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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Luglio 2009
 
   
  NON SI FA ANCORA ABBASTANZA PER DIFENDERE LA BIODIVERSITÀ IN EUROPA

 
   
  Bruxelles, 14 luglio 2009 - La Commissione europea ha pubblicato ieri una relazione sullo stato di conservazione di oltre 1 150 specie e 200 tipi di habitat protetti dalla legislazione comunitaria. Solo una percentuale ridotta di questi habitat e specie vulnerabili ha raggiunto uno stato di conservazione definibile come buono e gli Stati membri dovranno incrementare il proprio impegno per migliorare la situazione. La relazione, riferita al periodo 2001-2006, è l´indagine più completa mai effettuata sulla biodiversità nell´Ue e rappresenta un punto di riferimento prezioso per rilevare le tendenze future. Gli habitat erbosi, le zone umide e gli habitat costieri sono quelli che subiscono le pressioni maggiori, soprattutto a seguito del declino dei modelli agricoli tradizionali, dello sviluppo turistico e dei cambiamenti climatici. Il quadro non è però negativo ovunque e alcune delle specie più grandi ed emblematiche, come il lupo, la lince eurasiatica, il castoro e la lontra, stanno cominciando a ricolonizzare una parte della loro area di distribuzione tradizionale. Molti Stati membri hanno investito somme ingenti per il monitoraggio e nonostante alcune carenze l´esercizio di comunicazione dei dati è stato un grande successo. Il Commissario Ue all´ambiente, Stavros Dimas, ha dichiarato: "Ci siamo impegnati ad arrestare la perdita di biodiversità in Europa e la relazione odierna non lascia spazio a manifestazioni di compiacimento. Riportare gli habitat e le specie vulnerabili ad un buono stato di conservazione richiede tempo e molto impegno. La legislazione Ue sulla natura e la rete Natura 2000 sono gli elementi principali per realizzare i nostri obiettivi di tutela della biodiversità nell´Ue. Ora che la parte terrestre della rete è quasi ultimata, possiamo attenderci notevoli miglioramenti nei prossimi 10 o 20 anni. ". "In Europa la biodiversità sta subendo forti pressioni e corre gravi rischi. Anche se non si riuscisse ad arrestare la perdita di biodiversità in Europa entro il 2020, si stanno comunque ottenendo dei risultati. Come ha dichiarato il Commissario Dimas di recente ad Atene, l´obiettivo post-2010 deve essere ambizioso, quantificabile e chiaro. È importante continuare a puntare l´attenzione sul valore intrinseco della biodiversità, riconoscendo allo stesso tempo l´importanza di garantire lo stato di salute e la resilienza degli ecosistemi e dei servizi che essi forniscono"; così si è espressa Jacqueline Mcglade, direttore esecutivo dell´Agenzia europea dell´ambiente. .  
   
 

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