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Notiziario Marketpress di
Giovedì 11 Giugno 2009 |
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IL PARCO NAZIONALE DEL POLLINO CANDIDATO DALLA REGIONE CALABRIA AD ACCEDERE AI FONDI POIN
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Reggio Calabria, 11 giugno 2009 - Antichi borghi conservati nel tempo come autentici gioielli artistici, chiesette arroccate sui monti, una riserva verde fatta di fiumi, cascate e canyon, sentieri da percorrere e inarrivabili vette. E’ il parco nazionale del Pollino, uno dei tre poli calabresi candidato dalla Regione Calabria, unitamente ai parchi della Sila e dell’Aspromonte, ad accedere ai fondi del Poin, il Programma operativo interregionale. “Valorizzare il parco e le sue aree d’accesso naturali, migliorando anche le infrastrutture e i servizi di queste zone – spiegano l´assessore alla Programmazione Nazionale e Comunitaria Mario Maiolo e l´assessore al Turismo Damiano Guagliardi – significa stare in linea con un turismo attento alle bellezze paesaggistiche e storico – culturali, che oggi va per la maggiore, e per il quale la Calabria ha una spiccata vocazione naturale”. Il Pollino, con i suoi secolari pini loricati e le distese dove ancora risuonano gli echi di una cultura stratificata che ha visto succedersi Greci, Romani, Bizantini e Saraceni, dal punto di vista naturalistico offre agli occhi di chi lo esplora le suggestioni di paesaggi tra i più incantevoli del meridione. “In questa zona esistono giacimenti archeologici che risalgono al paleolitico e al neolitico - afferma l´assessore al Turismo Damiano Guagliardi – che sono unici e in quanto tali vanno valorizzati, penso a un gioiello come la Grotta delle Monache, recentemente scoperta nel comune di Sant´agata d´Esaro, dove sono stati rinvenuti utensili dell´età della pietra”. E non è raro perdersi nello spettacolo di fiumi e torrenti che precipitano in gole strettissime tra gigantesche pareti rupestri. Il potere erosivo dell´acqua ha scavato nella profondità della roccia, per centinaia di metri, creando un patrimonio sotterraneo di grotte come quella di San Paolo, vicino a Morano Calabro e scenari spettacolari come l´ Abisso del Bifurto a Cerchiara di Calabria. La natura spesso si intreccia con l´arte, nelle antiche chiese come quella medievale di Santa Maria di Costantinopoli a Papasidero, che si affaccia a strapiombo sulle pareti del fiume Lao o il Santuario della Madonna delle Armi di Cerchiara, posto in modo pittoresco su una parete rocciosa a partire dal 1440, dove si trovano ancora conservati preziosi affreschi e la teca d´argento che conserva l´immagine della Madonna. Ai luoghi di culto se ne aggiungono altri dal fascino misterioso, antichi conventi trasformati in rifugi di briganti e piccoli centri tra i più belli d´Italia, come Laino Castello, Orsomarso, Morano Calabro, Papasidero e Civita. In alcuni di questi paesi e in numerosi altri vive una comunità albanese che si insediò intorno al millecinquecento ed è ancora oggi tra le più radicate d´Italia. Fedeli alle loro tradizioni e alla lingua dei padri, gli albanesi sono riusciti a salvaguardare la propria cultura arbereshe. Di spiccata vocazione turistica le due porte marine di accesso al parco, il Golfo di Policastro e la zona di Sibari, che hanno anche aree archeologiche molto importanti. Sul Tirreno il sito dell´antica Laos, pochi chilometri a sud di Scalea, che ha lasciato tracce significative soprattutto di epoca lucana, in parte ancora oggi visitabili. Un tratto delle mura di cinta della città, resti di case, fornaci e della necropoli. Sullo Ionio Sibari, la più antica colonia greca di quest´area, che fu potentissima e accrebbe la sua ricchezza anche grazie a una politica che favoriva l´immigrazione. Gli antichi fasti dei Sibariti, proverbiali nel Vi secolo per la vita lussuosa, sono ancora oggi custoditi nel Parco Archeologico della cittadina. . |
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