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Notiziario Marketpress di
Martedì 16 Giugno 2009 |
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LOGO “FONDAZIONE CAPITINI” DETENUTO KOSOVARO VINCE CONCORSO
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Perugia, 16 giugno 2009 – Quando la giuria del concorso indetto dalla Regione Umbria e dall’Ufficio Scolastico Regionale ha aperto la busta corrispondente all’opera prescelta fra le 37 (provenienti da 8 istituti scolastici) selezionate per il nuovo logo della “Fondazione Aldo Capitini”, il risultato è stato di quelli che autorizzano un moto di sorpresa. A vincere, infatti, è stato un giovane di origine kosovara, Ismet Dedìnka, attualmente detenuto nel carcere di alta sicurezza di Maiano di Spoleto. Dedìnka è uno dei numerosi studenti, che frequentano regolarmente i corsi organizzati per i detenuti di Maiano dall’Istituto Statale d’Arte “Leoncillo Leonardi” di Spoleto, e come tale ha partecipato al concorso per il bozzetto del nuovo logo della “Fondazione Capitini”, promosso nel quadro delle iniziative del Quarantennale della morte del filosofo perugino. Semplice e significativo nella sua impostazione grafica, il bozzetto di Dedìnka presenta nei suoi confini geografici un’Umbria stilizzata, sulla quale impronte di scarpe tipo fumetto alludono ad un cammino che è insieme marcia della pace e marcia verso il nome “Aldo Capitini”, dipinto nei colori della bandiera della pace, in cui la “A” e la “C” iniziali si uniscono in un grafo, che trova la sua conclusione in tre parole vergate a lato, come di pugno di Capitini, Compresenza, Nonviolenza, Potere di Tutti, sintesi del pensiero del grande intellettuale perugino. “È un risultato di cui, mi azzardo a scommettere, Capitini sarebbe stato molto contento”, ha detto il presidente del Comitato delle Celebrazioni per il Quarantennale Alessandro Vestrelli, partecipando a Spoleto al convegno “Progetti e prodotti di un’istruzione recuperata/ La scuola in carcere”, promosso dall’Istituto Statale d’Arte “Leoncillo Leonardi”. “Il fatto che a vincere il concorso sia stato uno straniero, e per di più un carcerato – ha spiegato Vestrelli – lancia oggettivamente un messaggio forte ed un segnale di speranza, una scommessa sulla società multietnica, soprattutto oggi che le politiche per l’immigrazione devono fare i conti con ostacoli sempre più grandi, così come sempre più difficile sembra diventare la vita degli immigrati nel nostro paese”. Il convegno ha passato in rassegna i progetti e i prodotti realizzati dalla sezione carceraria dell’Istituto d’Arte, fra i quali un “cd” su una nuova pista ciclabile, che, su un percorso ricco di tesori archeologici, architettonici, paesaggistici ed ambientali, collega Spoleto con Beroide (e prossimamente con Assisi): il “cd” è risultato vincitore del concorso “Dal progetto al prodotto”, bandito dalla Provincia di Perugia. “Sono dieci anni che funziona la nostra sezione carceraria – ha detto la dirigente dell’istituto “Leonardi” Roberta Galassi -, una esperienza che pone la nostra scuola fra le eccellenze d’Italia in questo settore, un pezzo di scuola che dà un senso particolare a tutto l’istituto, perché è come se la scuola in carcere, di fronte all’autenticità delle persone detenute, mettesse a nudo se stessa e arricchisse le sue capacità di insegnare e progettare. La scuola in carcere – ha aggiunto Roberta Galassi – aiuta a trasformare la pena in una reale ‘riprogettazione’ di sé”. “Avete fatto nel carcere una meravigliosa ‘irruzione’ – ha detto Ernesto Padovani, direttore dell’istituto di pena di Maiano -, e così come la scuola deve uscire dai propri confini, il carcere, anche grazie ad essa, deve trasformarsi da luogo dell’illegalità a luogo della convivenza e della pacificazione sociale”. . |
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