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Notiziario Marketpress di Giovedì 09 Luglio 2009
 
   
  CONSIGLI PERSONALI E OPINIONI DEI CONSUMATORI PUBBLICATI ONLINE SONO LE FORME DI ADVERTISING NELLE QUALI I CONSUMATORI DI TUTTO IL MONDO RIPONGONO MAGGIOR FIDUCIA CON IL SECONDO POSTO NELLA CLASSIFICA MONDIALE, I CONSUMATORI ITALIANI MOSTRANO UN LIVELLO DI FIDUCIA DECISAMENTE SUPERIORE ALLA MEDIA (10 PUNTI PERCENTUALI) NEI CONSIGLI PUBBLICATI ONLINE

 
   
  Milano, 9 luglio 2009 – Secondo quanto riportato dall´ultima indagine semestrale Nielsen condotta su oltre 25. 000 consumatori di 50 Paesi del mondo, a livello globale i consigli personali e le opinioni pubblicate online dai consumatori rappresentano le forme di advertising ritenute più affidabili. L´indagine Nielsen, la più vasta nel suo genere, ha evidenziato che nove consumatori internet su dieci (il 90%) si fidano dei consigli di persone che conoscono, mentre sette su dieci (il 70%) si fidano delle opinioni dei consumatori pubblicate online. In Italia queste due forme di pubblicità sono in assoluto quelle di cui i consumatori si fidano maggiormente, con un gap minore in termini percentuali tra i consigli di persone che si conoscono (l’85%) e quelli pubblicati online (l’80%). Le aziende che investono in pubblicità saranno comunque incoraggiate dal fatto che a livello globale la percentuale di consumatori che si fida delle opinioni pubblicate online (70%) è la stessa rilevata per i siti web dei marchi. Quest’ultima risulta essere la prima tipologia tra quelle di advertising gestite direttamente dalle aziende (grafico 1). “L´esplosione dei Consumer Generated Media negli ultimi due anni – ora stiamo monitorando oltre 100 milioni tra blog, forum e gruppi di discussione – implica che la fiducia posta dai consumatori nel passaparola è aumentata notevolmente, sia che i suggerimenti provengano da persone che conoscono o da consumatori online che non conoscono,” ha dichiarato Jonathan Carson, Presidente di Online, International, The Nielsen Company. “Tuttavia notiamo che anche la maggior parte delle forme di advertising gestite dalle aziende hanno fatto registrare aumenti nei livelli di fiducia ed è possibile che la rivoluzione dei Consumer Generated Media abbia spinto gli investitori pubblicitari ad utilizzare una forma di messaging più realistica, basata sull´esperienza dei consumatori piuttosto che sui nobili ideali delle aziende” ha aggiunto Carson. L’indagine sulla fiducia nell’advertising è stata affrontata per la prima volta nell´aprile 2007 e da allora la sponsorizzazione del brand ha fatto registrare il massimo aumento nel livello di fiducia: dal 49% dei consumatori internet dell´aprile 2007 al 64% dell´aprile 2009 – un aumento di 15 punti percentuali. Le sponsorizzazioni dei marchi sono seguite a breve distanza dagli spot proiettati prima dei film con un aumento di 14 punti percentuali (dal 38% al 52%) e dai consigli personali che, con un aumento del 12% sono passati da 78% dell’aprile 2007 al 90% dell´aprile 2009 (grafico 2). I consumatori italiani sono al secondo posto (80% degli utenti internet) tra coloro che si fidano delle opinioni pubblicate online preceduti solo dai vietnamiti (81%), e seguiti dai cinesi e dai francesi (77%). Di contro le opinioni online tendono ad essere poco credute in Argentina (46%) e in Finlandia (50%). Quando si tratta di aver fiducia nelle sponsorizzazioni dei marchi, i paesi dell´America Latina sono al comando con l´81% dei consumatori sia in Colombia che in Venezuela e con il 79% dei brasiliani che credono in questa forma di pubblicità. Dall´altro lato, le sponsorizzazioni hanno un´importanza minima fra i consumatori online svedesi (33%), lettoni (36%) e finlandesi (38%). L’italia con il 59% degli utenti internet che si fida di questa forma di pubblicità, si posiziona all’incirca a metà classifica. I siti web dei marchi hanno la massima importanza in Cina (82%), Pakistan (81%) e Vietnam (80%), mentre tendono ad essere poco creduti dai consumatori svedesi (40%) ed israeliani (45%). In questo caso, l’Italia con il 64% degli utenti internet che si fida dei siti web dei marchi, si posiziona al 28esimo posto nel ranking tra i 50 paesi dove è stata condotta la survey. “Le differenze regionali forniscono agli uomini di marketing una chiara guida su dove concentrare la loro strategia pubblicitaria nei diversi paesi. Inoltre è stato dimostrato che, malgrado l´autorità del passaparola, quando si tratta del processo di decision-making dei consumatori, gli investitori pubblicitari hanno ancora l´ultima parola. Studi condotti da Nielsen in passato hanno dimostrato che la maggior parte delle persone che pubblica commenti online ha visitato il sito web o ha inviato un feedback via mail all´azienda prima della pubblicazione. Il sito web e il relativo feedback rappresentano una straordinaria opportunità per gli investitori pubblicitari per influenzare le opinioni dei consumatori prima che queste raggiungano le masse digitali,” ha commentato Carson. Sebbene i siti dei marchi abbiano la percentuale più alta tra i consumatori internet, la survey mostra che altre tipologie di pubblicità digitale hanno livelli di fiducia inferiori rispetto alle campagne su mezzi tradizionali come gli annunci in Tv, radio, riviste e quotidiani – nonostante quest’ultima sia l’unica forma di pubblicità a sperimentare un calo della fiducia rispetto all’indagine del 2007. I messaggi pubblicitari su telefoni cellulari (24%), banner online (33%), video online (37%) e nei risultati dei motori di ricerca (41%) sono le forme di pubblicità che sembrano generare un minor livello di fiducia. “Nonostante il grande aumento della popolazione internet mondiale e l’impennata del tempo speso online, il settore deve ancora attrarre investimenti pubblicitari in linea con i livelli attuali di consumo di internet. L’indagine evidenzia che c’è ancora del lavoro da fare per spostare gli investimenti pubblicitari dai mezzi tradizionali all’online. Per modificare questa tendenza è necessario fermarsi e rivedere il modo in cui la pubblicità viene servita online, così da farlo diventare un mezzo più efficace per gli investitori e una tipologia di advertising in cui i consumatori possano riporre una maggiore fiducia” ha concluso Carson. .  
   
 

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