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Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Novembre 1998
 
   
  FONDAZIONE GIORDANO DELL´AMORE: COLLOQUIO SU FINANZA SUI DERIVATI

 
   
  Milano,19 ottobre 1998 - Presso la Fondazione Giordano Dell´amore, un centro di ricerca e formazione della Fondazione Cariplo, si è tenuto il "Primo Colloquio di finanza sui prodotti derivati". L´incontro è stato aperto dal prof. Giovanni Ancarani, presidente della Cariplo e della Fondazione Dell´amore. Egli ha ricordato che la Fondazione ha una lunga tradizione di ricerca ed applicazioni nel campo della finanza e dei suoi legami con lo sviluppo economico. In questo ambito è nata l´idea di orientare l´attività di studio sul tema della ´finanza di frontiera, prendendo in considerazione i molteplici sviluppi che in anni recenti si sono avuti nel campo della finanza: dalle forme più avanzate alle manifestazioni che sono prevalenti nelle economie in sviluppo. Una delle possibili prossime evoluzioni di questi studi è infatti la valutazione dell´utilità di applicare strumenti altamente innovativi a banche operanti in contesti marginali. Questo primo Colloquio ha presentato due ricerche sull´innovazione finanziaria. Il prof. Andrea Sironi dell´Università Bocconi ha esposto i risultati della ricerca da lui curata su "I credit derivatives :mercato, strumenti, applicazioni, pricing e vigilanza prudenziale". La ricerca è stata coordinata dal prof. Mario Masini dell´Università di Bergamo e consigliere della Fondazione Dell´amore e ha coinvolto anche Danilo Drago, Andrea Fabbri e Cecilia Caglio. Sironi ha inquadrato la nascita dei credit derivatives nell´ambito del più ampio processo di innovazione finanziaria e di trasformazione del ruolo delle istituzioni finanziarie, con una attività sempre più orientata all´erogazione di servizi, in particolare servizi di gestione dei rischi. I credit derivatives rappresentano il primo strumento derivato per la gestione del rischio di credito, consentendo alle banche di trasferire ad altri soggetti il rischio connesso alla propria attività di impiego senza rinunciare alla relazione di clientela. E´ una caratteristica che si presta particolarmente ad applicazioni in enti creditizi minori localizzati in aree geografiche limitate, con alta concentrazione del portafoglio nei confronti di specifici soggetti. Questa particolare funzione, insieme ad altre due caratteristiche dei credit derivatives, quelle di consentire la costruzione di portafogli di impieghi più efficienti e la costruzione di attività sintetiche, lasciano intravedere un elevato potenziale di sviluppo del mercato dei credit derivatives, visti come un´innovazione che può completare il mercato del credito. Sironi ha sottolineato l´approccio strettamente gestionale seguito nello sviluppo della ricerca, evidenziando i problemi che una banca interessata all´uso dei credit derivatives deve affrontare: le strutture contrattuali, i profili economico-finanziari, le applicazioni, il pricing e il trattamento prudenziale. Il dr. Dario Cintioli della Caboto Holding, in qualità di discussant, si è soffermato sugli aspetti di pricing mettendo a confronto l´approccio rating based della ricerca con l´approccio di mercato. L´idea di fondo è che le modalità di pricing dipendano dalle finalità dell´utilizzo dei credit derivatives visti, da un lato, come strumenti che arricchiscono le possibilità di impiego nell´ambito dell´ investment banking, d´altro, come strumento per la gestione di portafogli crediti. Egli ritiene che l´approccio di mercato sarà dominante, con particolare riferimento alla prima finalità, l´approccio più evoluto e sofisticato rating based sarà sicuramente un modello di riferimento, particolarmente necessario per la gestione dei portafogli crediti. Il dr. Giampaolo Arachi ha presentato i risultati della ricerca su "Problemi di tassazione degli strumenti finanziari derivati" da lui curata, coordinata dal prof. Roberto Artoni dell´Università Bocconi e realizzata con il contributo di Claudio Bianchi, Giulia Guffanti, Francesco Mandalà e Eva Parenti. Arachi ha inquadrato le problematiche relative alla tassazione degli strumenti derivati secondo due prospettive: la prima riguarda le strategie per la riduzione del debito d´imposta di imprese e intermediari sfruttando le differenze nei regimi fiscali dei diversi paesi. La seconda concerne la valutazione degli effetti delle imposte sui prezzi di equilibrio dei contratti trattati nei mercati regolamentati. Secondo Arachi, dalla comparazione dei sistemi fiscali emerge un alto grado di disomogeneità nelle normative e l´inesistenza nella maggioranza dei Paesi europei di una normativa specifica per la contabilizzazione e la tassazione degli strumenti derivati. In relazione a ciò, possono essere messe in atto strategie di elusione fiscale. Arachi ne individua tre :il rinvio nel tempo del momento del prelievo, il trasferimento di utili all´interno dei gruppi societari, la possibilità di ridurre il pagamento di ritenute alla fonte o di accedere ad agevolazioni riconosciute solo a particolari categorie di contribuenti o di reddito. Le assimetrie dei sistemi fiscali hanno effetti anche sulla determinazione dei prezzi di equilibrio. Arachi sottolinea in particolare il diverso trattamento fiscale applicabile su determinate attivi tà a seconda che siano parte di un portafoglio o siano prese singolarmente. Ciòporta, per esempio nel caso dei futures, all´individuazione di due prezzi teorici per lo stesso strumento, con un prezzo effettivo che si può collocare in posizione intermedia senza possibilità di arbitraggio. Il discussant della seconda ricerca, il prof. Roni Hamaui di Comit, si è soffermato, tra l´altro, sul caso italiano, rilevando che dall´ analisi approfondita degli autori emerge come la legislazione italiana in materia risulti adeguata ed avanzata per ciò che riguarda le persone fisiche mentre richieda ancora affinamenti sul fronte delle persone giuridiche. Ha chiuso l´incontro il prof. Renzo Avesani, del Servizio Risk Management di Banca Intesa, dando risalto alle prospettive di ricerca di rilevanza per una efficiente operatività bancaria .  
   
 

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