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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Luglio 2009
 
   
  IL BUCO DELL´OZONO DIMINUISCE L´ASSORBIMENTO ATMOSFERICO DI CO2 NEI MARI ANTARTICI

 
   
  Bruxelles, 14 luglio 2009 - In Europa alcuni ricercatori hanno scoperto che l´ozono influisce sul ruolo svolto dall´oceano nell´assorbimento del carbonio: l´oceano funge infatti da "pozzo di carbonio" (carbon sink), ovvero come una sorta di serbatoio che assorbe e immagazzina il carbonio proveniente da altre fasi del ciclo del carbonio. I quattro pozzi di carbonio principali sono l´atmosfera, la biosfera terrestre, gli oceani e i sedimenti. I risultati, pubblicati nella rivista Geophysical Research Letters, saranno utili per l´ottimizzazione dei modelli futuri sviluppati dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) che si occupa di valutare le informazioni di natura scientifica, tecnica e socio-economica necessarie all´individuazione dei rischi correlati al cambiamento climatico indotto dall´uomo. I risultati rientrano nel progetto Carboocean ("Marine carbon sources and sinks assessment"), che ha ricevuto un finanziamento di 14,5 milioni di euro in riferimento all´area tematica "Sviluppo sostenibile" del Sesto programma quadro (6° Pq) dell´Unione europea. Il progetto Carboocean si è occupato di "dimezzare le incertezze nella determinazione dei flussi annuali netti di Co2 tra aria e mare per quanto concerne gli oceani su scala globale e di ridurre tali incertezze del 25% per quanto riguarda l´Oceano Atlantico". In questo ultimo studio i ricercatori di tre laboratori francesi hanno utilizzato simulazioni originali per dimostrare che il buco dell´ozono riduce l´assorbimento di carbonio nell´atmosfera in corrispondenza dei Mari Antartici e favorisce l´aumento dell´acidità oceanica. Le attività umane hanno ripercussioni dirette sui livelli di biossido di carbonio (Co2) nell´atmosfera: a sua volta, l´aumento dei livelli di biossido di carbonio favorisce il surriscaldamento globale. I Mari Antartici - che assorbono quasi il 15% del biossido di carbonio antropogenico prodotto annualmente - rappresentano uno dei principali pozzi di biossido di carbonio atmosferico. Il problema, tuttavia, è che la loro efficacia in questo senso è in diminuzione: i ricercatori hanno rilevato che la saturazione del pozzo di carbonio costituito dai Mari Antartici non è stata simulata correttamente mediante i modelli climatici utilizzati. Gli oceanografi, i climatologi e coloro che si occupano dello sviluppo dei modelli da impiegare hanno avviato una collaborazione al fine di sviluppare un modello in grado di simulare con maggiore precisione la capacità dei Mari Antartici di fungere da pozzo di carbonio. Per la propria valutazione il team si è basato su un modello che prevede l´unione di un modello per l´oceano e di uno per l´atmosfera sviluppato dall´istituto francese Pierre Simon Laplace (Ipsl). I ricercatori hanno affermato che questo modello è stato integrato nel ciclo del carbonio tenendo in considerazione le variazioni intervenute nella concentrazione dell´ozono stratosferico negli ultimi 34 anni. "Le simulazioni ottenute mediante questo modello riproducono in modo preciso le osservazioni oceaniche ottenute sul campo nel corso degli scorsi cinque anni," ha spiegato il dottor Nicolas Metzl, ricercatore presso il Laboratoire d´Océanographie et du Climat: Expérimentation et Approches Numériques (Locean/ipsl). Lo studio ha soprattutto convogliato l´attenzione su due fenomeni di grande portata che interessano i Mari Antartici: l´assorbimento di Co2 è diminuito sensibilmente mentre è aumentata più rapidamente l´acidità delle acque oceaniche poste alle latitudini più meridionali. Il team ha calcolato che sono circa 2,3 miliardi le tonnellate di carbonio che non sono state assorbite dagli oceani negli anni compresi tra il 1987 e il 2004. I ricercatori hanno aggiunto che questo dato corrisponde a una diminuzione di circa un decimo dell´assorbimento di carbonio da parte di tutti gli oceani. Inoltre, lo studio ha dimostrato che i modelli climatici attualmente impiegati hanno sovrastimato l´assorbimento di carbonio degli oceani, sottostimando invece l´acidificazione oceanica. Gli scienziati ritengono che sia necessario che i modelli futuri utilizzino l´ozono come parametro, aggiungendo che questo potrebbe migliorare le previsioni climatiche future. Per maggiori informazioni, visitare: Carboocean: http://www. Carboocean. Org Locean: https://www. Locean-ipsl. Upmc. Fr .  
   
 

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