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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Giugno 1999
 
   
  PANE: AUMENTA IL PREZZO.PANIFICATORI E TERZO MILLENNIO

 
   
  Milano, 15 giugno 1999 - I panificatori artigiani di Milano e provincia hanno deciso di aumentare il prezzo di vendita del pane, ora liberalizzato, rimasto invariato da tre anni. A seconda dei tipi, i prezzi vengono portati a lire 5400 per il tipo 0 semplice a lire 8000 per la Milanesina (con semola di grano duro e farina di semola), passando per le 6000 lire del tipo michetta di alta qualità , le 6300 del tipo con aggiunta di strutto e le 7000 rispettivamente per il pane con olio di oliva, quello ciabatta e quello francesino. L´annuncio dell´aumento del prezzo è stato nel corso di una conferenza stampa della Associazione Panificatori - Pasticceri e affini di Milano e Provincia: la categoria dei panificatori - è stato affermato - si trova, alla vigilia dell´avvio del nuovo millennio, , di fronte "ad una vera e propria svolta epocale che vede il prezzo del pane al primo posto nella lista di argomenti da affrontare, discutere e soluzionare" nel quadro di un nuovo scenario: "arricchito per alcuni aspetti di nuove e più moderne opportunità , impoverito invece per altri versi da un concentrarsi di problematiche legislative, socio-economiche, produttive". È stato osservato che il prezzo del pane è inalterato da tre anni nonostante che tutti i generi alimentari abbiano registrato incrementi. Inoltre, sono aumentati i prezzi delle materie prime, della manodopera, dei costi generali. "Oggi, questa situazione è diventata insostenibile e la strada dell´aumento del prezzo è obbligata se si vuole mantenere al pane tutti i suoi contenuti di qualità , genuinità , purezza, se si vogliono rispettare le più recenti norme igieniche (Legge 155) e di sicurezza (legge 626) e se si vuole continuare a produrre secondo criteri di artigianalità elevata. "Impoverire il prodotto per mantenere fermo il prezzo significherebbe lasciare ancora più spazio alla grande distribuzione e alla produzione industriale in un gioco competitivo decisamente sfavorevole al negozio artigiano di panificazione che, comunque, già da tempo è chiamato a fare i conti con queste realtà commerciali e produttive". È stato pure sottolineato che le imprese artigiane della panificazione non hanno mai avuto aiuti e la "rottamazione" oggi proposta alle imprese al dettaglio non può essere considerata un aiuto bensì "una denigrazione dell´individuo e una rottamazione dell´uomo". L´associazione Panificatori ha anche dichiarato che continua la sua campagna sulla "indispensabilità della chiusura domenicale, come momento irrinunciabile per il riposo, la propria vita, la propria famiglia". È stato infine affermato che "il pane fresco prodotto giornalmente è da salvaguardare in tutta la sua purezza e genuinità in quanto unico alimento al mondo che accompagna l´uomo durante tutta la sua vita. La sua caratteristica di incontaminazione, ancora più garantita oggi con l´applicazione delle norme Haccp, è da sempre elemento rassicurante per il consumatore: i panificatori si sono sempre battuti per la sua salvaguardia, soprattutto nei momenti più difficili in cui è emersa la presenza di sostanze nocive cancerogene negli alimenti e in futuro l´attenzione sarà ancora più forte". A Milano e provincia, una tra le più importanti realtà della panificazione a livello nazionale, operano 1958 panificatori artigiani dei quali 680 in città . Sono complessivamente impiegati 6500 addetti e vengono prodotti giornalmente 25000 quintali di pane di cui 9000 in città . Giro d´affari annuale 1000 miliardi di lire. Il consumo pro capite nella zona di Milano è stimato di 188 grammi di pane al giorno ( 202 grammi al giorno a livello nazionale). Ultimamente sono stati chiusi 32 negozi mentre i primi dati del 1999 evidenziano un aumento delle quantità produttive attribuito alla chiusura di alcune mense aziendali che hanno riportato all´abitudine del "panino a mezzogiorno". .  
   
 

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