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Notiziario Marketpress di Lunedì 20 Luglio 2009
 
   
  PUGLIA: BANDO MICROIMPRESA: POSSIBILE ORA ANCHE SERVIZI PER CATEGORIE DEBOLI LA MANOVRA. AL VIA GLI INCENTIVI PER NIDI E SERVIZI AD ANZIANI E DISABILI. DAL BANDO PER LE MICRO E PICCOLE IMPRESE LA SVOLTA SOCIALE DELLE MISURE ANTICRISI.

 
   
  Bari, 20 luglio 2009 - In arrivo incentivi per asili nido e per i servizi ad anziani e disabili. La manovra anticrisi varata dall’Assessorato allo Sviluppo economico non coinvolge più soltanto industria commercio e artigianato ma si addentra nelle problematiche sociali. Lo fa attraverso il bando “Aiuti ai programmi di investimento di Micro e Piccole Imprese”. L’avviso, che è a sportello dunque è aperto a partire dal 23 aprile di quest’anno fino all’esaurimento delle risorse, è stato esteso per la prima volta (con la determina dirigenziale n. 460 del 13 luglio) alle imprese che realizzano investimenti per servizi asili nido e alle aziende che investono per servizi non residenziali rivolti ad anziani e disabili. Anche a queste due categorie andrà una fetta dei 100milioni di euro messi a disposizione dal bando e fino ad oggi destinati solo ai settori artigianato, commercio e industria. Ad esserne interessate sono, in Puglia, 465 imprese, di cui 198 della categoria asili nido e 267 impegnate per servizi ad anziani e disabili (di queste 184 riguardano la provincia di Bari, 80 Lecce, 71 Taranto, infine 65 Foggia e altrettante Brindisi). Forti le motivazioni alla base del provvedimento. “Il superamento della crisi passa anche per i servizi alle donne lavoratrici e alle famiglie che si occupano di anziani e disabili”, ad affermarlo è la Vice Presidente e Assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone che ha fortemente sostenuto il provvedimento e che spiega: “alla vigilia del completamento della nostra manovra anticrisi, che è la più completa in Italia con oltre 508 milioni di risorse pubbliche, ci è sembrato un dovere morale oltre che amministrativo estendere gli aiuti alle imprese che operano in questi settori così vicini alle necessità delle famiglie. Fino ad oggi le domande per i dieci bandi anticrisi superano le 1. 200 unità. È un importante segnale di fiducia del nostro sistema imprenditoriale. Siamo convinti che le imprese che operano nel sociale mostreranno altrettanto interesse e potranno grazie a questi incentivi crescere e servire meglio le famiglie pugliesi”. “Oggi le donne – continua la Vice Presidente – sempre più spesso sono costrette a restare fuori dal mercato del lavoro per potersi dedicare ai figli. Non è un caso che il tasso di occupazione femminile in Puglia sia meno della metà di quello maschile, cioè il 30,2% rispetto al 63,3%. Con questo provvedimento stiamo contribuendo ad invertire una rotta che non fa bene né all’economia né alle famiglie”. Ma c’è anche un altro risvolto più legato ai servizi sociali. A sottolinearlo è l’assessore alla Solidarietà Elena Gentile: “Noi ci siamo posti un obiettivo strategico difficile da raggiungere: volevamo offrire la più ampia risposta alle esigenze di ampliamento e potenziamento dell’offerta territoriale per la prima infanzia. Per questo, per il triennio 2007-2010, abbiamo messo in campo più di 86milioni di risorse pubbliche finalizzate ad un piano straordinario per gli asili nido: di questi quasi 65milioni sono gli investimenti destinati a potenziare l’offerta pubblica. Questo provvedimento è il primo intervento per il privato. Le nostre politiche hanno portato fino ad oggi ad un potenziamento delle strutture della prima infanzia del 185 per cento. Un vero e proprio salto che fa parte di una precisa politica regionale: la volontà di incidere sulla crescita delle imprese, ma anche sul miglioramento della qualità della vita, sull’occupazione come sull’educazione, cioè su un modello di sviluppo visto nella sua interezza. L’ampliamento dell’avviso alle imprese che operano nel sociale va nell’ottica di questa strategia”. Il bando - L’ “Avviso per l’erogazione di Aiuti ai programmi di investimento promossi da micro e piccole imprese” mette in campo 100milioni di risorse pubbliche movimentando circa 400milioni di investimenti in macchinari o in immobili. Si tratta di un contributo in conto interessi, cioè la Regione eroga una somma che corrisponde agli interessi che l’azienda deve pagare alla banca per ottenere un mutuo. Con la differenza che il contributo arriva alle imprese in un’unica soluzione anticipata. Così non solo vengono abbattuti gli interessi su un mutuo, ma l’aiuto in un’unica soluzione funziona di fatto come un contributo a fondo perduto in conto capitale. Per potervi accedere le imprese interessate presentano la domanda direttamente alla banca che istruisce la pratica e la inoltra alla Regione. Se l’Istituto di credito concede il mutuo, la Regione eroga all’impresa gli interessi. Le domande di agevolazione devono riguardare progetti di investimento iniziale di importo minimo pari a 30mila euro destinati alla creazione di una nuova unità produttiva, all’ampliamento o ammodernamento di un’unità produttiva esistente, alla diversificazione della produzione, ad un cambiamento fondamentale del processo produttivo. Ad oggi le pratiche istruite dalle banche sono 137 per 30 milioni di euro di investimenti. Il bando, che vale 100milioni di euro, è a sportello, quindi è aperto (dal 23 aprile) sino ad esaurimento delle risorse. Il “miracolo sociale” delle politiche regionali - L’estensione del bando ai nidi e alle imprese che si occupano di servizi ad anziani e disabili, coniuga all’attenzione per lo sviluppo, le politiche sociali. Un campo, questo, che dal 2005 al 2008, ha registrato un vero e proprio boom. Nell’arco di tre anni, infatti, le strutture per la prima infanzia sono cresciute del 185%. Dalle 80 del 2005 che contavano 2. 420 posti nido si è passati alle 228 strutture del 2008 per un totale di 6. 930 posti nido. Se quattro anni fa solo il 4% dei bambini frequentava il nido, l’anno scorso la percentuale è salita al 6%. Nel 2005, inoltre, il 24% dei comuni disponeva di asili nido mentre nel 2008 erano il 30%. Lo spessore delle politiche regionali si legge proprio nell’importo della spesa sociale che dal 5,7 euro pro capite del 2005 è passata ai 20,5 euro di tre anni dopo, con risultati tangibili. .  
   
 

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