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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Luglio 2009
 
   
  CALANO I TASSI, SALE L’INTERESSE PER L’INTERNET BANKING IN SEI MESI IL COSTO DEL DENARO È CROLLATO DAL 3,75% ALL’1,5% (ALLA FINE DEL 1° TRIMESTRE 2009): COME È CAMBIATO IL CONNUBIO BANCHE E WEB

 
   
  Milano, 14 luglio 2009 – Secondo i dati del rapporto Digitalfinance, realizzato da Nielsen Online e Commstrategy, a marzo 2009 gli italiani che usano Internet per il banking sono uno su tre. Il 23% degli utenti ha già un conto abilitato all’online e vi accede almeno una volta nel mese mentre altri 2,1 milioni consultano solo le aree pubbliche dei siti delle banche. Più di 200 mila individui inviano online una richiesta per l’apertura di un conto corrente o di deposito Il connubio banche e web ha ormai una lunga storia e a dieci anni dal lancio delle prime banche dirette in Italia c’è un segmento di popolazione abituato a gestire le proprie finanze online: si tratta di 3,8 milioni di individui che usano i servizi web delle banche tradizionali in modo esclusivo e 800 mila utenti che si affidano solo alle banche internet; infine c’è un segmento evoluto di persone mezzo milione di persone che mensilmente utilizza entrambe. L’abitudine è legata alla ripetività: due utenti su tre accedono almeno una volta al mese ai servizi per titolari. La crisi non ha indotto mutamenti significativi sui comportamenti online di chi già era cliente: a ottobre 2008 sono aumentate le visite e il tempo speso, per poi tornare progressivamente nella media dei consumi nell’anno. E’ il mercato dei risparmiatori potenziali sul web, ovvero coloro che visitano siti ma non accedono ai servizi per titolari, a presentare dinamiche interessanti. Con i tassi di interesse allineati al Bce l’elemento chiave dei conti online diventa lo zero-cost, la certezza cioè per l’utente che tenere i soldi fermi sul conto pur non rendendo almeno non costa. Per prima cosa il mercato potenziale è prevalentemente “ibrido“ cioè attratto tanto dai brand tradizionali, tanto dagli internet brand. Se le banche tradizionali traevano dalla presenza sul territorio una rendita di fiducia, oggi questo vantaggio con le banche dirette si è andato assottigliando: più di un milione e mezzo di individui a marzo ha indirizzato la propria ricerca di informazioni sia verso le banche tradizionali, dotate di una presenza fisica, sia verso banche dirette, con accesso prevalente dal web. Se le banche dirette, sfruttando i minori costi di gestione derivanti dall’utilizzo del canale online, potevano offrire al cliente maggiori rendimenti del denaro in giacenza, il minimo storico dei tassi di rendimento ha reso marginale questo beneficio: circa 400 mila individui si indirizzano esclusivamente alle banche dirette cercando informazioni commerciali e di servizio senza essere clienti. “Le richieste di apertura conto si indirizzano prevalentemente su prodotti “commodity”, caratterizzati da funzionalità base, molto self-service e una carta di pagamento inclusa nell’offerta base: ormai un e-banker su quattro utilizza la carta almeno una volta nei 30 giorni, accedendo poi al sito per controllarne la movimentazione - commenta Cristina Papini, Sales & Project Manager Nielsen Online -” “Nel primo trimestre 2009 si registra una maggiore attenzione nel mercato del credits – commenta Fiamma Petrovich Senior Manager Commstrategy – con un volume di domanda doppio rispetto a quello dei conti. I mutui da soli superano le richieste fatte online per i conti: il tasso Bce basso qui gioca a favore di chi deve chiedere un finanziamento per la casa. I brand internet offrono un doppio vantaggio: l’assenza di spese (che pesa significativamente di più rispetto alla tenuta di un conto) e la trasparenza che si traduce in immediata confrontabilità della proposta. ” .  
   
 

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