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Notiziario Marketpress di
Lunedì 09 Ottobre 2006 |
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AL PICCOLO TEATRO, L’ELETTRA “OLOFONICA” DI ANDREA DE ROSA E HUBERT WESTKEMPER LA MODERNITÀ DEL CLASSICO: UNO SPETTACOLO DAL VIVO ASCOLTATO IN CUFFIA
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Milano, 9 ottobre 2006 - Nella cornice del Teatro Studio, delle tre sale del Piccolo quella tradizionalmente destinata alla ricerca e alla sperimentazione di nuovi linguaggi, venerdì 20 ottobre, andrà in scena in un singolare allestimento l’Elettra di Hugo von Hofmannsthal proposto da Andrea De Rosa e Hubert Westkemper. Lo spettacolo, che arriva a Milano dopo una tournée che, nel 2006, lo ha portato nelle maggiori piazze italiane, è prodotto dal Teatro Stabile di Napoli in collaborazione con il Teatro Stabile di Torino. La messa in scena della tragedia che Hugo von Hofmannsthal scrisse nel 1903 ispirandosi all’Elettra di Sofocle, vede il pubblico seduto di fronte ad una grande vetrata – una vera e propria parete che separa lo spazio dell’azione scenica – da dove vedrà lo spettacolo “ascoltandolo” per mezzo di una cuffia stereofonica grazie a una sofisticata tecnica di “ripresa del suono” detta olofonica. Insieme alle voci degli interpreti, allo spettatore giungeranno i suoni e i rumori di un ambiente più vasto, il paesaggio di stanze e corridoi, di anfratti e camminamenti, con l’eco di musiche lontane, il nitrire di cavalli e l’abbaiare di cani, lo scrosciare di pioggia e vento, improvvisi rumori di corse e passi furtivi. A proposito della modalità di ascolto dello spettacolo, Hubert Westkemper ha sottolineato come “questo sistema permette di avere una percezione dello spazio molto dettagliata e sorprendentemente realistica. La sensazione di indossare la cuffia, infatti, viene presto dimenticata a vantaggio di una immersione totale nello spazio scenico”. Sull’impostazione drammaturgica dello spettacolo, così Andrea De Rosa: “I personaggi sembrano guardare in uno specchio rovinato ed opaco: cercano un’immagine di sé che vogliono pura, al di sotto dei mille strati che il tempo vi ha steso sopra, ma più si avvicinano alla superficie riflettente, più essa si rivela irreparabilmente corrotta e deformata. Il senso di nostalgia per la purezza di quella immagine, il dolore che si scopre con la sua perdita, l’incapacità di trovare le parole giuste per raccontarlo, mi sembrano gli elementi chiave per la messa in scena di questo testo”. Www. Piccoloteatro. Org . |
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