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Notiziario Marketpress di Giovedì 23 Luglio 2009
 
   
  PRODUZIONE AGROALIMENTARE IN TOSCANA PRESENTATO L´ANNUALE RAPPORTO IRPET-ARSIA SULLO STATO DELL´AGRICOLTURA SETTORE ECONOMICO CHE RISPONDE ALLA CRISI RIMODELLANDOSI E QUALIFICANDO

 
   
   «Il 2008 è stato buono per il comparto agroalimentare, proprio mentre si chiudeva come il primo anno della più grave crisi economica degli ultimi decenni. Un dato che dobbiamo considerare importante, perché ci consente di guardare al 2009, che non è iniziato bene neanche in questo settore, con le spalle forti di questo risultato». Lo ha dichiarato il presidente Claudio Martini nel suo intervento alla presentazione dell´11° Rapporto sull´economia e le politiche rurali, relativo al 2008, curato da Irpet e Arsia. Nel corso degli anni, ha aggiunto il presidente, la produttività del lavoro in agricoltura è stata, in Toscana, più elevata rispetto alla media italiana. Tuttavia, mentre intorno ai primi anni del decennio, il differenziale era piuttosto contenuto, negli ultimi anni è andato accentuandosi fino a divenire piuttosto marca to nel 2008: la produttività in Toscana è di circa 32. 000 euro per anno contro i 23. 000 dell’Italia. «In Toscana, dunque, una maggiore esposizione al mercato ha spinto il sistema delle aziende a procedere verso una ristrutturazione che ha portato a una loro diminuzione e a un parallelo incremento delle dimensioni medie; condizione essenziale per avviare recuperi di efficienza aziendale. Quindi parliamo di un sistema che reagisce, che sta riprendendo un ruolo importante nell´economia regionale, capace di di valorizzare le proprie produzioni, avendo puntato sulle strategie per la qualità». Ma è sulle criticità strutturali, secondo Martini, che occorre soprattutto intervenire, e proprio qui le sfide che la politica agricola e rurale deve affrontare sono molteplici: «Il sostegno pubblico all’agricoltura toscana, inteso come consolidato degli impegni di tutti i livelli di governo coinvolti, è stato n egli ultimi anni consistente, intorno agli 880 milioni di euro l’anno, circa il 40 per cento del valore della produzione e il 59 per cento del valore aggiunto. Oggi un primo aspetto da considerare è la quasi certa diminuzione tendenziale delle risorse per l’agricoltura che la politica economica europea metterà in atto nei prossimi anni. La graduale revisione della Pac (la politica agricola comunitaria) tenta di dare risposta a questo nodo orientando sempre più gli interventi verso l’incentivazione di comportamenti di maggiore responsabilizzazione di tutti i soggetti che fanno riferimento al settore, di maggiore confronto dei produttori con il mercato, di un sempre maggiore rafforzamento delle politiche di sviluppo rurale». «La Regione – ha aggiunto il presidente – ha racchiuso il complesso piano di azioni per lo sviluppo rurale nel nuovo Psr, per coordinare al massimo gli sforzi e le risorse disponibili. In concr eto, da qui al 2013 la Regione impegnerà per il settore circa 850 milioni, che saranno capaci di attivare oltre 1 miliardo e mezzo di euro. Ma anche l’introduzione del Piano agricolo regionale come unico strumento di pianificazione e attuazione degli interventi in agricoltura e per lo sviluppo rurale è un importante passo in avanti». La sfida più importante da affrontare è per Martini quella per la competitività del sistema agricolo-rurale: «L’intervento pubblico, nei suoi vari livelli, dovrà sempre più rendere evidente l’ordine delle priorità strategiche e favorire, per quanto possibile, le rispettive risposte. Questo deve avvenire puntando le azioni sulle componenti forti, quelle che più di altre possono contribuire a far affluire, attraverso il mercato di beni e servizi, una adeguata entità di risorse da poter investire nel territorio. In un sistema che rafforzi le compon enti più competitive è tuttavia necessario favorire la diversificazione delle attività al fine di rivitalizzare le aree, ringiovanire le comunità rurali e promuovere un approccio allo sviluppo che punti sull’innovazione». Su questo aspetto, che il presidente della Toscana considera ben documentato nel rapporto presentato da Irpet e Arsia, la Toscana segna un punto di forza: le attività secondarie svolte dalle aziende agricole (dall’agriturismo all’attività di servizio ambientale, all’agricoltura sociale) pesano per oltre il 34 per cento del totale a scala nazionale. Sarà inoltre importante dotarsi di strumenti per consentire al sistema di gestire adeguatamente il rischio e le crisi in agricoltura. .  
   
 

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