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Notiziario Marketpress di Venerdì 26 Febbraio 1999
 
   
  STRATEGIE TESSILI

 
   
  Milano, 26 febbraio 1999 - Nel corso di un convegno organizzato da Pambiancostrategie d´Impresa sul tema "Le strategie del tessile italiano per vincere la sfida del mercato globale", è stato tra l´altro indicato che il mercato mondiale dei tessuti e dei filati vale circa 150. 000 miliardi (70% tessuti e 30% filati) con circa 15. 000 miliardi di pertinenza del mercato di fascia alta. La produzione italiana di tessuti e filati vale 24. 500 mld. Quella alta circa 8600 miliardi. La quota dell´Italia nella fascia alta del mercato del tessile è pertanto di oltre il 50% mentre per i prodotti dell´abbigliamento (confezione+maglieria), la quota mondiale dell´Italia è del 30%. Gli "attori" dei prodotti finiti (confezionisti, stilisti, grande distribuzione), italiani ed esteri, hanno aumentato "enormemente" la loro forza contrattuale nei confronti dei produttori tessili: "sono diventati più grandi e più forti". Questo è attribuito alle strategie che gli "attori" hanno adottato negli ultimi anni: "vivendo a più diretto contatto con i consumatori finali essi hanno avvertito per primi i cambiamenti del mercato (consumatori più attenti ed esigenti, richiesta di prodotti specifici, necessità di creare 1v, 2v e 3v linee. . Moda, giovane, tempo libero, ecc. )". I confezionisti si sono adeguati ai cambiamenti e hanno raggiunto dimensioni maggiori e più consone alla nuova realtà del mercato globale. Anche i produttori del tessile dovranno "rifocalizzare" le loro strategie con prodotti più mirati, collezioni più segmentate, presenza commerciale diretta nei mercati più importanti, collaborazioni più strette con i loro clienti. Dovranno attivare processi di diversificazione verso altre categorie merceologiche o fasce di mercato. Dovranno altresì stringere alleanze societarie o finanziarie per sostenere una politica di sviluppo più forte. L´obiettivo è quello di aumentare le dimensioni delle aziende, così da renderle più consone alla nuova dimensione del mercato, ma anche allo scopo di realizzare sinergie ai vari livelli della gestione (produzione, acquisti, distribuzione, pubblicità , presenza e aumentare così la redditività complessiva. "È anche vero è stato pure detto che i grandi gruppi industriali a valle vogliono grandi gruppi industriali a monte che diano loro la necessaria affidabilità di prodotto e servizi. Le opportunità di sviluppo vanno in parte ricercate nella fascia ampia, pur se non sono ampie, vista l´elevata quota di mercato che l´Italia già possiede (oltre il 50%) ma soprattutto nella fascia medio/alta e media del mercato. Non a caso i fatturati dei grandi marchi mondiali, industrie e stilisti, vengono realizzati nella fascia medio/alta e media. Ma in questa fascia le regole del gioco sono diverse e le fasce di prezzo hanno vincoli più rigidi, alle quali le collezioni di tessuti e filati devono necessariamente adeguarsi, attraverso un migliore merchandising, prodotti più mirati e segmentati, prezzi più competitivi, servizio, nonché una parziale politica di delocalizzazione produttiva in aree geografiche vicine (Est Europeo, Nord Africa). Tra gli interventi quelli dell´assessore del Comune di Milano alla Moda Serena Manzin, dei presidenti delle associazioni Laniera, Cotoniera e Liniera e Federtessile, del presidente di Moda Industria, del presidente del gruppo Botto e del responsabile Ufficio Studi del Monte dei Paschi. Ad una tavola rotonda hanno partecipato Mario Boselli, Daniela Inghirami, Giancarlo Lombardi, Moritz Mantero, Pietro Marzotto e Roberto Sarti. Moderatore Giorgio Lonardi. .  
   
 

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