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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Febbraio 2011
UE: VERSO UN APPROCCIO EUROPEO COERENTE IN MATERIA DI RICORSI COLLETTIVI  
 
Il costo di un procedimento giudiziario può scoraggiare gli individui dal far valere i propri diritti, in particolare quando la posta in gioco economica non è elevata e i costi del procedimento superano l´eventuale risarcimento. L´accesso al ricorso collettivo è, ad oggi, difficile negli Stati membri, soprattutto per le cause transfrontaliere. Di conseguenza molti comportamenti contrari alla legislazione Ue rimangono impuniti. Per questi motivi la Commissione europea ha aperto oggi un dibattito pubblico su un possibile quadro comune dei ricorsi collettivi in relazione al diritto dell´Ue. L´obiettivo è quello di offrire, a partire dalle tradizioni giuridiche degli Stati membri, un insieme di regole che garantiscano una applicazione uniforme della legislazione europea e che diano ai cittadini la possibilità di unire le proprie risorse per ottenere giustizia. La consultazione si rivolge a cittadini, autorità e portatori di interesse per ottenere il loro parere su molteplici aspetti di questo futuro quadro: dal valore aggiunto di una prospettiva europea sul ricorso collettivo ai valori giuridici che lo devono sostenere, dai meccanismi giuridici alle aree di applicazione. La consultazione si chiuderà il 30 aprile 2011  
   
   
CONVEGNO ANNUALE DI PASTORALE GIOVANILE: “GIOVANI E RELAZIONI NEL CONTINENTE DIGITALE”  
 
“Giovani e relazioni nel continente digitale”: questo il tema del convegno annuale di Pastorale giovanile, che si terrà sabato 26 febbraio a Milano, presso la sede de “Il Sole 24 Ore”. Dopo il saluto di don Maurizio Tremolada (responsabile del Servizio Giovani di Pastorale giovanile), seguiranno le relazioni di Gianni Riotta (direttore de Il Sole 24 Ore), di mons. Severino Pagani (Vicario episcopale per la Pastorale Giovanile) e della prof.Ssa Chiara Giaccardi (docente Università Cattolica di Milano). È previsto anche un confronto con i presenti in sala e con quelli collegati on line da casa. Concluderà i lavori don Davide Milani (responsabile dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali della Diocesi). Il convegno è rivolto a giovani ed educatori di tutta la Diocesi (sacerdoti, persone consacrate, laici). Info e iscrizioni: Servizio Giovani tel. 02.58391330; giovani@diocesi.Milano.it  Ufficio Comunicazioni sociali tel. 02.8556240; comunicazione@diocesi.Milano.it  
   
   
RIMINI: NASCONO PIÙ IMPRESE E NE MUOIONO DI MENO  
 
Nel 2010 il saldo è positivo: +654 in un anno; il Presidente Maggioli: “Un dato positivo, segnale di una cultura d’impresa diffusa e della voglia di mettersi in gioco, nonostante la faticosa risalita dalla crisi” Il Registro Imprese della Camera di Commercio di Rimini evidenzia un dato positivo: crescono le imprese totali iscritte nell’ultimo anno, mentre diminuiscono quelle cessate: i dati Infocamere Stockview, infatti, rivelano come, nel 2010, il saldo complessivo sia positivo, +654, con una variazione, rispetto al 2009, di +22% per le iscritte e -2% per le cessate. Nel dettaglio le imprese iscritte nel 2010 sono state 3.225 (rispetto alle 2.644 del 2009 e alle 2.866 del 2008) e quelle cessate 2.571 (contro le 2.624 del 2009 e le 2.940 del 2008). Nb: tutti i dati sono parametrati su un territorio provinciale a 27 Comuni. “La tendenza a Rimini – commenta il Presidente della Camera di Commercio di Rimini, Manlio Maggioli – è quella di una crescita del numero delle imprese iscritte e una diminuzione delle imprese cessate. Sono dati da valutare attentamente, che possono nascondere qualche criticità che è bene sottolineare: l’aumento del popolo della partite iva, infatti, può essere determinato dalla chiusura di diverse imprese, con addetti che decidono di mettersi in proprio. Si tratta comunque di un indice che evidenzia una cultura d’impresa diffusa: persone che decidono di rischiare mettendosi in proprio”. Crescono, infatti, anche le imprese individuali iscritte: +26,6%, ma anche le società di persone che fanno segnare +21,1%, “un dato positivo anche quest’ultimo – precisa Maggioli – frutto probabilmente della semplificazione normativa, che ha reso più facile la costituzione di società di persone, che rendono la nostra economia più forte”. Salgono anche le iscrizioni delle società di capitali, +10,2%. Nel dettaglio delle imprese totali iscritte si segnala: · Agricoltura: +16,7% · Attività manifatturiere: +17,3% · Attività immobiliari: +13,9% · Costruzioni: + 20,6% · Commercio: +26,1% · Attività finanziarie e assicurative: +35,3% “Probabilmente questi dati ci dicono che l’economia del nostro territorio sta lentamente risalendo il guado, anche se l’occupazione resta negativa” – sottolinea Maggioli. “Certo è che, se anche recuperassimo tutto e tornassimo al periodo prima della crisi, dobbiamo ricordarci che allora noi stavamo parlando di un’economia che non cresceva”. “Come Camera di Commercio stiamo mantenendo molto forte il nostro impegno per lo sviluppo dell’economia del nostro territorio: sostenendo i Consorzi Fidi; investendo nell’internazionalizzazione delle imprese con uno stanziamento di oltre 200mila Euro per il 2011; contribuendo allo sviluppo del territorio con l’erogazione, per il momento, 253mila euro a sostegno di iniziative promozionali; e cercando di stringere ulteriormente il rapporto fra mondo delle imprese e mondo della scuola, con progetti di Alternanza Scuola-lavoro e con la “Città dei Mestieri”, che aiutano i nostri giovani a poter scegliere il proprio futuro professionale con maggior chiarezza”  
   
   
UNIVENDITA: L’ECCELLENZA DELLA VENDITA DIRETTA CRESCE NETTAMENTE IN UN PERIODO DIFFICILE  
 
Il primo anno di attività di Univendita (Unione italiana vendita diretta) si è chiuso con un incremento del fatturato delle aziende associate del 9% rispetto al 2009 che si è assestato sugli 823 milioni di euro. «Un dato eloquente -è il primo commento di Luca Pozzoli, presidente di Univendita-, raggiunto nell’anno da tutti considerato il peggiore sia per problematiche inerenti l’occupazione sia per l’andamento e la tenuta dell’economia italiana». Nel dettaglio, il settore più dinamico è stato quello dei “beni durevoli casa” (+12,6%), seguito da “cosmesi e accessori moda” (+5,8%). Da segnalare che tra gli “altri beni e servizi” (in crescita del 23,3%) spicca, con un brillante +46,3%, il settore “viaggi e turismo”. In calo il comparto “beni di consumo casa” (-20,9%). «Considerato che Univendita è nata solamente nel mese di settembre dello scorso anno -prosegue Pozzoli- e che le aziende associate sono tra le migliori in termini di qualità e professionalità, il risultato ci gratifica, ma non ci sorprende: siamo consapevoli delle nostre potenzialità e del ruolo, sempre più attivo, che la vendita diretta a domicilio si sta ritagliando nel panorama economico del Paese». Dati che assumono ancora maggiore incidenza se confrontati ai dati Istat relativi al risparmio e al potere d’acquisto delle famiglie italiane. Nel 2010, infatti, secondo l’istituto di ricerca la propensione al risparmio delle famiglie italiane è diminuito dello 0,9% rispetto al 2009, mentre il potere d’acquisto è diminuito ulteriormente dell’1,2% nell’anno appena trascorso. Cifre che preoccupano Confcommercio che ha lanciato l’allarme relativo ai consumi tornati, dice l’associazione di categoria, «ai livelli del 1999». «Valutando questi dati -conclude Pozzoli-, emerge chiaro che le famiglie italiane oltre ad attraversare un periodo difficile, stanno anche modificando radicalmente le proprie abitudini al consumo. Le aziende associate Univendita propongono beni di qualità elevata, ma soprattutto sono vicine ai propri clienti grazie alla rete di incaricati che, ogni giorno, si trovano a contatto con le persone e riescono a intuire i propri bisogni e desideri. La qualità dei prodotti delle aziende associate Univendita e la professionalità degli incaricati alla vendita hanno portato risultati positivi in un anno difficile come il 2010»  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: UN’AUTORITÀ GIUDIZIARIA NAZIONALE NON È TENUTA A SOPPORTARE LE SPESE SOSTENUTE DA UN TESTIMONE SENTITO, SU RICHIESTA DELL’AUTORITÀ STESSA, DALL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA DI UN ALTRO STATO MEMBRO  
 
Un’autorità giudiziaria nazionale non è tenuta a sopportare le spese sostenute da un testimone sentito, su richiesta dell’autorità stessa, dall’autorità giudiziaria di un altro Stato membro In una fattispecie del genere, infatti, l’assunzione di prove in un altro Stato membro non deve generare un rallentamento dei procedimenti nazionali Il regolamento (Ce) n. 1206/2001 prevede che, se un giudice di uno Stato membro (autorità giudiziaria richiedente) chiede al giudice competente di un altro Stato membro (autorità giudiziaria richiesta) di procedere ad un atto istruttorio - quale, ad esempio, l’audizione di un testimone - quest’ultimo giudice dà esecuzione alla richiesta conformemente al proprio diritto nazionale. In base al diritto irlandese un testimone è obbligato a comparire dinanzi ad un’autorità giudiziaria solo se gli venga versata una previa indennità per le spese di viaggio («viaticum»). Nel 2009 il sig. Weryński ha proposto un ricorso dinanzi allo Sąd Rejonowy dla Warszawy Śródmieścia (tribunale distrettuale di Varsavia, Polonia) contro la Mediatel 4B spólka z o. O., sua ex datrice di lavoro, per ottenere il risarcimento dei danni relativo ad un patto di non concorrenza. Nell’ambito di tale procedimento, il giudice polacco ha richiesto al giudice irlandese, la Dublin Metropolitan District Court, l’audizione di un testimone. L´autorità giudiziaria richiesta ha subordinato, tuttavia, l’audizione del testimone al pagamento, da parte dell’autorità giudiziaria richiedente, di un’indennità di Eur 40, da versare ai testimoni in base al diritto irlandese. Il giudice polacco chiede alla Corte di giustizia se debba ritenersi tenuto ad accollarsi le spese sostenute dal testimone sentito dall’autorità giudiziaria irlandese, vuoi sotto forma di un anticipo, vuoi sotto forma di successivo rimborso delle spese. Relativamente al versamento all’autorità giudiziaria richiesta un anticipo dell’indennità per i testimoni, la Corte sottolinea che la facoltà di rifiutare l’esecuzione di una richiesta di assunzione delle prove deve essere limitata a situazioni eccezionali ben definite. Ne consegue che i motivi per i quali l’esecuzione di una richiesta del genere può essere rifiutata sono quelli tassativamente elencati nel regolamento. Quest’ultimo, tuttavia, non prevede la richiesta di un anticipo per l’audizione di un testimone. L’autorità giudiziaria richiesta non aveva dunque il diritto di subordinare lo svolgimento di un’audizione di un testimone al previo versamento di un anticipo a titolo dell’indennità per i testimoni. Di conseguenza, l’autorità giudiziaria richiedente non era tenuta a pagare l’anticipo. Quanto al rimborso da parte dell’autorità giudiziaria richiedente delle indennità per i testimoni, il regolamento stabilisce che per l’esecuzione di una richiesta di assunzione delle prove non può essere chiesto il rimborso di tasse o spese. La Corte precisa che per «tasse» si devono intendere le somme percepite dall’autorità giudiziaria per la sua attività, mentre per «spese» si devono intendere le somme versate dall’autorità giudiziaria a terzi nel corso del procedimento, in particolare a periti o a testimoni. Le indennità versate ad un testimone sentito dall’autorità giudiziaria richiesta rientrano quindi nella nozione di spese ai sensi del regolamento n. 1206/2001. La Corte ricorda che il regolamento ha come obiettivo il semplice, efficiente e rapido svolgimento delle assunzioni transfrontaliere delle prove. Pertanto, l’assunzione, da parte dell’autorità giudiziaria di uno Stato membro, delle prove in un altro Stato membro non deve generare un rallentamento dei procedimenti nazionali. Un obbligo per l’autorità giudiziaria richiedente di rimborsare le spese può dunque sussistere unicamente se può applicarsi una delle eccezioni previste dal regolamento. Non sono tuttavia ivi menzionate le indennità per i testimoni. La Corte dichiara quindi che un’autorità giudiziaria richiedente non è tenuta, nei confronti dell’autorità giudiziaria richiesta, al versamento di un anticipo o al successivo rimborso dell’indennità riconosciuta al testimone interrogato. (Corte di giustizia dell’Unione europea 17 febbraio 2011 Sentenza nella causa C-283/09 Artur Weryński / Mediatel 4B spółka z o. O.)  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: LA FORMULA ONE LICENSING NON PUÒ IMPEDIRE LA REGISTRAZIONE DI UN MARCHIO COMUNITARIO CONTENENTE LE PAROLE «F 1 LIVE»  
 
La Formula One Licensing non può impedire la registrazione di un marchio comunitario contenente le parole «F 1 Live» Non sussiste rischio di confusione tra il marchio richiesto ed i marchi della Formula One Licensing, a causa della tenue somiglianza tra i marchi e del carattere descrittivo attribuito dal pubblico all’abbreviazione F 1 Nell’aprile 2004, la Racing‑live Sas ha presentato all’Uami (l’Ufficio dei marchi comunitari) una domanda di registrazione di marchio comunitario per prodotti e servizi relativi al settore della formula 1, vale a dire riviste, libri, pubblicazioni, prenotazione di posti per spettacoli e organizzazione di concorsi su Internet. Tuttavia, la Formula One Licensing Bv si è opposta a tale domanda. L’opposizione si fondava sull’esistenza di un marchio denominativo internazionale e di due marchi denominativi nazionali «F1», nonché del seguente marchio comunitario figurativo, utilizzato come logo. Nell’ottobre 2008, l’Uami ha respinto l’opposizione rilevando che non vi era rischio di confusione tra il marchio richiesto e quelli di cui la Formula One Licensing è titolare, dato che i segni in conflitto presentavano differenze manifeste. Inoltre, l’Uami ha ritenuto che il pubblico di riferimento percepisse la combinazione della lettera «f» e della cifra «1» come l’indicazione generica di una categoria di automobili da competizione e, per estensione, di corse a cui prendono parte simili automobili. L’uami ha altresì dichiarato che solamente il marchio comunitario costituito dal logo F1 era un marchio notorio e che pochi consumatori attribuirebbero carattere distintivo all’abbreviazione «F1», a meno che essa non sia accompagnata dal suddetto logo. La Formula One Licensing ha chiesto al Tribunale di annullare tale decisione dell’Uami. Nella sua odierna sentenza, il Tribunale respinge il ricorso e conferma la decisione dell’Uami. Il Tribunale osserva che l’Uami ha correttamente operato una distinzione tra il segno F1 come vocabolo ed il segno «F1» come logo e conclude che il pubblico percepirebbe il logo come il marchio utilizzato dalla Formula One Licensing in relazione alle sue attività commerciali, mentre l’espressione «F1» sarebbe percepita dal pubblico come l’indicazione comune di una categoria di automobili da competizione e delle corse a cui prendono parte simili automobili. A tale riguardo, il Tribunale rileva che la promozione fatta dalla Formula One Licensing negli ultimi dieci anni riguarda unicamente il logo «F1» e che essa, nel concedere licenze, ha messo l’accento su tale logo, imponendo rigide regole sul suo utilizzo affinché il pubblico percepisca in modo costante il logo «F1» e non altre versioni di tale segno. Tuttavia, essa non ha imposto regole in merito all’uso di altre versioni del segno «F1» e quest’ultimo è sempre utilizzato dalla Formula One Licensing in combinazione con il logo. Pertanto, l’Uami ha correttamente dichiarato che l’indicazione «F1», in veste tipografica ordinaria, possedeva solamente un tenue carattere distintivo rispetto ai prodotti e servizi contraddistinti e che l’eventuale notorietà del marchio comunitario figurativo utilizzato nell’Unione era essenzialmente legata al logo stesso. Di conseguenza, l’argomento della Formula One Licensing secondo cui «F1» possiede carattere distintivo particolarmente elevato, nonché quello secondo cui l’indicazione «F1», in veste tipografica standard, gode di una notorietà pari a quella del logo, devono essere respinti in quanto infondati. Il Tribunale ritiene che il grado di somiglianza tra i marchi denominativi «F1» della Formula One Licensing ed il marchio figurativo richiesto, che contiene, in aggiunta, il termine «live», sia debole. Ne consegue che non sussiste rischio di confusione tra i marchi denominativi «F1» ed il marchio figurativo richiesto, dato che i consumatori non collegheranno l’elemento «F1» contenuto nel marchio richiesto alla Formula One Licensing, poiché il solo segno che hanno imparato ad associare a quest’ultima è il logo, mentre l’indicazione «F1» in veste tipografica ordinaria sarà da loro considerata come descrittiva. Quanto al marchio comunitario figurativo – vale a dire il logo «F1» – il Tribunale conclude parimenti che non sussiste rischio di confusione tra i marchi, dal momento che non vi è alcuna somiglianza tra i marchi di cui trattasi sul piano visivo e che, sui piani fonetico e concettuale, la somiglianza è solamente limitata. Il Tribunale aggiunge che il senso generico attribuito al segno «F1» dal pubblico garantisce che quest’ultimo comprenderà che il marchio richiesto riguarda la formula 1. Nondimeno, a causa dell’aspetto completamente differente, detto pubblico non stabilirà alcun nesso con le attività della Formula One Licensing (Tribunale dell’Unione europea 17 febbraio 2011 Sentenza nella causa T‑10/09 Formula One Licensing Bv / Uami)  
   
   
CONFINDUSTRIA COMO: FONDO ITALIANO DI INVESTIMENTO PER LE PMI  
 
Confindustria Como in collaborazione con il Credito Valtellinese e la Camera di Commercio di Como organizza per mercoledì 23 febbraio alle ore 16.00, presso la sede di via Raimondi 1 a Como, un incontro di presentazione del Fondo Italiano di Investimento: uno strumento, partecipato da Confindustria, di sostegno alla crescita delle Pmi attraverso la partecipazione al loro capitale sociale. Fondo Italiano di Investimento è un fondo di private equity costituito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, Cassa Depositi e Prestiti, Intesa Sanpaolo, Unicredit Group, Banca Monte dei Paschi di Siena, Abi e Confindustria. Il Fondo, la cui dotazione è stabilita in 3 milioni di euro, opererà tramite la sottoscrizione di quote di minoranza in Pmi che abbiano in previsione progetti di sviluppo ed il cui fatturato sia compreso fra 10 e 100 milioni di euro. Il Fondo è innovativo rispetto a quanto già oggi esistente sul mercato finanziario in quanto volto più al sostegno delle imprese che a obiettivi di rendimento Ingresso libero. Per informazioni 031.234111. Tel 031301037 fax 031299028  
   
   
PRATA DI PORDENONE (TEATRO PILEO): CONVEGNO SOS CONCILIAZIONE IN PRATICA - LAVORO, BANCA DEL TEMPO E PARI OPPORTUNITÀ - 23 FEBBRAIO  
 
Accogliere donne in cerca di occupazione, offrire loro orientamento e organizzare servizi di supporto alla famiglia. Sono i principali obiettivi del progetto “Sos Conciliazione in pratica” attivato con successo nel dicembre 2009 dal Comune di Prata di Pordenone. Una serie di inziative dedicate ai Tempi di Conciliazione grazie ad un finanziamento della Regione Friuli Venezia Giulia, Direzione centrale del Lavoro, servizio Pari opportunità e politiche giovanili. Tra le finalità anche sostenere l’inserimento lavorativo attraverso lo sportello-donna “Filo d’Arianna” nonché l’avvio in seconda battuta della Banca del tempo. Comune di Prata e Cooperativa sociale Itaca, che ha gestito il servizio, organizzano per la mattinata del 23 febbraio, presso il teatro Pileo, un momento di sintesi del percorso svolto sinora ma anche una occasione di confronto e dibattito sui temi della conciliazione e delle pari opportunità. A partire da una fotografia di quel che succede in Friuli Venezia Giulia e per arrivare a ciò che potrebbe accedere in un futuro prossimo. “A chiusura del progetto possiamo dire che lo sportello è diventato un punto di riferimento per le signore che ne hanno usufruito – spiega la referente per la Cooperativa Itaca, Marina Turchetto -. Filo d’Arianna, aperto due mattine a settimana, ha accolto circa 100 donne, italiane e straniere, in cerca di occupazione. Chi si è rivolto allo sportello non l’ha riconosciuto solo come opportunità per trovare lavoro, ma anche come luogo di accoglienza e ascolto”. Se dal punto di vista della ricerca del lavoro i risultati sono stati complessi (a fronte del perdurare della crisi economica), “quanto alle relazioni costruite ed ai servizi offerti possiamo considerarci soddisfatti: le ore erogate gratuitamente a favore degli utenti in un anno sono state circa 1000, il 43% delle donne sono ritornate più volte allo sportello o sono state ricontattate per delle proposte di lavoro”. Sono stati offerti inoltre servizi sia educativi che di trasporto, a favore della conciliazione famiglia-lavoro; inoltre sono stati favoriti percorsi di formazione e riconoscimento dei titoli di studio ed infine sarà avviata una collaborazione con due utenti dello sportello che organizzeranno un “Lunch etnico” al convegno finale. Tra gli obiettivi di “Sos conciliazione in Pratica” l’avvio di una Banca del tempo nel territorio di Prata, “una occasione preziosa per ricostruire e rinsaldare le relazioni tra persone, a partire dalla considerazione che il tempo è oggi un risorsa scarsa per alcuni e troppo abbondante per altri. La Banca del Tempo voleva promuovere – continua Turchetto - inoltre prestazioni che permettessero di soddisfare piccoli bisogni immediati, ben consci che il risultato più ampio e duraturo consiste nella ricostruzione di reti sociali e solidali nel territorio che rinsaldino i vecchi rapporti di buon vicinato”. È così emerso che primi beneficiari sono i soci che possono offrire prima di tutto quel che più gli piace fare (dalla torta al ricamo, alla lezione di hip-hop, ecc…), per ricevere ciò di cui hanno bisogno (un passaggio a scuola per il figlio, un piccolo lavoro domestico, una lezione di cucito o di burraco). “A chiusura del progetto, dopo diversi tentativi e non tutti di successo, per raccogliere degli adepti possiamo dire di avercela “quasi” fatta – chiosa la referente della Cooperativa Itaca -. Anche Prata di Pordenone avrà la sua Banca del tempo. Si è creato infatti un gruppo piccolo ma determinato di persone interessate, diverse tra loro per età, professione ed esperienza, che hanno detto sì, e ad oggi stanno definendo il regolamento e si prepareranno ad eleggere il loro presidente”  
   
   
PERCORSO FORMATIVO DI SVILUPPO COMPETENZE IN COMUNICAZIONE D’IMPRESA “LEAN” - CRESCE IL VALORE, SENZA SPRECHI, DI IMMAGINE, REPUTAZIONE, PRODOTTI E SERVIZI - GALGANO FORMAZIONE – ROMA - DA METÀ MARZO A FINE MAGGIO  
 
Parte il 12 marzo e si conclude il 31 maggio l’edizione romana del Percorso Formativo Sviluppo Competenze in “Lean Communication: quando comunicare l’impresa crea valore, senza sprechi”, ideato e realizzato dalla Galgano Formazione, Scuola di formazione del Gruppo Galgano, sul mercato dal 1963. Il percorso formativo é dedicato ad aziende, pubbliche e private di ogni settore e dimensioni, che riconoscono nella disciplina della Comunicazione d’Impresa una potente leva di management. Scegliere di conquistare, mantenere e migliorare il proprio posizionamento sul mercato anche attraverso la formazione e la professionalizzazione dei propri responsabili e addetti, è il pre-requisito per dare Valore all’ immagine e alla reputazione dell’impresa, oltre che alla distintività di prodotti e servizi. Per questo motivo la Galgano Formazione ha ideato e sviluppato un Percorso Formativo finalizzato a rendere più efficaci le competenze di chi si occupa di comunicazione in azienda nei diversi ambiti della Comunicazione Istituzionale, delle Relazioni con i Media, della Comunicazione per Eventi, della Comunicazione on line dentro e fuori l’impresa (Intranet, Internet e Social Network). Il Percorso è proposto in 4 moduli: propedeutico generale, corso base junior, corso senior, laboratorio. Info http://www.Galganogroup.it/allegati/master/11percorsoleancommunication-rm.pdf  E´ prevista anche la possibilità di iscriversi a singoli moduli e di far partecipare persone, con diverse mansioni aziendali, che si interscambiano nei diversi corsi. Sono previste agevolazioni economiche per le imprese che aderiscono a Fondir e Fondimpresa, che possono quindi iscrivere le loro persone attraverso i voucher formativi dei Fondi Paritetici interprofessionali. L’intero percorso formativo ha l’obiettivo di fornire concetti e strumenti necessari ad adottare i modelli comunicativi organizzativi e innovativi più idonei, le politiche comunicative più adeguate, le tattiche di comunicazione e le mappe mentali più utili a perseguire i risultati desiderati, gli strumenti operativi e le nuove tecnologie più efficaci per mettere “a sistema” la comunicazione d’impresa, tramite l’analisi dei flussi delle informazioni, la gestione efficace dei processi, la misurazione/valutazione dei risultati. I plus del Master sono rappresentati dal profilo dei docenti - che sono anche consulenti realizzatori - dal taglio concreto e interattivo della formazione, dal network internazionale del Gruppo Galgano, che consente sia l’aggiornamento costante del know how, sia la condivisione di esperienze, tecniche e metodologie, dall’approccio innovativo al tema della Comunicazione d’Impresa improntato su qualità ed efficacia. Il Gruppo Galgano, la società a capitale interamente italiano, è leader nel campo della consulenza di direzione e della formazione manageriale con forte orientamento ai risultati. Fondata da Alberto Galgano nel 1962, opera con uffici a Milano, Madrid e Barcellona. Per ulteriori informazioni: Galgano Formazione: tel. 02.39605222, infogf@galganogroup.It  www.Galganogroup.it