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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Luglio 2009
 
   
  ASSEMBLEA ANNUALE FEDERMACCHINE: SODDISFACENTE IL BILANCIO 2008 DELL’INDUSTRIA ITALIANA COSTRUTTRICE DI BENI STRUMENTALI. IMPRENDITORI PREOCCUPATI PER IL 2009

 
   
  Milano, 14 luglio 2009. Soddisfacente il bilancio 2008 dell’industria italiana costruttrice di beni strumentali che, pur registrando una leggera flessione della produzione (-0,2%), vede crescere ulteriormente il saldo commerciale (+2,7%), confermandosi comparto chiave per la bilancia del paese, oltre che strategico per l’economia produttiva. Diverso il quadro relativo al 2009 che, come emerge da un’indagine previsionale compiuta presso gli imprenditori, si prospetta anno difficilissimo per l’industria di settore. Questi, in sintesi, i dati che saranno presentati questo pomeriggio da Alberto Sacchi, presidente Federmacchine, nel corso dell’annuale assemblea cui prenderanno parte Gian Maria Gros-pietro, direttore dipartimento Economia dell’università Luiss “Guido Carli”, Marco Fortis, professore di Economia industriale, università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e Luca Paolazzi, direttore Centro Studi Confindustria. I consuntivi elaborati dal gruppo statistiche Federmacchine evidenziano una sostanziale stagnazione della produzione del comparto che, nel 2008, si è attestata a 40,5 miliardi di euro, perdendo lo 0,2% rispetto all’anno precedente. La contrazione della domanda interna, scesa a 20,7 miliardi di euro (-2,8% rispetto al 2007), si è ripercossa sulle importazioni, in calo del 3,9% a 7,1 miliardi. In flessione (-2,2%) anche le consegne dei costruttori italiani sul mercato domestico, che si attestano a 13,6 miliardi. Positivo risultato delle esportazioni, che danno seguito a un trend di crescita che prosegue ormai da anni e toccano quota 26,9 miliardi, un incremento dello 0,8% rispetto al valore record registrato nel 2007. Nel 2008, principali mercati di sbocco dell’offerta italiana di settore sono risultati: Germania, Francia, Stati Uniti, Russia, Spagna, Cina, Gran Bretagna, Polonia, Turchia e Brasile. Le vendite di mezzi di produzione nei paesi dell’Unione Europea si sono attestate 12,6 miliardi di euro (-1,8% rispetto al 2007). Il mercato tedesco, il primo per dimensioni con 2. 390 milioni, è cresciuto del 2,8%. Bene le vendite in Francia (2. 250 milioni, +5,6%) e Polonia (931 milioni, +10,7%); in calo Spagna (1. 300 milioni, -26,3%) e Gran Bretagna (932 milioni, -9,3%). Diminuiscono le esportazioni italiane nei paesi extra-Ue (3,7 miliardi, -1,4%), al contrario, si registra un cospicuo incremento della quota di export destinata all’Africa (1,7 miliardi di euro, +13,8%). Crescono a 3,2 miliardi (+2,5%) le esportazioni in Asia, Medio Oriente escluso. Leggero calo per le vendite in Cina (1. 290 milioni, -3,7%) e Giappone (202 milioni, -2,4%); cresce invece a ritmi sostenuti il mercato indiano (600 milioni, +7,7%). In Medio Oriente le vendite, in aumento del 15,4%, sfiorano quota 1,3 miliardi di euro. Il mercato più rilevante in quest’area è l’Arabia Saudita, con acquisti per oltre 300 milioni (+25%), seguono Iran (292 milioni) ed Emirati Arabi Uniti (230 milioni). Il Nord America ha ridotto gli acquisti di mezzi di produzione italiani (2. 550 milioni, -7,6%). In quest’area calano le vendite negli Stati Uniti (1. 840 milioni, -9,5%) e in Canada (238 milioni, -11,9%), crescono invece le esportazioni in Messico (470 milioni, +3,4%,). L’aumento della quota di export destinata all’America Meridionale (1,5 miliardi di euro, +16,5%) si deve principalmente al boom delle vendite in Brasile (637 milioni, +46,4%). Nel 2008 l’industria italiana del bene strumentale ha destinato oltre il 66% della produzione al mercato estero. Questo dato conferma la spiccata propensione all’export che da sempre caratterizza l’industria italiana di settore e testimonia l’apprezzamento degli utilizzatori di tutto il mondo per i mezzi di produzione made in Italy. Il saldo commerciale complessivo dei settori che formano Federmacchine, nel 2008, è stato positivo per 19,7 miliardi di euro (+2,7% sul 2007). Si tratta del sesto anno di crescita consecutivo del saldo e del valore più alto mai registrato. Per rendersi conto di quanto questo risultato sia importante per l’economia italiana basti ricordare che, nel 2008, il saldo complessivo delle merci del paese ha registrato un passivo di 11,5 miliardi di euro. A fronte di un 2008 soddisfacente, benché funestato dagli effetti della crisi finanziaria che si sono abbattuti sull’ultimo trimestre dell’anno, è grande la preoccupazione per il 2009, come evidenziato dalle analisi previsionali effettuate dal gruppo statistiche Federmacchine, volte a testare le aspettative a breve-medio termine degli imprenditori della meccanica. Quasi l’80% degli imprenditori giudica basso il livello attuale della domanda interna; il 70% teme che questa cali ulteriormente nel prossimo futuro. Altrettanto negativo lo stato della domanda estera, considerata deludente dal 75% degli imprenditori e stimata in calo dal 67% degli intervistati. Il crollo della domanda ha comportato un massiccio ricorso alla cassa integrazione guadagni, strumento del quale ha dichiarato di avvalersi ben il 43% degli imprenditori. “Il provvedimento di detassazione degli utili reinvestiti - ha dichiarato Alfredo Mariotti, segretario generale Federmacchine - indubbiamente rilancerà gli investimenti in beni strumentali, favorendo al contempo la ripresa dell’intero sistema economico nazionale e ripercuotendosi positivamente anche sui settori a valle della filiera produttiva”. “Certi che questo sia lo strumento più adeguato a favorire la ripresa dell’intero sistema economico del paese, per poter ottenere il massimo beneficio dal provvedimento Tremonti Ter - ha aggiunto il segretario di Federmacchine - auspichiamo che le autorità di governo estendano l’applicabilità dello strumento a tutti coloro che, acquisiti macchinari con ordine e pagamento di acconto entro 30 luglio 2010, emettano fattura entro il 31 dicembre 2010”. “Non dobbiamo inoltre dimenticare - sostiene Alberto Sacchi, presidente di Federmacchine - che in assenza di liquidità, la domanda non potrà concretizzarsi in investimenti reali. È quindi essenziale che all’emanazione del provvedimento faccia seguito l’adozione delle altre misure da noi richieste per sostenere le imprese del comparto, fondamentale per garantire all’intero sistema industriale livelli di competitività adeguati alle ambizioni del paese”. “Mi riferisco, in particolare, alla rivalutazione, anche ai fini fiscali, dei beni strumentali in possesso delle imprese, che permetterebbe alle aziende di meglio evidenziare il proprio patrimonio e, di conseguenza, ottenere più facilmente finanziamenti dalle banche, ed alla moratoria per due anni, con pagamento dei soli interessi, dei crediti vantati dagli istituti di credito nei confronti delle Pmi, che ‘darebbe fiato’ alle Pmi e maggiore certezza alle banche di ‘rientrare’. ” “La negativa congiuntura economica mondiale - prosegue Sacchi - ha inoltre evidenziato i limiti dimensionali delle nostre piccole-medie imprese, maggiormente in difficoltà rispetto alle grandi aziende straniere, meglio attrezzate per rispondere ad una crisi tanto profonda e globale. Sarebbe perciò importante rendere neutrale la fiscalità applicata alle plusvalenze derivanti dalle operazioni di fusione e aggregazione, divenute ormai scelte strategiche funzionali a un miglior presidio del mercato internazionale”. .  
   
 

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