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Notiziario Marketpress di Martedì 23 Giugno 2009
 
   
  I SALUMI NEL 2008: SALE IL FATTURATO (+1%) PICCOLO CALO DELLA PRODUZIONE (-0,7%) EXPORT IN CRESCITA (+0,3%) NONOSTANTE LA CRISI INTERNAZIONALE

 
   
  Milanofiori - Il mercato italiano dei salumi sta vivendo una fase di transizione. In un periodo complesso come l’attuale, il settore mostra una sostanziale tenuta. Un segnale importante a fronte di dati eco-nomici generali purtroppo ricchi di segni meno. L’attivo commerciale del settore ha, quindi, registrato un ulte-riore anche se leggero miglioramento, passando da 679 a 682 milioni di euro (+0,5%). Sono questi alcuni dei dati di cui si è discusso durante l’Assemblea annuale di Ass. I. Ca. Che si è tenuta a Roma presso l’Accademia di Francia lo scorso 18 giugno. “In questa situazione di crisi economica, i nostri prodotti, con la loro distintività qualitativa rispetto ai concorrenti internazionali, mantengono il loro appeal presso i consumatori italiani e internazionali”. “Questa specificità della nostra salumeria è uno degli elementi che ci lega strettamente all’immagine del made in Italy alimentare. Made in Italy che - ha aggiunto il Presidente Pizzagalli - si identifica nel “saper fare” dei nostri produttori: ovvero nella “ricetta”, nelle tecnologie e nella cultura della qualità che caratterizza da sempre la no-stra industria, ivi compresa la scelta della materia prima, a prescindere dalla sua origine”. La qualità dei nostri prodotti, come noto, è anche il principale fattore di successo dei salumi italiani all’estero. La globalizzazione dei mercati, pur rallentata dalla crisi, rimane la realtà con cui le aziende devono sapersi confrontare. Rappresenta per il nostro settore la principale opportunità di crescita e, al tempo stesso, una fonte di minacce per l’aumento della concorrenza legata anche (ma non solo) ai noti fenomeni di contraffazione e agro pirateria. Nel complesso dei dodici mesi la produzione di salumi (compresa la bresaola) si è fermata a quota 1,169 milioni di tonnellate con una flessione -0,7%; il fatturato, invece, ha fatto registrare un discreto miglioramento: 7. 578 milioni di euro (+1%). La struttura dei consumi interni vede sempre il prosciutto cotto al primo posto con una quota pari al 24,8% del totale dei salumi (era del 25% nel 2007), mentre quella del prosciutto crudo scende di un decimale al 21,8%, così come quella del salame all’8,5%. Sale invece al 20,4% la quota di consumi di mortadella/wurstel, mentre quella di “altri salumi” si conferma al 23,2%. Hanno chiuso in lieve aumento un contrastato 2008 le esportazioni italiane di salumi. Nel periodo gennaio-dicembre sono state inviate all’estero oltre 106. 200 tonnellate di prodotti della nostra salumeria (+0,3%) per un corrispettivo di circa 832 milioni di euro (+1,5%). Un risultato, questo, che ha risentito del progressivo deterioramento del quadro macroeconomico e, soprattut-to, del materializzarsi della tanto temuta crisi che, a partire da settembre, è diventata una realtà da cui è stato impossibile prescindere. A fronte di questo trend lievemente positivo in quantità delle esportazioni, le importazioni, per il secondo anno consecutivo, hanno evidenziato un risultato negativo in quantità (-1,5%), ma positivo in valore (+6,4%). L’attivo commerciale del settore ha registrato un leggero miglioramento, passando da 679 a 682 milioni di euro (+0,5%). Ben 31 salumi italiani hanno ottenuto gli ambiti riconoscimenti Dop e Igp. Nell’ambito della salumeria i prodotti italiani costituiscono il gruppo più numeroso, rappresentando più del 33% del patrimonio di prodotti carnei tutelati dall’Unione Europea. Questi riconoscimenti testimoniano che l’Italia è il Paese che può offrire la più ampia varietà di salumi pregiati e di qualità. Pur nella rigidità delle ricette tradizionali (prodotti Dop e Igp) e con i limiti tecnologici della produzione dei salu-mi, i progressi nelle tecniche di produzione hanno portato a un generale miglioramento del profilo nutrizionale di questi prodotti. Alla diminuzione dei grassi nella materia prima è stata accompagnata una minore aggiunta degli stessi grassi nei prodotti macinati (salami, mortadelle). Tutto ciò ha portato a una diminuzione dell’apporto energetico di questi prodotti che, in alcuni casi significativi come il prosciutto, si è addirittura dimezzato. Al tempo stesso, il miglioramento dei sistemi di produzione, il costante controllo dei periodi di asciugatura e sta-gionatura, la maggiore attenzione nella quantità e qualità delle spezie utilizzate ha comportato una significativa riduzione dei sali, in primis il cloruro di sodio. .  
   
 

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