24 anni), il sesso maschile e l´alto livello di istruzione. Solo una piccola parte degli intervistati (12%) riferisce che un operatore sanitario si è informato sui comportamenti in relazione al consumo di alcol; il 4% tra i bevitori a rischio riferiscono di aver ricevuto dal proprio medico il consiglio di bere meno. Sempre secondo i dati 2010 del sistema di sorveglianza "Passi" relativi all´Umbria, tra i bevitori di 18-69 anni che hanno guidato l´auto o la moto negli ultimi 12 mesi, il 9% dichiara di aver guidato sotto l´effetto dell´alcol, cioè dopo avere bevuto nell´ora precedente almeno due unità alcoliche. La guida sotto l´effetto dell´alcol è un comportamento riferito più spesso dagli uomini (12%) che dalle donne (2%), senza marcate differenze per età, livello di istruzione o reddito. La guida sotto l´effetto dell´alcol è un problema diffuso: circa un guidatore su dieci ha un comportamento a rischio. Il 40% degli intervistati riferisce di essere stato fermato dalle Forze dell´Ordine, ma i controlli con l´etilotest, strumento di provata efficacia nella riduzione della mortalità da incidente stradale, riguardano solo il 10% di coloro che sono stati fermati. Questa percentuale è più alta nelle fasce di età più giovani: si passa dal 27% dei 18-24enni al 5% dei 50-69enni. Dati e informazioni, in occasione dell´Alcohol Prevention Day, sono diffusi dalla Regione anche attraverso il portale istituzionale, all´indirizzo www.Regione.umbria.it/  nell´area tematica "Sanità". Per avere un quadro aggiornato sul fenomeno dell´abuso di alcol e sui problemi alcol correlati, inoltre, la Giunta regionale ha approvato un progetto per la costruzione di un sistema regionale informativo sulle dipendenze, che comprenda anche l´area dell´alcologia.  
   
   
ACHILLE DE TOMMASO “COMUNICAZIONE TRA MATERIA E COLORE” LERICI (SP)DAL 15 APRILE AL 2 MAGGIO  
 
 Lerici (Sp), 7 aprile 2011- Dal 15 aprile alla Galleria d’Arte Canci torna l’arte innovativa di Achille De Tommaso con una mostra personale di alto livello nella suggestiva città di Lerici, la cosiddetta “Perla del Golfo”, che è stata un’ambita meta turistica, in passato particolarmente amata dai romantici inglesi ed oggi dalle celebrità della cultura contemporanea. Il percorso espositivo sarà interamente dedicato alla ricerca pittorica di Achille De Tommaso, le cui linee artistiche congiungono amabilmente la creatività al pensiero scientifico, sottolineando non tanto il distacco teorico tra questi due approcci fondamentali dell’esistenza umana, quanto piuttosto i motivi profondi di tangenza e le probabili “affinità elettive”. L’estro, generato da un istinto primordiale e legato al talento innato dell’artista, si sposa così al metodo razionale, o più propriamente intellettuale, arricchendo la carismatica personalità di Achille De Tommaso con una rinnovata influenza introspettiva ben rintracciabile nell’equilibrio tra sintesi e analisi. Tra le varie città l’autore ha esposto con successo a Torino, Verona, Milano, Cremona, Roma e Lisbona, solo per citarne alcune. Prossimamente esporrà le proprie opere ad alcuni prestigiosi saloni d’arte internazionale in Francia, affacciandosi così nella scena artistica europea con consensi di pubblico e critica. Secondo l’artista milanese “chi ama la scienza e i numeri non può non amare l’arte e l’armonia della natura e dell’universo”.  
   
   
SPORT FVG: 200 MILA EURO A ENTI DI PROMOZIONE SPORTIVA E PROGETTI PER I...  
 
Trieste, 7 aprile 2011 - Ammontano a 150 mila euro i fondi che la Regione, su proposta dell´assessore Elio de Anna, ha stanziato per il sostegno dell´attività istituzionale degli enti di promozione sportiva a carattere nazionale operanti a livello regionale. Con la firma del decreto da parte del direttore centrale, sono stati prenotati i fondi che a breve verranno assegnati ai dieci sodalizi che hanno presentato domanda. Anche in questo caso, come già avviene per la definizione delle quote a favore delle iniziative Top 50, l´ammontare complessivo destinato a ciascun beneficiario deriva dalla pesatura di alcuni parametri quali la consistenza organizzativa dell´ente (al quale sono stati destinati complessivamente 75 mila euro) e all´attività svolta (45 mila euro). Quindi una quota una tantum per tutti di 30 mila euro. Sulla suddivisione si è espressa anche la Commissione regionale dello sport, che ha dato parere favorevole al riparto tenendo conto del metodo di calcolo matematico che si basa su specifici parametri. Queste le società beneficiarie e il relativo riparto. Associazione italiana cultura e sport (20 mila 457,22 euro), Alleanza sportiva italiana (16 mila 213 euro), Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale (11 mila 098,21 euro), Us Acli Fvg (13 mila 034,06 euro), Unione italiana sport popolare (14 mila 969,91), Centri sportivi aziendali industriali (15 mila 751,17 euro), Centro regionale sportivo Libertas (16 mila 230,70 euro), Centro sportivo italiano (14 mila 472,67 euro), Movimento sportivo popolare Italia (11 mila 062,81 euro), Centro sportivo educativo nazionale (16 mila 710,24 euro). Sempre ieri stati firmati altri due decreti per un ammontare complessivo di 60 mila euro destinati a due progetti di sport sano. Il primo, denominato "Moviti-movimento e vita" dell´ammontare di 50 mila euro, è destinato al Comune di Udine. Il secondo, destinato invece alla Provincia di Trieste, ammonta a 10 mila euro e finanzia le attività nell´ambito dell´accordo di programma quadro in materia di politiche giovanili.