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Notiziario Marketpress di Giovedì 09 Luglio 2009
 
   
  ORNITOLOGIA: LA "TRAPPOLA" DI ESSERE GENITORI

 
   
  Bruxelles, 9 luglio 2009 - Una ricerca finanziata dall´Unione europea e svolta da ornitologi dell´Università di Bath (Regno Unito) ha dimostrato che per sopperire alle mancanze di un partner pigro, l´impegno profuso dal genitore restante per crescere i propri piccoli è maggiore. La ricerca, pubblicata online sulla rivista Journal of Evolutionary Biology, ha analizzato più di 50 studi svolti sugli uccelli per comprendere come e perché gli uccelli si suddividano i propri doveri parentali. In natura - a differenza di quanto accade nel mondo umano - è piuttosto raro che entrambi i genitori stiano accanto ai piccoli e li crescano insieme. In numerose specie, gli esemplari maschi lasciano i piccoli con la madre già quando sono molto piccoli e partono alla ricerca di una nuova compagna. Vi è tuttavia un consistente numero di specie, tra le quali alcune specie di pesci e primati (inclusi gli esseri umani), in cui è estremamente diffuso che i genitori non si separino. L´unione europea ha sostenuto lo studio nell´ambito del progetto Incore ("Integrating cooperation research across Europe"), finanziato in riferimento all´attività"Coordinazione delle attività di ricerca" del Sesto programma quadro (6° Pq), e del progetto Gebaco ("Toward the genetic basis of cooperation"), finanziato in relazione alla linea di bilancio dedicata a "Scienze e tecnologie nuove ed emergenti" del 6° Pq. La dottoressa Freya Harrison, dell´Università di Bath, che ha condotto lo studio in collaborazione con alcuni colleghi dell´Università di Bristol (Regno Unito) e dell´Università di Debrecen (Ungheria), ha affermato: "La cura della prole è essenziale per la sopravvivenza di numerose specie, ma è molto dispendiosa in termini di tempo e impegno". La quantità di tempo impiegata per crescere i propri piccoli è tempo sottratto alla ricerca di un nuovo partner e dunque alla possibilità di avere altra prole. Per questo, i genitori si trovano a dover scegliere se prendersi cura dei cuccioli nati o se preoccuparsi di quelli che potranno nascere in futuro. "Questo è fonte di un conflitto di interessi tra i genitori, poiché ognuno dei due trarrebbe beneficio dalla possibilità di lasciare al partner l´incombenza di crescere la prole in modo da potersi recare altrove e creare una nuova nidiata. Questo è quanto accade esattamente nella maggior parte delle specie animali. Abbiamo, dunque, cercato di capire in che modo e perché gli uccelli e i primati hanno sviluppato la tendenza a condivider i propri doveri parentali". I dati raccolti negli ultimi trent´anni sull´attività genitoriale negli uccelli sono stati studiati al fine di individuare modelli parentali comuni in tutte le specie analizzate. I ricercatori hanno rilevato che nel caso in cui uno dei due genitori si impegna in misura minore, o addirittura abbandona il nucleo famigliare, il partner che rimane si impegna maggiormente per crescere la prole, pur non in quantità sufficiente a compensare completamente la "pigrizia" del partner. La dottoressa Harrison ha detto: "C´è chi afferma che è una forma di collaborazione antagonista; in questo caso è stato rilevato che il segreto per l´equità è costituto da una compensazione solo parziale delle mancanze del proprio partner, in modo da assicurarsi che lo stesso rimanga nei paraggi". Il professor Innes Cuthill dell´Università di Bristol ha aggiunto: "Certo non stiamo affermando che pesci e uccelli, o addirittura la razza umana, prendano necessariamente una decisione calcolata razionalmente. È più probabile che esistano regole di reazione innate, forse influenzate dall´apprendimento, che consentono di prendere parte in modo positivo ad attività comuni senza essere sfruttati. " Per maggiori informazioni, visitare: Università di Bath: http://www. Bath. Ac. Uk/ Journal of Evolutionary Biology: http://www. Blackwellpublishing. Com/jeb_enhanced/ .  
   
 

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