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Notiziario Marketpress di Giovedì 09 Dicembre 1999
 
   
  DA TRIESTE ALLO SPAZIO: I PRIMI RISULTATI PRESENTATI DI NINA IL TELESCOPIO PER RAGGI COSMICI IN ORBITA INTORNO ALLA TERRA

 
   
  Trieste, 9 dicembre 1999 - L´istituto Nazionale di Fisica Nucleare - Infn è protagonista ad E. R. A. 2000 Esposizione di Ricerca Avanzata (Trieste, Stazione Marittima, dal 10 dicembre 1999 al 16 gennaio 2000) con un ampio stand nel quale si fa il punto sui molti settori che vedono impegnati i ricercatori dell´Istituto. La ricerca italiana sulla struttura fondamentale della materia è ai massimi livelli ed è oggi portata avanti, in una rete mondiale di collaborazioni e scambi, da 27 unità operative ospitate in altrettante università e nei 4 grandi Laboratori Nazionali: Frascati, Legnaro, del Sud a Catania e del Gran Sasso; a Bologna opera invece un Centro Nazionale per ricerche e sviluppo delle reti informatiche. Scambi e collaborazioni europee (nell´ambito del Cern) o planetarie vedono i ricercatori italiani confrontarsi con i loro colleghi di tutto il mondo e mettere a punto programmi comuni di ricerca. È il caso appunto del telescopio orbitante per raggi cosmici Nina che lo scorso 9 luglio è stato messo in orbita dal vettore russo Zenit lanciato dal poligono spaziale di Baikonur in Kazakistan. In un giorno ruota attorno alla terra per 15 volte percorrendo quasi 700. 000 km. La durata prevista della missione è di 3 anni. Nina prevede un doppio programma scientifico: innanzi tutto indaga la natura e proprietà dei raggi cosmici, particelle che raggiungono la terra dalle profondità dell´universo per far luce su processi astrofisici quali le eruzioni solari e le esplosioni di supernove, e sulla composizione della materia nello spazio interstellare. Un secondo obiettivo è l´investigare la struttura della magnetosfera terrestre ed i meccanismi di intrappolamento e trasporto delle particelle che la compongono, sfruttando il campo magnetico terrestre come un gigantesco spettrometro. Il monitoraggio della magnetosfera ha importanti implicazioni di tipo geofisico, in quanto le sue alterazioni sono collegate a significativi processi atmosferici ed ai movimenti magmatici e delle faglie della crosta terrestre. Nina è frutto di una collaborazione italo-russa: i gruppi italiani curano in particolare i rivelatori calorimetrici al silicio. Fondamentale in questo settore è risultato l´apporto della sezione Infn di Trieste dove, dal 1990, è in funzione uno speciale laboratorio dedicato alla produzione di rivelatori al silicio per una vasta classe di ricerche fisiche in laboratori a terra e nello spazio e per applicazioni in chimica, biologia e medicina, campi in cui la nuova tecnica permette risultati assolutamente rivoluzionari. L´uso della tecnologia al silicio nelle applicazioni spaziali presenta diversi vantaggi, rispetto agli altri tipi di rivelatori, per i suoi bassi consumi, per l´alto valore del rapporto tra segnale e rumore, per la piccola area morta e perché non richiede riempimento di gas. Ai rivelatori di particelle è affidato il compito di "sentire" i segnali dei microsistemi e di tradurre tali segnali in un linguaggio decodificabile. La nuovissima classe di rivelatori, alla cui messa punto ha collaborato appunto la sezione Infn di Trieste, risulta particolarmente accurata, veloce ed efficace. Una particella carica che attraversa un semiconduttore al silicio cede energia al cristallo eccitando gli elettroni lungo il suo percorso; applicando una differenza di potenziale a contatti metallici posti sui lati opposti del cristallo si riesce a raccogliere la carica di ionizzazione ed elaborarla in un chiaro segnale. Le tecniche di microelettronica permettono la suddivisione degli elettrodi di contatto in molte strisce parallele di dimensioni estremamente ridotte, rendendo così possibile la misura delle coordinate della traccia di una particella carica con alta risoluzione spaziale, dell´ordine di qualche micron. La Missione Nina non sarà l´unico dei motivi di interesse dello stand Infn ad Era. Tra i molti altri progetti e realizzazioni che saranno presentati nella manifestazione triestina citiamo la suggestiva ricerca sulle proprietà dell´antimateria cui stanno lavorando i Laboratori di Frascati con Dafne e Kloe e il laboratorio californiano di Slac con Babar (di quest´ultimo, in mostra, sarà presente un modello in scala). Un video interattivo illustrerà Garr, il Gruppo Armonizzazione Reti per la Ricerca, affidato all´infn, ed i nuovi supercalcolatori veloci Ape. Ad essere illustrato sarà anche il progetto Alice che, utilizzando il nuovo acceleratore Lhc del Cern, vede 700 fisici di venti Paesi impegnati ad ottenere informazioni cruciali per ricostruire una delle principali fasi dell´evoluzione dell´universo. Dalla collaborazione tra Infn e Cern è nato anche il progetto che porterà un fascio di neutrini lanciati dal Cern di Ginevra, a percorrere gli 800 km di crosta terreste che separano la città svizzera dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso. Che tutto questo non si limiti all´obiettivo, pur fondamentale, di far avanzare la ricerca teorica ma abbia importanti ricadute industriali e sulla vita di ogni giorno, lo dimostra la sezione dell´infn dedicata appunto alle applicazioni pratiche delle sue più recenti ricerche. Una, in particolare, interessa tutte le famiglie e le donne: la possibilità di ottenere mammografie straordinariamente accurate limitando drasticamente i tempi di esposizione: un risultato importantissimo che è frutto della ricerca italiana. Per informazioni: Infn - Sezione divulgazione scientifica, prof. Alessandro Pascolini, tel. 049. 8277201 Email: alessandro. Pascolini@pd. Infn. It ; Studio Esseci - Sergio Campagnolo tel. 049. 663499 Email esseci@protec. It .  
   
 

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