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Notiziario Marketpress di Martedì 23 Giugno 2009
 
   
  LAVORO FVG: GIU´ INDUSTRIA-AGRICOLTURA, SALE TERZIARIO

 
   
  Trieste, 23 giugno 2009 - L´occupazione cala del 1,1 per cento (da 65 a 63,9 p. C. ) nel primo trimestre 2009 in Friuli Venezia Giulia dove, a fronte di una diminuzione di 4 mila addetti nell´industria e di 3 mila nell´agricoltura, solo il terziario registra un saldo positivo di mille unità. "Preoccupa molto l´aumento delle persone in cerca di occupazione - afferma l´assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, commentando i più recenti dati Istat - che sul nostro territorio sono almeno 4 mila più dello stesso periodo del 2008 (+17,6 p. C. ) e addirittura 6 mila più dell´ultimo trimestre dello scorso anno (+ 28,5 p. C. )". Il tasso di disoccupazione su scala regionale, infatti, è ora del 5,2 per cento (+0,8 p. C. Nel confronto con il 2008), "uno dei tanti elementi che - aggiunge Rosolen - confermano la fase di rallentamento del sistema economico in Friuli Venezia Giulia come nell´intero Nordest (da 3,8 a 4,4 p. C. ) e nel resto d´Italia, dove siamo passati dal 7,1 al 7,9 per cento". Nell´esaminare le tabelle di rilevazione, l´assessore sottolinea che "a fronte di una sostanziale stabilità di forze-lavoro (541 mila), l´occupazione registra in Friuli Venezia Giulia un calo dello 0,9 per cento tendenziale e dell´1,5 per cento (8 mila addetti) sul piano congiunturale". Sostanziale equilibrio, quindi, tra i parametri nazionali (22,966 milioni di occupati, -0,9 p. C. Su base annua) e quelli regionali (513 mila) per quanto riguarda gli occupati, mentre il tasso di attività in Friuli Venezia Giulia è calato dal 68 al 67,4 per cento con una flessione leggermente superiore rispetto a quella nazionale (62,4 p. C. , -0,4 p. C. ) ed a quella complessiva del Nordest (da 70,3 a 69,8 p. C. ). Entrando nel dettaglio, Rosolen analizza la distribuzione degli occupati in regione, tabella da cui emerge una marcata diminuzione di lavoro dipendente (1,2 p. C. , 5 mila unità) ed una minore incidenza negativa su quello autonomo (-0,8 p. C. , mille unità). La maggior parte del decremento, osserva l´assessore, è imputabile al settore industriale (da 172 mila a 168 mila addetti) che perde 9 mila dipendenti ed acquisisce 5 mila indipendenti. Va in controtendenza il terziario, che aumenta i lavoratori da 332 mila a 333 mila, un fenomeno positivo caratterizzato da un forte plus di dipendenti (+7 mila) e da una parallela diminuzione di autonomi (-6 mila). . .  
   
 

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