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Notiziario Marketpress di
Martedì 14 Luglio 2009 |
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AGRICOLTURA – VENETO: NO A SPARTIZIONI DI FONDI CHE PENALIZZANO I PRODUTTORI
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Venezia - “Non ho votato e non voterò mai scelte che di fatto tagliano pesantemente i finanziamenti destinati alle imprese agricole che producono qualità con una filiera certificata e che dimezzano il supporto finanziario per far fronte ai danni provocati all’agricoltura dalle avversità atmosferiche”. Il vicepresidente della giunta regionale del Veneto Franco Manzato motiva così il suo voto contrario, unico “no” al documento in discussione il 9 luglio a Roma da parte degli assessori regionali all’agricoltura, relativo alle modalità di applicazione dell’articolo 68 del Regolamento comunitario 73/09 che prevede la distribuzione dei finanziamenti per le produzioni di qualità, ambientalmente sostenibili e certificabili e al supporto alle assicurazioni sulle avversità meteorologiche. “Il Veneto, leader in Italia per produzione di vitellone da carne e per qualità del prodotto, non lascerà che vengano penalizzate le proprie aziende zootecniche per mano delle altre Regioni. Il nostro Paese è già pesantemente deficitario in questo settore, dove importiamo ormai la maggior parte della carne bovina dall’estero e l’orientamento delle altre regioni rischia di far morire quegli imprenditori che si sono fortemente impegnati lungo nel percorso della certificazione di qualità delle carni”. “Il consesso delle Regioni – ha spiegato Manzato – voleva ridurre da 34 a 20 milioni lo stanziamento previsto dalla proposta di Ministro Zaia a sostegno dei bovini allevati secondo disciplinare di etichettatura volontaria della carne mantenuti in stalla per almeno sette mesi e ha proposto di dimezzare il contributo previsto per coprire parte dei premi assicurativi sulle produzioni agricole. Nel primo caso si penalizzano gli allevamenti migliori, in primo luogo proprio quelli operanti nel Veneto, che hanno investito e investono per offrire ai consumatori un prodotto di alto livello, ottimo, sicuro, certificato. Nel secondo caso, quello delle assicurazioni, la motivazione delle altre regioni era che la copertura in questione non doveva gravare sull’agricoltura ma sul governo in generale. La conseguenza pura e semplice è che gli agricoltori rischiano di restare in questo delicato segmento economico senza contributo, con l’onere di doversi pagare interamente i premi assicurativi oggi sostanzialmente obbligatori e sempre più cari a seguito dell’evoluzione climatica”. . |
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