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Notiziario Marketpress di Lunedì 03 Novembre 2008
OSSERVATORIO STAMPA FCP RELATIVI AL PERIODO GENNAIO-SETTEMBRE 2008 RAFFRONTATI AL GENNAIO-SETTEMBRE 2007.  
 
Milano, 3 novembre 2008 - Il fatturato pubblicitario del mezzo stampa in generale ha registrato nel periodo gennaio- settembre 2008 un andamento in flessione rispetto allo stesso periodo del 2007 (-3%). Questo dato è la conseguenza di andamenti diversi all’interno dei mezzi stampa rilevati. I Quotidiani in generale hanno registrato una diminuzione di fatturato del -3,6% ed un incremento degli spazi del +3,8%, con una conseguente diminuzione del prezzo medio. La tipologia Commerciale nazionale ha registrato un -6,7% a fatturato ed un +2,6% a spazio. La tipologia Di Servizio ha visto un fatturato in diminuzione del -4,2%, mentre lo spazio è cresciuto del +5,3%. La tipologia Rubricata ha segnato un calo di fatturato del -1,4% e un aumento di spazio del +2,1%. La pubblicità Commerciale locale ha ottenuto un +1,5% a fatturato ed un +4,3% a spazio. I Quotidiani a pagamento hanno registrato un -3,6% a fatturato e un +3,9% a spazio. L’andamento delle diverse tipologie pubblicitarie è simile a quello dei quotidiani in generale. I quotidiani Free Press hanno segnato andamenti in calo a fatturato (-3,3%) e in crescita a spazio (+3,3%). Diminuisce del -5,4% il fatturato della commerciale nazionale mentre cresce del +1,4% quello della locale, mentre gli spazi crescono rispettivamente del (+3,3%) e del (+3,6%). I Periodici in generale hanno registrato un fatturato in diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2007 (-2%) ed un calo degli spazi (-1,1%). I Settimanali hanno ottenuto delle variazioni negative sia a fatturato (-3,9%) sia a spazio (-0,7%). Per i Mensili si registra un lieve incremento di fatturato del +0,6% e un calo degli spazi -0,8%. Le Altre Periodicità hanno riportato una flessione sia del fatturato (-2,3%) che dello spazio (-8,2%). Pertanto possiamo sintetizzare l’andamento come segue: Per i Quotidiani si è registrata una crescita dei fatturati della pubblicità commerciale locale ed un calo di fatturato della commerciale nazionale. I Periodici hanno evidenziato un andamento dei Mensili in linea con il 2007 sia a fatturato sia a spazio, i settimanali invece registrano un trend negativo. .  
   
   
PREMIO GIORNALISTICO NAZIONALE “ALESSANDRA BISCEGLIA”  
 
Potenza, 3 novembre 2008 - “Alessandra Bisceglia, la nota giornalista lucana autrice Rai, che ci ha lasciato prematuramente lo scorso 3 settembre è stata sicuramente una ragazza speciale, che pur nella sua sofferenza è riuscita a raggiungere nel corso della sua breve vita traguardi personali e professionali prestigiosi che tante altre persone normali non sono riuscite”. Sono state tante le testimonianze di stima, di ammirazione, di compiacimento dei giorni scorsi, tutte rivolte ad esaltare ed elogiare la bravura, la capacità, lo spirito di intraprendenza di una ragazza che come ricordava anche l´inseparabile amica e collega Lorena Bianchetti "Alessandra è il chicco di grano che non muore, esemplare esempio per noi tutti e per tutte le persone disabili a guardare comunque avanti". Il sorriso, la dolcezza e la generosità della giovanissima collega saranno sempre vivi nel ricordo dei suoi cari e delle persone che l´hanno conosciuta, ma anche la sua spiccata bravura e l´innato amore per la professione giornalistica che ha inseguito con la forza della volontà rimarranno sempre ben presenti nel mondo del giornalismo lucano e nazionale con il Premio Giornalistico Nazionale "Alessandra Bisceglia", che l´Ordine Regionale dei Giornalisti della Basilicata ha voluto istituire accogliendo la proposta avanzata dal consigliere Gianluigi Laguardia. "Stiamo pensando ad un riconoscimento per la Comunicazione Sociale rivolto a premiare colleghi che hanno portato alla ribalta e segnalato le diverse questioni in cui nella vita quotidiana molte persone disabili sono costrette a combattere, contro l´indifferenza e spesso per i ritardi o cavilli della burocrazia". E´ quanto è stato deciso dal Consiglio dell´Ordine dei Giornalisti della Basilicata che ha preannunciato inoltre che nei prossimi giorni a Roma, presso la sede nazionale dell´Ordine, si riunirà il comitato promotore del Premio, alla presenza oltre che dei vertici dell’Ordine Nazionale anche del collega del Lazio Bruno Tucci, per definire gli aspetti organizzativi circa il regolamento, la composizione della giuria, nonchè i termini dell´assegnazione dei riconoscimenti con Borse di Studio che Enti Pubblici e Privati intenderanno concedere attraverso una sostanziale adesione all´importante iniziativa. .  
   
   
MILANO, PUBBLICITÀ CADEO: “UN RISULTATO IMPORTANTE. LA PUBBLICITA’ SI INTEGRERA’ IN UN CONCETTO PIU’ MODERNO DI ARREDO URBANO”  
 
Milano, 3 novembre 2008 - Dopo cinque sedute il Consiglio comunale ha approvato il “Piano generale degli impianti pubblicitari”, completando un iter che ha come finalità il riordino del settore. Il Piano, così come il Regolamento approvato dal Consiglio comunale il 22 luglio scorso, inserisce il sistema della pubblicità nel contesto urbano, non considerandolo più un elemento estraneo alla costruzione dell’immagine urbana, ma parte dell’arredo cittadino. Il Piano entrerà in vigore il 1 gennaio 2009. “E’ una conquista importante – ha detto l’assessore all’Arredo, Decoro Urbano e Verde, Maurizio Cadeo - perché la pubblicità entra a far parte di un concetto più ampio e più moderno di arredo urbano, nel quale dovrà inserirsi e integrarsi, e questo darà un contributo importante a rendere Milano più bella”. “Il Piano degli impianti pubblicitari è obbligatorio dal 1994 – ha ricordato l’assessore Cadeo - Per la prima volta il Consiglio comunale riesce ad approvare uno strumento che la città chiede da molti anni. Si tratta di un obiettivo importante, non solo perché ottempera una norma di legge, ma perché , come conseguenza dell’approvazione del nuovo Regolamento, permette l’attuazione delle linee di riordino e di decoro urbano sancite nel documento approvato a luglio”. Tra le principali novità, una riduzione delle installazioni pubblicitarie nella zona delimitata dalla Cerchia dei Navigli (il centro storico), indicata come "Zona A" nel Regolamento e nel Piano degli Impianti. In questa area non saranno ammesse, i "Posters", le targhe su palo, le pellicolature di edifici o di strada, i cassonetti luminosi a parete, i totem, le insegne su tetto, i gonfaloni, gli impianti su servizi pubblici automatizzati. Mura Spagnole. È previsto l’obbligo di frapporre uno spazio di 12 metri tra impianti di dimensioni superiori a 6 metri per 3 o tra coppie di 6 per 3. Norme sempre intese a limitare la presenza pubblicitaria sono anche previste per i teli pubblicitari installati su ponteggi, che avranno autorizzazioni con validità commisurata alla durata del cantiere e con l’obbligo, per gli edifici sottoposti a vincoli, di coprire la parte del ponteggio non occupata dal messaggio con una raffigurazione dell´immobile realizzata con la tecnica del "trompe l´oeil". Sono previsti accorgimenti che riducono l’impatto ambientale degli impianti. Sarà dato ampio spazio alla valorizzazione di impianti innovativi e tecnologicamente avanzati, realizzati con tecniche di costruzione e manutenzione che soddisfino esigenze di rispetto dell’ambiente e di risparmio energetico. Novità anche nella gestione degli spazi pubblicitari effettuata dai teatri. È consentito al gestore del teatro effettuare pubblicità esclusivamente su un impianto, nei seguenti modi: fino al 30% per la promozione relativa agli spettacoli; fino al 50% pubblicità conto terzi (sponsorizzazione); il restante 20% sarà facoltà del gestore concederlo alla Amministrazione comunale per le comunicazioni istituzionali. Ulteriore novità è costituita dalla cosiddetta pubblicità su strada, consentita esclusivamente nelle aree pedonali e costituita da pellicole applicate direttamente sul suolo. .  
   
   
INCONTRO CON GILLO DORFLES A BRUXELLES  
 
Bruxelles, 3 novembre 2008 - Si è tenuto il 28 ottobre presso il Civa, uno dei più prestigiosi centri culturali di Bruxelles, l’incontro con Gillo Dorfles, ultimo di una serie di tre appuntamenti realizzati per presentare al pubblico “Horror pleni” , il libro di Dorfles edito da Castelvecchi nella primavera del 2008 , e il documentario “Attraverso il tempo attraversato dal tempo” del regista Francesco Leprino. L’evento, che si è svolto alla presenza di un selezionato pubblico di docenti e studiosi internazionali, è stato aperto dal Direttore dell’Ufficio di Collegamento della Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles, Dott. Giorgio Perini e dal Presidente dell’Associazione Giuliani nel Mondo di Bruxelles, Dott. Ruggiero Melan. A questa prolusione è seguita la proiezione del documentario di Leprino, che ha proposto le testimonianze di alcuni dei più grandi artisti e intellettuali italiani dell’ultimo secolo, tra cui Arnaldo Pomodoro, Lea Vergine e lo stesso Dorfles. Il momento cruciale dell’incontro con Dorfles si è poi svolto attraverso la presentazione del suo ultimo libro e l’intervista condotta dal critico d’arte Marianna Accerboni, curatrice dell’evento. Attore brillante e personalità straordinaria Dorfles ha intrattenuto il pubblico per quasi due ore, ricordando le precedenti visite a Bruxelles, come quella in occasione dell’Expo internazionale del 1958 e dell’inaugurazione dell’Atomium, e parlando diffusamente del suo libro. “Horror pleni” afferma una verità evidente ma estremamente sottovalutata dalla società odierna, vale a dire la necessità di ritrovare ciò che Dorfles chiama “l’intervallo perduto”. In un mondo nel quale noi tutti siamo sottoposti ad un eccesso di stimoli sonori, visivi ed emozionali la capacità di sostare, di fermarsi, di fare una pausa emerge come un bisogno vitale. Infine Dorfles non ha mancato di parlare approfonditamente anche della sua città natale ricordando così gli illustri personaggi di cui fu amico e assiduo frequentatore e che resero Trieste un crocevia di culture e creatività straordinaria. Ne è emerso il quadro di una città indimenticabile e indimenticata, la Trieste di Svevo e Saba, di James Joyce, di Eleonor Fini e dell’amico e collega Arturo Natan, del grande collezionista Leo Castelli e dello stesso Dorfles, che in questa occasione ha così voluto rendere omaggio ad uno dei maggiori centri culturali e artistici del nostro Paese. . .  
   
   
LUCIO LAMI PRESENTA IL SUO NUOVO LIBRO ALLA FONDAZIONE MONTANELLI BASSI  
 
Milano, 3 novembre 2008 - Sabato, 15 novembre, alle ore 17. 00, presso la Fondazione Montanelli-bassi di Fucecchio, verrà presentato il libro di Lucio Lami “La cacciata dei musulmani dall’Europa” (Il principe Eugenio, il Papato e l’ultima crociata contro i turchi – 1683/1718) edito da Mursia. L’autore è particolarmente felice di questa occasione per due ragioni: in primo luogo perché essa rappresenta una rimpatriata nella terra dove i Lami sono presenti da secoli. In secondo luogo, perché l’autore ha lavorato per più di vent’anni con Montanelli, come inviato speciale e corrispondente di guerra del Giornale. Lucio Lami, di famiglia toscana, è nato nel 1936. Esordì nel giornalismo nel 1960 lavorando poi con i grandi editori dell’epoca, Angelo Rizzoli, Arnoldo Mondatori. Edilio Rusconi, Gianni Mazzocchi. Nel 1974, con la nascita de “Il Giornale”, entrò a far parte della redazione di Indro Montanelli e per oltre vent’anni ha viaggiato in tutto il mondo come inviato speciale e corrispondente di guerra. E’ stato sui fronti di: Cambogia, Laos, Afghanistan (settecento chilometri a piedi nel Paese occupato dai russi), Prima e Seconda Guerra del Golfo, Libano, Ciad, Polisario, Somalia, Angola, Mozambico, Nicaragua, Panama, Salvador, Perù. Per anni si è occupato dei rapporti tra politica e cultura: ha fondato la rivista Commentari, chiamando a collaborarvi le gradi firme internazionali, da Popper a J. F. Revel. Lasciato il Giornale ha diretto il quotidiano L’indipendente. Per la sua attività giornalistica ha vinto il Premio Max David (1980), il Premio Hemingway (1986) il Premio Ultimo Novecento (Astrolabio) (2000), alla carriera. Come scrittore e saggista ha vinto il Premio Estense (1981) e il Premio Sacharov (1986) con il volume “Il grido delle formiche”, sul dissenso sovietico. Altri suoi libri di saggistica: La scuola del plagio, Dai confini dell’Impero, Morire per Kabul, Giorni di guerra, Cuba libre era solo un cockteil, Giornalismo all’italiana, Visti e raccontati. Tra i suoi libri di storia: Isbuscenskij l’ultima carica, La signora di Verrua, Garibaldi e Anita corsari, Il re di maggio, La cacciata dei musulmani dall’Europa. Libri di narrativa: La donna dell’orso, Il paradiso violato. Di poesia, Vulnera. E’ tradotto in vari Paesi d’Europa e in America Latina. E’ presidente onorario del P. E. N. Club Italiano. E’ stato docente di giornalismo all’Università Cattolica di Milano. Www. Luciolami. Com .  
   
   
MISTERO IN VALLE ARROSCIA DI MASSIMILIANO PARODI  
 
Genova, 3 novembre 2008 - Sarà presentato giovedì 6 novembre, alle ore 18, al Forum Fnac di Genova, il nuovo volume di Massimiliano Parodi, Mistero in Valle Arroscia (De Ferrari Editore, €12). Con l’autore interverranno Sergio Badino, sceneggiatore, e Stefano Pastorino, insegnante. Seconda prova letteraria per Massimiliano Parodi, che esplora in Mistero in Valle Arroscia un nuovo genere letterario, il giallo, senza abbandonare però quel ponente ligure che, testimone la guida “Colle di Nava, Pornassio – immagini, colori e profumi” è la sua vera passione. La trama è ambientata in una verdissima Valle Arroscia, apparentemente tranquilla, nel pieno dell’estate. Il protagonista, Diego Riccardi, è un consulente turistico che si trova, per puro caso, coinvolto in una storia più grande di lui. Non l’ennesimo ispettore, commissario o investigatore privato dunque, ma un uomo semplice, con un lavoro come tanti, che però, spinto dalla situazione, si lascia travolgere dagli eventi con spirito avventuroso e incosciente. Fra mistero, attesa e suspense, il testo permette di immergersi nelle bellezze del paesaggio ligure, della costa e dell’entroterra, quasi a viverle di persona, non perdendo di vista le sfumature della storia con i suoi intrighi. Massimiliano Parodi nasce a Genova nel 1971. Genovese da parte di padre e Pornassino (Colle di Nava) da parte di madre. Laureato in Economia e Commercio è consulente turistico e si occupa anche di formazione professionale. Collabora con il mensile “Liguria Business Journal”. Nel 2006 ha pubblicato con De Ferrari il saggio-guida turistica “Colle di Nava, Pornassio – immagini, colori e profumi”. Nel tempo libero recita come attore dialettale con la Compagnia Teatrale “San Fruttuoso” di Genova. E’ socio fondatore del Lions Club Genova “ Balilla 1746”. Colleziona fumetti, pratica il calcetto e il tennis da tavolo. Mistero in Valle Arroscia, De Ferrari Editore, Pag. 192; formato 12x21; € 12,00 .  
   
   
AL TEATRO MORLACCHI DI PERUGIA, RIPRENDONO GLI INCONTRI DELLA FONOTECA “TROTTA”  
 
Perugia, 3 novembre 2008 - Che succede quando uno scrittore mette la sua arte al servizio della musica o, viceversa, quando un cantante o un gruppo musicale mettono in musica testi concepiti originariamente per la sola carta stampata? Se ne parlerà al Teatro Morlacchi di Perugia, lunedì 3 e martedì 4 novembre (ore 17. 30), in un doppio incontro di video e audio conferenze dal titolo “Lo scrittore e la canzonetta che gli insegnò a volare”, organizzato dalla Fonoteca “O. Trotta”, che proprio in questa occasione riapre la nuova stagione di approfondimenti musicali. L’incontro, annunciano gli organizzatori, cade a metà tra l’anteprima di Trevi (1-2 novembre) e l’edizione perugina (5-9 novembre) di “Umbria Libri 2008”. Sarà curato da Vincenzo Martorella, docente universitario in Italia e all’estero e uno tra i maggiori critici musicali, che per la Fonoteca ha già condotto le edizioni 2007 e 2008 di “All That Music!”. “L’iniziativa - spiegano dalla Fonoteca - è l’omaggio a uno dei testi più letti negli ultimi anni, ‘La Gabbianella e il Gatto’ di Sepùlveda. La storia della canzone italiana - aggiungono - è piena di esempi di collaborazioni tra letteratura e musica, tra la cosiddetta ‘cultura alta’ e la presunta ‘cultura bassa’: da Pier Paolo Pasolini e Laura Betti a Gianni Rodari e Sergio Endrigo, da Roberto Roversi e Lucio Dalla a Italo Calvino e il ‘Cantacronache’. O, più recentemente, basti pensare ai testi di Manlio Sgalambro per le note di Franco Battiato, quelli di Ada Merini e Aldo Nove per i ‘Bluvertigo’, di Marco Lodoli e Mariangela Gualtieri per i ‘La Crus’. Non mancano altri nomi, come quelli di Angelo Branduardi, Roberto Vecchioni o dei ‘Mercanti di Liquore’ assieme a Marco Paolini sulla ‘Genova’ di Giorgio Caproni”. L’ingresso al teatro è libero. Per ulteriori informazioni: 075. 572. 33. 08 – fonotecatrotta@tiscali. It .  
   
   
AL TEATRO CIAK WEBANK.IT – FABBRICA DEL VAPORE FLAVIO INSINNA IN SENZA SWING  
 
Milano, 3 novembre 2008 - Con lo spettacolo Senza Swing, in scena dal 6 novembre al Teatro Ciak Webank. It alla Fabbrica del Vapore, Flavio Insinna ritorna al teatro, il suo primo amore. Lo spettacolo narra momenti significativi e paradossali della gloriosa e misera storia di una banda di caserma che diventa un microcosmo nel quale convivono involontariamente esistenze umane piccole e meschine. Esistenze che rappresentano nel loro insieme tanti piccoli vizi sociali che riconosciamo come molto familiari nella nostra quotidianità ed è per questo che "Senza Swing" è un affresco comico e pieno di storie piccole, vicine a noi. Flavio Insinna è la voce narrante dello spettacolo ed interagisce in scena con un complesso musicale di nove elementi, a metà strada tra la classica banda da caserma e la big band da locale. La musica diventa così un continuo riverbero del racconto, rende concreti diversi episodi che riguardano i membri della banda e contribuisce energicamente a dare un ritmo serrato allo spettacolo. Questa rappresentazione è insomma una nuova sfida che si pone come obiettivo il "giocare" con modi diversi di raccontare una storia in teatro. "Senza Swing" porta in maniera ironica un contenuto di rifiuto e di necessità di reagire alla mediocrità: le vite "furbette" e mediocri sono senza swing. Ma lo spettacolo lascia anche una sensazione positiva nello spettatore, perché il messaggio è che, se si reagisce alla mediocrità e si crede che i propri sogni si possano avverare, si raggiungono sempre risultati inaspettati. Credendoci fino in fondo e lottando per realizzare le proprie passioni, si riesce insomma a vivere pieni di swing. Insinna, romano, classe 1965, ha studiato recitazione al Laboratorio di esercitazioni sceniche di Gigi Proietti. La sua carriera di attore si è alternata tra cinema, teatro e televisione dalla fiction Don Matteo, alla sua interpretazione di Don Bosco nell’omonimo film tv , senza dimenticare la conduzione del programma Affari tuoi. Lo spettacolo, prodotto da Ballandi Entertainment, nasce da un testo di Pierpaolo Palladino, scritto con Flavio Insinna, Manfredo Rutelli, Giampiero Solari, Andrea Lolli, mentre la regia è affidata a Giampiero Solari. .  
   
   
AL TEATRO VENTAGLIO SMERALDO RAFFAELE PAGANINI IN “OMAGGIO A FRED ASTAIRE E GINGER ROGERS” IN THE NAVY  
 
Milano, 3 novembre 2008 - Si tinge di magia, fascino ed eleganza il palco del Teatro Ventaglio Smeraldo con l’arrivo, il 7 novembre, di Raffaele Paganini, amatissima étoile del balletto italiano, con uno spettacolo destinato a far sognare: “Omaggio a Fred Astaire e Ginger Rogers”. Non si tratta della storia di Fred e Ginger, ma di una vera e propria rivisitazione di un’epoca: gli anni ’30, ’40, ’50, che furono tempio del loro successo, rivivranno con tutto il loro fascino e classe, animati da un artista che incanta con la sua danza i palchi di tutto il mondo. Un’ora e mezzo di evasione, di sogno scintillante, di luci, colori e immagini passate eppure ancora così vive nell’immaginario di chi c’era e di chi ha potuto apprezzare solo attraverso film, racconti e canzoni. Lo spettacolo, diviso in due parti, prende spunto da due pietre miliari della storia del cinema e riporta in vita il mito della coppia di ballerini più celebri di sempre. In the Navy propone le avventure dei marinai americani sbarcati in Europa, tra balli sfrenati e storie d’amore con le ragazze del luogo: la spensieratezza e la voglia di vivere di un’epoca ormai lontana. In Fred e Ginger assistiamo invece all’ascesa artistica dei due ballerini, accompagnata dalle immagini degli spezzoni dei loro film più celebri, in una Los Angeles scintillante e ricca di lustrini. A riportare in scena il fascino della Rogers non una sola ballerina, ma più di un’artista con il proprio stile e personalità a ricostruire le mille sfaccettature del suo talento e appeal. Atmosfere sognanti e fascino d’altri tempi, sottolineate dalle musiche immortali di George Gershwin e di Glen Miller a cui si sommano le note originali di Marco Melia. L’estrema versatilità e la capacità evocativa della multivisione renderà possibile l’impossibile, regalandoci anche un incontro virtuale tra Paganini e Fred Astaire, tutto giocato sul filo della sfida e dell’ironia, contribuendo ad immergere lo spettatore in una delle più brillanti epoche del secolo scorso. “Omaggio a Fred Astaire e Ginger Rogers” è uno spettacolo destinato ad un pubblico di ogni età, una parentesi di magia, fascino ed eleganza d’altri tempi. .  
   
   
LA PAROLA AI GIURATI DI REGINALD ROSE, DIRETTO E INTERPRETATO DA ALESSANDRO GASSMAN IN SCENA AL TEATRO MANZONI  
 
Milano, 3 novembre 2008 - New York. 1950. È il 15 agosto e una giuria popolare composta da dodici uomini di diversa estrazione sociale, età e origini sono chiusi in camera di consiglio per decidere del destino di un ragazzo ispano-americano accusato di parricidio. Devono raggiungere l’unanimità per mandarlo a morte e tutti sembrano convinti della sua colpevolezza. Tutti ad eccezione di uno che con meticolosità e intelligenza costringe gli altri giurati a ricostruire nel dettaglio i passaggi salienti del processo e, grazie a una serie di brillanti deduzioni, ne incrina le certezze, insinuando in loro il principio secondo il quale una condanna deve implicare la certezza del crimine al di là di ogni ragionevole dubbio. Fra violenti contrasti, dubbi, ripensamenti ed estenuanti discussioni, l’unanimità sarà raggiunta e alla fine l’imputato verrà dichiarato non colpevole. Da questo dramma fu tratto un celeberrimo film diretto con grande maestria da Sidney Lumet ed interpretato in modo indimenticabile da Henry Fonda. L’interesse per il lavoro di regia è stato per me un naturale approdo, dopo più di venti anni di teatro militante in qualità di attore. Man mano che le mie sicurezze interpretative andavano consolidandosi, sentivo emergere e gradualmente rafforzarsi il desiderio di affrontare un progetto interamente mio. Ero dunque pronto ad affrontare un percorso all’interno di motivazioni più profonde e personali che avrebbero potuto toccare il cuore ed i sentimenti del pubblico; quel pubblico che fino ad oggi mi ha seguito e mi ha regalato teatri esauriti e il calore del suo affetto. Dopo due stagioni di successi con la mia prima regia, con la quale ho affrontato un autore ed un testo estremamente complessi quali sono Bernhard e la sua “Forza dell’abitudine”, ho inteso proseguire la mia ricerca affrontando un testo socialmente coinvolgente e profondamente ideologico, nonostante il suo impianto realistico, come è “La parola ai giurati” di Reginald Rose. Così come Bernhard mi aveva ispirato uno spettacolo ricco di aperture oniriche di grottesca comicità, Rose mi permette invece di entrare nelle varie e sfaccettate tipologie umane e caratteriali colte in una situazione claustrofobica nella quale emergono gli aspetti comportamentali più contraddittori. Ne “La parola ai giurati”, l’impianto drammaturgico si basa sullo svolgimento di un dramma giudiziario. Ciò che mi ha ispirato fin dalla prima lettura è la possibilità di portare alla luce i pregiudizi e le false certezze che caratterizzano il comportamento dei giurati e che affiorano nel momento in cui devono assolvere il compito più difficile per un uomo: quello di decidere della vita di un altro uomo. La vicenda è incentrata su due capisaldi del sistema giuridico anglosassone: la presunzione di innocenza e la dimostrabilità della sua colpevolezza al di là di ogni ragionevole dubbio. In un’epoca in cui il mondo è afflitto da ideologie contrastanti che si nutrono di assolutismo e che spesso scadono a pregiudizi, il “ragionevole dubbio” è una preziosa arma di difesa. .  
   
   
AL TEATRO NUOVO APPRODA TANGO METROPOLIS  
 
Milano, 3 novembre 2008 - Un quintetto (bandoneon, pianoforte, violino, chitarra, contrabbasso) e cinque coppie di ballerini per il musical creato da Daniel Binelli con Pilar Alvarez e Claudio Hoffmann per la compagnia argentina diretta dalla coppia di ballerini-coreografi che nel corso della loro carriera internazionale hanno collaborato con personaggi di spicco del tango argentino quali Horacio Salgán, Roberto Goyeneche, Leopoldo Federico, Horacio Ferrer. Con la Compagnia Tango Metropolis, costituita nel 2000, Pilar Alvarez e Claudio Hoffmann hanno firmato una serie di successi internazionali: Imágenes de Tango, Tango Máximo, Tangokinesis. Lo spettacolo Tango Metropolis, presentato per la prima volta al Festival Internazionale di Tango di Buenos Aires, è stato la novità più originale del Festival. Daniel Binelli, compositore, arrangiatore e direttore musicale di rilievo internazionale, dopo essere stato membro dell’orchestra di Osvaldo Pugliese, dal 1989 ha fatto parte del Sexteto Nuevo Tango di Astor Piazzolla. Con il Quintetto Daniel Binelli ha accompagnato in tournèe e realizzato incisioni discografiche con Milva (El Tango de Astor Piazzolla). Compagnia Tango Metropolis Pilar Alvarez e Claudio Hoffmann. La compagnia Tango Metropolis si è costituita nel 2000. Da allora ha effettuato tournée in tutto il mondo: Giappone, Francia e Portogallo, Stati Uniti e Germania, Spagna e Canada; la compagnia è diretta dai coreografi Pilar Alvarez, Claudio Hoffmann e Marijó Alvarez. Gli altri membri della compagnia, tutti argentini, sono ballerini di comprovata esperienza internazionale ed hanno fatto parte, oltre che dello spettacolo Tango Metropolis, anche di altri noti spettacoli di tango. Claudio è coreografo, ballerino e insegnante di danza e di balli argentini folk; Pilar è ballerina classica e contemporanea che ha iniziato la sua carriera artistica al Teatro Colon di Buenos Aires, studiando in seguito danza contemporanea e composizione coreografica al Teatro Municipal General San Martin. Le sue insegnati sono state Margarita Terragno, Karemia Moreno (Balletto) e Jorge Gale. Claudio e Pilar hanno iniziato da tempo, assieme ad Ana Maria Stekelman, un percorso che porta alla fusione tra tango e danza contemporanea, presentando gli spettacoli quali Imágenes de Tango, Tango Máximo, Tangokinesis in tutto il mondo e collaborando con personaggi di spicco del tango argentino quali: Horacio Salgán, Roberto Goyeneche, Rubén Juárez, Leopoldo Federico, Adriana Varela, Raúl Lavié, Horacio Ferrer, Juan Carlos Copes ed Eduardo Aquimbau. Si sono esibiti con l’Orchestra di Nestor Marconi nello spettacolo Tanguissimo 91 in Giappone, al Melbourne Festival ‘92 e con Daniel Binelli e Antonio Agri in Granada 1995. Hanno anche danzato al Festival Internacional de Tango de Paris ’97. Come coppia di solisti sono stati invitati a prendere parte a The Night of Stars alla National Opera in Finlandia, con altri eccezionali figure del balletto internazionale. .  
   
   
“PASQUA” DI STRINDBERG IN PRIMA NAZIONALE AL TEATRO OUT OFF DI MILANO DAL 4 AL 16 NOVEMBRE  
 
Milano, 3 novembre 2008 - Sacra rappresentazione, fiaba nera a lieto fine, dramma visionario e mistico, Pasqua, una delle opere meno note di Strindberg è di certo una sfida interessante per Monica Conti che ne cura la regia e l´adattamento drammaturgico, presentandolo in prima nazionale al Teatro Out Off di Milano da martedì 4 a domenica 16 novembre 2008. Coproduzione L’art e Teatro Out Off, lo spettacolo vede in scena Michela Martini, Federico Manfredi, Silvia Ajelli, Greta Zamparini, Alessandro Lussiana e Nicola Stravalaci, protagonisti di una storia dalla trama semplice: la famiglia di Heyst, uomo inetto e orgoglioso che si trova in carcere, è assillata da un creditore senza scrupoli, Lindkvist. Ciascuno reagisce a seconda della propria indole, come ad esempio la giovane figlia di Heyst, Eleonora, figura che assurge al ruolo di capro espiatorio. Ma a sorpresa, il creditore cancella i debiti in nome di un’antica gentilezza ricevuta anni addietro dal capofamiglia. Scritto nel 1900, poco tempo dopo una profonda crisi che avvicinò il drammaturgo svedese al misticismo visionario, Pasqua concentra nelle tre giornate del rito, venerdì, sabato e domenica, un percorso morale che mette in campo colpa, pentimento e redenzione, e la figura di un Dio buono che perdona e di un’umanità infantile, pronta a spaventarsi profondamente di fronte al pericolo ma poi altrettanto rapida a scordarsene una volta che torna la serenità. Amato da Kafka, Pasqua è una forma di teatro dell’assurdo in cui il sublime e il banale si scontrano di continuo, l’angoscia stringente e la disperazione si stemperano nei toni della favola. Infatti “Strindberg - dichiara la regista Monica Conti - chiama questo suo lavoro “mistero”. I misteri e le sacre rappresentazioni si recitavano per imparare una cosa buona ed erano scritti in una forma semplice e quasi ingenua accessibile a tutti. Esattamente come le favole”. “Di questo geniale infelice che fu Strindberg – prosegue Monica Conti nelle note di regia - “Pasqua” è il tentativo di un momento di pace. Pieno di buona volontà Strindberg scrive un finale di Redenzione, quasi totalmente luminoso, con una lezione morale: è l’occhio “nero” e nevrotico che ingigantisce il negativo e le paure, che ci fa temere l’incontro con l’estraneo, col “mostro”. Basta cambiare occhio e le stesse cose appaiono diverse. Si può arrivare anche ad essere nuovamente bambini e credere nella Fiaba – Mistero di una Pasqua che libera dall’angoscia. O, più semplicemente, la Pasqua è proprio l’incontro con “l’altro” che, forse, ha qualcosa di nuovo da raccontarci”. .  
   
   
AL VIA LA DIFFUSIONE DEL PROGETTO LAIV A TUTTE LE SCUOLE DELLE PROVINCE LOMBARDE E DI NOVARA E VERBANIA: TEATRO E MUSICA LABORATORI DI ESPERIENZA  
 
Milano, 3 novembre 2008 - Con l’avvio del nuovo anno scolastico il Progetto Laiv - Laboratorio delle Arti Interpretative dal Vivo - entra nella sua fase di diffusione mirando a estendere l’esperienza dei laboratori di musica, teatro e teatro musicale nelle scuole superiori lombarde e delle province di Novara e Verbania. Questa importante iniziativa di Fondazione Cariplo, collocata all’interno di un piano di azione che punta a migliorare i processi educativi, è realizzata in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e con il patrocinio di Regione Lombardia. Il Progetto Laiv, partito nel 2006, si rivolge a studenti e insegnanti delle scuole secondarie di secondo grado del territorio lombardo per favorire l’educazione e la pratica amatoriale delle arti performative tramite la collaborazione tra il mondo della scuola e quello delle organizzazioni musicali e teatrali. Nell’anno scolastico 2007-2008 sono partiti 34 laboratori musicali, teatrali e di teatro musicale in altrettanti Istituti scolastici lombardi. Un anno intenso e ricco di proposte creative che ha visto coinvolti oltre un centinaio tra docenti e operatori teatrali e musicali e più di 1500 ragazzi e che è culminato nel mese di maggio con un vero e proprio Festival, il Laiv action, realizzato presso gli spazi del Teatro Litta. A partire da questo autunno il progetto si amplierà con l’uscita di un bando a sostegno della pratica artistica nelle scuole superiori. Il bando sarà pubblicato a partire dall’1 dicembre 2008 e sarà preceduto da una serie di incontri con le scuole che Fondazione Cariplo svolgerà presso tutte le province coinvolte per presentare il progetto e illustrare le modalità di partecipazione. Gli incontri vedranno la partecipazione, a fianco del Comitato scientifico, anche delle scuole che già partecipano al progetto e che verranno chiamate in quell’occasione a testimoniare quanto fino ad oggi realizzato. .  
   
   
MATIÈRES SENSIBLES: IL FESTIVAL DELLA FOTOGRAFIA DI LILLE ARRIVA A MILANO  
 
Milano, 3 novembre 2008 - Venerdì 14 novembre alle ore 17. 30 apre, negli spazi dello studio Pomezia Uno (via Pomezia 1, 20127 Milano) la mostra fotografica “Matières Sensibles, d’Est en Ouest, du Sud au Corps”. Unico appuntamento italiano del festival di fotografia Matières Sensibles, nato lo scorso anno a Lille all’interno del “Mois de la photographie” che da 28 anni in Francia anima il mese di novembre con manifestazioni e incontri sulla fotografia. A Milano, fino al 30 novembre (su appuntamento 02. 45489381), saranno esposti i lavori di 6 giovani fotografi: N’krumah Lawson Daku (“Pink pantalons’ ”); Claudio Carletti (“New York: la città che non si ferma mai”); Rita Santiago (“Fuoriuscita”); François-xavier Gbré (“Mascarade”); Franco Melasecca (“Absence of Gravity”); Valentina Zanobelli (“Trance”) e Laura Fantacuzzi (“Permanent Vacation”) con la partecipazione di Hakeem b con la serie di disegni “Gold” e il video “Tomorrow again”. La serata di inaugurazione sarà in collegamento diretto con Lille. Ecco i numeri dell’edizione 2008 di Matières Sensibles: 17 tra fotografi, designers e stilisti di moda; 25 tra musicisti, poeti, compositori e cantautori; 11 i paesi coinvolti: Italia, Laos, Cambogia, Vietnam, Malesia, Repubblica Democratica del Congo, Marocco, Costa d’Avorio, Cuba, Canada e Usa. (Per il programma completo del festival www. Matierssensibles. Com ). Il progetto Matières Sensibles reinventa il concetto di mostra fotografica scegliendo luoghi “alternativi” come librerie, studi fotografici, ristoranti e locali al posto di gallerie e luoghi istituzionali per mostrare la fotografia in un modo nuovo e originale. “Finora non esisteva un evento interamente pensato e sviluppato da artisti che invitava tutte le forme di espressione a condividere “una prossimità complice”, offerta da luoghi alternativi e inusuali” dichiara il direttore artistico Eric Dohoun “La fotografia è documentario ed arte. Può dialogare con altre arti, ma spesso non viene compresa dal pubblico soprattutto dopo l’expolit della fotocamera digitale, da allora si è assistito ad una “banalizzazione digitale”. Per questa seconda edizione, il tema principale è il corpo poiché “Il fotografo e la fotografia sono i testimoni del momento, dei loro tempi, ma soprattutto della diversità umana di cui la sua materia sensibile, il corpo, è comune all´intera umanità ed è portatrice di storia e cultura”. Eric Dohoun, attivo a Lille e nel Nord della Francia è organizzatore di eventi culturali e artistici. Ideatore di African’ Artz (agenzia di promozione artistica e di sviluppo culturale), filosofo di formazione, è anche pedagogo, conferenziere ed agente di artisti. Operando “alla riconciliazione culturale” ed al dialogo tra i linguaggi artistici, Dohoun Eric è alla direzione artistica del festival “La Rencontre des Francophonies” e del festival di fotografia “Matières Sensibles”. .  
   
   
CHIAMALE SE VUOI… EMOZIONI QUARANTACINQUE SCATTI D’AUTORE IN UN BORGO ANTICO D’ABRUZZO ARRIGO CARLONI, BOBO MARCHESE, VITTORIO LIOCE  
 
 Pescocostanzo (L’aquila), Chiesa di San Giovanni dal 6 al 9 novembre Pescocostanzo (L’aquila), 3 novembre 2008 - Il ritratto d’autore va in scena a Pescocostanzo con la mostra fotografica “Chiamale se vuoi… emozioni”, quarantacinque scatti liberamente ispirati al tema del sentimento declinato da nomi celebri della fotografia italiana. Cornice d’eccezione è la chiesa medievale di San Giovanni nel cuore del borgo antico. I protagonisti: Bobo Marchese che racconta in bianco e nero le emozioni dello scorrere della vita: il sorriso di un bambino, la gioia delle nozze, la dolce attesa, lo sguardo pensoso di un anziano; Vittorio Lioce: fotografie a colori, ritratti di volti e di nozze con giochi di luce e dinamica dallo stile inconfondibile; Arrigo Carloni: Giorgio De Chirico e Salvador Dalì, due grandi artisti del ‘900 immortalati in istanti di relax e vita privata. Accanto ad essi ci saranno i partecipanti ad Obiettivo Matrimonio I Master Photo Meeting sulla fotografia di matrimonio che si svolgerà negli stessi giorni a Pescocostanzo: fotografi professionisti invitati a proporre i loro scatti ispirati al tema dell’emozione. .  
   
   
GRAFFITI: INWARD (OSSERVATORIO SUL WRITING): IMPORTANTE RINVIO DDL. ORA IL GOVERNO CONVONCHI UN TAVOLO TECNICO  
 
Napoli, 3 novembre 2008 - "La scelta del Governo di rinviare la norma anti writers può rappresentare un segnale importantante. Significa, forse, che si sta capendo che c´è stato un grande equivoco: in questi mesi si sono confusi i volgari imbrattatori di muri con le azioni di coloro che realizzano opere murali con gli spray e che rappresentano, invece, veri esempi non commissionati di riqualificazione urbana in zone periferiche" Inizia così la nota di Luca Borriello, Direttore di Inward - Osservatorio sulla cultura del writing, sul rinvio in Consiglio dei Ministri della "norma antiwriters". "In linea di massima - continua Borriello - ha ragione chi come il ministro Ignazio La Russa sostiene che "bisogna anche" distinguere tra writers e murales o chi come il ministro Sandro Bondi afferma che, in una corretta distinzione, ci sono opere che oramai hanno "dignità culturale": insomma, c´è tutto un problema più delicato che vogliamo approfondire" "Se realmente c´è quest´interesse ad approfondire il fenomeno nella sua complessità siamo pronti a fare la nostra parte", aggiunge Salvatore "Pope" Velotti, writer dal 1992 e vicedirettore di Inward. "A proposito dell´inasprimento delle pene giudicato spropositato da An e Lega - continua Velotti - Inward concorda e si augura che la misura del dialogo e della partecipazione allargata sia quella che il Governo adotterà nell´immediato futuro". "Riteniamo perciò opportuno - chiude Borriello - che il Governo convochi prima possibile un tavolo tecnico per inquadrare la questione in modo corretto e per puntare all´individuazione di soluzioni compatibili con le esigenze di tutti gli attori in campo" .  
   
   
NUOVO ALLESTIMENTO DELLA SEZIONE ROMANA DEL MUSEO ARCHEOLOGICO DI PADOVA  
 
Padova, 3 novembre 2008 - “I Romani posero ogni cura in tre cose soprattutto, che dai Greci furono trascurate, cioè nell’aprire le strade, nel costruire acquedotti e nel disporre nel sottosuolo le cloache” (Plinio il Vecchio) Era una delle fondamentali vie di comunicazione nell’ambito dell’Impero Romano, essenziale per consentire il collegamento con il centro dell’Europa e dunque la penetrazione non solo militare ma anche culturale di Roma; era la spina dorsale su cui si sono sviluppate le identità dei territori circostanti; il filo rosso che ha unito storie di uomini e paesi, in bilico tra mare e terra, laguna e corsi d’acqua dolce. E’ la Via Annia il soggetto di un importante progetto di recupero e valorizzazione del tracciato che collegava Aquileia - attraversando i territori di Padova, Altino e Concordia - ad un capolinea meridionale che gli studiosi ancora discutono se individuare in Adria o in Bologna. Un progetto articolato e complesso avviato nel 2005, che sta ancora impegnando studiosi e ricercatori, tecnici ed informatici, enti territoriali ed Università, Musei e Soprintendenze e che con l’apertura, il 25 ottobre, delle sale dedicate all’antica via nel percorso dei Musei Civici di Padova–museo Archeologico, raggiunge un primo step importante e percepibile dal pubblico (dopo indagini, scavi archeologici, restauri, campagne di telerilevamento) che sarà seguito - entro dicembre 2009 - dagli allestimenti museali tematici nei Musei di Adria, Altino, Concordia e Aquileia, dalla musealizazione dei reperti riconducibili alla Via Annia conservati a San Bruson, a Dolo, da stazioni multimediali, convegni e da una serie di altri interventi mirati. Oggi, per i più, la via Annia - rapida via di collegamento orizzontale tra il Delta del Po ed Aquileia - è un non luogo: un puro riferimento storico non identificabile nella sua interezza e di cui, difficilmente, si colgono rimandi culturali e ambientali. Le vicende climatiche e i dissesti idrogeologici di epoca tardoantica e altomedievale ne hanno cancellato le tracce; il tempo e la mancanza di interventi specifici ne hanno fatto perdere a lungo la memoria e il senso. Eppure il suo tracciato è ancor oggi parzialmente riproposto dalla strada statale Triestina e la funzionalità del sistema viario antico sembra quindi conoscere nel tempo una significativa persistenza. Finanziato da Arcus S. P. A. - che ha stanziato 1. 8 00. 000 euro - su proposta e con il contributo della Regione del Veneto e del Comune di Padova e attuato da questi, insieme ai Comuni di Concordia Sagittaria, Dolo, Aquileia e Rovigo e dall’Università degli Studi Padova con la collaborazione delle Soprintendenze per i Beni Archeologici del Veneto e del Friuli-venezia Giulia – il progetto ha dunque come obbiettivo principale quello di rendere questa arteria risalente al Ii secolo a. C. , un patrimonio culturale accessibile; una realtà percepibile capace di rievocare le vicende e le trasformazioni che si sono susseguite nei secoli lungo i suoi 200 km e di veicolare – oggi come ieri – idee e culture. Il suo percorso – ricavato dai Romani su precedenti piste protostoriche – è ricostruibile con certezza grazie ad alcuni dati archeologici (come il rinvenimento dei miliari), al recupero di strutture e infrastrutture connesse alla strada tra cui lacerti stradali e, soprattutto, ponti in pietra, alla toponomastica e all’analisi delle riprese aeree; e - per quanto riguarda il tratto Padova-aquileia - anche grazie a numerose testimonianze storiche: la strada era infatti menzionata, tra l’altro, in tre Itinerari antichi, con l’indicazione delle distanze tra i principali centri attraversati e la menzione delle più importanti tappe intermedie, per la sosta e il cambio dei cavalli. Molti aspetti restano tuttavia ancora da indagare; molto resta ancora da capire e da scoprire. Il progetto ha previsto prima di tutto interventi di indagine e di approfondimento, miranti a ricostruire il tracciato della via e le realtà su essa insistenti. E’ stata dunque effettuata, a cura dell’Università degli Studi di Padova, una specifica raccolta dati, con conseguente elaborazione di un sistema di schedatura informatica, ed è tuttora in corso una campagna di riprese fotografiche oblique da aereo - lungo tutta l’arteria - mirata ad identificare possibili tracce sepolte: e già ci sono i primi risultati eclatanti, come la documentazione dell’antica città di Altino, nucleo urbano originario da cui partirà la fondazione di Venezia . Ancora gli scavi archeologici, che sono effettuati, per il momento, nella Tenuta di Ca’ Tron (a tre chilometri da Altino), ad Aquileia presso l’importantissimo insediamento abitativo della cosiddetta “Casa delle bestie ferite” e a Concordia Sagittaria, laddove vi erano nodi critici irrisolti o ricche potenzialità informative. Risulta così ora databile con sicurezza alla prima metà del I sec. D. C. (grazie alle indagini endometriche e dendocronologiche sulla palificata di fondazione) il ponte romano di pietra individuato a Ca’ Tron, mentre sono riemersi ulteriori edifici del complesso rustico già individuato nel settore nord orientale della Tenuta, a 800 metri dalla strada consolare, e nuove informazioni sono state raggiunte ad Aquileia, in ordine alla planimetria della domus e alla sua costruzione. Numerosi sono i restauri programmati nel Progetto Via Annia e in parte già effettuati - come nel caso delle tombe emerse nella necropoli preromana e romana di Via Tiepolo a Padova, scavate in laboratorio dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto - relativamente a reperti archeologici riconducibili al percorso dell’infrastruttura romana, soprattutto in vista della loro esposizione nelle nuove sale che saranno dedicate a questa importante via di comunicazione in ciascuno dei musei interessati dal passaggio dell’antico tracciato: i Musei Archeologici di Adria, Padova, Altino, Concordia e Aquileia. In particolare, a partire dall’inaugurazione del nuove sale dell’età romana dei Musei Civici agli Eremitani-museo Archeologico di Padova, tutte le sedi coinvolte attueranno un progetto museografico e allestitivo di valorizzazione dei materiali attinenti alla via – alcuni importantissimi – realizzando appositi ambienti dedicati, con pannelli esplicativi e didascalie che illustrino il tracciato dell’Annia, approfondendo le peculiarità specifiche della zona, e con una stazione multimediale, in ogni museo, che permetta ai visitatori di conoscere tutto ciò che dell’antica via di comunicazione è noto, mettendo in rete tra loro i siti. Un biglietto d’ingresso unico ai Musei consentirà – a percorso progettuale completato - di rafforzare l’idea di visita lungo il tracciato, reso ulteriormente percepibile da una segnaletica turistica capillarmente distribuita e da pannelli didattico–informativi dislocati sui territori urbani; mentre verranno prodotti altri materiali divulgativi e di approfondimento e avviate iniziative ed eventi per la valorizzazione delle specificità dei territori lungo la Via Annia . Recuperare e valorizzare allora questa antichissima via, attraverso nuovi strumenti di comunicazione; approfondire lo studio e le ricerche; ricostruirne simbolicamente il tracciato e – infine – mettere in rete il complesso delle evidenze archeologiche conosciute, significa soprattutto valorizzare la storia e la cultura dei territori toccati dall’asse viario, recuperarne l’identità e dunque tradizioni, prodotti, enogastronomia. Un impegno importante, i cui primi risultati sono già stati indicati in una giornata di studi organizzata dal Comune di Padova nei mesi scorsi (saranno pubblicati a breve gli atti) e di cui si darà adeguatamente conto in un convegno conclusivo, al termine delle azioni previste dal Progetto Via Annia. .  
   
   
SAN MARINO: SIGLATO ACCORDO PER L´SBN TRA L´ISTITUTO BENI CULTURALI E LA REPUBBLICA DI SAN MARINO  
 
Bologna, 3 novembre 2008 – E’ stato siglato il 30 ottobre da Sara Zanotti, del Dipartimento Istruzione e Cultura della Repubblica di San Marino e da Alessandro Zucchini, direttore dell’ Istituto beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia Romagna (Ibc) un accordo quinquennale fra l´Ibc e il Dipartimento Istruzione e Cultura della Repubblica di San Marino per l’adesione delle sue biblioteche alla Rete Bibliotecaria di Romagna del Servizio Bibliotecario Nazionale (Sbn). Si dà vita così ad un unico polo Sbn, denominato “Rete bibliotecaria di Romagna e San Marino”, che aggregherà 124 biblioteche delle quali 118 appartengono alle province di Ravenna, Forlì-cesena e Rimini. L’insieme delle biblioteche opereranno all’interno di quello che costituisce la rete bibliotecaria italiana territorialmente più estesa, che acquisisce ora una valenza internazionale. Il servizio, fondato su un unico catalogo visibile on–line (il cosiddetto Opac, On line public access catalogue) e basato su standard operativi e catalografici comuni, garantisce la disponibilità dei documenti sul territorio, da una biblioteca all’altra, attraverso un servizio specifico: il servizio di prestito interbibliotecario. Come rileva la Commissione di polo, che ha approvato l’adesione, “la presenza delle biblioteche sammarinesi qualifica l’offerta culturale della rete e migliora i servizi agli utenti, estendendo la visibilità di un catalogo unico a territori contigui e culturalmente affini”. La base dati, ulteriormente ampliata con la migrazione dei 75. 000 titoli sammarinesi, verrà ospitata sui server della Provincia di Ravenna che, tramite i suoi uffici tecnici, estenderà alle biblioteche del Titano l’attività di coordinamento, consulenza e formazione, per la qualificazione professionale degli operatori delle biblioteche. L’ibc continuerà ad assicurare la costante evoluzione del software Sebina Open Library e il suo adeguamento agli standard tecnologici nonché l’integrazione con nuove funzionalità o tecnologie implementate nelle strutture centrali di Sbn. Questa soluzione tecnologica è adottata da oltre 2270 biblioteche in tutta Italia e da oltre 650 in Emilia-romagna. Essa consente nelle sue più recenti evoluzioni tecnologiche di organizzare ed integrare anche le risorse digitali per offrire agli utenti i più avanzati metodi di ricerca e fruizione della conoscenza. .  
   
   
FIABE A PASSO DI DANZA NEL NOME DI LEONARDO DA VINCI LE FAVOLE DEL CODICE ATLANTICO RIVIVONO AL TEATRO DELLA PERGOLA NELLA BELLA COREOGRAFIA DI CHIARE FRESCHE DOLCI GROUP DIRETTA DA ILARIA TINACCI  
 
Firenze, 3 novembre 2008 – La fiaba incontra la danza nel segno di Leonardo Da Vinci. Al genio di tutti i tempi è dedicato lo spettacolo C´erano una volta… favole e danze. Il magico e il fantastico in Leonardo che la compagnia Chiare Fresche Dolci Group presenta al Saloncino del Teatro Pergola lunedì 3 novembre (ore 21; ingresso € 10 intero, € 5 ridotto). Grazie al contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, la bella coreografia diretta da Ilaria Tinacci torna sulle scene del massimo teatro fiorentino dopo il brillante successo della stagione 2005/2006. La produzione ha debuttato nel 2004 in occasione del progetto del Comune di Firenze “Le Chiavi della Città, Firenze Ragazzi a Teatro” e ha fatto tappa anche al Festival Armunia di Castiglioncello, una delle maggiori vetrine nazionali per le nuove proposte in ambito teatrale. Nel frattempo, lo spettacolo ha incantato tutte le platee delle scuole toscane. “L’allestimento”, spiega Ilaria Tinacci, “corre sul doppio binario della danza e della narrazione, per creare un dialogo tramite corpo e parola”. Punto di partenza sono le favole di Leonardo da Vinci contenute nel Codice Atlantico e composte nei periodi milanese e francese, ossia dal 1478 fino alla morte, avvenuta nel 1519. Si tratta di testi semplici che trattano temi familiari al mondo del fiabesco - protagonisti sono gli animali, le piante, le pietre, i metalli - ma ricchi di metafore e significati, capaci di catturare anche l’attenzione degli adulti. Le fiabe scelte sono particolarmente adatte a una resa coreografica. Si tratta de Il Gallo e l’allegrezza, La carta e l’inchiostro, L’acqua, Il rasoio, La lingua morsa dai denti, La pietra e l’acciarino, Il giglio e infine La vendetta del vino. Le musiche sono di Ferdinand Hérold, Igor Stravijnsky, Georges Bizet, Camille Saint-saens, Jean Philippe Goude, Rimski Korsakov, Raffaele Paganini e Gioachino Rossini. Giorgio Regali è la voce recitante che accompagnerà gli spettatori lungo lo straordinario percorso ideato da Leonardo per i più piccoli. Massimo Poli e Gianni Mirenda firmano rispettivamente costumi e disegno luci. “Data l’importanza dell’aspetto visivo della rappresentazione scenica”, prosegue Ilaria Tinacci, “abbiamo posto grande attenzione ai costumi e ai colori, elementi che insieme alla musica, oltre ad attrarre i giovanissimi sviluppano la loro educazione artistica ed estetica”. Per le prevendite rivolgersi al circuito Box Office (via Alamanni, 39; tel. 055. 210804, www. Boxol. It). La vendita alla biglietteria del Teatro della Pergola è due ore prima dell’inizio dello spettacolo. .  
   
   
BOLZANO: CONFERENZA: “CON IL VELO E IL PUGNALE. DONNE NELL’ALTO MEDIOEVO”  
 
Bolzano, 3 novembre 2008 - Giovedì 6 novembre, alle ore 20, al Museo Archeologico dell’Alto Adige Gudrun Schnekenburger terrà una conferenza sulle donne dell’epoca merovingia e sulle informazioni sulla condizione femminile nell’alto medioevo che si possono desumere dai loro corredi funerari. Rispetto a molte altre epoche storiche, le donne dell’alto medioevo evidenziarono fortemente la propria personalità e individualità attraverso i corredi funerari. Proprio lungo le vie praticate per attraversare le Alpi, in Val Venosta e nelle zone circostanti questo è un aspetto rilevante, perché all’epoca dei merovingi vi si incontravano persone di varia origine e appartenenti a religioni diverse. La serata rientra nell’ambito della rassegna “Uno sguardo al femminile“ e sarà dedicata alle donne dell’epoca merovingia, ai loro corredi funerari e alle informazioni che essi danno su tradizioni, aspetto e status sociale, o anche sugli scopi e le intenzioni di determinate apparizioni. Gudrun Schnekenburger, archeologa, viene da Costanza in Germania. La conferenza, in lingua tedesca, è ad ingresso libero. Museo Archeologico dell’Alto Adige, via Museo 43, Bolzano, Tel. 0471 320100, fax . 0471 320122; web www. Iceman. It, E-mail museo@iceman. It. .