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Notiziario Marketpress di
Giovedì 11 Giugno 2009 |
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L´OCSE DELINEA OPPORTUNITÀ E SFIDE PER LA BIOECONOMIA DEL FUTURO
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Bruxelles, 11 giugno 2009 - Entro il 2030 la biotecnologia potrebbe costituire fino al 2,7% del prodotto interno lordo (Pil) nei paesi industrializzati, e anche di più nei paesi in via di sviluppo, stando a una nuova relazione dell´Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Per fare un confronto, attualmente nei paesi Ocse la biotecnologia rappresenta meno dell´1% del Pil. La relazione avverte, tuttavia, sul fatto che i governi e il mondo dell´industria devono abbattere le barriere che ancora ritardano il pieno sviluppo e la commercializzazione delle biotecnologie. Le barriere riportate nella relazione riguardano tra l´altro le difficoltà tecnologiche, questioni normative, mancanza di investimenti, accettazione sociale e strutture del mercato. Oggi le biotecnologie vengono usate nel settore dell´agricoltura e della sanità, nonché in certe industrie. Però, molte altre applicazioni - come la medicina rigenerativa - sono ancora allo stadio di sviluppo iniziale. Gli autori della relazione prevedono che entro il 2015 circa la metà della produzione mondiale delle più importanti coltivazioni alimentari e di mangime saranno probabilmente derivanti da specie vegetali sviluppate attraverso la biotecnologia. Il settore della farmacogenetica (che guarda a come i geni di un individuo agiscono sulla sua risposta a determinati farmaci) influirà sulla progettazione di trial clinici e sulle modalità di prescrizione dei farmaci. Nell´industria chimica il valore delle sostanze biochimiche potrebbe raggiungere tra il 12 e il 20% della produzione chimica complessiva (rispetto all´1,8% nel 2005). Entro il 2030 la domanda di biotecnologia probabilmente sarà cresciuta, visto che l´aumento delle entrate - soprattutto nei paesi in via di sviluppo - innalzerà la domanda di prodotti sanitari, agricoli, forestali e ittici. Contemporaneamente i cambiamenti climatici potrebbero esacerbare molti problemi ambientali. Secondo l´Ocse la biotecnologia sarebbe in grado di risolvere molti dei problemi sanitari e ambientali che il mondo si troverà ad affrontare nel 2030. "Nel 2030 la bioeconomia coinvolgerà probabilmente tre elementi: conoscenza avanzata dei geni e dei processi cellulari complessi, biomassa rinnovabile e integrazione delle applicazioni biotecnologiche nei vari settori," si legge nella relazione. Gli autori della relazione calcolano che entro il 2030 la biotecnologia potrebbe rappresentare il 2,7% del Pil nei paesi Ocse, soprattutto grazie all´uso delle biotecnologie nel settore industriale, agricolo e sanitario. Nei paesi in via di sviluppo questo dato potrebbe essere persino più alto, visto che l´economia di questi paesi si basa più marcatamente sull´agricoltura e sull´industria, fanno notare i relatori. Infine, il destino della bioeconomia dipende da una serie di fattori. "Sfruttare in pieno i benefici della bioeconomia richiederà delle politiche finalizzate e mirate," conclude il rapporto. "Ciò richiederà una leadership - soprattutto da parte dei governi, ma anche da ditte affermate - per stabilire obiettivi per l´applicazione delle biotecnologie nella produzione primaria, nell´industria e nella sanità, la creazione delle condizioni strutturali necessarie per il raggiungimento degli obiettivi - come gli accordi regionali e internazionali - e lo sviluppo di meccanismi per assicurare che le politiche possano facilmente adattarsi alle nuove opportunità. " L´ue investe 1,9 miliardi di euro nella creazione di una bioeconomia europea nell´ambito del tema "Prodotti alimentari, agricoltura e pesca, e biotecnologie" del Settimo programma quadro (7° Pq). Per maggiori informazioni, visitare: Pagine dell´Ocse sulla relazione: http://www. Oecd. Org/futures/bioeconomy/2030 Sostegno dell´Ue per la ricerca sulle biotecnologie nell´ambito del 7° Pq http://cordis. Europa. Eu/fp7/kbbe/home_en. Html . |
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