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Notiziario Marketpress di Venerdì 06 Ottobre 2006
 
   
  4° RAPPORTO ECOTUR. TURISMO-NATURA DA RECORD: 76 MILIONI DI PRESENZE E UN FATTURATO DI OLTRE 8 MILIARDI DI EURO I DATI SALIENTI DEL 2005

 
   
  La Conferenza Nazionale per il Turismo, tenutasi a Montesilvano ha rappresentato una ulteriore occasione per riaffermare il successo di Ecotur, la Borsa Internazionale del Turismo-Natura. In occasione della Conferenza, infatti, è stato presentato il 4° Rapporto sul Turismo-Natura, ritenuto fondamentale per lo studio delle dinamiche che presiedono lo sviluppo di questo segmento del turismo nazionale. Dall’analisi dei dati presentati emerge che le presenze nei parchi naturali e nelle aree protette, nel 2005, sono aumentate di circa 800 mila unità facendo registrare oltre 76 milioni di presenze per un fatturato complessivo di 8,14 miliardi di euro in aumento rispetto all’anno precedente del 12,7%, laddove l’incremento generale del turismo nazionale non ha superato il 2%. “E’ la dimostrazione –ha detto Enzo Giammarino, presidente della Società “In Fiera srl”, promotrice del Rapporto, redatto dall’Osservatorio Permanente costituito in ambito Ecotur– che la richiesta oggi predominante è quella di un turismo fuori dagli schemi, non convenzionale, orientato verso paesi e zone rurali lontane dalle grandi direttrici del traffico internazionale, dove il coinvolgimento della popolazione locale nella fornitura di beni e servizi è sempre maggiore”. Dal Rapporto emerge, inoltre, che la domanda individuale e quella intermediata internazionale risultano influenzate dai parchi e dalla natura italiana. Ne è un esempio il mercato americano per il quale il turismo-natura è parte assolutamente inscindibile dal pacchetto Italia, tanto che sono ben 34 i tour operator americani, tra i più importanti, che trattano nei loro cataloghi il prodotto “Parchi e Natura” con un’offerta che interessa praticamente tutte le regioni italiane. Tra le varie tipologie di turismo-natura, il Rapporto passa in esame, tra gli altri, il birdwatching, il wolf houling, il leaf-watching, il trekking, l’ippoturismo, il cicloturismo, le greenway, nonché l’agriturismo, i cui dati destano sempre grande interesse. Il numero delle aziende agrituristiche autorizzate alla fine del 2005 era pari a 14. 719, con un incremento dell’8,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli arrivi sono aumentati del 2,5%, ma i soggiorni più brevi hanno portato a una diminuzione del numero dei pernottamenti (-3,5%). Il fatturato complessivo del settore è calato dell’1,6% rispetto al 2004 (806,2 milioni di euro). Per quanto concerne in generale la distribuzione dei turisti natura nelle strutture ricettive, gli alberghi e le pensioni rappresentano ancora la soluzione preferita (30,1%), anche se il valore continua a calare (48,2% nel 2002, 42,3% nel 2003, 34,1% nel 2004). Seguono ad una certa distanza appartamenti/case private (21,6%), gli agriturismi (14,7%) i B&B (11,5%), le foresterie, i rifugi, i bivacchi, gli ostelli, i centri didattici… fanno registrare, tutti insieme, il 10,8, in aumento di quasi un punto rispetto al valore fatto registrare nel 2004, i campeggi (5,7%) e, infine, i camper (5,6%). Relativamente alle attività svolte, l’escursionismo presenta l’indice di gradimento più alto (35,9%), in diminuzione però rispetto al valore (42,5%) fatto registrare nel 2004. Seguono le attività sportive (29,4%), con il trekking in cima alla lista delle preferenze, seguito dal mountain bike, il birdwatching, lo sci, l’equitazione e il climbing. Tra le motivazioni che spingono i turisti a scegliere una vacanza a contatto con la natura, dopo l’escursionismo e la pratica di attività sportive, troviamo il relax (11,7%), la riscoperta delle antiche tradizioni (8,9%), l’enogastronomia (8,8%) e, infine, con il 5,3% la storia, la cultura, i musei naturalistici. Quanto alle fasce di età, il turista eco-ambientale appartiene alla classe di età “fino a 30 anni” per il 42,8%, alla classe di età intermedia “30-60 anni” per il 40,2% e alla classe di età “over 60 anni” per il 17%. In riferimento al livello d’istruzione, il 25,1% è in possesso della laurea, il 45,3% del diploma di scuola media superiore e il 29,6% del diploma di scuola media inferiore. Circa il tempo di permanenza, l’analisi mette in evidenza che il “senza pernottamento” costituisce la categoria temporale più frequente, scelta dal 31,5% degli interpellati, ma in questo caso si deve parlare, più che di turisti, di escursionisti che però non vengono in rilievo nella quantificazione del dato economico, seguita da “un giorno” con il 28,8%, dal “weekend” con il 15%, da “una settimana” con il 9,9%, dai “tre giorni” con il 9,2%, dal “più di una settimana” con il 3,4% e da altre categorie con il 2,2%. L’analisi riferita alla richiesta dei parchi, mette in evidenzia che le preferenze maggiori vanno, in ordine, al Parco Nazionale d’Abruzzo e al Parco Nazionale del Gran Paradiso, i due parchi storici italiani, seguiti da quelli del Cilento, dei Monti Sibillini, delle Cinque Terre, dello Stelvio, delle Dolomiti, del Gran Sasso, del Pollino, della Majella, del Gargano, del Circeo, della Val Grande, della Sila e delle Foreste Casentinesi. Tra i Parchi Regionali, invece, ai primi posti troviamo quello dell’Etna, delle Alpi Marittime e quello fluviale del Po. Il Rapporto è stato illustrato dal Prof. Tommaso Paolini, dell’Università dell’Aquila, Corso di Laurea in Economia e Gestione dei Servizi Turistici di Sulmona, curatrice della ricerca unitamente all’Enit, all’Istat, alla Regione Abruzzo e alla Fondazione Abruzzo Europa “A. Spinelli”. “Questo Rapporto –ha detto infine Giammarino– l’unico strutturato, molto più articolato rispetto ai precedenti e con una sezione completamente nuova che riguarda la legislazione vigente in materia, è un contributo alla comprensione delle metodologie per lo studio delle dinamiche che presiedono allo sviluppo del nostro sistema turistico, è strumento di analisi, su base annuale, dei valori di questa forma di turismo, sempre più scelta e praticata da milioni di cittadini che contribuisce in maniera positiva a preservare, sostenere e sviluppare l’economia delle destinazioni natura”. .  
   
 

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