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Notiziario Marketpress di Martedì 21 Luglio 2009
 
   
  COLDIRETTI: MOBILITAZIONE PER L´AGROALIMENTARE LUCANO

 
   
  Dal Brennero a Potenza un denominatore comune: difendere l’agroalimentare italiano dal falso “Made in Italy”. Parte dal 21 luglio la mobilitazione nazionale della Coldiretti che avrà specifiche azioni sul territorio locale. All’operazione “Verità alle frontiere” in programma per la mattinata di domani al valico del Brennero, oltre un centinaio di allevatori e coltivatori diretti di Potenza e Matera si uniranno alle altre delegazioni di imprenditori zootecnici provenienti da tutta Italia. In mattinata, a Potenza nei pressi della sede della Regione Basilicata (Via Vincenzo Verrastro), agricoltori in campo per salvaguardare le eccellenze lucane dall’agropirateria. Trattori in marcia verso il palazzo della Regione Basilicata e un sit-in di protesta. Su ogni prodotto agricolo realizzato nei campi o negli allevamenti italiani, si sviluppa un “Made in Italy” alimentare cinque volte più grande tra contraffazioni e imitazioni. A fronte di 20 miliardi di export “Made in Italy” nel mondo, ci sono altri 60 miliardi generati da prodotti che non hanno mai visto il nostro Paese e, tolti i prodotti a denominazione di origine, solo un prodotto su tre di quelli venduti nella grande distribuzione italiana è realizzato con prodotti agricoli italiani. E’ la stessa logica che fa registrare nei supermercati lucani la completa assenza di ortofrutta della Basilicata. Alle 11. 00 una delegazione accompagnata dai quadri dirigenti della Coldiretti presenterà al presidente della Giunta regionale, Vito De Filippo e all’assessore all’Agricoltura, Vincenzo Viti, il documento contente un pacchetto di proposte per il riconoscimento di una filiera agricola tutta italiana per il latte e i prodotti lattiero caseari, per l’ortofrutta, l’olio d’oliva e il grano. Nella tarda mattinata è previsto anche un incontro con i capi gruppo del Consiglio regionale. Tra le richieste: etichettatura obbligatoria con l’indicazione dell’origine territoriale del latte a lunga conservazione e di quello impiegato per le produzioni casearie, ma anche per i formaggi e per la pasta di grano duro e, ancora, sistematici controlli sulla corretta etichettatura dei prodotti ortofrutticoli ed effettuare le analisi delle caratteristiche qualitative e sanitarie su tutte le produzioni agroalimentari importate; l’utilizzo di prodotti locali da parte della ristorazione collettiva pubblica; il valore dei Mercati e dei punti di vendita diretta Campagna Amica e l’estensione del diritto allo “spazio scaffale” per i prodotti della filiera agricola tutta italiana, per valorizzare l’identità dei territori, i loro prodotti e l’intera economia dei distretti locali. L’obiettivo è quello di sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sulla necessità di adottare provvedimenti urgenti per salvaguardare i giacimenti agroalimentari. Una protesta che non sarà solo una manifestazione di denuncia, ma rappresenterà anche l’occasione per proporre un progetto di ampio respiro per dare più forza all’agricoltura, per valorizzare le produzioni del territorio, per sostenere lo sviluppo come valore aggiunto per i sistemi locali e garantire la sicurezza alimentare dei cittadini. “Noi chiediamo il giusto prezzo per i prodotti agricoli e trasparenza per i cittadini-consumatori – ha dichiarato il vice presidente di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto. Bisogna combattere il mercato “falsato” che è parallelo a quello fatto dalle qualità e dalle eccellenze dei nostri prodotti agricoli che contribuiscono a sostenere l’economia del Paese. Noi chiediamo regole trasparenti per acquisti consapevoli a partire dalla pubblicazione dei dati sulle importazioni dei prodotti stranieri. Le nostre stalle rischiano di chiudere a causa del basso costo corrisposto agli allevatori (in media dai 30 ai 32 centesimi) e sugli scaffali si trovano prodotti a prezzi stracciati provenienti dall’estero e marchiati “Made in Italy”. Ad esempio, le nettarine sono state vendute in campagna a 20-30 centesimi, mentre ai consumatori ne sono stati chiesti cinque volte in più e abbiamo anche dovuto registrare l’aumento del 20% di importazione dal Cile”. Non solo latte, ma anche ortofrutta e cereali. “Il comparto cerealicolo – ha aggiunto Quarto – sta attraversando una grave crisi dei prezzi. Crescono le importazioni di grano proveniente dal Messico o dall’Ucraina con la motivazione che è più ricco di proteine, ma non è affatto così. Cosa sarebbe il pane di Matera senza la varietà Senator Cappelli? Quello che ci preoccupa maggiormente è che su questo grano importato non sono eseguite analisi sulla contaminazione radioattiva o su residui di fitofarmaci banditi in Europa, ma ancora usati nel mondo. Esiste un’Italia che produce nel rispetto dei cittadini consumatori e dobbiamo tutelarla a ogni costo”. .  
   
 

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