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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 18 Ottobre 2013
TORINO (GAM): RENOIR, DAL MUSEE D’ORSAY  
 
. L’autunno si conferma una stagione ricca di cultura a Torino! Dopo Degas nel 2012, la città si appresta ad ospitare un’altra grande mostra a conferma della stretta collaborazione con il Musée d’Orsay e l’Orangerie di Parigi: “Renoir. Dalle Collezioni Del Musée D’orsay E Dell´orangerie”. La mostra arriva a conclusione dell’anno dedicato a Torino Incontra La Francia e avrà luogo alla Gam – Galleria d’Arte Moderna dal 23 ottobre al 23 febbraio. Si articolerà in nove sezioni: L’età della Bohème, “Nous adorons les femmes de Renoir” (Proust), La “recherche heureuse du côté moderne” (Zola), “Le métier de paysagiste” (Renoir), Infanzia, Le Jeunes filles au piano, “Beau comme un tableau de fleurs” (Renoir), “Le nu, forme indispensable de l’art” (Renoir) e L’eredità delle Bagnanti. Saranno esposti anche gli strumenti di lavoro dell’artista: tavolozza, scatola di colori, pennelli, inseparabili attrezzi del grande maestro. Coloro che vorranno soggiornare a Torino potranno usufruire dell’offerta “Weekend in & around Torino” a partire da € 72,50 a persona! La tariffa prevede due pernottamenti in camera doppia (terza notte a tariffa agevolata, un bambino fino ai 12 anni gratis in camera con i genitori) con prima colazione inclusa in abbinamento a una Torino+piemonte Card per ogni adulto. La Torino+piemonte Card è la carta turistica che dà l’ingresso gratuito alla mostra, oltre che a tutti i musei e l’utilizzo dei servizi turistici della città. Tale offerta sarà prenotabile sia sul sito di Turismo Torino e Provincia (turismotorino.Org) sia su quello della mostra. Sono stati inoltre definiti dei pacchetti turistici in collaborazione con gli operatori incoming locali che oltre al pernottamento e alla visita della mostra proporranno la scoperta del territorio e della sua enogastronomia che può essere gustata nei ristoranti aderenti al Club Sapori Torinesi. Scopri tutte le proposte degli operatori a partire da 95€ per persona su: www.Turismotorino.org/it/pacchetti_renoir. Per coloro che invece arriveranno a Torino con Italo e Meridiana ci sarà la possibilità di acquistare il biglietto d’ingresso alla mostra ad una tariffa scontata. Info: Contact Centre +39 011 535181 - www.Turismotorino.org    
   
   
MILANO (MUSEO DI STORIA NATURALE: “BRAIN”, UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEL CERVELLO - MOSTRA REALIZZATA CON L’AMERICAN MUSEUM OF NATURAL HISTORY DI NEW YORK - DAL 18 OTTOBRE AL 13 APRILE 2014  
 
Per la prima volta in Italia, nelle sale del Museo Civico di Storia Naturale - il più importante museo di storia naturale d’Italia e tra i più significativi d’Europa - una mostra accompagna i visitatori in un affascinante viaggio attraverso il cervello umano. “Brain. Il cervello istruzioni per l’uso” è infatti una grande esposizione di carattere scientifico che, dal 18 ottobre 2013 al 13 aprile 2014, rivelerà anche a un pubblico non specialistico i meccanismi che regolano le nostre percezioni, emozioni, opinioni e sentimenti: una prospettiva nuova ed interattiva che utilizza al meglio la tecnologia per spiegare e coinvolgere. La mostra è promossa e prodotta dal Comune di Milano-cultura, Codice. Idee per la cultura, 24 Ore Cultura – Gruppo 24 Ore e nasce da una collaborazione fra il Museo di Storia Naturale di Milano e l’American Museum of Natural History di New York. La mostra è curata da Rob Desalle, curator della Divisione di zoologia degli invertebrati, il quale conduce le proprie ricerche presso il Sackler Institute for Comparative Genomics dell’American Museum of Natural History, e Joy Hirsch, direttore del Program for Imaging and Cognitive Sciences (Pics) della Columbia University. L’adattamento italiano e’ curato da Giorgio Racagni e Monica Di Luca, professori di Farmacologia presso il Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell’Università degli Studi di Milano. --- “Brain è una mostra di grande fascino e suggestione, perché l’apparato tecnico e multimediale di rappresentazione dei contenuti e di divulgazione delle informazioni scientifiche è di forte impatto visivo ed emozionale, studiato apposta per coinvolgere ed entusiasmare non solo i bambini, ma anche gli adulti – ha commentato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno -. Progettata e curata da importanti studiosi, con un taglio tanto rigoroso quanto attento all’accessibilità e all’interattività, Brain è una mostra perfetta per rappresentare il ‘coté’ scientifico dell’’Autunno Americano’, la stagione milanese che nel 2013 è dedicata alla cultura, all’arte e alle tradizioni americane, nello stesso anno in cui gli Stati Uniti d’America celebrano l’’Anno della Cultura Italiana in America’”. “Brain. Il cervello, istruzioni per l’uso” consente ai visitatori di informarsi sulle più recenti scoperte in ambito neuroscientifico, evidenziando la capacità del cervello di riconfigurare se stesso in risposta alle esperienze, alla disabilità o a un trauma, oltre a mostrare le nuove tecnologie utilizzate dai ricercatori per studiare questo organo e trovare cure per patologie come l’Alzheimer, il Parkinson e i disturbi dell’umore. Il visitatore sarà accompagnato in un viaggio alla scoperta del cervello e delle sue grandi potenzialità e capacità da un coinvolgente allestimento sensoriale con exhibit, installazioni, giochi e filmati. --- La mostra è suddivisa in sette sezioni: 1. Introduzione. Dopo essersi imbattuti in un cervello umano conservato, i visitatori passano attraverso un´installazione che simula l´attività dei neuroni con un sistema luminoso. L´opera - quasi settecento chili di fili elettrici appesi a una struttura che si estende per oltre dieci metri - è stata creata usando materiali riciclati. 2. Teatro introduttivo. Per apprendere alcune informazioni basilari sul cervello e sul suo funzionamento, un video mostra una ragazza che sostiene un provino di ballo, correlando simultaneamente i suoi movimenti con l´attività di alcune aree del suo cervello. 3. Il cervello sensibile. In questa sezione della mostra, le aree specifiche del cervello dedicate all´udito, all´olfatto, al gusto, alla vista e al tatto saranno messe in evidenza grazie a una serie di esperienze interattive. 4. Il cervello sensibile. Questa sezione esplora la modalità attraverso cui vengono elaborate le emozioni nel cervello e la sua evoluzione. Una serie di modelli animali, oltre a un exhibit interattivo di costruzione di un cervello, illustrano il cervello in evoluzione mettendo a confronto parti di quello umano rispetto a quello delle lucertole, dei mammiferi e dei primati. 5. Il cervello pensante. In questa sezione l´intelligenza viene raffigurata in tutta la sua complessità come somma di tipi di intelligenza diversi. I visitatori possono entrare in un "cervello" camminando all’interno di una stanza rivestita di tessuto illuminato che rappresenta le pieghe della corteccia (gli strati esterni del cervello), le quali consentono alle persone di pensare, pianificare e immaginare. 6. Il cervello mutevole. Questa parte della mostra esamina lo sviluppo del cervello nel corso della vita e la sua incredibile capacità di riorganizzarsi, dalla vita intrauterina alla vita adulta. 7. Il cervello del futuro. Ciò che pensiamo come futuristico in realtà è già qui: vengono impiantati degli elettrodi nel cervello per tenere sotto controllo gli attacchi epilettici; i pazienti affetti da malattia di Parkinson o depressione vengono trattato con stimolazioni elettriche dirette; vengono effettuati impianti che permettono ai sordi di sentire e ai ciechi di vedere, e sono in fase di sviluppo delle interfacce cervello-computer per aiutare le persone affette da paralisi a comandare dei dispositivi a controllo computerizzato e magari addirittura a riacquistare le funzioni motorie. La mostra è realizzata grazie al sostegno di Novartis, main sponsor, in partnership con Focus, con il supporto di Reggiani Illuminazione e il contributo di Fondazione Aem. Charity Partner della mostra è Aism - Associazione Italiana Sclerosi Multipla Tutte le info su www.Mostrabrain.it  
   
   
MILANO: IL CENACOLO VINCIANO OFFERTO DA ENI  
 
Martedì 15 ottobre si sono aperte le prenotazioni telefoniche per la serata straordinaria del 15 novembre al Cenacolo Vinciano offerta da Eni. Dopo il successo dello scorso anno Eni offre nuovamente agli amanti della cultura l´apertura straordinaria e gratuita del Cenacolo Vinciano. Le serate si svolgeranno ancora per 3 venerdì: 15 novembre, 6 e 20 dicembre 2013. Grazie a eni in queste serate speciali, dalle 19.30 alle 22.30, le luci del Refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano, dove Leonardo ha dipinto l’Ultima Cena, non si spegneranno e sarà possibile ammirare il capolavoro meta di visitatori da tutto il mondo oltre il normale orario di apertura. L’ingresso è gratuito secondo la formula di eccezionalità che caratterizza il sostegno del cane a sei zampe all’arte e alla cultura. La prenotazione è comunque obbligatoria: i biglietti possono essere prenotati solo tramite call center al numero: 02 92800360. E´ possibile prenotare un massimo di 5 biglietti a telefonata. Le prenotazioni della serata del 15 novembre sono aperte dal 15 ottobre. Le date di apertura delle prenotazioni delle prossime serate verranno pubblicate successivamente sul sito www.Cenacolovinciano.net  Ingresso gratuito offerto da Eni Dalle 19.30 alle 22.30 Prenotazione gratuita ma obbligatoria telefonando al n. 02 92800360 (orari call center: dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 18.30)  
   
   
PASSARIANO DI CODROIPO (VILLA MANIN, PIAZZA MANIN, 10): PER I CENT’ANNI DA NASCITA, GRANDE RETROSPETTIVA A VILLA MANIN - 180 FOTO, UN’AMPIA SEZIONE SU “CAPA E IL CINEMA” - DA ISRAELE ARRIVA “THE JOURNEY”, L’UNICO FILM DIRETTO DAL GRANDE FOTOGRAFO  
 
Dal 19 ottobre 2013 al 19 gennaio 2014, Villa Manin di Passariano di Codroipo, in Friuli Venezia Giulia, ospiterà una grande retrospettiva dedicata al celebre fotografo Robert Capa (1913 – 1954), considerato il padre del fotogiornalismo moderno. L’evento è un’esclusiva europea, in quanto è l’unica retrospettiva organizzata in concomitanza del centenario della nascita di Capa, che cadrà il prossimo 22 ottobre. La mostra, voluta dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e organizzata dall´Azienda Speciale Villa Manin con catalogo Silvana Editoriale, è curata da Marco Minuz e si distingue dalle altre dedicate a Robert Capa perché, grazie alla collaborazione dell´agenzia Magnum Photos di Parigi (che ha indicato in Minuz il curatore italiano dell’evento) e dell´International Center of Photography di New York, con le sue 180 fotografie, oltre a garantire un percorso antologico completo, permetterà di conoscere ed approfondire un aspetto poco noto del lavoro di Capa, quello di cineasta e di fotografo di scena. Saranno presenti in mostra tutte le principali esperienze che caratterizzano il lavoro del fotografo ungherese, naturalizzato statunitense: gli anni parigini, la Guerra civile spagnola, quella fra Cina e Giappone, la Seconda guerra mondiale con lo sbarco in Normandia, la Russia del secondo dopoguerra, la nascita dello stato di Israele e, infine, il conflitto in Indocina, dove Capa morirà prematuramente nel 1954. Un panorama completo che sarà accompagnato, durante tutto il periodo della mostra, da incontri con studiosi, fotografi e registi che presenteranno i libri e i documentari più recenti dedicati alla vita e all’opera di Robert Capa e da proiezioni di film. Il primo dei molti incontri in calendario è previsto per il 2 novembre con L’homme qui voulait croire en sa légende (2004) con la regia di Patrick Jeudy. Mentre il 30 novembre è in programma la conferenza di Mario Dondero “a proposito della fotografia del miliziano morente”. Ma la vera sorpresa sarà una ricca sezione di fotografie dedicate al mondo del cinema. Robert Capa, fin dal 1936, ha modo di cimentarsi dietro la macchina da presa. In quell’anno, infatti, mentre si trova in Spagna per documentare la Guerra civile, gira assieme al cameraman russo Roman Karmen alcune sequenze per il film di montaggio "Spagna 36" diretto da Jean Paul Le Chanois e prodotto da Luis Bunuel. Attività testimoniata anche dalla celebre fotografia, che sarà presente in mostra, realizzata da Gerda Taro, in cui Capa ha in mano una macchina da presa 16 mm. L’anno successivo Capa girerà alcune sequenze per il cinegiornale americano “March of Time”. Nel 1938 è impegnato in Cina, come assistente del regista Joris Ivens, per realizzare il documentario “I 400 milioni”, sulla guerra cino - giapponese. Ma è l´incontro con l´attrice Ingrid Bergman, nel giugno del 1945 a Parigi, ad avvicinare ancor di più Capa al mondo del cinema. Fra i due nasce infatti un’intensa storia d´amore che dura due anni. Questa relazione permette a Capa di realizzare nel 1946 alcune foto sul set del film “Notorious” (1946) di Alfred Hitchcock, che aveva come protagonista la Bergman. Nel 1948 è fotografo di scena del film "Arco di trionfo” (“Arch of triumph”, 1948) di Lewis Milestones, che vede ancora la presenza dell’attrice svedese. Nel 1947 realizzerà in Turchia un documentario, purtroppo andato perduto, per la serie “March of Time”. Nel 1948 Capa è in Italia sul set del film di Giuseppe De Santis “Riso amaro” (1949), dove ha una storia d´amore con Doris Dowling, una delle attrici che affiancavano Silvana Mangano. Nel 1950 è in Israele dove realizza, per conto dell´Unites Jewish Appeal (Uia), il documentario di 26 minuti “The journey”, dedicato ai sopravvissuti della shoah che, emigrati in Israele, divengono cittadini israeliani. Grazie alla collaborazione con lo Steven Spielberg Jewish Film Archive e con la Cineteca del Friuli, lo straordinario documento sarà integralmente proiettato in mostra, assieme ad altri filmati d’epoca, permettendo così la conoscenza di questo importante e pressoché sconosciuto lavoro. Il rapporto con il cinema prosegue nel 1952 a Roma con il film “La carrozza d´oro” di Jean Renoir con Anna Magnani. Nello stesso anno Capa è sul set del film “Moulin rouge”, diretto dall’amico John Huston, e nel 1953 fotografa sia "Il tesoro dell´africa (Beat the devil, del 1953), interpretato da Humphrey Bogart e Gina Lollobrigida con la collaborazione di Truman Capote, sia “La contessa scalza” (“The barefoot contessa”) con una magnifica Ava Gardner. Queste collaborazioni con il mondo di “Hollywood” coincidono con la fine della guerra e con la nascita dell’Agenzia fotografica Magnum nel 1947 fondata da Capa assieme ad Henri Cartier-bresson, David Seymour e George Rodgers. La mostra verrà arricchita da un’ulteriore sezione di ritratti di Robert Capa, realizzati da grandi fotografi come Henry Cartier-bresson e Gerda Taro; immagini che riprendono il fotografo in alcuni momenti del suo lavoro di fotoreporter e della sua vita privata. L’iniziativa beneficia della sponsorizzazione tecnica di Graphistudio e Sim2 Multimedia. Info: Robert Capa. La realtà di fronte a cura di Marco Minuz - Villa Manin (Passariano di Codroipo) - 20 ottobre 2013/19 gennaio 2014; Azienda Speciale Villa Manin - Piazza Manin, 10, Passariano di Codroipo (Udine) - Tel. 0432 821211 - asvm@regione.Fvg.it  - www.Villamanin-eventi.it    
   
   
MILANO: IL RESTAURO DEL NAPOLEONE DI BRERA  
 
Il 30 settembre 2013 è partita la prima fase del restauro del Napoleone di Brera. Si avvia così la realizzazione del progetto pensato dalla Soprintendenza per i beni storici artistici e etnoantropologici di Milano e dall’Associazione Amici di Brera e dei Musei Milanesi, sostenuto da Bank of America Merrill Lynch 2013 Art Conservation Project. Il Napoleone di Brera è una delle 24 opere di 16 paesi che Bank of America Merrill Lynch ha selezionato destinando importanti finanziamenti. Attraverso la conservazione di queste opere d´arte Bank of America Merrill Lynch dimostra il suo sostegno per la conservazione del patrimonio delle comunità locali in cui svolge la propria attività, come ad esempio la città di Milano. I lavori, per una durata prevista di dodici mesi, potranno essere continuamente visibili. Il complesso restauro verrà infatti realizzato sul posto, nel cortile d’onore del Palazzo di Brera, all’interno di strutture trasparenti che consentiranno al pubblico di osservare tutte le fasi. Ciò permetterà di coinvolgere il visitatore per creare un legame più stretto e diretto con l’opera d’arte. Attraverso il sito della Pinacoteca (www.Brera.beniculturali.it ) e dell’Associazione Amici di Brera e dei Musei Milanesi (www.Amicidibrera.it ) sarà possibile seguire regolari aggiornamenti sull’evoluzione dei lavori. Il restauro, progettato e diretto da Daniele Pescarmona per la Soprintendenza per i beni storici artistici e etnoantropologici di Milano, rientra nella strategia di valorizzazione che la Pinacoteca di Brera ha avviato in vista di Expo 2015. Info: Associazione Amici di Brera e dei Musei Milanesi Soprintendenza Bsae di Milano - Via Brera 28, 20121 Milano - www.Amicidibrera.it  - www.Brera.beniculturali.it    
   
   
MILANO (PALAZZO REALE, SALA DELLE CARIATIDI): “RODIN. IL MARMO, LA VITA - DAL 17 OTTOBRE 2013 AL 26 GENNAIO 2014  
 
Dal 17 ottobre 2013 al 26 gennaio 2014, nella monumentale Sala delle Cariatidi, al piano nobile di Palazzo Reale, sarà allestita ”Rodin. Il marmo, la vita”, la grande mostra dedicata ai marmi di Auguste Rodin (Parigi 1840 – Meudon 1917), l’artista che insieme a Michelangelo è considerato uno dei più grandi rivoluzionari della tradizione plastica moderna. Promossa e prodotta dal Comune di Milano — Cultura, Palazzo Reale, Musée Rodin di Parigi, Civita e Electa, in collaborazione con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, l’esposizione è curata da Aline Magnien, conservatore capo del patrimonio del Musée Rodin di Parigi, in collaborazione con Flavio Arensi. La rassegna presenta un corpus di 62 opere, che costituiscono la più completa rassegna mai allestita sui marmi di Auguste Rodin. “Il Comune di Milano è felice di offrire ai visitatori di questa mostra l’occasione preziosa e rara di un confronto diretto, quasi contestuale, tra le opere di Rodin e la figura e l’arte di Michelangelo — ha dichiarato in proposito l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno — Non esiste infatti testo scientifico sulla vita e l’opera di Auguste Rodin che non faccia un riferimento, almeno fugace, alla Pietà Rondanini di Michelangelo, che nella storia dell’arte costituisce forse la più emblematica rappresentazione del “non finito”, cifra importante della rivoluzione linguistica della scultura moderna operata da Rodin. Ma nel Museo d’Arte Antica al Castello, proprio davanti alla Pietà, è esposta anche un’altra opera che ha forti legami con l’arte di Rodin: una maschera in bronzo di Michelangelo eseguita dall’allievo Daniele da Volterra. L’eco di quest’opera, difatti, echeggia nella versione definitiva dell’‘Uomo dal naso rotto’. Un legame forte, dunque, quello tra questa mostra e le collezioni d’arte milanesi – ha concluso l’assessore – che abbiamo voluto saldare invitando i visitatori di Rodin a visitare il Museo d’Arte Antica, e viceversa, con un biglietto speciale e scontato”. Presentando il biglietto di “Rodin. Il marmo, la vita” alla biglietteria del Castello Sforzesco, infatti, si potrà visitare con tariffa ridotta (€. 1,50) il Museo d’Arte Antica, dove è conservata la Pietà Rondanini di Michelangelo. Allo stesso modo, chiunque si presenterà a Palazzo Reale col biglietto del Museo d’Arte Antica potrà visitare l’esposizione a tariffa ridotta (€ 9,50 con audioguida). L’illusione della carne e della sensualità è il tema intorno a cui si sviluppa la prima sezione, nella quale sono raccolte alcune opere giovanili, di stampo classico, fra cui il celeberrimo “Homme au nez cassé”, rifiutato dal Salon parigino del 1864, un ritratto omaggio al grande genio Michelangelo. Al vertice di questa sezione sarà “Il Bacio”, la scultura che rappresenta due amanti e fece scalpore nella Francia di fine Ottocento. La seconda sezione propone alcune fra le sculture più conosciute di Rodin e dimostra la piena maturità del maestro anche dal punto di vista della capacità di elaborazione delle figure che emergono dai candidi blocchi di pietra. Accanto a ritratti di grande intensità, come il busto dedicato alla compagna di una vita Rose Beuret, si alternano richiami all’eros e alla disinibita ricerca formale ed estetica del maestro, manifestando la sua necessità di tentare nuovi percorsi scultorei. La poetica dell’incompiuto caratterizza la terza sezione dove si rappresenta il trionfo del “non finito”, l’artificio linguistico che rimanda immediatamente a Michelangelo e che Rodin svolge in una chiave di assoluta modernità, poi ampiamente assunta dai suoi colleghi. Qui sono ordinati alcuni fra i più bei ritratti eseguiti dall’artista, fra i quali quello a Victor Hugo. La mostra si avvale di un’attività di ricerca svolta dal Musée Rodin, che ha condotto un’ampia analisi storica e critica sulla bottega artistica del genio francese e le sue metodologie di elaborazione della pietra. Da alcuni anni il Musée Rodin si è infatti impegnato a ristudiare la produzione marmorea di Rodin arrivando a individuare, dove possibile, anche i singoli collaboratori che hanno lavorato ai blocchi di marmo, indicazione che si trova su tutte le didascalie in mostra. Lo straordinario allestimento è stato progettato dallo studio internazionale Bureau des mésarchitectures — Didier Faustino, per ricreare l’idea dell’atélier in cui Rodin produceva i suoi capolavori, insieme ai suoi assistenti, e per creare un dialogo forte con lo spazio architettonico della Sala delle Cariatidi. Anche grazie alle luci di Giambattista Buongiorno, i marmi bianchi di Rodin prenderanno vita in un contesto suggestivo e sorprendente, che consentirà ai visitatori di approfondire tutti i temi che hanno caratterizzano la sua produzione plastica. Tutti i visitatori avranno a disposizione gratuitamente un’audioguida che li accompagnerà lungo il percorso di mostra con informazioni, racconti e letture che renderanno la visita ancora più completa e avvincente. Alle scuole sarà proposta un’offerta didattica coinvolgente e arricchita da materiali e testi. Dopo l’appuntamento milanese, la mostra proseguirà il suo percorso a Roma, dove sarà allestita nello spazio monumentale delle grandi Aule delle Terme di Diocleziano  
   
   
PADOVA: A PASSEGGIO NEL GIARDINO DELLA BIODIVERSITÀ. L´ORTO BOTANICO ANTICO DEL 1500, PATRIMONIO UNESCO DAL 1997, SI AMPLIA ECCEZIONALMENTE E INVITA PER IL PROSSIMO WEEKEND AD ESPLORARE LE NUOVE SERRE  
 
Un evento eccezionale si preannuncia a Padova nel weekend del 19-20 ottobre. Sarà possibile visitare in anteprima assoluta le nuove serre che costituiscono l´ampliamento del famoso Orto Botanico dell´Università. Su 15.000 m² un progetto avveniristico firmato dall’architetto Giorgio Strappazzon dello studio Vs associati, che ha vinto nel 2005 il concorso internazionale, ha realizzato il Giardino della Biodiversità, serre ad alta tecnologia, finalizzate a sviluppare ricerche ed esperimenti all´avanguardia. “Un nuovo modo di conoscere e fare botanica che abbina la ricerca all’intrattenimento, che può attrarre appassionati e curiosi in un nuovo affascinante luogo urbano ricco di spazi espositivi” come sottolinea il Rettore dell’Università, Giuseppe Zaccaria. Di grande impatto la soluzione architettonica, una grande teca di vetro lunga circa 100 metri e alta dai 18 ai 15, che illustra un’ideale sezione del globo, dall’equatore degradando verso i poli. Qui, in 5 serre, sono portati in vita i diversi ambienti, da quelli caratterizzati da condizioni più favorevoli per la vita, con l’abbondante umidità e le elevate temperature che fanno crescere la foresta pluviale, fino alle condizioni più estreme, dove il freddo e la scarsa umidità rendono la vita quasi impossibile. E tre diversi percorsi sviluppano i temi de “La Pianta e l’ambiente”, “La Pianta e l’uomo”, “La Pianta nello spazio”

L’azienda trevigiana Carron, impegnata a Padova in diversi progetti, cura qui la realizzazione delle nuove strutture e del ‘Visit Center’ dell’Orto Botanico.

L’acqua è il filo conduttore del Giardino, dalla lama d’acqua che separa l’Orto antico e il moderno fino alle cascate che dividono un’area dall’altra. Grande attenzione è stata posta al risparmio energetico, sia con il recupero delle acque piovane, sia con l’utilizzo dell’energia solare. E il “Wikiorto” propone modalità di fruizioni interattive. Nel Giardino della Biodiversità anche un comune smartphone o un tablet diventeranno per i visitatori strumenti per relazionarsi con gli ambienti e le piante: un wikiorto che vivrà sul web consentirà ai visitatori di prepararsi alla visita e di rimanere in contatto con le piante anche una volta usciti dai cancelli. Pur nella sua estrema modernità, il progetto delle nuove serre, tuttavia, rispetta l’armonia dell’insieme, sia del paesaggio, che dell’architettura cinquecentesca dell’antico Hortus cintus. E’ questo il famoso Orto Botanico dell´Università di Padova, il primo giardino botanico universitario al mondo, e il più antico ad aver conservato la sua sede originaria intatta. Nato nel 1545 per coltivare e studiare le piante medicinali, è rimasto per secoli un modello di riferimento per gli Orti botanici Europei. Strabilianti le fioriture primaverili e i colori autunnali. E, tra tutte le varietà, non si può perdere la famosa palma piantata nel 1585, alta 11 metri, diventata famosa in tutto il mondo per le parole incantate che le dedicò Goethe in visita a Padova. Per la visita gratuita del nuovo Giardino della Biodiversità nel prossimo fine settimana è necessaria la prenotazione sul sito http://www.www.ortobotanico.unid.it/  Dopo il 20 ottobre le nuove serre saranno chiuse per il completamento dei lavori. La riapertura definitiva al pubblico è prevista per la primavera estate del 2014. Naturalmente la passeggiata attraverso l´Orto Botanico antico e il nuovissimo Giardino della Biodiversità introduce alla città intera. Oltre il muro circolare e protettivo di questo gioiello, Padova offre ai visitatori gli altri suoi tesori: la Basilica del Santo, il Prato della Valle, Santa Giustina, il Palazzo della Ragione, la cappella degli Scrovegni con gli affreschi di Giotto
 
   
   
REGGIO EMILIA (PALAZZO MAGNANI): "L´ENIGMA ESCHER"  
 
L’esposizione promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia è curata da un Comitato scientifico d’eccezione coordinato da Piergiorgio Odifreddi - logico matematico di fama internazionale -, e composto da Marco Bussagli - saggista, storico dell’arte, docente di prima fascia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma -, da Federico Giudiceandrea - collezionista e studioso di Escher - e da Luigi Grasselli – Professore ordinario di Geometria e pro-rettore dell´Università di Modena e Reggio Emilia. La mostra presenta la produzione dell´incisore e grafico olandese, dai suoi esordi alla maturità, raccogliendo ben 130 opere provenienti da prestigiosi musei, biblioteche e istituzioni nazionali – tra i quali la Galleria d’Arte Moderna di Roma, la Fondazione Wolfsoniana di Genova ecc. - oltre che da importanti collezioni private. A Palazzo Magnani saranno riunite xilografie e mezzetinte che tendono a presentare le costruzioni di mondi impossibili, le esplorazioni dell´infinito, le tassellature del piano e dello spazio, i motivi a geometrie interconnesse che cambiano gradualmente in forme via via differenti. ".Con le mie stampe, cerco di testimoniare che viviamo in un mondo bello e ordinato e non in un caos senza forma, come sembra talvolta. I miei soggetti sono spesso anche giocosi: non posso esimermi dallo scherzare con le nostre inconfutabili certezze. Per esempio, è assai piacevole mescolare sapientemente la bidimensionalità con la tridimensionalità, la superficie piana con lo spazio, e divertirsi con la gravità. E´ piacevole osservare che parecchie persone sembrano gradire questo tipo di giocosità, senza paura di cambiare opinione su realtà solide come rocce." Ed ecco quindi le prime ricerche testimoniate da opere come Ex libris (1922), Scarabei (1935); le grafiche suggestionate dai paesaggi italiani Tropea, Santa Severina (1931) dove Escher struttura lo spazio; Metamorfosi Ii (1940) una delle più lunghe xilografie a quattro colori mai realizzate per narrare una storia per immagini, in cui una scena conduce a quella successiva attraverso una sottile e graduale mutazione delle forme; le figure impossibili di Su e giù (1947) e di Belvedere (1958); le straordinarie tensioni dinamiche tra figura e sfondo nei fogli come Pesce (1963). Accanto alle sue celebri incisioni – in mostra capolavori assoluti come Tre sfere I (1945), Mani che disegnano (1948), Relatività (1953), Convesso e concavo (1955), Nastro di Möbius Ii (1963) – saranno presentati anche numerosi disegni, documenti, filmati e interviste all’artista che mirano a sottolineare il ruolo di primo piano che egli ha svolto nel panorama storico artistico sia del suo tempo che successivo. Una sezione di mostra sarà dedicata al confronto della produzione di Escher con opere di altri importanti autori – ispiratori, coevi e prosecutori – per comprendere come le scelte di Escher siano in consonanza con una visione artistica che attraversa i secoli, con una consapevolezza maggiore o minore che, talora, risponde ad esigenze diverse, ma che parte dal Medioevo, interseca Dürer, gli spazi dilatati di Piranesi, passa attraverso le linee armoniose del Liberty (Secessione Viennese, Koloman Moser) e si appunta sulle avanguardie del Cubismo, del Futurismo e del Surrealismo (Dalì, Balla). Se la grandezza di un artista si misura anche dalla capacità d’influire su altri artisti, come pure sulla società circostante, Escher è stato artista sommo. La sua arte è uscita dal torchio del suo studio per trasformarsi in scatole da regalo, in francobolli, in biglietti d’auguri; è entrata nel mondo dei fumetti ed è finita sulle copertine dei long-playing, come si chiamavano a quell’epoca i 33 giri incisi dai grandi della musica pop. Non basta, però. La grande arte di Escher ha influito più o meno direttamente su altre figure di rilievo dell’arte del Novecento, come Victor Vasarely, il principale esponente dell’Optical Art, Lucio Saffaro ecc. Ha contratto un debito di creatività con Maurits Escher perfino un pittore americano come il dirompente Keith Haring. La sezione illustra con dovizia di materiali e una ventina di opere questi aspetti dell’arte di Escher per restituire al visitatore la giusta dimensione culturale ricoperta dell’artista olandese. La mostra è inoltre concepita come uno strumento e una “macchina didattica” che consente di entrare “dentro” la creatività di questo singolarissimo artista. Suggestive installazioni immergeranno dunque il visitatore nel magico modo di Escher. E’ evidente, e molto indagato, il rapporto che Escher ebbe con “il mondo dei numeri” – intendendo per tale quello della geometria (euclidea e non) e della matematica. Non meno intrigante è la sua ricerca su spazio reale e spazio virtuale, ovvero sul come “ingannare la prospettiva”. Infine, ma non ultima, la conoscenza che Escher dimostra delle leggi della percezione visiva messe in luce dalle ricerche della Gestalt. Tutte possibili chiavi di lettura, certo non le uniche, per comprendere l’universo creativo di un artista complesso che, partendo da quelle premesse, attinse a piene mani a vari linguaggi artistici, mirabilmente fusi insieme in un nuovo ed originalissimo percorso che ancora ci emoziona e che costituisce un unicum nel panorama della Storia dell’Arte di tutti i tempi. Accompagna la mostra un ricco catalogo edito da Skira con testi di Piergiorgio Odifreddi, Marco Bussagli, Federico Giudiceandrea e Luigi Grasselli e accurate schede delle opere in mostra. --- Per approfondire a tutto tondo l’autore la Fondazione Palazzo Magnani in collaborazione con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia promuove un Ciclo Di Grandi Conferenze condotte da esperti di altissimo profilo, unitamente ai Curatori, al Comitato Scientifico della mostra. - venerdì 11 ottobre 2013 ore 17.30 – Aula Magna Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Via Allegri 9 Reggio Emilia “La forma della simmetria: dai mosaici dell´Alhambra ai mondi di Escher” Relatori: Prorettore Luigi Grasselli (Professore ordinario di Geometria, prorettore Unimore) e il Prof. Antonio F. Costa Gonzáles (Full Professor di geometria e topologia Facoltà di Scienze Uned Madrid). - mercoledì 30 ottobre 2013 ore 17.30 – Aula Magna Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Via Allegri 9 Reggio Emilia “Escher visto da vicino. L´uomo e l´artista nel racconto di un appassionato collezionista” Relatore: Ing. Federico Giudiceandrea - venerdì 8 novembre 2013 ore 17.30 – Aula Magna Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Via Allegri 9 Reggio Emilia “Escher: le due facce del genio, fra matematica e storia dell´arte” Conversazione sul rapporto arte-scienza. Relatori: Piergiorgio Odifreddi (logico matematico) e Marco Bussagli (storico dell’arte, docente Accademia Belle Arti di Roma) --- Maurits Cornelis Escher. La vita Nacque il 17 giugno 1898 a Leeuwarden ma crebbe nella città di Arnhem con quattro fratelli. Mauk, come venne soprannominato, prese da ragazzo lezioni di carpenteria e sebbene non fosse particolarmente brillante in matematica e scienze, assimilò dal padre ingegnere l’approccio metodologico dello scienziato. Una delle sue materie preferite fu subito il disegno al quale si dedicò durante gli studi alla Scuola di Architettura e Arti Decorative di Haarlem. Fu l’incontro con de Mesquita a stimolare in Escher l’interesse per la tecnica xilografica e le sue possibili sperimentazioni nella resa di effetti chiaroscurali e pittorici di grande raffinatezza. Al 1922 risale la sua visita a Firenze (primo di una serie di viaggi tra la Toscana e il sud d’Italia) e a Granada (dove visitò lo splendido palazzo di Alhambra) dai quali colse dettagli architettonici, decorativi e particolari inusuali che gli avrebbero fornito spunti per le sue composizioni. Nel 1935 si trasferì in Svizzera. E’ a partire dal 1937 che si osserva un profondo cambiamento: perde l’interesse per il mondo visibile, per la natura e l’architettura concentrandosi sulle proprie “visioni interiori” e realizzando un corpus significativo di straordinari giochi ottici, prospettive invertite, paesaggi illusionistici tra i più famosi. Trasferitosi nel 1941 con tutta la sua famiglia in Olanda continuò a lavorare intensamente fondendo le molteplici fonti di ispirazione che traeva dai suoi interessi (psicologia, matematica, poesia, fantascienza). Morì a Laren nel 1972. Info e prenotazioni: Fondazione Palazzo Magnani - Corso Garibaldi, 29, 42121, Reggio Emilia - Tel. 0522454437/444446 - info@palazzomagnani.It  - www.Palazzomagnani.it    
   
   
CASERTA (PALAZZO REALE, APPARTAMENTI STORICI): MOSTRA ” IL MESTIERE DELLE ARMI E DELLA DIPLOMAZIA: ALESSANDRO ED ELISABETTA FARNESE NELLE COLLEZIONI DEL REAL PALAZZO DI CASERTA” - DAL 23 OTTOBRE 2013 AL 6 GENNAIO 2014  
 
Il 23 ottobre alle ore 12 si inaugura, negli Appartamenti Storici della Reggia di Caserta, la mostra “Il mestiere delle armi e della diplomazia: Alessandro ed Elisabetta Farnese nelle collezioni del Real Palazzo di Caserta”, organizzata dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici Storici ed Etnoantropologici per le Province di Caserta e Benevento, in collaborazione con Civita. Nell’ambito di un intenso programma di valorizzazione del proprio patrimonio, la Soprintendenza di Caserta celebra i Farnese nella figura di Alessandro (Roma, 1545 – Arras, 1592) – straordinario condottiero e “vessillo” della Spagna cattolica del Xvi secolo – ed Elisabetta (Parma, 1692 – Aranjuez, 1766), moglie di Filippo V di Spagna, madre di Carlo di Borbone, abile tessitrice di trame diplomatiche. La mostra, curata da Vega de Martini, ruoterà intorno alle due carismatiche figure principalmente attraverso l’esposizione di dipinti di Ilario Giacinto Mercanti, detto Spolverini (Parma, 1657 – Piacenza, 1734) che raccontano le “Gesta” di Alessandro Farnese e i “Fasti” raffiguranti i preparativi per le nozze di Elisabetta. Per la gran parte i dipinti in esposizione fanno parte della vasta collezione ereditata da Carlo di Borbone quando ottenne il Ducato di Parma e Piacenza: le vicende storiche dell’epoca portarono non solo Carlo sul trono del Regno di Napoli, ma segnarono indirettamente anche il destino dell’immenso patrimonio artistico dei Farnese. Giunte a Napoli, le collezioni farnesiane trovarono una prima sistemazione nel vecchio Palazzo Reale della città, poi si decise di trasferirle nel Palazzo di Capodimonte. Un nucleo di circa 37 quadri comprendenti i “Fasti di Elisabetta” ed alcune “Battaglie”, in gran parte di mano dello Spolverini, furono poi trasferiti nel 1859 presso la Reggia di Caserta con la finalità di decorare la costituenda Armeria Reale, un progetto poi non andato in porto. Sono questi i dipinti che costituiranno il nucleo principale della mostra e a cui saranno affiancate opere provenienti da altri musei come la grande tela recentemente attribuita al pittore Sebastiano Ricci (Belluno, 1659 - Venezia, 1734) raffigurante Alessandro Farnese in trono accoglie una supplica alla presenza della Fede di pertinenza del Museo Civico di Piacenza; il Ritratto di Alessandro Farnese nell’armatura di Alonso Sánchez Coello (Benifayó, 1531 – Madrid, 1588) della Galleria Nazionale di Parma e il ritratto di Elisabetta Farnese eseguito da Giovanni Maria Delle Piane detto il Molinaretto (1660 – 1745) del Collegio Alberoni (Piacenza). Saranno esposte, inoltre - provenienti dal Museo di Capodimonte - una serie di armature appartenute ad Alessandro nonché antichi volumi di pertinenza della Biblioteca Universitaria di Napoli relativi sia alle imprese guerresche del condottiero Farnese sia ai “Fasti” di Elisabetta. Info: tel 0823 448084 - www.Reggiadicaserta.beniculturali.it