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Notiziario Marketpress di Lunedì 13 Luglio 2009
 
   
  FVG: BILANCIO POSITIVO SPORTELLO BADANTI

 
   
  Trieste, 13 luglio 2009 - Quasi mille contratti regolari per badanti stipulati nei primi sei mesi del 2009, oltre 5. 700 dal primo maggio del 2005, data di avvio del progetto, con una media di circa 200 al mese. È questo il bilancio del progetto "Professionisti/e in famiglia" avviato dall´Amministrazione regionale, con il quale si punta ad avvicinare i bisogni delle famiglie con l´offerta, attraverso appositi Sportelli assistenti familiari istituiti nei dieci Centri per l´impiego sparsi nelle quattro province del Friuli Venezia Giulia. I risultati conseguiti con il progetto Professionisti/e in famiglia, con particolare riferimento al primo semestre del 2009, sono stati illustrati oggi a Trieste in un incontro con la stampa dall´assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen. Lo Sportello, in sostanza, ha centrato gli scopi per i quali era stato istituito: diventare un punto di riferimento per le famiglie e per chi intende intraprendere la professione legata alla cura della persona, regolarizzare i contratti e quindi far emergere il lavoro nero, infine migliorare la qualificazione professionale delle badanti attraverso percorsi mirati di formazione professionale. Da progetto sperimentale, lo Sportello assistenti familiari è destinato dunque a essere inserito, come ha confermato l´assessore Rosolen, nel Masterplan dei servizi per l´impiego, di cui diventerà una delle linee guida. La regolarizzazione dei contratti costituisce inoltre la premessa affinché le famiglie, ha ricordato l´assessore, possano usufruire dei contributi per le badanti previsti nell´ambito delle risorse per l´autonomia possibile. Nei primi sei mesi dell´anno, gli addetti degli Sportelli hanno ricevuto 14. 775 contatti, di cui 4. 561 da parte di famiglie e 6. 134 di persone interessate a lavorare come badanti, che si sono tradotti in 2. 023 candidature formali. In tutto sono stati stipulati nel primo semestre 966 contratti, con una tendenza all´aumento nel secondo trimestre. Dal lavoro dello Sportello emerge anche un profilo delle badanti e delle esigenze delle famiglie. Le persone che hanno stipulato contratti regolari come assistenti, attraverso questo servizio, sono per il 95 per cento donne, con più di 45 anni nel 50 per cento dei casi. Solo il 12-13 per cento sono italiane, mentre quelle straniere provengono per la maggior parte dai Paesi dell´Est (77 per cento sul totale generale). Per quanto riguarda l´orario settimanale previsto nei contratti - specchio delle esigenze delle famiglie - nei tre quarti dei casi è superiore alle 24 ore settimanali, con un 40 per cento sul totale fra le 25 e le 39 ore. Prevalgono i contratti che prevedono la convivenza dell´assistente familiare (62,7 per cento). La regolarizzazione sarà adesso favorita, soprattutto nel caso di necessità di breve sostituzione temporanea della badante (per ferie o permesso), anche grazie all´estensione all´ambito del lavoro familiare della possibilità di pagamento della prestazione attraverso voucher postali, che incorporano i contributi previdenziali. Questo strumento sta avendo sempre più successo in Friuli Venezia Giulia. Nato nel campo dei lavori stagionali agricoli, è stato esteso anche al turismo e al commercio e, ora, al lavoro familiare. Nel primo semestre del 2009, sono stati venduti in regione più di 31 mila vuocher. L´assessore Rosolen ha voluto sottolineare come il problema delle assistenti familiari, soprattutto in una regione con alta età media e di confine come il Friuli Venezia Giulia, costituisca un´emergenza sociale, da affrontare con l´"etica del rispetto". Nella politica dei permessi agli extracomunitari, si è tenuto conto di questa esigenza delle famiglie. Nel decreto flussi del 2007, il Friuli Venezia Giulia aveva previsto 1. 900 quote per lavoro domestico (122 non utilizzate), nel 2008 il numero era stato fissato in 1. 669. Si è trattato dunque di una scelta "lungimirante e focalizzata", ha detto l´assessore Rosolen, secondo cui nel futuro occorrerà distinguere con precisione il generico lavoro domestico da quello vero e proprio di badante, oltre che puntare sempre di più sulla formazione nei Paesi di origine. .  
   
 

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