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Notiziario Marketpress di Giovedì 09 Luglio 2009
 
   
  IL DESTINO DELL’HOMO TECHNOLOGICUS A CAFFÈ GALILEO LE MACCHINE SI CONNETTONO TRA LORO E CON NOI, CI ASSEDIANO, CI INVADONO, CI PENSANO, FORSE CI SPIANO. IL CELEBRE CIBERNETICO GIUSEPPE O. LONGO RACCONTA IL FUTURO CHE CI ASPETTA

 
   
  Firenze, 9 luglio 2009 - Tra la nostalgia per i valori della tradizione e un nomadismo identitario ormai privo di memorie e di confini, è sempre più evidente l’importanza della tecnologia nel definire la creatura-uomo: le macchine si connettono tra loro e con noi, ci assediano, ci invadono, ci pensano. Forse ci spiano. Che cosa ci aspetta? L’uomo dovrà proprio arrendersi alle fantasie inquietanti della tecnologia? Siamo davvero i protagonisti annunciati di un futuro artificiale e virtuale, magari candidati all’onniscienza e all’immortalità? Giovedì 9 Luglio, a Palazzo Strozzi, ore 21, Caffè Letterario Galileo ospita Giuseppe O. Longo e il suo Homo Technologicus (Meltemi, pagine 240, € 19,50), saggio-racconto sull’ibrido di uomo e macchina che siamo ormai diventati, figli naturali dell’attuale crisi della scienza e di un mondo rivoluzionato dalla tecnica. Cibernetico, informatico, epistemologo, divulgatore, scrittore, attore e traduttore, Longo è, come noto, una delle più poliedriche personalità della cultura italiana. In Homo Technologicus narra una vicenda in frenetico divenire, ricca di non pochi spunti suggestivi, dettati anche dalla cronaca, che conducono l’autore a un’analisi segnata dal disincanto per il nostro presente e per il destino che ci attende. Nelle sue circostanziate riflessioni Longo esamina prodotti e caratteristiche della impresa tecnologica, allo scopo evidente di inserire la tecnologia nella più ampia prospettiva della cultura umana e dell´epistemologia. Inoltre, analizza le figure di una serie di automi dall´antichità ai moderni robot d’oggigiorno, i replicanti che dovrebbero sostituire l´uomo, le nuove forme di intelligenza artificiale e gli sviluppi recenti della tecnologia, con un capitolo finale dedicato a Internet. Romagnolo di nascita, Longo vive a Trieste dal 1955 dove insegna all’università. Si interessa di comunicazione in tutte le sue forme e si occupa attivamente delle conseguenze sociali dello sviluppo tecnico e scientifico (Il nuovo Golem, Laterza, 1998; Il simbionte, Meltemi, 2003). Cruciale è la figura del "simbionte", ovvero dell´uomo con le sue "protesi" tecnologiche inserito nella rete telematica. Dal 1987 si dedica alla letteratura e ha pubblicato vari romanzi (Di alcune orme sopra la neve, Campanotto, L´acrobata, Einaudi, La gerarchia di Ackermann, Mobydick, 1998; in francese per A la Croisée, 2004) e racconti, tradotti anche in tedesco, francese, inglese, portoghese e gaelico. Per il teatro ha scritto Il cervello nudo, Lo spinato dev´essere grande, Ma che Australia d´Egitto e il ciclo Le orme del sapere, quattro drammi di teatro-scienza su Lucrezio, Pascal, Babbage e Einstein presentati in anteprima alla Triennale di Milano del 2007). Tema comune della sua opera letteraria è l´insufficienza della scienza e l´impotenza dello scienziato di fronte ai dilemmi essenziali e ineludibili dell´esistenza umana. Fra le sue opere più recenti Il senso e la narrazione Springer Italia, 2008, in cui l´unità-complessità della persona viene ricostruita a partire dall´interazione con la complessità-unità del mondo. .  
   
 

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