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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 03 Maggio 2007
SINDROME DI OMENN: UN AIUTO DALL’INGEGNERIA GENETICA GRAZIE AL MODELLO ANIMALE DI QUESTA MALATTIA, MESSO A PUNTO DAL REPARTO GENOMA UMANO DEL CNR, SARÀ POSSIBILE COMPRENDERNE LA GENESI E TESTARE NUOVE TERAPIE  
 
Roma, 3 maggio 2007 - Ora per i bambini affetti dalla Sindrome di Omenn c’è una speranza di guarigione in più, grazie al modello animale della malattia realizzato, mediante tecniche di ingegneria genetica, nei laboratori del Reparto Genoma Umano dell’Istituto di tecnologie biomediche (Itb) del Consiglio nazionale delle ricerche di Milano. Il risultato è l’ultimo prodotto del Progetto Genoma Umano che, dopo aver stabilito la sequenza di tutto il Dna dell’uomo, si dedica ora alla comprensione del suo funzionamento. Finanziata dal Progetto Nobel della Fondazione Cariplo e dal Comitato Telethon e condotta in collaborazione con altri enti di ricerca, tra cui l’università di Brescia, il Telethon Institute of Gene Therapy del San Raffaele di Milano e l’Istituto di Ricerca Biomedica di Bellinzona (Svizzera), la ricerca apre nuove prospettive nella comprensione di questa patologia. “La sindrome di Omenn (So)”, spiega Anna Villa, la ricercatrice dell’Itb-cnr che ha diretto lo studio, “è una immunodeficienza grave e appartiene al gruppo delle Scid (Severe combined immunodeficiencies), un insieme di patologie che hanno in comune un difettoso funzionamento dei linfociti B e T. Si tratta di due classi di cellule fondamentali perché sovrintendono alla risposta immunitaria che permette all’organismo di riconoscere i patogeni che hanno precedentemente infettato l’organismo, eliminandoli rapidamente e consentendo così all’individuo di far fronte a tutti gli attacchi provenienti dall’ambiente esterno. La maturazione di queste cellule è legata al buon funzionamento di numerosi geni, tra cui i geni Rag1 e Rag2, che sono alterati nella Sindrome di Omenn. Per ricreare nel topo lo stesso difetto genetico presente nei pazienti affetti da questa patologia ci siamo avvalsi di tecnologie di ricombinazione genetica. Avere a disposizione un modello animale ci consentirà di capire come nasce il difetto immunologico alla base della So e di testare nuove terapie”. Descritta per la prima volta nel 1965 da G. S. Omenn, la So si manifesta nei primi mesi di vita come un’immunodeficienza classica: il neonato è colpito da numerose infezioni, presenta disidratazione, malnutrizione e diarrea che ne ritardano la crescita, come avviene in tutte le Scid. A questi sintomi si accompagnano però anche fenomeni di autoimmunità: ingrossamento di fegato e milza (epatosplenomegalia), ingrossamento dei linfonodi (linfoadenopatia) ed eczema cutaneo. La malattia non trattata porta a morte certa nei primi anni di vita e l’unico intervento possibile è il trapianto di midollo con cellule di donatori istocompatibili, trapianto che deve essere effettuato precocemente, possibilmente prima della comparsa delle complicanze di tipo autoimmune. E’ facile comprendere quindi l’importanza del modello animale realizzato dall’Itb-cnr, in grado senz’altro di chiarire la patogenesi dei sintomi autoimmuni e di comprendere come si stabiliscano. .  
   
   
LA DANIMARCA OSPITERÀ UN NUOVO CENTRO PER LA RICERCA SULLE PROTEINE  
 
Bruxelles, 3 maggio 2007 - La Danimarca costruirà un nuovo centro per la ricerca sulle proteine presso l´Università di Copenaghen. Quest´ultima ritiene che il nuovo istituto farà della capitale «un centro globale della ricerca sulle scienze sanitarie». Il centro sarà costruito grazie a 600 Mio Dkk (13,4 Mio Eur circa) messi a disposizione dalla Novo Nordisk Foundation. Si tratta della più grande donazione mai destinata alla ricerca di base in Danimarca. Alla sua apertura nel 2008, il centro ospiterà i principali ricercatori ed esperti in materia di proteine sia danesi sia internazionali, che potranno utilizzare strutture di laboratorio all´avanguardia per studiare le proteine umane e le loro implicazioni per la salute e le malattie. «Grazie a questa donazione eccezionale, siamo in grado di promuovere la ricerca sull´aspetto delle proteine, sul loro comportamento e su come interagiscono nelle cellule e nei tessuti di persone sia sane sia malate. Un simile sguardo approfondito offrirà opportunità inedite per scoprire e sviluppare nuovi farmaci. Mappando struttura e funzione delle proteine in un corpo umano sano, sarà possibile comprendere meglio i problemi in caso di disordine e le modalità di cura più efficaci, per esempio attraverso l´utilizzo delle proteine su misura come farmaci», spiega il professor Ulla Wewer, rettore della facoltà di servizi sanitari dell´Università di Copenaghen. Le proteine controllano le funzioni quotidiane del corpo e costruiscono cellule, tessuti e organi, producendo altresì ormoni, enzimi, molecole di trasporto, anticorpi e neurotrasmettitori. Si stima che nel corpo di ognuno di noi si trovino oltre un milione di proteine diverse, ognuna con la propria funzione. Anche piccoli cambiamenti a una proteina possono comportare delle malattie, ad esempio al sistema ormonale, al cervello, al metabolismo, all´apparato digestivo e al sistema vascolare. «La mappatura del Dna umano ottenuta negli ultimi anni è una grande conquista, il cui valore pratico è tuttavia abbastanza limitato: siamo in grado di leggere le singole lettere del codice genetico, ma non di comprendere il significato delle parole. È per questo che abbiamo bisogno di conoscere meglio le proteine per cui i geni creano codici», sostiene Gert Almind, amministratore delegato della Novo Nordisk Foundation. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Ku. Dk/english/news/proteincentre. Htm .  
   
   
APPROVATE ALTRE ALTERNATIVE AI TEST SUGLI ANIMALI  
 
Bruxelles, 3 maggio 2007 - Il Comitato scientifico consultivo del Centro europeo per la convalida dei metodi alternativi (Ecvam) ha convalidato cinque nuovi metodi che contribuiranno a ridurre nettamente il numero di animali impiegati nei test di laboratorio sull´irritazione della pelle e degli occhi e sull´allergia cutanea. Il test tradizionale per determinare l´irritazione cutanea di un prodotto è stato introdotto 60 anni fa e si esegue applicando il prodotto sulla pelle dei conigli. Attualmente, tutti i prodotti potenzialmente irritanti per la pelle, come i cosmetici e i loro ingredienti e tutte le nuove sostanze chimiche, devono essere sottoposti a prove per verificarne il potenziale di irritazione e ciò avviene utilizzando circa 20 000 animali l´anno, per lo più conigli. Inoltre, secondo la nuova legislazione europea sulle sostanze chimiche, il regolamento Reach, 10 000 sostanze chimiche che già sono sul mercato dovranno essere sottoposti al test di irritazione cutanea. I due nuovi test di irritazione cutanea approvati di recente sostituiranno definitivamente questo metodo. Partendo dallo sviluppo di pelle umana artificiale per trattare pazienti ustionati si è perfezionato il procedimento per creare una coltura cellulare grazie alla quale è possibile individuare sostanze chimiche irritanti e non irritanti. I due test di irritazione oculare non sostituiranno completamente le attuali prove sugli animali, ma le perfezioneranno riducendo la sofferenza degli animali. Per individuare gli irritanti oculari più nocivi, si utilizzeranno tessuti prelevati nei macelli, che altrimenti verrebbero eliminati. La sperimentazione sugli animali sarà ancora necessaria per gli irritanti leggeri, ma i ricercatori europei e americani stanno collaborando per sviluppare metodi che sostituiscano totalmente questi test oculari. Il quinto test approvato dal Comitato riguarda l´allergia cutanea. Il sistema consiste nel testare solo la dose più alta e dimezzare così il numero di animali impiegati, risparmiando circa 240 000 topi. È urgente trovare alternative alle sperimentazioni sugli animali. La direttiva sui prodotti cosmetici vieta i test di ingredienti cosmetici sugli animali a partire dal 2009, mentre la futura legislazione Reach richiederà l´attuazione di test sicuri su 30 000 sostanze chimiche. Nel mese di maggio, Ecvam presenterà una relazione, elaborata in collaborazione con l´industria chimica e altri esperti, sui metodi alternativi di test utilizzabili secondo il regolamento Reach. L´unione europea ha una precisa politica volta a promuovere misure per la riduzione del numero di animali impiegati nei test. «È un momento positivo per quanto riguarda gli animali da laboratorio poiché stiamo davvero cambiando la situazione», ha commentato Thomas Hartung dell´Ecvam, che fa parte del Centro comune di ricerca della Commissione europea. Http://ecvam. Jrc. It/index. Htm .  
   
   
REGIONE VENETO ABOLISCE TICKET 10 EURO LIMITATAMENTE A PRESTAZIONI MENO COSTOSE IN REGIME PRIVATO  
 
Venezia, 3 maggio 2007 - La Regione del Veneto ha abolito il ticket di 10 euro, previsto dalla legge finanziaria nazionale 2007, limitatamente alle prestazioni divenute meno costose per il cittadino se si rivolge alla sanita´ privata. La decisione e´ stata presa oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore regionale alle politiche sanitarie, approvando un´apposita delibera che entrera´ in vigore dal prossimo mese di giugno. ´´Nell´ambito delle possibilita´ della Regione - ha osservato l´assessore regionale - che in questo caso sono molto limitate, siamo intervenuti per correggere almeno in parte il madornale errore compiuto dal governo Prodi che ha introdotto i ticket sulla specialistica. Infatti il cittadino, con l´introduzione di questo balzello, ha intensificato il ricorso alla sanita´ privata, provocando una perdita secca di almeno un milione e mezzo di euro al mese per la sanita´ pubblica per mancate prestazioni; quindi andiamo a recuperare delle risorse che finiscono inevitabilmente nella sanita´ privata´´. L’assessore veneto alle politiche sanitarie ha spiegato, inoltre, che “per introdurre questa modifica, non e´ servita alcuna manovra sostitutiva, perche´ queste sono mancate entrate. La delibera approvata oggi prevede, comunque, che il cittadino non esente paghi la quota fissa di 10 euro per le prestazioni che superano i 36,15 euro; se il Governo modifichera´ il ticket riducendolo da 10 a 3,5 euro, la delibera prevede l´adeguamento automatico dell´elenco delle prestazioni coinvolte”. ´´Ovviamente - ha concluso l´assessore - restano in piedi tutti i ricorsi della Regione del Veneto alla Corte Costituzionale, sia contro la finanziaria, sia contro la legge delle mille proroghe che di fatto hanno confermato i ticket´´. Con la deliberazione approvata oggi, a decorrere dal 1 giugno prossimo, l’assistito non esente non dovrà più pagare la quota fissa di 10 euro qualora l’importo delle prestazioni sanitarie contenute nella ricetta del Servizio Sanitario Regionale (ricetta rossa) sia inferiore o pari a 36, 15 euro (ticket massimo per ricetta). Esempi: 1) ricetta contenente la prescrizione di esami di laboratorio analisi: esame urine tariffa 2. 35 euro; emocromo con formula 4. 75 euro; colesterolo Hdl 3. 15; colesterolo Ldl 0. 65; colesterolo totale 1. 40; sodio 1. 30; potassio 1. 30; cloro 1. 30. Totale importo ricetta euro 16. 20; su tale ricetta attualmente l’assistito non esente paga: 10 euro quota fissa + 16. 20 euro di ticket per un totale di 26. 20 euro. A seguito della delibera odierna della Giunta Regionale l’assistito non esente pagherà, sulla medesima ricetta, solo il ticket pari a 16. 20 euro. 2) ricetta contenente la prescrizione di una “radiografia della colonna cervicale”- tariffa prestazione 34. 20 euro. Attualmente l’assistito non esente paga 10 euro di quota fissa + 34. 20 di ticket per un totale di 44. 20 euro. A seguito della delibera odierna della Giunta Regionale l’assistito non esente pagherà, sulla medesima ricetta, solo il ticket pari a 34. 20 euro. Nulla viene invece cambia, per gli assistiti non esenti, in ordine al pagamento delle ricette il cui importo supera i 36,15 euro. Per esse l’utente continuerà a pagare la quota fissa di 10 euro in aggiunta al ticket di compartecipazione alla spesa. .  
   
   
FVG: FIRMATI CONTRATTI DIRETTORI AZIENDE SANITARIE 2 E 6  
 
Trieste, 3 maggio 2007 - - Il presidente della Regione ha firmato ieri, nella sede della Presidenza a Trieste, i contratti dei nuovi direttori generali delle Aziende per i servizi sanitari n. 2 "Isontina" di Gorizia e n. 6 "Friuli Occidentale" di Pordenone. Per quanto riguarda l´Azienda "Isontina" è stata riconfermata Manuela Baccarin, mentre alla direzione dell´Azienda "Friuli Occidentale" è stato nominato un dirigente con una lunga esperienza nel settore sanitario del Friuli Venezia Giulia, Nicola Delli Quadri, già direttore sanitario dell´Azienda ospedaliero-universitaria di Trieste. In occasione della firma dei contratti, alla quale era presente l´assessore regionale alla Salute e alla Protezione sociale, sono state riconfermate alcune delle linee di fondo della programmazione sanitaria del Friuli Venezia Giulia: l´attenzione alla salute del cittadino e, nello stesso tempo, il rispetto dei budget assegnati alle Aziende; inoltre, una sempre più stretta integrazione fra Aziende territoriali e Aziende ospedaliere. .  
   
   
CANDIOLO: FIRMATO IL MEMORANDUM D’INTESA TRA REGIONE E FONDAZIONE PIEMONTESE PER LA RICERCA SUL CANCRO  
 
 Torino, 3 maggio 2007 - È stato sottoscritto il 27 aprile dalla presidente della Regione, Mercedes Bresso, e dalla presidente della Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro, Allegra Agnelli, il memorandum di intesa che delinea il quadro di riferimento e il percorso per giungere alla costituzione della Fondazione «Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo», nonché le regole che ne caratterizzeranno il funzionamento. La nuova Fondazione, che il documento prevede venga istituita entro il 31 maggio 2007, avrà il compito di predisporre tutti gli atti necessari a portare a termine la pratica di trasformazione del Centro di Candiolo in Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) e, una volta ottenuto il riconoscimento da parte del Ministero della salute, di gestirne le attività. «Il nuovo Istituto – ha dichiarato Bresso – avrà come obiettivo il potenziamento e lo sviluppo delle attività di diagnosi e cura in campo oncologico, da realizzarsi in base a percorsi integrati e certificati, in modo che si creino le condizioni ottimali per lo svolgimento della ricerca clinica e per una maggiore sintonia e osmosi con le attività di ricerca di base svolte dall’Università e dalla Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro. Ciò implicherà la messa a punto di un nuovo modello organizzativo, i cui elementi fondanti saranno la circolazione delle conoscenze, i protocolli di intervento, le elevate qualità professionali e tecniche del personale addetto a ogni livello, in un contesto di forte umanizzazione del sistema di cure». Proprio per qualificare ulteriormente l’attività del Centro, nel memorandum firmato oggi si stabilisce che la selezione dei responsabili delle funzioni mediche e di ricerca avvenga anche per il tramite di bandi internazionali, organizzati sotto il controllo di Comitati internazionali. Ai medici che vi lavoreranno, inoltre, non sarà consentito l’esercizio della professione al di fuori dell’Istituto. Per quanto riguarda le strutture sanitarie, attualmente il Centro di Candiolo ha a disposizione 75 posti letto, che verranno portati a 150, secondo le indicazioni fornite dal Ministero della salute e come già indicato nella proposta di piano socio-sanitario. Nell’ambito della nuova Fondazione, le funzioni di indirizzo e di controllo saranno esercitate da un consiglio di amministrazione, costituito da sette membri: tre di nomina della Regione, tre della Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro (tra i quali verrà scelto il presidente) e uno designato congiuntamente. L’organismo delibererà a maggioranza qualificata dei cinque settimi dei componenti. La gestione del Centro, invece, sarà delegata a un direttore generale, individuato dal Consiglio tra soggetti esterni, affiancato da un direttore scientifico e da uno sanitario. Per quanto concerne, infine, il patrimonio della nuova Fondazione, Regione e Fondazione piemontese hanno deciso di concorrere in misura paritaria alla costituzione di un fondo che ammonterà a tre milioni di euro. .  
   
   
PRESENTATO RAPPORTO PROBLEMI ALCOLCORRELATI FVG  
 
 Udine, 3 maggio 2007 - Il Friuli Venezia Giulia è una regione caratterizzata da differenze storiche, culturali e sociali e tali diversità si riscontrano pure nei problemi alcolcorrelati e si traducono in modi diversi di concepire i rapporti con le istituzioni e i servizi, di vivere il tempo libero e il divertimento e consistono inoltre in stili di consumo talora diversi gli uni dagli altri. Ma un comune denominatore esiste: esso riguarda la gravità dei problemi alcolcorrelati e la presenza costante in tutto il territorio, con percentuali elevate per quanto attiene ai consumi e ai conseguenti problemi. Si presenta così la situazione relativa al consumo di alcol nel Friuli Venezia Giulia, "fotografata" dal "Rapporto sui problemi alcolcorrelati nella regione, 2001-2004", presentato il 27 aprile a Udine alla presenza dell´assessore regionale alla Salute e protezione sociale, degli operatori del Gruppo di Lavoro che l´ha redatto, degli esperti del settore. Con il Rapporto è stata presentata anche la campagna di prevenzione alcologica "Non rischiare, guida sicuro", che prevede la distribuzione nei luoghi di ritrovo giovanili di 15 mila alcoltest monouso per favorire la presa di coscienza di un fenomeno - il bere - molto grave. Il rapporto costituisce la base indispensabile per gli operatori della sanità e del sociale e per tutti coloro che - per compiti istituzionali o responsabilità educativa - si trovano a contatto con i problemi legati all´uso di alcol. Risulta che nel quadriennio considerato sono state oltre 13 mila le persone in cura nei Sert della regione e oltre 24 mila le degenze ospedaliere per problemi correlati all´alcol. Ma il Friuli Venezia Giulia non è certo all´anno zero come attenzione al fenomeno: risalgono al 1979 i primi programmi per il controllo dei problemi alcolcorrelati (prima di allora, buona parte degli alcolisti veniva ricoverata in ospedali psichiatrici, mentre un 30 per cento dei ricoveri ospedalieri riguardava patologie alcolcorrelate). Risalgono ad allora i primi corsi specifici, l´attività di gruppi alcolisti anonimi, club alcolisti in trattamento e altre associazioni, l´azione svolta da un esperto come il prof. Vladimir Hudolin: si può insomma affermare che l´alcologia italiana è nata in Friuli Venezia Giulia. Da allora a oggi molta strada è stata fatta e oggi la Regione - che per la sua azione ha avuto il compito di coordinare il gruppo di lavoro delle Regioni italiane sui temi dell´alcol - intende sviluppare azioni di politica sanitaria e interventi puntuali per ridurre la mortalità e la morbilità alcolcorrelate. L´oms pone i problemi alcolcorrelati al quinto posto per anni di vita e di lavoro perduti e come prima causa di morte dei giovani a livello europeo. Essendo morti e disabilità evitabili, è necessario - secondo l´assessore - sviluppare sistemi di cura e di riabilitazione e ancor di più adeguati programmi di protezione e di promozione della salute e di correzione dei comportamenti a rischio. L´importante è l´impegno, la collaborazione, la sinergia tra tutti i soggetti interessati, che devono costituire una "rete" di servizi. Una "rete" che oggi va rivista e riorganizzata, mentre andranno allocate nuove risorse nella logica intelligente e flessibile che contraddistingue i servizi alcologici. La stessa costituzione di un Gruppo di coordinamento regionale - cui si deve il Rapporto - si pone come inizio di un percorso di riflessione e di revisione della rete alcologica regionale. Accanto a ciò vi è quanto previsto dal Piano regionale della riabilitazione (per il mantenimento e lo sviluppo dell´offerta alcologica residenziale) e dal progetto obiettivo dipendenze in fase di approvazione. Il Rapporto esamina e presenta l´analisi dei consumi di alcol; affronta i temi relativi all´organizzazione territoriale dei servizi di algologia; mette in evidenza il ruolo svolto da associazioni di volontariato e cooperazione sociale; analizza la prevalenza e l´incidenza delle patologie alcolcorrelate nei ricoveri ospedalieri; tratta la mortalità per patologie alcolcorrelate e per incidenti stradali. Negli ultimi anni, e tuttora, si assiste a un aumento dei consumi di alcol, specie tra giovani e donne; ciò che muta sono le preferenze: meno vino e più birra, più superalcolici e bibite alcoliche di gusto fruttato. Il tradizionale "bere sociale" (stare in compagnia) si sta trasformando, specie tra i giovani, nel "bere per sballare". Circa le "stragi del sabato sera", esser riguardano sia giovani che adulti e hanno un alto costo umano e sociale. La mortalità per patologie alcolcorrelate nel periodo 2001-2004 ammonta a 5964 persone; la mortalità per incidenti stradali fa ammontare le vittime - nel 2004 - in tutta la regione a 358 in 6488 incidenti. Da ciò appare evidente l´esigenza di un´attenzione costante al fenomeno e l´inserimento dell´"educazione stradale" nei programmi scolastici. Purché tale scelta didattica, oltre alla correttezza dei dati, trovi il coinvolgimento dei giovani a cui è rivolta. .  
   
   
DALLA REGIONE LE NUOVE LINEE GUIDA PER LA RISTORAZIONE IN OSPEDALI, SCUOLE E STRUTTURE SOCIO-ASSISTENZIALI  
 
Torino, 3 maggio 2007 - Migliora la qualità dell’alimentazione negli ospedali, nelle strutture socio-assistenziali e nelle scuole del Piemonte. Al termine di una lunga fase di elaborazione, è infatti terminata presso l’Assessorato alla tutela della salute e sanità la redazione delle nuove linee per l’organizzazione e la gestione dei servizi di ristorazione. Frutto del lavoro di tre gruppi specifici multidisciplinari costituiti dall’assessore Mario Valpreda presso la Direzione sanità pubblica della Regione, il piano di intervento si articola in tre diversi documenti, che contengono proposte operative e indicazioni che verranno fornite ai direttori generali e ai servizi delle aziende sanitarie, ai responsabili scolastici e delle strutture socio-assistenziali e agli enti locali. Il primo dei tre documenti, dedicato alla ristorazione ospedaliera, indica innanzitutto la necessità che in ogni azienda sanitaria venga istituita una commissione avente funzioni di controllo e miglioramento continuo della qualità, costituita da figure professionali afferenti a settori diversi: la direzione sanitaria, quella amministrativa, l’Ufficio tecnico, il Servizio di nutrizione clinica, con possibilità di ricevere un supporto dai Servizi di igiene degli alimenti e della nutrizione. «Nell’era della medicina basata sull’evidenza - spiega Vittorio Demicheli, direttore dell’Assessorato alla tutela della salute e sanità - l’alimentazione deve essere valutata non solo in termini di costo, ma anche come uno strumento per aumentare il benessere dei pazienti e l’efficacia delle cure. È stato infatti dimostrato come in un soggetto ospedalizzato un deteriorato stato di nutrizione provochi un aumento dei tempi di degenza e di riabilitazione, peggiorando la qualità di vita del paziente. Di qui l’esigenza che la ristorazione venga considerata come parte della terapia e che come tale le caratteristiche della sua fornitura vengano sottoposte alla stessa analisi critica riservata ad altre forme di trattamento». In questo senso, le linee guida emanate dalla Regione offrono importanti suggerimenti per una messa a punto ottimale del sistema, come la previsione di orari di distribuzione dei pasti non troppo diversi da quelli consueti, la messa a disposizione di locali per il consumo diversi dalla stanza di degenza o l’introduzione della possibilità, per alcune categorie di pazienti, di pranzare insieme a un parente o a un amico. Nel documento inoltre, vengono fornite raccomandazioni sulle diete che i pazienti devono seguire a seconda dell’età e della patologia, nonché indicazioni per il controllo igienico-sanitario e dietetico-nutrizionale degli alimenti. Il documento sulla ristorazione scolastica, invece, è strutturato su un duplice livello. La prima parte è rivolta agli operatori dei Servizi di igiene degli alimenti e nutrizione (Sian) delle Asl e, partendo dai riferimenti normativi e dalla letteratura scientifica in materia, illustra criteri di formulazione e valutazione dei menu mediante tabelle, illustrazioni e schemi di rotazione dei piatti, con una particolare attenzione agli aspetti critici dell’alimentazione in età evolutiva, quali il consumo di frutta e verdura e gli snack fuori pasto. La seconda parte, destinata a Comuni, responsabili delle mense e genitori, offre consigli pratici e informazioni generali per una corretta organizzazione della refezione scolastica. L’ultima sezione del piano, che affronta il tema della ristorazione nelle strutture socio-assistenziali, prende infine in esame i problemi legati alla malnutrizione dell’anziano e si caratterizza per l’offerta di utili strumenti di lavoro, come ad esempio tabelle riportanti le grammature, diete standard e particolari, schemi di valutazione del rischio di cattiva alimentazione. «Un elemento che accomuna i tre documenti - conclude Demicheli - è il concetto di sostenibilità delle produzioni e dei consumi alimentari, che include da un lato la salubrità del cibo, la sua sicurezza e l’impatto sulla salute del singolo e della comunità, dall’altro la valorizzazione di elementi quali la tradizione, la stagionalità, la scelta della filiera corta, l’eticità e, più in generale, la responsabilità sociale d’impresa». . .  
   
   
AL VIA LE ISCRIZIONI AI CORSI DI VOLONTARIATO ARAS SI POSSONO CANDIDARE I MAGGIORENNI E OCCORRE OFFRIRE ALMENO 9 ORE AL MESE  
 
 Milano, 3 maggio 2007 - Per portare avanti la sua nobile e utilissima missione di supporto telefonico ai bisognosi, l’associazione onlus Aras, Angeli in Ascolto, vuole ingrossare le fila delle sue ‘milizie angeliche’. Per questo, lancia un appello a tutti coloro che hanno un po’ di tempo libero e capacità di ascolto. Per diventare volontari Aras, occorre essere maggiorenni e poter operare in Aras come minimo 9 ore al mese. L’associazione dà la necessaria formazione attraverso corsi tenuti da psicologi esperti in relazione di aiuto e formatori interni Aras. I prossimi iniziano a settembre 07, preceduti da una preselezione per identificare le persone più idonee. “Ascoltare non è una cosa facile. – spiega la presidente Marinella Gandossi - E neppure una qualità comune. Bisogna sapersi completamente svuotare dei propri pensieri, per dare spazio totalmente alle parole dell´altro. Bisogna riuscire a sentire ciò che l´altro sente. Saper ascoltare è raro, ma si può imparare. Aras offre ai candidati al volontariato un approfondito programma di formazione, tenuto da docenti qualificati: corsi di ascolto telefonico, di relazione d´aiuto e di supporto psicologico. Solo così si può offrire un servizio serio e competente”. Per informazioni e iscrizioni visitare il sito www. Angelinascolto. It. Oppure si può chiamare il cell. : 338 74 38 461 o inviare una e-mail con i propri dati e il numero di telefono ad aras@angelinascolto. It . Commenta la presidente: “Aras ha fatto sue le parole di Madre Teresa di Calcutta: ‘Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno’. Crediamo che la capacità di ascoltare sia il primo passo per poter aiutare le persone che ci chiamano per bisogno. A volte basta una telefonata, una presenza, un aiuto per ridare fiducia e speranza a una esistenza in bilico”. Aras, insomma, è più di un numero di telefono, è cuore, emozione, e anche preparazione: il gruppo di volontari in forza attualmente ha esperienza pluriennale nella relazione di aiuto. Il prossimo corso di volontariato Aras inizia lunedì 10 settembre 07 e si articola in 7 incontri, sempre il lunedì, dalle 20,30 alle 22,40, più l’ultimo, sabato 27 ottobre, dalle 9,30 alle 12,30. Chi condivide i valori e l’impegno di Aras può inoltre devolvere all’associazione il 5 per mille. Basta indicare sul Modello Unico il codice fiscale di Aras - C. F. 97419080151 .  
   
   
LA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA ITALIANA CONCEDE L’ALTO PATRONATO ALLA MANIFESTAZIONE BRESCIANA EXPO SICURAMENTE 2007  
 
Brescia, 3 maggio 2007 - Il Presidente della Repubblica ha concesso il Suo Alto Patronato ad Expo Sicuramente 2007 in un momento in cui il dramma degli infortuni sul lavoro in Italia è sempre più grave. Questo ambito riconoscimento, riservato alle iniziative ritenute più meritevoli, sottolinea l’importanza dell’iniziativa che, come evidenziato dal Presidente della Repubblica nel Suo messaggio, "si ripropone come un momento significativo di incontro e di riflessione su un tema di particolare delicatezza e attualità. Gli infortuni sul lavoro continuano a ripetersi con preoccupante frequenza. Questa piaga sociale richiede l´adozione di idonee e tempestive misure di prevenzione e di controllo, che devono vedere la collaborazione delle istituzioni e del mondo delle imprese. In questo contesto la vostra iniziativa” prosegue il messaggio del Presidente Giorgio Napolitano “offre un contributo significativo alla diffusione nella collettività, ed in particolare tra gli operatori del settore, di una reale cultura della sicurezza, favorendo anche la conoscenza degli strumenti più idonei per contrastare con efficacia questa dolorosa realtà". L’alto Patronato pone la manifestazione di Brixia Expo – Fiera di Brescia - quale punto di riferimento in Italia per il suo ruolo di diffusore della Cultura della Sicurezza nei luoghi di lavoro, contributo concreto ed efficace all’educazione e alla cultura della tutela del lavoratore e dell’ambiente in cui opera. .  
   
   
18^ FIERA CAMPIONARIA: A SIRACUSA PER SCOVARE LE NOVITA’ DI MERCATO  
 
 Siracusa, 3 maggio 2007 - Manca poco meno di un mese alla nuova edizione di Fiera Campionaria, la manifestazione che per dieci giorni radunerà nel quartiere fieristico della Fiera del Sud di Siracusa il meglio a livello nazionale della produzione di beni e servizi. Quest’evento, che nel corso degli anni ha fatto registrare un successo di pubblico notevole (si parla di oltre 150. 000 visitatori) rappresenta per tutto il Mezzogiorno un’ampia e completa vetrina di proposte innovative per tutti i settori del mercato economico. La rassegna targata 2007 si presenta ad un pubblico sempre più numeroso e, con un’offerta diversificata, si conferma di sicuro interesse per la varietà delle proposte e delle novità che il tessuto produttivo nazionale e regionale espone. Non solo imprenditori e liberi professionisti; ma anche casalinghe, persone in cerca di occupazione e studenti affolleranno dal 4 al 13 Maggio i quarantamila metri quadrati del quartiere fieristico di viale Epipoli, palcoscenico e al tempo stesso rappresentazione di una Sicilia e di un Meridione che lavora e che si confronta a testa alta con tutte le realtà produttive. L’individuo, insomma, con le sue originalità, con le sue proposte ed innovazioni è il protagonista di questa diciottesima edizione di Campionaria. La Campionaria rappresenta dunque un grande evento espositivo che raccoglie una molteplicità di settori merceologici: dall’arredamento all’edilizia, dagli articoli casalinghi all’agroalimentare, dal settore automobilistico alla nautica da diporto, dalle grandi società di servizi alle imprese operanti nel campo dell’innovazione tecnologica. La presenza in Fiera rappresenta quindi una garanzia ed una certezza di grande visibilità, assicurando contatti con il pubblico qualitativamente e numericamente elevati. La Campionaria accoglie infatti un pubblico vastissimo offrendo soluzioni moderne, innovative ed efficaci. Chiave del successo della manifestazione è sicuramente una comunicazione forte e d’impatto, che negli anni ha contraddistinto lo stile dell’organizzazione; riuscendo a raggiungere in modo diretto i potenziali visitatori coinvolgendoli in vario modo in un’ampia gamma d’interessi da condividere. I non pochi sforzi organizzativi e la positiva riposta del pubblico hanno sicuramente contribuito a rendere la Campionaria pienamente competitiva con le altre realtà espositive. .  
   
   
IL MITREO, L’ARTE CONTEMPORANEA ARRIVA A CORVIALE UNA MOSTRA E UN CONCERTO PER INAUGURARE UN NUOVO CENTRO CULTURALE, SIGNIFICATIVA SINERGIA FRA IMPRESA PRIVATA E COMUNE DI ROMA  
 
 Roma, 3 maggio 2007 - Giovedì 10 maggio p. V. Dalle ore 19, si inaugura Il Mitreo di Arvalia, il nuovo centro d’arte contemporanea situato sotto la sala Consiliare del Xv Municipio, a Corviale di Roma, con il patrocinio del Comune di Roma. Il Mitreo, che ha già ospitato alcuni eventi riscuotendo positivi ed unanimi consensi, grazie alla qualità delle proposte ma anche alla particolarità del luogo, è nato da una idea di Monica Melani, artista da più di un ventennio ed oggi neo imprenditrice e direttore del centro che, in virtù dell’idoneità del progetto al contributo L266/97- Bando dell’intrattenimento, indetto dall’Assessorato alle Politiche per le Periferie, lo Sviluppo Locale, il Lavoro, del Comune di Roma, ha fondato l’impresa Iside, con l’intento di contribuire a rimettere al centro della contemporaneità il valore sociale e propulsivo dell’arte attraverso il coinvolgimento e la valorizzazione delle risorse creative della società contemporanea. La prestigiosa location, concessa in uso all’impresa Iside dal Xv Municipio Arvalia di Roma che ne ha condiviso gli intenti, divenendo il primo partner, è infatti concepita, fin anche nei suoi allestimenti, curati dal creativo Roberto Ciambrone in collaborazione con l’impresa Teknicos che ha realizzato gli impianti, come un luogo-opera in continuo divenire, dove far incontrare artisti di vari linguaggi, istituzioni, enti pubblici, imprese private e pubblico, coniugando cultura, impegno sociale e sviluppo economico, anche al fine di rilanciare un territorio periferico, come quello di Corviale, ponendolo all’attenzione della città di Roma, con l’ambizione di una espansione internazionale. Il programma della serata a cui interverranno l’Assessore alle Politiche per le Periferie, lo Sviluppo Locale, il Lavoro del Comune di Roma Dante Pomponi, il Presidente del Municipio Roma Xv Arvalia Gianni Paris, L’assessore alla cultura del Municipio Roma Xv Arvalia Fabrizio Grossi, partner ed altri che hanno sostenuto e condiviso il Progetto Mitreo e la mission di Iside, prevede: dalle 19 l’inaugurazione della mostra “Colore, una ricerca” a cura di Cesare Sarzini. Le opere pittoriche degli artisti Fabio Massimo Caruso, Michele De Luca, Monica Melani, Silvia Stucky e Giuseppe Tabacco, in esposizione dal 10 al 19 maggio, costituiscono un’anticipazione della mostra in programma nel prossimo autunno, appartenente ad un ciclo di esposizioni che intendono rilevare alcune situazioni artistiche romane. I cinque artisti, pur non formando un gruppo, appartengono alla generazione, nata per lo più negli anni cinquanta, e nella loro ricerca ha rilevanza il colore. Dalle 21 il concerto/happening a cura del giornalista e cantautore Ernesto Bassignano. Quest’ultimo avvenimento, per volere di chi lo ha concepito, avrà l’aspetto formale d’un vero e proprio happening, come quelli che molti anni prima ebbero luogo al mitico Folkstudio, il locale alternativo trasteverino nel quale Bassignano mosse i primi passi, accanto ai suoi complici dell’epoca De Gregori e Venditti. La serata si prefigge, oltre al motivo inaugurale contingente, di diventare il primo di una serie di appuntamenti ed incontri d’autore che il venerdì sera, porteranno la canzone civile sulla pedana del Mitreo, e di presentare quindi un primo esempio e spaccato collettivo di quella materia tra Folclore e poesia civile e d’autore che Bassignano intende far vivere come vera e propria rassegna dal prossimo autunno. Nell’occasione, insieme a Bassignano, saranno sul palco alcuni dei molti vivaci personaggi della vita culturale ed artistica italiana, artisti che, tra l’altro, fanno anche parte dell’usuale cast della trasmissione di Radiouno Rai “Ho perso il trend”. A parlare in musica di canzone politica, canzone d’autore e canzone folk, saranno dunque, accanto ad Ernesto Bassignano, cantautori quali tra gli altri: Mimmo Locasciulli e Mario Castelnuovo; Grazia Di Michele; voci straordinarie della tradizione contadina come quella della recente vincitrice della targa Tenco Lucilla Galeazzi e dell’etnomusicologo Nando Citarella con i suoi “Tamburi Vesuviani” a scaldare la serata con putipù, ciaramelle, chitarre battenti, violini e fisarmoniche moresche ma anche balcaniche ed il coro “Guido Guinizzelli” del M. Alberto Antinori; L’attore brillante Stefano Antonucci s’incaricherà infine di legare il tutto dando un “tocco di romanità” colta e popolare. Www. Mitreoiside. Com .  
   
   
JULIAN SCHNABEL PAINTINGS 1978-2006 ROMA, LOGGIATO DI PALAZZO VENEZIA 4 MAGGIO - 17 GIUGNO 2007  
 
 Roma, 3 maggio 2007 - Dal 4 maggio al 17 giugno 2007 si terrà a Roma la prima importante rassegna nell’Urbe dedicata al multiforme talento creativo di Julian Schnabel. “Uso qualunque strumento mi consenta di tradurre i miei impulsi in un’evidenza fisica”: Questa l’affermazione di Schnabel che si pone come ideale Leitmotiv della mostra. Un evento espositivo che si prefigge di raccontare la personalità di un artista metamorfico e imprevedibile, di comunicare la forza espressiva perfino spiazzante, fluviale, epica di questa complessa figura del contemporaneo che dagli Eighties ha saputo oltrepassare il debutto del millennio con una coerenza espressiva, una potenza e una verità straordinarie e più che mai integre e vitali. Nel 2004 è stato il complesso della Mostra d’Oltremare a Napoli ad ospitare le sue tele di dimensioni imponenti. Quest’anno invece sarà l’austera volumetria rinascimentale di Palazzo Venezia a Roma, coi suoi saloni vasti e solenni, ad accogliere dal 4 maggio al 17 giugno prossimi, la “maniera grande”, il magniloquente e narrativo fare pittorico del celebre artista newyorkese. Julian Schnabel, cultore della provocazione e del paradosso, ama definirsi un “pittore delle caverne” e allo stesso tempo proporsi quale ”interior decorator”. Un gioco di contrasti che svela la sfaccettata lettura della realtà di Schnabel. Da una parte ecco l’artista primitivo che si immerge nella materia pittorica e dipinge con le mani, dall’altra il sofisticato scenografo che inventa alberghi come stageset opulenti e intessuti di colte suggestioni. Basti pensare al suo recente completo restyling tra storicistico e camp del Gramercy Park Hotel a New York. Ma l’imprendibile talento di Julian non si limita a questo. Egli si è infatti dimostrato un ottimo regista di cinema con i films Basquiat, del 1996 e nel 2000 con Before Night Fall, pellicola che vince il premio Grand Jury e la Coppa Volpi per il miglior attore, il protagonista Javier Bardem, al Festival del Cinema di Venezia. Nulla dunque di più antitetico e di più affine nello stesso tempo. Tra i candidati alla competizione ufficiale del Festival del Film di Cannes 2007 figura Le Scaphandre et le papillon, ultima fatica cinematografica di Schnabel che ha adattato per lo schermo il romanzo omonimo di Jean-dominique Bauby. Bauby, ex caporedattore di Elle, ha scritto questo libro in seguito all’incidente d’auto che ha avuto nel dicembre del 1995 mettendolo nella condizione di “locked in- syndrom” (chiuso dentro se stesso). Completamente paralizzato, non potendo più muoversi, ha dettato lettera dopo lettera, grazie al battito della sua palpebra sinistra una sorta di diario del suo viaggio immobile che venne pubblicato qualche settimana dopo la sua morte nel marzo del 1997, all’età di 44 anni. Ronald Harwood, Premio Oscar nel 2003 per Il pianista di Roman Polanski, ha scritto la sceneggiatura e nella lista del cast figurano Mathieu Amalric, Anne Consigny e Emmanuelle Seigner. La mostra romana si articola intorno a una trentina di opere, in un percorso che si snoda lungo i sette grandi ambienti a piano nobile del palazzo. Un itinerario che tocca quattro temi essenziali dell’opera pittorica di Schnabel. Dalle opere di grande formato, le immense tele dove tratti densi e corposi si mescolano a segni più sfumati e sottili, alla galleria dei ritratti e degli autoritratti. Dai Plate Paintings, i dipinti realizzati sulle superfici di frammenti di ceramica, fino ai Japanese Paintings, colori ad olio su foto digitali. Il bellissimo ciclo dedicato alla cantante anglo-francese Jane Birkin, prodotto nel 1990, nella rassegna è rappresentato da tre opere che hanno l’essenzialità, le proporzioni e usano quale supporto lo stesso materiale delle vele delle imbarcazioni. “Anno Domini 1990” è anche la data di creazione delle tre grandiose opere -oltre 6 metri di altezza, larghe altrettanto- esposte nella sala che apre la mostra. Lavori eseguiti su tarpaulin (o tarp), grandi fogli flessibili e resistenti all’acqua, un materiale inusitato e diverso che l’artista ha utilizzato fin dai suoi esordi negli anni Settanta. Una colata di cera e resina, che dà alle tele la brillantezza quasi liquida e luminosa di un encausto, caratterizza la galleria dei ritratti. Tra questi sorprende per dinamico impatto narrativo e insieme per l’astrazione metafisica che ricorda i maestri del Siglo de Oro spagnolo, Zurbaran e Sanchez Coello in particolare, quanto lo scavato pathos goyesco, quello dell’attore Gary Oldman, vestito con il costume tradizionale dei toreri iberici, lo scintillante traje de luz incrostato di pietre e ricami su tessuto dorato. Dipinto compiuto nell’estate del 2005 nello studio di San Sebastian. I ritratti sono realizzati su tele quadrangolari impreziosite da elaborate cornici bianche in fibra di vetro, un materiale che ha permesso all’artista di riprodurre l’intaglio di una cornice barocca spagnola a lui molto cara. A dichiarare inoltre la sua profonda passione per la terra, l’arte e la storia di Spagna, ci sono i tre autoritratti in cui Schnabel, “fiero fino alla presunzione”, parafrasando il “Pictor optimus” Giorgio de Chirico, immortala sa stesso à la façon de Vélasquez . Nell’ambiente successivo sono poste le opere eseguite su cocci di piatti in ceramica, nelle quali alcune figure umane colte di tre quarti spuntano tra solitari tralicci mentre un viso, quasi un attonito sacrale ritratto del Fayoum, fissa la scena. La serie dei Japanese Paintings seduce per la sua fluida, emblematica capacità di oscillare fra l’astratto e il figurativo. Per finire, due opere, Buckwheat Pillow e Lucio, che in qualche modo riassumono in sé tutta la produzione di Julian Schnabel, caratterizzate come sono dalla componente caotica, dinamica ed irruente dell’abstract painting che va a sposarsi con una forte matrice simbolica. Tutti i lavori colpiscono per la loro energia, un flusso irrefrenabile, sconvolgente, che deriva dalla chiara necessità dell’artista di confrontarsi alla pari con la materia, di dominarne i segreti e la pregnanza. Ne affiora una straordinaria forza comunicativa che ci pone di fronte al puro potere creativo, talvolta anche aggressivo e soverchiante, di Julian Schnabel. Una forza che improvvisamente ci lascia indifesi. Julian Schnabel è nato a New York nel 1951. A quattordici anni si è trasferito a Brownsville, in Texas, e dal 1969 al 1973 ha frequentato l´Università di Houston. Subito dopo la laurea Schnabel partecipa ad un programma di studio del Whitney Museum a New York e nel 1975 espone al Museo d´Arte Contemporanea di Houston. Poi, per due anni, il pittore lavora come cuoco in un ristorante di New York. Nel 1978 Julian Schnabel parte per un lungo viaggio che lo porterà in Spagna, Italia e Germania, e comincia ad esporre i suoi dipinti in molte delle più importanti gallerie europee e americane. All´inizio degli anni ottanta, inizia anche a realizzare sculture. Quando, nel 1995, comincia a lavorare ad un film sul pittore Jean-michel Basquiat, Julian Schnabel è un artista affermato, che è già stato celebrato con mostre antologiche e retrospettive dai musei di mezzo mondo. Le sue opere sono presenti nelle collezioni di alcuni dei musei d’arte moderna e contemporanea più importanti del mondo: Albright Knox Art Gallery, Buffalo - The Art Institute of Chicago - Australian National Gallery - The Butler Institute of American Art, Ohio - Dallas Museum of Art, Dallas - Des Moines Art Center, Iowa - Guggenheim Museum, Bilbao - Hamburger Bahnhof, Berlin - Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington Dc - Kochi Museum, Japan - Kunsthalle Basel, Switzerland - Kunstmuseum Basel, Switzerland - The Metropolitan Museum of Art, New York - Milwaukee Art Museum, Milwaukee - Centre Georges Pompidou, Paris - Museo Nacional Centro de Arte Contemporaneo Reina Sofia, Madrid - Museum of Art Carnegie Institute, Pittsbourg - Museum of Contemporary Art, Los Angeles - Museum of Contemporary Art, Miami - Museum of Modern Art, New York - National Gallery of Art, Washington Dc - Paine Webber Collection, New York - Philadephia Museum of Art, Philadelphia - The Refco Collection, Chicago - San Francisco Museum of Moderne Art, San Francisco - The Solomon R. Guggenheim Collection, New York - Sonje Museum of Contemporary Art, Korea - Stedelijk Museum, Amsterdam - Tate Gallery, London - Tokyo Metropolitan Art Museum, Tokyo - Whitney Museum of American Art, New York - Yokohama Museum of Art, Yokohama. .  
   
   
INAUGURATA MOSTRA APOCALISSE A ILLEGIO (UD)  
 
Illegio (Ud), 3 maggio 2007 - E´ stato il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano e camerlengo di Santa Romana Chiesa, a inaugurare, nella casa delle esposizioni di Illegio (Udine), la mostra "Apocalisse. L´ultima rivelazione", che raccoglie nel borgo carnico fino al 30 settembre 2007 cento capolavori dell´arte di tutti i tempi, da Albrecht Durer a Guido Reni, dal El Greco ad Alfonso Cano, da Salvador Dalì a Giorgio De Chirico, dai codici del primo millennio cristiano alle icone bizantine e quelle russe di Novgorod. Le opere provengono dalle più prestigiose sedi museali del mondo: Musei Vaticani, Louvre, Centre Pompidou, Musée de Cluny di Parigi, Thyssen-bornemisza di Madrid, Galleria Tret´jakov di Mosca, Musei nazionali di Budapest e Varsavia, Basilica di San Marcio a Venezia. All´inaugurazione era presente il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini, che ha sottolineato la crescita di qualità e di partecipazione delle iniziative culturali di Illegio. La mostra ospita quest´anno opere straordinarie e dimostra come la Carnia voglia crescere riscoprendo il valore delle sue tradizioni e della sua cultura e come la sua gente sappia sviluppare il calore dell´accoglienza, ma anche il suo ingegno, la sua intelligenza, la sua creatività. La mostra, promossa e organizzata dal Comitato di San Floriano, segue quelle di altrettanto richiamo internazionale "Floriano" (2004), "Mysterium" (2005) e "Martino" (2006), è stata incoraggiata dal Segretario di Stato di papa Benedetto Xvi, ha l´Alto patronato della Santa Sede e del presidente della Repubblica Italiana e il patrocinio del ministero per i Beni e le attività culturali. Il presidente dell´Assemblea legislativa regionale ha visitato in forma privata l´esposizione assieme al cardinale Bertone e alle autorità civili e religiose, tra cui il presidente della Regione, l´arcivescovo di Udine mons. Pietro Brollo e il presidente del Comitato e parroco di Tolmezzo e Illegio, mons. Angelo Zanello, che ha anche annunciato il possibile allestimento della mostra da ottobre a dicembre ai Musei Vaticani. Fino a settembre si terranno inoltre sette incontri, come i sette sigilli dell´Apocalisse - che in greco significa rivelazione - sette appuntamenti per entrare nel mistero del "libro della speranza", scritto alla fine del I secolo presso l´isola di Pathmos nel mar Egeo, scoprirne i significati, apprezzarne la bellezza. .  
   
   
ENNIO MORLOTTI DI TERRA E DI SILENZI STUDIO FORNI MILANO 10 MAGGIO – 23 GIUGNO 2007  
 
Milano, 3 maggio 2007 - Nelle opere di Ennio Morlotti (Lecco 1910, Milano 1992) si mostra “l’antico volto della terra nel trascorrere del tempo. Della terra c’è la dura materia, la malinconia e la vita dì un nodo protetto da tracce dolorose d’inconscio, da incisioni e colate, erosioni e da morsicati confini. ” Una storia di amore e morte che si ripete all’infinito, nell’inesorabile ciclicità del tempo, dove “L’estate seppellisce l’uccello nato in primavera” e dove “i vermi narrano le tempeste dell’inverno o il funerale del sole”. Un canto alla natura e alla sua “dolcissima terra”, verde e rigogliosa o sterile e cosparsa di rocce. La natura diviene simbolo stesso dell’esistenza, un tutto di cui ogni essere vivente fa parte; anche le figure ritratte nei suoi dipinti non sono altro che “terra che attende e non dice parola”, immerse in un immobile silenzio che sembra contenere il significato dell’esistenza . .  
   
   
BIOKIP UNDERGROUND ARTS GALLERY PRESENTS: MARVIN CRUSHLER´S "CULTURA DA COLORARE." 12-23 MAGGIO BIOKIP GALLERY  
 
Milano, 3 maggio 2007 - La Biokip Gallery apre le sue porte dal 12-5 al 23-5-07 per ospitare i lavori dell´artista americano Marvin Crushler e non solo, in un esposizione che vede protagonista il contributo e l´improvvisazione di una moltitudine di bambini che si avvicina al mondo dell´arte. Marvin nasce negli Stati Uniti e lì frequenta il "Bachelor of arts" all´università del Minnesota, in Minneapolis, per poi approdare a Pavia e Milano, dove ora vive e lavora. Dopo varie collaborazioni con gallerie a Minneapolis, New York e Lisbona l´artista americano lavora anche come scenografo al Teatro delle Erbe di Milano e prende parte alla collettiva "Il Sospetto" della Biokip Gallery. Quello che caratterizza Marvin è proprio la sua dinamicità nel sapersi adattare a ogni situazione e affrontare con naturalezza ogni dimensione artistica. Oggi scrive e dipinge senza darsi un attimo di pausa sia a casa che in strada. "Cultura da colorare" sarà un´esposizione atipica perché non sarà una semplice esposizione, ci saranno sì dei lavori ma altrettanti se ne creeranno direttamente in galleria. Alla Biokip Gallery infatti Marvin Crushler mette in mostra alcune delle sue opere affiancandole a quelle di alcuni bambini, mentre altre di cui traccia solo il contorno vengono lasciate nelle mani della creatività dei più piccoli, quella più pura e incontaminata, lontana dalle leggi di mercato e trend. E´ così che l´artista, lasciando i ragazzini liberi di creare, accompagnati dalla musica che pure potranno scegliere, cerca di scoprire con che occhi questi vedano il mondo dei più grandi, chiedendo loro di rappresentare il proprio concetto di street art e di cultura di strada. Una cultura che ognuno si forma, anche non sui soli libri, e che si porta dietro giorno dopo giorno. In questa esposizione tutti i lavori di Marvin Crushler sono stati realizzati a tecnica mista su materiali che l´artista ha raccolto per le strade di mezzo mondo. Stencil, marker e pennelli alcuni degli strumenti, acrilici, inchiostri, acrilici e gessetti a olio solo alcuni dei materiali usati dall´artista americano per esprimere la propria poliedrica creatività. Pennarelli e tempere sono invece gli strumenti che i bambini dovranno usare per colorare la cultura, per dare vita a quelle immagini che solo la loro fantasia può partorire, proprio sulle pareti della galleria. "Cultura da colorare" non è che l´incontro di generazioni diverse, ognuna delle quali ha qualcosa da imparare dalle altre. .  
   
   
LUIGI MANINI (1848 – 1936) ARCHITETTO, SCENOGRAFO, PITTORE E FOTOGRAFO A CREMA (CR) DAL 6 MAGGIO ALL’8 LUGLIO 2007  
 
Crema, 3 maggio 2007 - Una grande operazione culturale che abbina il fascino dell’argomento e un rigoroso progetto scientifico è in programma a Crema dal 6 maggio all’8 luglio 2007. Negli spazi della Cittadella della Cultura si terrà la mostra Luigi Manini (1848 – 1936), che ricostruisce la versatile attività di questo protagonista cremasco della cultura tra Ottocento e Novecento, che fu architetto, scenografo, pittore e fotografo. L’esposizione è organizzata dall’Apic (Associazione Promozione Iniziative Culturali di Cremona), dal Comune di Crema, dalla Camera di Commercio di Cremona, dai Comuni di Cremona e Casalmaggiore, in collaborazione con Fundaçao Cultursintra di Sintra (Portogallo) e col Museo del Teatro alla Scala di Milano, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lombardia, Culture Identità e Autonomie della Lombardia e con il contributo dell’Associazione Popolare Crema per il Territorio. Il progetto si propone d’indagare, attraverso la biografia intellettuale e l’opera di Luigi Manini, i modi della circolazione delle idee e del “saper fare” soprattutto nelle due regioni europee (Portogallo e Lombardia) nell’arco cronologico di cinquant’anni tra Ottocento e Novecento, valorizzando anche il Fondo Manini, conservato nel Museo Civico di Crema e del Cremasco, al cui interno sono conservati disegni di scenografia, di architettura e di decorazione, fotografie, epistolari, materiale librario, quadri. Il percorso espositivo, curato da un comitato scientifico presieduto da Giuliana Ricci (docente del Politecnico di Milano), raccoglie oltre 300 pezzi, tra disegni di scenografia, di architettura e di decorazione, fotografie, materiale epistolario e librario, quadri, incisioni, sculture, manoscritti, arredi, che permetteranno al visitatore di ripercorre le tappe della carriera di Luigi Manini. Agli inizi degli anni Settanta dell’Ottocento, dopo gli inizi a Crema e la sua esperienza all’Accademia di Brera di Milano, Manini si dedica ad alcuni viaggi, tra cui uno in Francia. Ritornato in Italia, realizza per il teatro di Crema le scene per il Ruy Blas di Filippo Marchetti, rappresentato nel carnevale 1873 ma, venuto a contrasto con l’impresario Camillo Bernardi, abbandona la città. A questo punto della sua vicenda artistica avviene l’incontro con Carlo Ferrario, direttore della scenografia alla Scala di Milano che lo accoglie, il 23 gennaio 1873, come principiante scenografo. Questo incontro segna una svolta decisiva per la carriera di Manini e fissa molto probabilmente anche un primo momento di riflessione su un uso mirato della fotografia, di cui Ferrario si avvaleva ampiamente per la riproduzione e la diffusione dei propri bozzetti. Nel fondo dei Musei Civici di Crema, donato alla città dallo stesso Manini, e tra i materiali ancora conservati presso gli eredi, sono infatti presenti moltissime fotografie, in gran parte sciolte, databili tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, che costituiscono una parte cospicua dell’“archivio visivo” da lui costruito nel corso degli anni. Manini divenne nel 1874 scenografo del Teatro alla Scala. Nel 1879 Manini lascia Milano per Lisbona. Il giovane cremasco aveva infatti declinato l’invito a succedere al maestro nel ruolo di direttore della scenografia alla Scala di Milano, accettando invece l’incarico al teatro San Carlo di Lisbona, avviando così la sua lunga carriera portoghese. Nella capitale lusitana soggiornerà consecutivamente per circa sedici anni, con puntate a Porto e a Madeira, per la sua attività di decoratore di teatri, e soprattutto a Sintra, la città – resa celebre da Byron – residenza estiva della corte (collegata dal 1887 a Lisbona dalla ferrovia) e scenario elettivo per la sua attività di architetto e fotografo fino alla rivoluzione del 1910 quando, con la caduta della monarchia, si chiuderà definitivamente un’epoca e si esaurirà di fatto la sua committenza. Manini riuscì nell’intento di assecondare le strategie culturali della casa reale e dei suoi più importanti collaboratori accogliendo l’invito a elaborare una sua versione di neomanuelino, una ripresa ottocentesca dello stile gotico fiammeggiante, sviluppatosi durante il regno di re Manuel I (1469-1521). Nel 1886 viene invitato dal ministro dei Lavori Pubblici Emídio Navarro a occuparsi, nella “mata” di Buçaco (Luso), della costruzione di un grande albergo, legato al tracciato ferroviario Lisbona-parigi, con l’intento di connotare fortemente il luogo, caratterizzato da un grande fascino ambientale. Da quel momento Manini diviene un architetto assai richiesto dalla borghesia della capitale, soprattutto per la realizzazione di case di villeggiatura a Sintra, nelle quali sperimenta le più diverse opzioni stilistiche, dal neoromanico lombardo di villa Sassetti al sogno neomanuelino della Quinta da Regaleira. Nella capitale portoghese divenne scenografo nei teatri San Carlo e Donna Maria, ove dipinse numerose scene per varie opere liriche. Sempre in Portogallo, si dedicò all´attività di architetto, costruendo il Palazzo Busacco a Coimbra e il Palazzo della Regaleìra a Sintra. Proprio l’attività di architetto gli valse grandi attestati di stima in terra lusitana dove, dal 1880 al 1912, lavorò anche alla progettazione e alla edificazione di palazzi per la Casa Reale e per molti uomini di governo. Il ricorso a molteplici citazioni, in continuo rapporto dialettico con l’universo artistico internazionale, esperito anche attraverso le esposizioni, spiega la ricchezza e la raffinatezza delle soluzioni formali adottate da Manini tanto nella decorazione pittorica quanto in quella delle arti applicate dove seppe misurarsi egregiamente con il Settecento, il Cinquecento e il Rinascimento italiano e lo stile manuelino portoghese Egli divenne in un ristretto arco temporale una delle figure di maggior spicco del Portogallo, responsabile tanto dell’ideazione di scene teatrali quanto della progettazione e della decorazione di dimore private. Più di altri, fu in grado di incarnare ed esprimere ideali ed esigenze della società che lo aveva accolto, adottando disinvoltamente gli stili del passato che riteneva di volta in volta più appropriati, analogamente a quanto era già avvenuto altrove in Europa, nella fitta trama di intrecci tra cultura romantica e ideali nazionali. Rientrato in Italia nel 1912, si dedicò esclusivamente e per passione privata alla fotografia e alla pittura da cavalletto. Si spense a Brescia nel 1936. .  
   
   
L’ANTOLOGICA DI GIANFRANCO FERRONI A BERGAMO (PALAZZO DELLA RAGIONE) DAL 1° GIUGNO AL 19 AGOSTO 2007  
 
Bergamo, 3 maggio 2007 - Dal 1° giugno al 19 agosto 2007 la Gamec - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo presenta al pubblico una mostra dedicata a Gianfranco Ferroni (Livorno 1927 – Bergamo 2001) nella sede di Palazzo della Ragione in Città Alta. La personale, a cura di Maria Cristina Rodeschini - Direttore d’Istituto della Gamec - e Marco Vallora - storico e critico dell’arte -, nasce da un progetto concordato tra le città di Milano e Bergamo e si sviluppa lungo un percorso espositivo che coinvolge Palazzo della Ragione a Bergamo e, da luglio, Palazzo Reale a Milano. A sottolineare il fascino della ricerca artistica di Ferroni concorre il suggestivo allestimento progettato appositamente dall’architetto svizzero Mario Botta. Attraverso un’antologica di 80 opere (50 olii e 30 tra disegni, incisioni, fotografie) in grado di ripercorrere le tematiche care a Ferroni, la Gamec ha scelto di fare il punto sulla ricerca di un artista particolarmente legato a Bergamo, dove ha vissuto e lavorato per due decenni - proprio nei pressi della Galleria - e le cui opere arricchiscono oggi numerose collezioni private della città. Dopo una difficile sperimentazione da autodidatta, Gianfranco Ferroni approda ad una poetica sofferta e impegnata. Nato a Livorno nel 1927, ancora giovane è segnato dalla dura esperienza della guerra. Dal 1944 si trasferisce a Milano e si avvicina al mondo artistico di Brera: sono anni di inquietudine ed insoddisfazione alla ricerca di uno stile proprio. Le sue prime opere di rilievo si muovono in una direzione espressionista che, attorno alla metà degli anni Cinquanta, sfocerà in quel “realismo esistenziale” - condiviso da artisti quali Banchieri, Ceretti, Cremonini, Guerreschi, Romagnoni, Sughi, Vaglieri, Vespignani, Bodini - incentrato violentemente sul tema della condizione umana e svincolato da ogni forma di prevaricazione ideologica, dove diventa evidente l’influenza stilistica e tematica di artisti come Bacon, per esempio nel moltiplicarsi e deformarsi dei profili del volto, Giacometti nel consumarsi delle figure e Wols nei grovigli informali delle vedute di città. A partire dai primi anni sessanta la pittura di Ferroni si avvicina alla cultura pop e nei suoi lavori è evidente una serrata dialettica tra disegno, incisione e pittura, unita al suo impegno sociale e all’attenzione per la resa dello spazio diviso in sezioni e campiture cromatiche, dove si collocano sequenze differenti di un racconto esistenziale. E’ in questa fase che iniziano ad emergere i suoi temi più ricorrenti: la madre, la cittadina di Tradate - ambiente da lui vissuto come una prigione, ma insieme luogo degli affetti più cari -, i rifiuti, gli interni, l’ambiente sconvolto, il racconto di situazione, la passione, la stanza ritrovata, il ritratto di Norge, gli spettri, la leggenda dell’annegato, l’autoritratto. E’ evidente un invito ad una più ampia riflessione sul senso del vivere umano attraverso situazioni di morte, tortura e alienazione. A partire dagli anni Ottanta il suo percorso segna una svolta intimistica grazie all’autoritratto, filo rosso che aggroviglia la sua ricerca artistica ed esistenziale. Autoritratto che prenderà le spoglie di un ombra, del suo studio, del cavalletto, del suo lettino sfatto, degli strumenti o delle cose di ogni giorno sul tavolino da lavoro, delle stanze abbandonate. Nel pulviscolo grigio degli interni, filtrato dalla luce, l’indagine accurata di ogni più semplice e squallido particolare ci parla della necessità di immergersi, oltre l’apparenza, nella quotidianità più dimessa per tentare di afferrare la ragione ultima dell’esistere. Da sempre Ferroni nei suoi dipinti tenta di fermare nel tempo il ricordo facendo riflettere su ciò che è stato, senza tuttavia dimenticare che il senso della vita si può cogliere solo nello scorrere inarrestabile ed inafferrabile del tempo, nel generarsi e rigenerarsi dell’io e della realtà stessa nella compresenza tra presente e passato. .  
   
   
1/9 UNOSUNOVE ARTE CONTEMPORANEA PRESENTA LA MOSTRA HEIDRUN SANDBICHLER -ZONE PERIFERICHE-  
 
Roma, 3 maggio 2007 - Nelle opere dell’austriaca Heidrun Sandbichler la religione, le scienze naturali e i processi biologici costituiscono da sempre importanti spunti di riflessione. Ponendosi in relazione con il luogo della presentazione delle sue opere, recependone elementi storici e sociali ed instaurando con essi legami di varia natura, vengono alla luce opere con molteplici implicazioni, sia dal punto di vista del contenuto che formale. In occasione della sua prima mostra personale in Italia dal titolo “Zone Periferiche” la Sandbichler torna su uno dei suoi temi di maggiore interesse: l’associazione di diverse tradizioni e culture. Una installazione a terra mutua le strutture archeologiche degli scavi della basilica di San Clemente e le adatta allo spazio della galleria. Nel corso dei secoli modificata, distrutta, ampliata e provvista di contenuti religiosi via via nuovi, rimasta tuttora in parte inesplorata, questa basilica reca quella stratificazione e permeabilità delle concezioni umane di cui appunto si occupa l’artista. Per i tre light boxes con immagini e testi tratti dal film “Gesù di Nazareth” di Franco Zeffirelli la Sandbichler prende uno di quei diari con qualche illustrazione o testo incorporato e se ne serve a mo’ di album per attaccarvi foto sul film e lavorarvi con citazioni tratte dalla sua storia. Anche nel caso delle due tele e dell’opera fotografica in bianco e nero il riferimento all’iconografia cristiana è evidente: la perdita dell’innocenza, il riferimento all’ignoto, a contenuti spesso codificati e pensieri ermetici. L’interesse dell’artista verte sul labile confine tra natura e religione, quotidiano e memoria, politica e massmedia, sui punti di compenetrazione tra le zone periferiche dell’eretico, che vengono tradotti nel linguaggio estetico con sorprendente coerenza, indipendentemente dalla tecnica impiegata. Nata nel 1970 a Innsbruck, Heidrun Sandbichler ha partecipato a numerose mostre collettive. Tra le più recenti ricordiamo “Zona Ovest” presso la Biblioteca Universitaria di Torino (2007) ed “Opera Austria” presso il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato (2006). .  
   
   
TEATRO LITTA: “COME SE FOSSIMO STATI MESSI LI PROPRIO IN QUEL MOMENTO” DAL 2 AL 13 MAGGIO 2007  
 
 Milano, 3 maggio 2007 - Venerdì 4 maggio alle ore 17. 45 presso la libreria Gli Archivi del Œ900 di via Montevideo 9 a Milano si terrà un incontro sullo spettacolo. Interverranno il regista Giorgio Sciumè e Andrea Carabelli. Una delle rare trasposizioni teatrali del lavoro di Carver. Tratto da quattro racconti (Cattedrale, Creditori, Chiunque abbia usato questo letto e I chilometri sono effettivi?) l¹adattamento teatrale è il frutto della collaborazione tra Giorgio Sciumè e Riccardo Duranti, traduttore ufficiale di Carver per l¹Italia. Robert, un uomo cieco, va a fare visita a una sua cara amica e incontra per la prima volta suo marito. Aubery Bell è un venditore di aspirapolveri e cerca di piazzarne uno a un disoccupato. Iris e Jack, sposati, sono tormentati per una notte da una voce che al telefono chiede insistentemente di un certo Bob. Toni e Leo sono marito e moglie e navigano in cattive acque, Toni deve riuscire a vendere la macchina per fare qualche soldo. Queste le esili trame dei quattro racconti, ma nelle situazioni scelte per narrare le vite dei personaggi si manifesta un senso di necessità critica, di difficoltà esistenziale, di attesa inquieta ben più durevole e fondo. Lo spettacolo avanza per sequenze di dialogo che sviluppano l¹azione, svelano controluce i personaggi e generano infine in loro un cambiamento dello sguardo che, sorpreso, impaurito, si apre alla gioia e al dolore come se fossero stati messi lì proprio in quel momento. Recitano lo spettacolo tre attori in una scena che disegna interni geometrici di case immerse nel silenzio luminoso degli oggetti quasi unici testimoni dell¹emozione di essere esistiti. In scena tre giovani attori professionisti con importanti esperienze professionali e formative: Francesca Minutoli, si è diplomata con la medaglia d¹oro all¹Accademia dei Filodrammatici di Milano, Andrea Carabelli si è formato con la compagnia Lombardi-tiezzi di Firenze, Giorgio Sciumè ha già al suo attivo numerose esperienze. Raymond Carver, americano, mancato precocemente a soli 50 anni nel 1988, è universalmente noto come uno dei più grandi scrittori del Novecento. In Italia è conosciuto fin dagli anni Ottanta anche se il largo successo di pubblico arriva negli anni Novanta da quando la casa editrice Minimum Fax ne pubblica cura la pubblicazione. Tra i titoli più importanti ricordiamo ŒDa dove sto chiamando¹ , ŒRacconti in forma di poesia¹, ŒVuoi sta zitta per favore?¹, ŒDi cosa parliamo quando parliamo d¹amore¹, ŒCattedrale¹. Nel 2005 la Mondadori ha pubblicato ŒTutti i racconti¹ nella prestigiosa collana ŒI Meridiani¹. Dalla sua opera Robert Altman ha tratto la sceneggiatura del film ŒAmerica oggi¹ Leone d¹Oro al festival di Venezia. Tra i lavori precedenti della compagnia Studi Imperfetti segnaliamo ŒGetsemani¹ (2002) tratta dall¹opera di Charles Pèguy, il monologo ŒStud imperfetti¹ (2003), percorso attraverso i testi letterari di quattro giovani scrittori: Alessandro Manzoni, Carlo Porta, Carlo Emilio Gadda e Giovanni Testori. Lo spettacolo ŒNati due volte¹ (2004) scrittura teatrale tratta dall¹opera ŒNati due volte¹ di Giuseppe Pontiggia. La lettura a due voci ŒNovecentocomico¹ (2006), viaggio terrestre nella letteratura italiana del Novecento con testi di Palazzeschi, Landolfi, Guareschi, Campanile, Pontiggia, Gadda, Calvino, Longanesi e Manganelli. “Come Se Fossimo Stati Messi Li Proprio In Quel Momento” Dal 2 al 13 Maggio 2007 Studi Imperfetti Compagnia Teatrale, adattamento teatrale di Giorgio Sciumé in collaborazione con Riccardo Duranti tratto dai racconti di Raymond Carver tratto dai racconti:: Cathedral, Collectors, Whoever was using this bed, Are these actual miles? copyright di Tess Gallagher con Andrea Carabelli, Francesca Minutoli e Giorgio Sciumé regia Giorgio Sciumé .  
   
   
L’HAMBURG BALLETT JOHN NEUMEIER INAUGURA PARMADANZA 2007 CON LA PRIMA NAZIONALE DI A CINDERELLA STORY TEATRO REGIO DI PARMA MERCOLEDÌ 2, GIOVEDÌ 3 MAGGIO 2007  
 
 Parma, 3 maggio 2007 - Grandi compagnie, maestri della coreografia, titoli di grande suggestione caratterizzano il cartellone di Parmadanza 2007, in debutto al Teatro Regio dal 2 al 31 maggio 2007. L’onore dell’apertura, mercoledì 2 e giovedì 3 maggio alle ore 20. 00, a una delle più celebrate compagnie europee: l’Hamburg Ballett John Neumeier. In prima nazionale l’ensemble tedesco, a Parma per la prima volta, presenta A Cinderella Story, un classico del suo direttore e coreografo principale John Neumeier. Americano di cultura europea, colto e raffinato, John Neumeier si è imposto negli ultimi trent’anni come geniale autore di balletti moderni narrativi, tratti dai grandi classici della letteratura o da titoli storici del balletto romantico. Tra i suoi famosi “dance-dramas” particolarmente felice è la rivisitazione della favola di Cenerentola, creata per l’Hamburg Ballett John Neumeier nel 1992 sulla partitura originale di Sergej Prokof’ev. E come dalle pagine musicali del compositore russo Cenerentola era uscita non più come una stilizzata figura fiabesca, bensì quale essere umano vivo, con veri sentimenti e un destino toccante, su quella scia John Neumeier ha creato un’affascinante nuova versione di questo classico novecentesco. Enfatizzando la qualità mitica della storia, ma tratteggiando allo stesso tempo caratteri umani reali e situazioni credibili, Neumeier si è spinto oltre le tradizionali interpretazioni di Cenerentola, firmando con A Cinderella Story un balletto complesso e leggiadro insieme. Grande è l’attesa per l’esibizione della famosa compagnia tedesca, che nei ruoli principali del balletto mostrerà per la prima volta al pubblico di Parma i suoi eccellenti primi ballerini, i brillanti solisti e l’ottimo corpo di ballo. Nei ruoli dei protagonisti, Cenerentola e il Principe, si alterneranno due coppie di primi ballerini: la sera della prima, mercoledi 2 maggio, danzeranno l’italiana Silvia Azzoni e l’ucraino Aleksandre Riabko, che il pubblico di Parmadanza ricorderà tra gli interpreti del Galà Roberto Bolle & Friends, mentre la sera successiva, giovedi 3 maggio, toccherà a Heather Jurgensen e James Urban, che furono tra i primi interpreti di A Cinderella Story. Parmadanza propone anche quest’anno il fortunato ciclo di appuntamenti collaterali al festival “La danza dietro le quinte”, a cura di Valentina Bonelli, e in occasione del prestigioso debutto, Parmadanza offre un appuntamento speciale: mercoledì 2 maggio, alle ore 17. 30, nella Sala del foyer del Teatro Regio, il Maestro John Neumeier incontrerà il pubblico. A condurre l’incontro sarà il critico di danza Silvia Poletti, autrice di un libro-monografia sul coreografo e direttore del Balletto dell’Opera di Stato di Amburgo. Un’opportunità unica per conoscere la concezione artistica e il metodo di lavoro del grande coreografo e per prepararsi alla visione di A Cinderella Story. Gli allievi delle scuole di danza e il pubblico di appassionati potranno inoltre seguire giovedì 3 maggio alle ore 10. 30 la classe della compagnia, eccezionalmente aperta al pubblico. Un’occasione unica per conoscere il lavoro quotidiano di una delle più brillanti e versatili compagnie europee di balletto. Per informazioni e prenotazioni per La danza dietro le quinte, tel. 0521 039366, 039369, fax 0521 039331, stampa@teatroregioparma. Org Parmadanza 2007 è realizzato dal Teatro Regio di Parma con il sostegno di Cariparma Crédit Agricole, Pinko, con la collaborazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e di Ater. Parmadanza è parte di un’iniziativa più ampia in collaborazione con Red Reggio Emilia Danza, coordinata dal Reggio Parma Festival, che moltiplica così le occasioni di incontro con le eccellenze della danza e del balletto e contribuisce significativamente alla diffusione e alla partecipazione degli eventi in cartellone. .  
   
   
UNA VITA DA REGISTA CLAUDIO SI È MESSO IN TASCA UNA LAUREA IN BOCCONI E UN DIPLOMA DELL´ACCADEMIA D´ARTE DRAMMATICA DI MILANO. E QUEST´ANNO, PER IL PROGETTO ´WORK IN PROGRESS´, HA PORTATO IN SCENA L´ANTIGONE  
 
Milano, 3 maggio 2007 - Parcheggiata la moto sportiva all’interno del cortile seicentesco di Palazzo Litta, una delle più belle dimore nobiliari in pieno centro di Milano, Claudio Autelli, professione regista teatrale, è pronto per l’intervista. Dopo anni di fatica sui banchi dell’università e negli spazi dell’Accademia, è arrivato il suo momento, e lui lo vive con serenità e molte aspettative. “In Bocconi mi consideravano un po’ il teatrante con il pallino dell’economia, alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi, invece, era il contrario”, dice, “si è trattato di due ambienti di eccellenza che ho avuto la fortuna e il merito di frequentare”. Claudio Autelli 30 anni, milanese, laureato in Bocconi nel 2002 con tesi su “Fusioni teatrali, criticità di un progetto di integrazione”, è oggi un promettente regista con un solido curriculum alle spalle e un brillante futuro. Anche se, è lui a dirlo, “questo è un mestiere aleatorio, all’inizio è tutto molto bello, poi subentra la competizione, gli spazi per affermarsi sono ristretti e le amicizie vanno selezionate. Adesso, però, incomincio a poter vivere dignitosamente di questo lavoro, ed è una bella soddisfazione”. In realtà alcuni dati sono incoraggianti: secondo Federculture, infatti, nel 2006 gli spettatori che hanno frequentato i teatri sono stati ben 13,5 milioni, superando gli habitué di stadi e palazzetti dello sport, fermi a 12,7 milioni. Claudio è un po’ scettico su queste cifre, “le trovo sorprendenti”, confessa, “ma comunque di buon auspicio”. Claudio Autelli si trova infatti davanti ad una grande opportunità professionale, quella che può segnare la svolta nella carriera di un giovane regista: “Sono stato infatti selezionato nell’ambito del progetto Work in progress, realizzato dal Teatro Litta con il sostegno della Regione Lombardia, che prevede la realizzazione di uno spettacolo all’anno, per tre anni, oltre a numerose collaborazioni con la direzione artistica. Lo spettacolo che ho portato in scena quest’anno”, spiega, “è l’Antigone di Jean Anouilh, con ottimi risultati di critica e pubblico. Sto già lavorando al prossimo”. La passione per il teatro risale ai tempi del liceo ed è proseguita, anzi si è arricchita, con il passare degli anni, alternandosi, e talora sovrapponendosi, con quella per gli studi universitari: “Ho scelto la Bocconi e il Des in particolare”, ricorda Claudio, “perché si trattava di un corso variegato, che mi permetteva di approfondire il mio interesse per le discipline storico sociali. E’ qui che ho maturato una certa ‘forma mentis’ incentrata sulla ricerca, sulla soluzione dei problemi, che ho poi trasferito nella carriera artistica”. Carriera che ha avuto un primo, significativo, impulso con la partecipazione a un Corso professionale per attori finanziato dal Fondo sociale europeo, frequentato durante gli anni dell’università in contemporanea con le prime esperienze da attore, poi, finiti gli studi, “nonostante le resistenze dei professori e soprattutto della mia famiglia, che temeva le poche certezze di questo lavoro, sono entrato in Accademia, alla Paolo Grassi, dove mi sono diplomato in regia teatrale nel 2005”. Claudio Autelli, adesso, fa un primo bilancio ed è soddisfatto: “Se mi guardo indietro non cambierei nulla, mi sono laureato per me stesso e poi ho scelto il mestiere che sognavo da ragazzo. E’ stata una scelta forte, in fondo la laurea in Bocconi mi dava maggiori certezze, ma anche l’aleatorietà di cui parlavo prima fa parte della carriera artistica, quello che conta è avere passione e perseveranza, credere con tutte le forze nel proprio lavoro”. “Il teatro è il barometro che segna la grandezza o la decadenza di un paese”, diceva Federico Garcia Lorca: se i dati di Federculture si confermeranno, la strada di Claudio Autelli sarà tutta in discesa. .  
   
   
TORNANO IN MOSTRA GLI ANIMALI SOPRAVISSUTI DALLA PREISTORIA A OGGI MAI ESTINTI! TRIESTE, SALA GIUBILEO, DAL 24 APRILE AL 17 GIUGNO 2007  
 
Trieste, 3 maggio 2007 - Dopo il grande successo di pubblico riscosso lo scorso dicembre 2006, a grande richiesta ritorna “Mai Estinti”, la mostra interamente dedicata ai “fossili viventi”, ovvero quegli animali che nel corso di milioni di anni sono rimasti uguali nelle caratteristiche somatiche e fisiologiche. Ideata e organizzata da Globo divulgazione scientifica, la mostra è un affascinante viaggio alla scoperta di un mondo che il tempo non ha cambiato, animali arcaici e primitivi che riescono a sopravvivere negli ambienti più inospitali e nascosti del nostro pianeta. La vita sulla Terra infatti ha subito negli ultimi 600 milioni di anni cinque grandi estinzioni di massa. La più importante avvenne 250 milioni di anni fa e provocò la scomparsa del 90 per cento delle specie viventi. Quella meglio conosciuta è l’estinzione avvenuta 65 milioni di anni fa, durante la quale scomparvero i dinosauri, i rettili volanti e oltre la metà delle specie marine. Alcuni organismi tuttavia sono arrivati fino ai giorni nostri mantenendosi inalterati nel tempo, come le lamprede, i vertebrati più primitivi conosciuti, o il celacanto, un grosso pesce pescato nel 1952 e considerato estinto da quasi 100 milioni di anni. Saranno protagonisti di “Mai Estinti” animali quasi introvabili, come limuli, nautili, storioni, anfibi, rettili, insetti alati, ragni, scorpioni e tanti altri esempi di una preistoria ancora presente sul nostro pianeta. Visitando le quattro sezioni della mostra -“I primi sono sempre loro”, “Fossili d’acqua”, “La conquista della Terra” e “Ieri e oggi”- si potranno conoscere dal vivo animali curiosi e scoprire i motivi scientifici che hanno preservato nel tempo queste specie. “Mai Estinti” resterà aperta a Trieste presso la Sala Giubileo, in Riva Iii Novembre 9 (angolo via Mazzini), dal 24 aprile al 17 giugno 2007 con orario 10-13 e 16-20 ogni giorno. Costo del biglietto intero 6 euro, ridotto e scolaresche 5 euro. La mostra offre un servizio di visite guidate con personale specializzato. Per informazioni: Globo divulgazione scientifica tel. 040 3755567. .  
   
   
I MASCALZONI BATTONO GLI SPAGNOLI  
 
Valencia, 3 Maggio 2007 - Due punti importantissimi quelli conquistati oggi da Mascalzone Latino-capitalia Team contro Desafio Espanol. Una bellissima regata che i Mascalzoni hanno guidato dall’inizio alla fine! Per sentire i commenti dei protagonisti basta collegarsi in serata al sito www. Mascalzonelatino. It Di seguito, in breve, il resoconto della regata di oggi: Mascalzone Latino-capitalia Team Vs Desafio Espanol Partenza mozzafiato di Mascalzone Latino-capitalia Team che non permette alla barca spagnola di partire in tempo sulla linea costringendolo a virare e distanziandola di 60 mt. La bolina viene eseguita controllando Esp 97 e i Mascalzoni girano la boa di bolina in testa con ben 23 secondi di vantaggio sull´avversario. Durante il primo lato di poppa il vantaggio aumenta e Ita 99 continua la regata in testa. Gli spagnoli si riavvicinano leggermente nella seconda bolina ma i Mascalzoni girano la boa e issano il gennaker 15 secondi prima e riescono a concludere la regata guadagnando ulteriormente strada e arrivando con 150 mt di vantaggio. .  
   
   
DAVID PHILIPPAERTS A CACCIA DEL GP D’ITALIA  
 
 Mantova, 3 maggio 2007 - Protagonista della trasferta portoghese che lo ha visto salire sul terzo gradino del podio, David Philippaerts è uno dei più attesi ospiti del Gran Premio d’Italia di motocross del prossimo 6 maggio. “Sono contento di correre sulla sabbia di Mantova” ha spiegato l’ufficiale Ktm “anche se i miei avversari nordici non sono così svantaggiati come se corressimo in una pista di terra. Il circuito mi è sempre piaciuto e spero di riuscire a dare il meglio anche3 questa volta”. Allo Starcross infatti hai mandato in porto una buona gara, conti quindi di ripeterti? “E’ stata una bella giornata, la moto andava forte e io mi sentivo bene, non ho vinto perché non ero ancora in perfetta forma, ma il 4° posto mi è stato bene perché ho vinto una manche la sfida Uno contro Uno che è sempre molto eccitante. ” Il tuo stile di guida è adatto al circuito del Moto Club Tazio Nuvolari? “Una volta andavo forte più sulla sabbia, ultimamente mi sento forse un po’ più veloce sul duro ma non mi pongo il problema perché intanto se vuoi emergere devi dare il meglio su ogni tipo di terreno. Comunque quella di Mantova mi è sempre stata un po’ nel cuore probabilmente perché da piccolo era la pista in cui giravo più spesso, mi piace perché è molto varia e la sabbia non è così soffice come quella che si trova in Olanda”. La tua Ktm Sx450f è competitiva per questa pista? “Direi di si, quella di quest’anno è più piccola e maneggevole del modello 2006 e già allo Starcross è andata bene. Rispetto ad allora ho cambiato il motore, ora più simile a quello di serie e quindi più fluido e progressivo, così la sfrutto ancora meglio come ho dimostrato al debutto con questa conformazione nel Gran Premio del Portogallo dove ho ottenuto il mio miglior risultato di questa stagione iridata”. Chi vedi favorito oltre a te per questo appuntamento? “Vedevo bene Max Nagl perché allo Starcross aveva guidato benissimo, ma ad Agueda si è fratturato una clavicola e quindi non ci sarà. La lotta per il podio sarà quindi ristretta tra i due protagonisti dello scorso gran premio, il leader del campionato Joshua Coppins che ha un rendimento in gara molto costante e il belga Kevin Strijbos che dopo l’intervento al ginocchio è tornato in piena efficienza e sulla sabbia è un vero osso duro. Un punto interrogativo lo metto sul mio compagno di squadra Jonathan Barragan che è partito molto forte ma nell’ultima prova ha fatto un po’ troppi errori”. L’anno scorso insieme ad Antonio Cairoli sei stato il paladino del Gp d’Italia. “Quella di Montevarchi è stata una giornata fantastica, la sfida con Cairoli è stata entusiasmante anche per il calore con cui il pubblico ci ha tifati. Quest’anno siamo in due categorie diverse e il massimo sarebbe che ci fosse un vincitore sia in Mx1 che in Mx2. In quest’ultima sarà sicuro Cairoli, nell’altra io ce la metterò tutta, l’importante che vinca un italiano e spero che quello sia proprio io”. Farai una preparazione particolare per questo tipo di gara. “No, la cosa diversa è che dopo due mesi di vita in Belgio finalmente torno in Italia, spero che riprendere il clima di casa mi faccia bene”. Ti aspetti tanti tuoi tifosi a Mantova? “Direi di si, e penso vengano un po’ da tutta la nostra penisola perché ho vissuto tanto tempo a Imola, un po’ a Montevarchi e ora quando sono nelle Fiandre abito in Piemonte. Dalla Toscana solo i parenti saranno più di una trentina…. ” .