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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Ottobre 2010
GIORNALISMO E INTERNET, INTERVISTA AL MIGLIOR BLOGGER EUROPEO DEL 2010 PREMIATO IL SUO BLOG "EUTOPIA  
 
Bruxelles, 18 ottobre 2010  -  È stata una giornata all´insegna dell´informazione quella  del 13 ottobre quando giornalisti di tutta Europa sono confluiti a Bruxelles per il premio europeo per il giornalismo 2010 del Parlamento. Un´occasione per intervistare l´inglese James Clive Matthews, autore del blog premiato per la categoria "online". Quattro le categorie in gara per la terza edizione del premio: carta stampata, Tv, radio e internet. Vincitore per la carta stampata, con un articolo sull´immigrazione illegale, è stato il polacco Witold Szabłowski, del quotidiano nazionale Gazeta Wyborcz. L´ungherese Zsolt Németh ha ottenuto il premio per la televisione, con il suo programma finalizzato a spiegare ai giovani che cos´è l´Unione europea. Per la radio sono stati premiati gli svedesi Kajsa Norell e Nuri Kino, di Radio Ekot, per un servizio sugli aiuti finanziari dell´Ue alla Turchia. A tutti loro il ringraziamento del presidente del Parlamento Jerzy Buzek per aver aiutato a capire meglio l´Europa e aver approfondito argomenti di interesse europeo. Un premio è andato anche alla categoria internet. A vincerlo è stato James Clive Matthews, alias "Nosemonkey", letteralmente "naso di scimmia", con il suo blog su "Eutopia - Quante leggi in percentuale arrivano dall´Unione europea?". Un blog ironico e divertente che i giudici hanno voluto premiare e che noi abbiamo voluto approfondire, parlando con l´autore. Perché "Nosemonkey"? Non c´è assolutamente nessuna ragione. Viene semplicemente dall´ubriacatura da internet tipica dei nostri tempi: devi aver per forza un nomignolo stupido. Cosa ti ha spinto a iniziare a scrivere il tuo blog? Il vero motivo è da ricercare in un senso di fastidio. Stavo guardando un programma della televisione inglese che si chiama "Question Time" quando un europarlamentare ha affermato che l´84% delle nostre leggi nazionali vengono dall´Unione europea. La mattina dopo mi sono svegliato e mi sono messo a pensare. "L´84%? Non avrebbe senso, sarebbe ridicolo. E se fosse vero perché mai dovremmo ancora tenerci i governi nazionali?". Il ministro inglese per l´Europa al tempo disse che le leggi che arrivavano dall´Ue erano soltanto il 9,1%. La risposta ufficiale nel Regno Unito a cui nessuno crede più, sembra una percentuale troppo bassa. Mi sono detto: "Certo, non può essere né l´84% né il 9,1%. Ma allora qual è la percentuale giusta?" Mi ci è voluta circa un´ora e mezzo per trovare diverse versioni sull´argomento. Non sono un uomo di parte, politicamente parlando. Non sono un amante dell´Europa, ma non sono neanche un euroscettico. Mi facevo soltanto una domanda: qual è la verità su questi numeri? Quindi, che cosa hai scoperto, qual è la percentuale giusta? Per saperlo bisogna leggere il mio blog! Perché scrivere di Europa? Iniziai a scrivere un blog nel 2003, una data non casuale: stava scoppiando la guerra in Iraq, tutti i media ne parlavano in continuazione. Probabilmente è un po´ cinico, ma mi ero annoiato di sentire sempre raccontare di quest´invasione di un altro paese e continuavo a chiedermi che cos´altro stesse succedendo. Così mi sono messo a cercare qualcosa di interessante. Probabilmente ho scelto l´argomento sbagliato, ma era qualcosa che mi sembrava complicato, ma allo stesso tempo intellettualmente stimolante. L´unione europea è così complicata che non smetti mai di scoprire nuove cose. Dopo sette anni ancora non la capisco e non sono sicuro che esista qualcuno che ci riesce. Non assomiglia a nient´altro che sia stato tentato in passato. Se capisci l´Ue probabilmente sei in grado di capire qualsiasi cosa e se riesci a renderla interessante con ogni probabilità hai la capacità di trasformare qualsiasi cosa in un bell´argomento. Cosa dovrebbero fare Ue e governi nazionali per coinvolgere i cittadini? I governi nazionali dovrebbero fare di più, ma non lo faranno. Se fossi un seguace delle teorie del complotto direi che temono di perdere potere e influenza. L´unione europea è diventata un capro espiatorio per tutto. Se i governi cercassero di comunicare con i cittadini verrebbero sicuramente accusati di propaganda. Ai governi nazionali piace che le persone non sappiano cosa sta succedendo. Rivendicano il merito quando l´Ue fa qualcosa di buono, ma puntano il dito appena le cose vanno male. Non è così soltanto nel Regno Unito, succede ovunque. È patetico, ma completamente comprensibile.  
   
   
TELEVISIONE: MOLINARO, CON DIGITALE RETE TV 3 BIS IN TUTTO FVG  
 
Trieste, 18 ottobre 2010 - Con il passaggio del servizio pubblico televisivo al digitale, a metà del prossimo mese di dicembre, ci sarà a disposizione del Friuli Venezia Giulia anche un canale televisivo riservato all´informazione locale e alle minoranze linguistiche, l´attuale rete 3 bis estesa a tutto il territorio regionale. E´ questa la decisione assunta dai vertici della Rai, d´intesa con l´Autorità Garante delle Comunicazioni e con il competente Ministero, e resa pubblica con una comunicazione alla sede Rai regionale. "E´ una conquista importantissima che mette la nostra Regione alla pari di quanto avvenuto in Italia sino a oggi soltanto nella Provincia Autonoma di Bolzano - commenta con viva soddisfazione l´assessore regionale alla Cultura, Roberto Molinaro - riconoscendo positivamente le istanze e il lavoro di squadra portato avanti da Regione Autonoma, Provincia e Comune di Udine e Comitato per l´Autonomia del Friuli e sostenuto durante l´audizione presso la Commissione Parlamentare per l´Indirizzo Generale e la Vigilanza di Servizi Radiotelevisivi il 15 aprile 2010 a Roma". La decisione consente il pieno riconoscimento e la valorizzazione della peculiarità del territorio e delle lingue minoritarie in esso parlate con l´inclusione nel Canale Mux 1, il primo a essere attivato, insieme alle principali reti Rai, anche della rete 3 bis attualmente riservata alle sole province di Trieste e Gorizia. "Il 2010 è stato decisamente un anno importante per il rapporto tra le lingue minoritarie e la radio e televisione pubblica - precisa ancora l´assessore Molinaro -: prima l´inserimento del friulano nell´ambito di contratto di servizio Rai e ora la decisione sulla rete 3 bis. Queste scelte, tra l´altro, consentiranno nel 2011, a parità di stanziamenti per il friulano nei media, di destinare maggiori risorse alle radio e televisioni locali, dato che per il servizio pubblico è da prevedersi l´intervento del Governo.  
   
   
CONVEGNO SU TV DIGITALE AL SUD, IL MESSAGGIO DI FOLINO IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA BASILICATA: “RIVEDERE SCELTE E AZIONI CHE POSSONO INCIDERE NEGATIVAMENTE SULLE REALTÀ PIÙ DEBOLI”  
 
Potenza, 18 ottobre 2010 - “Con il definitivo passaggio alla tecnologia digitale, si corre il serio rischio di impoverire o addirittura di non avere più un sistema radiotelevisivo in alcune aree del Mezzogiorno, come la stessa Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali ha segnalato all’Autorità garante per le comunicazioni chiedendo di rivedere scelte e azioni che possono incidere negativamente sulle realtà più deboli”. E’ quando ha detto il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Vincenzo Folino, in un messaggio inviato al convegno su “Il digitale terrestre come opportunità di sviluppo per il Sud”, svoltosi a Matera su iniziativa del Coordinamento nazionale dei Corecom. Folino, che non ha partecipato ai lavori del convegno per una contemporanea riunione della Conferenza dei Presidenti a Roma, ha auspicato che “da questa iniziativa venga una forte spinta unitaria e condivisa, delle Regioni e dei Corecom, a tutelare e valorizzare l’emittenza locale, non arrendendosi alla forza di sistemi nazionali forti e consolidati che possono affrontare e gestire a proprio piacimento il cambiamento tecnologico e culturale”. Per quanto riguarda la Basilicata, “il rischio di una totale scomparsa dell’emittenza locale – ha aggiunto - è ancor più forte, ed è dunque necessario che le istituzioni e gli operatori del settore, ognuno per la parte di propria competenza, profondano ogni sforzo per consentire al sistema radiotelevisivo locale di non soccombere”. “E’ in gioco un sistema di piccole imprese e di professionalità – ha concluso Folino - che costituisce una parte fondamentale della nostra economia, già flagellata dalla crisi; ma sono a rischio anche il pluralismo e la libertà dell’informazione, che devono rappresentare il sale della democrazia ed alimentare la fiducia verso il futuro. Per questo l’impegno unitario dei Consigli regionali per non privare le realtà del Sud di questo importante patrimonio sarà forte e risoluto”.  
   
   
"IL RICHIAMO DEL KLONDIKE" FINALISTA A BRESCIA AL PREMIO "G.GAVIOLI" IL FILM DI PAOLA ROSÀ È PRODOTTO DALLA FONDAZIONE MUSEO STORICO DEL TRENTINO CON IL CONTRIBUTO DELLA PROVINCIA OGGI VIENE PROCLAMATA LA PELLICOLA VINCITRICE DEL CONCORSO PER FILM SUL MONDO DEL LAVORO  
 
Trento, 18 ottobre 2010 - Il documentario "Il richiamo del Klondike" di Paola Rosà, prodotto quest´anno dalla Fondazione Museo Storico del Trentino con il sostegno del Servizio Emigrazione e Solidarietà internazionale della Provincia autonoma di Trento, è fra i tre film finalisti che partecipano alla terza edizione del Concorso nazionale "Roberto Gavioli" di Brescia, dedicato a documentari sul mondo del lavoro e promosso dalla Fondazione Musil (Museo dell´Industria e del Lavoro "Eugenio Battisti"). Lunedì 18 ottobre nella sede del Museo dell´Industria e del Lavoro a Rodengo Saiano, nel Bresciano, verrà proclamato il film vincitore. Lo stesso documentario "Il richiamo del Klondike", nella sua versione inglese, partecipa alla decima edizione dell´International Film festival for Mountains, Extreme Sport and Adventures che si tiene a Bankso, in Bulgaria, dal 24 al 28 novembre 2010. Il Concorso "G.gavioli", promosso dalla Fondazione Musil (Museo dell’Industria e del Lavoro Eugenio Battisti) in collaborazione con la Cineteca di Bologna, la Fondazione Luigi Micheletti e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, intende ricordare la figura di Roberto Gavioli, creatore e animatore della Gamma Film di Milano, regista produttore, inventore. Gavioli, fu un personaggio chiave nel sistema della comunicazione cinematografica e televisiva in Italia dalla ricostruzione agli anni Ottanta e oltre. L’intero patrimonio storico della Gamma Film è stato destinato da Roberto Gavioli al Museo dell´Industria e del Lavoro “Eugenio Battisti”. La cerimonia della premiazione si svolgerà nella sede di Rodengo Saiano del Museo dell´Industria e del Lavoro lunedì 18 ottobre 2010, con inizio alle 17. La giuria, composta da Angelo Beretta, Gian Piero Brunetta (presidente), Nino Dolfo, Ruggero Eugeni, Gian Luca Farinelli, Alessandro Lombardo, Franco Piavoli, Pier Paolo Poggio (segretario) e Sergio Toffetti, ha selezionato tre documentari che, con ottiche diverse e grande efficacia, affrontano il tema della rappresentazione e racconto del lavoro nel passato e ai giorni nostri. I tre finalisti sono: - Il richiamo del Klondike (di Paola Rosà) - Workers. Rotte della globalizzazione (di Tommaso D’elia) - Campania Burning (Andrea D’ambrosio e Maurizio Cartolano - Gruppo Ambra) "Il richiamo del Klondike", di Paola Rosà e Alberto Senter, prendendo spunto dal diario scritto dall´emigrante trentino Silvio Boldrini che nel 1898 partecipò la corsa all’oro del Klondike, accompagna il geologo Sandro Frizzi nel suo consueto viaggio estivo che da Vancouver lo conduce a Dawson City, nello Yukon, estremo nordovest del Canada. Nella cittadina "dove nessuno chiude a chiave la porta di casa", incontra i suoi compagni di squadra per una nuova stagione di “prospecting” lungo i torrenti del Klondike a caccia d’oro: c’è Ljubo, lo scrittore serbo cercatore d’oro da trent’anni, c’è Max, il ragazzo russo che studia filosofia a Vancouver, e c’è Tim, il geologo canadese Che è anche pastore anglicano. La storia parallela si muove tra passato e presente grazie a foto d’epoca e a interviste sul campo, tra disavventure raccontate nel diario di fine Ottocento e moderne difficoltà in un territorio aspro e inospitale, dove comunque vige la legge della solidarietà. Non è cambiato molto, a Dawson City e lungo il Bonanza creek e l’Eldorado: per ottenere una “claim” dove partire con le ricerche basta firmare un pezzo di carta e giurare sulla Bibbia all’ufficio minerario, e per ricavare pagliuzze e pepite le tecniche di filtraggio e “clean up” sono rimaste le stesse. E uguale è l’energia che anche nel 2009 muove quelli che seguono il richiamo del Klondike.  
   
   
OTTOBRE, PIOVONO LIBRI: LA PRESENTAZIONE DEL VOLUME SINERGIE E STRATEGIE. ADOLESCENTI TRA SCUOLA E IMMIGRAZIONE  
 
Aosta, 18 ottobre 2010 - Nell’ambito della campagna nazionale Ottobre, piovono libri, lanciata dal Centro per il Libro e la Lettura del Ministero per i Beni e le Attività culturali, l’Assessorato dell’istruzione e cultura organizza, mercoledì 20 ottobre, alle ore 18.00, nella sala conferenze della Biblioteca regionale di Aosta, la presentazione del volume Sinergie e strategie. Adolescenti tra scuola e immigrazione, a cura di Marina Pompameo e Roberta Ricucci. Interverrà, insieme alle curatrici, Franca Fabrizio. «Grazie al legame profondo con le proprie radici – rileva l’Assessore Laurent Viérin – la Valle d’Aosta si è rivelata terra di accoglienza, prima di migranti provenienti dalle regioni meridionali e orientali d’Italia e ultimamente di migranti stranieri. Il sentimento identitario dei valdostani e la dignità riconosciuta alle due lingue ufficiali e alle parlate locali hanno costituito una naturale base di apertura verso altre culture e altre lingue. In campo educativo l’accoglienza si è concretizzata in numerose misure di sostegno all’inserimento e all’integrazione di minori stranieri. Per questo motivo l’Assessorato dell’istruzione e cultura ha ritenuto opportuno, in aggiunta alle risorse organiche assegnate appositamente a tutte le Istituzioni scolastiche di base, sostenere e finanziare il progetto di alcune scuole secondarie di secondo grado, consorziate con il Centro Territoriale Permanente, finalizzato a favorire l’apprendimento delle lingue ufficiali della Valle d’Aosta da parte di alunni stranieri, e quindi a dare a questi studenti una reale opportunità di seguire le lezioni in classe». «L’esperienza realizzata da queste scuole – aggiunge Marina Pompameo, dirigente scolastica e curatrice del volume –, grazie alla forte sinergia fra i soggetti coinvolti e a un notevole impegno organizzativo, ha costituito un felice incontro del principio di “discriminazione positiva”, praticato nelle scuole di area francofona, con la spiccata componente inclusiva della tradizione italiana. Per le sue caratteristiche il progetto può essere considerato un vero e proprio “modello” di accoglienza e integrazione degli alunni stranieri negli istituti superiori valdostani. Il volume che verrà presentato racconta l’iter di questa esperienza, ne descrive le tappe e la mette a confronto con altre simili realizzate a livello nazionale ed europeo».  
   
   
IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE NAPOLITANO AL CONVEGNO INTERNAZIONALE NATALINO SAPEGNO E LA CULTURA EUROPEA  
 
 Aosta, 18 ottobre 2010 - In occasione del Convegno di studi internazionale Natalino Sapegno e la cultura europea, organizzato, a vent’anni dalla scomparsa del critico, dalla Fondazione Natalino Sapegno, svoltosi ad Aosta dal, giovedì 14, fino a sabato 16 ottobre, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio di apprezzamento e di saluto, letto dal Presidente della Regione Augusto Rollandin a tutti i partecipanti: Saluto cordialmente Lei, illustre Presidente, i promotori, gli autorevoli relatori e tutti gli intervenuti al convegno internazionale “Natalino Sapegno e la cultura europea del Novecento”. Il nome di Natalino Sapegno resta indissolubilmente legato allo studio della letteratura italiana della quale ha offerto, nel corso di tutta la sua vita, una analisi critica e metodologica che ha costituito un indispensabile punto di riferimento per generazioni di ricercatori e che ancora oggi mantiene intatta la sua attualità. Sempre attento ai più innovativi fermenti culturali del suo tempo, da uomo di grande equilibrio e rigore, egli seppe arricchire e nobilitare l’insegnamento con un costante impegno civile e politico, illuminato da una visione ideale che ha posto al centro della riflessione intellettuale un umanesimo fondato sui valori di libertà, di solidarietà e di giustizia sociale. Nel rinnovare il mio sincero apprezzamento per la iniziativa alla quale ho concesso l’alto patronato, anche nel ricordo del rapporto personale stabilitosi tra noi – esprimo la certezza che essa saprà offrire nuove e importanti prospettive di riflessione su una figura centrale della cultura del nostro paese, e rivolgo a voi tutti un caloroso augurio di buon lavoro. Giorgio Napolitano  
   
   
ELFO PUCCINI: RACCONTO D’INVERNO DI WILLIAM SHAKESPEARE PRIMA NAZIONALE  
 
Milano, 18 ottobre 2010 - “Ma in inverno è meglio raccontare storie tristi, io ne so una di elfi e di folletti”. Con questa battuta - del giovane principe Mamillio, segnato dal destino - si spiega il senso del titolo del Racconto d’inverno, opera che si colloca tra le ultime composte da Shakespeare. Siamo di fronte a una tragedia? No, tutt’altro. Un dramma della gelosia o, come lo definiscono più propriamente gli studiosi, una tragicommedia, che, con una netta sterzata dopo il terzo atto, traghetta gli spettatori dalle atmosfere di grande tensione emotiva dell’inizio attraverso le vie di una comicità solare, verso un finale che riconcilia con la vita, carico di lirica dolcezza. Ambientato in luoghi dal sapore esotico con una trama ricca di colpi di scena, tra viaggi avventurosi, tempeste, ritrovamenti insperati, il testo narra le vicende di Leonte, il re di Sicilia, che, posseduto da un sentimento cieco e distruttivo, annienta tutto ciò che gli è più caro: la moglie Ermione, i figli e l’amicizia di una vita con Polissene, re di Boemia. I registi Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani ne parlano come di un “Otello senza Iago, dove la gelosia è trattata come un fenomeno puro che, né più né meno dell’innamoramento, può essere repentino e immotivato e non ha bisogno di sobillatori”. Sedici anni dopo, il quarto atto ci introduce in un mondo bucolico, per raccontare l’amore clandestino tra Perdìta, che altri non è se non la figlia ripudiata di Leonte, e Florizel, figlio di Polissene. Da qui in poi è un susseguirsi di situazioni comiche ed espedienti drammaturgici che portano dritti verso un finale sorprendente, dove alle classiche agnizioni e riconoscimenti, si aggiunge un’insperata “resurrezione”. Come in un “Romeo e Giulietta a lieto fine”, qui sono i figli lo strumento di riconciliazione dei padri e i protagonisti di un percorso di trasformazione “che attraversa le generazioni e il ciclo del tempo”. Questo testo offre dunque una nuova occasione per affrontare il tema dell’incontro/scontro tra generazioni, già in primo piano in altre produzioni di Teatridithalia (come i recenti Romeo e Giulietta e Shopping & Fucking firmati da Bruni) e per tornare a far lavorare fianco a fianco giovani interpreti e nomi storici della compagnia. Insieme a De Capitani, Bruni, Crippa, Agustoni e Toracca vedremo in scena i giovani Camilla Semino (Premio Hystrio alla vocazione 2009, interprete femminile di Shopping & fucking), Giuseppe Amato (apprezzato Puck nell’ultimo Sogno dell’Elfo), Umberto Petranca (premio Ubu 2007 attore under 30); completano il cast Gabriele Calindri, Federico Vannie e Nicola Stravalaci. Www.elfo.org/    
   
   
AL TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI DI MILANO ARRIVA, PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA E SOLO PER SEI REPLICHE, LO STRAORDINARIO SPETTACOLO INDIANO “BHARATI”.  
 
Milano, 18 ottobre 2010 -La compagnia, 60 elementi tra ballerini, tra cui la prima ballerina, la splendida Bhavna Pani, cantanti e musicisti, stanno provando in questi giorni a Bombay la versione italiana alla quale partecipa l’attore Pietro Pignatelli. Bhavna Pani spiega così “Bharati”: “Il pubblico italiano sarà catapultato in una vera esperienza indiana. La musica, la Danza, I 900 costumi – che sono stati disegnati con la peculiarità di riprodurre lo stile delle varie regioni – illustrano la cultura dei 26 stati che compongono il mio Paese, ognuno dei quali con usi e tradizioni differenti” Nei novanta minuti di show – prosegue Bhavna - cerchiamo di far viaggiare la platea in questo variegate mondo. Bharati è una metafora dell’India. Il nome deriva da Bharat – che è il termine Hindi per indicare l’India. Una metafora perchè il personaggio Bharati, che è innamorata di un ragazzo molto moderno, vuole però rispettare i desideri di suo padre, rispettare la tradizione. Lei è molto innocente ma molto forte. Come la società Indiana di oggi che vuole trovare il giusto compromesso tra modernità e rispetto per le proprie radici. Bharati è il vero volto di tutto ciò che è oggi l’India” Grande invece l’esperienza di Pietro Pignatelli in prova con la compagnia a Bombay “Un’esperienza interessantissima. Lavorare con artisti così lontani da noi geograficamente e culturalmente, è stata un’occasione di confronto assolutamente nuova: Anche se diversi nell’espressione siamo così vicini nel sentire il teatro! Prove in inglese: un limite? Inizialmente si, ma dopo un po’ mi accorgevo di essere parte integrante di un tutto.. Mi ha colpito soprattutto la tranquillità e l’armonia che aleggia nell’aria. Una cosa impressionante! Per questi artisti indiani l’emozione da palco non si palesa in attacchi di “isteria” che noi occidentali conosciamo bene. E il divismo non sanno neanche cosa vuol dire. Allo spettacolo, così come alle prove, sembra di partecipare ad una sorta di riunione di famiglia, di sedere alla tavola di un gruppo di amici pronti a condividere con te il cibo e i sorrisi e il the con latte e ginger (non manca mai!). L’unico elettrico ero io… e dico ero, perché il loro atteggiamento ha una forza tale che ti condiziona quasi subito. Sembra che fare spettacolo per gli artisti indiani sia prima di tutto fare spettacolo per sé stessi e per i propri compagni d’arte con un rispetto e una gioia che al pubblico arriva con un’energia incredibile In definitiva emozioni belle e nuove e una grande occasione di crescita professionale” www.Teatroarcimboldi.it/    
   
   
LA NUOVA PRODUZIONE DEL PICCOLO TEATRO DAL 20 AL 31 OTTOBRE IN PRIMA NAZIONALE ALLO STUDIO EXPO I BEATI ANNI DEL CASTIGO DI FLEUR JAEGGY. UN MONDO IN BILICO TRA IDILLIO E CATTIVITÀ NELLA “LETTURA” DI LUCA RONCONI  
 
Milano, 18 ottobre 2010 - Luca Ronconi si immerge nelle contraddizioni del presente portando in scena I beati anni del castigo, romanzo di formazione di Fleur Jaeggy (Edizioni Adelphi), con l’interpretazione di Elena Ghiaurov. Lo spettacolo, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano, debutta in prima nazionale al Teatro Studio Expo mercoledì prossimo 20 ottobre, con repliche fino al 31 ottobre, e segna un’altra importante tappa nel percorso di Ronconi sulla drammaturgia contemporanea. «I beati anni del castigo è un titolo ossimorico, evidentemente», sottolinea Ronconi. «Il fatto che si definisca beato un castigo lascia intendere che esista un elemento fuori registro. È un titolo ironico, ma forse vuole anche sottolineare quanto il successivo disincanto della vita adulta sia stato peggiore della vita di collegio. Forse quegli anni di “clausura” e di punizioni, da un certo punto di vista, sono stati beati». La storia è ambientata in un collegio femminile, in Svizzera, dove la protagonista vive. Il racconto della donna, sorta di lettura di un suo intimo diario, apre le porte su un mondo in bilico tra l’idillio e la cattività, che possiamo chiamare un’ arcadia della malattia, per usare le parole della scrittrice. Finché arriva Frédérique, una nuova allieva, severa, perfetta, magnetica, che sembra aver già vissuto tutte le esperienza della vita. La protagonista – che resta senza un nome – si sente attratta dalla nuova arrivata, dal suo aspetto quieto e insieme minaccioso. E qui, la minaccia, poco a poco, si scopre, e si approda a una “terra di nessuno”, un luogo ibrido e segreto che si colloca tra la perfezione e la follia. Lo stile limpido e nervoso della scrittura, l´acutezza quasi clinica delle notazioni, l´intensità di questa storia fanno risuonare una corda segreta dell’animo: quella legata all’immaginario collegio da cui tutti noi siamo usciti. Fra lo sconcerto, l´attrazione e il timore, lo spettatore è guidato in una sorta di giardino dei saperi femminili, fatto di fiori che sbocciano nelle stagioni della vita, attraverso esperienze giovanili goffe e talvolta crudeli. Il rapporto fra le due donne, centro del monologo, è ripercorso attraverso le percezioni dell’unica che racconta e descrive: nello svilupparsi lento e spietato di un assolo unilaterale, in un crescendo di tensione e di attesa. Dopo I beati anni del castigo Ronconi metterà in scena, nel gennaio 2011, un altro titolo di drammaturgia contemporanea di produzione del Piccolo Teatro, La compagnia degli uomini di Edward Bond. «Al contrario di quello che si potrebbe credere, viste alcune mie frequentazioni teatrali, io sono molto interessato al contemporaneo», spiega il regista. «Non lo sono affatto alle mode e non credo che qualcosa sia “moderno” perché lo si definisce tale. La modernità non è una copertina, un involucro artificiosamente applicato a un prodotto: quelle sono codificazioni fasulle, ingannevoli, linguaggi la cui inflazione gratuita mi lascia del tutto indifferente. Pensare che si possano dettare i crismi di un’“accademia della modernità” è assurdo. La ricerca è mobilità, movimento, continuo ricambio», aggiunge Ronconi. «Mi interessano gli autori, non i copioni. Autori che abbiano qualcosa da dire e mi sfidino a trovare un modo per dirlo nel territorio a me familiare, il teatro: quelli, per me, sono “i moderni”. Bisogna fare attenzione anche a non confondere contemporaneità e attualità. Un testo è contemporaneo se mette in evidenza una contraddizione, se si sviluppa attorno a un conflitto. In quel caso è moderno, necessariamente contemporaneo». Dal romanzo al teatro Quando leggo qualcosa, a qualunque genere appartenga, mi viene naturale immaginare soluzioni per trasportare quel testo in teatro. È il mio mestiere, è il territorio in cui mi so muovere. Non trovo differenza nell’allestire un romanzo o un lavoro nato per il teatro: il mio interesse scatta nel momento in cui mi imbatto in un linguaggio preciso, riconoscibile, che possegga una significativa connotazione letteraria. Ed è il caso dei Beati anni del castigo, un’opera letteraria che, per come è scritta, mi è sembrato presupponesse l’idea anche di una sua comunicazione orale. Luca Ronconi  www.Piccoloteatro.org/  www.Piccoloteatro.tv/    
   
   
AL TEATRO CARCANO LA NUOVA PRODUZIONE SERATA D’ONORE CON ANTONIO SALINES  
 
Milano, 18 ottobre 2010 - Presentato in anteprima a novembre 2009 sotto forma di trailer con il titolo provvisorio di Serata Cechov nell’ambito della terza edizione di “Next - Laboratorio di idee” (iniziativa organizzata da Regione Lombardia e Agis Lombarda per promuovere e sostenere la produzione teatrale regionale), lo spettacolo, prima produzione 2010/2011 della Compagnia del Teatro Carcano diretta da Marina Bonfigli, debutta ora nella sua forma definitiva. Da un’ipotesi iniziale di allestimento di tre atti unici di Cechov, si è optato per una suddivisione in due parti, facendo precedere il segmento dedicato a Cechov da una significativo titolo di Gogol’, uniti da un poetico “filo notturno”. Come nell’atto unico di Anton Cechov Il canto del cigno, un vecchio attore rivive nel sogno la sua trionfale “serata d’onore”. Sotto forma di delirante monologo, egli recita il racconto Le memorie di un pazzo di Nikolaj Gogol’, sempre in bilico fra sogno e realtà. Quando si sveglierà, si accorgerà di essersi addormentato nel camerino di un teatro vuoto. Il posto più adatto per evocare fantasmi … Antonio Salines, sotto la direzione di Giuseppe Emiliani e affiancato da Elio Aldrighetti, mette la sua arte d’attore al servizio dei due giganti della letteratura russa, disegnando due figure di uomini, un impiegato e un anziano divo del palcoscenico, tra follia e commozione, ironia e rimpianto. Le memorie di un pazzo (1835) fu pubblicato dapprima nella raccolta di racconti Arabeschi (insieme a La Prospettiva Nevskij e Il ritratto) e successivamente, alla morte di Gogol’, in una nuova raccolta dal titolo I racconti di Pietroburgo comprendente anche tre opere scritte tra il 1836 e il 1842: Il naso, Il calesse e Il cappotto. Nelle Memorie, l’autore indugia minuziosamente, al limite della morbosità, sull’evoluzione della perdita di lucidità di un impiegato ministeriale, miserrimo e frustrato. Attraverso una narrazione insieme ironica e deprimente, caratteristica di tutta la sua opera, Gogol’ ci parla con forza, senso dell’umorismo e straordinaria modernità della tragedia della condizione umana, dei suoi nonsense, delle alienanti convenzioni sociali, della sua povertà. Il canto del cigno fa parte del gruppo di otto atti unici o vaudevilles scritti da Cechov tra il 1884 e il 1891 comprendente, fra gli altri, Il tabacco fa male, L’orso, La domanda di matrimonio. Protagonisti di questo piccolo capolavoro di poche pagine sono Vasilij Vasil’iĉ Svetlovidov, un vecchio attore con un’importante carriera alle spalle, e il suo anziano suggeritore. Una notte l’attore, dopo lo spettacolo, si addormenta ubriaco in camerino, e, dimenticato da tutti, si risveglia spaventato e solo. Le porte sono sbarrate dall’esterno, così Svetlovidov, vagando smarrito, scopre che il suo suggeritore abita in uno dei camerini del teatro. Questo incontro inatteso sarà l’occasione per i due veterani del palcoscenico di rievocare la gloriosa carriera dell’attore che, ormai vecchio e malato, reciterà i suoi “cavalli di battaglia” in una struggente e appassionata interpretazione che sembra essere il suo doloroso “canto del cigno”. Il personaggio di Svetlovidov è considerato in tutto il mondo una “prova d’attore” per un anziano mattatore. Celebri sono le grandi interpretazioni di John Gielgud (nell’omonimo film di Kenneth Branagh) e, in Italia, quelle di Memo Benassi, Glauco Mauri, Mario Scaccia.  
   
   
CAVEMAN, L’UOMO DELLE CAVERNE, A MILANO, TEATRO NUOVO  
 
Milano, 18 ottobre 2010 - “Sei al 7 anno di matrimonio? Ti stai per sposare? Vi state lasciando? State per andare a vivere insieme? ............ Ti conviene vedere Caveman!” Maurizio Colombi Caveman l’uomo delle caverne, Il più famoso spettacolo sul rapporto di coppia a livello planetario. È in scena in 30 paesi, vanta più di 8.000.000 spettatori e una strada intitolata nella città di New York! Arriva al Teatro Nuovo di Milano, da martedi 26 a sabato 30 Ottobre Caveman – L´uomo delle Caverne, l´esilarante one man show con Maurizio Colombi, regia di Teo Teocoli, che con sguardo comico affronta uno temi più spinosi e drammatici dell´umanità: Il Rapporto Tra Uomini E Donne Anche la versione italiana dello spettacolo punta al grande successo della “natia” Broadway, dove Caveman, con 702 performance in due anni, è stato il monologo più longevo della storia, tanto che il sindaco Giuliani gli ha intitolato la 43° strada Il successo si è diffuso nel mondo con cifre di tutto rispetto: 8.000.000 di spettatori, 15 traduzioni differenti, in scena contemporaneamente in 30 paesi nel mondo ed è stato anche Vincitore del “Premio Laurence Oliver” come Miglior Spettacolo d’Intrattenimento Tutto ciò ha trasformato Caveman da “semplice” successo teatrale a un vero e proprio evento, un fenomeno di costume Mondiale In Italia Caveman è arrivato nel 2008, dove l´adattamento e la traduzione - per volontà di Rob Becker, il creatore della versione originale – sono stati curati da Maurizio Colombi, il regista del record d’incassi Peter Pan - il Musical e del recente “We Will Rock You” il fortunato musical ispirato dalla musiche dei Queen. Per l’occasione è stata coinvolta un’altra firma autorevole del panorama dello spettacolo italiano, Teo Teocoli che ha firmato la sua prima regia teatrale. La produzione è un tandem che vede affiancati la Theater Mogul, compagnia di produzioni teatrali globali, e il Teatro delle Erbe. Ad accompagnare Colombi sul palco del Nuovo ci saranno, solo per queste repliche, tre musicisti: un tastierista, un chitarrista e un percussionista Con Caveman si ride (sino alle lacrime), ci si diverte, ma soprattutto ci si riconosce. Www.caveman.it/    
   
   
AL TEATRO PARENTI NEMICO DI CLASSE DI NIGEL WILLIAMS  
 
Milano, 18 ottobre 2010 - Massimo Chiesa porta in scena Nemico di classe dell’inglese Nigel Williams, testo forte e sconvolgente che racconta la storia di sei ragazzi indomabili, irriverenti, annoiati, chiusi in una scuola di periferia, dove, tra i banchi rovesciati, nessun professore è riuscito a resistere. Sono ragazzi abbandonati, isolati dal mondo, in attesa che qualcuno o qualcosa li possa salvare. Un’opera sul mondo giovanile, di cui si ricordano le messinscene di Peter Stein con gli attori della Schaubühne e di Elio De Capitani con il Teatro dell’Elfo, che lanciarono nuove generazioni di attori. A distanza di oltre trent’anni, il regista Massimo Chiesa ne conferma l’attualità, registrando l’incancrenirsi di un malessere che ormai non riguarda più solamente il bullismo: “questi giovani sono i ragazzi che per noia decidono di dare fuoco a un immigrato indiano, sono quei ragazzi che violentano una ragazza nei bagni la notte di capodanno, sono quei ragazzi che torturano un ragazzo down. Sono ragazzi che non riescono proprio a vedere un futuro. Nemico di Classe è un grido di allarme contro questa demenziale violenza.” Dedicata proprio ai più giovani, la nuova edizione di Massimo Chiesa prevede un originale allestimento ideato per la Sala Tre del Teatro Franco Parenti, dove ogni sera piccoli gruppi di spettatori saranno ospitati nella classe dei “ragazzi terribili”. Www.teatrofrancoparenti.it/    
   
   
AL TEATRO SMERALDO TORNA, DOPO SETTE LUNGHI ANNI, LA SATIRA SENZA FRENI DI BEPPE GRILLO IN UN NUOVO PROVOCATORIO LAVORO.  
 
Milano, 18 ottobre 2010 - Il comico genovese reduce da un tour che ha toccato le maggiori capitali europee, fra cui Londra e Parigi, tornerà adesso nelle platee dei più importanti teatri italiani. Lo show, attraverso un linguaggio pungente e lo stile inconfondibile di Grillo, toccherà i temi della cronaca, politica, economia, ecologia. Argomenti che l’artista affronta ogni giorno anche sul suo seguitissimo blog: www.Beppegrillo.it/    
   
   
TEATRO PARENTI : GLI ANNI ZERO. LE GRANDI FIRME IN MUSICA DI E CON OTTAVIA FUSCO  
 
Milano, 18 ottobre 2010 - Va in scena al Teatro Franco Parenti di Milano il progetto discografico-editoriale e teatrale che Ottavia Fusco ha realizzato con la sua casa di produzione Blue Bastille. Grandi firme e musica pop! Nella doppia veste di cantante e attrice, Ottavia Fusco coniuga musica e teatro, racconto e melodia, emozioni e brividi da techno. Sedici fra le più prestigiose penne della cultura e dello spettacolo hanno aderito all’impresa scrivendo una “canzonetta” per l’occasione: Aldo Nove, Lina Wertmüller, Nanni Balestrini, Magdi Cristiano Allam, Andrea Pinketts, Giordano Bruno Guerri e Paola Veneto, Umberto Eco, Dacia Maraini, Edoardo Sanguineti, Federico Moccia, Pasquale Squitieri, Ennio Cavalli, Giorgio Albertazzi, Alejandro Jodorowsky, Patrizia Cavalli e Vittorio Sgarbi. Un concerto di Autori, commentato dalle immagini realizzate per lo spettacolo da Pasquale Squitieri. A conclusione del concerto, un insolito e gioioso ricordo: in occasione dei trentacinque anni dalla scomparsa di Pier Paolo Pasolini, Ottavia Fusco ricorda il Pasolini “canzonettiere” accompagnata dalla chitarra di Alessio Colombini. Una serata sorprendente. Www.teatrofrancoparenti.it/    
   
   
AL PICCOLO TEATRO GRASSI, DAL 26 OTTOBRE AL14 NOVEMBRE 2010 IN PRIMA NAZIONALE, NEL 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITÀ D’ITALIA I PROMESSI SPOSI ALLA PROVA. MANZONI, TESTORI, LOMBARDI-TIEZZI UN MAGNIFICO ESEMPIO DI ‘TEATRO NEL TEATRO’  
 
 Milano, 18 ottobre 2010 - Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Federico Tiezzi propone la regia di I promessi sposi alla prova, in prima nazionale al Piccolo Teatro Grassi dal 26 ottobre al 14 novembre 2010, misurandosi con un gigante della cultura italiana del Novecento, Giovanni Testori, e con la sua riscrittura del capolavoro di Alessandro Manzoni. Nell´infaticabile lavoro manzoniano sul linguaggio e sulla storia d´Italia, filtrato dall´occhio di Testori, Tiezzi coglie il miglior omaggio possibile, sul palcoscenico, alla ricorrenza che quest´anno coinvolge il Paese. Su un palcoscenico di fortuna, un capocomico all’antica si affanna a far interpretare a un gruppo di attori comicamente scalcagnati il capolavoro di Manzoni. Interesse principale dell´autore è quello di fare del romanzo uno "specchio" in cui riflettere i suoi "anni tribolatissimi" che, a ben vedere, sono anche i nostri. Oggi non si tratta più di sconfiggere il flagello della peste, bensì i nuovi mali che affliggono la società, ossia il degrado e l’omologazione del pensiero. A differenza delle sue reinvenzioni shakespeariane, sin dal titolo segnalate da una deformazione linguistica (L´ambleto, Macbetto), resta intatta la formula manzoniana. Testori vi aggiunge solo la specificazione: "alla prova". In queste due parole sta non solo l´indicazione che il romanzo sarà spinto nel territorio del teatro, ma anche tutta l´immensa portata dell’opera, e forse dell´intera vita, di Testori: la verifica dei propri amori, delle proprie passioni, umane e culturali. Un magnifico esempio di "teatro nel teatro". Www.piccoloteatro.org/  - www.Piccoloteatro.tv/    
   
   
MATERA, PRESENTATA STAGIONE CONCERTISTICA 2010/2011  
 
 Matera, 18 ottobre 2010 - Presentata, presso la sala conferenze del Comune di Matera, la Stagione Concertistica 2010/2011 organizzata da Matera in Musica, Orchestra della Magna Grecia e Festival Duni. Un cartellone particolarmente variegato e ricco di suggestioni musicali che prevede dieci appuntamenti, tappe di un viaggio immaginifico che porteranno lo spettatore a scoprire un “mondo musicale” di volta in volta diverso. Trait d’union in questo viaggio è l’Orchestra Ico della Magna Grecia che sarà sul palco in ogni concerto. Nell’occasione – spiegano gli organizzatori - si ringraziano tutte le istituzioni e le aziende che anche quest’anno sostengono l’Orchestra Ico della Magna Grecia: il Ministero dei Beni e delle Attività culturali, la Regione Basilicata, la Provincia di Matera, il Comune di Matera, nonché la Ubi Banca Carime. La Stagione Concertistica 2010/2011 avrà inizio il prossimo 29 ottobre, presso l’Auditorium “R. Gervasio” con il concerto di presentazione “Il virtuosismo al femminile”. L’orchestra della Magna Grecia, diretta da Piero Romano, affiancherà la giovane e talentuosa pianista tarantina Viviana Lasaracina. In programma il concerto n.3 op. 26 di Sergej Prokofiev e la Sinfonia n.6 op.74 “Patetica” di Pyotr Ilyich Tchaikovsky.  
   
   
GENOVA, AL VIA STAGIONE 2010-2011 TEATRI VERDI E GIOVENTÙ CON “POLTRONISSIMA ALL’OPERA”  
 
 Genova, 18 Ottobre 2010 - “Poltronissima all’opera”, le opere più belle, i balletti e i concerti in arrivo dai più bei teatri d’Italia e del mondo vissute dagli spettatori dei teatri della Gioventù e Verdi, attraverso riprese Rai e di altre emittenti televisive, e trasmesse in diretta. È questa la principale novità della stagione 2010-2011 dei teatri della Gioventù di Genova e del teatro Verdi di Sestri Ponente che per la prima volta sperimenteranno questa novità con ingresso a 12 euro. L’iniziativa è stata illustrata il 14 ottobre dal direttore artistico dei due teatri, Riccardo Canepa e dall’amministratore Pietro Lavizzari. E accanto all’opera al teatro della Gioventù ci sarà spazio per il musical, per il jazz e per le iniziative messe in campo dall’Associazione “Amici di Paganini”. Saranno messi in scena eventi paralleli nei due teatri e verranno coinvolti anche i ristoratori e i commercianti di via Cesarea e delle vie limitrofe al teatro della Gioventù per dare vita a “jam session”. La stagione teatrale prenderà il via il 3 novembre al Teatro della Gioventù con il concerto del quartetto “Gnu quartet” a cura degli Amici di Paganini con arrangiamenti di compositori genovesi e di opere di Nicolò Paganini e continuerà con le operette dal vivo, messe in scena da compagnie provenienti da tutta la Liguria e poi la goliardia e il teatro dialettale. In primo piano anche la musica jazz, con il Zenart jazz festival, un appuntamento mensile da novembre ad aprile che si terrà al teatro della Gioventù. Nello stesso teatro il 26 novembre arriverà il chitarrista Franco Cerri, l’8 dicembre Rosario Bonaccorso e il 17 dicembre Rossana Casale con “Merry Christmas in Jazz”. La stagione della “Gioventù” si concluderà il 29 aprile con il concerto di Dado Moroni. Per rilanciare il Teatro Verdi e potenziare quello della Gioventù gli organizzatori hanno previsto per la stagione un sistema di votazione elettronica con cui, al termine dello spettacolo, il pubblico potrà esprimere il proprio gradimento. “Si tratta di un cartellone molto interessante – ha ribadito oggi nel corso della presentazione l’assessore regionale alla cultura e agli spettacoli, Angelo Berlangieri - che arricchisce il panorama culturale della nostra regione e rappresenta un motore di sviluppo per tutto il territorio, grazie anche a novità interessanti come l’appuntamento con l’Opera che non va in contrapposizione con il Teatro Carlo Felice, ma è frutto di una buona gestione”  
   
   
IL RABBINO CAPO DI FIRENZE JOSEPH LEVI, E JOSEPH H. H. WEILER, TITOLARE DELLA JEAN MONNET CHAIR PRESSO LA FACOLTÀ DI LEGGE DELL’UNIVERSITÀ DI NEW YORK, PARTECIPANO AL CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI SU CARLO MICHELSTAEDTER “LA VIA DELLA PERSUASIONE”, IN PROGRAMMA A GORIZIA, OGGI E DOMANI  
 
Gorizia, 18 ottobre 2010 - Il Rabbino Capo di Firenze Joseph Levi, con un intervento dedicato a Kohelet fra il nulla e la fede: pessimismo, interrogazione esistenziale e la sua risoluzione, e l’insigne accademico Joseph H. H. Weiler, titolare della Jean Monnet Chair presso la Facoltà di Legge dell’Università di New York - oltre che Direttore del Global Law School e del Centro Jean Monnet per il Diritto dell’Economia Regionale e Internazionale – partecipano ai lavori del Convegno internazionale di studi su Carlo Michelstaedter “La via della persuasione”, promosso e curato da Icm – Istituto per gli Incontri Mitteleuropei di Gorizia nell’ambito del cartellone “Michelstaedter 1910 – 2010”, in programma lunedì 18 e martedi’ 19 ottobre nella Sala Della Torre sede della Fondazione Carigo (a partire dalle 17 di lunedì e per l’intera giornata del martedì, dalle 9.30). Nel centenario della scomparsa del giovane poeta e filosofo goriziano, relatori prestigiosi si alterneranno intorno al “caso Michelstaedter”: se Joseph H. H. Weiler interverrà in videoconferenza, così come il noto musicista Claus-christian Schuster chiamato a relazionare su Beehtoven. L´ombra del gigante, a Gorizia saranno presenti la traduttrice Renate Lunzer, docente all’Università di Vienna, che presiederà i lavori della sessione di lunedì introdotta dal presidente dell’Istituto Icm Marco Grusovin, e ancora ci sarà lo studioso Sergio Campailla, che sempre lunedì terrà un intervento su Cent’anni di solitudine. Nella giornata di martedì si confronteranno, coordinati dal docente goriziano Fabrizio Meroi, i relatori Daniela De Cecco (Michelstaedter e i presocratici: una complessa sintonia), Giorgio Brianese (La retorica da Aristotele a Michelstaedter), Marco Fortunato (Leopardi e Michelstaedter: il sapere, il rinvio, il presente), e quindi il Rabbino Capo Joseph Levi, Fabio Pierangeli (La via di Ibsen), e nella sessione pomeridiana. Presieduta dalla docente Cristina Benussi, gli esperti Martino Dalla Valle (Buddha e Michelstaedter: dialogo di anime nude), Vaclav Belohradsky (Critica del linguaggio nell’Europa centrale), Antonio Russo (Carlo Michelstaedter tra modernismo e attualismo). Infine, coordinati dal docente Andrea Tabarroni, interverranno Joseph H. H. Weiler (Cristo -video conferenza) e Ilvano Caliaro (Michelstaedter e Petrarca), lasciando poi spazio alle conclusioni di Sergio Campailla. Il convegno esplorerà l’autenticità del pensiero di Michelstaedter gettando un fascio di luce sul suo sorprendente “Catalogo dei persuasi”, citato dallo stesso autore nell’introduzione della sua opera principale “La persuasione e la rettorica”, al quale appartengono figure come Cristo, i Presocratici, Socrate, Petrarca, Leopardi, Beethoven. Il programma si articola dedicando a ciascun ‘persuaso’ l’intervento specifico di uno studioso, alla luce delle categorie di pensiero michelstaedteriano. Pensiamo per esempio a Leopardi, che Michelstaedter include fra i tredici persuasi e di cui si presenta come devoto ripetitore (nella Prefazione a La persuasione e la rettorica); ciò impone di provare a suggerire affinità elettive fra i due: e, spiega lo studioso Marco Fortunato, un primo tratto che li accomuna è la profonda diffidenza per il sapere e, in ultima analisi, per la filosofia. Entrambi lottano poi contro la maledizione del tempo che impone il rinvio, il quale differisce sempre a un momento successivo la conquista, per Michelstaedter, della pienezza dell’essere e, per Leopardi, del piacere. O ancora un accostamento impensabile: Buddha e Michlestaedter: in pochi significativi passi della sua opera anche Michelstaedter annovera Buddha fra i “persuasi”. L´interesse di Michelstaedter non è integrarlo in un sistema filosofico – del sistema, di ogni sistema, si annuncia piuttosto la morte -, ma sfrondarlo di tutto quanto è ancora “religione”, ideologia, prontuario e retorica della salvezza. La vita del Buddha, come quella di Cristo, non è un modello di santità, ma scoscesa testimonianza che anche l´impossibile è pur possibile se si ha il coraggio di non chiedere assicurazioni prima di salire il calvario. “Tutto dare e niente chiedere”. Www.incontrimitteleuropei.it  
   
   
PREMIO CECILIA SALVIA: IL TEATRO PER LE DONNE DI VITALE  
 
Potenza, 18 ottobre 2010 - Durante la cerimonia di consegna del Premio Cecilia Salvia, Carlotta Vitale della Compagnia Gommalacca Teatro ha portato in scena uno studio dal monologo “Sempre con me. Lui era avaro di sé. Io invece già lo amavo”, l´idea progettuale che le ha permesso di essere tra le tre vincitrici del bando di concorso indetto dall´Autorità per i diritti e la pari opportunità della Regione Basilicata. L’attrice Carlotta Vitale - suo anche il testo, messa in scena di Mimmo Conte - ha voluto proporre il teatro come linguaggio per coinvolgere i giovani sui temi della parità di genere, come luogo in cui realizzare efficaci azioni di sensibilizzazione, informazione ed educazione all’alterità. Lo spettacolo è nato dalla necessità di dar voce e corpo a ciò che accade tra una donna non più padrona di sé stessa ed un uomo avaro di sentimenti, violento ed assente. Protagonista del monologo è una donna che vive nella periferia di una città insieme ad un uomo da cui subisce violenza. Ricordi e riflessioni solitarie scandiranno una giornata qualsiasi che si concluderà con i rumori che preannunciano il protagonista maschile, mai presente sulla scena e solo evocato; i suoni condurranno la donna in quella zona d’ombra che precede l’aggressione e in cui si sosta in attesa di ciò che accadrà. La drammaturgia del testo teatrale prende spunto da un lavoro di ricerca in costante aggiornamento tra fatti di cronaca, testimonianze dirette e analisi degli aspetti psicologici, normativi e sociali relativi al maltrattamento delle donne. Reagire alla violenza domestica - quella silenziosa e invisibile che raramente viene denunciata e che alcuni sistemi giudiziari spesso tendono a non trattare come un reato ma come questione privata - è lo scopo dichiarato di questo lavoro. "Ho immaginato un allestimento scenico essenziale - spiega il regista - per rendere assolutamente protagonista il corpo maltrattato delle donne. Il fuoco è sulla donna, pochi oggetti per amplificare la sua condizione. Elementi che appartengono a tutti noi, al nostro quotidiano, e vanno oltre la messinscena. L’idea, infatti, è quella di utilizzare diversi linguaggi e quindi di affiancare alla performance teatrale una mostra - curata dall’associazione La luna al guinzaglio di Potenza – i cui protagonisti siano gli oggetti domestici che possono trasformarsi in oggetti al servizio della violenza e attività laboratoriali – curate da Carlotta Vitale – che verranno realizzate quando lo spettacolo sarà programmato nelle scuole". Nel mondo, mediamente, almeno una donna su tre ha subito abusi da parte del suo partner. Relativamente all’Europa, le statistiche comunitarie rivelano che la violenza rappresenta la prima causa di morte delle donne nella fascia di età tra i 16 e i 50 anni, mentre nel nostro Paese, gli ultimi dati pubblicati (Istat, 2006) evidenziano che su tre morti violente, una riguarda donne uccise da un marito, un convivente o un fidanzato. In Basilicata sono circa 27.000 le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito violenza da un partner. Carlotta Vitale, nel 2008, ha dato vita alla Compagnia Gommalacca Teatro insieme a Mimmo Conte. Impegnati già dal 2006 nel Parco storico della Grancia, con l’allestimento di due diversi spettacoli seguiti da circa 30.000 spettatori, la giovane compagnia lucana ha da subito inteso valorizzare anche la funzione educativa del teatro. Oltre ai numerosi laboratori realizzati nelle scuole e associazioni regionali, Gommalacca ha ideato e messo in scena diverse produzioni di teatro ragazzi. All´interno del centro sperimentale “Il Salone dei Rifiutati” di Potenza, la compagnia svolge costantemente attività di ricerca e formazione. Scheda – Il Premio Cecilia Salvia - Contemporaneamente al “Festival al femminile” è stata lanciata la prima edizione del “Premio Cecilia Salvia”, per ricordare la dirigente regionale prematuramente scomparsa, e profondamente impegnata nelle battaglie a favore delle donne, cercando in tal modo di essere fedele al temperamento ed ai principi ispiratori che orientavano il suo operato. Il Premio, oltre a voler essere un incoraggiamento alle giovani donne, è finalizzato all’educazione ed alla formazione delle nuove generazioni, nonché ad un incoraggiamento alle giovani donne lucane, è articolato in tre ambiti fondamentali: 1. Area della Comunicazione. La comunicazione è uno degli strumenti fondamentali delle relazioni sociali. Essa può stimolare le giovani donne a creare un nuovo linguaggio, un linguaggio in grado di conciliare sentimenti e ragione, emozioni e pensiero e sensibilizzare le nuove generazioni sui temi della diversità e della differenza; 2. Area delle Politiche. Pensare al rafforzamento del quadro giuridico ed amministrativo della Regione attraverso nuove politiche istituzionali, ma, dall’altro, vuole rendere il dialogo e la mediazione quali strumenti indispensabili ed efficaci per consentire sia alle Istituzioni che ai cittadini di essere protagonisti responsabili di nuove relazioni sociali fondate sul rispetto e la parità di trattamento; 3. Area della Ricerca Socio-economica. Individuare all’interno di analisi socio-economiche, metodologie o indicatori statistici in grado di fornire informazioni affidabili e confrontabili in materia di parità di genere. La scheda - Il Festival al Femminile - Il “Festival al femminile” nasce un anno fa con l’intento di dare voce alle donne, dare loro “un palcoscenico” dove esprimere vigorosamente le proprie idee, presentarne il potenziale e dimostrarne il grande valore aggiunto. Il Festival infatti racchiude in sé lo spirito dell’universo femminile e si pone come obiettivo quello di valorizzare il contributo e le capacità dei singoli, ed offrire al tempo stesso maggiori e pari opportunità alle donne lucane per contribuire significativamente a liberare la loro vena creatività. Ispiratrice di questa iniziativa in Basilicata è stata Cecilia Salvia, che profondamente impegnata nelle battaglie a favore delle donne avrebbe voluto l’organizzazione di un evento con queste finalità. Il Festival si presenta al pubblico con un approccio pluridisciplinare, sia per consentire di esplorare le diverse modalità con le quali esprimere l’essere donna oggi, sia per offrire la possibilità di articolare la riflessione sul tema della differenza su più dimensioni. Da qui l’individuazione delle aree tematiche nelle quali si articola il festival: 1. La lezione delle pensatrici - dedicata a grandi figure della cultura femminile, che sono state capaci di modificare dall´interno il modo stesso di procedere del pensiero occidentale, aprendolo a nuovi inaspettati pensieri; 2. Partecipazione / Diritto, politica, lavoro – incentrata sul ruolo della cultura e dell´educazione per realizzare una “società inclusiva”; 3. Una stanza tutta per sé – il contributo femminile in termini di capacità di innovare i linguaggi di arte, poesia, cinema, letteratura, teatro; 4. Per un lessico al femminile / Dialoghi – riflessione su alcune parole-chiave fondanti di un’etica più rispettosa della differenza e di nuovo lessico politico-culturale. A completare l’esperienza del Festival l’istituzione della prima Biblioteca delle Pari Opportunità, che comprende i volumi degli autori che hanno preso parte all’evento e che costituiscono un primo nucleo di testi di alcuni dei più interessanti pensatori contemporanei sui temi della filosofia della differenza, della filosofia morale, della filosofia politica e degli studi di genere e la pubblicazione degli atti del Festival stesso nell’opera “Quaderni del Festival Femminile”.  
   
   
IN PREPARAZIONE PROGETTO REGIONALE VENETO SU GRANDE GUERRA  
 
Venezia, 18 ottobre 2010 - Il vicepresidente della giunta regionale e assessore alla cultura e al territorio Marino Zorzato e l´assessore al turismo e alle politiche per lo sviluppo montano Marino Finozzi hanno avuto un incontro tecnico con i rappresentanti delle Province per gettare le basi della preparazione di un progetto dedicato al tema della Grande Guerra (1915-1918). Si tratta del primo incontro a livello regionale in previsione della ricorrenza del centenario del primo conflitto mondiale. E´ stato concordato di dar vita ad un percorso comune che valorizzi il patrimonio storico e culturale presente sul territorio veneto, che rappresenta anche un´importante risorsa sotto il profilo turistico. L´intendimento della Regione – hanno sottolineato Zorzato e Finozzi – è di un forte coinvolgimento degli enti territoriali su questa progettualità, a partire dalle amministrazioni provinciali. Ma a collaborare saranno chiamati anche il Ministero della difesa e il Ministero dei beni culturali e paesaggistici, sulla base di un protocollo d´intesa che dovrà essere costruito nei contenuti per dare valorizzazione, attraverso un percorso condiviso, ai luoghi della Grande Guerra. “Con questo progetto – hanno concluso i due assessori regionali – vogliamo focalizzare l’attenzione sullo straordinario patrimonio culturale e paesaggistico, costituito dai segni materiali, come i forti, le trincee, le gallerie; ma anche da segni immateriali, fatti di storia, testimonianze, tradizioni, valori fondamentali come la pace. L’importante è stimolare e coordinare un’attività in rete perché è questa la strada per raggiungere risultati significativi per tutto il territorio”.  
   
   
FLEUR DE VIE, FOTOGRAFIE DI BRUNO RIPOCHE, IMMAGINI DI GRANDE ELEGANZA PRESENTANO UNA NATURA VIVA, FULGIDA, UMANIZZATA.  
 
Milano, 18 ottobre 2010 - Con una carriera iniziata come reporter di guerra e successivamente fotografo di moda, il francese Bruno Ripoche è approdato a una ricerca personale incentrata sul bello e sulle forme di natura. Immagini nitide, vibranti. Il fiore è colto nella propria natura di fragilità ma esprime al tempo stesso potenza, purezza, perfezione. Ritratto nel momento di massimo splendore prima che, come natura governa, esso decada. Gli scatti, effettuati da molto vicino, permettono di contemplare la varietà delle forme, la trasparenza dei colori, la luminosità e la leggerezza della materia. Gioielli creati dalla natura e regalati all’uomo, che l’artista sa cogliere con verità e completezza e nelle cui forme lo spettatore può trarre ispirazioni ed emozioni create dalla propria immaginazione. Durante l´evento sarà proiettato il video “Revelare” di Michele Russo. L´opera tratta il tema del tempo con l´intenzione di catturare quel momento di verità che prescinde da ogni spazio temporale; quella realtà onnipresente nell´uomo mentre il tempo scorre veloce. Il video offre allo spettatore una prospettiva non familiare di una realtà invece del tutto ordinaria. Moroni Gallery, via S.pietro all’Orto, 26 Milano  
   
   
INAUGURATA A PRATO LA MOSTRA DEDICATA AL FOTOGRAFO THOMAS RUFF TRENT’ANNI DI ATTIVITÀ CONTROCORRENTE E FUORI DAGLI SCHEMI  
 
Prato, 18 ottobre 2010 - «A volte incontriamo chi riesce a personificare in modo preciso un´idea che ci gira in testa. Nel caso di Thomas Ruff , cui la Provincia di Prato ha deciso di dedicare questo appuntamento – segnale di una attenta e costante ricognizione sullo stato della cultura non solo in Italia -, è avere trovato chi rappresenta in carne ed ossa il concetto che la memoria ci consente di costruire il futuro. In altre parole, non è lasciandoci alle spalle idee, strumenti, valori che entriamo nel futuro; anzi è vero il contrario. Quelle idee, quegli strumenti, quei valori considerati “passati” possono trasformarsi nel mezzo capace di traghettarci, senza perderci, dal presente verso quanto ci aspetta». Queste le parole di saluto inviate dall´assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti in occasione dell´inaugurazione, avvenuta stamani a Prato, della mostra dedicata al fotografo tedesco Thomas Ruff, organizzata dalla Provincia di Prato. «Ruff si è appropriato di tecniche fotografiche antiche per farci comprendere meglio come la fotografia possa cogliere la realtà in divenire anche fuori dall´hi-tech giapponese o dal digitale, ma invece tornando al ritocco a mano o all´uso della lastra. Oppure smontare in un´attività trentennale, attraverso un uso costante e ostinato del colore, pre-concetti come quello che è il bianco e nero la cifra del grande fotografo». Il progetto della Provincia di Prato dedicato all’artista Thomas Ruff, curato da Pier Liugi Tazzi, è stato sostenuto dalla Regione Toscana con un contributo economico (di 50mila euro) inserito nel Piano integrato della cultura 2010. «Abbiamo valutato l´espressione di una progettazione territoriale – ha concluso Scaletti -, che ha visto coinvolti Comuni del territorio (Prato, Carmignano, Montemurlo, Cantagallo), e alcune associazioni culturali che da anni qui operano promuovendo i diversi linguaggi del contemporaneo, con l’obiettivo di valorizzare le peculiarità e le vocazioni delle diverse aree. Una rilettura sperimentale del territorio pratese da proporsi al di fuori delle aree museali tradizionali per stabilire un confronto fra i linguaggi delle arti contemporanee e gli edifici esistenti, prediligendo palazzi storici con particolari funzioni di interesse pubblico e con i luoghi con una marcata connotazione socio-culturale». Info: www.Thomasruff2010.it/    
   
   
MILANO, GIOVANI. IN MOSTRA 210 POSTER DI COMUNICAZIONE SOCIALE DA TUTTO IL MONDO  
 
Milano, 18 ottobre 2010 - Dal 15 al 31 ottobre piazza Cordusio e via Dante diventano teatro della mostra Good 50X70, esposizione di 210 poster realizzati da giovani creativi su tematiche di comunicazione sociale. Ispirati dalle principali Organizzazioni non governative italiane e internazionali, gli artisti hanno partecipato al concorso creando un’immagine da riprodurre in formato 50X70. I lavori pervenuti sono stati 2.357 da 81 Paesi del mondo e sono stati selezionati da una giuria composta da designer di fama internazionale. Sei i temi scelti dalle Ong: la necessità di garantire cure mediche agli immigrati (Emergency); l’importanza di creare riserve marine per le balene in via d’estinzione (Greenpeace); il diritto dei sieropositivi a viaggiare in ogni Paese senza restrizioni (Lila); il calcio come elemento di aggregazione per l’Africa (Amref); la tutela delle tigri selvatiche (Wwf); la lotta alla povertà attraverso il rispetto dei diritti umani (Amnesty International); infine l’esortazione a prendere una posizione netta contro la criminalità organizzata (Libera). Oggi a Palazzo Marino gli organizzatori e il presidente dell’Associazione Culturale Good Design, Pasquale Volpe, hanno presentato la mostra che sarà inaugurata domani alle ore 18.30. Sono intervenuti l’assessore allo Sport e Tempo libero Alan Rizzi, Riccardo Noury di Amnesty International Italia, Giuseppe Villarusso di Emergency, Dalia Gallico, presidente di Adi-associazione per il disegno industriale della Lombardia, Daniela Piscitelli, presidente Aiap (Associazione italiana progettazione per la comunicazione visiva) e Ilaria Ramoni, Presidente Libera Lombardia. “La mostra Good Design 50X70 e il concorso a essa collegato – ha spiegato l’assessore Rizzi – hanno un valore molteplice. Innanzitutto sono promossi da un’associazione di giovani creativi che ha l’obiettivo di diffondere e incentivare la cultura del design legato al mondo del sociale, attraverso varie attività in cui i giovani sono parte attiva”. “I temi scelti in collaborazione con le maggiori Ong del mondo – ha proseguito l’assessore – sono temi di sicuro impatto che richiamano l’attenzione dei creativi e del pubblico su problematiche sociali come la povertà, la fame, l’immigrazione, l’Aids e l’ambiente, diventando strumento di richiamo e di sensibilizzazione”. “La mostra – ha concluso Rizzi – che arriva al termine del concorso a cui hanno partecipato più di 2.300 ragazzi da tutto il mondo, oltre a rappresentare una campagna di sensibilizzazione sui temi proposti dai poster, consente ai giovani designer mostrare le proprie opere al grande pubblico, che potrà apprezzare e giudicare sia l’abilità creativa sia la forza e la qualità del messaggio proposto”. Organizzato dall’Associazione Culturale Good Design il progetto si articola in due fasi: un concorso internazionale di design per la comunicazione sociale, che ha coinvolto centinaia di giovani e giovanissimi designer e progettisti provenienti da ogni parte del mondo, e la mostra itinerante dei migliori lavori selezionati da una giuria composta da designer di fama internazionale. Nella fase preliminare si sono svolti workshop in Svezia, Stati Uniti e Messico, e durante la fase espositiva milanese dei lavori di “Good 50x70” saranno realizzate attività formative, workshop e laboratori, in collaborazione con Naba, Accademia di Comunicazione e Ied, nelle scuole, nelle università e nelle accademie dove designer ed educatori delle organizzazioni sopra menzionate, docenti e studenti, lavoreranno insieme per approfondire i temi scelti e realizzare i poster. Negli anni precedenti il concorso ha visto una partecipazione sempre crescente, raccogliendo più di 8.000 poster in concorso nell’arco delle tre edizioni. All’edizione 2009 hanno partecipato 4.168 giovani e sono stati coinvolti 21 istituti di formazione (università, scuole di design e licei). Good50x70 è realizzato sotto il patrocinio dell’Unesco, del Segretariato Sociale Rai e della Fondazione Pubblicità Progresso con il patrocinio del Comune di Milano, della Provincia di Milano e il patronato della Regione Lombardia. Il progetto ha ottenuto il sostegno delle associazioni internazionali Agi e Icograda, e delle nazionali Adi e Aiap.